No Pain, No Gain<b>[Negozio]</b>

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  1. ~Cube
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    Il Fiore Lupo

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    No Pain, No Gain


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    Zora dunque ebbe accesso al Villaggio del Suono. Certo, sotto mie direttive e sotto il mio vigile sguardo: - Tra le varie condizioni per le quali ti ho concesso di entrare precedentemente mi sono dimenticato di dirti una molto importante. Non conosco fino a che punto quelle tue creazioni con i tatuaggi possono spingersi e proprio per questo motivo non ti sarà concesso utilizzarle, certo escluso davanti al tatuatore e nel limite delle nostre percezioni. Mi aspetto una risposta. – In caso affermativo presi a camminare allontanandomi così sempre di più dal North Gate ed entrare così nel cuore del Villaggio. Per Zora sarebbe l’entrata al Suono stata sicuramente una novità. Oto nel suo caos e disordine di certo lasciava ben poco spazio all’idea di rappresentare una parte dei Popoli liberi e dell’Accademia… ma in realtà la volontà dei suoi abitanti e Ninja in particolare non aveva nulla da invidiare al resto del Mondo civilizzato.

    Comunque non ci volle moltissimo tempo a raggiungere la parte più degradata del Suono, già perché era in quei vicoli oscuri, in un angolo dimenticato dei Kami, che si nascondeva la bottega del Vecchio. Mi fermai davanti all’entrata per dar modo a Zora di comprendere come ad Oto l’apparenza poteva ingannare, più di qualunque altro posto nel continente. La Bottega del Vecchio era tutto fuorché un luogo invitante. Dislocata in mezzo a due palazzi di grandi dimensioni solo una vecchia scritta in Kanji indicava il tipo di merce che si trattava: Tatuaggi.


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    Una volta superata l’entrata, e relativa tenda di perline, Zora ed io ci saremmo affacciati a quello che si poteva considerare il più sfortunato dei saloni di tatuaggio. Un vecchio lettino, uno sgabello mal messo erano le prime cose che il Ronin avrebbe potuto osservare. Certo, allungando l’occhio avrebbe notato la presenza di numerosi scaffali. Ognuno dei quali sorreggeva molte boccette. Sostanzialmente si potevano dividere in tre categorie: Hitashi, Kessho e Gisei. Sorrisi, avevo passato settimane intere a studiarle.

    Udendo dei rumori dalla scaletta di legno, ormai mangiata dalla tarme, scese un vecchio signore. Il suo sguardo era stanco, ma non per questo attivo. Ci mise qualche secondo per realizzare chi effettivamente era entrato nella sua bottega.

    -Oh, è un piacere rivedervi Signorino Yotsuki! –



    Scrollai la testa, infastidito da quel saluto. Di fatto per quel vecchio io ero meno di nulla. Lui aveva affidato la sua vita e la sua arte, insieme a qualche letale inchiostro maledetto, ad un altro Yotsuki. Daisuke, scomparso molto tempo addietro.

    - So che adori le presentazioni, come una volta. Prego presentatevi pure. – Il vecchio non si fece attendere, anticipando così il ragazzo: - Benvenuto nel mio salone! Il mio nome è Hakuseki Mozumi, tatuatore al servizio del clan Yotsuki da non meno di quarant'anni. Prima ero il maestro e socio di Matsuo Yotsuki ed ora ho il privilegio di aver insegnato all'attuale proprietario del "No Pain, no Gain", il signorino Daisuke Yotsuki, suo cugino. Cosa la porta in questo luogo? E’ in cerca dei miei servizi? – mi limitai ad una breve risposta, lasciando la parola poi a Zora: - Diciamo, Vecchio, che è un cliente alquanto particolare. Ma non aggiungerò altro. –

    Già, il resto lo avrei lasciato a Zora. Chissà se sarebbe mai riuscito a sorprendere il Vecchio.


     
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