La Tana del Serpente[QdE]

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    Maledizione. Sibilò la vipera, Kui non sembrava poter essere di grande aiuto. Ma lei aveva un'idea, che aveva persino funzionato. Il problema? Nonostante il meccanismo disattivato, la porta risultava comunque troppo pesante per la giovane genin. Forza... Stupido... COSO!! HMPH! Per quanto si sforzasse, fino a quasi sentire le proprie braccia staccarsi, non sembrava smuoversi di un millimetro. Furiosa, ma non ancora arresa, si sarebbe spostata nella teca di Kui, sfruttando il chakra adesivo per uscire dall'alto, raggiungendo così le teche rotte del piano superiore... ma fitte griglie bloccavano il passaggio. E da queste stavano precipitando dei piccoli frammenti, che per colpa del buio non vedeva, ma poteva sentire caderle sulla pelle del viso. Si tolse quelle briciole di dosso, annusandole avrebbe potuto riconoscere le piantine toccate in precedenza. Fu in quel momento che realizzò che quella non era solo una gabbia, ma una vera e propria trappola, nella quale era stato fatto cadere del veleno.

    ...No... Sentì le gambe cedere, in un primo momento dando la colpa allo shock, ma nonostante si sforzasse, queste non sembravano ubbidire ai suoi movimenti. Le sentiva sempre più deboli, e a breve persino il senso del tatto sarebbe sparito. Anche Kui era in pericolo. Di-Diventa una mia creatura! Facciamo il patto necessario... E poi pareggiati! Sparisci da qui! Il tono di voce stava diventando via via più disperato. La mente annebbiata non le permetteva di ricordare perfettamente come funzionava quel meccanismo. Ma avrebbe usato tutte le conoscenze che aveva sulle creature, lasciando una macchia di sangue a terra, sperando che un rituale di richiamo bastasse a considerarlo come una sua creatura. Le lacrime avevano già iniziato a scendere. Lo avrebbe stretto a sè, prima che potesse pareggiarsi, anche se sapeva bene che non sarebbe potuto restare a lungo. Avrebbe voluto dirgli di stare zitto. Ma, a vedere la situazione, non poteva permetterselo. Aveva ragione. Aveva fallito. Vincere un combattimento non serviva a niente se poi non eri in grado di sfuggire ad una semplice stanza. Ansimava, ormai con i polmoni pieni di veleno, tenendo la serpe stretta in un abbraccio, alla ricerca di conforto. Malediva la sua debolezza. La sua superiorità verso il fratello era fasulla. Era una dei tanti. Uno dopo l'altro, sarebbero caduti tutti.

    Iniziò a domandarsi dove fosse Raizen. Dubitava che lui fosse in pericolo, dopotutto aveva sciolto tutte le difese che i due avevano incontrato fino a quel momento. E probabilmente l'aveva lasciata indietro credendo fosse in grado di cavarsela da sola. Stolto. L'aveva sopravvalutata, e ora ne pagava le conseguenze. Forse non meritava il suo aiuto. Forse quello era il destino, che le diceva che non era pronta, e forse non lo sarebbe mai stata. Era ferita nell'animo, ma non singhiozzava. Accucciata in un'angolo della teca, avrebbe atteso nemmeno lei sapeva cosa. Un salvataggio estremo? La morte? Ormai poco importava. Era arresa, sola, al buio. Sperava solo che non fosse troppo doloroso.


    Sentì come una mano gelida toccarla, facendola rabbrividire. Un lamento anticipò i suoi movimenti, rannicchiandosi di fianco a quella fonte di calore che sentiva posata al suo fianco. Si sentiva incredibilmente debole... ma riusciva a percepire ogni angolo del suo corpo. Qualcosa doveva averla punta sul collo. Fortunatamente i suoi salvatori erano arrivati sufficientemente in tempo per evitare che il suo corpo fosse irrecuperabile... Anche se in futuro avrebbe imparato anche come sistemarlo.Imparerà in futuro, sempre di fronte a Raizen, ad usare la Muta per la prima volta! Dato che è stato veloce abbiamo ridotto un pochino i danni, quantomeno per permetterle di riprendersi solo con le cure di Fyodor e un po' di riposo. La voce familiare la convinse a riaprire gli occhi, solamente per ritrovarsi il Colosso ad occupare per intero il suo campo visivo, decisamente troppo vicino rispetto a quanto fosse abituata. Sentì il volto avvampare, mentre, debole e rantolante, avrebbe cercato di rotolarsi dalla parte opposta, principalmente per nascondere il volto. Iniziò a chiedersi quel veleno fosse stato tutto un bluff, se si fosse trattato solo di qualcosa di indebolente per paralizzare eventuali intrusi, ma relativamente innocuo. E lei si era fatta trovare in quelle patetiche condizioni. Assicuratasi di aver coperto il volto, per quanto la infastidisse restarsene sdraiata sul gelido terreno notturno, avrebbe borbottato una debole risposta. Uh-uh. Era viva, ma debole. Siamo... fuori? Domandò, mentre la botta di adrenalina data dall'imbarazzo la convinse a provare a rialzarsi con goffi e scarsi risultati. Hmph. Devo... Riposare... Si sarebbe sforzata per non guardarlo negli occhi, illudendosi di avere un qualsiasi tipo di controllo nelle condizioni in cui stava. Era pur sempre Hebiko, l'orgoglio prima di tutto.
     
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