Gli eroi non vivono in eterno

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  1. ¬Chris
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    Non vivremo in eterno
    Perché io faccio longdrink
    IV

    Le mani smisero di tremare, fu un brivido profondo che mi colse dalla schiena e salì fino alla testa, osservai più attentamente quella polvere scura finissima, evidente veleno, sul mio volto si dipinse un sorriso, sarebbe stato facile mettere quella polvere nel bicchiere e provocare una morte veloce.
    Guardai Sanzo, quello era infatti il suo nome in codice, la sua contestazione era piuttosto banale ed emisi un leggero sospiro mentre con le mani, ora ferme e sicure, richiusi la busta e la rimisi in tasca.

    Hai perfettamente ragione, Sanzo, ma vedi... Mi guardai attorno con fare circospetto, controllando che nessuno fosse presente in bagno e continuai Non possiedo troppe informazioni sul nostro 'obiettivo' forse tu sai qualcosa che io non so e potresti indicarmelo, inoltre se sono io che devo fare il lavoro sporco, pensavo, ci fosse qualcun'altro addetto all'individuazione...


    Quindi richiusi il bottone della giacca, lo guardai con un leggero sorriso, non si trattava di arroganza, non c'era nessun motivo per mettere in gioco situazioni che, si sarebbero potute rivelare, dannose alla missione. Aggiunsi, con tono sommosso che non ero nessuno per giudicare le situazioni dei nostri superiori e che mi sarei dato da fare per cercare di capire, intuire, il nostro obiettivo.
    Poi uscii e venni travolto dal caos della bisca, le risa e le urla occupavano la stanza, l'aria era intrinseca di quell'odore pungente di alcol e fumo denso, mi guardai attorno sistemandomi il papillon poi presi un paio di listini con una copertina lucida in cuoio nero quindi, mi feci strada tra la folla, nessuno mi dedicava la minima attenzione tanto erano impegnati a scommettere, esultare o bestemmiare.
    Giunsi fino al tipo scortato dalle due guardie del corpo e quindi sorridendo gli porsi il listino e, se ci fossero stati altri suoi ospiti che non fossero alle sue dipendenze, ne avrei portati altri. Preventivamente, con un po di adesivo, avevo attaccato la busta con il veleno ad una parete di un cassetto dietro al bancone dopo aver cambiato la botte di birra; nessuno avrebbe avuto il bisogno di aprire quell'anta se non per cambiare la botte, ma sarebbero passate almeno un paio di ore prima che finisse.
    Quindi non temetti una perquisizione, non avevo niente che potesse creare sospetti, anzi tenevo in tasca un apribottiglie e un accendino, nulla di straordinario per un barista.(l'avevo letto sul manuale per barman!)
    Nel frattempo le mie orecchie erano dritte, pronte a percepire segnali che avrebbero potuto identificare l'obiettivo.




    *Scusate il ritardo ma, in questo periodo, me stanno ad interrogà con violenza. Spero di evitare in futuro altri ritardi :pwn:
     
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    Grog







    Raizen si muoveva tranquillo nella folla, mettendo il naso qua e la e di tanto in tanto buttando un occhiata al boss oppure al suo scontro, non che fosse un narcisista, ma reputava il suo stile di lotta un misto di violenza e fantasia molto apprezzabile che aveva piacere ad osservare, anche se ogni tanto notava qualche piccolo errore qua e la nelle movenze che avrebbe potuto correggere a favore di una potenza maggiore.
    Intanto Atasuke riusciva a dare nell’occhio qualsiasi cosa facesse, era decisamente fuori luogo in quel posto, ma quantomeno ora passava solo per un povero idiota.
    Intanto, il Guardiano si prodigò nell’intervista dei vari scommettitori, domandando qua e la chi fosse il vero organizzatore, la risposta fu univoca: era il nobile imbellettato che come tale si era presentato. Il problema era un altro, se già i membri dell’organizzazione avevano dei livelli di informazioni a cui potevano accedere, ed alcuni di essi erano addirittura al livello zero, come potevano dei semplici partecipanti dare notizie veritiere?
    Muovendosi in una base poco solita tuttavia Atasuke avrebbe ricevuto udienza con l’organizzatore, ed a vederlo così da vicino quell’uomo era più curato nell’aspetto che nei modi, prese il menù che il cameriere gli porgeva senza troppi complimenti per poi invitarlo ad allontanarsi con un gesto della mano.
    Intanto, da un poggia bicchiere li vicino, prese un lungo calice ancora mezzo pieno e lo scolò in un sorso, trattenendo all’ultimo un rumore proveniente dal basso ventre, come se si fosse ricordato di doversi mantenere composto. La mano che posò il bicchiere era liscia e luceva del colorito dato dalle creme di bellezza, tuttavia si poteva scorgere nel dito indice un callo asportato da non troppo tempo, per quanto accurata fosse stata l’operazione si vedeva che era stata eseguita.
    Al ritorno di Kenzaru il nobile avrebbe ordinato un grog molto forte per poi rivolgersi ad Atasuke.


    Allora, mi dica, simpatico compagno, quali necessità la portano al mio cospetto?

    Chiese prima di adagiarsi sulla poltrona.
    Intanto il Colosso poco sotto, origliava, mentre sbraitava contro i lupi mannari facendo perdere la sua voce nel marasma.
    Appena giunto il cameriere con la nuova bibita venne fatto un fischio dalle due guardie mascherate, qualcuno l’aveva udito perché qualcuno si era appena palesato per assaggiare la bibita del nobile, di cui ancora nessuno sapeva il nome.


    È sicura.

    Sentenziò dopo averne prelevato un campione con la cura di un chirurgo ed averla assaggiata. Sparì dopo un rapido inchino, lasciando campo ai due indagatori. Intanto Raizen, notando la sparizione improvvisa di un "Giocatore" per sentirlo ricomparire poco sopra di lui, si fece allarmare, per poi mettersi sulle tracce del magico ninja. Lo trovò poco più in la, nella zona degli stanzini privati

    Hey tu! Devo farti qualche domanda!

    L'avrebbe appellato senza complimenti, dopotutto era un riccastro arrogante, mica una pezza da scarpe.




    CITAZIONE
    Ora tocca a voi, vedete chi dei due vuole gestire l'assaggiatore per far giocare un pò anche me
     
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  3. Asgharel
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    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    ~Contatto con l'organizzatore~


    Gli ci volle tempo per riuscire a prendere il contatto con "l'organizzatore", anche se certamente ne sarebbe necessitato molto dipiù se non avesse in qualche modo cercato di interagire attirando un po l'attenzione.
    Gli ci volle un po di pazienza aggiuntiva nell'attendere l'uomo che iniziò a parlare solo dal momento in cui il cameriere fece il suo ritorno al bancone, probabilmente da una breve pausa al bagno. Egli ordinò un bicchiere di grog, Atasuke preferì evitare di ordinare altro continuando a sorseggiare dal bicchiere che aveva preso in precedenza nell'infiltrarsi tra i vari personaggi in modo da poter chiedere informazioni.

    "Allora, mi dica, simpatico compagno, quali necessità la portano al mio cospetto?"

    «In vero, nulla di speciale... Semplicemente volevo complimentarmi con l'organizzatore di questa serata... e da quel che si dice qui intorno, tutti sono concordi nel fatto che sia lei la persona da ringraziare... devo ammettere che la qualità degli scontri è elevata... sono sbalordito»


    Sorseggiò quindi dal suo bicchiere senza schiodare gli occhi dall'uomo e concedendosi un lieve sorrisetto in modo da sottolineare maggiormente l'apprezzamento per quella serata.

    «Poi ammetto di avere una certa curiosità... Vorrei infatti sapere che cosa ci aspetta per il resto della serata, anche perchè immagino che con una tale organizzazione non ci siano solo le scommesse ad animare tutta la serata, o mi sbaglio?»


    Preferì non partire subito alla carica con le domande dato che se avesse pressato troppo con estrema probabilità quell'uomo lo avrebbe cacciato alla svelta, o peggio, avrebbe sguinzagliato i suoi uomini che, per quanto l'apparenza spesso inganna, non sembravano di certo essere una coppia di sbandati, senza contare che in caso di casini non sarebbero partiti solo loro due all'attacco ma probabilmente anche un'altra mezza tonnellata di addetti alla sicurezza sparsi qua e la per l'edificio.
    Mentre ascoltava le parole dell'uomo con lo sguardo osservava attentamente ogni dettaglio dell'uomo, cercando di inquadrare che tipo di persona fosse e come cercare di aggirare le eventuali difese che poteva porre per evitare di rispondere e per guadagnarsi la fiducia dell'uomo in modo da convincerlo a parlare.

    °Sembra una persona ben curata, tuttavia la presenza di calli sulle mani significa una sola cosa: per quanto voglia sembrare più nobile possibile quest'uomo è o era abituato a lavorare con le mani, quindi ha un passato da lavoratore, oppure è sempre stato abituato a combattere, senza contare che si è scolato mezzo bicchiere tutto d'un fiato e per poco non si è lasciato scappare un rutto... probabilmente si trattava di un lavoratore, oppure questo tizio è un sosia dell'uomo che sto cercando°


    Svariate erano le possibilità e le possibili storie di quell'uomo, tuttavia, molte di queste portavano ad una sola via comune per riuscire a scoprire quanto più possibile per prendere contatto con l'uomo giusto. Farlo bere e farlo parlare poco alla volta. Tuttavia, oltre che costosa quella procedura poteva finire in un fallimento, specie se i due mascherati si fossero intromessi per impedire all'uomo di fare troppe stupidaggini. L'unica cosa che poteva certamente fare in quel momento era ascoltare l'uomo ed aspettare poco alla volta l'occasione giusta.
    Giunse poi con l'ordinazione anche un assaggiatore, richiamato dal fischio di uno dei due mascherati, che con professionalità e precisione a dir poco chirurgica prese un po della bevanda servita all'uomo e la assaggiò assicurando che era sicura prima di svanire nuovamente nel nulla.

    °Quell'uomo potrebbe sapere chi sto cercando... tuttavia vediamo prima di eliminare questa pista prima di arrivare a provarne un'altra°


    Pensò tra se prima di notare che Raizen stesso aveva iniziato a seguire l'uomo.

    °Se ci si mette di mezzo lui allora è inutile perderci tempo dietro, lasciamo a lui l'assaggiatore mentre io mi lavoro questo boss°


    Si concentrò quindi nuovamente sul suo interlocutore lasciando perdere l'uomo che era braccato da raizen nella speranza di riuscire ad ottenere qualche informazione utile, anche a costo di rischiare qualcosa in più.

    «Immagino non sia facile riuscire ad organizzare un evento grande ed importante come questo... Immagino sia stato complesso mandare un invito a ciascuno di questi partecipanti senza che qualche autorità accademica ne venisse a conoscenza, o sbaglio?»


    L'esca era stata lanciata ed ora non restava che valutare come reagiva l'organizzatore a quelle parole. Se era lui ad aver mandato quell'invito avrebbe di certo reagito in qualche modo, ma se invece non ne avesse saputo nulla di qualche invito sicuramente sarebbe apparso visibilmente scosso e sorpreso da quell'informazione che non gli risultava.

    ~Contatto con l'assaggiatore~


    Raizen di certo aveva un certo grado di esperienza nel muoversi in quell'ambiente che invece pareva del tutto estraneo ad Atasuke. Fino a quel momento era riuscito a non attirare l'attenzione di nessuno ed era passato per una qualsiasi persona di quel luogo. Tuttavia, mentre Atasuke procedeva nel suo colloquio con colui che pareva essere "l'organizzatore" di quell'evento, Raizen prese l'iniziativa attaccandosi invece come unsa zecca a quello che sembrava essere l'assaggiatore del "nobile".

    "Hey tu! Devo farti qualche domanda!"


    A quelle parole l'uomo si fermò di scatto per poi voltarsi verso colui che con tale arroganza si era preso la libertà di fermarlo, meglio conosciuto come Raizen sotto copertura.
    Il suo sguardo era interrogativo e lievemente infastidito mentre il suo tono era tutto meno che "lievemente" infastidito.

    "E tu chi saresti? Come ti permetti anche solo di pensare di fermarmi con quel tono? Sai chi sono io?"


    Lo sguardo dell'assaggiatore divenne appena di sufficenza mentre osservava con attenzione Raizen nel pieno del suo travestimento. Approfittò poi del tempo a disposizione per estrarre dal taschino della giacca un paio di occhiali da vista che non perse tempo ad inforcare assumendo così un'aria anche più professionale.
     
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  4. ¬Chris
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    Non vivremo in eterno
    Perché io faccio longdrink
    V


    Grog. Tipico alcolico bevuto dalla gente di mare. La sua storia era tanto interessante quanto inutile: per poter preservare i carichi d'acqua dolce che veniva portati a bordo si tagliava l'acqua con il Rum, prima veniva utilizzato la birra e il vino, in questo modo l'acqua che con il tempo diveniva salmastra ci impiegava di più a guastarsi. Successivamente, sempre per questione di salute dei marinai, venne aggiunto limone o lime - non solo per dargli un gusto più accettabile - ma perché, assimilando vitamina C, si preveniva lo scorbuto o altre malattie... Eh eh mi ero imparato bene quel maledetto libraccio, mi stavo incamminando verso il bancone, avrei dovuto superare l'assaggiatore senza venire sgamato. Avevo bisogno di un diversivo, ma sopratutto dovevo capire chi diavolo era il mio obiettivo.
    Il grog non mi veniva perfettamente, dovetti assaggiarlo un paio di volte prima di trovarlo soddisfacente, la fetta di limone era incastonata sul bicchiere basso e tozzo, l'acqua aveva diluito il colore denso del rum e lo si poteva quasi scambiare per the.
    Rimasi imbambolato a guardare le luci riflettersi nel bicchiere, perdersi nel contenuto e uscirne, solo un piccolo riflesso, sul bancone.
    Portai il bicchiere su un vassoio di legno grezzo, dovevo ricevere altre informazioni. Il Grog era un drink per vecchi lupi di mare, quel piccolo callo al pollice dimostrava le sue origini povere: si trattava del classico callo da pescatore. I suoi modi, alquanto rozzi, tradivano l'apparenza di uomo colto e perbene.
    Probabilmente era solo un fantoccio, dovevo trovare i fili, seguirli ed eliminare il burattinaio.
    Sorrisi leggermente mentre con un leggero inchino allungavo il bicchiere verso l'assaggiatore, dopo che ebbe controllato, porsi il drink al "capo"
    Dall'altra parte potrebbe aver fatto carriera partendo da una vita povera e rurale, questo giustificherebbe tutto il suo sfarzo e la sua ostentazione. Rimasi vicino a lui e a quel tipo a cui avevo parato il culo, mi confondevo con l'arredamento - così dovevano fare i camerieri - pronto a servire ad un solo cenno.
    Che cazzo stavano facendo quei cazzoni, ero solo io che stavo lavorando?
     
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    A Piccoli Passi







    Attirata l’attenzione dell’uomo per essere sicuro di non perderlo tra la folla il Colosso cambiò lo stile di recita per avvicinare l’uomo.

    Si, mi perdoni, non intendevo offenderla, ma sa com’è, sono uno scommettitore prudente quanto esperto, temevo di perderlo in tutte queste stanze, e prima l’ho vista scommettere su uno scontro con una certa sicurezza, mi domandavo se non avesse qualche informazione sfuggita a noi un po’ più modesti.

    Non gli importava di quanta presa quelle parole avessero sulla realtà, non aveva importanza, doveva fingersi mansueto e inoffensivo per coprire con sicurezza, e senza destare troppi sospetti, i due metri che lo separavano dall’assaggiatore, ponendosi lievemente di profilo rispetto a lui, come se volesse mettergli una mano sulla spalla, cosa che non avvenne. Arrivatogli sufficientemente vicino avrebbe stretto il pugno, il sinistro visto che il lato destro era verso il suo interlocutore, risultando quindi più in vista, indossava i guanti anche se al momento la henge li copriva ma si sarebbe accertato di non lasciare scampo. [vel viola + mediobasso pot. +30 grazie ai guanti] Un singolo pugno, rapido e preciso sul diaframma, tuttavia voleva chiudersi in una botte di ferro, per cui attivò la [distrazione illusoria] sul pugno sinistro, ancor prima di scagliarlo in modo che se non fosse andato a segno il suo obiettivo non avrebbe potuto avvertire appieno un montante ancora più rapido che giungeva dal braccio destro, con la stessa velocità e potenza del precedente, un colpo da K.O. che l’avrebbe fatto ritardare, ma meglio che far saltare la sua copertura.
    Se fosse riuscito a stendere in qualche modo l’assaggiatore l’avrebbe portato in uno dei salottini ed usando del filo di nylon l’avrebbe legato per bene, non aveva magari la resistenza di una corda, ma dieci metri sarebbero bastati a fare più di un giro attorno a polsi e caviglie, seguiti dall’inserimento di un tovagliolo sulla bocca, in caso al fringuello venisse in mente di cantare troppo forte, doveva metterne a sufficienza da fargli spalancare la bocca in modo che non potesse muoverla per buttarli fuori, cosa abbastanza semplice.
    Appena l’uomo si fosse ripreso dal K.O. o comunque avesse recuperato il fiato toltogli dal cazzotto allo stomaco Raizen gli avrebbe sorriso bonario.


    Mettiamo le cose in chiaro, subito.
    Non voglio assolutamente ledere ne a te, ne a chi ti paga.
    Tuttavia tu sei un pesce piccolo, e me interessa parlare con quelli grossi, per cui se non mi dici chi sono sarò costretto a venir meno ad una parte di me, quella buona, quella che non vuol farti del male.
    Pensa, potrei addirittura salvare la vita al tuo superiore, di fatto, fidarti di me non ti porterà che vantaggi.


    Attese qualche secondo per vedere se le sue parole suscitassero qualche reazione, poi si alzò.

    Se ti va bene inizierò con qualche piccola domanda a cui tu dovrai rispondere con un si o un no, ti basterà muovere la testa. Immagino che qualcuno potrebbe aspettare un tuo ritorno, non vorrei che calcolaste i tempi utili alle vostre azioni per poi mettervi in allarme se tardate, per cui, se lo fate, avvisa che ritarderai, in caso contrario, per essere sicuro che non me la darai a bere siederò accanto a te e credimi non vorrai avermi così vicino quando qui dentro si riempirà di gente poco cortese.

    Il colloquio sarebbe durato qualche minuto se tutto fosse andato come pianificato, intanto nella sala i due scavezzacollo indagavano per conto proprio.

    Gli inviti? Ahahah

    La risata non era sguaiata, ma un misto di sincera ilarità e un pizzico di stupore.

    Non mi occupo io degli inviti e non lo farei mai, ci sono i servi per quello!
    E l’accademia non controlla di certo ogni singolo garzone con una lettera in mano!


    Appena arrivato il drink lo prese senza troppi complimenti buttandolo giù in un grosso sorso che inizialmente lo costrinse a dilatare le guance. Parlava sinceramente, intanto la guardia alla sua destra si schiarì la voce, forse disappunto, forse un segnale, ma nessuno parve essere scosso o interessato a quel gesto, ma dopo quella risposta l’organizzatore cambiò argomento.

    Quanto alla serata, per quanto bene si presenti, questa è pur sempre una bisca, non possiamo permetterci troppo svago se non qualche minuto tra un secondo e gli altri, le grandi serate sono fatte prima o dopo dell’evento, qui l’unico svago è la scommessa e l’emozione di potersi arricchire o ridursi al lastrico in pochi secondi.
    Da queste domande però mi sembra che tu sia nuovo dell’ambiente.


    Disse mentre lo osservava. Poteva forse sembrare lievemente inadatto a quell’ambiente, ma non era detto che anche l’ultimo dei contadini non fosse scaltro.

    All’entrata mi è stato segnalato che un attorucolo da strapazzo aveva dato problemi, senza contare quella scommessa un po’ troppo azzardata sullo scontro del Konohaniano sfavorito di pochi minuti fa.
    Mi sta insospettendo.


    Concluse serio mentre le due guardie assumevano una postura lievemente differente, non erano più sull’attenti, bensì rilassati, non tesi sulle ginocchia, pronti a scattare forse?
    No, visto che pochi secondi dopo l’organizzatore prese a ridere, più rumorosamente questa volta, sguaiato, ma le guardie non abbandonarono la posizione.


    No no, scherzavo!

    Ma scherzando a volte non si dice la verità?

    Cameriere, la prego, vorrei un po’ di privacy.

    Avrebbe aggiunto poi, notando che il garzone non accennava ad abbandonare la sua posizione.

    Inoltre dovrebbero esserci svariati clienti desiderosi di un drink, vada a fare il suo dovere!

    Appena il cameriere fosse andato via l’organizzatore avrebbe riportato la sua attenzione su Atasuke, aspettandosi che animasse nuovamente il discorso.
    Intanto il cameriere, magari deluso per essere stato buttato via con tanta leggerezza e così poca educazione avrebbe avuto voglia di indagare per fatti propri, se l’avesse fatto dirigendosi dall’infiltrato nel bagno e comunicandogli ciò che aveva dedotto attraverso il drink questo, come se colto da un’ idea lampante l’avrebbe portato in una stanzetta di servizio per parlargli.


    Prima dell’inizio della serata è venuta una delle due guardie, inizialmente non ci ho fatto caso, tuttavia, nonostante indossasse i guanti ha avuto l’accuratezza di rimuoverli per portare la lucertola a cambiare l’acqua e mentre si lavava accuratamente le mani ho notato che non aveva un callo bensì il classico rigonfiamento degli scrittori sulla mano destra.

    Un informazione importante, ma quanto se non fosse stata condivisa con la giusta persona?
    Se fatto, inoltre, come avrebbero potuto distinguere una guardia dall’altra vista la divisa che le rendeva praticamente identiche?
     
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  6. Asgharel
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    Narrato

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    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    ~Continua la Conversazione~


    Parlando parve chiaro che l'uomo non aveva nulla a che fare con gli inviti dato che egli non aveva probabilmente fatto altro che delegare ai suoi garzoni o a chiunque altro dato che quello non era compito suo diretto, cosa che significava solo due possibilità: In prima ipotesi stava mentendo per cercare di coprirsi, oppure quello chiaramente non era l'uomo che lo aveva invitato e quell'ipotesi gli sembrava senza dubbio la più adatta.
    Poi arrivò il drink ordinato dall'uomo e con esso un chiaro colpo di tosse della guardia alla destra del nobile, anche se non era chiaro capire se e cosa fosse la causa di quel colpo, dato che poteva essere di tutto, da un segnale prestabilito ad un segno di malattia, da un segnale di disappunto ad un normale colpetto per schiarirsi la voce. Tuttavia una cosa certa c'era: Dopo quel "segnale" il nobile cambiò completamente discorso, andando a finire in un campo che non gli piacque affatto, un campo che lo portò ad alzare ulteriormente la guardia, dato che sembrava puntare troppi sospetti sulla sua persona.

    "...Da queste domande però mi sembra che tu sia nuovo dell’ambiente. All’entrata mi è stato segnalato che un attorucolo da strapazzo aveva dato problemi, senza contare quella scommessa un po’ troppo azzardata sullo scontro del Konohaniano sfavorito di pochi minuti fa.
    Mi sta insospettendo."


    Atasuke non rispose vedendo che le guardie cambiarono lievemente di posizione, passando ad una posa non chiaramente aggressiva ma certamente inquietante. Non poteva sapere se quello era un semplice bluff o se invece lo avevano effettivamente beccato. In entrambi i casi avrebbe fatto bene a mantenere il sangue freddo ed evitare di scoprirsi a sua volta cadendo nell'eventuale trappola.
    Rimase quindi gelido, mantenendo la solita espressione, ma concedendosi uno sguardo dubbioso verso l'uomo, come a chiedersi di che diavolo stesse parlando.

    "No no, scherzavo!"


    Atasuke si lasciò scappare un sospiro di sollievo a quelle parole lasciandosi chiaramente andare in modo da rilassarsi a sua volta e per dare maggior realismo a quella recita che continuava a portare avanti con apparente successo e che avrebbe dovuto ancora mantenere probabilmente a lungo.

    «Suvvia... Le pare il modo di spaventarmi? Eppure aveva appena detto che l'unico svago qui erano le puntate, non questi scherzi!»


    Disse con un tono misto tra lo spaventato ed il divertito, come se avesse in qualche modo apprezzato quella specie di scherzo da parte del suo "nobile interlocutore" mentre questi cercava di cacciare il cameriere che poco prima lo aveva aiutato ad entrare e che ora continuava imperterrito ad ascoltare i loro discorsi.

    °Strana tutta questa attenzione da parte sua... Evidentemente come credevo questo tizio aveva qualcosa da nascondere... probabilmente anche lui sta cercando qualcuno o qualcosa in questo posto, e per quanto io possa non essere adatto in un ambiente come questo certamente sto attirando meno attenzione... Se ci ho pensato io, figurarsi se passa inosservato ad un organizzazione come questa un barista troppo curioso...°


    Pensava tra se mentre il nobile stava riportando la sua attenzione su di lui.

    «Suvvia... In fondo non c'è da stupirsi che un barista si fermi ad ascoltare i discorsi dei clienti, no? Non c'era motivo di allontanarlo così brutalmente, o sbaglio?»


    Si lasciò sfuggire un sorrisetto malizioso contornato da una breve pausa prima di cambiare anche lui discorso per passare ad un qualcosa di più diretto.

    «Tuttavia, lo ammetto... lei mi ha beccato... In effetti sono relativamente nuovo qui dell'ambiente e non sono ancora propriamente "affine" al meccanismo, per così dire... Tuttavia noto con piacere che lei è un ottimo organizzatore, oltre che un abile interlocutore... Tuttavia, se non le dispiece avrei ancora molte curiosità da colmare... Come penso comprenda più che bene la mia sete di sapere è alquanto ampia ed in fondo, come si suol dire, la notte è giovane ed in un qualche modo ci si deve pur intrattenere, no? Quindi quale modo migliore se non passarla a bere ed a parlare insieme?»


    Fece quindi segno ad un cameriere di portare loro altri bicchieri pieni.

    «Quindi mi permetta di sfruttare il frutto di quell'azzardata scommessa per offrirle qualcosa da bere...»


    Accennò quindi ad un brindisi per poi ripartire con la conversazione.

    °Ed ora vediamo se anche questa volta la guardia da qualche segno di tosse o no...°


    Buttò quindi giù una golata dell'alcolico servitogli. Da quel momento, la sua abitudine di passare le serate ad ammirare il cielo serale sorseggiando qualcosa, gli sarebbe tornato più che utile per evitare di finire ubriaco prima del tempo.

    «Tornando a noi... Lei di che cosa si occupa in particolare in queste serate? Immagino che il suo sia un compito cruciale ed importante, o mi sbaglio?»


    Proseguì poi offrendo un nuovo giro all'uomo e così via in modo da aggiungere ancora altro alcool nello stomaco di quel nobile (che di per se già pareva aver bevuto non poco) finchè questi non fosse tanto ubriaco da dirgli tutto ciò che voleva sapere o finchè qualcuno di più oculato non lo avesse fermato.
    Atasuke avrebbe quindi proseguito con il discorso parlando del più e del meno, delle scommesse, della bella gente che popolava quella bisca e delle donne, specie di quelle particolarmente provocanti che di tanto in tanto li avvicinavano. Evitò di bere realmente il suo bicchiere, sfruttando le sue abilità da prestigiatore per scambiare il bicchiere vuoto con quello pieno in modo da svuotare di nascosto il bicchiere altrove o più semplicemente rifornendolo nuovamente al nobile, ma soprattutto finse, con l'avanzare del numero di bicchieri, di divenire poco alla volta sempre più ubriaco in linea con il grado di ubriacatura del nobile.
    [Abilità]

    «Ma mi dica... come mai una così affabile ed onesta persona ha bisogno di una scorta così inquietante per se? Mi viene difficile comprenderlo, specialmente con tutta la sicurezza che c'è qua intorno, dai buttafuori all'ingresso agli addetti che vedo di tanto in tanto girare per questa stanza...»


    Una domanda semplice, quasi banale, ma se come sperava l'uomo aveva bevuto a sufficenza, probabilmente gli avrebbe rilasciato qualche utile informazione.

    [...]


    ~Intanto l'Assaggiatore...~


    Le azioni di raizen furono certamente efficaci e per quanto il primo colpo venne eluso dall'assaggiatore, questi non riuscì ad evitare il secondo, il quale come previsto fu sufficente a chiudere la questione.
    Il colosso si trascinò dietro il corpo svenuto dell'uomo presso uno dei camerini, ma non senza che occhi indiscreti si accorgessero di quanto accaduto.
    Per quanto il rozzo raizen fosse abituato a quegli ambienti, evidentemente non era stato abbastanza prudente da cercarsi un posto isolato per cercare di catturare quell'uomo e le sue azioni avventate in mezzo alla folla avevano attirato l'attenzione di qualcuno. Ma di chi?

    [...]


    Quando si riebbe l'uomo si ritrovò legato ed imbavagliato mentre raizen lo puntava cercando di interrogarlo.

    "Mettiamo le cose in chiaro, subito.
    Non voglio assolutamente ledere ne a te, ne a chi ti paga.
    Tuttavia tu sei un pesce piccolo, e me interessa parlare con quelli grossi, per cui se non mi dici chi sono sarò costretto a venir meno ad una parte di me, quella buona, quella che non vuol farti del male.
    Pensa, potrei addirittura salvare la vita al tuo superiore, di fatto, fidarti di me non ti porterà che vantaggi."


    A quelle parole l'uomo iniziò a muoversi convulsamente, come per cercare di divincolarsi da quei nodi mugugnando qualcosa attraverso il rudimentale bavaglio che probabilmente si poteva ricondurre ad una serie di bestemmie, minacce ed insulti.

    "Se ti va bene inizierò con qualche piccola domanda a cui tu dovrai rispondere con un si o un no, ti basterà muovere la testa. Immagino che qualcuno potrebbe aspettare un tuo ritorno, non vorrei che calcolaste i tempi utili alle vostre azioni per poi mettervi in allarme se tardate, per cui, se lo fate, avvisa che ritarderai, in caso contrario, per essere sicuro che non me la darai a bere siederò accanto a te e credimi non vorrai avermi così vicino quando qui dentro si riempirà di gente poco cortese."


    L'uomo smise di muoversi fissando il suo sguardo su Raizen. Aveva uno sguardo deciso, uno sguardo maligno, uno sguardo che non sembrava minimamente intenzionato a collaborare anche in caso di torture. Una sola cosa era certa su quell'uomo: di certo era sicuro di se e di quello che sarebbe capitato a raizen una volta che lo avessero preso.


    OT - Non me ne si voglia, ma dato che non ne avevi fatte passare a me, a sto giro non le lascio passare a te XD Occhio a non fare di nuovo azioni troppo avventate in pubblico XD - /OT
     
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    VI


    Mi stavano girando i coglioni: non si capiva chi fosse l'obiettivo. Chi fosse il capo e chi il tirapiedi. Con un leggero colpo di tosse la guardia sembrò riportare il "boss" in un atteggiamento più corretto, tenevo il vassoio sul ventre mentre, aspettando altre ordinazioni, origliavo, prima che il capo stesso mi mandò via. Mentre schivavo la folla, incollandomi al muro, evitando gli ubriachi molesti e le puttane a lavoro.
    Rimasi al bancone mentre servivo da bere alla folla che, sempre meno, si presentava a comprare dei drink presi dalle scommesse.
    Sembrava che la guardia avesse dettato, con il suo colpo di tosse, al capo l'atteggiamento da tenere; o meglio, dopo quel colpo di tosse - prima che mi cacciasse - teneva un rapporto più amichevole con l'altro uomo e poi sembrò irrigidirsi. Certo si sarebbe potuto trattare di una semplice coincidenza, ma in certe situazioni le coincidenze non esistono.
    Mi portai in bagno, la situazione si stava complicando terribilmente.
    Ascoltai il mio compagno in religioso silenzio mentre, dopo aver pisciato, mi lavavo le mani con un sapone grezzo, vecchio, che mi grattò via tutta la sporcizia.

    Confermi una mia ipotesi, che ora proverò ad esporti: L'uomo che sembra essere il boss, sembra stia ostentando la sua posizione e il suo ruolo all'interno del locale, in contrasto con i suoi vestiti raffinati i suoi modi si svelano rozzi e la sua lingua troppo veloce. Ora ci sono due possibilità: una delle sue guardie del corpo sembra abbia potere su di lui, probabilmente riesce a fare in modo che il capo faccia ciò che vuole lui o, e secondo me è la cosa più probabile, è lui stesso il capo. La guardia, come mi hai detto tu ha il callo dello scrittore sulla mano destra, mentre l'altro ha un piccolo callo sul pollice tipico dei pescatori, il servo più colto del padrone? ... - Bevvi un goccio d'acqua alzando gli occhi verso il mio compagno dopo essermi sciacquato il volto - Ti ripeto: non sappiamo niente sul nostro obiettivo? Qualcosa sul boss? Senza queste informazioni è impossibile adempiere la missione e io sarei per una ritirata. Stiamo rischiando troppo e c'è possibilità di ammazzare una persona diversa dall'obiettivo datoci...


    Misuravo le parole, alzando spesso lo sguardo verso l'altro ragazzo, la mia voce era tranquilla ma scossa da un brivido di agitazione e forse paura. Avevamo già controllato il bagno, non c'era un cane che potesse origliare; certo non sarebbero stati contenti se fossimo tornati senza nulla in mano, senza aver ucciso l'obiettivo. Ma porco mondo ci avessero dato delle informazioni più precise...
     
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    Tutte le strade portano a...?






    Nei bagni la situazione pareva prendere una svolta decisiva, ma Sanzo non voleva sbilanciarsi troppo.

    Non saprei, insomma, potrebbero avere della passioni, magari va a pesca per svagarsi!

    Rispose sinceramente mentre si strofinava il mento. Dopotutto le informazioni fornitegli erano lacunose.

    Ritirarci? Ma sei scemo? Lo sai cosa succede se ci ritiriamo?
    Beh, non voglio neanche pensarci, vedi di non pensare idiozie, è il secondo sgarro che tenti di fare, al prossimo rispedisco te è la tua testa di cipolla al boss.
    Piuttosto, dalla sala mi hanno detto che hai recuperato dalla porta un tizio sospetto, hai fatto una delle poche cose giuste della serata, vedi di lavorartelo, magari sa qualcosa e può confermare le tue teorie.


    Concluse liquidandolo rapidamente mentre entrava nel bagno un piccolo gruppetto di donne che confabulavano qualcosa, probabilmente le solite ciarle da gentilsesso.
    Nella sala Atasuke invece continuava con la sua strategia discutibile, non sospettando minimamente che le guardie erano li per curare ma soprattutto per prevenire.


    Qui stiamo molto attenti alla professionalità del personale, ed è appunto una questione di professionalità, non può perdere tempo ad ascoltare le chiacchere dei clienti col rischio che in sala qualcuno abbia la gola secca, da alticci si fanno scommesse più azzardate e il banco non perdona gli occhi appannati dai fumi dell’alcool.

    Quando Atasuke parlava il nobile si occupava invece dell’andamento della serata, poteva parere distratto, ma i suoi occhi andavano dal personale al cliente, monitorando gli spostamenti più strani e il rendimento di coloro che pagava per mantenere alto il livello. Mentre il suo bicchiere veniva posto sempre prima all’assaggiatore prima che toccasse le sue labbra, anche se questa volta era Il clone del Colosso a svolgere quel compito in modo da depistare eventuali sospetti sulla salute dell’assaggiatore.

    Beh, con un po’ di spirito d’osservazione è ben chiaro cosa io faccia, metto in riga il personale, faccio in modo che tutto fili liscio, a volte semplicemente con la mia presenza, nulla più, nulla meno.
    Ma non gli sembri roba da poco, è necessaria attenzione, per cui sono costretto a rifiutare i suoi inviti.


    La domanda sulla scorta fece sorridere l’uomo.

    Mi perdoni, ma lei è consapevole del posto in cui si trova? Una scorta non è necessaria, è il minimo indispensabile!
    Ora però stiamo arrivando a fine serata, mi dispiace ma non posso più dedicarle attenzioni, la chiusura è importante e richiede tutta la mia attenzione.


    Era un invito cortese, ma era pur sempre un invito a lasciare quel luogo abbastanza rapidamente.
    Appena Atasuke i fosse allontanato avrebbe potuto udire una delle due guardie sospirare, un sospiro marcatamente deluso, chissà per quale ragione. Magari, qualcuno impegnato a distribuire i drink in sala avrebbe potuto aiutare il guardiano?


    [Poco più distante, in un salotto, mentre Atasuke parla, Raizen segue la sua pista]
    Il Colosso poco più distante intanto cercava di cavare qualche ragno dal buco.

    Sei deciso vedo, ma è certo che non brilli di intelligenza.

    Lo alzò di peso dalla sedia per denudarlo, del tutto.

    Vedi, mi costringi a fare cose sgradevoli.

    Disse mentre gli bruciava l’unico indumento che non avrebbe mai sfiorato.

    Su su, non preoccuparti, bruceranno in fretta e al massimo di scotterai un pochino, niente di grave, vedi, non voglio nuocerti, ma non avevo intenzione di toccarti le mutande.

    Disse mentre gli ispezionava il corpo in cerca di sigilli o dispositivi elettronici, senza tralasciare la testa.
    Dopodichè creò un kagebushin, identico all’uomo, solo che portava le mutande.


    Ora lui si rivestirà con la tua roba e interpreterà te stesso, se sarà necessario rispondere alle chiamate per non destare sospetti farà pure quello, immagina, non sospetteranno mai nulla di lui, ma a te cosa succederà?
    Infiltrandosi nel tuo gruppo, ho fatto una mossa avventata, ma gli unici sguardi che ho attirato saranno gli stessi che curiosi mi chiederanno se hai risolto il problema e ci sono mille scuse per un malore che magari mi porta a mettere il piede in fallo.
    Per cui, ti ripeto, sii ragionevole, dammi una mano ad aiutare il tuo capo, potrebbe morire, mentre io non lo voglio morto, voglio solo darvi una mano, non hai notato il chiasso all’entrata? Poteva essere una spia, non trovi? Se non ricordo male anche all’interno della mafia c’è qualche attrito non da poco.


    Se avesse annuito avrebbe fatto delle semplici domande che comportavano esclusivamente il movimento della testa per dare una risposta soddisfacente.

    Il capo è il nobile?
    Il capo è la guardia di destra? O di sinistra?


    Se avesse ottenuto delle risposte si sarebbe fermato a pensare eventuali domande, se invece avesse ricevuto in risposta simile alle precedenti avrebbe sospirato.

    Sono davvero dispiaciuto.
    Sai, un altro infiltrato, di cui non conosco le precise intenzioni, sta facendo ciuccare il nobile in cerca di spillargli delle informazioni, la mia copia farà il tuo lavoro scongiurando qualsiasi dubbio, sarà semplice una volta guadagnata la fiducia imbastire una scenetta per scoprire chi è il capo.


    Disse mentre prendeva l’uomo di peso per il nodo che gli aveva fatto ai polsi, lo alzò senza fatica e lo fece sporgere dalla finestra.

    Terzo piano, da qui a terra è un bel viaggetto, ma tu credo che continuerai a precipitare parecchio più in basso, chissà se all’inferno c’è un girone per quelli come te, forse qualcosina te la scontano per la tua fedeltà, ma immagino che te ne assegnino parecchi di più per aver fatto morire il tuo capo che ti dava da mangiare.

    Avrebbe esitato qualche istante prima di dare uno scossone alla sedia fingendo di farla precipitare di sotto, che avesse ricevuto un qualche segno di accondiscendenza o meno l’avrebbe ritirata dentro.

    Mezza sega. Mi renderai davvero il lavoro difficile.

    Disse mentre usciva dalla finestra dopo aver controllato se qualcuno era li di guardia, solo una volta sicuro di essere al riparo da occhi indiscreti avrebbe scalato il muro portando l’ostaggio sul tetto.

    Vedi, non volevo ucciderti, sin dall’inizio, mi servivano solo quelle indicazioni, ma ora un salame sulla sedia legato dentro una stanza sarebbe scomodo, per cui ti lascio qui a rinfrescarti le idee sin quando non ho finito. Attento a non agitarti, o finirai di sotto.

    Era la sua ultima carta da giocare, quella di apparire veramente interessato alla salvaguardia di quel gruppo, sperava che quel tipo ci cascasse, altrimenti, da li a poco si sarebbe dovuto recare di nuovo sul tetto per dargli una spintarella.




    CITAZIONE
    Asgrael, preoccupati solamente di interpretare il pg, se risponde di semplicemente che lo farà in questo o quell'altro modo in base alla sua caratterizzazione, gestirò io la risposta in quanto non sai ancora chi è il boss.
     
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  9. ¬Chris
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    Mi sudavano la mani. Ero teso, forse avevo paura, ma sopratutto non sapevo che cazzo fare. La situazione era ferma e le uniche cose che sapevo erano prive di qualsiasi riscontro sicuro. Mi sembrava, quasi, di camminare su delle uova. Mi venne in mente un piano e iniziai a dirglielo dopo che le donne si fossero allontanate e dopo che io feci finta di essere andato a cagare e, mentre mi lavavo le mani, iniziai a parlare in modo freddo, distaccato. Serio e preoccupato.

    « Allora non ci resta che farli fuori entrambi. Il prima lo eliminerò con il veleno, aspetterò che mi ordini un altro grog e glielo porterò (fortunatamente è una bevanda abbastanza scura da poter celare il veleno) quando starò per portare la bevanda l'altro complice farà partire una rissa poco lontano dal suo tavolo, nella confusione io metterò il veleno nella bevanda (così eluderò "l'assaggiatore"). E questo sarà il primo diversivo. Il secondo sarà la morte del "boss" e in quel momento attaccherai tu quello mascherato. Contemporaneamente il primo complice farà appiccare un incendio, a quel punto scapperemo tutti dal locale e nessuno baderà più a noi ma tutti a salvarsi le penne. - lasciai scivolare le gocce lungo le mani e poi ripresi a parlare in modo più tranquillo - E' rischiosa, ma nella vita bisogna sfidare la fortuna. Tutto chiaro? Qualcosa in contrario?



    Attesi una sua eventuale risposta, poi sarei uscito dal bagno, riprendendo il mio lavoro. Mi rilassai leggermente bevendo un bicchiere d'acqua per poi riimmergermi nel lavoro di barman. Non era poi così male, se non morissi oggi, aprirò un bar!

     
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    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    ~Ultime battute, who is the boss?~


    Il suo inconsueto interrogatorio proseguiva e sembrava che nessuno li dentro si fosse in qualche modo accorto del trucchetto che stava tenendo, tuttavia le informazioni che stava ottenendo sul conto di quell'uomo erano minime ed inutili ai fini del suo obbiettivo, a parte il fatto che poco alla volta era sempre più convinto che quell'uomo non fosse veramente il boss, bensì solo una pedina, una pedina nelle mani di qualcuno, ma era difficile riuscire a capire chi fosse veramente il capo la dentro.

    "Qui stiamo molto attenti alla professionalità del personale, ed è appunto una questione di professionalità, non può perdere tempo ad ascoltare le chiacchere dei clienti col rischio che in sala qualcuno abbia la gola secca, da alticci si fanno scommesse più azzardate e il banco non perdona gli occhi appannati dai fumi dell’alcool."


    Atasuke non rispose se non con un cenno di stupore del capo in modo da dare l'idea che anche lui approvasse le parole dell'uomo.
    Alle sue domande sulla scorta però la risposta fu quasi schiva, come se in un qualche modo non volesse rispondere cercando di deviare sull'ovvio, o almeno questo era quello che pensava Atasuke di quella risposta.

    °La scorta è il minimo necessario? Eppure da quello che mi avevano detto i buttafuori qui tutti sono dei protetti e quindi non hanno bisogno di una scorta dato che c'è già un interessante meccanismo di sicurezza all'ingresso... Questo mi da ulteriormente da pensare che quella scorta in realtà sia molto più di quanto mostra di essere e quell'uomo è molto meno di quanto dice di essere... Ma come scoprire chi di quei due comanda? Come riuscire a smascherare il vero boss?°


    Egli continuava l'ascolto delle parole dell'uomo mentre la sua mente vagava avanti alla ricerca di una soluzione, alla disperata meditazione di una qualche soluzione da applicare per riuscire ad individuare in modo inconfutabile il suo bersaglio.

    "Ora però stiamo arrivando a fine serata, mi dispiace ma non posso più dedicarle attenzioni, la chiusura è importante e richiede tutta la mia attenzione"

    «Certamente... Comprendo più che bene i suoi impegni... Buon lavoro dunque, io mi cercherò qualcun'altro a cui offrire da bere...»


    Atasuke salutò l'uomo con il bicchiere ancora mezzo pieno e se ne andò nella direzione opposta cercando di dare il meno nell'occhio possibile in modo che il "boss" non si accorgesse troppo del suo sguardo indiscreto.
    Ebbe tuttavia il tempo di compiere appena pochi passi ed ecco che un sospiro venne da una delle due guardie, un sospiro marcatamente deluso, come se in qualche modo quella guardia si aspettasse qualcosa, come se si aspettasse da lui o da qualcuno in particolare un qualcosa di più.

    °Perchè quel sospiro? Che sia forse una delle guardie l'uomo che cerco? Che sia stato uno di loro ad inviare la lettera con l'invito? Ma chi? E perchè?°


    I dubbi gli ronzavano in testa e lo portarono a voltarsi un'ultima volta verso l'uomo e la sua scorta nella speranza di carpire chi di loro avesse prodotto quel suono, tuttavia, come ovvio che fosse, ciò non gli servì a nulla.
    Si guardò attorno, nella speranza di trovare in un qualche modo la giusta ispirazione, la giusta via da intraprendere per riuscire a colmare i propri dubbi, una qualche maniera di riuscire ad estrapolare chi fosse il misterioso mandante di quel messaggio e perchè lo aveva fatto, ma soprattutto capire quale fosse il significato celato in quelle parole.

    °Potrei tentare una qualche azione avventata, ma se anche riuscissi nell'impresa di carpire il vero capo certamente verrei bloccato ed ammazzato sul posto in pochi secondi, quindi tutto si rivelerebbe più che inutile, sfruttare lo sharingan potrebbe essere un'idea ma di certo non mi rivelerebbe nulla di così interessante, sempre che non lo vada ad utilizzare su qualcuno sfruttandolo come ignara esca... Ma come imporre un ordine utile a smascherare il vero boss? Come?°


    Le possibili vie erano molte ed altrettante erano le possibilità, tuttavia ben poche di esse erano effettivamente applicabili in un ambiente come quello.
    Poteva in effetti tentare con un illusione, tuttavia aveva dimostrato più che bene in passato di non essere portato per le arti illusorie e le abilità che era riuscito a sbloccare dal suo sharingan ne erano la prova più che esplicita dato che era uno dei pochi uchiha a non essere in grado di generare illusioni solo con lo scambio di sguardi.
    Poteva sfruttare qualcuno come esca in modo da attivare le due guardie ed osservandone le reazioni avrebbe, forse, potuto scoprire quale delle due fosse effettivamente li per compiere il suo dovere di guardiano e non solo funzionare come comandante, tuttavia questa tattica era troppo complessa da attivare per avere una dovuta efficacia.
    Oppure poteva provare a trovare altre informazioni, ottenere dati da altri informatori, nella speranza che questi avessero le informazioni giuste, tuttavia l'unica altra persona con cui aveva contatto in quella sala al di fuori di Raizen era il barista che lo aveva aiutato all'ingresso, anche se ora sembrava nuovamente sparito al bagno.

    °Mai che quando qualcuno mi serve sia presente...°


    Pensò tra se aspettando che il suo "amico" tornasse al banco per riprendere servizio.

    «Hey ragazzo... Passami un drink e prenditene uno anche tu, ti devo parlare»


    Disse con un tono deciso quando il giovane fosse tornato in modo da riuscire a monopolizzarselo per un po.

    «Interessante il tuo grado di interesse per i miei discorsi con il boss, non trovi? ... Sai... Credo che tu sappia qualcosa in più di quanto dai a vedere... E credo che queste informazioni servano più a me che a te, non so se mi spiego... Che sai dirmi sull'uomo con cui ho parlato fin poco fa?»


    Attese una risposta e quando questa fosse giunta avrebbe ripreso con lo stesso, identico tono.

    «Ed invece sulle guardie? Non è che qualche uccellino ti ha portato qualche informazione utile?»


    Si lasciò sfuggire un sorrisetto malizioso nella speraqnza che ciò fosse sufficente a fargli dire quanto sapeva o aveva appreso lungo una lunga serata al bancone, ma se ciò comunque non fosse stato sufficente avrebbe ancora ripreso ma con tono molto più lieve per evitare che altri si facessero troppo i fatti loro.

    «Non sei molto intelligente... Come pensi possa ripagare il mio debito aiutandoti se tu non aiuti prima me? Mi sembra chiaro che anche tu stai cercando qualcuno, altrimeni non avresti rizzato così spesso le orecchie al punto di attirare l'attenzione di quell'uomo...»


    Ora stava al ragazzo fodarsi di nuovo di lui e magari in cambio anch'egli avrebbe ottenuto ciò di cui necessitava da parte di Atasuke, qualunque cosa fosse.

    [...]


    ~Intanto l'Assaggiatore...~


    Raizen certamente non era un tipo gentile, specialmente quando si parla di interrogatori, specie quando l'interrogato si rivela una testa più dura del solito, segno che con molta probabilità era stato addestrato anche a resistere alle torture prima di iniziare a spillare informazioni.
    L'uomo non riuscì a trattenere le urla, specie per il dolore provocatogli dalle ustioni laddove raizen aveva preferito evitare di entrare in contatto quando lo denudava.
    Tuttavia, nonostante lo spiegone l'uomo era duro da battere e deciso a non dire nulla ed alle parole del colosso rispose semplicemente con un sonoro sputo in faccia e con gentili parole di insulto. Forse era troppo sicuro di se stesso o forse non gli importava troppo della sua stessa vita.
    Nonostante le minacce l'uomo era testardo e deciso a non rivelare nulla, infatti tutto quello che raizen ottenne furono solo una serie di bestemmie ed insulti, nulla di più nulla di meno. Così fu costretto ad abbandonare l'uomo sul tetto in una posizione tutto men che comoda, specialmente per il richio di caduta, cosa che si sarebbe rivelata certamente fatale.
    Lo lasciò li diversi minuti da solo a menditare sulla vita e su quanto avesse iniziato a fare freddo in quella gelida notte, specie per chi non aveva neppure più la possibilità di avvolgersi nei vestiti. La pioggia che aveva colto Atasuke al suo arrivo era diminuita, tuttavia aveva abbassato di molto le temperature ed ancora scendeva come una nebbiolina fredda.

    Quando poi raizen fosse tornato sul tetto a recuperare l'uomo, questi gli avrebbe detto ciò che voleva sapere con tono seccato, più che atterrito e con sguardo rabbioso più che remissivo. Per quanto avesse dovuto cedere nel dare quelle informazioni, alla fine si sentiva comunque un vincitore, dato che non era per le torture che aveva ceduto, bensì perchè alla fine aveva creduto alle parole di raizen, quindi decise che per fare il proprio dovere, ovvero proteggere il boss, doveva parlare.

     
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  11. ¬Chris
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    Speravo che, se qualcuno me l'avesse chiesto, avrebbe creduto che avessi la cacarella: ero andato due volte in bagno in due ore circa. Una media piuttosto alta, sopratutto per uno che sta lavorando, sperai che nessuno l'ebbe notato.
    Rimuginavo sul piano, l'altro complice non sembrava contrario, per questo si era spostato dal bagno e diretto dall'altro compare facendogli capire che era richiesta la sua presenza al bancone. La serata sembrava proseguire tranquillamente, il boss e le sue guardie erano ancora nella loro posizione e il boss parlava ancora con quel tipo, chissà cosa avranno da dirsi...
    Non era sicuro che ci mostrassimo tutti e tre vicini nello stesso punto, quindi "l'addetto al bagno" tornò al suo posto, dopo aver finto interesse per uno scontro. L'altro ordinò un Cognac e rimase in silenzio osservando le bottiglie messe in fila con perizia e precisione, non c'era nessuno nei paraggi quindi, se qualcuno avesse visto la mia espressione l'avrebbe scambiato per il classico sorriso e sguardo servile di un cameriere o barista che cerca, in tutti i modi, di compiacere il cliente. Quindi fece un cenno con il capo e, come gli avevo detto, prese una bottiglia di vodka liscia e, preso il bicchiere, andò a sedersi su un tavolino dall'altra parte della stanza. Con sé aveva uno straccio che, infilato nella bottiglia, avrebbe funto da miccia per la molotov: quello che ci permetterà di fuggire senza grossi problemi.
    Infine si avvicinò quello che, riconobbi, essere colui che parlava con il capo della baracca. Aveva un voce secca ma sembrava stesse cercando di ammaestrarla con gentilezze e sorrisi; sorridendo a mia volta gli risposi che non potevo prendere niente se non acqua e così mi versai un bicchiere d'acqua naturale, dopo avergli dato un Grog. Chissà se avrebbe fatto un collegamento.
    Per prima cosa mi prese in contropiede, ma mascherai il mio stupore accentuandolo ancora di più, divenni rosso e iniziai a balbettare.

    « Mi mi mi... dispiace signore, non volevo mancarvi di rispetto.... E-e-e-e... Ero pronto a servirvi, scusi signore... - iniziai ad inchinarmi a ripetizione, in modo ossessivo, pregandolo di non farmi punire, etc. etc.
    Poi parlò delle guardie e infine disse una cosa che potevo ricollegare ad una sola persona: l'attore/ninja. Non potevo lasciarmelo sfuggire! E prima che se ne andasse, dissi: - Fermo. Sei tu che devi farmi un favore: io sto cercando il capo della baracca... Come avrai intuito, probabilmente non è quel panzone che finge di esserlo... Tu cosa sai?


    Gli sorrisi leggermente, riprendendo la mia sicurezza e la classica indifferenza tipica dei camerieri.
     
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  12. Asgharel
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    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    ~Scambio di informazioni~


    Il giovane barista parve non bersi le sue parole e di tutta risposta anzichè dare informazioni fece l'errore di scoprirsi definitivamente "riconoscendolo" come il ragazzo che era stato aiutato all'entrata.
    Certo era che Atasuke gli doveva un favore, peccato solo che il giovane barista nella sua spavalderia avesse dimenticato alcuni particolari, come il fatto che ora le posizioni si erano ribaltate ed era lui l'elemento più a richio in quell'ambiente, senza contare che Atasuke stesso aveva molte possibilità di fuga, specialmente grazie al suo attuale aspetto, ben differente da quello che aveva all'ingresso.

    "Fermo. Sei tu che devi farmi un favore: io sto cercando il capo della baracca... Come avrai intuito, probabilmente non è quel panzone che finge di esserlo... Tu cosa sai?"


    A quelle parole Atasuke trattenne a stento una risata ironica. Possibile che quel ragazzo potesse essere tanto spavaldo da esigere un favore in cambio di nulla?

    «Interessante il tuo modo di vedere le cose... è vero, ti devo un favore... tuttavia, come avrai notato attualmente ti sto già facendo un favore... Il fatto che tu attualmente non sia ancora saltato è una cosa più che sufficente...»


    Atasuke piantò i suoi occhi in quelli del barista con uno sguardo a dir poco inquietante, uno sguardo sicuro, uno sguardo che diceva tutto e nulla, uno sguardo pericoloso.

    «Non so infatti se lo hai notato... ma attualmente qui l'unico volto troppo conosciuto è il tuo, inoltre hai fatto insospettire un elemento chiave che, pur non essendo il boss, è certamente collegato ad esso, oltre ad essere più che sorvegliato... quindi se ti fai due conti, noterai che in questo momento, Io, evitando di farti saltare mi sto ponendo nella stessa condizione in cui ti sei posto tu prima, pagando in effetti il mio diretto debito... L'unica differenza rispetto al primo caso è che io sono meno ... rintracciabile.»


    Evitò di sorseggiare il grog che il presunto cameriere gli aveva portato, dato che per come le cose stavano andando non si stava fidando molto di quell'individuo.

    «Quindi... prima che scoppi il finimondo ed entrambi perdiamo ciò per cui siamo qui... Tu dimmi ciò che sai ed io ti rivelerò ciò che so... Ma attenzione, non meditarci troppo, altrimenti c'è il rischio che l'altro arrivi prima di noi»


    Alluse ironico a Raizen, ignorando chi lui stesse effettivamente cercando, ma dando comunque per scontato che questa informazione avrebbe certamente stuzzicato l'interesse del suo "collega" o comunque lo avrebbe portato a parlare nel minor tempo possibile.

    Se non gli avesse dato le informazioni che cercava, Atasuke avrebbe quindi ignorato la questione, facendo semplicemente spallucce ed allontanandosi lentamente dal bancone dando le spalle al barista ma senza mai perderlo d'occhio. In fondo non voleva ritorsioni di qualche genere.

    «Mi dispiace, mi dispiace davvero... ma a questo punto è inutile proseguire oltre... Io non ti darò informazioni finchè tu non mi darai le tue, quindi siamo ad un punto di stallo... Beh... buona morte...»

    °Beh... Peccato, alla fine ho fatto un viaggio per nulla, ho rischiato la vita praticamente per una stupida lettera e nulla di più... beh... prendiamola con filosofia... ho fatto esperienza nei bassifondi di Konoha...°


    Avrebbe quindi attirato l'attenzione del buttafuori e/o del guardiano più vicino e con tutta la dovuta discrezione avrebbe segnalato la pericolosità del barista, dei suoi movimenti sospetti, della probabile presenza di complici e della probabilità che avesse con se o a portata di mano armi, veleni o quant'altro e che quindi era necessaria una dovuta e minuziosa perquisizione. Se non gli avessero creduto avrebbe quindi sfruttato il potere dei suoi occhi per imporre il comando di una perquisizione all'uomo. [Abilità TS]
    Atasuke non sapeva se veramente egli aveva qualcosa con se, tuttavia, se aveva in mente loschi piani di certo non era senza armi o veleni, altrimenti avrebbe comunque generato abbastanza scompiglio da potersi ricavare una via di fuga. Allo stesso modo non sapeva se e quanti complici egli avesse nella stanza, tuttavia anche qui, in caso di complici questi ben difficilmente sarebbero rimasti inermi ad osservare il loro collega che veniva beccato dal sistema rischiando di finire nelle grane a loro volta, quindi appena li avesse individuati non sarebbe stato un problema prenderli ed interrogarli in separata sede al peggio premunendosi per un eventuale incontro futuro con il misterioso scrittore.

    Se invece il barista avesse deciso finalmente di cooperare e di scucirsi la bocca, Atasuke dopo aver udito le sue parole ed analizzato i dettagli per inquadrare chi effettivamente fosse il boss avrebbe a sua volta mantenuto la parola data dando a sua volta le informazioni che conosceva.

    «Prima di tutto... Non so cosa hai tu a che fare con l'organizzatore, ma qualunque sia il tuo scopo io devo parlarci, quindi sta a me la priorità... per il resto le mie informazioni sono poche e semplici. Il "nobile" non è nessuno a parte probabilmente una normale pedina mossa dal vero boss e credo si tratti di una delle due guardie dato che non poche volte le due guardie avevano ripreso l'uomo quando si atteggiava a modi e parole non troppo consone al suo ruolo. Per il resto nulla di più, semplicemente tutti nella sala concordano che il "boss" sia quel grassone, quindi difficilmente c'è qualche elemento al di fuori di quel gruppo... E questo è ciò che so»


    Fece un cenno di saluto con la mano e con il capo prima di dirigersi altrove a preparare una qualche strategia per riuscire ad incontrare (finalmente?) il tanto misterioso scrittore.

    «Detto ciò, buona serata e buon lavoro... Io vado ad organizzare il mio colloquio...»


     
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    Non vivremo in eterno
    Perché io faccio longdrink


    Mi fece notare che, effettivamente, mi stava già facendo un favore non denunciandomi, disse inoltre che ero un viso troppo conosciuto da quelle parti. Alzai un sopracciglio mentre l'altro si abbassò: ero rimasto là in "attesa di nuove ordinazioni" nulla di strano in un locale di lusso, sopratutto quando il cliente è il capo della baracca. Quindi ignorai le sue parole pulendo con uno straccio il bancone.

    « So che il ciccione probabilmente non è il boss, che il vero boss sia una guardia - se non erro quella alla sua destra -, non so altro se non che il ciccio ha avuto un'infanzia nella marina o comunque in zone marittime. Ma, non so altro... - Versai una birra ad un commensale poi tornai dal ninja e aggiunsi sottovoce - E sia, collaboriamo, diciamo che ci devo parlare anche io. Ho, in questa stanza, degli "amici" che ci possono aiutare. Hai qualcosa in mente? Io sì, ma è rischioso...


    Rimasi fermo a guardarlo, il mio obiettivo era uccidere il capo non fare in modo che non parlasse con uno strambo ninja di konoha. Quindi, se avessimo collaborato e fossimo riusciti a prenderlo avrei lasciato che il ninja c'avesse parlato e dopo l'avremo eliminato.
    Ripresi a fare i miei mestieri da barista finché il ninja non avesse deciso, lasciai prima, però, che mi dicesse ciò che lui sapeva ed era esattamente ciò che io avevo scoperto, se lui voleva effettivmente parlare con il capo avremo dovuto cambiare il piano: invece di cercare di eliminarlo e poi appiccare l'incendio avremo dovuto prima appiccare l'incendio e nella confusione generale cercare di tramortirlo e trasportarlo in un luogo più sicuro a quel punto, lasciare che il ninja si confessasse e poi ucciderlo.
     
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    Tutte le strade portano al Boss







    Alla fine, per il Colosso, tutto era filato liscio, nonostante l’assaggiatore fosse stato abbastanza duro come osso alla fine aveva ceduto, rispondendo alle sue domande che nonostante il freddo non aveva dimenticato.

    Bene, mi fa piacere sapere che hai del sale in zucca, se mi sarà possibile in qualche modo segnalerò questo tuo comportamento, è senz’altro onorevole.
    Ora ti riporto nella camera, ma starai li imbavagliato per un po’.


    E senza troppi preavvisi riprese la sedia e riportò l’uomo dentro la stanza per poi accomiatarsi da lui con un largo sorriso di circostanza.
    Uscito dai corridoi dei camerini si sarebbe diretto a passo lesto verso Atasuke, per ragguagliarlo sulle scoperte, di fatto, subito dopo che questo si accomiatò dal barista.


    Senti qua seghetta

    Lo appellò con un tono tranquillo, non era un complimento, ne un affettivo, ma certo dal Colosso non ci si poteva poi aspettare troppo.

    Ho scoperto chi è il boss, e vedevo che te parlavi col barista, mi puzza sin da quando ti ha salvato sulla soglia della porta, chi è? Cosa vuole?

    Visto che entrambi erano travestiti parlare tra la folla non avrebbe dato troppo nell’occhio, soprattutto tra tutto quel chiacchiericcio in cui era impossibile distinguere ciò che i due si dicevano.
    Appena ricevuta risposta dal guardiano Raizen, o meglio, Kazuia, si sarebbe portato una mano sul mento, pensieros
    o.

    Tienilo d’occhio, da ciò che ti ha detto le sue azioni potrebbero mandare a vuoto sia me che te, tra poco verrò io a ritirarvi.
    State buoni e tutti ce la caveremo bene.


    Distaccatosi da Atasuke Raizen si mosse a passo rapido verso gli stanzini, per andare a colloquiare con il suo clone che non riportava alcuna notizia se non la perfetta riuscita del travestimento. Riportato l’ultimo aggiornamento nella penombra del privè, a voce, poiché il clone non doveva ancora essere rilasciato, questo venne mandato dal boss.
    Giunto li avrebbe rilasciato la tecnica, trasformandosi in Kazuia.


    Aspetti! Boss!

    Disse tendendo le mani alla guardia che gli avevano segnalato come boss, e di fatto arrendendosi ad essa.

    Non sono un suo nemico!

    Disse mentre si inginocchiava lentamente lasciando le mani distese dinnanzi a lui con i palmi ben schiusi.

    Si sarà certamente accorto che non tutto in questa serata sta filando alla perfezione, io posso salvarle la vita e far filare tutto liscio se me lo permetterà.
    Perché si, lei è in pericolo.


    Al che, vista la calma tesa che si era instaurata levò lo sguardo verso il boss.

    Ora mi alzerò lentamente e andrò verso i camerini, mi segua.
    Potrò spiegarle tutto li con più calma.


    Giunto ai camerini, con ancora il pescatore intento a fare la parte del boss, il vero Raizen accolse il piccolo gruppo.

    Questo è il suo vero assaggiatore, un sottoposto degno della miglior fiducia, non gli è stato torto un capello, e ha compreso che io sono qui anche per la vostra incolumità ma in primis per un accordo che spero reputerete vantaggioso.
    Ora il mio clone andrà a prelevare due persone.
    Una è Atasuke, ho letto la lettera e penso che per qualche motivo l’abbia convocato qui, anche se con i suoi tempi è arrivato a capire la sua identità, l’altro non lo conosco, ma immagino sia qui per ben altri motivi.


    Ultimato il piccolo discorso il clone di Raizen sarebbe uscito dalla stanza per poi dirigersi verso il bar per prelevare Kenzaru ed Atasuke.

    Ho messo il topolino in gabbia, seguitemi.

    Disse conciso e senza fronzoli.
    In caso di rifiuto da parte di Kenzaru invece la sua poca voglia di moine l’avrebbe spinto ad allungare una mano oltre il bancone per prendere il riluttante scavezzacollo per il bavero ed alzarlo di peso.


    Farai bene a stare al gioco, e tutti ne usciremo sani e salvi, intanto comunica ai tuoi di concludere il piano, la vostra missione termina qui, ma se starai buono non sarà un fallimento.

    Giunto il clone con i due ostaggi il vero Raizen si sarebbe alzato, facendo dissolvere il clone e prendendo in consegna Kenzaru.

    Lui come saprà è Atasuke, mentre il piccoletto qua...

    Disse mentre batteva la mano sulla testa dello shinobi.

    ...È uno shinobi al momento sconosciuto che, sotto la mia protezione, ci svelerà la sua identità e i suoi intenti senza cercare di fare stupidaggini, di modo che tutti possano essere felici e lui possa uscire di qui del tutto incolume, vero?

    Aspettò che i due si presentassero per poi lasciare campo ad Atasuke.

    Bene, direi che ora probabilmente avrete qualcosa da dirvi, io aspetterò il mio turno qua fuori, terrò personalmente d'occhio questo shinobi, ma se vuole essere più sicuro mi affianchi pure una guardia.

    Disse rivolgendosi al boss mentre usciva.





    CITAZIONE
    Bene, ci avviamo verso la fine, niente di complesso da fare, giocate le vostre reazioni agli eventi proposti.
    Ci sono delle piccole forzature da parte mia verso i vostri personaggi, ma erano necessarie per dare alle vostre indagini e alle vostre azioni passate un esito, per cui, nei limiti della caratterizzazione dei vostri PG rispettatele.
    Atasuke: puoi interagire col boss, il tuo obiettivo come meglio credi, ponendogli domande o facendo ciò che vuoi, ovviamente, stai attento a non concederti libertà troppo grandi XD
    Kenzaru: puoi interagire tranquillamente con me mentre siamo fuori
     
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  15. Asgharel
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    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    ~Target Acquired~


    Il barista sembrava non dare troppo peso alle parole di Atasuke, forse ancora si sentiva in vantaggio, forse era molto sprezzante della vita o forse era solo un patetico stolto. Tuttavia, nonostante l'apparente menefreghismo al riguardo delle "minacce", alla fine decise di dire ciò che sapeva, anche se Atasuke di certo non poteva sapere se questi gli aveva rivelato veramente tutto o solo una parte. Tuttavia, qualunque fosse la verità poco importava dato che di certo non avrebbe ottenuto di più da quel discutibile informatore.

    "So che il ciccione probabilmente non è il boss, che il vero boss sia una guardia - se non erro quella alla sua destra -, non so altro se non che il ciccio ha avuto un'infanzia nella marina o comunque in zone marittime. Ma, non so altro... E sia, collaboriamo, diciamo che ci devo parlare anche io. Ho, in questa stanza, degli "amici" che ci possono aiutare. Hai qualcosa in mente? Io sì, ma è rischioso..."


    Come era effettivamente sospettabile il giovane cameriere non era solo, ulteriore riprova del fatto che era li per uno scopo preciso, ma soprattutto per un piano ben congeniato, non come lui che fondamentalmente non aveva avuto ne il tempo ne il modo di progettare nulla sino all'arrivo sul posto, dato che in effetti nulla era ciò che sapeva di tutta quella questione.
    Come promesso rivelò quindi a sua volta le poche informazioni che aveva, tuttavia all'ultima domanda del barista non rispose, se non accommiatandosi senza troppe spiegazioni. In effetti non aveva un piano da esporre al barista, ma soprattutto non aveva piena intenzione di collaborarci dato che questi neppure aveva avuto la decenza di presentarsi, anche solo con un nome falso.

    [...]


    Quasi non ebbe il tempo di allontanarsi dal barista che Raizen, alias Kazuia lo "agguantò" con il suo solito tono "amichevole", anche se in effetti in quell'occasione pareva aver dato sfoggio di una gentilezza di termini ben al di fuori del suo comune garbo.

    "Senti qua seghetta... Ho scoperto chi è il boss, e vedevo che te parlavi col barista, mi puzza sin da quando ti ha salvato sulla soglia della porta, chi è? Cosa vuole?"


    Atasuke rimase nel personaggio in modo da evitare che in qualche modo il suo repentino cambio di personalità potesse mai attrarre l'attenzione di qualcuno in quel chiacchiericcio generale.

    «Mio buon amico... è quasi tutta la sera che non ti rivedo... Che fine avevi fatto?»


    Atasuke sorrise, come si conviene ad un amico che ritrova il compagno di avventure della serata dopo lunghe ore di bagordi, approfittando della scena per avvicinarsi leggermente in modo da aver una maggior sicurezza di non venire udito dalle orecchie sbagliate.

    «Chi è? Non ha avuto la decenza di presentarsi per tutta la sera... Cosa vuole? Non ne ho idea, è stato ben muto su questo... L'unica cosa che so è che anche lui cerca il boss e che ha degli "amici" qua attorno... A tirare le somme valutando che sta agendo non da solo le possibilità sono poche: O sta cercando di incastrare o catturare il boss, oppure il suo obbiettivo è farlo fuori... Trovo difficile che si sia infiltrato con dei colleghi solo per parlargli...»

    "Tienilo d’occhio, da ciò che ti ha detto le sue azioni potrebbero mandare a vuoto sia me che te, tra poco verrò io a ritirarvi.
    State buoni e tutti ce la caveremo bene."


    Atasuke notò lo sguardo pensieroso di Raizen e rammento quanto di rado lo avesse visto mantenere uno sguardo simile, preoccupandosi a sua volta.

    °Questo atteggiamento pensieroso mi da da pensare... Temo sappia molto più di quanto ne sappia io, anche se ciò mi pare più che normale in questo ambiente melmoso... Tuttavia temo che i miei sospetti sui fini "poco amichevoli" del barista possano essere fondati...°

    «Allora a dopo amico mio... Cerca di lasciare ancora qualcosa a me per dopo...»


    Alluse ironico a Raizen, come a lasciar intendere che qualcuno, o meglio qualcuna lo attendeva in qualche privè per un qualche intrattenimento chiaramente fuori programma.

    °Bene... E quindi abbiamo trovato il nostro obbiettivo... Sembra che tutti e tre stessimo cercando la stessa persona ed in fatto che Raizen sia stato il primo a trovarla... beh, non mi stupisce... In fondo lui è particolarmente affine a questo mondo... Si direbbe quasi che lo bazzichi più degli stessi topi di fogna... Ma intanto vediamo come posso passare il tempo finchè non viene a recuperarmi...°

    [...]


    ~Colloquio con il Boss~


    Per sua fortuna Raizen non ci mise troppo tempo a ritornare da lui per portarlo con se assieme al barista. Atasuke, che intanto non sapeva che cosa fare si era nuovamente seduto al bancone a guardarsi intorno come un normale avventore a caccia di prede, meglio se femminili e di bell'aspetto.

    "Ho messo il topolino in gabbia, seguitemi."


    Atasuke voltò il suo sguardo verso di lui e con tono quasi annoiato, tanto per stare nella parte, gli rispose mettendosi in piedi con un rapido balzo, in modo da poterlo seguire senza perdere inutilmente altro tempo.

    «Ce ne hai messo di tempo... Fa strada.»


    Dunque si mise a seguire con passo deciso il suo "collega" sino allo stanzino in cui erano tutti riuniti, per poi vedere il suo collega svanire nel nulla.

    °Un clone... C'era da aspettarselo da un Chunin...°

    "Lui come saprà è Atasuke, mentre il piccoletto qua... È uno shinobi al momento sconosciuto che, sotto la mia protezione, ci svelerà la sua identità e i suoi intenti senza cercare di fare stupidaggini, di modo che tutti possano essere felici e lui possa uscire di qui del tutto incolume, vero?"


    Atasuke per primo fece un breve cenno di inchino, quale formale saluto, dato che in effetti non aveva necessità di presentarsi, poichè Raizen stesso aveva esposto per primo il suo nome, di fatto presentandolo a chi in quel luogo ancora non lo conosceva per il suo nome. Ovviamente non si pose neppure il problema del fatto che il suo cognome fosse rimasto segreto, specie sapendo quale altro anonimo simpaticone stava facendo loro compagnia.
    Attese ed ascoltò quindi le parole del fantomatico barista e le eventuali degli altri presenti, restando compostamente al suo posto nell'attesa del suo turno per colloquiare direttamente con il boss.

    [...]

    "Bene, direi che ora probabilmente avrete qualcosa da dirvi, io aspetterò il mio turno qua fuori, terrò personalmente d'occhio questo shinobi, ma se vuole essere più sicuro mi affianchi pure una guardia."


    Atasuke li osservò uscire assieme all'altra guardia che faceva parte di quel particolare trio, composto da un'esca, dal boss e, perl'appunto, dalla guardia, mentre i restanti se ne uscirono per dirigersi altrove in modo da garantire semplicemente il riguardo per quel colloquio privato.
    Rimasti quindi soli, Atasuke fu il primo a prendere la parola, iniziando ad "interrogare" l'uomo che con un così strano invito lo aveva fatto venire fino a li per un motivo ancora sconosciuto e del tutto non chiaro.

    «Molto bene, Mr. S.U. ... direi che questa è la resa dei conti... Dunque credo non ci siano remore nel chiedere il perchè di tutto questo... Chi tu sia in realtà, perchè mi hai convocato qui, il perchè di tutta questa trafila per dirmi ciò che vuoi dirmi e tutto il resto...»


    Smise di parlare ed il suo aspetto svanì in una nuvoletta di fumo che in meno di nulla svanì lasciandolo allo scoperto con il vero volto palese. Sapeva bene che non era una buona idea rendersi così scoperto, tuttavia, se davvero quell'uomo era colui che lo aveva fatto venire fin li, non aveva senso perdere ulteriormente tempo e chakra nel mantenere una copertura del tutto inutile. Inoltre se lui per primo si fosse "sbottonato" di certo anche S.U. lo avrebbe fatto con maggior facilità.

    «Giunti a questo punto, non vedo perchè mantenere ulteriormente la copertura... Non è d'accordo? E già che ci siamo... perchè anche lei non si fa finalmente vedere in volto e non mi da qualche spiegazione su tutto cio?»


    Attese quindi con pazienza le risposte che giustamente si aspettava. In fondo non aveva fatto tutto ciò che aveva fatto per nulla e di certo non avrebbe accettato risposte negative o inutili silenzi.
     
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43 replies since 28/2/2013, 14:45   499 views
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