La Falce che miete e il Vento che punge

Il viaggio

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    "Attento a quel passero, Gene, é dello stesso colore di quello di prima! "

    " Kaori mi serve..."

    " Argh...sarà un onore...anf...signore. "

    Bravo soldato. Il Mikawa corse dunque in direzione del passero conquistando quei quattro cinque metri indispensabili per attivare la tecnica [Slot gratuito] e disorientare il suo rivale. Aizen probabilmente non avrebbe capito il perchè delle mie azioni ma il tutto sarebbe accaduto in un attimo e lui probabilmente non aveva nè la preparazione nè la lucidità per comprenderne lo svolgimento.

    Intanto Jukusei aveva approfittato del momento di distrazione del ninja per prendere bene la mira. A differenza di Kaori lei aveva una falce da combattimento e sapeva come adoperarla. Certo, quello che voleva fare era estremamente pericoloso: aveva visto il ragnetto finire sulla testa di Shiltar e avrebbe avuto solo un'opportunità per provare a distruggerlo senza che esplodesse. Peccato che la sua era un'arma da mischia e non era adatta per un lavoro di precisione come quello: se nella rotazione la lama avesse colpito il volto del Mizukage avrebbe potuto fare gli stessi danni, o quasi, della detonazione stessa. Fu proprio in quel suo momento di indecisione che accadde il tutto.

    Il passero stava per entrare nel raggio di detonazione, il Colosso sapeva bene di cosa fossero capaci quei passeri maledetti, e fu proprio allora che i sigilli vennero compiuti e la tecnica attivata [Tecnica della Sostituzione]. Una nuvola di fumo avrebbe nascosto quello che di li a poco stava per accadere; il passero sarebbe esploso inducendo i suoi potenti danni ma cosa aveva colpito?
    Vi era stato uno scambio e il nuovo bersaglio del veloce costrutto sarebbe stato proprio Kaori-Kama, già prossimo a scomparire per le troppe ferite subite. L'ultimo atto di un soldato ligio al suo dovere e orgoglioso di servire il suo evocatore fino alla fine.

    Ma quando Aizen avesse compreso quello che stava accadendo sarebbe stato forse troppo tardi per lui; il Mikawa si trovava ora era nella stanza e già stava rimettendo le cose nel giusto ordine. Il tempo di voltarsi dalla finestra all'interno della stanza e tre kunai erano stati già lanciati in direzione dei tre costrutti (uno se anche i serpenti si fossero smaterializzati insieme all'evocazione) che minacciavano Shiltar, troppo veloci per essere schivati, troppo forti per essere inefficaci [Impasto Basso, Forza 900, Precisione 700]. Il manipolatore di argilla, che fino a poco tempo prima era in una situazione di evidente vantaggio strategico, ora era con le spalle al muro, senza i suoi preziosi costrutti e gravemente ferito. La tenera follia nei suoi occhi inoltre non impietosì il Garth che, con un'ultima decisa azione, impose a Mumei di sfilarsi dalla gamba del ragazzo per andare a colpirne, con il manico, la tempia al fine di farlo svenire.

    " E' il momento metterti a nanna. "

    Di li a poco Seiichi e i suoi scagnozzi sarebbero sopraggiunti.

     
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    [Situazione Critica III]

    VATTENE! HAI CAPITO? VATTENEEEE!!! Aizen non poteva quasi credere che quel gigantesco ninja stesse correndo contro la sua creazione. Nessuno resiste al dolore, non senza le istruzioni. Nessuno. NESSUNO! L'arma esplose, ma non fu Diogenes a subirne gli effetti, quanto piuttosto Kaori-kama, assieme ai due costrutti serpentini che erano stati scambiati dalla tecnica della sostituzione. Per la donnola fu un duro colpo, tanto che venne scaraventata nel suo luogo di origine e probabilmente avrebbe subito gli effetti di quel dolore per giorni e giorni, forse arrivando fino alla follia...ma quel sacrificio le era valso la vittoria del suo evocatore, ora a brevissima distanza dal suo avversario, che venne preso completamente alla sprovvista.

    Il Kunai trapassò il ragno esplosivo, piantandolo sul muro poco distante, abbastanza da garantire la sicurezza di Shiltar, mentre l'acqua continuava a cadere e le grida si sprecavano. No, no, nonono, NOOOOOOOO!!!! Stava per reagire, quando l'estrazione di Mumei gli fece perdere l'equilibrio...ancora una volta sul suo volto erano la follia e la sorpresa a farsi strada, non il dolore, ma per quanto potesse essere impervio a quella situazione (per motivi decisamente poco chiari) non era certo un massiccio combattente od un esperto nell'incassare, e la concussione cerebrale dovuta alla botta alla tempia fu più che sufficiente per mandarlo fuori combattimento per qualche ora.

    Non erano passati che due minuti, ed una figura massiccia si stagliò sulla porta, con diversi scagnozzi al seguito. Aveva le braccia incrociate ed un'espressione dura. Seiichi Haitani era arrivato, richiamato da quel massiccio stato d'allarme. Più che trovare Aizen è stato lui a trovare te, ma sei stato efficace nel farci capire dove si trovava... Portò lo sguardo sul medico che ancora tremava a terra, sull'infermiera che era svenuta alla comparsa di Shiltar al posto dlla donnola e sulla finestra aperta. Noto che la discrezione non fa parte delle tue capacità, ma quel che conta è sempre il risultato. Tese una mano, indicando il chunin privo di sensi. Il ragazzo. Consegnacelo e potrai andare per la tua strada, con ogni aiuto possibile per il tuo amico in coma ed una bella scatola sul carro contenente entrambi i pezzi della tua statua. Ovviamente la merce rubata, casomai la avessi trovata, resta a noi.

    Apparentemente impassibile davanti al caos che aveva preso piede in quell'ospedale, Haitani stava offrendo al Mikawa la giusta via d'uscita da quella situazione, ed era sottinteso che, in caso di rifiuto, le cose sarebbero potute andare molto diversamente.
     
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    Quella era la filosofia del Mikawa e nulla più di un sacrificio estremo per il bene della missione poteva elevare un ninja ai suoi occhi. Il sacrificio di Kaori, espresso nella più elevata forma dal piano di Aloysius, aveva concesso di imporre uno scacco matto che il più abile dei giocatori non avrebbe saputo evitare.

    " Sai stata brava anche tu Jukusei. Torna da Kaori e prenditi cura di lui. "

    " Grazie Diogene "

    Era questo il legame che il garth aveva costruito dopo anni di cooperazioni con quelle creature. Se tutti i ninja del mondo fossero stati leali e preparati come loro, allora ogni alleanza sarebbe stata facile e i piani di una vita si sarebbero potuti attuare in pochi mesi. Ma la realtà non era questa e quasi rammaricato a pensare di tali cose, l'otese si accasciò vicino al corpo del ninja svenuto: lo scatto per giungere fino all'ospedale aveva fatto riapre due ferite e l'utilizzo, sebbene non così profuso, del chakra gli stava procurando un fastidioso mal di testa. Fatto ciò prese mumei e pulendo la lama sul kimono disse con voce sincera:

    " E adesso cosa ne dovrei fare di te? "

    E già, il Colosso aveva recuperato il suo bersaglio ma tutta quella storia lo aveva profondamente intrigato. Il legame con i ninja della Zanna, lo Tsuchikage, un'arma dai poteri mistici e, non di meno, quella follia non propria che animava le azioni dell'argilloso stesso. Voleva indagare ma aveva faccende importanti da portare a compimento...Shiltar e Hoshi dovevano essere portati ad Oto e, ivi nascosti, Aloysius avrebbe potuto mettere per iscritto insieme ad Eiatsu almeno uno dei mille piani che avevano accompagnato i suoi pensieri sin da fine missione.
    Ma la verità era che era stanco e doveva rallenatare; per la prima volta da quando abbandonò il nome di Siomaru, il suo corpo, strutturato per essere una macchina da guerra invincibile, era un limite per la sua mente. Forse lo giudicherete assurdo, ma quel breve scontro con l'argilloso aveva fatto capire al Garth che ancora non aveva ragguiunto l'apice... tutta quella situazione ne era l'esempio lampante! Le sue azioni erano ancora vincolate da futili problemi: un boss della malavita, i mezzi di una famiglia facoltosa, una ferita che si riapre, quel maledetto fiatone per non aver ancora recuperato tutte le energie...la paura di perdere un bene prezioso.
    Fu solo allora che il Colosso pensò ad ispezionare il corpo del suo "rivale" alla ricerca del tanto anelato bottino; se lo avesse trovato lo avrebbe nascosto nella sacca portaogetti.

    Ovviamente quando Seiichi arrivò nella stanza il Colosso era già in piedi, il suo volto inespressivo e la sua voce ferma. Prima regola: mai mostrare debolezza. Udì le parole del suo interlocutore ma, in sostanza, nulla avrebbe potuto contraddire le sue che seguirono e questo il il capo della combriccola avrebbe potuto leggerlo dall'intensità dello sguardo del Mikawa:

    " Sarò io stesso a portare Aizen da Midori e, sotto la supervisione tua e dei tuoi uomini se ciò ti rasserena, mi occuperò dell'interrogatorio. Concedimi un giorno di tempo per parlare con lui cosicchè possa recuperare ciò che cerchi e intanto ritrovare le energie necessarie per il viaggio. Quando ti avrò riconsegnato il tuo bottino, si perchè ti prometto che ci riuscirò, lascerò questo villaggio accettando di buon cuore le premure che hai proposto per le mie "cose". "

    Perchè ogni tanto i complotti oltreconfine e i problemi veramente difficili potevano essere per un momento accantonati, perchè ogni tanto bisognava seguire la via dell'istinto e non il maniacale raziocinio. E poi c'era ancora una "cena" da poter consumare.

     
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    [Midori e la Verga dei Kiku]

    A parte un mucchio di argilla non processata e le normali armi che un ninja porterebbe con sè, Gene trovò soltando tre oggetti che potevano identificarsi con la "Verga dei Kiku": un lungo cucchiaio in legno, finemente decorato con dei kanji, anche se si trattava di ideogrammi piuttosto moderni; un laccio di cuoio rigido, intrecciato a formare una sorta di bacchetta lunga quindici o sedici centimetri, forse un portachiavi; ed infine una piccola barra di metallo con due cerchi alle estremità, probabilmente ottenuta fondendo due impugnature di un Kunai, o qualcosa del genere, con inciso il simbolo di Iwagakure.
    Diogenes aveva tutto il tempo di sistemarsi mentre finalmente l'acqua smetteva di scorrere dal sistema di sicurezza e le grida un pò si calmavano, segno inequivocabile che qualcuno era venuto a cercare di mettere ordine...ed infatti la comparsa di Haitani non fu del tutto inaspettata: il Mikawa aveva anche avuto il tempo di mettersi in posa, per così dire.

    Non servirà alcun interrogatorio, ma se vuoi tornare da Midori con un trofeo non sarò io a fermarti. A noi serve solo punire quest'uomo e riprenderci ciò che ha rubato. Rude negli atteggiamenti come al loro primo incontro, il massiccio "controllore della città" si sarebbe fatto da parte, lasciando che il ninja trasportasse il comatoso Aizen fino alla casa dei Kiku. Lo avrebbe seguito dappresso, mettendo a tacere con una sola occhiata ogni possibile interferenza da parte di chiunque incontrassero. Forse Haitani non era forte come un ninja, ma certamente sapeva impugnare bene il potere ed il rispetto che gli era stato concesso. Arrivati alla casa di Midori non ci fu alcun maggiordomo seccatore stavolta, ma solo un ingresso spalancato, pronto ad accoglierli, fino ad un salottino molto simile a quello dove Diogenes aveva incontrato la donna, solo che stavolta c'era una sola poltrona su cui Midori Kiku sedeva, sorseggiando del vino con la sinistra e soppesando le perle della sua collana con la destra. Sulle pareti stavano molti trofei di caccia: teste di leone, di giaguaro, di volpe...tutte creature che decisamente non erano comuni da quelle parti.

    Non erano proprio questi gli accordi, ma mi piace l'idea dell'uomo che porta la preda alla sua donna. Mi ispira...grande virilità. Sembrava intrigata, mentre con la mano destra giocherellava con la lunga collana di perle. E tuttavia qualcosa mi dice che il tuo scopo non ha nulla a che vedere con il volermi sedurre. Si alzò lentamente, senza smettere di torturare il suo gioiello. Già dal nostro precedente incontro ho capito che non sei uno che ama stare al suo poso e seguire gli ordini come un cane, e la cosa mi piace. Se qualcosa di più...e nonostante tutte le raccomandazioni sospetto che tu voglia qualcosa sull'oggetto rubato, non è così? Non avrebbe aspettato la risposta, voltandosi quasi con aria annoiata verso la finestra. Uomini. Sempre così attaccati alle cose materiali, come se fossero importanti. Quindi lo fissò ancora negli occhi.

    La Verga dei Kiku appartiene al retaggio della mia famiglia, di quando ancora eravamo un clan Ninja, esperti nella manipolazione del dolore. Le leggende dicono che fu il primo Hokage a creare il primo Villaggio Ninja, e che prima tutti i clan ninja vivevano di fragili alleanze e numerosi scontri, spartendosi il territorio. Ma non è del tutto esatto. Quattro clan si unirono, nelle terre di Iwa, per formare un primo "Villaggio". I Kiku, i Kusa, i Kani e i Koro, e si stabilirono nella Roccia degli Spiriti. Recentemente i resti di questo villaggio ancestrale sono stati portati alla luce, anche se i quattro clan hanno da secoli abbandonato le arti ninja, soprattutto i Koro...il Daimyo della terra ha sangue Koro, ad esempio, un tale villano... Arricciò le labbra, disgustata, prima di proseguire.

    Solo nelle nostre famiglie restava qualche nozione sul villaggio ancestrale, ma adesso che è stato trovato vogliamo tutti recuperare gli oggetti più antichi, è una questione di onore più che di potere, anche volendo non riuscire, anche mo mai a riattivare quei manufatti al loro pieno potenziale. La Verga dei Kiku era uno degli oggetti rituali più importanti, necessaria per apprendere la nostra tecnica speciale...ma se usata nella maniera scorretta è letale per chi la impugna, dato che tutte le sue terminazioni dolorose vengono attivate contemporaneamente. Se anche uno sopravvivesse penso che impazzirebbe. Fece qualche asso indietro, tornando fino alla poltrona ed accomodandosi. Aizen mi parlava spesso del mio retaggio ancestrale, sperando di fare colpo su di me. Per questo credo abbia rubato la Verga, sapeva del mio interesse per il passato e sicuramente sperava di mettersi in mostra o farsi desiderare. Sbuffò. Un povero cretino, ha finito solo con il condannarsi a morte.

    Perchè morirà, questo spero sia chiaro e non ti crei dei problemi
    Concluse a muso duro, indicando poi il giovane privo di sensi. ...e ora vorrei che me lo consegnassi, e con lui la Verga. E' tempo che torni al suo legittimo proprietario. Haitani mi ha fatto sapere che vuoi interrogarlo e beh, io non desidero affatto che questo avvenga.
     
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    " Se non mi lasci fare non otterrai mai il manufatto Kiku. Ho ispezionato il ragazzo e nonostante fosse preda della stessa pazzia di cui tu parli non aveva nulla addosso. Probabilmente ha pensato bene di nasconderla non appena ha iniziato a notare i sontomi. I tuoi uomini non hanno la preparazione per soggiogare la mente di un chunin ben addestrato come Aizen nè per piegarne la volontà."

    Il che non era del tutto vero; in effetti tra i tre "pezzi" trovati poteva nascondersi un oggetto rituale di antica data. Dopotutto si parlava di tempi antichi, dove magari si dava più importanza al contenuto che alla forma, sebbene estremamente primitiva.

    " Inoltre, mi dispiace deluderti, penso che non sia stato il mettersi il mostra o il desiderio per te ad averlo fatto agire così. In preda alla follia, ha parlato di alcuni piani dello Tsuchikage per ribaltare l'egeminia accademica."

    Fece una pausa e con sguardo ancora più serio e voce perentoria continuò:

    " Se questo è vero allora è mio dovere indagare a riguardo e metterlo seriamente sotto torchio. A questo punto non è più una faccenda personale, chiusa alla tua famiglia, ma qui si mettono in discussione gli equilibri dell'intero continente ninja. "

    Gonfiò il petto e calcò su quelle parole per farne comprendere l'effettiva importanza...o forse lo fece solo per cercare di nascondere il suo sentimento antiaccademico. Tuttavia l'interesse nella faccenda, per un motivo e per l'altro, era sinceramente sentito: se il Paese della tarra stava tramanado contro gli Accademici, il Colosso avrebbe dovuto considerare e controllare anche questa variabile nei suoi intricati piani.

    Dunque si avvicinò alla poltrona dove sedeva la ragazza e le sussurrò al suo orecchio con voce provocatoria:

    " Inoltre , scondo lui, tu sai come si usa la "verga". Non è che mi stai nascondendo qualcosa, Midori? "

    Su una cosa Midori ci aveva preso: il Mikawa non era un tipo a cui poter dire cosa fare e probabilmente stava scoprendo che il motivo non era il suo aspetto esteriore ma le motivazioni che davano forza ale sue tesi. Davvero la ragazza voleva mettersi in mezzo ad una faccenda più grande di lei, in cui erano presenti forze che andavano ben oltre la sua antica famiglia? E poi, se Aizen aveva pronunciato quelle parole con un minimo di cognizione di causa, non è che la ragazza non fosse del tutto estranea alle tecniche ninja? Il Garth sapeva che appartenere ad un'antica casata comportava custodire segreti e quindi era certo che Midori avesse altre informazioni utili per lui.
    E poi c'era sempre quella velata allusione erotica a cui il Colosso non sembrava rinunciare; magari aveva individuato in quello il grimaldello per aprire il guscio protettivo dell'affascinante ragazza?

    " Oppure dovrei legare te a delle manette e iniziare a farti domande e trattarti male? "

    Sfacciato? Si. Pericoloso? Si. Ma difficilmente Aloysius si sbagliava a capire le persone. La situazione non era ancora a suo favore: stava tirando un filo tanto sottile come era il confine tra la vita e la morte del Mizukage.

     
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    [Chiacchiere con Midori]

    Alla menzione dello Tsuchikage la donna sembrò irritata, ma anche sorpresa. Era molto brava a mentire o realmente era convinta di essere l'unica motivazione dietro le azioni di Aizen. Orgoglio femminile, peggio di qualunque veleno. Oh, adoro nascondere. Dire tutto e subito è così noioso, meglio mantenere un certo velo di mistero intorno alle cose. Ammiccò, accusando il colpo, dato che sicuramente non si aspettava di dover mostrare le carte così in fretta. Fu rapida comunque a dissimulare la sconfitta verbale, sempre giocherellando con la collana e distogliendo lo sguardo, distratta. E comunque...non saprei usarla al cento per cento, ma almeno penso di poterla attivare abbastanza per sospendere gli effetti negativi. La manipolazione del dolore era accessibile solo alle donne del mio clan, mentre gli uomini sviluppavano la capacità di trasformare il dolore in forza fisica. Non a caso combattevano sempre in coppia: la padrona ed il sottomesso. Sorrise, e non era difficile immaginare cosa le stesse passando per la testa mentre squadrava il massiccio shinobi. E tutte le donne della mia famiglia ricevono qualche insegnamento, è la tradizione. Inutile per fare il ninja, ma sufficiente per non sprecare le eredità del clan.

    Smise finalmente di giocare con la sua collana e congiunse le mani, prima i polpastrelli e poi i palmi. Quindi sappi che potrei insegnarti più di una cosa su manette e modi per trattare le persone. Sussurrò, non minacciosa ma al contrario, sembrava quasi volesse promettere qualcosa di meraviglioso. Dopo qualche istante in silenzio si decise a parlare nuovamente: sembrava aver preso una decisione. Se Aizen davvero ha rubato per conto del suo Kage allora puoi interrogarlo, ma sarò presente anche io. E spero che la Verga salti fuori da questo "interrogatorio", perchè io credo che il tuo "non avere nulla addosso" sia stato un pò vago. Haitani mi ha detto in che stato era il medico dell'ospedale, e solo quell'oggetto può aver causato qualcosa di simile, direttamente od indirettamente. Sorrise, stavolta era stata lei a mettere a segno un punto, verosimilmente. Restava solo da vedere se Diogenes avrebbe accettato di interrogare Aizen assieme a Midori o meno.


    [Interrogatorio Congiunto]

    Qualora avessero trovato un accordo, la donna avrebbe accompagnato il Mikawa ed il suo prigioniero in una delle cantine, dove un tavolo reclinabile era stato approntato per l'uso, con tanto di catene per i polsi e le caviglie, ed un collare borchiato. Alle pareti erano appese fruste e strumenti di tortura. Sicuramente quella stanza non era stata allestita in fretta e furia per aiutare lo shinobi: doveva trattarsi di qualcosa di radicato. Quanti ricordi...mi sembra quasi di tornare adolescente. Commentò quasi con aria sbarazzina la giovane rampolla del clan Kiku. Ora fallo accomodare sul tavolo. Se è sotto l'effetto della Verga non sarà facile ottenere qualcosa per te...sta già subendo il massimo dolore possibile da qualche tempo. Ma esiste sempre la possibilità di torturarlo con il piacere. Avrebbe sussurrato, cercando di carezzare la guancia del suo ospite.

    Torture-chamber



    Sarebbe stato poi un suo schiaffo a svegliare Aizen. Fortuna, o forse semplicemente le conoscenze di base della donna. O magari la secchiata d'acqua che gli tirò subito prima...fatto sta che gli occhi del ninja di Iwa si aprirono, confusi e disorientati, almeno fino a che non si posarono sulla sua aguzzina. Midori? Mi...MIDORI! Improvvisamente vigile, il ragazzo sembrava diviso tra il sollievo ed il terrore per la situazione in cui si trovava. Ti prego, Midori, perdonami. Avevo degli ordini, dovevo rubare la Verga, dovevo...ma ho pensato che non era giusto, che dovevo riportartela e non sapevo decidermi e... Lei lo schiaffeggiò di nuovo, e lui quasi prese a piangere. La hai rubata per una missione. E hai provato ad usarla e ne sei rimasto schiavo. Solo una donna può usare quel manufatto. E solo una donna Kiku ne ha diritto. E quando ti sei accorto che non potevi far nulla e che ti stava distruggendo hai deciso di tornare da me, non è vero? Magari volevi che ti insegnassi a sopportare e poi venissi assieme a te dal tuo Tsuchikage per insegnarvi tutto quello che resta della mia eredità, vero? Lo schiaffeggiò ancora, ma sembrava che fosse più l'umiliazione a far soffrire il giovane, piuttosto che il dolore.

    Non lo so...non lo so...mi sono ferito rubandolo...e il mio chakra ha, non so, reagito con la Verga. Il dolore si è..espanso. Ogni istante, ogni secondo, non potevo nemmeno dormire. Sono riuscito a mescolare il dolore nell'argilla ma ogni volta soffrivo anche io, aumentava invece di trasmettersi ed io sto male, da morire, sono...sto impazzendo Midori, aiutami ti prego. Non meriti nessun aiuto. Sei un debole ed un vile. Quindi lentamente si girò verso Diogenes. Ora dimmi, come pensi di continuare questo nostro piccolo appuntamento? Il suo tono era molto languido, sicuramente non ci stava tutta con la testa, dato che sembrava si stesse divertendo nel mostrarsi dura e violenta. Aizen seguì il suo sguardo fino all'otese, e l'ira si unì al dolore ed alla paura sul suo viso. E lui...LUI? Perchè è qui? Cosa ha fatto per essere qui? E' un estraneo! Perchè ti fidi di lui? Cosa ha più di me??? Lei non avrebbe risposto, restando a braccia incrociate mentre lasciava campo libero al Mikawa.
     
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    Prima di svegliare il ragazzo, non appena messo sul tavolo, il Mikawa prese alcune precauzioni.

    " Sta perdendo molto sangue dalla ferita sulla coscia, devo almeno interrompere il flusso altrimenti dubito che avrà le forze per parlare. Inoltre lo immobilizzerei, casomai dovesse cercare di ribellarsi. "

    Bloccò quindi polsi e caviglie del ragazzo con le catene già predisposte; certo dei vincoli non eccezionali per immobilizzare un ninja ben addestrato ma lo stato di salute e la stessa presenza del Colosso le rendevano un buon compromesso tra libertà e costrizione. Infine un rivolo di sangue prese a fluire da una delle ferite riaperte del Mikaxa dando vita ad uno spettacolo che, con tutta probabilità, Midori non aveva mai avuto il piacere di vedere: il sangue prese a volteggiare in aria per poi andarsi a posare sulla ferita di Aizen.

    " Non sono un ninja medico, ma le nozioni di base le conosco. Prima di iniziare Midori, devi capire che se Aizen era in missione allora quello che ha fatto non è in realtà dipeso da lui. I ninja sono costretti a portare a termine i compiti assegnati anche andando contro la propria volontà...contro il proprio cuore."

    Si, certo. La lunga serie di sigilli che seguì fu il preludio di una delle tecniche più subdole e potenti del clan; una tecnica di controllo che si avvicinava alle antiche conoscenze degli Uchiha ma che coinvolgeva il sangue, legando esecutore e vittima con un legame quasi indissolubile. Tentei no Imei era davvero l'ultimo sforzo che il Garth poteva concedersi di compiere senza iniziare a mostrare visibilmente la sua stanchezza. Il chakra andò a conferire al vermiglio liquido le capacità di imposizione desiderate e il comando in breve tempo sarebbe diventato lo scopo di vita dell'ignaro ninja.



    Accompagnami dallo TsuchikageAccompagnami dallo Tsuchikage



    La bellezza dell'illusione era proprio quella; non modificava la personalità della persona ma solo il suo scopo. Dunque nemmeno il Garth poteva sapere come il ragazzo avesse perseguito il suo compito; era solamente certo che avrebbe fatto di tutto per adempierlo. Inoltre il comando prevedeva anche che il ragazzo trovasse il modo per uscire da quella situazione vivo e in questo Aloysous lo avrebbe aiutato a convincere Midori. Certo, vi era una minima possibilità che Aizen intuisse di essere sotto l'effetto di una illusione, ma nella sua condizione fisica e psicologica era difficile che avesse trovato la lucidità per uscirne.
    Il ceffone che seguì diede inizio alla "seduta"...

    Il giovane shinobi parlò dei suoi sbagli, di come era riuscito senza successo ad incanalare la forza del clan Kiku nella sua argilla, conferendole quell'indomito potere. Poi implorò l'aiuto della ragazza che rispose come un'amorosa sentita tradita...su questo punto ci si poteva lavorare. Quando infine l'attenzione si rivolse su di lui, Diogenes non si fece trovare impreparato:

    " E' un piacere vedere come ti rivolgi alla persona che ti ha arrestato momentaneamente la tua follia; la stessa persona che ti ha fatto tenere in vita, sempre per il momento, e che ti sta anche impedendo di morire dissanguato. "

    Fece dunque una pausa, cercando di scrutare negli occhi azzurri del ragazzo alla ricerca di un sentimenti di colpa dettato magari dalla sua illusione. Chiuse dunque la porta della sala della tortura, isolando solo loro tre:

    " Veniamo ai fatti. Hai detto di aver rubato il cimelio della famiglia Kiku per lo Tsukikage e che quindi eri in missione per suo conto. Midori e il suo amato zio ti vogliono morto per l'affronto loro recato; inoltre anche io devo ammettere che ti vorrei vedere appeso ad una forca per aver minacciato il mio compagno, all'ospedale...ma sento che tu puoi offrirci qualcosa e puoi redimerti dai tuoi peccati. Ti sto dando l'opportunità di sistemare le cose, non sprecarla.

    Per il momento il Colosso non avrebbe cacciato ancora i tre oggetti che aveva rubato al ninja; era curioso di vedere come la tecnica stava agendo e le parole di Aizen erano l'unico modo per intuirne i suoi astrusi meccanismi.



    CITAZIONE
    Tentei no Imei
    Villaggio: Oto (Orig. Rosa)
    Posizioni Magiche: 9
    Richiede: Manipolazione del Sangue IV
    L'illusione si attiva se iniettato il proprio sangue all'interno della vittima, riduce permanentemente la vitalità dell'utilizzatore fintanto che l'illusione è attiva. La vittima eseguirà un ordine dell'utilizzatore. Non deve essere autolesionista o rendere inabile la vittima, la vittima deve avere le capacità di eseguire l'ordine. La vittima non si renderà conto di agire sotto controllo altrui a meno di eseguire azioni che contrastano il suo carattere, dimenticherà di averlo ricevuto ed eseguito. Rilasciare la tecnica riduce la vitalità della vittima di una quantità pari alla vitalità sacrificata dall'utilizzatore. Richiede una quantità di vitalità ½ Leggera per ogni giorno di durata della tecnica. L'illusione si scioglie se portato a termine il compito o scaduto il tempo.
    L'efficacia è pari a 90.

    Tipo: Genjutsu
    (Livello: 1 / Consumo: Elevato)
    [Da Jonin]
     
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    [Interrogatorio e Conclusione]

    Meraviglioso... Commentò la donna nel vedere il sangue che danzava per aria come se dotato di una volontà propria. Ho visto qualche volta delle tecniche ninja ma questo...questo supera la mia immaginazione. Non poteva sapere quanto quella frase fosse veritiera: il sangue portava con sè non solo la vita ma anche un ordine perentorio che Aizen non avrebbe mai potuto evitare, non in quello stato. E non se ne sarebbe nemmeno reso conto. Le successive parole del Mikawa la fecero accigliare. Parli come se foste solo delle armi senza cervello. Io vedo molto, molto di più. Una libertà a cui non potrei mai arrivare. La sua idea della vita da shinobi era certo fortemente influenzata dalle dicerie e dai racconti tramandati nella famiglia, certamente era un qualcosa di molto romanzato...oppure era un'ottima attrice.

    Intanto Aizen si era svegliato, aggredendo verbalmente il ninja di Oto, ma venendo rapidamente zittito, forse per effetto del Genjutsu o magari aveva compreso la situazione in cui si trovava, fatto sta chei suoi occhi colmi di dolore si piantarono in quelli del suo "torturatore", recuperando un barlume di buonsenso. Una missione. Si...lo Tsukikage ha trovato dei vecchi documenti e sapeva che passo molto tempo da queste parti...quindi... Distolse lo sguardo, incapace di fissare entrambi più a lungo. Mi fai schifo...tante parole per nulla, e dire che mi stavo quasi affezionando a te...sembravi un cucciolo tanto spaventato con cui giocare Aggiunse con disgusto la donna, ed il ragazzo sembrò accusare il colpo: strinse le labbra, serrando gli occhi. Io non volevo...doveva essere per poco. Dovevo prendere la Verga e imparare ad usarla, e poi tornare dallo Tsuchikage. Ve la avremmo restituita dopo, me ne ero assicurato. Davvero. Oh, davvero? Ma che bel pensiero! Fu la risposta sarcastica di lei. Rubare conoscenze altrui e poi restituire un vecchio oggetto. Molto generosi, complimenti. Mimò un applauso, molto lentamente. Ogni battito di mani era come un coltello piantato nel corpo del manipolatore d'argilla. Non...non è questo. Rubarla era solo la via più semplice, niente ninja a difenderla e niente spese per comprarla o convincervi. Iwa non è molto ricca da quando c'è l'Accademia...ora che la Roccia degli Spiriti è stata scoperta il nostro villaggio vuole ritrovare le conoscenze più antiche e rinascere, tornare indipendente. Parlava come se quello fosse un discorsetto imparato a memoria, certamente lui non era abbastanza sveglio da avere mai fatto ragionamenti del genere, quindi stava ripetendo le parole del suo Kage.

    Se solo...se solo potessi tornare dallo Tsuchikage si potrebbe organizzare un accordo. Potremmo darvi qualcosa in cambio del vostro passato. Si risollevò a fissare la donna, dopo aver gettato uno sguardo estremamente fugace a Diogenes. Nei suoi occhi c'era una strana luce, come se avesse improvvisamente trovato la soluzione definitiva. Il genjutsu era all'opera. Prima rubate e quando vi fermano parlate di accordi? HA! Questa mi fa proprio ridere. Stava per schiaffeggiarlo, quando lui improvvisamente alzò la voce. Vieni dallo Tsuchikage! Tutti e due, portatemi da lui e chiariremo tutto! Un'alleanza! Un'alleanza coi Kiku! E...e...e cure per il tuo amico ferito! Aggiunse rivolto a Diogenes. Solo toglimi il dolore, ti prego. Toglimelo e aiutaci, aiutaci a salvare Iwa, avrai tutto quello che vuoi! TUTTO! Lei fermò il ceffone, ma afferrò comunque il ragazzo per i capelli. Spera che il tuo tutto sia abbastanza. Ma per cominciare bisogna pareggiare i conti. Avvicinò il viso a quello di lui. La Verga. La rivoglio indietro. Dove la hai nascosta? Lui iniziò a piangere. Toccarla mi faceva male, molto male, ma se stavo lontano faceva ancora più male...quindi la avevo attorno al collo, con i miei portafortuna.

    Lei lasciò la presa, voltandosi verso Diogenes. Se vuoi che questa storia vada avanti, evitiamo che il tuo amico e la tua statua abbiano degli spiacevoli incidenti. Tese la mano, col palmo verso l'alto ed uno sguardo glaciale, completamente separato dagli atteggiamenti che aveva avuto fino a quel momento. Ridammela. Quindi si sciolse nuovamente in quell'espressione sensuale ed ammiccante che le veniva così bene. Poi parleremo della nostra cena, e magari di un bel viaggetto assieme, con il piccolo Aizen a farci compagnia...

    CITAZIONE
    Se Diogenes accetta e restituisce il manufatto, allora si recerà a Iwagakure assieme a Midori, con Aizen come prigioniero e guida. Questa giocata è ambientata circa un anno nel passato, ed il Mikawa rimarrà nel territorio di Iwa per parecchi mesi. Per l'Accademia, risulta M.I.A. durante la missione di Iwa. Questa informazione è nota a tutti i ninja di Oto, ed ai ninja accademici di grado Jonin.
     
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    Era meraviglioso vedere come il chiiton stava agendo attraverso le parole del ragazzo; una tecnica sublime ereditata dai Mikawa della Rosa, ideata dallo stesso primo Garth in persona. Quella era la prima volta che ne osservavo gli effetti da quando ne lessi il segreto su una delle tante tavole sparse nel continente e, più che per l'elisir, la pioggia o il patto di sangue, sebbene per motivi differenti, ne risultai entusiasta.

    " Pare proprio che sia giunto il momento di vuotare il sacco. Ecco, prendi il tuo cimelio, non era mia intenzione sottrartelo sin dal principio. Ora i giochi sono scoperti e le rotte per nuove mete ci sono state illustrate. Lasciamoci il passato alle spalle e focalizziamoci sul futuro. "

    Dissi con un leggero sorriso sulle labbra. Una nuova avventura stava per iniziare, lontano da Oto, dall'accademia e dai piani di conquista. Forse al mondo che conoscevo la mia assenza avrebbe fatto bene e sarebbe evoluto con una dinamica tutta propria, dando libero sfogo alle forze interne che si stavano creando. Gli stessi miei adepti avrebbero avuto modo di esprimersi senza la mia supervisione ed ero sicuro di lasciare tutto in mani esperte e sapienti...erano stati radunati e preparati proprio per questo momento.
    Non era un addio ma solo un arrivederci...sarei tornato e questa volta molto più forte e motivato di prima.

    " Quindi, direi che possiamo preparare i bagagli...partiremo per Iwagakure. "

    E quella sera, la giovane e attraente discendente del clan del dolore avrebbe sperimentato nuove tecniche che un Mikawa poteva sia attuare che sopportare.



    CITAZIONE
    OT / Bella giocata Febh! Con calma recupererò il buco temporale con gli accadimenti di Iwa, magari con una quest ;) / OT
     
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