Il Fuoco Interiore

Controllo del Sangue I per Kenzaru

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  1. ¬Chris
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    Il Fuoco Interiore
    VIII Post

    Guardai la gemma che si stava effettivamente squagliando, rincarai la dose di chakra e lo guardai mentre con passo baldanzoso si dirigeva nella capanna. Rimasi qualche secondo sbigottito guardando la porta chiudersi alle sue spalle, guardai le mie mani mosse da leggeri tremori dovuti alla fatica e mi risedetti sul trono.
    Mi permisi di riposare dieci minuti nei quali mi concentrai a mantenere i costrutti esattamente come li avevo creati, ogni tanto li muovevo lentamente, li facevo vorticare; iniziai a muovermi, camminavo lentamente per la piccola radura prestando attenzione ai costrutti. Quando raggiunsi un maggior livello di sicurezza, iniziai a colpire un fantoccio di paglia che trovai, il mio obiettivo, infatti, era riuscire a mantenere i costrutti senza prestarci attenzione. Per questo simulavo un combattimento, da prima composto da semplici pugni e progressivamente sempre più complesso. Inizialmente ebbi diverse difficoltà a mantenere i costrutti, progressivamente capii come scindere il controllo del chakra a quello del mio fisico; riuscivo sia a colpire il fantoccio con pugni e calci che a mantenere i costrutti.
    Dopo un paio di ore che mi esercitavo avevo fatto passi da gigante. Non solo i costrutti rimanevano così come li avevo fatti, ma riuscivo a modificarne la forma e, contemporaneamente, combattere, saltare, correre. L'aria fresca del bosco mi inondò quando mi fermai per riposare qualche minuto, il mio corpo sudato e teso era stremato. Lasciai vagare lo sguardo nel bosco ormai celato dalla notte, giocavo con un bastoncino e nel frattempo pensavo a quello che ne sarebbe stata della mia vita, avevo paura. Avevo fottutamente paura.
    Cercai di occupare nuovamente la mente tramite dell'esercizio fisico, così mi scaldai tramite un po' di stretching e corsi; ovviamente non avevo disfatto la corona e lo scettro che, mentre riposavo, volteggiavano sopra alla mia testa.
    Cercai di ripetere l'esercizio precedente aggiungendo, però, le tecniche che avevo appena appreso. All'inizio fu una cosa disastrosa, i costrutti si squagliavano immediatamente ma, fortunatamente, avevo imparato a riformarli istantaneamente prima che il sangue toccasse il terreno. Miglioravo a vista d'occhio, come se fossero cose che sapessi già fare, come se fossero nel mio DNA; per questo in due ore avevo appreso come fare, certamente i movimenti non erano ancora fluidi come avrei voluto. Però, considerando che fino a quella mattina non sapevo nemmeno che potessi controllare il sangue, avevo fatto dei passi da gigante.
    Così, sudato e stanco, rientrai nella casa scoprendola vuota. Il camino emetteva qualche fiamma languida che illuminava a singhiozzo la stanza spartana, sul tavolo vicino ai due pezzi di carne più succulenti che io avessi mai visto, c'era un biglietto scritto e firmato da Livon. Lo lessi una volta, poi decisi che ci avrei pensato dopo essermi riempito lo stomaco e aver schiacciato un pisolino.
    La carne la fulminai in quattro bocconi, sebbene fosse bruciata era buonissima e il mio stomaco ringraziò con un gorgoglio quel cibo, fu così che mi venne in mente che era da quella mattina che non mangiavo qualcosa ed il continuo utilizzo di chakra mi aveva fatto scendere una stanchezza incredibile, mi lasciai cadere sul mio giaciglio e i gli occhi si chiusero sul mondo.
    Sognai, un sogno troppo lungo e contorto per essere spiegato; uno di quei sogni che dopo dieci minuti il tuo subconscio rimuove completamente. Mi alzai di soprassalto e un forte odore acre mi destò, guardingo osservai la casa e sentii il ticchettare placido della pioggia sul tetto ma vidi dei rivoli di sangue sul muro. Pensai che stessi ancora sognando, mi avvicinai e mentre alla prima impressione sembrava quasi che fosse la casa stessa a sanguinare, ad una più accurata osservazione notai che gocciolava dal tetto e che erano presenti diverse pozzanghere all'interno della casa. Sembrava un incubo.
    Imbracciai le armi e, sebbene avessi dormito veramente poco, mi sentii leggermente più riposato; sicuramente avrei avuto non poche difficoltà a sostenere un combattimento. Aprii, quindi, la porta e vidi in cielo cariche nuvole cremisi e il sangue che pioveva si imbrattava sulle mie vesti. Ma che diavolo stava succedendo? Sembrava si trattasse di una delle tante storie di paura che mi raccontavano quando ero piccolino...
    Mi feci coraggio e misi la testa fuori dalla casa e ne uscii, non vedevo anima viva finché mi girai verso la casa e lì lo vidi sul tetto. Uno shinobi mi stava fissando, il suo kimono era stato imbrattato dal sangue così i lunghi capelli.
    Mi feci coraggio e provai ad avere una voce ferma e profonda, mentre risultò leggermente acuta:

    E tu chi sei?

    Beh, avevo qualche informazione sul suo conto: aveva il controllo del sangue, poiché si poteva supporre che fosse una tecnica attivata da lui e, per logica, era facile presupporre che si trattasse di un Mikawa.

    Io sono Hisagi, se stai cercando Livon mi dispiace ma non è in casa, se passi domani magari lo trovi...

    Quindi mi mossi verso la casa, sperando di riuscire a rientrare prima che l'uomo mi rispondesse o peggio...
     
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    " Chi sono io? La vera domanda è chi sei tu!"

    Un'ondata impetuosa di sangue si abbattè su di te una velocità impressionante [900] nel momento stesso in cui fece un passo in direzione della porta. E il ninja continuava ad osservarti con aria divertita; era un Mikawa, a questo ci eri arrivato, ma cosa voleva da te? Rimaneva immobile sotto la pioggia che scendeva ma non ti permetteva di andar via: ad ogni tuo tentativo di fuga una bomba di liquido vermiglio ti avrebbe investito in pieno.

    Solo dopo qualche minuto, quando i capelli di quel tipo persero la stravagante forma a punta, riprese a parlare:

    " Sei...sei...sei debole. Speravo di meglio sinceramente."

    Quindi scese dal tetto arrivandoti alle spalle ad una velocità impressionante.
    Ti sussurrò quindi nell'orecchio, con un tono di voce d'un tratto serio:

    Zaraki_Kenpachi_Stencil_by_BlackNoise06

    "Peccato."

    Quindi si sarebbe allontanato dalla scena sussurrando qualcosa come:

    " Quei buoni a nulla degli eretici illuminati...il mio sangue non va sprecato in questo modo"

    Se non lo avessi fermato sarebbe ben presto scomparso dalla tua vista mente la pioggia iniziava a scemare e le nuvole a diradarsi.



    CITAZIONE
    Chris ottiene il livello I della Manipolazione del Sangue.
    Per gli stemmi provvederò una volta terminata la parte di free gdr


    Edited by DioGeNe - 11/9/2014, 13:45
     
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  3. ¬Chris
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    Il Fuoco Interiore
    IX Post

    Mi travolse e mi fece cadere per terra, un'ondata di sangue che, da quanto fu veloce, riuscii a capire cosa fosse successo solamente quando mi ritrovai per terra ricoperto di sangue. L'odore era fortissimo e disorientava leggermente i miei sensi. Inutilmente cercai una via di fuga, dopo essermi rialzato provai a muovere un passo in direzione del bosco e nuovamente fui investito da un'ondata di sangue. La velocità con cui la muoveva era impressionante, difficilmente riuscivo a - semplicemente - notare il movimento di quella mole di sangue. Non capivo cosa volesse da me, finché intesi cosa non volesse: che io mi allontanassi. Quindi lo guardai, sentivo il cuore battere all'impazzata, non avevo certo alcuna possibilità contro di lui e se mi avesse attaccato probabilmente sarei morto, o meglio, avrebbe fatto di me quello che più gli sarebbe piaciuto. Rimasi quindi in silenzio ascoltando la sua voce, leggermente roca. Mi stava dando del debole?
    Poi comparì alle mie spalle ed io mi congelai, non avevo minimamente percepito il movimento. Non riuscii nemmeno a pensare cosa avrei potuto fare, mi sentivo come un topo in trappola e questo non era di mio gradimento. Poi lo vidi allontanarsi e mi venne un colpo: lui (non era possibile)... lui l'avevo visto prima... Ma era impossibile, non l'avevo mai visto eppure mi sembrava di conoscerlo molto bene... Certo, era lui era Aloysius Diogene Mikawa! Ma com'era possibile e anche spiegarglielo sarebbe stato impossibile, lo vidi allontanarsi sentii che disse qualcosa il fragore della pioggia coprì le sue parole ma riuscii a percepire solo "illuminati" e "non va sprecato"
    Poi capii, sì non vi era altra spiegazione: io ero lui!

    Sono stato stupido a non riconoscerti immediatamente, tu sei Aloysius Diogene Mikawa. - Mi avvicinai a lui con passo lento, ero curioso. Mi sarei messo di fronte a lui, se una persona esterna ci avesse visto avrebbe creduto che fossimo fratelli o gemelli. Eravamo alti uguali, dove vi era la bandana che gli copriva l'occhio destro, io avevo delle profonde cicatrici e un occhio cromaticamente differente dall'altro. I lineamenti erano simili, sebbene quelli di Aloysius erano più temprati dei miei, era come se potessi vedermi fra una decina di anni. - Sì, è ovvio. Tu sei Aloysius. - ormai la curiosità aveva sopraffatto la paura e sebbene avessi timore di lui, la sete di conoscenza era troppa e troppo forte per essere messa a tacere, quindi continuai: Ho sentito che li stavi nominando, sì sono scarso ma il mio udito non è poi da buttare.
    Cosa sai tu sugli Eretici Illuminati di Oto?

    Rimasi a guardarlo mosso da vera curiosità, quindi se mi avesse degnato di risposta con una mano avrei indicato la porta nella quale l'avrei invitato ad entrare e sedersi per proseguire la discussione. Avevo bisogno di altre informazioni, quello che sapevo su di loro era relativamente poco, avevo bisogno di una base su cui far partire la mia ricerca. Diavolo, avrei trovato Toro e Shinji e per farlo avrei dovuto cercare gli Eretici Illuminati.

     
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    " Vedo che inizi a ricordare qualcosa!"

    Disse mentre il solito ghigno tornò a stamparsi sul suo volto.

    " Non c'è molto da dire. Ho scoperto che quel gruppo di pazzi, andando via da Oto si sono portati anche un po del mio sangue. Non so in quale circostanza è accaduto...probabilmente durante il toreno per il sigillo maledetto. Fatto sta che investigando su un altro caso, mi sono imbattuto nel loro vecchio laboratorio; probabilmente avevano sfruttato uno dei tanti che Orochimaru aveva sparso in tutto il territorio del Suono. C'è diversa robetta interessante laggiù e, tra le altre cose, ho trovato dei documenti scientifici riguardo la cavia R-1789, il mio sangue e un collegamento a Konoha. "

    Avrebbe atteso, come per vedere la tua reazione nel sentire quel codice. Poi continuò:

    " Poi tre giorni fa Livon mi contatta e mi dice che Febh gli ha scaricato un Mikawa proveniemnte dal villaggio della Foglia davanti casa...Mi è bastato sentire l'odore del tuo sangue per capire che eri tu quella cavia.
    Ah, per la cronaca, sono due giorni che ti osservo."


    Come? Quando?

    "Sei debole ma la velocità con la quale hai appreso a manipolare il sangue è sorprendente; nessun Mikawa, nemmeno della catena diretta, è mai riuscito a fare i tuoi progressi in così poco tempo dall'attivazione dei geni.
    E' chiaro che nel tuo sangue già vi sono scritti i segreti del Chikotsumyaku, inoltre è come se il tuo corpo fosse già pronto ad assorbire i controeffetti della manipolazione."


    Intanto aveva smesso di piovere e un raggio di sole si stava facendo spazio tra le nuvole sempre più chiare.

    "Detto ciò, hai due alternative: farti allenare da me, brucando le tappe, oppure allenarti da solo e vedere fin dove arrivi. "

    A te decidere.

     
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  5. ¬Chris
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    Sorrisi leggermente a sentire quella serie di numeri anticipati dalla lettere "r", sì ero io R-1789. Lo guardai e il sorriso venne storto dalle parole che, con lentezza, feci uscire guardandolo negli occhi.

    Sono io R-1789.
    Venni donato ad una famiglia mafiosa di Konoha, non so il motivo, mi venne riferito da quello scienziato... C'è una loro talpa nell'amministrazione di konoha, ma non so nient'altro.

    Rimasi pensante mentre lo sguardo si perse, appoggiato all'infinito, oltre alle spalle di Aloysius. Avevo perso i miei due amici, avevo girato le spalle al mio villaggio; Kenzaru Kurotsuchi era morto qualche giorno fa, ormai.
    Le nuvole si erano allontanate e l'alba arrivava con irruenza sulla piccola radura, i primi raggi iniziarono pure a scaldarmi leggermente, un terpore che mi scosse e guardai nuovamente Aloysius che riprese a parlare.
    Diavolo, erano due giorni che mi osservava; rimasi interdetto, non avevo notato nulla...
    Lo guardai negli occhi, per un attimo pensai che avrei dovuto pensarci un po' di più, ma la risposta venne immediatamente e la voce risultò essere decisa, senza paura

    Sì, sarò il tuo allievo. Distruggerò gli Eretici Illuminati ma per farlo devo essere molto più potente e solo tu puoi rendermi così forte in poco tempo.

    Il mio sguardo rimase riflesso nel suo, ero deciso e non avrei mostrato nessuna debolezza. Feci un leggero inchino con il capo per mostrare che riconoscevo la sua autorità su di me, avrei avuto come sensei il capo clan dei mikawa; non mi sarei certo lasciato perdere questa occasione.
    Come un brivido leggero comparve un sorriso sul mio viso e, dopo aver abbassato gli occhi per indagare qualche attimo nella foresta, li rialzai nei suoi e attesi.
     
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