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Sasori Uchiha.
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Un passato mai trascorso
L'inganno era stato creato, il messaggio era stato lanciato, in maniera improvvisa, inaspettata. A sua sorpresa vide con piacere che la ragazza aveva percepito quello che sperava arrivasse a segno. Dopotutto non era così strana, pazza o che altro come la ragazza si dipingeva, aveva un carattere appariscente duro e strafottente, ma da quanto percepiva, non era così diversa da come voleva sembrare. Questa era l'idea che Sasori si era fatta di quella ragazza conosciuta in quella giornata, diversa da quelle solite che passava il ragazzo.
I sei mesi di prigionia da poco trascorsi, non erano stati di certo piacevoli, come possono essere stati quelli di una vacanza. La villeggiatura se così poteva essere chiamata, era passata lentamente. Il trattamento ovviamente all-inclusive non era stato dei migliori, nè i pasti da gourmet. Ma di certo non bastava quell'esperienza per poter cambiare la sua indole. Certo è che avrebbe segnato forse il suo ego, la sua coscienza. Ma il danno era fatto e di certo non poteva continuare a dannarsi per essere stato intrappolato e confinato in quattro mura, come si fa di solito con i criminali. Perchè lui non era un criminale, di certo non voleva diventarlo, anzi in futuro gli piacerebbe dare la caccia a quella gente, a quella feccia, ma per riuscire in quello che aveva in mente, ora aveva necessità di voltare pagina su quanto accaduto. Come si era ripromesso più e più volte, voleva tornare alla serenità alla tranquillità della sua casa, dei suoi pochi ma veri affetti e dei suoi amici.
Gli amici forse tutta quella situazione era dovuto al fatto che si ostinava a vivere nel passato, si ostinava a cercare di ricreare una condizione mentale che doveva abbandonare, perchè la vita si sa è in continua evoluzione e di certo era una ruota che non poteva essere fermata da nessuno, se non quando il proprio viaggio in questo mondo è arrivato al capolinea. Quindi doveva scrollarsi di dosso un passato che come una spada di Damocle incombeva sul ragazzo, sui suoi pensieri, sulle sue azioni. Non erano bastate torture, isolamento prolungato a convertirlo in qualcosa che non era. Quindi perchè continuare a fingere di essere qualcuno che non è, qualcuno che non potrà mai essere, qualcuno che quindi è ciò chi è realmente. Il gioco delle maschere stava per essere fermato. In fondo anche loro era necessario che capissero o almeno sperava che potessero capire.
Perciò Sasori rispose alla ragazza in maniera molto semplice:Sei ancora in superficie...riesci a vedere solo quello ?
Chiese con sguardo vuoto ed un espressione abbastanza malinconica. Però qualcosa la ragazza aveva intuito, se aveva fatto quella domanda e non si era abbandonata alla violenza, che effettivamente sarebbe stata anche lecita. Ad ogni modo l'illusione era stata fatta appositamente in maniera orribile da un punto di vista tecnico, perchè aveva necessità di attirare l'attenzione,di aprire una linea di confronto, cosa che sembrava essere riuscito oggettivamente a fare.Quindi proseguì:
La prigionia non è che la punta dell'iceberg...ma non voglio portarvi con me nell'oblio.
Mentre parlava, lo sguardo si faceva sempre più nero, sempre più vuoto sempre più lontano.La sua immaginazione era nel passato.Sembrava di rivedere uno ad uno le persone con le quali aveva stretto un legame forte, ma che non aveva più rivisto. Ma loro forse non avrebbero capito, in effetti era una cosa talmente profonda, talmente intima, che realmente era difficile da percepire. Ma le persone a volte sanno sorprenderti. Quella ragazza sarà anche stata all'inferno, come le piaceva ripetere, dipingendosi con quell'aria da dura, da donna di mondo, da donna vissuta, da donna indipendente. Ma nella vita per quanto gli desse fastidio erano i legami a permetterti di sopravvivere nella fredda landa dell'oblio, del vuoto e del nulla. C'era troppo rumore intorno in sè, troppe parole. Il mondo in quegli istanti era solo ovattato, le parole della ragazza le avrebbe percepite ovatatte, riuscì a tornare nella realtà soltanto quando gli chiese
«Sei cambiato? Sei diventato diverso? Ti stai rivelando per ciò che sei realmente? Stai nascondendo la tua indole?»
Un sorriso finalmente in quel vuoto senza tempo, si manifestò sull'aria malinconica, che il ragazzo aveva mantenuto per tutto il tempo. Quindi disse:
Ci siamo quasi
Era un sorriso non di presa in giro, con il quale non voleva ingannare, era un sorriso di onestà, era un sorriso ammaliatore. Perchè in fondo a cosa serve essere immerso in una folla, quando quelli senti è solo vuoto e privazione. Ma forse quella ragazza aveva un background completamente differente, aveva delle origini differenti, aveva una sua storia di vita che ovviamente non poteva essere uguale alla sua. Nella vita si arriva a fare dei resoconti di quanto fatto, di quanto detto e delle persone che ti circondano.Per quanto si fosse dato da fare, gli sembrava di essere rimasto fermo. Adesso era il momento di iniziare a correre. Non c'era più tempo. In realtà non ne aveva mai avuto. Tik, Tak era l'unica melodia di sottofondo. Era l'unico ritmo della vita. Ma se non ti lasci affascinare da tutto quello che c'è nel sottofondo, come fai poi a concentrarti sulle cose che contano e non su quella melodia che tutto governa? A quella risposta ancora non ci aveva pensato. Tutto era ancora fermo e si ritrovò di nuovo lì, in quel posto a Konoha, di fronte ad Atasuke e Shizuka. Quindi dopo quella pausa durata attimi, riprese il discorso:
Non posso cercare di dirti chi sono, se sono cambiato oppure no. Perchè mi puoi conoscere poco alla volta, come si fa a definire cosa è una persona se si hanno soltanto 5 minuti di tempo, quando a volte non basta una vita per conoscere una persona ?
Era complicato spiegare come si sentiva ma era una cosa davvero complessa da spiegare, ci stava, provando ma non sapeva se l'avrebbe compreso. Era necessario il tempo. Forse era questa la risposta alla domanda che l'aveva sottratto alla realtà nel suo ragionamento. Ma al solito nessuno era disposto ad investire del tempo, che è una risorsa preziosa. Una volta investito non torna indietro. Nel frattempo la ragazza proseguì:
«Puoi fare anche tutte queste cose insieme, ma vedi, esattamente come ti avevo detto: ci sono cicatrici che si vedono, come queste, e altre invisibili, come le tue. Nessuno di noi due se ne libererà mai ed entrambe ci hanno portato a fare una scelta: la tua qual è?»
La mia scelta ? Essere sè stessi e circondarsi di persone che ti vogliono bene.
La risposta a quella domanda, era venuta da sè, in quel grande caos che aveva dentro. Ma era giusto che andasse così. Che il vero io si mostrasse. Sperava di non aver commesso un errore, di fidarsi di Shizuka, di Atasuke. Le parole di quella ragazza sfumarono fino ad essere un rumore di fondo, fino a quando chiese se potessero proseguire. Sasori annuì. Sperava che effettivamente si creasse un legame con quelle due nuove persone, salvandolo dalla nostalgia di un mondo che sembra essere sparito nel nulla.
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Asgharel.
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«Parlato»
"Parlato" (altri)
-Citazioni-
[Abilità/Potenziamenti/tecniche]~This is Madness! No, This is Kobayashi!~
Aveva fatto la sua comparsa. Il pezzo forte, il re di quella scacchiera aveva finalmente fatto il suo ingresso. Toshiro Kobayashi era arrivato. Tuttavia, a dispetto di quanto un qualunque essere umano potesse anche solo lontanamente immaginare, quell'uomo non era propriamente un normale essere umano, quanto probabilmente un'uomo con parecchi problemi, ma parecchi parecchi.
Atasuke trattenne a stento una risata, o per meglio dire uno sguardo dubbioso, o per meglio dire uno sguardo interrogatorio, o per meglio dire: Tutte e tre le cose. Non sapeva nemmeno lui cosa pensare, se essere divertito, incuriosito, serio, dubbioso, estraniato, o qualsivoglia altro possibile stato d'animo concepito dall'essere umano.
Nel pieno del dubbio, rimase quasi impassibile, o perlomeno non diede a vedere nessuna emozione particolare nell'osservare la più assurda delle scene che mai gli si erano palesate dinnanzi agli occhi.
Tutto era troppo assurdo e melodrammatico, quindi Atasuke, più per amor proprio che per altro, desistette dalla tentazione di intervenire in qualche modo in quel turbinio di follia in modo da non venirne trasportato fino a lidi in cui non sapeva come agire.
Rimase quindi composto con solenne e rigoroso silenzio, cercando di estraniarsi quasi da quella sorta di follia generalizzata."...ma Atasuke e Sasori sono davvero i miei compagni di team."
A quel punto il silenzio. Un minuto di interminabile silenzio, un silenzio che nessuno pareva intenzionato a rompere. Un silenzio che fu la stessa Shizuka a rompere nuovamente con una decisa gomitata alle costole di Sasori."B-beh salutate. ...miei cari amici."
°In effetti non che avessimo ancora avuto modo di aprir bocca...°
Pensò tra se Atasuke in un lampo proferendosi in un inchino di saluto.«Perdonate la mia scortesia, Uchiha Atasuke è il mio nome e sono lieto di fare la vostra conoscenza»
Si presentò rendendosi poi conto di aver attirato fin troppa attenzione sulla sua persona. Che avesse sbagliato qualcosa? Che avesse detto qualcosa di male? Certo era una possibilità, ma notò (quasi con piacere) che lo stesso trattamento fu per Sasori, segno che evidentemente era qualcosa di pregresso che aveva creato quella sorta di stallo.
Fù nuovamente il capoclan Kobayashi a smatassare quella sorta di intricato mistero, ed ancora una volta lo fece con pura e semplice follia."Cosa ne sapete di lei per credere di essere suoi amici? Presuntuosi e stolti ragazzini!"
°E questo che c'entra?°
"Per esempio lo sapete che quando Shizuka dorme mette sempre un piedino fuori dal futon perché si copre talmente tanto da avere poi caldo?"
°Certo è interessante, ma non credo che sia un'elemento fondamentale in un discorso di questo tipo...°
"Ogni giorno prima di andare a dormire beve una tazza di latte caldo e mangia almeno tre mochi all'azuki della pastecceria usagi, perché afferma di fare gli incubi se non assaggia qualcosa di dolce prima di addormentarsi! Questo lo sapevate? EH?"
°Beh, si, questo è utile, devo segnarmelo, ma ancora non credo abbia nulla a che fare con questo discorso°
«Kobayashi-sama, tuttavia....»
Tentò di intromettersi, anche se a nulla potè servire quello sforzo, dato che quell'uomo non sembrava minimamente intenzionato a mollare l'osso. Certo una qualità gli andava ammessa: Più irrefrenabili di lui non ne aveva ancora incontrati. Altro discorso era l'utilità di una tale predisposizione in un mondo civile..."Ama il rosa, ma non si veste mai di quel colore perché ha paura di sembrare ridicola. Preferisce gli orsacchiotti ai coniglietti. Si fa il bagno solamente se c'è il suo sapone che non fa male agli occhi al profumo di fiori di loto, e poi, ma immagino non lo sappiate perché è un super super super segreto... ha fatto pipì a letto fino all'età di tre an -"
°MA CHE RAZZA DI SUPERSEGRETO è SE ORA LO SAPPIAMO TUTTI!?!?!?!?!?°
Se qualcuno fosse entrato nella sua mente in quell'esatto istante avrebbe sentito la sua stessa voce urlare a squarciagola quella domanda, come se esprimendosi con tale potenza vocale potesse aiutare a comprendere quel sottile filo rosso di pura follia che legava quell'uomo a sua figlia."E'-è una menzogna."
«S-Shizuka...»
Non riuscì a dire altro. Balbettò appena il nome della ragazza, comprendendo l'enorme imbarazzo che lei provava in quell'istante. Per quanto non molti avrebebro dato peso a quella serie di parole, dopo averla vista non potè non abbassare lo sguardo, chiedendosi come si potesse essere finiti tanto in basso con quel discorso. Certo che per un'occhio esterno alla vicenda, quella scena non poteva essere che esilarante, tuttavia, Atasuke sentì come un rimorso, come un senso di vergogna nell'aver udito quelle parole e nell'aver visto la lecita reazione di Shizuka.
Inutile dire che la donna quasi con assoluta grazia, prelevò il marito scagliandolo fuori dalla stanza, scagliandolo nei giardini direttamente contro un salice, parecchi metri più avanti.
Atasuke in un primo istante rimase sorpreso, coi comprese che i suoi precedenti sospetti erano, forse, fondati."Atasuke-sama... e Sasori-sama, giusto?"
«Corretto»
Sottolineò Atasuke con gentilezza accompagnando le sue parole con un cenno di consenso con il capo."Vogliate perdonare la confusione e l'imbarazzante esordio di questa più che lieta visita, spero abbiate la voglia di perdonare una così chiassosa famiglia. Il mio nome è Heiko...Kobayashi. Sono la madre di Shizuka e con mio grande piacere vi invito a prendere un té. Desiderate accettare, vi prego?"
E mentre un latrato di dolore proveniva dall'esterno (probabilmente dal malridotto Toshiro), Atasuke rispose a quella cortesia con un'altrettanto cortese tono di voce, seguito a sua volta da un breve inchino.«Sono onorato di fare la vostra conoscenza Heiko-sama. Credo che mi perdonetere se non parlo a nome del mio compagno, tuttavia, per quanto mi riguarda non vi è nulla che debba essere scusato e sarei estremamente lieto di accettare il vostro cortese invito»
°Certo è piacevole tanta cortesia dopo un tale cataclisma... Questa donna è davvero eccezionale°
Pensò tra se ascoltando anche le parole di Sasori prima che Heiko riprendesse la parola."Se per voi non è disturbo o peso, sarebbe mio piacere ascoltare qualcosa di voi. Gli amici di mia figlia sono gli amici del Clan Kobayashi, sarà mia gioia avere modo di conoscervi meglio... e perché no, invitarvi qui per la giornata. Vi prego, voglio sapere tutto di voi."
A quelle parole Atasuke non seppe trattenere un sorriso. Per quanto sapesse di non essere propriamente adatto a quel tipo di ambiente, le parole di quella donna, i modi e la cortesia lo facevano sentire come a casa, come se anzichè trovarsi in una sorta di magione extralusso si trovasse nella sua semplice dimora.«Voi siete fin troppo cortese Heiko-sama... Sfortunatamente la mia storia è tutto fuorchè interessante e non vorrei tediarvi con la mia noiosa e rude esistenza, tuttavia, se questo è il vostro desiderio, sarò ben lieto di soddisfarlo... A patto che voi mi concediate la grazia di conoscere anche la vostra storia... Sempre se questo per voi non è di disturbo o peso...»
Sorrise con sincerità. In fondo era una sua convinzione credere nello scambio reciproco di informazioni e per quanto in quel caso non si trattasse di una vera e propria trattativa, voleva comunque conoscere qualcosa di più, oltre ai segreti più sconcertanti riguardanti il passato di Shizuka.
Rimase tuttavia interdetto nel vedere con quanta perizia quella donna li stesse squadrando entrambi. Certo era inopinabile che lo facesse con tale grazia e naturalezza da non apparire minacciosa, tuttavia Atasuke non potè non chiedersi il perchè di tante attenzioni.
Se ella avesse "accettato" la sua proposta, Atasuke avrebbe quindi sorriso con compiacimento.«Molto bene... Sarò quindi lieto di rispondere ad ogni vostro quesito... Nel frattempo però, spero non vi dispiaccia se mi tolgo il soprabito e se poggio le mie armi...»
Se ella avesse acconsentito lo avrebbe ordinatamente sfilato di dosso, ripiegandolo con cura. Si sarebbe quindi avvicinato alla tavola dove la padrona di casa gli stava indicando di accomodarsi, inginocchiandosi ordinatamente e poggiandolo al proprio fianco destro. Con altrettanto ordine avrebbe quindi snodato il sageo che assicurava l'arma all'obi per poi afferrare il nero fodero della sua spada sfilandola e poggiandola sopra agli abiti ripiegati.«Bene dunque, immagino che Shizuka vi abbia già parlato di noi... Forse ha accennato a me come colui che le ha fatto avere accesso al quartiere Uchiha... Quindi, che cosa sapete di me, cosicchè non possa tediarvi con cose che già ben sapete sul mio conto?»
In quel primo momento ignorò Norio ed Isamu, intendendo che avrebbe avuto istanti migliori per colloquare con loro, specialmente con Isamu che in un certo senso era, a parte Shizuka, tra i più informati sul suo conto, sia per quel particolare evento che per tutto il resto essendo polizia e guardiani due corpi a stretto contatto tra di loro, specialmente nell'ultimo periodo dopo il casino del Gobi.
Ora non gli restava che attendere una risposta e delle domande a cui rispondere e quindi attese.. -
Sasori Uchiha.
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Un colloquio tranquillo
Entrò nella Sala il probabile proprietario di tutta la baracca. In effetti aveva un portamento differente, sembrava avere nobili origini e praticare nobili usanze. Comportamenti che si erano persi nel tempo. La situazione al solito si fece abbastanza singolare, al limite del comico.
Evitando qualsiasi cosa che potesse attirare l'attenzione su di sè, Sasori si gustò la bizzarra sceneggiata che si svolse tra quelle mura. Di certo non voleva nè intervenire, nè tanto meno essere oggetto di qualche pazzia. Il ragazzo rimase lì in maniera composto, con una espressione distesa. Poi improvvisamente sentì Shizuka affermare, mentre si stava convincendo che erano lì per passare una giornata in allegria,le seguenti parole:...ma Atasuke e Sasori sono davvero i miei compagni di team
Sperava il ragazzo che la ragazza convincesse tutti i presenti, evitando situazioni cariche di tensione ed ansia. Dopo quelle parole seguì un lungo ed quasi interminabile silenzio a cui nessuno voleva porre rimedio in qualche modo. Sasori venne incentivato da Shizuka con una bella gomitata per cercare di essere più convincente. Sasori cercò di accusare il colpo, senza parlare con gemiti o altro. Quasi subito dopo la ragazza chiese di salutare i presenti:
Dunque mi presento sono Sasori Uchiha e sono entusiasta di fare la vostra conoscenza
Sasori di fronte alla reazione del padrone di tutta quella tenuta, rimase impassibile. Certo è che era comprensibile. Rimase però abbastanza imbarazzato di tutti quei dettagli che ai fini della loro situazione erano del tutto obsoleti.
Povera ragazza
Atasuke cercò di intromettersi. Sasori inziò a sudare freddo, certo quello non era il momento migliore per provare a conversare con lui, ma il padrone di casa non si curò minimamente del tentativo di interrompere quella sorta di fiume in piena, che non accennava ad interrompersi. Infatti proseguì svelando ogni intimo segreto della ragazza. Che cosa imbarazzante. Era una conversazione che stava diventando insostenibile per tutti e tre. Ma quello non capiva era dove il padre della ragazza voleva andare a parare. La ragazza a quel punto totalmente sputtanata, non le rimaneva altro che rinnegare quanto affermato poco prima dalla persona di fronte a loro. Anche Atasuke sembrava in difficoltà balbettando il nome della ragazza.
Che imbarazzo...ma cambiamo argomento no ?!
Per loro fortuna, la donna con una grazia davvero ineccepibile prese il marito e lo scagliò fuori dalla stanza, direttamente nei giardini del palazzo, richiudendo la porta subito dopo. Sasori non potè far altro che apprezzare il gesto irruento. La situazione si era fatta davvero insostenibile. Al proferire del suo nome e quello del suo compagno, Sasori annuì semplicemente con un cenno della testa, mentre Atasuke rispose anche per lui. Finalmente si presentò anche quella donna permettendo di capire meglio la situazione:
Vogliate perdonare la confusione e l'imbarazzante esordio di questa più che lieta visita, spero abbiate la voglia di perdonare una così chiassosa famiglia. Il mio nome è Heiko...Kobayashi. Sono la madre di Shizuka e con mio grande piacere vi invito a prendere un té. Desiderate accettare, vi prego?
Sasori si ricordò di quanto detto da Atasuke, che aveva un piano per uscirne in fretta e senza problemi, ma la situazione era cambiata fortemente, però decise di avere un comportamento impeccabile, di fronte alla madre di Shizuka. Quindi con un comportamento alto locato, rispose all'invito della donna:
Sono onorato di fare la vostra conoscenza ed accetto volentieri il vostro invito
Mentre parlò Sasori accennò anche ad un lieve inchino, senza esagerare. Era un segno di rispetto nei confronti della loro salvatrice, da quella marea di imbarazzo. Era sicuramente più rilassato rispetto a prima, ma era del tutto incerto di come quella situazione sarebbe potuta degenerare. Si chiese quindi se avesse fatto bene ad accettare o meno l'invito, proposto in maniera così cortese e gentile di quella donna. Mentre stava riflettendo la donna aggiunse:
Se per voi non è disturbo o peso, sarebbe mio piacere ascoltare qualcosa di voi. Gli amici di mia figlia sono gli amici del Clan Kobayashi, sarà mia gioia avere modo di conoscervi meglio... e perché no, invitarvi qui per la giornata. Vi prego, voglio sapere tutto di voi
Ecco ci risiamo, l'ansia che era svanita probabilmente lanciata via assieme il marito fuori dal giardino, si riproponeva con prepotenza. Diede una fugace occhiata ad Atasuke, per vedere come stava vivendo la situazione. Sembrava a suo agio, sorrideva anche. Non era una situazione divertente, ciò tutta quella gente sconosciuta, la madre che ti invita per una chiacchierata, secondo Sasori c'era poco da sorridere. Poi però si ricord. del piano che in precedenza gli disse Atasuke. Sperava che quel benedetto piano funzionasse. Ascoltò le parole del compagno e a quel punto rispose anche lui all'invito:
Vi ringrazio del vostro cortese invito, mi piacerebbe conoscere qualcosa di più anche su di lei, sempre con il dovuto rispetto. Mi spiace solo che non sono vestito in maniera adeguata, questi sono i miei usuali abiti da missione, vogliate perdonare questa mia mancanza, ma è successo tutto così velocemente non ho avuto modo di prepararmi ad una eventualità del genere
Terminò anche questo suo discorso con lieve inchino, sempre preoccupandosi di rispettare il buon costume. Rimase comunque sul chi va là ed in effetti notò che Heiko squadrò a lui ed Atasuke da cima a fondo. Per quale motivo aveva questa attenzione particolare nei loro confronti ? Era una trappola ? Queste erano le domande che il ragazzo si stava ponendo mentre era lì in balia degli eventi.
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Asgharel.
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[Abilità/Potenziamenti/tecniche]~Duel of the Fates~
Sfortunatamente Atasuke si rese conto dell'errore quando ormai era troppo tardi. Lo comprese solo quando la madre di Shizuka tentò di dissimulare, ipotizzando di non aver compreso la loro "richiesta", ma fu certo dell'errore quando Shizuka tentò invano di deviare il discorso sul meteo, forse sbagliando la previsione, ma ciò poco importava. La donna non era del tempo che parlava, bensì della burrasca che di li a poco li avrebbe investiti.°Dannazione all'etichetta... Evidentemente non era il caso di chiederle la sua storia...°
Rimuginava tra se, tacendo ed osservando la scena, sorseggiando con falsa calma il tè.
Trattenne un sussulto quando vide la madre bacchettare Shizuka con il ventaglio e con maggior difficoltà trattenne un lieve istinto di rabbia, che iniziò a sgorgare vedendo il modo in cui Heiko trattava sua figlia. Certo c'era da aspettarsi un certo grado di rigore, tuttavia Atasuke non apprezzava quel tipo di modi per insegnare alla gente."Voi mi lusingate con il vostro interesse, miei signori, ma una madre e una moglie rimane una madre e una moglie anche se appartiene ad una nobile famiglia. Di me c'è poco da sapere, ahimé."
A quelle parole Atasuke posò la tazza da cui stava sorseggiando. Aveva già percepito che ci fosse qualcosa che non andava, tuttavia non aveva idea di dove tutto ciò lo avrebbe portato.
Osservava attento ogni movenza della donna mentre con attenzione ne ascoltava le parole. Sotto tutta quella maschera di gentilezza tuttavia stava percependo qualcosa, come una sorta di minaccia, una velata minaccia che il comportamento di Shizuka continuava a ricordargli in ogni istante.
La donna di certo avrebbe potuto notare lo sguardo di Atasuke che da calmo e rilassato andava a poco a poco indurendosi. Certo non era spaventato dalla situazione, ne aveva perso la sua cortesia, tuttavia una nota di serietà, rabbia e determinazione iniziava a risuonare nei suoi occhi corvini."Vogliate scusare mia figlia, nonostante sia già in età da marito sembra proprio che non sappia come comportarsi in presenza di uomini del vostro rango."
°Io avrei più qualcosa da ridire sui vostri modi°
Pensò tra se Atasuke mentre le sue labbra si muovevano per conto loro quasi in sincro con i suoi pensieri.«Non vi preoccupate, non è necessaria tanta formalità, in fondo siamo tra amici...»
Si concesse un breve cenno con il capo, come a sottolineare le sue parole, condendo il tutto con un sorriso. Se, come credeva, quella donna stava recitando la parte della brava padrona di casa, fingendo continuamente di sorridere, Atasuke sarebbe rimasto al suo stesso gioco senza lasciare intendere ciò che realmente turbinava nella sua mente.
Nel mentre Shizuka richiese la teiera del te, per poi offrirlo anche a loro, cercando di recapitare un messaggio, che per quanto assurdo, Atasuke parve intendere, rispondendo tuttavia con un semplice sorriso ed uno sguardo che esprimeva sicurezza.
Inutile sottolineare quanto folle parve agli occhi di Atasuke tutto lo scambio di battute tra Shizuka e la madre che seguì nel presentare quel tal Akihiro Murasaki, interrotto dalla presa di posizione di Shizuka e dall'inutile commento di Norio.
Atasuke in quel momento sentì una fiamma avvampargli l'anima, come se in un certo senso tutto il suo chakra avesse iniziato a ribollire nell'elemento che lo dominava. Non sapeva se quello che provava verso Norio era più odio o disprezzo, tuttavia, qualunque fosse, non era un sentimento piacevole.
Il silenzio discese e tutti gli astanti parvero cercare in qualche modo di staccarsi da quel discorso, come se in un certo senso si fosse toccato un'argomento privato in cui non volevano avere nulla a che fare.
Poi ancora una volta la voce di Heiko ruppe il silenzio con un tono tanto freddo da apparire quasi una differente persona. Che si stesse rivelando? Oppure quello era un test? In entrambi i casi, ad Atasuke non piacque affatto ciò che venne detto."Ma Shizuka è una Principessa prima che una Shinobi, ed essendo sua madre impedirò che le accada qualsiasi cosa di cui un giorno potrebbe pentirsi. La sua vita è costantemente in pericolo, e non intendo permetterle perciò di circondarsi di gente che non può davvero impedire che loro la portino via."
°"loro" Chi? Chi può essere una tale minaccia da costringere vostra figlia in catene?°
"Shizuka sposerà Ahikiro Murasaki, vivrà da Signora di questo Paese e la sua vita sarà paga e ricca come ci si aspetterebbe da una dinastia come quella dei Kobayashi. Il suo ruolo da Shinobi, del resto, è un permesso speciale che le è stato affidato in seguito ad un accordo stipulato tra lei e il Clan, che verrà revocato in caso di reale pericolo e che non si protrarrà comunque per molto altro tempo. "
°Eppure Shizuka non mi pare molto contenta di sottostare a tale regola°
"Atasuke Uchiha-sama... vi ringrazio di tutto ciò che avete fatto per Shizuka, per il vostro permesso d'accesso al quartiere, il vostro continuo tentativo di proteggerla. Vi ringrazio di essere sempre stato pronto a seguirla, a guardarla senza toccarla, a sopportare i mutamenti del suo carattere, e vi prego di perdonarla per questo, giacché temo che non dipenda da lei... "
°Visto il modo in cui la trattate, non mi stupisce affatto!°
"Vi prego di continuare ad essere amici di Shizuka, perché la faida tra le nostre famiglie possa con la vostra generazione trovare una completa fine. Siate per lei ciò che lei vorrebbe essere per voi: un appoggio e un affetto, ma non mentite su ciò che vi lega a lei."
°E dunque sapete... Tuttavia vi ostinate a credere che la cosa possa cambiare°
"Siete certi di cosa sia l'amore e il rispetto?"
°E voi?°
"vi prego di capire che non siete in grado di gestirla. Ho affidato mia figlia a Raizen Ikigami, che è l'unico in grado di domarla, ma voi, ragazzi miei, tornate alle vostre vite e continuate a guardare lo splendore della luce. Shizuka ha già chi le cammina a fianco, e per vostra fortuna, quelle persone non siete e non sarete mai voi."
°Oh, certo, una scelta eccellente, un pallone gonfiato della peggior specie, di certo non può esistere maestro migliore...°
Ad ogni parola della donna, ad ogni sua "constatazione" il chakra di Atasuke ribolliva sempre di più. La maschera che continuava ad indossare certamente si poteva dire che stava lentamente iniziando a creparsi, anche se solo chi sedeva dinnanzi a lui poteva realmente accorgersene, solo chi poteva osservare i suoi occhi poteva rendersi conto del turbinio di fiamme che ne stavano avvampando l'anima.
Certo, se Shizuka amava qualcun'altro si sarebbe fatto da parte, seppure con difficoltà, tuttavia non poteva accettare un vincolo come quello che la madre le stava imponendo. Non poteva accettare che Shizuka non avesse la libertà di decidere che cosa volesse dalla sua stessa vita. Più semplicemente: non poteva accettare nessuna di quelle belle parole che Heiko aveva proferito."Non esistono le coincidenze. Il caso è un'invenzione dell'uomo. Niente di tutto ciò che vi è capitato è la disgrazia del singolo, ma la conseguenza delle vostre azioni: siete il prodotto dei vostri fallimenti... quindi, vi prego, lasciate stare e tornate a casa. Magione Kobayashi è ancora troppo distante per voi."
Quella però, fu la goccia che fece traboccare il vaso.
Atasuke non poteva accettare che quella donna pensasse di averlo capito, non poteva accettare quella serie di folli constatazioni. Non poteva accettare quello che era capitato, non poteva accettare nulla. Seppure quelle parole, in un certo senso, gli fecero comprendere una cosa che più volte Shizuka aveva cercato di dirgli ma che ancora non aveva avuto modo di elaborare.°Dunque è questo ciò che provi tutte le volte che provo a dire di averti capita... Solo ora mi rendo conto dell'enorme errore che ho sempre compiuto nei tuoi confronti... Perdonami Shizuka, avrei dovuto capirlo prima°
Chiuse gli occhi, prendendo un lungo respiro, quasi come a caricare una tecnica di potenza immane. Tuttavia, tutto ciò che caricò furono i suoi polmoni ardenti.
Un sorriso si dipinse sul suo volto. Un sorriso particolare, non uno dei suoi soliti sorrisi gentili, quasi più una sorta di ghigno, come quelli che solitamente regalava ai suoi avversari prima del colpo finale. Poi, una risata, una flebile e leggera risata, poco più di un soffio, che poco alla volta acquisì corpo e risonanza, fermandosi tuttavia ad un volume accettabile, senza divenire una risata sguaiata.«Quindi voi sapete... Sapete che tutta questa non era che una piccola farsa gentile... Complimenti, non mi sarei aspettato nulla di meno da voi»
Il suo sguardo si alzò nuovamente, piantandosi direttamente in quello della donna. Certo non voleva minacciarla e sapeva bene che difficilmente sarebbe riuscito ad intimidirla, specie se, come credeva era la donna leggendaria che immaginava essere.«Tuttavia, Heiko-sama... Credo sia giunto il momento di rispondervi con il dovuto ordine e la dovuta accuratezza...»
Semmai Atasuke aveva sfoderato uno sguardo sicuro di se, certo era che la sicurezza che si poteva leggere in quell'istante era migliaia di volte più intensa di quanto non fosse mai stata.«Se non erro, voi volevate sapere la mia storia, giusto? Ebbene, ve la racconterò: Io sono figlio di Sarutobi Uchiha e di Harumi Yamanaka. A causa della disapprovazione della loro unione da parte di entrambi i clan, appena nato venni abbandonato in un piccolo villaggio non lontano da Konoha, dove venni allevato per 18 lunghi anni, lontano da quella che era la mia vera famiglia e da quello che era il mio posto. All'alba del mio diciottesimo compleanno, la mia famiglia è stata massacrata davanti ai miei occhi e con essa tutto il villaggio. Quel giorno vidi il mio passato svanire nel nulla, vidi tutto ciò che credevo reale svanire nel nulla. Vidi la donna che amavo morire davanti ai miei occhi. Quel giorno scoprii di essere un Uchiha dalle labbra di mio padre, il quale mi disse tulla la verità mentre a poco a poco si spegneva.»
Lasciò una pausa brevissima, giusto il tempo di riprendere fiato prima che quel fiume dal passato potesse in qualche modo riprendere ad inondare la stanza.«Tornato a casa ho lottato per anni prima di poter essere ammesso ad abitare nella mia casa all'interno del quartiere e solo gli dei sanno quanto ho dovuto lottare con il clan e per il clan prima che mi accettassero. In tutto questo scoprìì poi che mia madre era morta di tumore ai polmoni in una minera dove lavorava sotto copertura per proteggermi, mio padre invece perì anni dopo rimanendo per il clan un semplice reietto, un traditore... Nel villaggio ho partecipato a raid contro la mafia, ho addestrato centinaia di studenti all'accademia ninja, ho consegnato alla giustizia decine di nukenin, ho fatto ritorno dagli inferi non una, ma ben due volte, battendomi contro creature che di umano non avevano più nulla. Lavoro ogni singolo giorno alle mura difendendo questo villaggio e questa magio, che, volente o nolente, rimane all'interno di Konoha...»
Sottolineò Atasuke con decisione e gentilezza, chiudendo la breve storia della sua vita.«E voi venite a dirmi che non siamo in grado di proteggerla da "loro"? Ponete dubbio sul fatto che non sappia che cosa siano l'amore ed il rispetto? E mi chiedete addirittura Perchè sono qui se già sapevo di non avere possibilità...»
Una nuova pausa intercorse. Più lunga dele precedenti, non perchè Atasuke non sapesse come proseguire il discorso, anzi, a stento frenava le parole.«Ammetto che apprezzavo di gran lunga la cortesia di Heiko Kobayashi, i suoi modi raffinati e le sue parole gentili... Certo, ho mentito e per questo me ne dispiaccio e credo non avrete difficoltà nell'immaginare il perchè di tali menzogne... Tuttavia, se davvero sapete, credo che non avrete difficoltà alcuna nel rispondervi da sola alle domande che mi avete posto... Io conosco più che bene sia l'amore che il rispetto. Conosco la morte, la sofferenza, il desiderio di vendetta. Conosco il terrore, conosco la rabbia, l'odio ed ogni sentimento di questo mondo. Conosco il lato oscuro del clan Uchiha ed il suo pessimo modo di gestire ciò che non ritiene degno di se, conosco le atrocità di cui è in grado di macchiarsi e conosco una storia... La storia di una donna, che credo anche voi tutti conosciate, compresa voi, Heiko-sama... Ed è proprio in questa storia che risiede il perchè io non possa andarmene ora. Il perchè io sia comunque venuto in questa casa, il perchè io sappia esattamente che cosa sono amore e rispetto»
°Vediamo se siete proprio la Heiko che credo tu sia e di cui ho sentito parlare°
Se lo sguardo fosse considerato una lama, a stento le migliori katane del mondo avrebbero retto il filo di quegli occhi corvini.«Questa storia infatti narra di una donna, promessa sposa ormai da tempo ad un nobile sposo, un principe o un capoclan, non ricordo... Ebbene, un dì la donna incontrò un'altro uomo e se ne invaghì a tal punto da recidere il legame con la sua stessa famiglia pur di sposare quell'uomo, ripudiando il suo promesso sposo. Inutile dire che la famiglia reagì in pessimo modo, condannando la donna, tuttavia, questa non desistette e rimase sulla sua posizione»
Sorrise questa volta, con sincerità. Mentre nei suoi occhi l'ardore andava poco alla volta scemando, lasciando nuovamente spazio alla calma ed alla gentilezza.«Heiko-sama... Come voi stessa avete ammesso di sapere, io amo vostra figlia e non posso farci nulla. Sono coscente del fatto che voi, vista la forza con cui avete scaraventato via vostro marito potreste senza problemi uccidermi qui, seduta stante. Tuttavia, questo non mi farà desistere. Io non mi ritirerò, io non abbanonerò Shizuka, non permetterò che la sua vita appartenga ad altri se non a lei, ne lascerò che sposi un uomo che non desidera. Non mi arrogo il diritto di averla, ne posso anche solo pensare di costringerla a legarsi a me se questo non è il suo desiderio.»
Nella gentilezza del suo tono e del suo sguardo, tuttavia persisteva la sicurezza e la decisione che lo avevano accompagnato per tutto quel lungo monologo. Una sicurezza che neppure l'eventuale furia della donna, di Toshiro, Norio, Iasmu, Tatsuya, l'intero gruppo della servitù o dell'intero clan Aoki poteva dissipare.
Sapeva che con quel gesto stava rischiando molto ed ancora di più sapeva che avrebbe messo a rischio Sasori, il quale, fondamentalmente altro non era che la persona sbagliata nel momento e nel luogo sbagliati.. -
Sasori Uchiha.
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...o almeno così sembrava
Sasori rimase indifferente, alla reazione di Heiko, alla loro curiosa ed ingenua richiesta di saperne di più sul conto di quella donna. Chiaramente a parte le frecciate rivolte ai due, evitò con classe l'argomento. Al momento Sasori cercava di capire, quanto la situazione stava degenerando, più che preoccuparsi delle etichette ed altre cose del genere. In fondo non aveva fatto niente di male e si trovava lì per caso, non per una necessità specifica. In effetti era tornato in un momento sbagliato dai due shinobi. Quindi almeno dal suo punto di vista, non aveva affatto timore, nè problemi a sedere lì al tavolo per quel thè.
Voi mi lusingate con il vostro interesse, miei signori, ma una madre e una moglie rimane una madre e una moglie anche se appartiene ad una nobile famiglia. Di me c'è poco da sapere, ahimé
A me non la racconti giusta, mia cara Heiko, puoi dire ciò che vuoi ma non mi incanti
Mentre rifletteva, prese il thè che effettivamente era delizioso, iniziandolo a sorseggiare. Quando Heiko bacchettò Shizuka con il ventaglio, il ragazzo non fece un sussulto, una reazione a quel gesto. Non si curò minimamente rimanendo a sorseggiare il thè, studiando sempre la situazione, che sicuramente non era migliorata, vedendo la ragazza nettamente in difficoltà nei confronti di sua madre.
Mia madre era differente
Guardando quel quadretto familiare, per quanto la situazione non fosse delle migliori, ricordò i rari momenti in cui da bambino stava con entrambi i suoi genitori. Malinconicamente girò il cucchiaino nel thè fumante, poi con molta calma, fece un lungo sorso. Poi a quel punto si ricollegò a quella realtà. La sua espressione la diceva lunga, su quanto le mancasse la propria figura materna, ma dopo aver sorseggiato il thè riassunse la sua solita aria indifferente. Quindi Heiko continuò con quella chiacchierata:
Vogliate scusare mia figlia, nonostante sia già in età da marito sembra proprio che non sappia come comportarsi in presenza di uomini del vostro rango.
Sasori di fronte all'ennesimo tentativo di rendere quella chiacchierata, formale e tranquilla ma con una certa ironia, cercò di non dare sfogo alla sua di frustrazione nei confronti di tutta quella storia. Quindi si limitò a sorridere in maniera cordiale ma con uno sguardo abbastanza affilata:
Per quanto mi riguarda, non è un problema, non si preoccupi
Anticipò nella risposta, quella del suo compagno di squadra. Non voleva mandare all'aria nessun piano del suo compagno, ma ne aveva abbastanza dei vari giochi di parole e di palazzo. Erano uomini di azione, non diplomatici. Sasori aveva un certo senso pratico, non gli andava di fossilizzarsi più di tanto in formalismi riverenze e quant'altro. Di certo non voleva neanche mancare di rispetto a quella moltitudine di persone, voleva semplicemente chiarire la storia e andarsene a casa sua il prima possibile. Non voleva abbandonare il suo compagno in chissà quale destino, certo è che era una faccenda che lo riguardava di più, era una sua causa. Chiaro è che se avesse richiesto il suo aiuto, per quanto potesse essere d'aiuto in quel contesto di certo non si sarebbe tirato indietro. Per i suoi gusti aveva già perso troppo tempo, sottratto a qualcosa di più meritevole di attenzione da parte sua. Non era la sua battaglia, almeno non questa volta.
Nel frattempo l'aria si era fatta tesa da poter essere affettata con un coltello, quando venne presentato un certo Akihiro, figlio del Daimyo del Paese del Fuoco. Il silenzio scese tra i presenti, cercando in qualche modo da staccarsi da quel discorso, che era alquanto imbarazzante per come si erano svolti i fatti. Poi di nuovo Heiko ruppe in silenzio in modo freddo e rude questa volta. Sembrava finalmente aver rotto gli indugi. Che era terminata quella recita e finalmente si andava finalmente al sodo ? Sasori lo sperava tanto, in modo da andarsene di lì, da quella situazione che si era fatta inspiegabilmente intrigata ed anche rognoso, da un mero equivoco si era passati ad una questione di principio.Ma Shizuka è una Principessa prima che una Shinobi, ed essendo sua madre impedirò che le accada qualsiasi cosa di cui un giorno potrebbe pentirsi. La sua vita è costantemente in pericolo, e non intendo permetterle perciò di circondarsi di gente che non può davvero impedire che loro la portino via
La mamma è sempre la mamma
Sorrise in maniera ingenua di fronte a quelle parole, ricordandosi di quanto sua madre fosse stata amorevole ne suoi confronti in tenera età e di certo non poteva che ricordarlo di fronte a quelle parole. Anche se i presenti non avrebbero capito il motivo di quel sorriso ingenuo e malinconico del ragazzo, a lui non sarebbe importato nulla. Era un suo ricordo e di certo nessuno glielo avrebbe portato via. Heiko era diventata implacabile sostenendo di fatto un vero e proprio monologo o quasi.
Shizuka sposerà Ahikiro Murasaki, vivrà da Signora di questo Paese e la sua vita sarà paga e ricca come ci si aspetterebbe da una dinastia come quella dei Kobayashi. Il suo ruolo da Shinobi, del resto, è un permesso speciale che le è stato affidato in seguito ad un accordo stipulato tra lei e il Clan, che verrà revocato in caso di reale pericolo e che non si protrarrà comunque per molto altro tempoTanti auguri Signora che le devo dire ?!
Si stava rivelando una noia mortale, quella conversazione. Continuò nel frattempo a sorseggiare il thè, tanto in quegli istanti non essendo chiamato direttamente in causa, si preparò mentalmente allo scontro verbale con quella donna che oramai era solo questioni di istanti. Non gli andava minimamente di partecipare a quella che era diventata una sorta di riunione di qualche testata di giornale scandalistico. Si stava chiedendo se effettivamente aveva fatto bene a seguire Atasuke fino a lì. Ma non c'era tempo di trovare la risposta, visto che venne chiamato in causa con un certo anticipo:
Sasori Uchiha-sama, vi auguro un bentornato al Villaggio e mi auguro che il vostro futuro possa essere sfolgorante e scevro dagli impedimenti ormai passati. Mi dispiace per l'inconveniente di oggi, sono sicura che mia figlia non intendeva nuocervi in nessun modo. Se lo desiderate verrete subito accompagnato a casa, con le scuse del Clan Kobayashi
Dopo tutto il preambolo veramente estenuante, se ne poteva tornare a casa, dove sicuramente avrebbe trovato suo Hokusai, allarmato per il foglietto che aveva piazzato in cucina prima di uscire. Non era solito lasciare messaggi in quel modo. Ma in quei frangenti non aveva avuto molta scelta. Quindi sicuramente sarà preoccupato. Si chiese però se avesse rivisto Atasuke, sano e salvo. La situazione si era fatta davvero complicata. Ma d'altronde era lì di fatto per uno scherzo della malasorte e forse in quei casi la miglior uscita di scena, di fatto è tornare a casa. Quindi nonostante gli dispiacesse di tornare indietro da solo, senza i suoi compagni, il ragazzo rispose a Heiko cortesemente ed in manera affabile con un'aria distesa:
La ringrazio Heiko. Sì mi piacerebbe tornare a casa. Ho degli affari da sbrigare
Ad ogni modo, questo non lo salvò dalla lavata di capo che Heiko aveva riservato loro, come comitato di accoglienza:
...Credete di conoscere l'orrore?
Mamma mia quanto chiacchiera...forse per questo che Shizuka è così ?!
Non vedendo nessuno intenzionato a rispondere, preferì lasciare cadere la domanda retorica. Non era di certo nella posizione di rispondere a quella domanda si limitò a guardare la tazza del thè, osservando le figure raffigurate, eludendo qualche sguardo indiscreto per poi tornare a seguire la discussione. Chiaramente il monologo era ripreso con una certa insistenza:
Vi prego di capire che non siete in grado di gestirla. Ho affidato mia figlia a Raizen Ikigami, che è l'unico in grado di domarla, ma voi, ragazzi miei, tornate alle vostre vite e continuate a guardare lo splendore della luce. Shizuka ha già chi le cammina a fianco, e per vostra fortuna, quelle persone non siete e non sarete mai voi
Spero stia bene...se non era per lui ed Atasuke ero ancora in quella cella maledetta
Heiko proseguì nuovamente indomabile:
Cosa volete davvero dalla vostra vita? Dalla vostra carriera Shinobi? Credete realmente che il cambiamento che tutti voi state affrontando basterà a rendervi ciò che volete? Ripensate a ciò che avete visto e sperimentato fino ad ora... niente di tutto questo è sufficiente a descrivere ciò che affronterete d'ora in poi se insisterete a non volervi fermare e riflettere, quindi lasciate che ve lo chieda: perché siete qui? Perché non avete rifiutato di venire, se non ne avevate l'intenzione?
Sasori aveva forse l'occasione di tirarsi in un certo senso, fuori da quel caos, in cui era stato coinvolto forse più per destino o per un amaro scherzo della sorte. Ad ogni modo,esordì in maniera svogliata, tutte quelle frasi, quella montagna di parole per chiarire la questione, ma sempre nel rispetto dell'educazione, evitando di sembrare spaccone o che altro:
Finalmente siamo arrivati al punto...Era ora.
Fece un istante di pausa giusto per riprendere fiato. Nonostante le varie maschere che avevano preso parte alla commedia, di certo tutti sapevano il motivo per il quale erano lì. Di certo non serviva un indovino e neanche un dotto per capire la situazione, era inutile girarci intorno. Poi riprese:
È vero, non dovrei essere qui,ma i compagni di squadra non li abbandono di certo per strada sia ben chiaro. La mia storia credo la conosciate bene, non solo voi ma anche gli altri presenti, quindi inutile tediarvi ulteriormente, madame. Non vorrei sembrarle scortese, ma reputo che quanto le ho detto sia sufficiente. Quindi toglierei il disturbo, se non ha niente in contrario.Sperava in qualche maniera di salvarsi da quel monologo, da tutta quella discussione assurda, relativi a matrimoni, contese amorose ma evidentemente la sorte questa volta non era dalla sua.Fece una espressione leggermente infastidita, più che dalle parole di Heiko, dal fatto che erano lì a sentire quella ramanzina che sembrava non finire più. Un vero e proprio strazio. Ma l'espressione del ragazzo svanì subito, risistemandosi sul suo posto, trovando una posizione più confortevole. Poi arrivò forse la parte clou di tutto il discorso che riguardava i due Uchiha:
Non esistono le coincidenze. Il caso è un'invenzione dell'uomo. Niente di tutto ciò che vi è capitato è la disgrazia del singolo, ma la conseguenza delle vostre azioni: siete il prodotto dei vostri fallimenti... quindi, vi prego, lasciate stare e tornate a casa. Magione Kobayashi è ancora troppo distante per voi
Ma basta non resisto più
Sasori prima che il suo compagno Atasuke prendesse la parola per esprimere il suo punto di vista sulla questione disse soltanto:
Ad ogni modo è stato un piacere conversare con lei, adesso dovrei proprio andare, come le ho già detto in precedenza, ho degli affari da sbrigare.
A quel punto avendo accettato in precendenza l'invito della madre di Shizuka a tornarsene a casa, sperava arrivasse il congedo di Heiko, che avrebbe predisposto la propria scorta per il ritorno a casa.
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Asgharel.
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SPOILER (clicca per visualizzare)Narrato°Pensato°
«Parlato»
"Parlato" (altri)
-Citazioni-
[Abilità/Potenziamenti/tecniche]~Draw – Il ritorno a Casa~
Inutile dire che le sue parole ebbero un certo effetto sulla sala. Alla fine del suo discorso tutti tacquero e lambiente parve congelarsi per alcuni istanti. Poteva percepire su di se l'attenzione di tutti, a partire dal piccolo Tatsuya, finendo poi con Isamu.
Fu nuovamente la donna a chiudere il discorso con tono freddo, quasi gelido. Certo, non poteva immaginare che cosa la donna stesse pensando o meno, tuttavia, era certo che le sue parole non erano volate invano, finendo nel nulla.
Isamu si alzò, più che altro costretto dal suo ruolo che per sua diretta volontà, come indicavano i gesti ed il tono che aveva la sua voce, decisa, tuttavia seccata.
Atasuke lo ascoltò con attenzione, osservandolo cercando di capirne eventuali segnali, messaggi nascosti, o più semplicemente "ascoltando" anche il linguaggio del suo corpo."Il modo in cui Shizuka Hime condurrà la sua vita è questione che riguarda solo ed esclusivamente lei e la sua famiglia e tu sei tenuto a proteggere questo Clan esattamente come proteggi tutti gli altri. Che tu, poi, possa approvare o meno il modo di gestione di questa famiglia dei loro personali affari è questione che non ci interessa sapere. Se non ti piacciono le tue responsabilità, lascia il tuo ruolo."
Chiuse per un'istante gli occhi, reclinando leggermente il capo, quasi come a sottomettersi all'ordine mentre suelle sue labbra si disegnava un sorriso. Difficile dire se fosse di compiacimento o di malizia."Non mi sembra il caso di esagerare così... non ha detto niente di offensivo..."
Alle parole di shizuka Atasuke alzò il suo braccio come ad indicarle di smettere. Non voleva essere offensivo, ne voleva imporsi su quella scena, tuttavia, Isamu aveva detto il giusto ed Atasuke non poteva evitare di prendersi la ramanzina che meritava.«Shizuka, non ti preoccupare... In fondo Isamu-sama ha ragione... Ho esagerato»
Il tono era quasi sottomesso. Possibile che con quelle parole fossero già riusciti a domare le emozioni dell'Uchiha? Oppure non era che una recita? Una sorta di politica risposta in quel mondo che non gli apparteneva?
Certo fu che subito dopo, Atasuke aprì i suoi occhi, puntandoli prima su Shizuka, a cui fece dono di un sorriso sincero, poi li portò verso il suo superiore. Quando poi arrivarono ad Isamu però i suoi occhi avevano riacquisito sicurezza e decisione, segno che non si era sottomesso, ne aveva intenzione di farlo.«Isamu-sama, voi dite il vero quando dite che non sono affari miei il come Shizuka condurrà la sua vita e dite altrettanto il vero nel sottolineare che proteggo ciascun clan di questo villaggio al pari di tutti gli altri. Dite il vero quando sottolineate che non è mio compito preoccuparmi di come una famiglia gestisca i suoi affari e dite la pura e semplice verità quando rammentate che in qualità di guardiano non posso ignorare la gerarchia...»
°Ma avete dimenticato una cosa molto importante...°
«Tuttavia, non dimenticate che non sono qui in veste ufficiale di guardiano, quanto piuttosto in veste di privato cittadino, abitante di Konoha... E per questo motivo non sono tenuto a sottostare ad alcuna delle norme comportamentali ufficiali definite ed inerenti al comportamento ufficiale, dacchè, appunto, sono qui non in qualità di guardiano, bensì in qualità di Atasuke e dunque parlo per me stesso soltanto. Come ben sapete, dato che mi conoscete bene, mi sarei comportato molto diversamente se questa fosse stata una visita ufficiale»
Il suo tono rimase calmo e pacato, seppure la decisione nei suoi occhi non accennava a svanire. Si concesse quindi un cenno con il capo verso Isamu, il quale li dentro era probabilmente quello che meglio conosceva Atasuke ed i suoi modi di operare, specialmente quando si trattava di ufficialità e che quindi sapeva quanto Atasuke fosse rigido e ligio al suo dovere mentre svolgeva i propri compiti.«Detto questo però, ammetto che devo delle scuse a Shizuka per il mio comportamento e per averla messa in imbarazzo con le mie parole davanti alla sua famiglia»
Simultaneamente si voltò nuovamente verso shizuka, ruotando leggermente dalla propria posizione ed inchinandosi cordialmente e rispettosamente verso la ragazza, fino a poggiare le mani a terra con deferenza.
Quando ritornò su, pochi istanti dopo, riportò il proprio sguardo verso Isamu ed Heiko.«Tuttavia, non ho intenzione di scusarmi per le parole che ho detto, dato che rispecchiano esattamente il mio pensiero personale e ad oggi a Konoha mi risulta esserci la libertà di parola ed espressione... Ma soprattutto, come già detto oggi non rappresento altri che la mia persona, ne il villaggio, ne il corpo dei guardiani... L'unica cosa che posso concedere è che posso essermi espresso in malo modo e di questo me ne dispiaccio, ma come già mi pare si fosse capito, non sono avvezzo ai modi, gli usi ed i costumi di questa casa e spero che questa mancanza non vi abbia offesi oltremodo»
Concesse quindi un reve inchino, molto meno rigoroso del precedente verso i due, chinando solo il capo e leggermente il busto, ritornando subito dopo in posizione."Shizuka, accompagna i tuoi ospiti."
°Quindi questa è la fine della nostra discussione...°
"Alcune decisioni hanno un prezzo."
°Tutto ha un prezzo, che lo vogliamo oppure no°
"La vita è la sfida di capire se quello che desideriamo valga il prezzo che siamo costretti a pagare per averlo."
°Perchè mai ci avete messo tanto ad arrivare a questo punto?°
"ma quando ciò a cui aneliamo è un fuoco instabile pronto ad esplodere o spegnersi, siamo sicuri di voler investire in esso il nostro futuro? Il prezzo da pagare potrebbe essere troppo alto per chiunque, e non meritevole del dono ottenuto."
«Mia signora, credetemi, sono molto più che disposto a rischiare e son certo di quello che dico quando ritengo che il dono vale molto più di quanto non si possa immaginare... Certo, forse sono un folle e forse finirò per bruciarmi, me è la mia natura quella di giocare con il fuoco...»
Si concesse un breve cenno con il capo, quasi come un cenno d'intesa verso quelle parole sussurrate tanto priano che solo Heiko avrebbe potuto udirle, menre un sorriso sincero si disegnava sul suo volto, ora molto più rilassato nel vedere che in fondo, quella donna, forse aveva compreso veramente.[...]
In un'ordine quasi innaturale, dopo quella serie di eventi, Atasuke si alzò indossando nuovamente la giacca e rinfoderando l'arma nell'Obi e concedendosi un inchino di saluto verso i presenti, prima di seguire Shizuka verso l'esterno.
Ebero appena il tempo di uscire dalla stanza che Toshiro fece nuovamente la sua comparsa, ignorando, almeno in apparenza loro che stavano seguendo Shizuka e concentrandosi solo sulla figlia.
Atasuke non trattenne un sorriso nel vedere quella scena e non potè ignorare il discorso dei due. Certo, era un discorso banale, incentrato sul meteo, tuttavia, gli parve di cogliere qualcosa di più, qualcosa che gli sembrava di aver colto anche poco prima nelle asserzioni di heiko sul maltempo.°Shizuka... Ora, forse, ho realmente compreso... Quanto sono stato sciocco finora, quanto mi sbagliavo, quanto pensavo di conoscerti ed invece non ti conoscevo affatto... Tuttavia, ora forse so... e forse potrò aiutarti ad osservare meglio il sole, anche a costo di spazzare via le nuvole°
Tacque, concedendosi solo uno sguardo deciso verso Toshiro che in quel momento li stava osservando, selezionandoli in pratica come "soggetto" della precedente asserzione.
Poi, nel vedere la scritta sul ventaglio, non trattenne una risata. Certo, si contenne nei modi, ma non potè evitare di ridere nel vedere quell'assurda scritta, inclusa in quella ancor più assurda scenetta evidentemente preparata in anticipo.
Con meno fatica avitò invece di ridere a ciò che seguì pochi istanti dopo doe Toshiro con assoluta ineleganza saltellava dietro al sottoposto, aspettandosi di farsi preparare un bagno mentre gli insulti che volavano a poco a poco svanivano nei meandri della casa.°Davvero non riesco a capire se quell'uomo è un genio o un'imbecille patentato... Comunque mi pare una persona simpatica... Devo invitarlo una volta o l'altra per un tè...°
"Scusatelo."
«Sembra simpatico...»
"Vogliamo andare?"
«Temo che non abbiamo molte altre possibilità...»
Rispose ironico alla domanda retorica di Shizuka seguendola con tranquillità mentre alle sue spalle Atasuke percepiva l'inquietante presenza di Ritsuko, la quale, tuttavia, parve non essere più la stessa di poco prima, o almeno, sembrava non mostrare più lo stesso palese desiderio di uccidere.[...]
Giunse quindi il momento dei saluti. Atasuke sorrise nel vedere i modi delle serve nell'aiutarli a rivestirsi, tuttavia continuava a non comprendere il motivo di tante formalità e continuava a non sentirsi pienamente a suo agio nell'essere tanto riepito di attenzioni e servilità.
Tacque ascoltando le parole di Shizuka e la risposta di Sasori, osservando entrambi con attenzione. Poi, Shizuka parve tacere, come se in qualche modo non riuscisse ad esprimersi nei suoi confronti. Si rese conto che la ragazza lo guardava, concentrandosi sul suo corpo, quasi come a temere di guardarlo negli occhi."Ata–... "
«S-Shizuka...»
"...mi dispiace non potervi accompagnare al Quartiere."
«Tranquilla, n-non devi dispiacerti... Piuttosto... Scusami ancora per i miei modi poco... ehm... a modo»
"Credo che rimanere solo ti darà il modo di pensare."
«Forse...»
"Hai sempre parlato a sproposito e senza pensare bene alle conseguenze, sai...è un brutto vizio per uno shinobi."
«Forse allora anche io ho qualche macchia in fondo...»
Le disse con un sorriso, cercando di riportarle alla mente la discussione che avevano avuto alcune ore prima, prima ancora di entrare a villa Kobayashi."Vi ringrazio per aver fatto visita al mio Clan e vi auguro un piacevole ritorno a casa, con la benedizione dell'Airone e la mia più sentita riconoscenza."
«Ti ringrazio per le piacevoli ore trascorse insieme, devo ammettere che hai una gran bella casa, anche se forse anche fin troppo grande per i miei gusti... Inoltre devo ammettere che hai una bellissima famiglia... Sono quasi invidioso di te»
Concluse con un sincero sorriso ed inchinandosi in segno di saluto per poi voltarsi allontanandosi di alcuni passi prima di bloccarsi, osservando il cielo del pomeriggio con il sole che illuminava tutto proprio davanti a lui.
Non si voltò, continuando ad osservare il cielo.«Prima di andare però... Vorrei ancora dirti una cosa, Shizuka...»
Il suo sguardo si alzò al cielo, mentre la mano rapida andò verso l'elsa della katana, preparandosi ad afferrarla.«Oggi ho imparato molto su di te e sulla tua famiglia, ma soprattutto ho capito una cosa, che finora mi ostinavo a credere di aver capito quando in verità non avevo capito nulla...»
Chiuse gli occhi, concedendosi un lungo respiro. Passò un'istante, poi, con lentezza e precisione, estrasse la katana dal fodero, alzandola al cielo e puntandola verso il sole.«Io ho sempre cercato di impormi, quasi a cercare di decidere per te ciò che fosse giusto o sbagliato, dimenticando che io sono io e tu sei tu... Tutti noi cerchiamo la luce e per quanto come ninja sprofondiamo nell'abisso e nell'oscurità, c'è sempre un qualcosa a cui ci vogliamo aggrappare per poter continuare a guardare il nostro sole. Ogniuno di noi agisce come meglio crede, chi addentrandosi maggiormente nell'ombra, chi rifiutandola, ma nessuno può imporci come agire, specialmente quando il nostro obbiettivo è comune... Tu mi hai detto di non aver bisogno della mia protezione ed hai perfettamente ragione... Tuttavia, se vorrai, sarò ben lieto di essere la tua guida verso la luce che tanto aneli e magari, saprò insegnarti come proteggerla senza troppi danni collaterali...»
Rinfoderò quindi l'arma, che ormai non aveva più motivo di indicare quel sole, fonte primario di luce e perfetto esempio del discorso appena fatto.
Poi, con nonchalance si incamminò verso l'uscita della struttura, lanciando un saluto con la mano, che sventolò in aria allegramente, mascherando con il gesto il lancio di una delle sue carte, codificata per svelarsi con il chakra di shizuka.CITAZIONEShizuka, oggi sono capitate molte cose, forse troppe... Tuttavia, c'è una cosa su cui sono sicuro. Non mi pento di ciò che ho detto, ne di quello che penso o di ciò che ho fatto. Certo restare solo mi darà modo di pensare, tuttavia non ho bisogno di meditare su nulla in particolare.
P.S. Non me ne frega un cazzo di quello che dice tua madre. Domattina vedi di fare rapporto, altrimenti Raizen potrebbe essere informato della tua missione fallita. Hai ancora un obbiettivo da portare a termine, quindi ti aspetto per aiutare Sasori INSIEME!
La carta sarebbe quindi arrivata praticamente ai piedi di Shizuka con visibile solo una scritta in rosso: "Per Shizuka, Importante!"
Intanto, Atasuke si stava incamminando verso casa, rigorosamente a piedi, rifiutando la proposta di Shizuka di sfruttare i mezi forniti dalla servitù della casa.«Sasori... Che ne dici se ci facciamo una passeggiata fino a casa? Non so tu, ma dopo tutta questa storia io non ho voglia di farmi portare chiuso in una carrozza»
Scherzò Atasuke accennando palesemente ai due servitori ed i relativi mezzi di trasporto, incamminandosi verso casa, nella speranza di fare due passi in compagnia, piuttosto che in solitaria.°Chissà se leggerà il mio messaggio°
Pensava tra se mentre a passo tranquillo avanzava nelle vie, sperando che Shizuka leggesse quel messaggio e, magari, accettasse l'invito, o ancor meglio scattasse al suo inseguimento per chiedergli di scusarsi per i toni del messaggio.. -
Sasori Uchiha.
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Magione Kobayashi
Sasori rimase ancora lì, in balia degli eventi. Il suo astensionismo non era nè una forma di apatia, nè un modo per evitare quella situazione. Lui semplicemente in quella situazione non doveva neanche esserci. Quindi quello che poteva fare era mantenere un basso profilo, evitando situazioni oppure problemi che avrebbero potuto mettere a rischio la sua incolumità. Perchè in fondo non poteva sapere che in quella stanza c'erano personalità molto forti, che in contesti diversi da quello, avrebbero potuto mandarlo all'altro mondo senza troppi complimenti. Ma la sua voglia di non fare nulla al momento era la migliore strategia che potesse tenere lì.
Mentre ragionava sul da farsi, Shizuka riservò uno sguardo per il ragazzo, probabilmente chiedendosi se fosse uno smidollato o semplicemente se era fatto così, uno svogliato senza forma e senza palle. Ma non poteva sapere che quel comportamento era dettato dalla mera necessità di uscire incolume, da quella sgradevole situazione. Si era infatti aggrappato alla gentile offerta di Heiko, quindi in cuor suo sperava di levare le tende il prima possibile, prima di un eventuale ripensamento della madre di Shizuka. Inoltre perchè doveva dare una spiegazione della sua presenza, in fondo si era unito attualmente alle uniche persone con cui aveva dei rapporti umani, perchè aveva perso i contatti con i suoi amici e compagni di team. Si chiedeva in effetti cosa stesse cercando in realtà. Neanche lui sapeva cosa volesse da quella situazione, da quelle persone. Si sentiva come un pesce fuor d'acqua in mezzo a tutta quella gente e non poteva farci nulla in quel momento.Penso che non abbiamo più niente di cui parlare
Era ora
Evidentemente il discorso di Atasuke era andato a segno suscitando la reazione dei presenti. Di sicuro lui aveva parecchie osservazioni da fare nei confronti del discorso sostenuto da Heiko riguardo Shizuka. Seguì in maniera passiva, quanto stava dicendo quella donna in fondo non aveva alcun motivo di intervenire, era una cosa che doveva risolvere Atasuke. In fondo era stato il suo compagno di fatto a mantenerlo in una situazione apatica e neutrale. Si ripeteva nella sua mente che quella non era la sua battaglia, quindi perchè scaldarsi tanto ? Non voleva fare nulla che potesse attirare l'attenzione su di sè, perchè al momento aveva le idee abbastanza confuse. Perchè in effetti non aveva una motivazione forte a rimanere lì. Il suo sguardo era vuoto. Era in una realtà parallela a cercare di risolvere questioni che erano rimaste in sospeso da troppo tempo e che quella discussione sembrava aver riportato a galla. Ma quelle persone nonostante si trovavano lì con aria inquisitoria e indagatrice non immaginavano nemmeno loro il caos interiore che regnava in lui in quel momento. L'unica cosa che gli premeva era di tornare a casa. La frase che riportò il ragazzo con la testa fra quelle mura fu un ordine di Heiko rivolto a Shizuka:
Shizuka, accompagna i tuoi ospiti
Ci furono ancora delle frecciatine tra Heiko e Atasuke prima della loro imminente dipartita. Era naturale. In effetti anche se Sasori non aveva motivo nè ragione di intervenire in quella assurda e contorta vicenda, una idea se l'era fatta riguarda a Heiko, ognuno è artefice del proprio destino, ma per lei la figlia non era che un oggetto da poter usare come merce di scambio nei propri affari. Non era altro che una mera contabile, sullo stesso livello di altre "calcolatrici" che si potevano trovare a quei tempi. Non meritava minimamente la sua attenzione, perchè una madre era altro e questo lo sapeva bene. Mentre ragionava sommariamente su quanto aveva visto, finalmente Heiko disse ad una delle serve della magione:
Aiuta i nostri venerabili ospiti a trovare la strada dell'uscita, non ti curar di me
Una volta usciti da quelle quattro mura, uno splendido sole attendeva il gruppo. Nuovamente Toshiro dedicò una occhiata affilata ai due ragazzi che uscirono dalla magione alle spalle della ragazza. Ma fu solo per un attimo, poi la conversazione virò su altro regalando l'ennesimo teatrino tra Toshiro e Shizuka, abbastanza divertente. Come nella precedente situazione all'interno della magione, Shizuka si vergognò abbastanza della situazione e chiese scusa. Sasori non fece a meno di sorridere in maniera ingenua, dopo di che annuì.
Dovremmo esserci quasi
Non aveva memorizzato il percorso che aveva seguito ma quella zona che avevano appena raggiunto, sembrò a Sasori familiare. Mentre camminavano, il gruppo si fermò prima di prendere il cammino diretto a Sud, che come spiegò una domestica, era stato costruito in corrispondenza della rosa dei venti. Quella domestica sembrò abbastanza interessata a Sasori, camminandogli a fianco passo a passo. Quindi il ragazzo decise di chiederle, visto che era anche carina:
Se non sono indiscreto posso chiederle il suo nome? Mi sembra una ragazza interessante...
Sasori intuì dai discorsi della ragazza e dai suoi comportamenti, che effettivamente quella ragazza provava forse qualcosa nei suoi confronti. Quindi quando Shizuka la riprese, si sentì in qualche modo in dovere di proteggerla:
Shizuka ti ringrazio per aver preso le mie difese, ma la presenza di questa ragazza non mi dà alcun fastidio anzi...Mi fa piacere averla vicino....
Lasciò in sospeso la frase, sperando che la ragazza capisse che in effetti anche a lui quella ragazza gli interessava in qualche modo. Aveva un vuoto dentro che forse quella ragazza avrebbe potuto riempire. Ma forse Shizuka non avrebbe potuto comprendere, oppure vista la situazione con Atasuke avrebbe potuto ma la conosceva talmente poco che non si azzardava di chiederle se potesse in qualche modo approfondire la conoscenza con quella domestica che era davvero carina e gentile nei suoi confronti.
[...]
Nel frattempo le domestiche andarono a recuperare le calzature degli ospiti quando Shizuka richiamò l'attenzione del ragazzo:
Sasori
Con lo stupore di tutti, anche di Sasori che in effetti era sicuramente più tranquillo rispetto a quando si trovava in quel grande salone, buttato in pasto a degli sconosciuti, a parte la conoscenza di alcune figure di spicco note, ascoltò con molta attenzione quanto aveva da dire quella ragazza:
Sono venuta da te sperando di aiutarti, ma non c'è niente che io possa fare per riuscire in quest'intento, a quanto pare. Scusami se ho fatto irruzione in casa tua, se ti ho avvelenato e ho mentito circa il nostro legame. Scusami se ti ho trascinato in una vicenda che non ti riguardava. Le persone come me che sono cresciute senza un team o dei veri amici nel mondo Shinobi non riescono a capire mai pienamente le dinamiche di chi, come te invece, nasce e vive come ninja.
Sasori si sentì in dovere di rassicurare quella ragazza che nonostante la sua estrema sicurezza nei propri mezzi, aveva ancora una parte buona all'interno di sè che ancora era rimasta integra:
Non ti devi scusare di nulla. Sono io invece che forse dovrei scusarmi. Quello che hai visto non agire, non prendere decisioni, subire quei pesanti discorsi, non era il "vero" Sasori. Ho dovuto recitare, come ha recitato per tutto il tempo tua madre. Chiaramente non posso svelarmi in una battaglia che non mi riguardava. In una situazione che non mi riguarda. Non posso , non ce la faccio.
Poi la ragazza proseguì nel discorso:
Da kunoichi prometto di non mettermi più sul tuo cammino. Da Principessa dei Kobayashi, invece, spero che questo non abbia rovinato i potenziali rapporti tra la vostra famiglia e la mia.
Si sentì però in dovere di fronte a quelle parole di sbilanciarsi un pò di più nei confronti di quella ragazza che effettivamente meritava una motivazione più forte,rivelando una parte di sè che era stata nascosta abbastanza a lungo:
Ti volevo ringraziare per esserti offerta di aiutarmi nel riportarmi alla luce. Ma non sono come Atasuke, una stella splendente. Sono sempre stato un sole velato, anzi per meglio dire un cielo coperto. In quella prigione, la mia anima non è stata corrotto dalla malvagità. Semplicemente mi ero sentito solo, solo con me stesso e le mie paure e le mie fragilità. Dovevo trovare delle risposte dentro di me che ho trovato, senza intaccare la mia persona, rimanendo un cielo coperto. Ma questo non vuol dire che sono impazzito che ho perso la ragione o la mia essenza. Sono rimasto sempre un cielo coperto di nubi, ma che potenzialmente a differenza di prima, risuona dei potenziali fulmini che sono pronti ad essere scagliati nei momenti opportuni, in cielo coperto e più nero di prima.
Fece una leggera pausa poi riprese:
Tu sei una principessa, perchè hai voluto corromperti, intraprendendo questo cammino oscuro. Avevi tutto quello che ti serviva, perchè? Questo è un mondo di reietti, per quanto sia possibile rimanere integri, prima o poi è inevitabile di essere sopraffatti da sentimenti meno nobili, quali la vendetta e l'egoismo. Inoltre avendo perso contatti con le uniche persone con le quali avevo stretto dei legami, ora che mi resta da fare ? Se non intraprendere un cammino necessariamente fine a me stesso e non invece un destino comune alle persone che mi erano state vicine e che avevo imparato ad apprezzare anche con i loro difetti ? Spero che non mi hai considerato un apatico ed uno svogliato oppure uno senza palle in grado di essere una bandiera sbattuta di qua e di là da una brezza qualsiasi perchè questo non sono il vero io. Ma essendoci conosciuti in questa circostanza non posso fare altro che sospendere il giudizio e segnarti come una persona interessante, degna della mia attenzione. Ad ogni modo non ho problemi nè con te nè con la tua famiglia. Quindi questa situazione non ha rovinato proprio nulla.
Attese un qualche commento di quella ragazza, dopo gli eventuali commenti, concluse:
Spero che potremo godere di proficui rapporti economici, Sasori Uchiha-sama.
Il ragazzo annuì semplicemente come risposta. Poi si rivolse anche ad Atasuke arrossendo, dopo la situazione che in precedenza si era creata, dicendo di non poter accompagnarli al quartiere. Però Sasori aveva in mente chi effettivamente poteva accompagnarlo,chiese abbastanza imbarazzato arrossendo in maniera abbastanza evidente:
In effetti c'è una persona con cui mi piacerebbe trascorrere il viaggio di ritorno...Ti ricordi della tua domestica quella di cui chiesi il nome? Ecco mi piacerebbe trascorrere il viaggio di ritorno in sua compagnia...sempre che non abbia altri compiti di rilievo da svolgere oggi...non vorrei metterla nei guai.
Rimase in attesa un pò imbarazzato della sua singolare richiesta. Sperava di essere accontentato.
[...]
A quel punto la ragazza li congedò entrambi. Nel frattempo Atasuke chiese a Sasori, ancora speranzoso di vedere esaudita la sua richiesta:
Sasori... Che ne dici se ci facciamo una passeggiata fino a casa? Non so tu, ma dopo tutta questa storia io non ho voglia di farmi portare chiuso in una carrozza
Sasori chiaramente replicò con un sorriso davvero notevole al suo compagno poi disse:
Certo anche a me andava di fare quattro passi, spero in compagnia anche di quella graziosa ragazza
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Asgharel.
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SPOILER (clicca per visualizzare)Narrato°Pensato°
«Parlato»
"Parlato" (altri)
-Citazioni-
[Abilità/Potenziamenti/tecniche]~Una riunione "forzata"~
Alla fine della fiera, sembrava che quella sorta di riunione avesse portato degli interessanti risvolti a quella giornata. Atasuke si era disegnato un bersaglio dietro la testa da parte dei Kobayashi e Sasori sembrava aver fatto colpo, o almeno ciò era ostentato dalle azioni di una delle domestiche che lo stavano gentilmente servendo.
I due erano ormai fuori dalle mura della villa e procedevano tranquillamente per le assoate strade del villaggio. Era quasi assurdo come a quell'ora non ci fosse quasi nessuno in giro. Evidentemente molti erano già a lavorare o a rilassarsi da qualche parte mentre in giro restavano di tanto in tanto gruppetti di ragazzini o studentelli che avevano ben pensato di saltare la scuola.«Alla fine sembra che son riuscito a tirarti fuori da quella casa senza danni... Anzi, sei pure riuscito a guadagnarti una spasimante...»
Disse sogghignando leggermente.«Pensi di invitarla a cena una volta o l'altra? Oppure vuoi darti ad un'avventura da una notte e via?»
Rise ironico, chiedendosi che cosa effettivamente Sasori avrebbe voluto fare con quella ragazza. Certo era da ammettere che era carina, tuttavia, Atasuke era concentrato su tutt'altro bersaglio.
I due avanzavano tranquilli ed Atasuke cercava di parlare del più e del meno, un po del tempo, un po delle ultime giornate, un po di tutto insomma. Tuttavia non c'era un vero e proprio discorso da seguire, era propriamente un semplice fare due chiacchiere lungo una passeggiata verso casa.
Si fermò poi per un'istante, chiudendo per alcuni attimi gli occhi, concentrandosi sul sole che ne riscaldava il volto e sul vento leggero che ne scompigliava i capelli, quasi come a voler meditare su ciò che lo stava circondando inspirando energicamente, cambiando di netto il discorso e riportandolo al casino da cui erano appena sfuggiti.«Certo che comunque ce la siamo vista brutta oggi a Villa Kobayashi... Anche se credo che il peggio debba ancora arrivare...»
°Anzi, sta arrivando...°
Constatò mentre un sorriso si dipingeva sul suo volto mentre alle sue spalle, lanciata come un treno, Shizuka stava arrivando di gran carriera, probabilmente intenzionata a pestarlo a sangue.°Pensavo che ci avrebbe messo di meno a leggere il messaggio... Certo che devo averla fatta arrabbiare parecchio se si fionda con tanta rabbia da correre senza preoccuparsi di nulla...°
Non fece nulla, non si mosse di un millimetro. Semplicemente si lasciò colpire in piena schiena facendosi atterrare con violenza. O almeno, questo è ciò che i due avrebbero visto in quella assurda scena, quando in realtà Atasuke si era semplicemente scansato lateralmente, ruotando appena facendo perno sul suo piede sinistro evitando, seppur di poco, il violento calcione della kunoichi.
Egli, in disparte, si godeva la scena, ascoltando con attenzione gli urli rabbiosi di Shizuka che inveiva verso loro due."SMETTETELA ENTRAMBI DI USARE IL VOSTRO FASCINO UCHIHA SULLE MIE DOMESTICHE, CHE PROBLEMI AVETE DANNAZIONE?! VI PIACE ESSERE CORTEGGIATI O COSA?! SIETE DELLE OCHE!"
°Davvero? Quindi sembra che anche io mi sia guadagnato delle spasimanti a villa Kobayashi... Divertente!°
"Penso che non ci sia altro ruolo che la Luna: il sole è splendido, anche se velato, perché viene comparato con l'oscurità della luna... e non esiste luna senza stelle, quindi direi che va bene "
°Ci credi se ti dico che adoro guardare la luna nel cielo?°
In quel momento, l'Atasuke afferrato da shizuka si sarebbe messo a sorridere, conseguenza diretta di quanto il reale stava provando in quel momento."Guarda cosa mi fai dire, testaccia di legno, ti ammazzo, hai capito?!"
°Lo sai anche tu che non è vero... Non potresti mai cercare realmente di uccidermi°
Atasuke illusorio permaneva, quasi come se quello reale continuasse a volersi godere la scena in una posizione sicura, anche se in realtà era più il desiderio di vedere come quella scena andasse a finire, conscio del fatto che in effetti era meglio lasciare che la ragazza sfogasse la sua rabbia prima di interromperla."Posso concederti... concederVI... il privilegio e l'onore di affiancare la migliore infiltrata e supporter di tutta Konoha. Così vediamo di trovarla insieme questa strada, del resto siamo la perfetta scala che dal bianco, passando dal grigio, finisce al nero."
Anche l'illusione sorrise mentre Shizuka ridacchiava. Questa volta sapeva di averla fatta grossa, tuttavia sapeva anche che era riuscito a portare Shizuka dove voleva, anche se non poteva immaginare quella assurda parentesi legata alle sue domestiche infatuate pet loro due.
A quel punto l'illusione sarebbe terminata, nel'istante esatto in cui Shizuka avesse mollato il suo colletto, Atasuke si sarebbe disgregato in un ammasso brulicante nero, corvino, che a poco a poco diventava un piccolo stormo di corvi gracchianti neri come la notte, i quali volarono per alcuni istanti attorno a Shizuka, come a disegnare una colonna attorno alla Kobayashi, quasi come a minacciarla, per poi ricomporsi laddove Atasuke si trovava realmente, osservando la scena a braccia conserte e con un sorriso divertito sul volto, lasciando la ragazza seduta in terra sul nulla.«Scusa per la teatralità... Prometto che non lo farò più...»
°Perlomeno per oggi con te...°
«...ma sono contento che tu abbia accettato il mio invito»
°Anche se ho dovuto calcare un pelo la mano per portarti dove volevo...°
Sorrise, quasi divertito osservando la ragazza.
Si sarebbe quindi avvicinato, porgendole la mano in segno di amicizia, nella speranza che non fosse tanto strafottente da non voler accettare la cortesia per rialzarsi.«Tuttavia credo proprio che hai ragione. Nessuno può fermare un trio come il nostro»
Sorrideva nella sua convinzione osservando i suoi due compagni, analizzando, per quel che ne sapeva, le rispettive caratteristiche, tirando bellamente le somme su quanto stava accadendo e su come quella formazione potesse in qualche modo avanzare.«Dimmi quindi, Shizuka... Cosa avevi in mente di fare per aiutare il nostro amico? Immagino tu avessi già un piano d'azione se non mi fossi intromesso nel tuo rapimento... Quindi direi che possiamo riprendere da li... rapimento a parte, ovviamente»
Concluse concentrando il suo sguardo su Shizuka e cercando di avere con lei uno scambio diretto di sguardi. Certo non era intenzionato a sfruttare lo sharingan o simili. Semplicemente voleva guardarla negli occhi. Un po per bearsi di quel mare smeraldo, un po anche per cercare di leggere quella ragazza cercando di capire se e quando mentiva, ma principalmente per perdersi in quel mare smeraldo prima di tornare alla dura realtà ed al loro compito.... -
Sasori Uchiha.
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La spasimante
Facendo un bilancio sulla giornata, direi che era andata di lusso, non solo erano riusciti ad uscire indenni, aveva anche fatto colpo su una domestica del clan Kobayashi. Una certa Miwa seguendo l'animata discussione che si scatenò poco prima di uscire. Gli faceva piacere per una volta riscuotere e suscitare un certo interesse dal lato femminile. Era sempre impegnato nelle missioni da non aver mai dedicato nè tempo nè risorse in quel genere di cose. Quindi se era capitato, tanto meglio.
[...]
due erano finalmente fuori dalle mura della magione e stavano procedendo tranquillamenteverso il vllaggio. Era un paesaggio alquanto spettrale in solito, per strada non c'era anima viva, anche se la giornata era nella sua fase centrale. Atasuke esordì durante la passeggiata:
Alla fine sembra che son riuscito a tirarti fuori da quella casa senza danni... Anzi, sei pure riuscito a guadagnarti una spasimante...
Sasori rispose con piacere anche un po' divertito:
Sì in effetti andata bene....Molto carina Miwa ! Ho visto che anche tu e Raizen riscuotete un certo interesse...ma non credo ti interessi molto vero ? Con Shizuka che intenzioni hai ?
Avrebbe ascoltato la risposta del ragazzo, dopo di che il suo compagno proseguì:
Pensi di invitarla a cena una volta o l'altra? Oppure vuoi darti ad un'avventura da una notte e via?
Sasori rispose senza esitare:
Penso di frequentarla, a me personalmente non importa se sia una domestica o meno.....Ad ogni modo vediamo come va...non si sa mai....Te invece ? Pensi di invitare Shizuka a cena una sere di queste
I due proseguirono in una chiacchierata prettamente da bar. Sasori rispose leggermente divertito alla discussione:
Certo che comunque ce la siamo vista brutta oggi a Villa Kobayashi... Anche se credo che il peggio debba ancora arrivare...
Direi che per il momento mi basta camminare ancora con le mie gambe, non credi?
Non fece in tempo a pensare niente, che la principessa della magione appena lasciata raggiunse i due, colpendo Atasuke. Sasori rimase abbastanza perplesso sulle motivazioni che avessero spinto Shizuka a raggiungerli, ma non potè ragionare in quanto iniziò ad urlare come una pazza:
SMETTETELA ENTRAMBI DI USARE IL VOSTRO FASCINO UCHIHA SULLE MIE DOMESTICHE, CHE PROBLEMI AVETE DANNAZIONE?! VI PIACE ESSERE CORTEGGIATI O COSA?! SIETE DELLE OCHE!
Sasori con aria abbastanza seria ma serena, disse:
Se ti fa stare più tranquilla, sappi che mi piacerebbe frequentarla la tua cameriera mi piacerebbe invitarla a cena da me una sera di queste. Anzi a questo punto perchè non venite anche te ed Atasuke, tanto la strada la conoscete, giusto?
Fece un sorriso enorme e sincero. Dopo tutte le missioni e i grattacapi che aveva risolto, perchè non dedicarsi in maniera tranquilla ad una cena ? Gli sembrava una buona idea. Era una cena tra amici, non era niente di imbarazzante almeno in apparenza. Avrebbe aspettato una reazione da parte di quei due.
[...]
Alla fine della sfuriata, ci fu una frase che lo colpì in modo molto particolare:
Penso che non ci sia altro ruolo che la Luna: il sole è splendido, anche se velato, perché viene comparato con l'oscurità della luna... e non esiste luna senza stelle, quindi direi che va bene
Non fa una piega direi
Guarda cosa mi fai dire, testaccia di legno, ti ammazzo, hai capito?!
Sasori si mise a ridere,di gusto era una scena troppo comica, non ce la fece a trattenersi. Non notando di fatto che Atasuke aveva rilasciato l'illusione che in realtà l'attacco della ragazza infuriata non fosse andato a segno. Era troppo impegnato a ridere per accorgersene.
Quindi sembrava che i tre si fossero trovati, che erano pienamente compatibili per fondere le loro abilità. Ad ogni sembravano che fossero ancora intenzionati ad aiutarlo, non che in realtà ne avesse davvero bisogno, forse era una scusa come un'altra per Atasuke per trascorrere del tempo extra con quella ragazza, ma questo non poteva saperlo. Per lui era sufficiente chiudere una faccenda prima che fosse andata troppo oltre.. -
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