[Gioco] Vizi di Forma

Grado C

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  1. Arashi Hime
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    Y Danone
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    CEASE FIRE

    We tried our best to stop these kinds of attacks through dialogue,
    but we also made it clear that, if need be,
    we will have to try to put an end to such attacks by force.
    Sort of....




    Shizuka era una persona che pensava molto, troppo. Su tutto.
    Incapace di affrontare con superficialità, viveva di stime di cui migliorava la percentuale di perfezione via via che aumentava la sua abilità di Shinobi. Probabilmente per quella ragione, non poté non prendere in considerazione la possibilità che quell'uomo stesse mentendo.
    Quando Anzo cominciò infatti a parlare, conteso tra un'ansia palpabile e l'incertezza, la piccola Chunin non riuscì a non dubitare che la verità che le veniva esposta non fosse semplicemente quella che era suggerita, ma si vide bene dal farlo presente. Come al solito, del resto, il beneficio del dubbio era giusto concederlo sempre.
    Posando su uno dei sedili della carrozza una capiente ciotola d'acqua con delle stoffe strappate e una coperta, si assicurò un'ultima volta che tutto l'accampamento fosse sistemato come aveva disposto, annuì poi verso Akira –sostando con lo sguardo su un'altra bacinella d'acqua tra le mani di lui, che sarebbe servita al suo stesso scopo– e poi entrò di nuovo al riparo del carro, assicurando tutte le finestre e la porta.
    «Shiratoshi-sama, la mia missione è quella di portarvi sano e salvo a Kirigakure no Sato. Non vi abbandonerò a prescindere da cosa affronterò e da quale trattamento mi verrà riservato, per rispetto a voi, al mio onore e alla fedeltà per il mio Villaggio.» Disse la ragazza, ed era sincera. Prese a quel punto delle pezze imbevute d'acqua e le porse al nobile. «Lavatevi e ristoratevi, ora, sono certa che dopo andrà meglio.» Osservò sorridendo, prendendo poi a fare lo stesso.
    ...Non aveva ancora idea di come chi li seguiva riuscisse a sparare loro addosso con quella precisione millimetrica, e per quanto avesse studiato in passato o per quanto Raizen l'avesse preparata all'impossibile, tutto ciò che sapeva non sembrava bastare in quella dannata situazione, che temeva potesse sfuggirle ancora una volta di mano da un attimo all'altro. Odore, suono, chakra... aveva valutato quello e altro; e aveva infine deciso che finché non fosse stata abbastanza sicura sulla possibilità più plausibile avrebbe continuato ad impazzire dietro ad ogni accortezza.
    Quando ebbe finito di tergersi estrasse dalla sua borsa a tracolla un taccuino di pelle di daino e una penna, scarabocchiò qualcosa sui primi fogli liberi e poi porse tutto ad Anzo.

    “Le informazioni che avete possono essere divulgate a me e il mio compagno?
    Sapete chi vi sta inseguendo e perché?
    Quello che custodite ha a che fare con il vostro corpo?
    Possedete abilità o caratteristiche particolari di cui dovremmo sapere?
    Sapete inoltre niente circa la fine del vostro attendente?”


    La bella calligrafia della Principessa era chiara e facile da leggere, e le domande si susseguivano una dopo l'altra. Infondo a tutte, però, c'era un altro appunto.

    “Non temete se non potete spiegare tutto, sto solo cercando di capire con cosa abbiamo a che fare e qual è il modo migliore di muovermi. Cerco di avere il quadro completo, ma se ciò che serbate è segreto, ne avrò rispetto come spero voi ne abbiate per questa missione.”

    «Affronteremo passo dopo passo quello che ci capiterà, Shiratoshi-sama.» Si limitò ad aggiungere a voce la ragazza, offrendo con gentilezza la coperta al nobile, cui sorrise. Si sedette a quel punto per terra, accanto a lui, e messasi a braccia conserte, rannicchiata nel mantello che un tempo era di Hisagi, cercò di calmare la mente e di riposare. Aveva bisogno di energie, tutte quelle che poteva.
    Eppure, suo malgrado, non riuscì a non pensare ad un'ultima cosa: perché evitare la pioggia, passare dall'erba e poi dirigersi a Kiri, quando dall'anauroch la via più breve era dalla cascata, poi dal fuoco e infine via mare? Se il problema di quella spedizione era la velocità, se era impellente arrivare prima e bene, se dopotutto erano cacciati come conigli con il rischio di morire da un giorno all'altro... perché fare proprio quel giro? E perché le frecce arrivavano dalla direzione di Suna, il luogo che si supponeva fosse considerato dal nobile "casa"...?
    Chiuse gli occhi, abbassando la testa sul petto, e aspettò che la sua mente elaborasse la tranquillità.


    La mattina dopo Shizuka si alzò di buon'ora, constatò la situazione dell'accampamento e poi uscì. Preparò per tutti la colazione attingendo alle provviste, controllò la condizione dei cadaveri e poi si occupò dei feriti, che visitò, dissetò e sfamò con una pappa morbida di acqua e datteri facile da ingerire. Quando assicurò che tutto fu sistemato, avvicinò Akira.
    «La scelta del percorso mi lascia interdetta.» Si limitò a dire mentre controllava i cavalli impastoiati e riforniva anche loro di cibo e acqua. Sorrise gentilmente, come se avesse parlato del tempo, poi salì nella carrozza di Anzo e si limitò a parlare assai di rado nei giorni che seguirono.
    Non abbandonava mai il fianco del Nobile se non per controllare i feriti, stranamente anche se stessa, e discutere con l'Hozuki, che al contrario dell'inizio della missione teneva molto più in considerazione. Quantomeno adesso esprimeva le sue perplessità e lasciava lui la possibilità di interpretarle. La fiducia che sembrava denotare nella sua intelligenza, era una bella concessione da parte di una persona come Shizuka, da sempre abituata a fare tutto da sola e dunque poco incline al lavoro di squadra.
    Alla fine del secondo giorno finalmente la sabbia cominciò a farsi sempre più scarsa in favore di terra umida e compatta, che la Chunin accolse con una gratitudine tutta nuova. Quando infatti quella sera si accamparono in mezzo ad un bosco alto e dai tronchi massicci, abbastanza folto da tutelarli alla vista e sperò anche da qualsiasi altro scherzo di tiro a segno, non esitò a scendere dalla carrozza e toccare terra felicemente, come se fosse quasi impazzita. Un istante dopo era già sparita nel folto della vegetazione, tornandone però subito con una dozzina di cespi di erbe e bacche selvatiche con ancora tutte le radici attaccate.
    Dopo aver assicurato la cena per tutti e aver sfamato sia il suo gruppo che i feriti e i cavalli, estrasse dalla sua tracolla una specie di ciotolino in legno con un pestello dalla forma buffa, accanto a cui dispose le erbe su di un panno. Dopo una cernita e una pulizia generale iniziò a lavorare le piante, e smise solo quando terminò di spezzettare gli steli di lunghi fiori dalla forma particolare [Erborista]
    Erborista [Generica]

    Artigianato
    Speciale: L’utilizzatore è in grado di creare l’equipaggiamento ninja parigrado, se ha con se un’adeguata attrezzatura e circa 1 ora ogni 10 crediti.
    L’utilizzatore può creare solo 1 singola tipologia di equipaggiamento scelta all’acquisizione, in tal caso Veleni. Può creare solamente equipaggiamenti dell’archivio liste.
    [Da genin in su]

    Kit Attrezzatura Portatile
    Si tratta di un set di accessori da artigiano che può essere utilizzato per preparare un’officina di campo. È necessaria un’ora di preparazione prima di iniziare a lavorare.
    Tipo: Supporto - Supporto
    Dimensione: Media
    [Da genin in su]

    Creatività
    Abile: L’utilizzatore può creare anche equipaggiamento personale parigrado utilizzando l’abilità Artigianato.
    [Da chunin in su]

    Officina
    Speciale: L’utilizzatore può aprire un’officina permanente. Il tempo di preparazione è ridotto a 1 ora per 100 crediti per chi conosce la competenza, altrimenti a 1 ora ogni 10 crediti.
    [Da chunin in su]

    Artigianato Leggendario
    Speciale: L’utilizzatore è in grado di infondere in un oggetto delle proprietà incredibili; l’oggetto diventa una competenza Equipaggiamento con i successivi 4 slot composti da abilità, tecniche o conoscenze che possono attivare.
    [Da genin in su]

    «Shiratoshi-sama, stanotte lasceremo i corpi dei vostri attendenti in questa foresta e daremo loro una giusta sepoltura.» Annunciò a quel punto abbassando la testa. Strinse la mano destra attorno alla sinistra, esitando per un attimo. «Mi dispiace per quello che è accaduto, la colpa è mia.» Mormorò, e ancora una volta si inchinò profondamente. Poteva forse aver capito che doveva collaborare per sopravvivere e che da sola, stavolta, non avrebbe fatto niente. Ma elaborare l'errore per cui erano morte delle persone, era una faccenda più complicata. «Akira, veglia il nostro Signore. Uno dei tuoi cloni, invece, con me.»
    Quando si riportò in eretta postura si allontanò, staccò le stole di plastica e stoffa pesante entro cui aveva avvolto i cadaveri e trascinandole un po' più là le aprì per constatare la loro condizione. Gli sbalzi di temperatura del deserto, come del resto i due giorni di viaggio, avevano leso i corpi abbastanza da permetterle finalmente la sua seconda valutazione, ragion per cui ordinò al clone dell'Hozuki di scavare una buca profonda abbastanza da poterci entrare fino al torace e si mise ad analizzare di nuovo i corpi, con la calma e il sangue freddo che quella notte nell'anauroch non aveva avuto, cercando ancora una volta qualcosa, nel loro corpo, che potesse denotare sigilli, malattie o qualsiasi altro genere di possibilità precedentemente non stimata [Spec. Fuuinjutsu&Medico].
    Sperava stavolta di poter individuare qualcosa che le permettesse di capire quantomeno la morte allucinante del tipo con il passamontagna, di cui alla fine non era riuscita a vedere neanche il volto, e qualora Anzo le avesse precedentemente fornito informazioni sugli attendenti, e perché no anche su se stesso, cercò di farle opportunamente fruttare prima di effettuare un prelievo di sangue su ciascuno dei due corpi, che mise al riparo di due fialette di plexigrass infrangibile prese dalla sua tracolla, prima di procedere alla sepoltura.
    Quando tornò indietro da Akira e Anzo, dopo essersi ripulita e sistemata, si limitò ad annunciare che era giunto il momento di riposare per il giorno successivo. Si fermò solo qualche attimo con il compagno di team, ascoltando le parole di lui.
    «Facciamo come dici. Non condivido particolarmente l'adottare proprio quell'aspetto, ma se pensi che così sia più giusto, per me va bene.» Rispose dopo averci pensato su un attimo. In verità avrebbe preferito evitare proprio le sembianze delle guardie decedute, ma voleva provare a collaborare per una buona volta e decise di fidarsi della strategia di Akira, premettendo però che avrebbero dovuto dare il tempo ad Anzo di farsi una ragione di ciò che i suoi occhi vedevano per evitare che egli, arrivato al villaggio successivo, si tradisse in qualche modo.
    Tornò a sedersi sul gradino della carrozza entro cui il mandante della missione riposava e riprese a lavorare le sue erbe con pazienza prima di dormire e lasciare la guardia, come sempre, ai cloni del ragazzo di Kiri.


    Il Villaggio di Sarumado era pessimo come poteva essere qualsiasi avamposto di così piccole dimensioni posto ai confini di un Paese che aveva smesso da tempo di essere in grazia dell'Accademia. La ragazza non disse ad alta voce nessuna di quelle osservazioni e si limitò solo a parlare ai due compagni poco prima di superare le traballanti barricate che fungevano da gate d'accesso.
    «Siamo tre mercanti di Suna che hanno avuto un trascorso difficile nel deserto. Ci hanno rubato le stole di stoffa che trasportavamo con l'intenzione di venderle all'Erba e alla Cascata. Non abbiamo niente se non tanta disperazione e una carrozza in più che buone condizioni che intendiamo rivendere al prezzo migliore. Ci siamo fermati qui perché è il primo villaggio che potevamo incontrare e in cui potevamo riorganizzarci.» Disse la kunoichi, soppesando la sua storia fatta di mezze verità. I Ladri del Deserto erano una realtà forte, soprattutto dopo l'avvento dei Kijin, che sembravano aver sdoganato molti atti di aggressione nell'anauroch. «I due shinobi che avevamo assunto sono stati feriti gravemente nel tentativo di proteggerci e hanno bisogno di recarsi quanto prima nel più vicino Villaggio Accademico per ricevere cure mediche adeguate. Parlo di Konoha, ovviamente.» Puntualizzò. Sembrava quasi felice, come se fosse lei quella a dover tornare a casa. A quel punto indicò rispettivamente il nobile Shiratoshi e Akira. «Tu sei Ryosuke Shikaku, mio padre, io sono Shiori, la tua unica figlia, e tu sei Sousuke Takanata, il mio fidanzato e futuro marito.» Così dicendo trattenne a stento un sorrisetto e guardando l'Hozuki fece spallucce. «Beh, come si suol dire la necessità permette cose che altrimenti non potremmo permetterci.» Ironizzò, ma tagliò lì il suo pessimo tentativo di smorzare la tensione. «La buona infiltrazione è quella che dice il vero, ma lo dice in modo favorevole allo scopo.» Continuò a dire, rivolta ad Akira. «Non possiamo nascondere di essere in una situazione critica e con due feriti, ma possiamo spiegare la nostra verità e recitare talmente bene da convincere noi stessi prima degli altri.» Sperò vivamente di avere ragione, stavolta. Avrebbe comunque chiesto pareri non solo all'Hozuki ma anche a Shiratoshi, e in base alle loro osservazioni avrebbe modificato o tenuto il piano come tale. «Usa la Henge e ricorda che se le tue guardie esplodono, a gestirle non sei tu, ma Uriko con le poche forze che rimangono lei. O qualcosa del genere, mi fido di te.» Disse poi, rivolgendosi ad Akira. «Non vi chiedo di recitare, Shiratoshi-sama, ma di supportare le nostre menzogne.» Disse ancora, rivolta ad Anzo, il cui carattere ansioso e spaventato poteva giustificare egregiamente la sua farsa. Ne controllò i vestiti e quando fu certa che anche quelli apparissero miseri quanto la sua espressione, continuò. «Alloggeremo tutti e tre nella stessa stanza. Dove va uno, vanno tutti. Questa è una recita, pertanto lasciate che vi spieghi una cosa: è possibile che qualcuno di noi si contraddica o sbagli. In quel caso non fatevi prendere dalla disperazione, non agitatevi.» Guardò Anzo e gli sorrise. «Ogni errore può diventare un punto a nostro favore e avvantaggiarci. E' l'arte dell'improvvisazione, questa. Siamo insieme e finché lo siamo niente può buttarci a terra. Se ci separeremo, saremo forti per gli altri. In questo modo arriveremo in fondo.» Ancora una volta sperò di avere ragione. «Andrà bene.» Aggiunse, anche e soprattutto a se stessa. A quel punto, dopo aver usato la sua hengeL'illusione
    arte: L'utilizzatore innalza la resistenza della tecnica "Henge no Jutsu" di Leggera per ogni basso speso. Il suo aspetto trasformato mostrerà alterazioni credibili se colpito o danneggiato. La resistenza massima raggiungibile è di una ferita Grave.
    (Consumo: variabile)
    [Da Chunin in su]


    , spronò i cavalli e ripartì.

    La locanda era un edificio su due piani con delle stalle più ampie di quanto lo erano le stanze per i viandanti. Shizuka lasciò un suo cloneTecnica Superiore della Moltiplicazione del Corpo - Kage Bunshin no Jutsu
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Una (1)
    L'utilizzatore può scindere il proprio corpo in più cloni corporei. Possono essere creati entro 1,5 metri dall'utilizzatore o da un suo clone, potranno allontanarsi fino a 30 metri. Sono esteriormente e potenzialmente uguali all'originale. Possiedono 500 crediti equipaggiamento duplicati; non è possibile duplicare Bombe e Tonici.
    Se distrutti, rilasceranno una nuvola di fumo che concede occultamento ambientale parziale entro mezzo metro, per 1 slot azione; le informazioni possedute ritorneranno all'utilizzatore. Torneranno all'utilizzatore 1/8 dei danni subiti dai cloni, sotto forma di affaticamento; i tonici utilizzati dai cloni verranno conteggiati nei limiti dei tonici utilizzabili dall'utilizzatore.
    La vitalità è pari ad una ferita ½ leggera ogni grado ninja posseduto. Il chakra posseduto è diviso equamente tra tutte le copie create e l'utilizzatore; una volta disattivata la tecnica o distrutti tutti i cloni, il chakra residuo tornerà all'utilizzatore. Tutti cloni possono sfruttare la TS se attivata dall'utilizzatore; utilizzare e mantenere la tecnica speciale richiede tutti gli slot tecnica.
    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Livello: 4 / Consumo: Medio )
    [Da chunin in su]
    dentro alla carrozza dei feriti e ordinò lui di rimanere lì a sorvegliare che nessun simpatico ladro tentasse la fortuna quella notte. Solo dopo ciò si occupò di richiedere personalmente la stanza, preferendo affidare Anzo all'Hozuki e i due feriti ai cloni di lui sotto henge.
    «Buonasera buon uomo.» Esordì così Shizuka. La sua voce era completamente cambiata, assumendo la cadenza tipica degli abitanti della Sabbia [Recitazione]

    Recitazione [1]
    Abile: L'utilizzatore può modulare a piacimento il proprio timbro vocale, riuscendo a parlare come una persona molto più giovane o anziana di lui, del sesso opposto, o impersonando una persona specifica.
    e anche il suo aspetto era assai diverso, tipico di un nativo del Vento. «Siamo tre mercanti di passaggio, abbiamo avuto problemi nel deserto e desideriamo una stanza e un pasto caldo per questa notte per noi tre, e un medico per i nostri compagni.» Disse ansiosa, cercando di spiegare la situazione all'interlocutore. Avrebbe dunque cercato di intrattenere una blanda conversazione, se possibile, ma senza lamentarsi troppo. I sunesi erano gente pratica, temprata dal deserto, capaci di rialzarsi ad ogni sconfitta. Quando e se le si fosse offerta la possibilità, Shizuka avrebbe poi tentato di sfiorare una delle braccia dell'oste, indicando lui verso le stalle [La manipolazione]La manipolazione
    Villaggio: Personale
    Posizioni Magiche: (0)
    L'illusione si attiva se toccata la vittima anche solo per un istante. In questo modo l'utilizzatore è in grado di estrarre informazioni generiche sulle regole sociali o sugli atteggiamenti graditi o sgraditi al bersaglio del suo tocco. L'estrazione di informazioni non è percepibile dalla vittima e non è possibile opporsi.
    Tipo: Genjutsu
    (Livello: 6 / Consumo: MedioBasso.)
    [Da Genin in su]

    nel chiedergli se davvero non c'erano problemi ad aver fatto sistemare i suoi trasporti lì, come il suo garzone le aveva detto. Sperava così di assorbire ogni dettaglio circa gli usi, i costumi e il sapere di quel posto, come per esempio dove trovare buone informazioni, di chi potersi fidare e a che prezzo, e anche a chi vendere una carrozza, con magari qualche cavallo, per un buon ricavato.
    Si diresse poi in camera con Anzo ed Akira ed apprezzò il tentativo di quest'ultimo di rendere sicuro il posto, un po' meno che questo fosse esposto sulla strada. Fu felice di trovare il letto vicino all'armadio, in una parte della stanza in cui non c'erano finestre e in cui anche l'inclinazione di quelle presenti dava problemi a colpire con precisione proprio lì, anche se, vista la precisione già dimostrata di chi li seguiva, nulla toglieva di svegliarsi come spiedini di carne la mattina successiva... ma preferì non pensarci.
    «Mi sembri poco addolorato e molto voglioso di parlare a voce alta di cose che anche i muri possono sentire.» Disse la ragazza subito dopo, rivolgendosi all'Hozuki, di cui provò a prendere il mente tra indice e pollice della destra. «Amore mio, se vuoi comunicare, d'ora in poi lo farai con il cuore.» E così dicendo gli infilò in mano il suo taccuino e la sua penna, ragionando.
    Era inutile usare il suo Sharingan su qualcuno, anche perché l'effetto delle sue illusioni aveva un raggio oltre il quale diventava inutile e non poteva dunque assicurare che i feriti arrivassero a destinazione. Ne conseguiva che forse una commissione su pagamento era, in fin dei conti, la soluzione migliore. Fino a quel momento avrebbero lasciato i compagni alle cure del medico di Sarumado. Decise di discuterne comunque con Akira e sentire il suo parere prima di agire in quel senso.
    Prese il suo taccuino e buttò giù qualcosa con distrazione.

    “Shiratoshi-sama, sapete che non dovete sentirvi costretto, ma vi prego di ricordare che qualsiasi cosa ci potete dire può esserci utile. Avendo scelto di passare dalla Pioggia anziché dal Fiume le nostre tempistiche potrebbero risentirne, è giusto a mio avviso valutare ogni possibilità."

    Valutò poi se mettere al corrente i due di quanto aveva scoperto in precedenza, tra manipolazioni mentali e valutazione dei cadaveri, sempre messo che fossero cose degne di rilevanza, ovviamente.
    Durante il pasto di quella sera, qualora le condizioni fossero state ottimali e a loro favore, avrebbe poi imbastito personalmente la vendita del carro più grande –e dunque pesante, ingombrante e difficile da portare, se non per altro il più mal messo e carico di odore di candeggina, che non aveva voluto o potuto dimenticare–, con i soldi ricavati, poi, avrebbe provato a trattare il trasporto dei due shinobi a Konoha. Ovviamente con le giuste assicurazioni.

    Dunque, aveva fatto praticamente tutto quello che poteva fare per assicurare il suo generoso culo, quello più flaccido di Anzo e quello discretamente interessante di Akira.
    Visto l'andazzo di quella missione, a quel punto, sarebbe andato tutto a puttane.
    Sorridendo a quei pensieri, la Chunin riprese a mangiare in silenzio.
     
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