[Gioco] Vizi di Forma

Grado C

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  1. -Hidan
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    Vizi di Forma

    Burattini


    Ormai il puzzle si stava, lentamente, tassello per tassello, ricomponendo.
    Anzo si era finalmente aperto con noi, incominciando a collaborare veramente con me e Shizuka. Le sue parole, scritte quasi a stento per via dell'agitazione, per quanto spicciole, erano fin troppo chiare. Lessi quasi con disgusto quello che c'era scritto. Semplice e quasi banale, d'altronde era pur sempre un politico influente. « Oh, che schifo... » Non riuscii a trattenere le parole dalla mia bocca. « Scusa. » Guardai Shizuka negli occhi, probabilmente l'avrei dovuto tenere per me. « Mi è scappato... » Cercai di scusarmi, con scarsi risultati probabilmente.
    Anzo non era nient'altro che un politico influente e corrotto, e adesso i mercanti che aveva incastrato gliela volevano far pagare. Niente di più semplice e scontato in quel mondo. « Pfff... » Sbuffai, alzandomi e incominciando a scavare le fosse per i cadaveri delle povere guardie, colpevoli solo di aver donato la loro vita a un anziano troppo ricco e meschino. Adesso tutto incominciava ad avere senso, anche se non riuscivo ancora a capire perché doveva arrivare a Kiri per salvarsi la pellaccia. Adesso capivo perché non aveva richiesto ninja più esperti, semplicemente perché non voleva rovinarsi con le sue stesse mani: era così codardo che preferiva rischiare la vita di altre persone piuttosto che la sua posizione. Non pensavo che un uomo del genere si sarebbe mai autodenunciato, quindi anche lui doveva avere una sorta di piano. Eravamo burattini in mano a uomini sempre più potenti di noi, ma un giorno quello sarebbe cambiato. Magari sarebbe servito un po', ma l'avrei scoperto il suo piano e, una volta salvo, c'avrei pensato comunque io a dargli il benservito. Questa era l'unica cosa a cui pensavo mentre la pala, aiutata dal mio piede, entrava nella sabbia, quando ormai il sole stava già tramontando dopo la tempesta.


    Sarumado, la locanda e l'oste si rivelarono essere semplicemente quello che apparivano: una tranquilla cittadina di frontiera, con la sua locanda da quattro soldi e il bravo e credulone locandiere di turno. La farsa messa in atto da Shizuka funzionò a pennello sul nostro strano terzetto - più i due moribondi - e riuscimmo ad ottenere, oltre al posto per posteggiare i carri e i cavalli - anche una comoda grande stanza al primo, e ultimo, piano del locale. Il figlio del locandiere era anche farmacista del villaggio, quindi si propose di riferirgli di darci aiuto con i feriti. In cambio di uno dei carri poteva trasportare fino a Suna o Konoha e medicare i feriti. Sembrava, finalmente, andare tutto per il meglio, sebbene non avessi il coraggio di esultare pubblicamente, visto che temevo che uno tsunami potesse allagare quella piccola cittadina dimenticata dai kami solo per il nostro passaggio.

    La stanza era grande abbastanza per contenere tutti e sette - contando anche i miei due fedeli cloni e i due feriti - pulita sebbene leggermente spoglia. Decidemmo ben presto di fare a turno per l'uso del bagno, il primo vero bagno dopo tanti giorni di calda marcia. « Shizuka, incominci te? No, no... Non insistere, non possiamo entrare insieme! » Risi, mentre mi sistemavo sul divanetto. « Stiamo lavorando! Al massimo quando raggiungeremo Kiri, va bene? Un bel bagno in una fonte termale, io e te, che ne dici? » Meika mi avrebbe ucciso se mi avesse sentito dire quelle cose, ma per - mia - fortuna non poteva.
    I miei cloni si sistemarono uno all'ingresso della porta e l'altro all'angolo opposto della stanza, così da cercare di avere un quanto più largo quadro della situazione di quel luogo, oltre che a coprire quanti più spazi possibili. Dopo che Shizuka fosse uscita dal bagno, avrei atteso il turno del nobile Anzo prima di entrare a mia volta. Il vecchio ci mise un quarto d'ora abbondante, ma ne uscì pulito e rinfrescato, oltre che con una tunica nuova di zecca. Lo guardai stupefatto, quasi a volergli chiedere per cosa si era venduto per ottenere i soldi per quegli abiti, ma riuscii a tenere a freno la lingua, troppo voglioso dal rinfrescarmi a mia volta. Nel bagno mi sarei lavato a fondo nella vasca, per dieci minuti abbondanti, gongolando come un bambino nell'acqua fresca dopo tanto, troppo caldo desertico, sciacquando e pulendo anche gli abiti che avevo indosso nel miglior modo che potevo. Sbattei i pantaloni una ventina di volte prima di essere sicuro di non avere più sabbia addosso una volta che li avrei rimessi. Dopo del bagno, sarebbe arrivata l'ora del riposo sul divano, sebbene cercai di non abbassare troppo la guardia, ossia di non dormire troppo profondamente.
    Alle diciannove l'oste ci portò un'ottima cena per gli standard degli ultimi giorni, comprendente anche un bel cosciotto di coyote. Il nobile Anzo, almeno quando era affamato, non era poi così nobile. Era sporco e corrotto fino al midollo, e di quello, un giorno, a qualcuno, ne avrebbe risposto. Magari non a me, ma sarei stato felice nel poter essere presente a quel momento. La mia continua faccia disgustata, ormai ben impressa sul mio volto, non avrebbe lasciato mai sola il nobile ogniqualvolta mi avesse guardato. L'occasione della prima cena a tavola dopo tanti giorni non era un motivo sufficiente per nascondere sotto una finta maschera d'emozioni quel senso di disprezzo che provavo per lui.

    Dopo un'oretta dalla fine della cena, qualcuno bussò alla porta della stanza. Mi alzai immediatamente dal divanetto su cui mi ero sdraiato per digerire, andando a mettere mano al fuuma kunai, mentre i miei cloni, anche loro all'erta, rimanevano ai loro posti. Mi avvicinai prontamente alla porta, restando a due metri da essa. « Chi è?! » Chiesi, cercando di rimanere quanto più sciolto possibile. Un tono minaccioso non sarebbe di certo servito a niente. Era Saru, il figlio del locandiere, come da promessa del padre. Feci cenno a Shizuka di avvicinarsi, e scrissi rapidamente sul foglietto, con carta e penna, come da sue indicazioni. « Solo un attimo! »

    Adesso apro la porta, pensaci te a controllarlo con i tuoi occhi,
    dovresti esserne in grado.
    Contenta adesso? =)

    Sorrisi alla kunoichi, che avrebbe potuto notare come potessi risultare un idiota anche in quelle situazioni di ansia e, forse, di pericolo. Avrei atteso un suo cenno per affiancarmi alla porta e aprirla di scatto fino a metà, così da potermi affacciare e vedere chi fosse l'uomo dietro di essa. A quel punto sarebbe venuto il turno di Shizuka che, con tutte le accortezze del caso, avrebbe potuto solo confermarmi che non c'era nulla di cui preoccuparsi. Quando e se lei mi avesse dato il via libera, avrei invitato l'uomo ad entrare. « O scusaci tanto! Come sai siamo stati già rapinati e la mia ragazza è parecchio apprensiva... Eheheh! » Cercai di risolvere la questione in breve, facendolo accomodare e chiudendo la porta dietro di lui. L'uomo, esperto farmacista, si propose di aiutarci con i feriti, consegnandoci anche, nel caso avessimo voluto, diversi tonici di sua creazione. Guardai Shizuka, tra i due io ero quello che non capivo nulla di medicina e tonici curativi. « La mia fidanzata si diletta in questo campo! Pensa che voleva fare l'infermiera un tempo! Eheheheh! Amore caro, perché non gli dai un'occhiata? » Diedi una pacchetta amichevole al fianco di Shizuka, strizzandolo leggermente mentre la spingevo verso il farmacista. Tanto valeva recitare per bene la commedia. Sicuro di non correre nessun tipo di pericolo, mi andai a risistemare comodamente sul divano, abbastanza vicino ad Anzo, al centro della stanza, giocherellando con le dita delle mani ed attendendo che Shizuka verificasse la bontà dell'aiuto del ragazzo. Non potevamo di certo infilare tonici dalla dubbia provenienza in bocca ai nostri moribondi... Oppure si? Non era comunque affar mio.
    La serata procedeva bene, in tranquillità e in serenità. Tutto sembrava andare per il mio, per la prima volta dopo tanti maledetti giorni. Almeno finché non sentii il tipico rumore della testa di astice risucchiata, che solo nelle peggiori bettole del porto di Kiri poteva sentirsi. Solo che non c'erano astici, c'erano solo cervella e liquidi vari sparsi per la stanza. « O che cazzo! » Mi alzai immediatamente dal letto, non riuscendo a capire cosa fosse successo. Il farmacista era morto, trapassato da un affare cilindrico uscito dalla bocca di Hisagi, ancora disteso a terra. Cosa diavolo stava succedendo?! Non ebbi il tempo per pensare o reagire, potei assistere solo alla scena del corpo di Hisagi che si alzava, quasi senza vita, mentre i suoi occhi erano completamente neri. Nulla che potesse essere un buon segno. « Anzo! State lontano! » Ma era lui l'obiettivo di Hisagi, o di chiunque fosse in quel momento. Il suo sangue, nero come la pece, si coagulò e diventò un kunai: adesso aveva anche un'arma, e il suo obiettivo era fin troppo chiaro. Con la coda del'occhio vidi chiaramente che ciò che aveva distrutto il viso del povero ragazzo non era nient'altro che altro sangue di Hisagi, anche questo stranamente scuro, ed aveva assunto la forma di un grosso spiedo, ed ora era pronto per infilzare la povera Uriko, ancora incosciente.
    Dovevo difenderli entrambi, e non sapevo se ne sarei stato in grado. Una mia qualsiasi tecnica difensiva non avrebbe potuto difendere sia Anzo che la genin di Kiri, dovevo muovermi in prima persona se volevo veramente salvarli.
    Concentrai un'enorme quantità di chakra nelle mie gambe, scattando subito in direzione di Hisagi, che per fortuna - o sfortuna - sembrava avere tutt'altro che coscienza e percezione di quello che accadeva di fronte a lui. Poteva fare unicamente una cosa, sperando che la mia intuizione fosse giusta. Il genin di Oto sembrava come posseduto, ed il suo sangue sembrava il tramite per questa possessione. Probabilmente era tutto causa del grosso dardo di colore nero che gli aveva quasi aperto il costato qualche sera prima. Qualcuno lo stava muovendo, lo stava manipolando, ed il suo corpo, o meglio il suo sangue, era il fulcro di tutto. Se avessi allontanato abbastanza il suo corpo, anche il sangue che adesso mirava ad Uriko si sarebbe fermato? Era un'ipotesi, ma era tutto quello a cui potevo credere e sperare date le circostanze. Pensavamo di essere sfuggiti agli inseguitori, invece erano stati sempre davanti a noi, per tutto il tempo.
    Io, per salvare il salvabile, intanto, stavo per fare una pazzia, nella speranza che sarei stato abbastanza veloce per completare il piano, una volta in aria. Il burattino si dirigeva verso Anzo, ed io l'avrei dovuto intercettare. Ciò non sarebbe bastato a salvare Anzo dal pericolo, per questo avrei dovuto spostare totalmente Hisagi dal quel posto. E la finestra era la via d'uscita più vicina.
    Con le mie gambe estremamente potenziate dal chakra, esplosi in direzione di Hisagi, placcandolo a mezzo busto, con le braccia che cercarono di prendergli entrambe le gambe, così da sollevarlo dal suolo. [Slot Difesa I e II] La mia direzione era fin troppo chiara: la finestra era a pochi passi da noi. Con tutta la forza dello slancio e del chakra, avrei spinto me e il Mikawa fuori dalla finestra, rompendo vetro e legno, gettandoci nel vuoto. Io, però, dovevo solo assicurarmi che questo uscisse dal palazzo, io infatti, non sarei stato ad attendere la rovinosa caduta. Il mio clone più vicino si sarebbe sacrificato ben volentieri al mio posto. [Slot Tecnica]
    Passo Scalzante dell'Inganno
    Villaggio: Kiri
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore può sostituirsi con un qualsivoglia clone acquatico o di nebbia presente entro i 15 metri. L'azione è considerata istantanea. Per 2 round avrà l'esatto aspetto dei cloni. È possibile usarla in combinazione con le tecniche che creano cloni e copie sfruttando uno slot tecnica base, oltre che il relativo consumo. Dopo aver attivato la tecnica, l'utilizzatore non può compiere altre azioni: il round termina.
    Tipo: Taijutsu
    (Livello: 5 / Consumo: Basso )
    [Da Studente in su]
    Il clone d'acqua avrebbe preso le mie sembianze, mentre io, facendo forse riprendere fiato ad una sicuramente incredula Shizuka, sarei apparso, speravo illeso, al suo posto, in ginocchio. « Rilassati, sebbene tu continui a tormentarmi ancora non mi hai spinto al suicidio! » Il mio clone, una volta sostituito, avrebbe cercato di frapporre il suo corpo d'acqua tra Hisagi e il terreno. Speravo vivamente che cadere su un altro corpo, e la non eccessiva distanza dal suolo, visto che eravamo solo al primo piano, avrebbe permesso al Mikawa di sopravvivere all'impatto.
    Nel frattempo, anche Uriko era sempre in pericolo. Proprio mentre placcavo il genin di Oto, la kunoichi stava per essere infilzata dal sangue che aveva già ucciso malamente il povero ragazzo farmacista. Il mio secondo clone, vista la vicinanza alla ragazza, non ci pensò un attimo: sapeva benissimo cosa fare, d'altronde anche lui era me. Concentrando un buona quantità di chakra nelle gambe, coprì in brevissimi istanti i pochi passi che lo separavano dalla genin di Kiri, saltandogli letteralmente sopra, usando il suo corpo, e la sua schiena, come scudo contro il pericolo. [Slot Difesa III] Magari il sangue non si sarebbe fermato, magari avrebbe continuare ad attaccarci, ma almeno avrebbe difeso la ragazza e mi avrebbe dato ulteriore tempo per gestire meglio un'ulteriore difesa.
    « Anzo! Stia vicino a Shizuka! » Esclamai, impugnando il fuuma kunai e controllando la zona attorno a noi. Le mie gambe, intanto, incominciavano a intorpidirsi per via del grande sforzo precedente. [Paralisi 1 round] « Questi bastardi mi hanno finito i cloni! » Fosse realmente quello il problema, con le cervella di un tizio sparse per la stanza e un mio compagno di missione gettato fuori da una finestra da me.
    Ognuno aveva le sue priorità.


     
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