[Gioco] Vizi di Forma

Grado C

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  1. Jotaro Jaku
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    [Intanto nel palazzo del Vento, dimora del Daimyo del paese omonimo, e dimora di Anzo]



    Nei meandri delle stanze e degli uffici del palazzo del vento, il colossale edificio dove aveva domicilio la famiglia nobile a capo del paese del Vento, un decisamente irritato Anzo si stava lamentando alla propria scrivania, borbottando su dove fossero finite le sue fidate guardie.
    Improvvisamente qualcuno bussò alla porta, una sorta di cameriera, o di portalettere, che si recò presso il nobile per consegnare un dispaccio.

    Anzo: - E questo cosa sarebbe? Lo sai che non mi occupo di rapporti, mandalo a Suna, se ne occuperà il Chikuma. -

    Ma la portalettere insistette. Il documento era una richiesta ufficiale di scorta, richiedente aiuto a tutti i villaggi, affinchè mandassero i loro ninja a protezione di un carico di materiali preziosi dal villaggio della Sabbia, fino a Kiri. Anzo, che ormai aveva lasciato al figlio il controllo dei traffici economici della famiglia, scacciò la portalettere, sebbene lei continuasse a dirgli che la richiesta di missione era stata firmata a suo nome, e non col nome del figlio. A quel punto il nobile si alzò in piedi, lanciando la tazza di tè contro la donna, e urlandole di portare a quello "scansafatiche figlio di un kappa" di suo figlio il rapporto in questione, perchè smettesse di firmarsi con il nome del padre per ottenere risultati migliori.
    Quindi riprese a scribacchiare, chiedendosi dove fossero finite le sue fide guardie del corpo, assenti ormai da parecchi giorni.

    Anzo: - Ma dove sono finiti quei due. Li mando a cercarmi del fagiano e spariscono per una settimana. E ora anche quel degenerato di mio figlio ci si mette, a rendere più irritanti le mie giornate. YOKOI, MUOVITI A PULIRE PER TERRA QUESTO TE' E PORTAMENE UN ALTRO. -

    Urlò nuovamente alla portalettere.
    Dal canto suo, il figlio, tutto l'opposto del padre, pensò si trattasse di un errore di copia, dato che passava le sue giornate a firmare dispacci, quindi buttò giù due righe dirette a tutti i villaggi per spiegare che quella missione era stata un errore di copiatura, e che se i ninja non erano ancora partiti, non sarebbe stato necessario che lo facessero, per capirci, un vizio di forma.

    [Presso Akira]
    Le guardie avevano lasciato passare i due, uomini, lasciando ad Akira il proprio equipaggiamento. Quel palazzo non era il villaggio, ma la casa di un nobile, probabilmente gli abitanti erano abituati a veder passare mercenari di ogni tipo, e lo stesso forte era pieno zeppo di guardie più o meno armate. Chiunque avrebbe potuto tenere una lama, ma se l'avesse usata in maniera sconsiderata, lo avrebbe pagato con la propria pelle.
    I samurai avrebbero condotto i due presso la sala principale del forte, dove un giovanotto, probabilmente uno scudiero del nobile Sarumaki, invitò i due a riposarsi e a utilizzare i bagni del palazzo per darsi una ripulita, offrendo loro anche abiti puliti, e due stanze nella zona ospiti. Nessun altro a parte loro era fermo nel palazzo come ospite, se lo avessero chiesto.
    La sera si sarebbero uniti a cena presso il signore del forte, per rifocillarsi ad un lauto banchetto. Anzo era estremamente felice, sembrava fosse tornato bambino, non se lo fece ripetere due volte, rassicurò nuovamente Akira sulla sicurezza di quel posto, e in due saltelli si dileguò per andare a farsi un bagno.
    Il ninja avrebbe potuto tenerlo d'occhio oppure no, ma lo avrebbe comunque incontrato sano e salvo ai bagni, se avesse voluto lavarsi.

    [...]

    Circa un'ora prima della cena, quando Anzo avesse chiesto un po' di privacy, o semplicemente si fosse separato dal ninja, Akira sarebbe stato avvicinato dal signore del forte in persona, assistito da 2 samurai. L'uomo, il nobile Sarumaki, si sarebbe presentato bonariamente al ninja, come se, un incontro in corridoio, fosse una cosa normale.
    Nobile Sarumaki: - Benvenuto nel mio palazzo. Il mio nome è Sarumaki, e tutto ciò che vedi qui attorno mi appartiene. Vorrei discutere con te di un affare importante, privatamente, la tua stanza è qui dietro, ti prego di seguirmi. -

    A giudicare dalle mani delle guardie, che non si erano mosse dall'elsa delle loro katane, il nobile non avrebbe ripetuto due volte il suo invito.
    Il nobile si sarebbe recato col ninja nella stanza di quest'ultimo, lasciando le guardie fuori dalla porta, altrimenti, se Akira si fosse rifiutato, avrebbero parlato nel luogo dell'incontro.

    Nobile Sarumaki: - Come ho detto, tutto ciò che vedi qua attorno mi appartiene, e se non vuoi che anche la tua vita non faccia eccezione, ascolta le mie parole. Non conosco la tua storia, e non mi interessa, ma non hai fatto niente per insultarmi, ancora. Per quanto mi riguarda, puoi essere al soldo di Anzo, oppure un suo parente, oppure un suo amico, non mi interessa. Anzo non vedrà l'alba di domani. Per quanto io possa odiare quell'uomo schifoso, rimango sembre vincolato dall'onore, e di solito non sporco le mie mani o quelle dei miei uomini per eliminare un altro nobile, ma nel suo caso, farò un'eccezione. -
    Avrebbe atteso qualche istante perchè il ragazzo comprendesse le sue parole e le digerisse. Anzo sarebbe morto, e lui non avrebbe potuto farci nulla.

    Nobile Sarumaki: - Ecco come questo ti riguarda. Io non so chi sei, e non mi interessa saperlo. Nella tua stanza, troverai un pugnale nascosto sotto il letto. Hai tempo fino a dopo la cena per eliminare quel cane. Se non lo farai, lo farò io. Come ti ho detto, non mi hai ancora insultato, ma se dovessi farlo, le mie 250 guardie samurai presente nel forte, si assicureranno che tu non ripeta questo errore. Nel caso in cui ti rivelassi una persona razionale, invece, uscirai da qui sulle tue gambe, nessuno saprà mai cosa è successo in questo luogo, io non saprò mai il tuo nome, e tu tornerai a casa con le tasche estremamente piene, e questo, te lo garantisco sul mio onore. La tua missione sarà tragicamente fallita, un gruppo di banditi vi avrà assaltati nel bosco, e tu dopo aver valorosamente combattuto, non sarai riuscito a difendere il tuo padrone. Scegli con attenzione, e in bocca al lupo. -

    Quindi se ne sarebbe andato, senza nemmeno attendere una risposta, seguito dalle sue due guardie. Le sue parole non erano state tanto una minaccia velata, quanto un vero e proprio fatto. Se avesse rifiutato e si fosse opposto, si sarebbe trovato davanti una intera guarnigione, un signore feudale estremamente risoluto, e chissà cos'altro. Se non avesse riufiutato, sarebbe stato lautamente ricompensato. La cena sarebbe stata servita nel giro di poco, e a giudicare dalla quantità di samurai che Akira avrebbe potuto scorgere in giro alle varie entrate dopo l'incontro con il nobile, darsi alla fuga prima di cena sarebeb stato estremamente controproducente.
     
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