[Gioco] Vizi di Forma

Grado C

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    Jotty2Hotty

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    [Prima della tempesta]

    Dopo gli aventi che definirono la quasi completa distruzione della squadra, Shizuka riprese il controllo, lasciando uscire gran parte delle insicurezze che avevano caratterizzato i minuti appena passati, e cominciò ad analizzare i corpi dei guardiani con minuziosa attenzione. Qualora li avesse completamente denudati, avrebbe notato come nessuno dei due presentasse sigilli o incisioni altrettanto particolari; gli unici dettagli che le si palesarono davanti agli occhi erano situati sulla schiena della guardia a cui era saltata la testa. L'uomo era coperto di cicatrici di qualunque tipo sul dorso: lacerazioni, perforazioni, tagli, sintomo della sua passata abitudine, di fare scudo al suo padrone con il suo corpo. Egli era stato un guardiano leale e onorevole fino alla fine, non si era mai tirato indietro per proteggere il suo signore, e avrebbe dato la vita senza pensarci due volte, anche solo per permettere al nobile di aver salva la vita.
    Al contrario, Shunsu non solo non presentava sigilli di alcun tipo, ma il suo corpo era particolarmente in buono stato, con poche cicatrici di battaglia, segno, ad un occhio esperto, che il suo ruolo era più diplomatico o di ufficio, che in prima linea. Shizuka se fosse stata attenta avrebbe notato un particolare strano in entrambi gli uomini, ovvero l'assenza di oggetti per una traversata lunga e pericolosa. Coltelli, borracce, equipaggiamento semplice ma che qualunque avventuriero o guardiano prepara con attenzione prima di intraprendere un così lungo viaggio.
    Come se il gruppo fosse partito in fretta e furia, preoccupandosi solo delle vettovaglie primarie. Altro dettaglio ad avvalorare questa tesi, la fretta del gruppo di allontanarsi da Suna, all'inizio della missione. Il gruppo era di fretta, molto di fretta.

    [...]

    La mattina dopo fu sempre Shizuka a portare la colazione al nobile, il quale, inaspettatamente aprì subito la porta della carovana. Aveva i nervi a fiori di pelle, le occhiaie, ed era rannicchiato sul pavimento del carro, nascosto nelle sue stesse vesti. Non solo non insultò la ninja, ma anzi, la ringraziò perfino con un rapido gesto compiuto con la testa. Poi richiuse la porta.
    Poco o nulla, ma magari era un inizio.
    Quando arrivò la tempesta, erano pronti. I feriti erano stati riposti in uno dei carri, i cavalli protetti, e i carri bloccati in modo da non essere trasportati via dal vento o fatti a pezzi. Quando i venti arrivarono, l'unico problema fu il tenere gli occhi chiusi abbastanza a lungo da entrare nei carri, ma grazie all'attenta preparazione, non ci furono danni.
    Durante le raffiche, che scuotevano i carri con cattiveria, i cavalli si rannicchiarono a terra, Shizuka si nascose assieme ad Anzo, e Akira restò con i feriti.
    Anzo in quella situazione ripetè le stesse parole che aveva detto ad Akira prima di raggiungere la tempesta, cercando di guadagnarsi la comprensione anche della Kunoichi.

    Anzo: - Prima il tuo compagno mi ha giurato che non mi abbandonerete, ma ho paura, e sono costernato per lo sputo di poc'anzi.-

    L'uomo, che ad ogni raffica di vento mugolava e si stringeva nelle sue vesti, continuò.

    Anzo: Cambiamo strada, saliamo fino al paese dell'erba, tenendoci lontani da Ame di qualche decina di km, e da lì andremo diretti a Kiri, faremo prima, non serve andare verso Kumo come deciso in precedenza. Io...devo consegnare informazioni. Mi vogliono morto. -

    L'uomo quindi si rannicchiò nuovamente per terra dondolando, e ignorando eventuali domande, era troppo spaventato, ma almeno si era dato una calmata. Aveva capito che la situazione era davvero tremenda per lui, e se non avesse collaborato con i due ninja, non sarebbe mai arrivato vivo a destinazione.

    [Dopo la tempesta]

    Quando la tempesta si allontanò verso sud, il gruppo potè riprendere la marcia. Davanti a loro il cielo era limpido, e non sembravano esserci intoppi a distanza di vista. Si trovavano a circa 2 giorni di marcia dal confine nord-est del paese del Vento, nel punto in cui si affaccia sul paese devastato che dava i natali ad Ame. Un luogo lasciato a sè stesso, con paludi, foreste e sentieri, e la città dei criminali al suo centro, che se evitata, faceva di quella regione un'ottima scorciatoia per proseguire verso nord-est senza dover entrare nel paese della roccia a nord. Quando il gruppo avesse deciso di proseguire, e consumare i 2 giorni di viaggio, questi sarebbero trascorsi senza intoppi, fino a lasciarsi alle spalle il deserto, per giungere alle porte di Sarumado, un piccolo villaggio di confine, di passaggio per mercanti, viaggiatori e ninja fuggitivi. Il piccolo centro abitato era un agglomerato di si e no 5 o 6 edifici, compresa una locanda; lì avrebbero potuto riposare, lasciare i feriti, se lo avessero ritenuto saggio, ripristinare le scorte e quant'altro, prima di ripartire alla volta del paese dell'Erba.
     
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    Vizi di Forma

    La Quiete dopo la Tempesta


    Il vecchio nobile sembrava stesse per uscire, finalmente, dal suo guscio.
    Le mie parole sembravano aver fatto breccia nel cuore e nella mente dell'uomo, che sembrò rivelarsi, seppur con poche parole, a me.
    Sembrava voler cambiare tragitto, tagliando, come poi era previsto inizialmente, per il paese dell'Erba e da lì dritti fino a Kiri. Le rivelazioni shock furono, però, ben altre. Il nobile aveva delle informazioni, e per quelle informazioni, qualcuno, lo voleva morto.
    Di più non volle, o non riuscì, a dirmi, quindi decisi di non insistere e mi congedai da Anzo, che aveva già tagliato i rapporti.
    Raggiunsi di fretta Shizuka, al capo della carovana, riferendogli quello che Anzo mi aveva confidato. « Adesso incomincia ad avere tutto un pò più di senso... Non troppo, ma almeno capisco perché stanno giocando a tirarci pali dalla distanza... » Aggiunsi, in modo forse troppo spavaldo per la gravità della situazione. « Non stressiamolo troppo adesso, facciamolo calmare, nei prossimi giorni proveremo a trovare altre informazioni. Sei d'accordo? » Chiesi alla kunoichi. « E adesso capisco perché non hanno atteso la nostra venuta per partire e perché non avevano un equipaggiamento adatto a tale viaggio... Erano già braccati. Dobbiamo scoprire con chi o cosa abbiamo a che fare. Per adesso, però, godiamoci questi ultimi piacevoli giorni di caldo desertico... » Conclusi il discorso, andandomi a posizionare sulla carovana di Anzo, con le gambe incrociate, sguardo rivolto verso la nostra coda. I miei due cloni, nel frattempo, erano entrambi seduti entrambi sulla prima carovana, spalla a spalla, in modo da controllare i due lati opposti.

    La tempesta di sabbia passò. Non senza qualche problema, ma niente di troppo traumatico. Mentre io e i miei cloni, dopo aver allestito con estrema cura e secondo le indicazione di Shizuka la difesa dalla tempesta, ci rifugiammo nel carro con i feriti, mentre Shizuka riuscì ad entrare nella carovana del nobile.
    Da quel momento in poi fui felice di riposarmi nell'attesa che la tempesta passò, in compagnia dei due ninja che avevano rischiato di morire la sera prima. Shizuka era riuscita a chiudere le ferite, ma le loro condizioni erano talmente gravi che necessitavano di ben altre cure mediche. Quando saremmo riusciti a raggiungere un luogo sicuro, avremmo dovuto mandare un messaggio al villaggio ninja più vicino per organizzare il loro recupero.
    Non so bene quanto tempo passò prima che la sabbia smise di abbattersi sul legno, fatto sta che riuscii ad addormentarmi anche con quel casino finché non furono i miei stessi cloni a svegliarmi quando la furia del deserto ci passò, lasciandoci nuovamente alla calma desertica.
    Quando fui sicuro che tutto fosse terminato, avrei spalancato la porta del carro, lasciando cadere una grande quantità di sabbia a terra. « Ehi, piccioncini, tutto bene? » Avrei esclamato rivolto alla seconda carovana. « Approfittiamo di questo momento che magari potrebbe rallentare qualche inseguitore e allontaniamoci di fretta da questo maledettissimo deserto! »
    Se nessuno avesse avuto niente da ridire, io e i miei cloni avremmo quanto più velocemente possibile smontato le arrangiate difese e saremmo ripartiti alla volta del paese dell'Erba.

    Ed il viaggio, stranamente per quei giorni, fu incredibilmente calmo. Nessuna freccia nera scagliata da chissà dove e nessun'altro fenomeno atmosferico ad alto grado di pericolosità. Solo sole e sabbia, ed in quel momento fu per me un gran sollievo.
    « Domani dovremmo arrivare al confine del paese del Vento e, finalmente, dovrebbe finire questo immenso deserto! » Esclamai entusiasta la sera del secondo giorno di viaggio. « Domani farò trasformare i miei cloni nelle due guardie di Anzo, meglio non dare notizia certa che ci sono ninja in giro... Sai com'è, tre persone uguali tendono a farsi notare facilmente. Appena troveremo una locanda, cercheremo di avere qualche altra informazione da parte di Anzo, che ne pensi? »

    Fu così che, la mattina dopo, giungemmo a Sarumado, un minuscolo villaggio sul confine tra il Vento e la Pioggia. Villaggio... Erano praticamente sei edifici messi in croce uno dopo l'altro, tutti in legno, tra i quali una locanda. I miei cloni, appositamente trasformati, ebbero l'ordine di restare in silenzio. « Shizuka... Non facciamo vedere che abbiamo feriti... Prendiamo una stanza e portiamoli dentro con molta discrezione. » Restare nell'anonimato era la scelta, probabilmente, più giusta. Avremmo cercato un posto dove lasciare le carovane e i cavalli, quindi mi sarei avvicinato alla carrozza di Anzo per parlargli. « Nobile Anzo, siamo arrivati in un piccolo villaggio appena fuori il Paese del Vento. Ci riposeremo qui fino a domani mattina quando ripartiremo. Voglia seguirci, e la prego di non dare troppo a vedere cenni di allarmismo... I miei cloni hanno preso le sembianze delle sue guardie... Non vorrei che si spargessero voci in un così piccolo paese. » Gli avrei quindi aperto la porta, facendogli strada. Avrei chiesto una stanza all'ultimo piano, se Shikuza fosse stata d'accordo, con vista, se possibile, sul luogo dove avevamo lasciato le carrozze e i cavalli. Se fosse stato possibile avere una camera secondo le mie esigenze, avrei cercato immediatamente con i miei cloni, mentre Shizuka e Anzo prendevano possesso della camera, un ingresso secondario che avrei utilizzato per portare i feriti all'interno della locanda.
    Quando fummo tutti riuniti nella stanza, mi sarei subito assicurato di avere due occhi sul piano delle scale posizionando lì un mio clone, mentre l'altro sarebbe rimasto in camera ad osservare fuori la finestra la situazione. Quando mi fui assicurato della sicurezza del posto, mi sarei disteso sul letto più vicino. « Oh! Finalmente un bel letto comodo! » Sprofondai nel materasso. « E non vedo l'ora di fami un bel bagno! » Esclamai, ancora più felice di quella possibilità. « Prima però dobbiamo decidere cosa fare dei due feriti... Non possiamo più portarli con noi, è troppo pericoloso ed hanno bisogno di altre cure. Mi verrebbe da dire di mandarli a Konoha o indietro a Suna, magari nascosti in un carro di un mercante o qualcosa del genere... Altrimenti potremmo liberarci di una carovana... Te che dici Shizuka? Visto che sei un'esperta delle illusioni, hai qualcosa che può tornarci utile? » Avrei domandato, per poi passare al nobile Anzo. « Lei, invece, nobile Anzo, spero che si sia ripreso dagli ultimi terribili eventi... Ha capito che noi non siamo suoi nemici, e di questo ne sono felice, però abbiamo bisogno di altre informazioni... Dobbiamo sapere... Che cosa sta accadendo? Chi la vuole uccidere? Di che informazioni è in possesso? » Domandai, stranamente serio.

    A quel punto la situazione era chiara. Avrei deciso insieme a Shizuka cosa fare con i feriti, se c'era un modo sicuro per mandarli indietro avrei acconsentito, altrimenti avrei optato per lasciare i feriti in quella locanda e avrei fatto mandare un messaggio a Suna, visto che era stato il villaggio a organizzare la missione. Nella giornata avrei chiesto a Shizuka di mandare un suo clone, o eventualmente lei, a fare provviste per il viaggio del giorno dopo. Avrei approfittato della giornata per riposarmi per bene, utilizzando i cloni trasformati come guardie ed occhi sempre vigili. Gli stessi vigilanti sarebbero stati sempre vigili anche di notte, mentre noi avremmo riposato - forse - tranquillamente. La mattina dopo, all'alba, avremmo abbandonato il piccolo villaggio di confine diretti verso l'Erba.

     
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    CEASE FIRE

    We tried our best to stop these kinds of attacks through dialogue,
    but we also made it clear that, if need be,
    we will have to try to put an end to such attacks by force.
    Sort of....




    Shizuka era una persona che pensava molto, troppo. Su tutto.
    Incapace di affrontare con superficialità, viveva di stime di cui migliorava la percentuale di perfezione via via che aumentava la sua abilità di Shinobi. Probabilmente per quella ragione, non poté non prendere in considerazione la possibilità che quell'uomo stesse mentendo.
    Quando Anzo cominciò infatti a parlare, conteso tra un'ansia palpabile e l'incertezza, la piccola Chunin non riuscì a non dubitare che la verità che le veniva esposta non fosse semplicemente quella che era suggerita, ma si vide bene dal farlo presente. Come al solito, del resto, il beneficio del dubbio era giusto concederlo sempre.
    Posando su uno dei sedili della carrozza una capiente ciotola d'acqua con delle stoffe strappate e una coperta, si assicurò un'ultima volta che tutto l'accampamento fosse sistemato come aveva disposto, annuì poi verso Akira –sostando con lo sguardo su un'altra bacinella d'acqua tra le mani di lui, che sarebbe servita al suo stesso scopo– e poi entrò di nuovo al riparo del carro, assicurando tutte le finestre e la porta.
    «Shiratoshi-sama, la mia missione è quella di portarvi sano e salvo a Kirigakure no Sato. Non vi abbandonerò a prescindere da cosa affronterò e da quale trattamento mi verrà riservato, per rispetto a voi, al mio onore e alla fedeltà per il mio Villaggio.» Disse la ragazza, ed era sincera. Prese a quel punto delle pezze imbevute d'acqua e le porse al nobile. «Lavatevi e ristoratevi, ora, sono certa che dopo andrà meglio.» Osservò sorridendo, prendendo poi a fare lo stesso.
    ...Non aveva ancora idea di come chi li seguiva riuscisse a sparare loro addosso con quella precisione millimetrica, e per quanto avesse studiato in passato o per quanto Raizen l'avesse preparata all'impossibile, tutto ciò che sapeva non sembrava bastare in quella dannata situazione, che temeva potesse sfuggirle ancora una volta di mano da un attimo all'altro. Odore, suono, chakra... aveva valutato quello e altro; e aveva infine deciso che finché non fosse stata abbastanza sicura sulla possibilità più plausibile avrebbe continuato ad impazzire dietro ad ogni accortezza.
    Quando ebbe finito di tergersi estrasse dalla sua borsa a tracolla un taccuino di pelle di daino e una penna, scarabocchiò qualcosa sui primi fogli liberi e poi porse tutto ad Anzo.

    “Le informazioni che avete possono essere divulgate a me e il mio compagno?
    Sapete chi vi sta inseguendo e perché?
    Quello che custodite ha a che fare con il vostro corpo?
    Possedete abilità o caratteristiche particolari di cui dovremmo sapere?
    Sapete inoltre niente circa la fine del vostro attendente?”


    La bella calligrafia della Principessa era chiara e facile da leggere, e le domande si susseguivano una dopo l'altra. Infondo a tutte, però, c'era un altro appunto.

    “Non temete se non potete spiegare tutto, sto solo cercando di capire con cosa abbiamo a che fare e qual è il modo migliore di muovermi. Cerco di avere il quadro completo, ma se ciò che serbate è segreto, ne avrò rispetto come spero voi ne abbiate per questa missione.”

    «Affronteremo passo dopo passo quello che ci capiterà, Shiratoshi-sama.» Si limitò ad aggiungere a voce la ragazza, offrendo con gentilezza la coperta al nobile, cui sorrise. Si sedette a quel punto per terra, accanto a lui, e messasi a braccia conserte, rannicchiata nel mantello che un tempo era di Hisagi, cercò di calmare la mente e di riposare. Aveva bisogno di energie, tutte quelle che poteva.
    Eppure, suo malgrado, non riuscì a non pensare ad un'ultima cosa: perché evitare la pioggia, passare dall'erba e poi dirigersi a Kiri, quando dall'anauroch la via più breve era dalla cascata, poi dal fuoco e infine via mare? Se il problema di quella spedizione era la velocità, se era impellente arrivare prima e bene, se dopotutto erano cacciati come conigli con il rischio di morire da un giorno all'altro... perché fare proprio quel giro? E perché le frecce arrivavano dalla direzione di Suna, il luogo che si supponeva fosse considerato dal nobile "casa"...?
    Chiuse gli occhi, abbassando la testa sul petto, e aspettò che la sua mente elaborasse la tranquillità.


    La mattina dopo Shizuka si alzò di buon'ora, constatò la situazione dell'accampamento e poi uscì. Preparò per tutti la colazione attingendo alle provviste, controllò la condizione dei cadaveri e poi si occupò dei feriti, che visitò, dissetò e sfamò con una pappa morbida di acqua e datteri facile da ingerire. Quando assicurò che tutto fu sistemato, avvicinò Akira.
    «La scelta del percorso mi lascia interdetta.» Si limitò a dire mentre controllava i cavalli impastoiati e riforniva anche loro di cibo e acqua. Sorrise gentilmente, come se avesse parlato del tempo, poi salì nella carrozza di Anzo e si limitò a parlare assai di rado nei giorni che seguirono.
    Non abbandonava mai il fianco del Nobile se non per controllare i feriti, stranamente anche se stessa, e discutere con l'Hozuki, che al contrario dell'inizio della missione teneva molto più in considerazione. Quantomeno adesso esprimeva le sue perplessità e lasciava lui la possibilità di interpretarle. La fiducia che sembrava denotare nella sua intelligenza, era una bella concessione da parte di una persona come Shizuka, da sempre abituata a fare tutto da sola e dunque poco incline al lavoro di squadra.
    Alla fine del secondo giorno finalmente la sabbia cominciò a farsi sempre più scarsa in favore di terra umida e compatta, che la Chunin accolse con una gratitudine tutta nuova. Quando infatti quella sera si accamparono in mezzo ad un bosco alto e dai tronchi massicci, abbastanza folto da tutelarli alla vista e sperò anche da qualsiasi altro scherzo di tiro a segno, non esitò a scendere dalla carrozza e toccare terra felicemente, come se fosse quasi impazzita. Un istante dopo era già sparita nel folto della vegetazione, tornandone però subito con una dozzina di cespi di erbe e bacche selvatiche con ancora tutte le radici attaccate.
    Dopo aver assicurato la cena per tutti e aver sfamato sia il suo gruppo che i feriti e i cavalli, estrasse dalla sua tracolla una specie di ciotolino in legno con un pestello dalla forma buffa, accanto a cui dispose le erbe su di un panno. Dopo una cernita e una pulizia generale iniziò a lavorare le piante, e smise solo quando terminò di spezzettare gli steli di lunghi fiori dalla forma particolare [Erborista]
    Erborista [Generica]

    Artigianato
    Speciale: L’utilizzatore è in grado di creare l’equipaggiamento ninja parigrado, se ha con se un’adeguata attrezzatura e circa 1 ora ogni 10 crediti.
    L’utilizzatore può creare solo 1 singola tipologia di equipaggiamento scelta all’acquisizione, in tal caso Veleni. Può creare solamente equipaggiamenti dell’archivio liste.
    [Da genin in su]

    Kit Attrezzatura Portatile
    Si tratta di un set di accessori da artigiano che può essere utilizzato per preparare un’officina di campo. È necessaria un’ora di preparazione prima di iniziare a lavorare.
    Tipo: Supporto - Supporto
    Dimensione: Media
    [Da genin in su]

    Creatività
    Abile: L’utilizzatore può creare anche equipaggiamento personale parigrado utilizzando l’abilità Artigianato.
    [Da chunin in su]

    Officina
    Speciale: L’utilizzatore può aprire un’officina permanente. Il tempo di preparazione è ridotto a 1 ora per 100 crediti per chi conosce la competenza, altrimenti a 1 ora ogni 10 crediti.
    [Da chunin in su]

    Artigianato Leggendario
    Speciale: L’utilizzatore è in grado di infondere in un oggetto delle proprietà incredibili; l’oggetto diventa una competenza Equipaggiamento con i successivi 4 slot composti da abilità, tecniche o conoscenze che possono attivare.
    [Da genin in su]

    «Shiratoshi-sama, stanotte lasceremo i corpi dei vostri attendenti in questa foresta e daremo loro una giusta sepoltura.» Annunciò a quel punto abbassando la testa. Strinse la mano destra attorno alla sinistra, esitando per un attimo. «Mi dispiace per quello che è accaduto, la colpa è mia.» Mormorò, e ancora una volta si inchinò profondamente. Poteva forse aver capito che doveva collaborare per sopravvivere e che da sola, stavolta, non avrebbe fatto niente. Ma elaborare l'errore per cui erano morte delle persone, era una faccenda più complicata. «Akira, veglia il nostro Signore. Uno dei tuoi cloni, invece, con me.»
    Quando si riportò in eretta postura si allontanò, staccò le stole di plastica e stoffa pesante entro cui aveva avvolto i cadaveri e trascinandole un po' più là le aprì per constatare la loro condizione. Gli sbalzi di temperatura del deserto, come del resto i due giorni di viaggio, avevano leso i corpi abbastanza da permetterle finalmente la sua seconda valutazione, ragion per cui ordinò al clone dell'Hozuki di scavare una buca profonda abbastanza da poterci entrare fino al torace e si mise ad analizzare di nuovo i corpi, con la calma e il sangue freddo che quella notte nell'anauroch non aveva avuto, cercando ancora una volta qualcosa, nel loro corpo, che potesse denotare sigilli, malattie o qualsiasi altro genere di possibilità precedentemente non stimata [Spec. Fuuinjutsu&Medico].
    Sperava stavolta di poter individuare qualcosa che le permettesse di capire quantomeno la morte allucinante del tipo con il passamontagna, di cui alla fine non era riuscita a vedere neanche il volto, e qualora Anzo le avesse precedentemente fornito informazioni sugli attendenti, e perché no anche su se stesso, cercò di farle opportunamente fruttare prima di effettuare un prelievo di sangue su ciascuno dei due corpi, che mise al riparo di due fialette di plexigrass infrangibile prese dalla sua tracolla, prima di procedere alla sepoltura.
    Quando tornò indietro da Akira e Anzo, dopo essersi ripulita e sistemata, si limitò ad annunciare che era giunto il momento di riposare per il giorno successivo. Si fermò solo qualche attimo con il compagno di team, ascoltando le parole di lui.
    «Facciamo come dici. Non condivido particolarmente l'adottare proprio quell'aspetto, ma se pensi che così sia più giusto, per me va bene.» Rispose dopo averci pensato su un attimo. In verità avrebbe preferito evitare proprio le sembianze delle guardie decedute, ma voleva provare a collaborare per una buona volta e decise di fidarsi della strategia di Akira, premettendo però che avrebbero dovuto dare il tempo ad Anzo di farsi una ragione di ciò che i suoi occhi vedevano per evitare che egli, arrivato al villaggio successivo, si tradisse in qualche modo.
    Tornò a sedersi sul gradino della carrozza entro cui il mandante della missione riposava e riprese a lavorare le sue erbe con pazienza prima di dormire e lasciare la guardia, come sempre, ai cloni del ragazzo di Kiri.


    Il Villaggio di Sarumado era pessimo come poteva essere qualsiasi avamposto di così piccole dimensioni posto ai confini di un Paese che aveva smesso da tempo di essere in grazia dell'Accademia. La ragazza non disse ad alta voce nessuna di quelle osservazioni e si limitò solo a parlare ai due compagni poco prima di superare le traballanti barricate che fungevano da gate d'accesso.
    «Siamo tre mercanti di Suna che hanno avuto un trascorso difficile nel deserto. Ci hanno rubato le stole di stoffa che trasportavamo con l'intenzione di venderle all'Erba e alla Cascata. Non abbiamo niente se non tanta disperazione e una carrozza in più che buone condizioni che intendiamo rivendere al prezzo migliore. Ci siamo fermati qui perché è il primo villaggio che potevamo incontrare e in cui potevamo riorganizzarci.» Disse la kunoichi, soppesando la sua storia fatta di mezze verità. I Ladri del Deserto erano una realtà forte, soprattutto dopo l'avvento dei Kijin, che sembravano aver sdoganato molti atti di aggressione nell'anauroch. «I due shinobi che avevamo assunto sono stati feriti gravemente nel tentativo di proteggerci e hanno bisogno di recarsi quanto prima nel più vicino Villaggio Accademico per ricevere cure mediche adeguate. Parlo di Konoha, ovviamente.» Puntualizzò. Sembrava quasi felice, come se fosse lei quella a dover tornare a casa. A quel punto indicò rispettivamente il nobile Shiratoshi e Akira. «Tu sei Ryosuke Shikaku, mio padre, io sono Shiori, la tua unica figlia, e tu sei Sousuke Takanata, il mio fidanzato e futuro marito.» Così dicendo trattenne a stento un sorrisetto e guardando l'Hozuki fece spallucce. «Beh, come si suol dire la necessità permette cose che altrimenti non potremmo permetterci.» Ironizzò, ma tagliò lì il suo pessimo tentativo di smorzare la tensione. «La buona infiltrazione è quella che dice il vero, ma lo dice in modo favorevole allo scopo.» Continuò a dire, rivolta ad Akira. «Non possiamo nascondere di essere in una situazione critica e con due feriti, ma possiamo spiegare la nostra verità e recitare talmente bene da convincere noi stessi prima degli altri.» Sperò vivamente di avere ragione, stavolta. Avrebbe comunque chiesto pareri non solo all'Hozuki ma anche a Shiratoshi, e in base alle loro osservazioni avrebbe modificato o tenuto il piano come tale. «Usa la Henge e ricorda che se le tue guardie esplodono, a gestirle non sei tu, ma Uriko con le poche forze che rimangono lei. O qualcosa del genere, mi fido di te.» Disse poi, rivolgendosi ad Akira. «Non vi chiedo di recitare, Shiratoshi-sama, ma di supportare le nostre menzogne.» Disse ancora, rivolta ad Anzo, il cui carattere ansioso e spaventato poteva giustificare egregiamente la sua farsa. Ne controllò i vestiti e quando fu certa che anche quelli apparissero miseri quanto la sua espressione, continuò. «Alloggeremo tutti e tre nella stessa stanza. Dove va uno, vanno tutti. Questa è una recita, pertanto lasciate che vi spieghi una cosa: è possibile che qualcuno di noi si contraddica o sbagli. In quel caso non fatevi prendere dalla disperazione, non agitatevi.» Guardò Anzo e gli sorrise. «Ogni errore può diventare un punto a nostro favore e avvantaggiarci. E' l'arte dell'improvvisazione, questa. Siamo insieme e finché lo siamo niente può buttarci a terra. Se ci separeremo, saremo forti per gli altri. In questo modo arriveremo in fondo.» Ancora una volta sperò di avere ragione. «Andrà bene.» Aggiunse, anche e soprattutto a se stessa. A quel punto, dopo aver usato la sua hengeL'illusione
    arte: L'utilizzatore innalza la resistenza della tecnica "Henge no Jutsu" di Leggera per ogni basso speso. Il suo aspetto trasformato mostrerà alterazioni credibili se colpito o danneggiato. La resistenza massima raggiungibile è di una ferita Grave.
    (Consumo: variabile)
    [Da Chunin in su]


    , spronò i cavalli e ripartì.

    La locanda era un edificio su due piani con delle stalle più ampie di quanto lo erano le stanze per i viandanti. Shizuka lasciò un suo cloneTecnica Superiore della Moltiplicazione del Corpo - Kage Bunshin no Jutsu
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Una (1)
    L'utilizzatore può scindere il proprio corpo in più cloni corporei. Possono essere creati entro 1,5 metri dall'utilizzatore o da un suo clone, potranno allontanarsi fino a 30 metri. Sono esteriormente e potenzialmente uguali all'originale. Possiedono 500 crediti equipaggiamento duplicati; non è possibile duplicare Bombe e Tonici.
    Se distrutti, rilasceranno una nuvola di fumo che concede occultamento ambientale parziale entro mezzo metro, per 1 slot azione; le informazioni possedute ritorneranno all'utilizzatore. Torneranno all'utilizzatore 1/8 dei danni subiti dai cloni, sotto forma di affaticamento; i tonici utilizzati dai cloni verranno conteggiati nei limiti dei tonici utilizzabili dall'utilizzatore.
    La vitalità è pari ad una ferita ½ leggera ogni grado ninja posseduto. Il chakra posseduto è diviso equamente tra tutte le copie create e l'utilizzatore; una volta disattivata la tecnica o distrutti tutti i cloni, il chakra residuo tornerà all'utilizzatore. Tutti cloni possono sfruttare la TS se attivata dall'utilizzatore; utilizzare e mantenere la tecnica speciale richiede tutti gli slot tecnica.
    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Livello: 4 / Consumo: Medio )
    [Da chunin in su]
    dentro alla carrozza dei feriti e ordinò lui di rimanere lì a sorvegliare che nessun simpatico ladro tentasse la fortuna quella notte. Solo dopo ciò si occupò di richiedere personalmente la stanza, preferendo affidare Anzo all'Hozuki e i due feriti ai cloni di lui sotto henge.
    «Buonasera buon uomo.» Esordì così Shizuka. La sua voce era completamente cambiata, assumendo la cadenza tipica degli abitanti della Sabbia [Recitazione]

    Recitazione [1]
    Abile: L'utilizzatore può modulare a piacimento il proprio timbro vocale, riuscendo a parlare come una persona molto più giovane o anziana di lui, del sesso opposto, o impersonando una persona specifica.
    e anche il suo aspetto era assai diverso, tipico di un nativo del Vento. «Siamo tre mercanti di passaggio, abbiamo avuto problemi nel deserto e desideriamo una stanza e un pasto caldo per questa notte per noi tre, e un medico per i nostri compagni.» Disse ansiosa, cercando di spiegare la situazione all'interlocutore. Avrebbe dunque cercato di intrattenere una blanda conversazione, se possibile, ma senza lamentarsi troppo. I sunesi erano gente pratica, temprata dal deserto, capaci di rialzarsi ad ogni sconfitta. Quando e se le si fosse offerta la possibilità, Shizuka avrebbe poi tentato di sfiorare una delle braccia dell'oste, indicando lui verso le stalle [La manipolazione]La manipolazione
    Villaggio: Personale
    Posizioni Magiche: (0)
    L'illusione si attiva se toccata la vittima anche solo per un istante. In questo modo l'utilizzatore è in grado di estrarre informazioni generiche sulle regole sociali o sugli atteggiamenti graditi o sgraditi al bersaglio del suo tocco. L'estrazione di informazioni non è percepibile dalla vittima e non è possibile opporsi.
    Tipo: Genjutsu
    (Livello: 6 / Consumo: MedioBasso.)
    [Da Genin in su]

    nel chiedergli se davvero non c'erano problemi ad aver fatto sistemare i suoi trasporti lì, come il suo garzone le aveva detto. Sperava così di assorbire ogni dettaglio circa gli usi, i costumi e il sapere di quel posto, come per esempio dove trovare buone informazioni, di chi potersi fidare e a che prezzo, e anche a chi vendere una carrozza, con magari qualche cavallo, per un buon ricavato.
    Si diresse poi in camera con Anzo ed Akira ed apprezzò il tentativo di quest'ultimo di rendere sicuro il posto, un po' meno che questo fosse esposto sulla strada. Fu felice di trovare il letto vicino all'armadio, in una parte della stanza in cui non c'erano finestre e in cui anche l'inclinazione di quelle presenti dava problemi a colpire con precisione proprio lì, anche se, vista la precisione già dimostrata di chi li seguiva, nulla toglieva di svegliarsi come spiedini di carne la mattina successiva... ma preferì non pensarci.
    «Mi sembri poco addolorato e molto voglioso di parlare a voce alta di cose che anche i muri possono sentire.» Disse la ragazza subito dopo, rivolgendosi all'Hozuki, di cui provò a prendere il mente tra indice e pollice della destra. «Amore mio, se vuoi comunicare, d'ora in poi lo farai con il cuore.» E così dicendo gli infilò in mano il suo taccuino e la sua penna, ragionando.
    Era inutile usare il suo Sharingan su qualcuno, anche perché l'effetto delle sue illusioni aveva un raggio oltre il quale diventava inutile e non poteva dunque assicurare che i feriti arrivassero a destinazione. Ne conseguiva che forse una commissione su pagamento era, in fin dei conti, la soluzione migliore. Fino a quel momento avrebbero lasciato i compagni alle cure del medico di Sarumado. Decise di discuterne comunque con Akira e sentire il suo parere prima di agire in quel senso.
    Prese il suo taccuino e buttò giù qualcosa con distrazione.

    “Shiratoshi-sama, sapete che non dovete sentirvi costretto, ma vi prego di ricordare che qualsiasi cosa ci potete dire può esserci utile. Avendo scelto di passare dalla Pioggia anziché dal Fiume le nostre tempistiche potrebbero risentirne, è giusto a mio avviso valutare ogni possibilità."

    Valutò poi se mettere al corrente i due di quanto aveva scoperto in precedenza, tra manipolazioni mentali e valutazione dei cadaveri, sempre messo che fossero cose degne di rilevanza, ovviamente.
    Durante il pasto di quella sera, qualora le condizioni fossero state ottimali e a loro favore, avrebbe poi imbastito personalmente la vendita del carro più grande –e dunque pesante, ingombrante e difficile da portare, se non per altro il più mal messo e carico di odore di candeggina, che non aveva voluto o potuto dimenticare–, con i soldi ricavati, poi, avrebbe provato a trattare il trasporto dei due shinobi a Konoha. Ovviamente con le giuste assicurazioni.

    Dunque, aveva fatto praticamente tutto quello che poteva fare per assicurare il suo generoso culo, quello più flaccido di Anzo e quello discretamente interessante di Akira.
    Visto l'andazzo di quella missione, a quel punto, sarebbe andato tutto a puttane.
    Sorridendo a quei pensieri, la Chunin riprese a mangiare in silenzio.
     
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    Soggiorno rilassante in quel di Sarumado



    Quando il gruppo ebbe ricreato coesione in vista delle tempesta, la chunin della Foglia porse una nota al nobile utilizzando alcuni fogli da un taccuino che possedeva, con alcune domande rivolte ad Anzo, probabilmente per evitare di avere una conversazione orale sull'argomento. Il nobile, seppur tremolante, prese il foglietto e iniziò a leggere tenendo il foglio molto vicino agli occhi, come fosse in possesso di una vista pessima. Dopo qualche secondo abbassò il foglietto e fece di sì con la testa, chiedendo una penna per scrivere la sua risposta. Una volta ricevuto qualcosa per scrivere, annotò per Shizuka le seguenti parole:

    " Affari andati male, mercanti del Vento hanno assoltato dei ninja per uccidermi, per non aver concesso un appalto per il quale avevo ricevuto un "benefit".



    Niente altro. Le domande che non avevano ricevuto risposta erano da intendersi come un "no" piuttosto che come un "non voglio rispondere". L'uomo era solo inseguito da qualcuno che voleva fargliela pagare, e non sapeva un bel niente di tutto il resto; dopotutto era un ricco nobile, non un guerriero.
    Successivamente, Anzo si mostrò compiacente per la scelta di Shizuka di voler dare sepoltura ai suoi uomini, ringraziando la ninja molteplici volte; a quanto sembrava, con un rischio vero e consistente di lasciarci le penne, il principino aveva cambiato decisamente atteggiamento, divenendo gentile e accondiscentente come un cucciolo ferito.
    Ne seguì quindi la sepoltura dei corpi, o di quello che restava di loro, dai quali Shizuka prelevò dei campioni, senza trovare nulla di particolare nè su di essi, nè sui corpi delle suddette vittime.

    [Sarumado]

    Giunti al villaggio, il gruppo aveva escogitato un complesso, ma allo stesso tempo semplice, piano di azione, per fingersi altre persone e ricevere tutte le informazioni e gli aiuti di cui avevano bisogno. Nella locanda fu Shizuka a rivolgersi all'oste, raccontanto la falsa verità circa la loro identità e sul motivo della loro visita; ed anche aiutata dalla sua capacità coercitiva, dopo aver sfiorato l'oste, la ragazza ottenne praticamente tutto quello che voleva dall'uomo.
    - Nobile signorina, il luogo dove avete lasciato i vostri straporti andrà benissimo, data la vostra situazione e la vostra richiesta di una notte di riposo dopo un assalto, siamo ben felici di ospitarvi gratuitamente, dopotutto se gli uomini del Vento non si aiutano tra loro, chi dovrebbe? -
    Quindi si fermò un attimo a riflettere, mentre tirava fuori da sotto il bancone una bottiglia d'acqua fresca ed un bicchiere, porgendoli alla ragazza. Il bicchiere era pulito, e la bottiglia sigillata, se la ninja avesse voluto fare attenzione ad un eventuale avvelenamento.
    - Riguardo la vostra richiesta, mio figlio è il farmacista del villaggio, e spesso si reca a Konoha per fare scorte, sono sicuro che per quello che volete vendere, sarà ben felice non solo di aiutarvi, ma anche di portare qualcosa per voi se volete, dopotutto, il suo carro inizia ad essere datato e cade a pezzi. Posso chiamarlo e mandarlo nella vostra stanza questa sera stessa, a vostro piacimento. -
    L'uomo sembrava essere caduto con tutte e due le gambe nel tranello della ragazza, arrivando quasi a regalarle la locanda, se questa glielo avesse chiesto.

    [...]

    Nel pomeriggio il gruppo si trovava in stanza, una camera di degno arredamento e molto pulita, simbolo dell'apprezzamento, manipolato, dell'oste verso il gruppo. Una volta tutti assieme avrebbero potuto lavarsi nel bagno presente nella stanza stessa, e anche Anzo avrebbe atteso il suo turno diligentemente, come se a causa degli avvenimenti, avesse scordato il suo essere un nobile, e pretendere di ricevere tutto e subito. Quando fosse toccato a lui, si sarebbe recato nel bagno assicurandosi di chiudere bene a chiave per non essere disturbato, e circa 15 minuti dopo, sarebbe uscito bello profumato e con un nuovo cambio di vestiti; i nobili avevano sempre un cambio di vestiti a portata di mano. La cena sarebbe arrivata verso le 19, una minestra per ognuno di loro, con del pane e una coscia di coyote arrosto, molto comune da quelle parti. Lo stesso Anzo si avventò sul cibo come l'ultimo dei garzoni, mangiando con le mani con estrema voracità, rispondendo, nel mentre alle domande di Akira.
    - No non posseggo altri segreti a riguardo, siete fissati con i segreti, ho già detto a lei cosa succede, mi vogliono morto per un mio stupido errore, ho accettato una bustarella di troppo. Tornassi indietro non accetterei di nuovo di essere cugino di un Daimyo, non pensavo di attirare le ire di un mercante qualunque, io volevo solo poltrire e ingrassare circondato da belle fanciulle. E passeremo da dove ho detto, non possiamo passare dal fiume, ho gente che mi mal vede anche lì. Per...beh, lo stesso motivo. -
    Un nobile corrotto, tanto per cambiare.
    Verso le 20, alla porta del gruppo qualcuno avrebbe bussato un paio di volte.

    - Salve, ehm, sono Saru, figlio del locandiere, mio padre mi ha annunciato i vostri bisogni, c'è nessuno? -
    Se non avesse avuto risposta avrebbe continuato a bussare per poi tornare al piano di sotto, altrimenti, a seguito di ulteriori sicurezze, avrebbe ripetuto quanto già detto, assicurando il suo aiuto ai ninja. Qualora fosse entrato, si sarebbe mostrato come un giovane di circa 30 anni, vestito modestamente, con un grande sorriso bonario. Il suo scopo era di portare a termine la vendita della carrozza, della quale aveva un disperato bisogno, e avrebbe in cambio offerto aiuto ai ninja nel prestare soccorso ai loro compagni, oltre al soddisfare altre eventuali richieste.
    - Permesso...salve gentili clienti, sono qui poichè mio padre, il locandiere, mi ha avvertito di un vostro impellente bisogno, avete dei feriti che necessitano di assistenza dico bene? E un carro, di troppo, eheheheh ? -
    Il ragazzo sembrava sincero, e ad un controllo di Shizuka, anche con una illusione, il ragazzo avrebbe rivelato sincerità, dimostrando di non essere neanche lontanamente un combattente. Finalmente una faccia amica con cui avere a che fare. Il ragazzo si sarebbe offerto di somministrare ai due feriti un tonico vegetale di sua creazione che avrebbe temporaneamente tamponato le ferite in maniera molto sicura, fino ad un loro trasferimento a Konoha o a Suna. In più, se i ninja lo avessero permesso, si sarebbe offerto di portare lui stesso la mattina seguente i feriti in una delle due città, e avrebbe anche curato i presenti e li avrebbe riforniti di tonici di vario tipo, se loro avessero accettato di scambiare il loro carro migliore, in cambio di tutti questi servigi. Quindi avrebbe esaminato i feriti, partendo da Uriko, constatando la gravità della ferita, e somministrandole il tonico; tonico che aveva lasciato esaminare anche a Shizuka, per rassicurarla sulla veridicità delle sue parole, dato che il gruppo sembrava molto attento.
    Una volta spinta la piccola pastiglia nella gola della ragazza, avrebbe ripetuto lo stesso trattamento su Hisagi.

    [Non troppo lontano]

    Nel palazzo esattamente antistante la locanda, che comprendeva un negozio al piano inferiore, e appartamenti privati al superiore, qualcuno stava aspettando i ninja, da almeno due giorni. Sicuri del loro passaggio da quel villaggio, i loro nemici si erano preparati per riceverli, senza che loro sospettassero nulla. Infatti i ninja stavano portando con loro qualcosa che forniva ai loro assalitori molte più informazioni di quante il gruppo di accademici sospettasse. Anzi, portavano, qualcuno.
    E in quella stanza buia era presente una figura, seduta a terra a gambe incrociate, che rideva.
    Ad un certo punto, le risate si fermarono.

    [In stanza]



    Improvvisamente, il gruppo sarebbe stato testimone di una scena terrificante. Il giovane Saru, chino su Hisagi, e in un istante, dalla bocca di quest'ultimo fuoriuscì del sangue in un lampo; assunse una forma conica, e si trasformò in un proiettile largo cinque centimetri, che penetrò nella faccia del farmacista, con una forza tale da portarsi dietro tutti i connotati facciali, e uscì dal retro del cranio conficcandosi nel soffitto, con il sangue e i residui di cervello che cadevano a terra, sanguinolenti.
    Il genin di Oto si sarebbe alzato sulle sue gambe, e i suoi occhi sarebbero stati totalmente neri. La mossa successiva, lanciarsi su Anzo, che già urlava correndo da una parte all'altra della stanza.

    CITAZIONE

    Attacco Improvviso - Kyuu Batsu
    Villaggio: Konoha
    Posizioni Magiche: Nessuna ( 0 )
    L'utilizzatore effettua un attacco molto rapido, riducendo quanto più possibile i movimenti inutili. La Velocità è incrementata di 3 tacche mentre la distanza minima di percezione è azzerata durante l'attacco e l'eventuale slot azione di movimento precedente.
    Tipo: Taijutsu
    (Livello: 5 / Consumo: Mediobasso )
    [Da studente in su]

    Lo scatto vero Anzo, con, nella mano destra, un kunai creato dal suo stesso sangue, dato che l'otese era stato privato del suo equipaggiamento. Il ninja si era del tutto scordato chi fosse, e stava ora attaccando i compagni, senza nemmeno curarsi della loro presenza, sempre ammesso che fosse lui ad attaccarli.
    Contemporaneamente al suo scatto, il cono di sangue che aveva macellato il farmacista, conficcato nel soffitto, avrebbe invertito la sua forma, staccandosi e assumendo verso il basso la parte acuminata, dirigendosi verso il petto di Uriko, per toglierla di mezzo una volta per tutte. Chiunque stava tirando i fili, aveva progettato tutto per questo momento.


    Edited by Jotaro Jaku - 7/12/2015, 00:50
     
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    Burattini


    Ormai il puzzle si stava, lentamente, tassello per tassello, ricomponendo.
    Anzo si era finalmente aperto con noi, incominciando a collaborare veramente con me e Shizuka. Le sue parole, scritte quasi a stento per via dell'agitazione, per quanto spicciole, erano fin troppo chiare. Lessi quasi con disgusto quello che c'era scritto. Semplice e quasi banale, d'altronde era pur sempre un politico influente. « Oh, che schifo... » Non riuscii a trattenere le parole dalla mia bocca. « Scusa. » Guardai Shizuka negli occhi, probabilmente l'avrei dovuto tenere per me. « Mi è scappato... » Cercai di scusarmi, con scarsi risultati probabilmente.
    Anzo non era nient'altro che un politico influente e corrotto, e adesso i mercanti che aveva incastrato gliela volevano far pagare. Niente di più semplice e scontato in quel mondo. « Pfff... » Sbuffai, alzandomi e incominciando a scavare le fosse per i cadaveri delle povere guardie, colpevoli solo di aver donato la loro vita a un anziano troppo ricco e meschino. Adesso tutto incominciava ad avere senso, anche se non riuscivo ancora a capire perché doveva arrivare a Kiri per salvarsi la pellaccia. Adesso capivo perché non aveva richiesto ninja più esperti, semplicemente perché non voleva rovinarsi con le sue stesse mani: era così codardo che preferiva rischiare la vita di altre persone piuttosto che la sua posizione. Non pensavo che un uomo del genere si sarebbe mai autodenunciato, quindi anche lui doveva avere una sorta di piano. Eravamo burattini in mano a uomini sempre più potenti di noi, ma un giorno quello sarebbe cambiato. Magari sarebbe servito un po', ma l'avrei scoperto il suo piano e, una volta salvo, c'avrei pensato comunque io a dargli il benservito. Questa era l'unica cosa a cui pensavo mentre la pala, aiutata dal mio piede, entrava nella sabbia, quando ormai il sole stava già tramontando dopo la tempesta.


    Sarumado, la locanda e l'oste si rivelarono essere semplicemente quello che apparivano: una tranquilla cittadina di frontiera, con la sua locanda da quattro soldi e il bravo e credulone locandiere di turno. La farsa messa in atto da Shizuka funzionò a pennello sul nostro strano terzetto - più i due moribondi - e riuscimmo ad ottenere, oltre al posto per posteggiare i carri e i cavalli - anche una comoda grande stanza al primo, e ultimo, piano del locale. Il figlio del locandiere era anche farmacista del villaggio, quindi si propose di riferirgli di darci aiuto con i feriti. In cambio di uno dei carri poteva trasportare fino a Suna o Konoha e medicare i feriti. Sembrava, finalmente, andare tutto per il meglio, sebbene non avessi il coraggio di esultare pubblicamente, visto che temevo che uno tsunami potesse allagare quella piccola cittadina dimenticata dai kami solo per il nostro passaggio.

    La stanza era grande abbastanza per contenere tutti e sette - contando anche i miei due fedeli cloni e i due feriti - pulita sebbene leggermente spoglia. Decidemmo ben presto di fare a turno per l'uso del bagno, il primo vero bagno dopo tanti giorni di calda marcia. « Shizuka, incominci te? No, no... Non insistere, non possiamo entrare insieme! » Risi, mentre mi sistemavo sul divanetto. « Stiamo lavorando! Al massimo quando raggiungeremo Kiri, va bene? Un bel bagno in una fonte termale, io e te, che ne dici? » Meika mi avrebbe ucciso se mi avesse sentito dire quelle cose, ma per - mia - fortuna non poteva.
    I miei cloni si sistemarono uno all'ingresso della porta e l'altro all'angolo opposto della stanza, così da cercare di avere un quanto più largo quadro della situazione di quel luogo, oltre che a coprire quanti più spazi possibili. Dopo che Shizuka fosse uscita dal bagno, avrei atteso il turno del nobile Anzo prima di entrare a mia volta. Il vecchio ci mise un quarto d'ora abbondante, ma ne uscì pulito e rinfrescato, oltre che con una tunica nuova di zecca. Lo guardai stupefatto, quasi a volergli chiedere per cosa si era venduto per ottenere i soldi per quegli abiti, ma riuscii a tenere a freno la lingua, troppo voglioso dal rinfrescarmi a mia volta. Nel bagno mi sarei lavato a fondo nella vasca, per dieci minuti abbondanti, gongolando come un bambino nell'acqua fresca dopo tanto, troppo caldo desertico, sciacquando e pulendo anche gli abiti che avevo indosso nel miglior modo che potevo. Sbattei i pantaloni una ventina di volte prima di essere sicuro di non avere più sabbia addosso una volta che li avrei rimessi. Dopo del bagno, sarebbe arrivata l'ora del riposo sul divano, sebbene cercai di non abbassare troppo la guardia, ossia di non dormire troppo profondamente.
    Alle diciannove l'oste ci portò un'ottima cena per gli standard degli ultimi giorni, comprendente anche un bel cosciotto di coyote. Il nobile Anzo, almeno quando era affamato, non era poi così nobile. Era sporco e corrotto fino al midollo, e di quello, un giorno, a qualcuno, ne avrebbe risposto. Magari non a me, ma sarei stato felice nel poter essere presente a quel momento. La mia continua faccia disgustata, ormai ben impressa sul mio volto, non avrebbe lasciato mai sola il nobile ogniqualvolta mi avesse guardato. L'occasione della prima cena a tavola dopo tanti giorni non era un motivo sufficiente per nascondere sotto una finta maschera d'emozioni quel senso di disprezzo che provavo per lui.

    Dopo un'oretta dalla fine della cena, qualcuno bussò alla porta della stanza. Mi alzai immediatamente dal divanetto su cui mi ero sdraiato per digerire, andando a mettere mano al fuuma kunai, mentre i miei cloni, anche loro all'erta, rimanevano ai loro posti. Mi avvicinai prontamente alla porta, restando a due metri da essa. « Chi è?! » Chiesi, cercando di rimanere quanto più sciolto possibile. Un tono minaccioso non sarebbe di certo servito a niente. Era Saru, il figlio del locandiere, come da promessa del padre. Feci cenno a Shizuka di avvicinarsi, e scrissi rapidamente sul foglietto, con carta e penna, come da sue indicazioni. « Solo un attimo! »

    Adesso apro la porta, pensaci te a controllarlo con i tuoi occhi,
    dovresti esserne in grado.
    Contenta adesso? =)

    Sorrisi alla kunoichi, che avrebbe potuto notare come potessi risultare un idiota anche in quelle situazioni di ansia e, forse, di pericolo. Avrei atteso un suo cenno per affiancarmi alla porta e aprirla di scatto fino a metà, così da potermi affacciare e vedere chi fosse l'uomo dietro di essa. A quel punto sarebbe venuto il turno di Shizuka che, con tutte le accortezze del caso, avrebbe potuto solo confermarmi che non c'era nulla di cui preoccuparsi. Quando e se lei mi avesse dato il via libera, avrei invitato l'uomo ad entrare. « O scusaci tanto! Come sai siamo stati già rapinati e la mia ragazza è parecchio apprensiva... Eheheh! » Cercai di risolvere la questione in breve, facendolo accomodare e chiudendo la porta dietro di lui. L'uomo, esperto farmacista, si propose di aiutarci con i feriti, consegnandoci anche, nel caso avessimo voluto, diversi tonici di sua creazione. Guardai Shizuka, tra i due io ero quello che non capivo nulla di medicina e tonici curativi. « La mia fidanzata si diletta in questo campo! Pensa che voleva fare l'infermiera un tempo! Eheheheh! Amore caro, perché non gli dai un'occhiata? » Diedi una pacchetta amichevole al fianco di Shizuka, strizzandolo leggermente mentre la spingevo verso il farmacista. Tanto valeva recitare per bene la commedia. Sicuro di non correre nessun tipo di pericolo, mi andai a risistemare comodamente sul divano, abbastanza vicino ad Anzo, al centro della stanza, giocherellando con le dita delle mani ed attendendo che Shizuka verificasse la bontà dell'aiuto del ragazzo. Non potevamo di certo infilare tonici dalla dubbia provenienza in bocca ai nostri moribondi... Oppure si? Non era comunque affar mio.
    La serata procedeva bene, in tranquillità e in serenità. Tutto sembrava andare per il mio, per la prima volta dopo tanti maledetti giorni. Almeno finché non sentii il tipico rumore della testa di astice risucchiata, che solo nelle peggiori bettole del porto di Kiri poteva sentirsi. Solo che non c'erano astici, c'erano solo cervella e liquidi vari sparsi per la stanza. « O che cazzo! » Mi alzai immediatamente dal letto, non riuscendo a capire cosa fosse successo. Il farmacista era morto, trapassato da un affare cilindrico uscito dalla bocca di Hisagi, ancora disteso a terra. Cosa diavolo stava succedendo?! Non ebbi il tempo per pensare o reagire, potei assistere solo alla scena del corpo di Hisagi che si alzava, quasi senza vita, mentre i suoi occhi erano completamente neri. Nulla che potesse essere un buon segno. « Anzo! State lontano! » Ma era lui l'obiettivo di Hisagi, o di chiunque fosse in quel momento. Il suo sangue, nero come la pece, si coagulò e diventò un kunai: adesso aveva anche un'arma, e il suo obiettivo era fin troppo chiaro. Con la coda del'occhio vidi chiaramente che ciò che aveva distrutto il viso del povero ragazzo non era nient'altro che altro sangue di Hisagi, anche questo stranamente scuro, ed aveva assunto la forma di un grosso spiedo, ed ora era pronto per infilzare la povera Uriko, ancora incosciente.
    Dovevo difenderli entrambi, e non sapevo se ne sarei stato in grado. Una mia qualsiasi tecnica difensiva non avrebbe potuto difendere sia Anzo che la genin di Kiri, dovevo muovermi in prima persona se volevo veramente salvarli.
    Concentrai un'enorme quantità di chakra nelle mie gambe, scattando subito in direzione di Hisagi, che per fortuna - o sfortuna - sembrava avere tutt'altro che coscienza e percezione di quello che accadeva di fronte a lui. Poteva fare unicamente una cosa, sperando che la mia intuizione fosse giusta. Il genin di Oto sembrava come posseduto, ed il suo sangue sembrava il tramite per questa possessione. Probabilmente era tutto causa del grosso dardo di colore nero che gli aveva quasi aperto il costato qualche sera prima. Qualcuno lo stava muovendo, lo stava manipolando, ed il suo corpo, o meglio il suo sangue, era il fulcro di tutto. Se avessi allontanato abbastanza il suo corpo, anche il sangue che adesso mirava ad Uriko si sarebbe fermato? Era un'ipotesi, ma era tutto quello a cui potevo credere e sperare date le circostanze. Pensavamo di essere sfuggiti agli inseguitori, invece erano stati sempre davanti a noi, per tutto il tempo.
    Io, per salvare il salvabile, intanto, stavo per fare una pazzia, nella speranza che sarei stato abbastanza veloce per completare il piano, una volta in aria. Il burattino si dirigeva verso Anzo, ed io l'avrei dovuto intercettare. Ciò non sarebbe bastato a salvare Anzo dal pericolo, per questo avrei dovuto spostare totalmente Hisagi dal quel posto. E la finestra era la via d'uscita più vicina.
    Con le mie gambe estremamente potenziate dal chakra, esplosi in direzione di Hisagi, placcandolo a mezzo busto, con le braccia che cercarono di prendergli entrambe le gambe, così da sollevarlo dal suolo. [Slot Difesa I e II] La mia direzione era fin troppo chiara: la finestra era a pochi passi da noi. Con tutta la forza dello slancio e del chakra, avrei spinto me e il Mikawa fuori dalla finestra, rompendo vetro e legno, gettandoci nel vuoto. Io, però, dovevo solo assicurarmi che questo uscisse dal palazzo, io infatti, non sarei stato ad attendere la rovinosa caduta. Il mio clone più vicino si sarebbe sacrificato ben volentieri al mio posto. [Slot Tecnica]
    Passo Scalzante dell'Inganno
    Villaggio: Kiri
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore può sostituirsi con un qualsivoglia clone acquatico o di nebbia presente entro i 15 metri. L'azione è considerata istantanea. Per 2 round avrà l'esatto aspetto dei cloni. È possibile usarla in combinazione con le tecniche che creano cloni e copie sfruttando uno slot tecnica base, oltre che il relativo consumo. Dopo aver attivato la tecnica, l'utilizzatore non può compiere altre azioni: il round termina.
    Tipo: Taijutsu
    (Livello: 5 / Consumo: Basso )
    [Da Studente in su]
    Il clone d'acqua avrebbe preso le mie sembianze, mentre io, facendo forse riprendere fiato ad una sicuramente incredula Shizuka, sarei apparso, speravo illeso, al suo posto, in ginocchio. « Rilassati, sebbene tu continui a tormentarmi ancora non mi hai spinto al suicidio! » Il mio clone, una volta sostituito, avrebbe cercato di frapporre il suo corpo d'acqua tra Hisagi e il terreno. Speravo vivamente che cadere su un altro corpo, e la non eccessiva distanza dal suolo, visto che eravamo solo al primo piano, avrebbe permesso al Mikawa di sopravvivere all'impatto.
    Nel frattempo, anche Uriko era sempre in pericolo. Proprio mentre placcavo il genin di Oto, la kunoichi stava per essere infilzata dal sangue che aveva già ucciso malamente il povero ragazzo farmacista. Il mio secondo clone, vista la vicinanza alla ragazza, non ci pensò un attimo: sapeva benissimo cosa fare, d'altronde anche lui era me. Concentrando un buona quantità di chakra nelle gambe, coprì in brevissimi istanti i pochi passi che lo separavano dalla genin di Kiri, saltandogli letteralmente sopra, usando il suo corpo, e la sua schiena, come scudo contro il pericolo. [Slot Difesa III] Magari il sangue non si sarebbe fermato, magari avrebbe continuare ad attaccarci, ma almeno avrebbe difeso la ragazza e mi avrebbe dato ulteriore tempo per gestire meglio un'ulteriore difesa.
    « Anzo! Stia vicino a Shizuka! » Esclamai, impugnando il fuuma kunai e controllando la zona attorno a noi. Le mie gambe, intanto, incominciavano a intorpidirsi per via del grande sforzo precedente. [Paralisi 1 round] « Questi bastardi mi hanno finito i cloni! » Fosse realmente quello il problema, con le cervella di un tizio sparse per la stanza e un mio compagno di missione gettato fuori da una finestra da me.
    Ognuno aveva le sue priorità.


     
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    La fuga




    La difesa di Akira fu pronta nella reazione e immediata nella realizzazione. Il giovane utilizzò i suoi cloni per aiutarsi nelle azioni di proteggere tutti, e riuscì nell'intento. Placcò il Mikawa volando con lui oltre la finestra, frantumandone i vetri, sostituendosi poi con il proprio clone per attutire la caduta del giovane, il quale rimase a terra dopo aver sbattuto violentemente le ossa di tutto il corpo. Almeno non sembrava morto.
    Allo stesso modo, l'altro clone di Akira si era interposto alla minaccia su Uriko, e tramite il proprio corpo aveva deviato la traiettoria dell'arma di sangue, facendola conficcare nel materasso salvando la ragazza. Entrambi i cloni erano così stati messi fuori uso.
    Impegnato più a correre in cerchio nella stanza, nel panico, che a seguire gli ordini del Kiriano, Anzo si era appena lanciato nel corridoio superando la porta, quando 3 kunai si sarebbero conficcati in successione nella facciata esterna della taverna, vicino alla finestra distrutta da Akira. A quei kunai erano collegate delle bombe, una per ciascuno, sufficienti a sventrare il palazzo, e questo successe.
    L'esplosione multipla avrebbe spazzato via il muro esterno della taverna, sbalzando in strada o all'interno, tutti i presenti nella stanza, fatta eccezione per Anzo, il quale già si trovava giù per le scale al momento del botto; allo stesso modo il Mikawa non aveva subito danni dall'esplosione, trovandosi a terra nella via principale, al massimo, lo spostamento d'aria e i detriti potevano avergli causato delle piccole ferite. Shizuka era stata fortunata, seguendo Anzo per proteggerlo, era stata sbalzata giù per le scale ricevendo appena una escoriazione alla schiena, se non si contavano le numerose tumefazioni causate dal rotolare dalle scale a causa dell'esplosione e del forte spostamento d'aria, e ora giaceva svenuta alla fine di queste, ma senza ferite gravi.
    Uriko e Akira si trovavano dentro la camera al momento del botto, e nessuno avrebbe saputo cosa era successo loro, fino a che il polverone non si fosse dissolto. L'assalto era stato fulmineo e improvviso, e avrebbe portato brutte notizie al gruppo di ninja.
    Da un lato, l'Hozuki, aiutato dalla sua conformazione fisica, avrebbe potuto evitare il peggio, se avesse avuto dei pronti riflessi nel momento stesso della deflagrazione, attenuando il danno lanciandosi nel corridoio, o modificando la sua composizione corporea; ma il lasso di tempo sarebbe stato troppo breve per portare via anche la giovane ninja, la quale infatti, sarebbe stata sbattuta contro il muro, e un'asse di legno volate, staccatasi da un travetto, le avrebbe frantumato la cassa toracica, lasciandola a terra in un angolo della stanza, impolverata in un lago di sangue.

    [L'esplosione ha un potenziale di 60]

    Dal canto suo, il nobile Anzo non si era guardato indietro neanche un istante, anzi, aveva tirato su la sua gonnella con le mani, e se l'era data a gambe, non voltandosi nemmeno durante l'esplosione, e scappando attraverso la cucina, per scappare dal retro. Con le sue ciabattine aveva iniziato a correre senza voltarsi, a perdifiato, uscendo in strada dietro la locanda e continuando a correre verso nord, in mezzo alla gente che scappava in ogni direzione, risultando quindi abbastanza inosservato.
    Poichè la sera si stava accampando sul territorio, ormai fuori era quasi buio, e il nobile ne approfittò per correre verso nord, infilandosi nella boscaglia che limitava quel lato del villaggio, sparendo alla vista in un istante. Tanto codardo, quanto rapido a scappare.
    Considerato il bilancio, e che l'assalitore dei ninja era convinto di aver fatto una strage, non si accanì sul gruppo, ma nel giro di pochi minuti avrebbe abbandonato la sua postazione, tornando verso sud, dopotutto, il bilancio dell'agguato era stato severo.
    Hisagi si trovava in strada, ormai prossimo alla morte, per tutte le ferite che si stavano riaprendo nel suo corpo, Shizuka si trovava svenuta, ma appena ferita, alla fine delle scale dentro la locanda, che ormai era praticamente una rovina, il figlio del locandiere ridotto a brandelli a terra in quella che una volta era la camera, Uriko priva di vita, a terra in un angolo, Anzo fuggito a nord, e Akira forse svenuto, forse ferito, da qualche parte nella locanda.


    [Nel giro di mezzora]

    La gente da tutto l'agglomerato del villaggio era accorsa alla locanda sventrata dall'esplosione, per cercare di salvare i superstiti, e per portare soccorso ai feriti. Nel giro di una trentina di minuti, i corpi degli avventori morti erano stati trascinati fuori, e Akira, se fosse stato in grado di reggersi sulle sue gambe, sarebbe stato aiutato da dei passanti a uscire in strada, Shizuka sarebeb stata trascinata fuori, così come Uriko, ques'ultima sistemata in strada con un telo bianco sul corpo, come il resto dei presenti. Una vecchia signora con la figlia, aveva preso Hisagi quasi in braccio, trovandolo a terra, e gli stava ricucendo i tagli più grandi, mentre alcuni dei presenti stavano preparando alcuni calderoni di stufato, per dare un po' di conforto a chi aveva perso molto, tra cui il locandiere, che era sopravvissuto all'attacco, ma in una nottata aveva perso il figlio e il lavoro di una vita, e ora era in ginocchio a terra davanti a ciò che restava del suo locale, e si stava letteralmente strappando i capelli.
    In tutto ciò, di Anzo nemmeno l'ombra.
    Se Akira avesse chiesto informazioni riguardo il nobile, nonostante il fuggi fuggi generale, molte persone avrebbero dato testimonianza di una persona con la sua descrizione, fuggita nel bosco in direzione nord, non più di una trentina di minuti fa, quindi se avesse voluto seguirlo, avrebbe dovuto fare i conti con la realtà della situazione. Se lo avesse abbandonato, la loro missione sarebbe finita lì. Se lo avesse seguito, avrebbe dovuto farlo da solo, Shizuka non era ferita, ma abbastanza malconcia, e avevano un morto e mezzo sulle spalle da riportare a casa; la gente del villaggio avrebbe facilmente aiutato la chunin della foglia a tornare con il corpo della ninja, portando anche il Mikawa; da caposquadra, era logico che tornasse lei con loro, e ufficialmente, avrebbe potuto comunicare che la missione era terminata in maniera negativa.
    Se Akira avesse voluto continuare lo avrebbe fatto di sua iniziativa.


    OT
    Uriko Nonomura è deceduta
     
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    Fino alla Fine


    Era la fine.
    Vani furono tutte le mie azioni. Inutili tentativi di salvare un gruppo che fin dall'inizio sembrava essere stato promesso alla morte e alla distruzione certa.
    Riuscii a placcare il burattino Mikawa, spingendolo fuori dalla finestra, e insieme deviai anche la lama di sangue che stava per trafiggere Uriko, facendola conficcare nel pavimento, grazie al sacrificio del mio clone. Ma non sarebbe bastato ad evitare l'inevitabile.
    Anzo si precipitò fuori dalla stanza, seguito da Shizuka, e mentre cercavo ancora di capire da dove eravamo sotto attacco, un rumore perfettamente riconoscibile arrivò alle mie orecchio. Tre rumori, per essere precisi, secchi. Il rumore di un'arma che veniva lanciata contro una parete di legno, la stessa parete che dava sulla via principale del villaggio, quella in direzione proprio del povero corpo di Hisagi. E quel rumore poteva significare soltanto una cosa, vista la pericolosità dei soggetti che ci erano contro in quel momento.
    Anzo e Shizuka erano fuori dalla stanza, Uriko era distesa, immobile, ma sempre troppo lontana. Non avrei potuto fare nulla per lei, se non pregare i kami che potesse, in qualche modo, salvarsi.
    Fu così che successe. Un'enorme esplosione inghiottì dapprima l'intera stanza, poi quasi tutto l'edificio. Il mio chakra già stava scorrendo nel mio corpo quando vidi le tegole di legno, sobbalzate per l'esplosione, venirmi incontro. Il mio corpo venne dilaniato, ma d'altronde ero solo acqua. [Liquefare Totale]Liquefare: L'utilizzatore può Liquefare il proprio corpo per uno slot azione/tecnica, riducendo i danni subiti, non cura danni accumulati precedentemente. Può ridurre i danni subiti da un'offensiva di ½ Leggera ogni consumo ¼ Basso impiegato. L'utilizzatore può Liquefarsi ulteriormente, aumentando il limite massimo di riduzione dei danni di 1,5 volte; la zona colpita sarà deformata ed avrà un malus di 1 tacca in Forza ogni ½ Leggera sopra il limite, l'utilizzatore dovrà Reidratare la zona colpita per eliminare il malus. L'utilizzatore può anche liquefarsi del tutto, divenendo del tutto liquido: non subirà danni e non potrà attaccare, è considerata difesa totale: il round terminerà una volta Reidratato, richiede un consumo Mediobasso ed uno slot difesa/tecnica. E in quanto acqua mi sarei lasciato trasportare dal flusso degli eventi in quell'occasione, rassegnato e impotente di poter salvare gli altri miei compagni. Il tempo sembrò congelarsi intorno a me, mentre la distruzione prendeva il sopravvento, facendomi perdere nel caos e nella polvere, sommerso da detriti.

    Incapace di riconoscere e capire il passare del tempo, senza più un corpo, solo quando il crollo dovuto all'esplosione terminò, incominciai a riprendere forma e coscienza di me. L'acqua, ovvero il mio stesso essere, lentamente riprese ad unirsi, ad avvicinarsi sempre più, sotto quelle che erano state le tegole di legno del tetto. Incominciai a riconoscere voci, imprecazioni, richieste di aiuto, quindi gli odori di sangue e polvere nell'aria. Le mie braccia e le mie gambe si ricomposero, ed alla fine fui capace di nuovo di vedere. Feci sbalzare al cielo i detriti sopra di me, alzandoli dal terreno di un paio di metri, rimettendomi definitivamente in piedi, ergendomi in mezzo a tanta distruzione.
    « Guardate lì! C'è qualcuno! » Un uomo poco lontano da me che era impegnato ad alzare pietre e legno si accorse della mia presenza. Lo fermai con il palmo della mano. « Sto bene! Continuate a cercare se c'è qualcuno che ha bisogno d'aiuto! » Rassicurai immediatamente, mentre uscivo da quell'inferno, rimettendomi in strada. Mossi il collo verso destra e poi verso sinistra, facendolo scrocchiare. « Shizuka. » Bisbigliai. « Ci sono feriti? Ci sono morti?! » Chiesi allarmato ad una donna, che come tante era arrivata per dare aiuto. « Ci sono due ragazze! Una è solo svenuta, ma sta bene... L'altra è... » Indicò, tremolante, un lenzuolo bianco disteso sopra un corpo, poco lontano. Capii immediatamente che si trattava di Uriko. Chiusi i pugni, maledicendo me e la mia impotenza. Non ero riuscito a salvarla, ma avrei avuto tempo per logorarmi. « Dov'è la ragazza svenuta?! » La donna mi indicò la strada per trovare Shizuka, ed in effetti la trovai. Vicino a lei, distesa a terra, il vecchio locandiere, che aveva perso tutto in solo poche ore, locanda e figlio, era sul baratro della disperazione. Non potevo aiutarlo, non avevo alcuna parola per lui. Poco distante, un'altra donna del villaggio si stava prendendo cura di Hisagi, anche lui ferito. « Shizuka... » Cercai di svegliare la ragazza, la quale si riprese, seppur ancora intontita. « Anzo... Quel dannato vecchio! Dove è andato? » Lui non era qui, doveva essere fuggito. « Io l'ho visto! Proprio mentre venivo qui! Correva verso nord! Era un uomo anziano ben vestito, era l'unico che andava nella direzione opposta! » Sbattei di nuovo i pugni, questa volta a terra, digrignando i denti. « Dannazione! » Mi lasciai andare, distendendomi al suolo, accanto a Shizuka. Il cielo, malgrado tutto, era limpido, ed il sole stava per tramontare sul giorno così come sulla nostra missione. « Quindi è finita? Abbiamo finito? Abbiamo veramente fallito? » Era successo tutto, troppo velocemente. Il mio primo vero fallimento. Una ragazza del mio villaggio morta, forse anche un ninja di Oto, e presto li avrebbe raggiunti anche quel vecchio idiota e corrotto di un nobile. « Doveva essere un semplice viaggetto... E' diventato un inferno. »
    Quando era successo? Ancora non me ne rendevo conto. « No... » Non lo volevo accettare. « Non può finire così. » Richiusi i pugni, cercando di darmi coraggio. « Per quanto forse è l'unico che avrebbe meritato la morte in tutta questa storia... Non lo lascerò solo. » Mi portai in ginocchio, rivolto verso Shizuka. « La missione è fallita, ma ho fatto una promessa a quel vecchio. Gli ho promesso che sarebbe arrivato vivo a Kiri... E così sarà. » Mi alzai di scatto, racimolando velocemente qualche borraccia d'acqua e qualche scorta di cibo che riuscii a trovare nei dintorni. « Torna a Konoha, Shizuka... Porta il corpo di Uriko con te, e salva anche Hisagi... Comunica il fallimento della missione, ma riferisci anche che Akira Hozuki è rimasto. » Sorrisi. « E comunque... Fa la mia stessa strada... Tanto vale cercargli di salvargli la vita. Se sono fortunato, ci crederanno morti. Magari riuscirò ad avere qualche ora di vantaggio e raggiungere la costa senza farmi scoprire... Altrimenti... Proverò ad affrontare questi mercenari. » Lasciai un bacio sulla guancia a Shizuka. « Spero di poterti rivedere, un giorno. » Ovviamente, da vivo. « Buona fortuna, mia sgraziata principessa. » Partii così velocemente verso nord, verso il bosco in cui era stato visto dirigersi l'ultima volta Anzo.
    Un vecchio solo vestito con un arazzo, avrebbe lasciato più tracce e orme di un branco di cinghiali.
    Quando raggiunsi il limitare della foresta, sempre correndo, avrei composto velocemente i sigilli necessari a creare, nuovamente, due cloni d'acqua. [Tecnica]
    Tecnica della Moltiplicazione Acquatica - Mizu Bushin no Jutsu
    Villaggio: Kiri
    Posizioni Magiche: Topo, Gallo, Lepre (3)
    L'utilizzatore può creare cloni di sé sfruttando almeno 3 unità d'acqua ogni copia. Le copie possono essere create ad una distanza di 1,5 metri dall'utilizzatore o da un clone e possono allontanarsi dal ninja che le ha create di circa 30 metri, superata questa distanza si dissolvono riversando acqua nell'arena. Si possono muovere contemporaneamente o 1 clone o l'utilizzatore. Le loro statistiche sono pari energia l'utilizzatore. Hanno 100 crediti equipaggiamento dell'utilizzatore; non è possibile duplicare Bombe e Tonici. La vitalità è pari a ½ leggera ogni grado ninja. Il chakra posseduto è diviso equamente tra tutte le copie create e l'utilizzatore; una volta disattivata la tecnica o distrutti tutti i cloni, il chakra residuo tornerà all'utilizzatore.
    Tipo: Ninjutsu - Suiton
    (Livello: 5 / Consumo: Basso )
    [Cloni Massimi: 1 ogni grado ninja]

    [Da studente in su]

    Movimenti Senzienti
    Arte: L'utilizzatore può creare cloni d'acqua migliori. L'utilizzatore può creare fino a 3 cloni in grado di muoversi contemporaneamente con lui.
    (Consumo: Basso)
    [Da Genin in su]

    Informazioni Condivise
    Arte: L'utilizzatore può creare cloni d'acqua migliori: se distrutti, le informazioni possedute dai cloni ritorneranno all'utilizzatore.
    (Consumo: Basso)
    [Da Genin in su]



    Tecnica Svincolata [2]
    Talento: L'utilizzatore può eseguire una tecnica avanzata senza i componenti elementali richiesti; può essere utilizzata 1 volta ogni 2 round. Se richiede oltre 10 slot dimensionali di un elemento, può essere utilizzata 1 volta al giorno. Non è possibile sfruttare altre abilità "Talento" in combinazione.
    I miei fedeli cloni si sarebbero disposti ai miei lati, a circa dieci metri da me, e incominciammo ad addentrarci nella vegetazione, in cerca di sentieri battuti freschi, rami spezzati, cespugli calpestati. E, in effetti, trovammo quasi tutto di questo. Avevo ancora poche ore di sole, ma mi sarebbero bastate per raggiungere il vecchio nobile, tanto lento quanto ingrato e codardo. Non mi preoccupai troppo di non lasciare tracce. Speravo vivamente che i ninja che ci inseguivano ci credessero morti per qualche ora, e comunque c'era almeno un sensitivo tra di loro. Avrei pensato una volta raggiunto Anzo a come cercare di sparire. Se mai fosse stato possibile.

    Ed in effetti, ci misi poco più di un'ora a raggiungere il nobile. Lo trovai che arrancava, sudato e con il fiatone, tra la vegetazione. « La smetta di scappare! Non voglio ucciderla... Per ora. » Puntualizzai. « Vecchio rimbambito. Per colpa tua e del tuo animo corrotto un mio compagno è morto e l'altro è morente! Ti avevo detto di non scappare! » Schiaffeggiai, senza troppa forza, il collo di Anzo. « La missione è fallita, l'Accademia ne sarà informata, ma te probabilmente sarai morto prima di allora. Ed io, purtroppo, con te, con tutta probabilità. » Sospirai, pensando alla grandissima stronzata che avevo fatto, nell'impeto del mio animo da guardiano. « Da adesso esistono solo le mie regole. Tu starai zitto ed eseguirai i miei ordini, oppure ti lascio qui a farti ammazzare. Ci siamo capiti? » Guardai il nobile negli occhi, così da fargli capire tutta la mia volontà. « Per sua fortuna, le ho promesso che l'avrei portata sano e salvo fino a Kiri. E così farò. Fino alla fine. Avanti, mettiamoci in cammino. Dobbiamo trovare un fiume, così da far perdere le tracce che abbiamo lasciato. Una volta superato il fiume uno dei miei cloni si preoccuperà a cancellare le tracce che lasceremo per terra, anche se sarà inutile... Vale la pena tentare. »
    Speravo soltanto che non sarebbe stata anche la mia, di fine.




    Edited by -Hidan - 19/1/2016, 14:02
     
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    La via per la salvezza



    Quando Akira trovò il nobile, si rese conto di quanto la paura potesse portare un uomo a superare i propri limiti. L'attempato nobiluomo era a terra, stanco morto, si stava praticamente trascinando dato che le gambe lo avevano abbandonato da un pezzo, era terribilmente sudato, e puzzava di ammoniaca. Nemmeno le urla del ninja lo fermarono, era terrorizzato, continuava a farsi strada tra la boscaglia quasi scavando a terra con le unghie quando perdeva l'equilibrio, per non perdere il ritmo e guadagnare centimetri per la fuga. Quando il ninja gli fu addosso, per un momento cercò di liberarsi, senza nemmeno accorgersi che quello che aveva vicino era un membro della sua scorta, tanto era terrorizzato. Poi, con l'aiuto delle parole sicure di Akira, si sarebbe calmato, sedendosi a terra per riprendere fiato, sporco di fango e con metà del vestito imbrattato e bagnato; probabilmente aveva centrato in pieno delle pozzanghere. Pochi minuti dopo, il nobile rassicurò il ninja, a gesti, dato che era senza fiato e non riusciva a parlare, ma in seguito fece qualcosa che forse avrebbe lasciato senza parole il ninja. Suggerì una via sicura.

    Quello che Akira forse ancora non sapeva, era che durante la rincorsa, la coppia aveva appena superato il confine, non segnalato all'interno della boscaglia, del territorio del paese della pioggia. Si trovavano in un altro stato. E forse questo li avrebbe aiutati, o forse no.
    Quando il nobile ebbe ripreso fiato, si sarebbe rimesso in piedi, tirando fuori dalla gonnella una borraccia con dell'acqua. Dopo aver bevuto in abbondanza, la offrì ad Akira; i suoi modi erano sempre meno nobili, la paura di perdere la vita lo stava rendendo un uomo come gli altri.

    Anzo - Va bene, è chiaro che non ne usciremo vivi, ci stanno addosso, ma qui vicino c'è un amico, il nobile Sarumaki, lui ci accoglierà senza problemi, e ci fornirà aiuto. -

    Il nobile in questione, probabilmente sarebbe stato sconosciuto ad Akira, non era un membro dell'aristocrazia, nè un nobile di fama internazionale, si trattava di un mercante di legno che aveva fatto fortuna una ventina di anni prima, e ora sedeva in panciolle nel suo castello situato a circa 30km a nord del confine del paese della pioggia con quello dell'aria, qualche km davanti a loro quindi. Probabilmente Anzo aveva un credito nei suoi confronti, o un favore da incassare, quindi se Akira avesse chiesto spiegazioni, il nobile avrebbe ripetuto, come sempre, come un disco rotto che questo Sarumaki lo avrebbe accolto, che glielo doveva, che erano amici eccetera, cose da nobili insomma. La missione era ormai irrimediabilmente compromessa, e ogni aiuto, a maggior ragione un ricco aiuto, non poteva essere rifiutato a cuor leggero; soprattutto da due persone senza provviste, in mezzo ad una nazione di criminali, con metà del continente da attraversare.
    Se avessero continuato di buon passo, restando nascosti nella boscaglia, sarebbero arrivati al castello del nobile la mattina seguente, e almeno stavolta, la fortuna sarebbe stata dalla loro parte, nessun nemico sembrava essere sulle loro tracce, probabilmente i loro avversari dovevano essere sicuri della riuscita dell'attentato a Sarumado.


    [Se Akira sceglie di seguire il consiglio del nobile]

    Passato il giorno, seguendo le indicazioni di Anzo, nel bosco, la coppia si sarebbe ritrovata nel buio della notte, al riparo dalla strada, che in quella zona non era mai la scelta più saggia. Akira avrebbe dovuto scegliere come accamparsi e come gestire l'eventuale ricerca di cibo e acqua. Anzo sarebbe stato tranquillo per tutto il tempo, eseguendo gli ordini del giovane, se questo gli avesse chiesto di aiutarlo a creare un piccolo accampamento, o raccogliere provviste.
    La mattina seguente, senza che nessuno, a parte un piccolo pavone, avesse disturbato i due, avrebbero potuto proseguire il cammino, arrivando verso l'ora di pranzo a notare in lontananza il castello del nobile Sarumaki.

    Quello che non avrebbero notato, era che le guardie del nobile, con i loro strumenti di avvistamento, avevano scorto i due, e avevano riferito al loro signore della presenza di un ragazzo con un uomo in vesti nobili, anche se sporche, e dalla descrizione fornita, il nobile quasi cadde dalla sedia.

    Nobile Sarumaki: - Anzo. Anzo si trova qui? Presto, preparate i bagni e mettete del cibo sul fuoco, e voi due, andate alle porte e accogliete i nostri ospiti, darò ospitalità anche se dovesse fare storie. -

    E questo sarebbe accaduto. Praticamente alle porte del piccolo feudo, composto da una piccola roccaforte in legno, e due casupole forse di artigiani, il tutto circondato da delle mura di legno, come usava in zona. Due guardie in tenuta samurai avrebbero fermato la coppia di viaggiatori, dato che la boscaglia li aveva ormai abbandonati lasciandoli sulla strada, invitandoli a ristorarsi alla corte del nobile Sarumaki.


    [Se Akira rifiuta le indicazioni di Anzo]

    Anzo: - Non sai quello che dici, distiamo giorni e giorni e giorni da Kiri, siamo senza aiuto, in due, senza cibo, senza posti dove dormire, senza niente, a un giorno da qui un mio amico nobile può darci tutto questo, e una scorta, e un passaggio sicuro, non ha senso proseguire a piedi, vuoi farci ammazzare forse? Se quelli ci raggiungono, se quelli ci trovano, hanno massacrato tutti quanti, non puoi proteggermi tu, da solo. -

    Nelle parole di Anzo non c'era scherno, il nobile non stava sminuendo il Kiriano, per la prima volta, ma aveva seriamente paura. I suoi due lacchè, e ben 3 ninja erano stati messi fuori combattimento, e i nemici non avevano nemmeno dovuto scendere in campo. Se li avessero raggiunti, forse per la prima volta, il nobile avrebbe avuto ragione, nell'unico momento in cui sarebbe stato bene non ne avesse. Cosa avrebbe fatto Akira?


    [Intanto altrove]
    Con una piccolissima combriccola di un paio di mercanti e un artigiano, Shizuka si era messa in viaggio verso casa, portando con sè, su di un carro, i corpi di Uriko, coperta da un telo bianco, e Hisagi, disteso accanto alla defunta alleata, ma ancora in coma. Il gruppo avrebbe seguito una strada diversa da Akira, e nel giro di un paio di giorni, sarebbe giunta a un crocevia nel paese del fuoco, dove la chunin si sarebbe divisa dal gruppo, affidando agli uomini di Sarumado, i corpi dei ninja, perchè tornassero a casa.
    Nel giro di qualche giorno, il gruppo si divise ancora, l'artigiano, diretto a Kiri, si era offerto di riportare a casa il corpo della ninja, e sarebbe arrivato a destinazione nel giro di una settimana salvo imprevisti, i due mercanti invece, avrebbero riportato il Mikawa ad Oto, dove sarebbero giunti nel giro di tre o 4 giorni, fermandosi per un paio di contrattazioni.
    Quello che non sapevano, era che in uno dei piccoli villaggi dove si erano fermati, erano stati presi di mira da un gruppo di alcuni banditi, i quali, li avrebbero seguiti al momento di rimettersi in viaggio. Così, a circa due giorni dal villaggio del Suono, mentre il gruppo di due uomini, più il ninja in coma, si trovavano accampati a consumare la cena, appostati appena fuori dalla strada maestra, furono assaltati dal gruppo di cinque malviventi, i quali, per derubare il gruppo, li coprirono di frecce, per poi piombare su di loro e spogliarli dei loro averi. Nella confusione, uno dei banditi, scambiando il ninja per uno del gruppo, addormentato, gli tagliò la gola, per poi cercare tra i suoi abiti qualcosa di valore. Effettuata la razzia, tagliarono la testa a tutti e tre, gettando poi i corpi in un vicino torrente, facendo salire la lista dei caduti, di quella maledetta missione.



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    [Hisagi Mikawa è deceduto]
     
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    Ritrovi Anzo in una delle condizioni meno indicabili per un nobile.
    Era sporco, sudato, esausto, smarrito. Ed io era la sua unica possibilità. Gran bella possibilità, in quelle condizioni. « Forza, riprendi fiato! Saresti ancora più inutile così esausto. » Il tempo del galateo era finito. « Dove volevi andare, eh? Non dureresti una notte da solo. » Riproverai l'anziano nobile, sedendomi davanti a lui. I miei cloni, intanto, si disposero verso le mie spalle, per verificare che qualcuno non ci stesse inseguendo. Anzo bevve dell'acqua da una sua borraccia, quindi la offrì a me. La paura l'aveva tramutato in un agnellino gentile e docile. « Non potevi comportarti in questo modo fin dall'inizio? Avremmo risparmiato tempo, e magari evitato qualche cadavere... » Continuai, prima di bere dalla sua borraccia un gran sorso d'acqua, mentre Anzo prese la parola.
    Un nobile del posto, a quanto diceva, poteva offrirci riparo. A quanto sembrava avevamo tagliato il paese, finendo nel territorio della Pioggia. Di certo non era un bel posto per ninja Accademici, soprattutto se braccati da mercenari. « Molto male... » Non era sicuramente una buona notizia, e per il resto non sapevo che pensare. « Scommetto che c'è il tuo zampino in questa sua fortuna, o sbaglio? Gli avrai dato un bel vantaggio, a discapito di qualche povero cristo! Ed adesso, uno di quei poveri cristi, ti vuole morto. Una spirale infinita, eh? » Sospirai. « Sei sicuro che ci si può fidare di questa persona? » Non che avessi molte scelte. Ero in un paese ostile, da solo, con un vecchio inutile, forse braccato. Che potevo fare? Era davvero la scelta giusta rivelare la nostra posizione e la nostra identità ad altre persone? « Non lo so... Lui potrà anche esserti debitore, ma la gente del posto e i suoi servitori no. Per adesso abbiamo solo un vantaggio, forse, ovvero che i nostri inseguitori ci credono morti probabilmente, e se non ci credono morti non conoscono la nostra posizione. Se fugge qualche informazione una volta al forte del tuo amico, siamo da punto a capo... » I pensieri fluirono rapidi nella mia testa. « Allo stesso modo... Siamo molto lontani da Kiri, senza cibo e senza scorte... In un territorio nemico... » La scelta era veramente difficile. « Che palle! » Sbattei il piede destro a terra, mentre mi rimettevo in piedi. « Va bene, va bene, andiamo da questo tuo amico... Ma dovrò prendere delle misure di sicurezza un volta lì... » Avevo in mente già cosa fare, più o meno. « Proseguiamo un altro po', poi cercherò qualcosa da mangiare ed accenderò un fuoco per la notte. » Aiutai il nobile ad alzarsi, quindi incominciai a camminare, diretto verso il castello del commerciante di legname. Un mio clone avrebbe chiuso il gruppo, dopo aver staccato un grosso cespuglio da terra, con cui avrebbe cercato di cancellare le orme dei nostri piedi dalla terra battuta, per quanto possibile. Un altro mio clone avrebbe fatto da apripista, mentre io avrei percorso la strada a fianco di Anzo. La colonna sarebbe stata lunga, in linea retta, una ventina di metri.
    La mia prima preoccupazione sarebbe stata quella di trovare dell'acqua, ma essendo in un territorio non più desertico, anzi, dove le piogge erano usuali ed abbondanti, non ci mettemmo troppo a trovare un piccolo fiumiciattolo, dove riempii la mia borraccia e quella di Anzo. Quando il sole sarebbe stato vicino a calare, avrei ordinato di fermarci alla colonna, giunti vicino ad una piccola conformazione rocciosa nel pieno della foresta. « Anzo, mi serve un po' di sottobosco, preferibilmente secco. Raccogli cespugli e rametti secchi per il fuoco. Stai vicino al mio clone, che intanto taglierà della legna da un albero più grande. » Diedi indicazione al primo clone di seguire Anzo, che si allontanò non più di 10 metri. L'altro clone, invece, avrebbe incominciato a tagliare grosse fronde di alberi, anche tramite l'uso del chakra adesivo per arrampicarsi sugli alberi. Quelle sarebbero servite come giacigli per la notte e le restanti avrebbero avuto la funzione, se messe in diagonale, appoggiate tra terra e roccia, di proteggerci dal vento. Io, nel frattempo, mi sarei allontanato di una decina di metri, salendo su un grosso albero nelle vicinanze. La mia intenzione sarebbe stata quella di attendere il passaggio di qualche animale, come una lepre o anche qualcosa di più grosso, non disdegnando neanche uccelli di qualsiasi tipo, e, una volta avvistati, avrei tentato di afferrare la cena, in particolare avrei cercato di infilzarla tramite il lancio di uno o più kunai. Se nulla fosse passato nelle vicinanze, avrei atteso che i miei cloni finissero i loro compiti prima di chiedere ad Anzo di rimanere fermo alla conformazione rocciosa, mentre noi tre, tutti insieme, avremmo percorso un centinaio di metri, ognuno distante dall'altro una decina di metri, appostandoci nello stesso modo che avevo già descritto, sempre con l'intenzione di trovare qualcosa da mettere sotto i denti. Se nei paesaggi si sarebbero scorti alberi o cespugli di frutti non avrei fatto troppi complimenti nel raccoglierli. Se neanche in questo caso non avrei trovato nulla di commestibile, mi sarei rassegnato a passare la nottata a stomaco vuoto, nella speranza che la mattina successiva avrei recuperato con gli interessi quella mancanza di cibo.
    Tornato alla conformazione rocciosa, avrei trovato una roccia e, con il fuuma kunai tenuto ben fermo da un mio clone, avrei cercato di sfregare la lama dell'arma, colpendola con forza con la pietra, mentre l'altro clone avrebbe tenuto ben vicino dei rametti e delle foglie secche secche, il tutto su altri rami secchi. Nella speranza di accendere un fuocherello in quel modo, se ci fossi riuscito, avrei poi alimentato le fiamme, continuando a tagliare altro legno o recuperare altri rami.
    Prima di coricarmi, avrei dato istruzioni ai miei cloni di rimanere di ronda per tutta la notte, ad una decina di metri l'uno dall'altro, spalle al fuoco, che sarebbe stato controllato ad intervalli regolari. « Si metta a dormire, Anzo. Domani magari sarà una giornata migliore. » Diedi una pacca sulla spalla al vecchio.
    Lo speravo veramente.
    Mi sarei poggiato sui giacigli creati appositamente, cercando di riposare, per quanto possibile in quella circostanza. Per il mio onore e per salvare quel vecchio, stavo mettendo a repentaglio la mia vita. Il duro essere un ninja ed uno spirito protettore.

    Se la notte fosse passata tranquillamente, avrei svegliato Anzo alle prime luci dell'alba. « Buongiorno nonnetto. Viaggeremo veloci. » Esclamai, mentre facevo segno ad un clone di avvicinarsi. « Prendilo sulle spalle, andremo più veloci. » Non potevo permettermi di procedere troppo lentamente. Quindi, dopo aver spento il fuoco, avrei riordinato la colonna di viaggio, spostandomi io stesso come apripista, il clone con Anzo al centro e l'ultimo clone per ultimo; il tutto, in una decina di metri. Prima di lasciare la piccola conformazione rocciosa, un piccolo pavone sbucò da dietro un albero, fermandosi a guardare quella disastrosa combriccola. Sorrisi. « Potrebbe essere un buon segno, giusto? E' un animale di voi nobili il pavone, non sia mai che questa sarà una giornata fortunata! » Non che potesse andare peggio.
    In poco tempo, il piccolo forte in legno del nobile Sarumaki si sarebbe mostrato ai nostri occhi. Un piccolo castello con una manciata di baracche in legno, circondato da delle mura di legno. Poco più di una palizzata. « Molto bene, nonnino... Spero che questo tuo amico sia veramente in debito. Altrimenti siamo cadaveri che camminano. » Esclamai, senza mezzi termini, prima ancora che due guardie vestite da samurai uscirono dal cancello per accoglierci. « Sono Akira Hozuki, ninja di Kiri e scorta del nobile Anzo. La nostra compagnia è stata colpita da dei mercenari e ora rimango solo io oltre all'amico del vostro signore. Possiamo vederlo? » Esclamai alle guardie, prima di far segno al clone di far scendere dalle sue spalle Anzo. « Sappiate che ne io ne i miei cloni vi consegneremo armi o equipaggiamento, quindi non chiedetelo. Per il resto, fate pure strada. Vi seguo. »
    Sperando di non andare contro alla prematura fine di Akira Hozuki.

     
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    [Intanto nel palazzo del Vento, dimora del Daimyo del paese omonimo, e dimora di Anzo]



    Nei meandri delle stanze e degli uffici del palazzo del vento, il colossale edificio dove aveva domicilio la famiglia nobile a capo del paese del Vento, un decisamente irritato Anzo si stava lamentando alla propria scrivania, borbottando su dove fossero finite le sue fidate guardie.
    Improvvisamente qualcuno bussò alla porta, una sorta di cameriera, o di portalettere, che si recò presso il nobile per consegnare un dispaccio.

    Anzo: - E questo cosa sarebbe? Lo sai che non mi occupo di rapporti, mandalo a Suna, se ne occuperà il Chikuma. -

    Ma la portalettere insistette. Il documento era una richiesta ufficiale di scorta, richiedente aiuto a tutti i villaggi, affinchè mandassero i loro ninja a protezione di un carico di materiali preziosi dal villaggio della Sabbia, fino a Kiri. Anzo, che ormai aveva lasciato al figlio il controllo dei traffici economici della famiglia, scacciò la portalettere, sebbene lei continuasse a dirgli che la richiesta di missione era stata firmata a suo nome, e non col nome del figlio. A quel punto il nobile si alzò in piedi, lanciando la tazza di tè contro la donna, e urlandole di portare a quello "scansafatiche figlio di un kappa" di suo figlio il rapporto in questione, perchè smettesse di firmarsi con il nome del padre per ottenere risultati migliori.
    Quindi riprese a scribacchiare, chiedendosi dove fossero finite le sue fide guardie del corpo, assenti ormai da parecchi giorni.

    Anzo: - Ma dove sono finiti quei due. Li mando a cercarmi del fagiano e spariscono per una settimana. E ora anche quel degenerato di mio figlio ci si mette, a rendere più irritanti le mie giornate. YOKOI, MUOVITI A PULIRE PER TERRA QUESTO TE' E PORTAMENE UN ALTRO. -

    Urlò nuovamente alla portalettere.
    Dal canto suo, il figlio, tutto l'opposto del padre, pensò si trattasse di un errore di copia, dato che passava le sue giornate a firmare dispacci, quindi buttò giù due righe dirette a tutti i villaggi per spiegare che quella missione era stata un errore di copiatura, e che se i ninja non erano ancora partiti, non sarebbe stato necessario che lo facessero, per capirci, un vizio di forma.

    [Presso Akira]
    Le guardie avevano lasciato passare i due, uomini, lasciando ad Akira il proprio equipaggiamento. Quel palazzo non era il villaggio, ma la casa di un nobile, probabilmente gli abitanti erano abituati a veder passare mercenari di ogni tipo, e lo stesso forte era pieno zeppo di guardie più o meno armate. Chiunque avrebbe potuto tenere una lama, ma se l'avesse usata in maniera sconsiderata, lo avrebbe pagato con la propria pelle.
    I samurai avrebbero condotto i due presso la sala principale del forte, dove un giovanotto, probabilmente uno scudiero del nobile Sarumaki, invitò i due a riposarsi e a utilizzare i bagni del palazzo per darsi una ripulita, offrendo loro anche abiti puliti, e due stanze nella zona ospiti. Nessun altro a parte loro era fermo nel palazzo come ospite, se lo avessero chiesto.
    La sera si sarebbero uniti a cena presso il signore del forte, per rifocillarsi ad un lauto banchetto. Anzo era estremamente felice, sembrava fosse tornato bambino, non se lo fece ripetere due volte, rassicurò nuovamente Akira sulla sicurezza di quel posto, e in due saltelli si dileguò per andare a farsi un bagno.
    Il ninja avrebbe potuto tenerlo d'occhio oppure no, ma lo avrebbe comunque incontrato sano e salvo ai bagni, se avesse voluto lavarsi.

    [...]

    Circa un'ora prima della cena, quando Anzo avesse chiesto un po' di privacy, o semplicemente si fosse separato dal ninja, Akira sarebbe stato avvicinato dal signore del forte in persona, assistito da 2 samurai. L'uomo, il nobile Sarumaki, si sarebbe presentato bonariamente al ninja, come se, un incontro in corridoio, fosse una cosa normale.
    Nobile Sarumaki: - Benvenuto nel mio palazzo. Il mio nome è Sarumaki, e tutto ciò che vedi qui attorno mi appartiene. Vorrei discutere con te di un affare importante, privatamente, la tua stanza è qui dietro, ti prego di seguirmi. -

    A giudicare dalle mani delle guardie, che non si erano mosse dall'elsa delle loro katane, il nobile non avrebbe ripetuto due volte il suo invito.
    Il nobile si sarebbe recato col ninja nella stanza di quest'ultimo, lasciando le guardie fuori dalla porta, altrimenti, se Akira si fosse rifiutato, avrebbero parlato nel luogo dell'incontro.

    Nobile Sarumaki: - Come ho detto, tutto ciò che vedi qua attorno mi appartiene, e se non vuoi che anche la tua vita non faccia eccezione, ascolta le mie parole. Non conosco la tua storia, e non mi interessa, ma non hai fatto niente per insultarmi, ancora. Per quanto mi riguarda, puoi essere al soldo di Anzo, oppure un suo parente, oppure un suo amico, non mi interessa. Anzo non vedrà l'alba di domani. Per quanto io possa odiare quell'uomo schifoso, rimango sembre vincolato dall'onore, e di solito non sporco le mie mani o quelle dei miei uomini per eliminare un altro nobile, ma nel suo caso, farò un'eccezione. -
    Avrebbe atteso qualche istante perchè il ragazzo comprendesse le sue parole e le digerisse. Anzo sarebbe morto, e lui non avrebbe potuto farci nulla.

    Nobile Sarumaki: - Ecco come questo ti riguarda. Io non so chi sei, e non mi interessa saperlo. Nella tua stanza, troverai un pugnale nascosto sotto il letto. Hai tempo fino a dopo la cena per eliminare quel cane. Se non lo farai, lo farò io. Come ti ho detto, non mi hai ancora insultato, ma se dovessi farlo, le mie 250 guardie samurai presente nel forte, si assicureranno che tu non ripeta questo errore. Nel caso in cui ti rivelassi una persona razionale, invece, uscirai da qui sulle tue gambe, nessuno saprà mai cosa è successo in questo luogo, io non saprò mai il tuo nome, e tu tornerai a casa con le tasche estremamente piene, e questo, te lo garantisco sul mio onore. La tua missione sarà tragicamente fallita, un gruppo di banditi vi avrà assaltati nel bosco, e tu dopo aver valorosamente combattuto, non sarai riuscito a difendere il tuo padrone. Scegli con attenzione, e in bocca al lupo. -

    Quindi se ne sarebbe andato, senza nemmeno attendere una risposta, seguito dalle sue due guardie. Le sue parole non erano state tanto una minaccia velata, quanto un vero e proprio fatto. Se avesse rifiutato e si fosse opposto, si sarebbe trovato davanti una intera guarnigione, un signore feudale estremamente risoluto, e chissà cos'altro. Se non avesse riufiutato, sarebbe stato lautamente ricompensato. La cena sarebbe stata servita nel giro di poco, e a giudicare dalla quantità di samurai che Akira avrebbe potuto scorgere in giro alle varie entrate dopo l'incontro con il nobile, darsi alla fuga prima di cena sarebeb stato estremamente controproducente.
     
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    Vizi di Forma

    Spalle al Muro


    Nulla era come sembrava.
    Se mai fossi tornato vivo da quella missione, sarebbe stato un insegnamento che mi sarei portato dietro per tutta la vita.
    Non che fossi sicuro di tornare vivo da quel posto, però questo fu il mio pensiero una volta entrato nel piccolo forte di legno del nobile commerciante di legno. Fummo scortati immediatamente al palazzo da diverse guardie e, passando nel polveroso luogo che non veniva ricompreso nel palazzo principale, potei notare come ad un minimo numero di artigiani o semplici lavoratori, corrispondeva un numero impressionante di samurai o guerrieri.
    « Male... » Sussurrai, digrignando i denti. Certo, eravamo molto vicini ad Ame, ma quel numero impressionante di guardie non mi sembrava per nulla normale. Poteva essere un luogo sicuro, o poteva essere una trappola per topi.
    Fummo fatti entrare nel palazzo, accolti da un giovane che faceva la funzione di scudiero del nobile Sarumaki, il quale ci condusse alle nostre rispettive stanze, raccomandandosi di lavarci e riposarci fino all'ora di cena, dove avremmo finalmente incontrato il ricco proprietario del luogo. Era strano. « Il tuo signore è troppo occupato per accoglierci di persona, eh? » Guardai Anzo. « Non eravate grandi amici? Non ti doveva un favore? Io, se sono debitore di qualcuno, il minimo che faccio è accoglierlo a casa mia... » Guardai con uno sguardo di diffida il giovane, mentre facevo entrare Anzo nella sua stanza, dopo averla ispezionata. Nulla di strano, sembrava essere tutto nella norma. Anzo, felice come mai da quando eravamo partiti da Suna, continuò a rassicurarmi, chiedendomi di lasciargli un po' di intimità. Alla lunga, decisi di accontentarlo, chiudendo dietro di me le porte della sua stanza.
    E subito la fonte della puzza si presentò al mio cospetto, nella persona del nobile Sarumaki, accompagnato da due samurai, ben armati e con la mano sull'elsa delle loro spade. « Ehi... Ragazzi, stiamo calmi... Va bene fare i duri e minacciarmi, ma non sfidate mai uno spadaccino. Chiaro? » Era puzza di letame, ora l'avevo riconosciuta. Fui invitato "spintaneamente" a seguire il nobile nelle mie stanze. « Forza, togliamoci di qui... » Cercai di accontentare l'uomo, non conoscendolo, pensando solo a portarlo lontano da Anzo. Arrivammo nella mia stanza, poco lontana da quella del vecchio nobile, quindi il nobile iniziò a parlare. La sua intenzione era quella di uccidere Anzo. Sbuffai, spazientito.« Strano... » Ormai era un classico da più di una settimana. Ogni persona che incontravo voleva Anzo morto, compresi i suoi debitori.
    Ero con le spalle al muro, inchiodate, nel vero senso della parola. Bloccato in una piccola fortezza, con duecentocinquanta guardie secondo Sarumaki. Potevo anche non credere a quel numero, ma non era poi così irrealistico, anzi, era stranamente affidabile. Solo che mi lasciò una scelta: uccidere io stesso Anzo, ed essere ricompensato, oppure lasciarlo morire, non interferendo con le sue guardie e assassini. Il tutto sarebbe dovuto accadere al più dopo la cena. « Tsk... » Incrociai le braccia. « Finito? Vorrei riposarmi adesso, è stata una giornata molto lunga... E la nottata non sembra meno impegnativa... » Guardai con aria di sfida il nobile, che si dileguò, seguito dalle sue due guardie.
    Caddi sul letto, sprofondando nel materasso. « O, cara Shizuka... Forse ho preso veramente la strada sbagliata... » Stavo parlando da solo, visto che non avevo nessun altro con cui parlare. Forse non avrei avuto mai nessun altro con cui farlo. Il cuore mi si stava stringendo nel petto. Uccidere Anzo?
    No, mai. Sarei morto pur di farlo. Era un detestabile, stupido vecchio, corrotto e ingrato, ma il mio codice non prevedeva in alcuna maniera una tale possibilità. Quella era stata la mia missione, ma ancora più importante, era diventata una promessa nei confronti di quell'uomo. Ero un guardiano, non un assassino. Non avrei potuto convivere con quel peso, non avrei mai potuto farlo. Sarei morto, davanti alle porte della sua stanza contro trecento samurai piuttosto, ma mai avrei permesso che qualcuno sfiorasse anche solo con un dito quel vecchio finché avrei avuto un respiro in gola. Che cosa idiota, l'onore.
    Ma Anzo, dopo tutti i miei sforzi, sarebbe comunque morto. Non potevo sopravvivere, e neanche lui, lo sapevo troppo bene, dovevo solo accettare quel dato di fatto. Accettare la mia condizione, e difendere fino alla fine quello in cui credevo. Se così non fosse stato, tanto valeva morire immediatamente, magari falciato da uno dei dardi che erano volati nel deserto, avrei avuto comunque più onore da cadavere che da assassino.
    Ripensai a quell'immensa distesa di sabbia bollente, al sangue che copriva la sabbia durante la prima notte, ai miei compagni, a Shizuka e i suoi occhi rossi, splendenti nella notte. Avevo avuto l'onore di poter vedere lo sharingan dal vivo dopo aver sentito tanti racconti, anche se non mi entusiasmò particolarmente il suo utilizzo. D'altronde, non aveva avuto alcun effetto. Nessuno su Anzo. Ripensai alle parole di Shizuka, di come avesse cercato di usare un'illusione su di lui tramite i suoi occhi, fallendo miseramente. Di come aveva cercato di bloccarlo, e aveva fallito anche in quell'occasione, visto che Anzo si era dimostrato più forte di lei con i soli muscoli del suo collo.
    Era incredibile quel vecchio. Partito con solo due guardie da Suna, seppur cosciente di essere ricercato da dei mercenari, e dopo aver richiesto all'Accademia una missione di livello C. Non ci potevo credere. O meglio, nel bel mezzo del viaggio, non c'avevo mai pensato. Uno degli uomini più ricchi del Paese del Vento, corrotto politico e commerciante, miserabile e meschino fino all'osso, capace di far sacrificare anche le sue guardie private per aver salva la vita, che partiva in fretta e furia, senza una scorta adeguata, seppur con i mezzi per poterne affittare una, e senza l'equipaggiamento adatto. Inoltre, forte ogni oltre immaginazione e resistente alle illusioni. Ah, puzzava anche di ammoniaca, quasi mi scordavo.
    « Non ha senso... » Lo pensai, lo dissi ad alta voce, mentre andavo a cercare il pugnale sotto il mio letto, trovandolo e impugnandolo. Nulla aveva avuto senso di quella missione, fin dal principio.
    Perché non chiedere una scorta adeguata? Perché non essersi attrezzato per un tale viaggio? Perché i nemici sembravano essere sempre un passo davanti a noi? Nel deserto, alla locanda di frontiera, adesso fino al palazzo di un suo debitore... Ma che lo vuole morto.
    Mi alzai dal letto, incominciando a camminare lentamente, passo dopo passo, respiro dopo respiro, fino alla camera di Anzo. Il cuore, ancora stretto, per un attimo si fermò, quando spalancai la porta della sua stanza senza bussare, trovandolo seduto su una poltrona, già lavato e rinfrescato. Con uno sguardo quasi perso nel vuoto, chiusi la porta dietro di me, quindi lanciai il pugnale verso il vecchio, ma mirando ad una trentina di centimetri verso la sua destra. La lama viaggiò veloce, andandosi a conficcare nel muro di legno dietro ad Anzo. « Dobbiamo parlare, vecchietto mio... » Quello forse sarebbe stato il mio ultimo discorso con una persona amichevole, per quanto amichevole poteva definirsi Anzo, però dovevo recitare una parte. Dovevo essere sicuro di morire per una causa giusta. « Il tuo amico e debitore, Sarumaki, mi ha chiesto di ucciderti. Ho tempo fino a dopo la cena, dopo tale evento, lo farà lui stesso, o una delle tue guardie. Sarò ricompensato, ovviamente. Lui confermerà di come i briganti ci hanno raggiunto nella foresta, trovati, circondati, e di come io, eroicamente, abbia provato fino all'ultimo a salvarti, fallendo infine nella mia missione. Manterrò il mio incarico, e porterò anche un bel po' di soldi con me... » Mi andai a sedere di fronte ad Anzo, continuando a fissarlo negli occhi. « Non male come proposta, vero...? Ma, prima di ucciderti, voglio delle risposte. Ho ripensato tanto a quello che è successo in questi giorni, e non riesco a spiegarmelo in alcun modo. Come puoi tu, Anzo, politico e commerciante membro della famiglia reale del Paese del Vento, aver richiesto una missione di grado C all'Accademia, sapendo di essere braccato? Come puoi tu essere partito in fretta e furia, anche dopo aver fatto tale richiesta, e quindi sapendo di essere in pericolo, senza scorta e senza equipaggiamento? » Appoggiai le mani sul tavolino di fronte a me, avvicinandomi verso di lui. « Come puoi tu esserti liberato dalla stretta di un ninja anche più forte di me ed aver resistito ad una delle più potenti tecniche illusorie del mondo ninja senza alcun addestramento? » Sbattei i palmi delle mani sul tavolo. « Chi diavolo sei tu?! » Alzai la voce, furioso come forse Anzo non mi aveva mai visto. La paura di morire, di non poter più rivedere Meika, di non poter mantenere le mie promesse, la frustrazione per aver perso così tante vite, di abbandonare i miei sogni, le mie speranze. Tutto stava uscendo fuori dal mio cuore per mezzo della mia voce. « Ovunque tu ci abbia condotto, ovunque tu mi abbia condotto, è sempre stato in bocca al pericolo! I nostri nemici erano sempre un passo davanti a noi, come se sapessero sempre dove ci trovassimo o dove ci saremmo diretti! Perfino qui! Dove credevi fossimo stati al sicuro! Perfino nelle fortezze dei tuoi debitori, dei tuoi amici, invece, siamo in pericolo... » La mia voce si calmò, i muscoli, prima irrigiditi, si rilassarono improvvisamente. Chiusi gli occhi, respirai a fondo. Poi mi alzai dalla sedia.
    « Dove ero in pericolo... » La mano andò ad impugnare il fuuma kunai, che venne sfoderato. « Non c'è via di scampo, Anzo... Lo sai... Ho le spalle al muro... » A piccoli passi incominciai a fare il giro del tavolo, fermandomi a meno di un metro dal vecchio nobile. « Mi dispiace. »
    Lo guardai negli occhi, come se fosse l'ultima volta. Alzai l'arma, pronta a colpire.
    Solo che non avrebbe mai colpito.
    Magari mi sbagliavo, magari era solo la paura di morire ad avermi fatto diventare paranoico, ma speravo, con tutto me stesso, che la paura avrebbe fatto breccia nella verità. In caso contrario, sarei stato pronto.
    La scelta l'avevo già presa, anzi, non c'era mai stata.
    Nessun compromesso, neanche di fronte alla morte.

     
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    Il destino ineluttabile




    - Oh è di sicuro impegnato, ma non ci ha fatto mancare il benvenuto vedi ? Vedi? avevo ragione! Su non indugiamo e approfittiamo di un po' di sana ospitalità. - Furono le uniche parole di Anzo, troppo emozionato di trovarsi in un posto privo di sabbia e con vera acqua corrente. I due si separarono, per il momento.
    L'incontro con il signore del forte andò come preventivato da questo, e come sperato da Akira, ovvero senza problemi da parte di nessuno. Lo stesso Sarumaki era soddisfatto dalla piega delle cose, ma dati i suoi trascorsi, non se ne sarebbe andato dopo essersi fatto zittire da un ragazzo in casa sua.

    - Sarà finità quando la sua testa sarà sulla mia tavola ragazzo, con o senza il tuo aiuto, che io sia dannato se domani dovesse camminare sulle sue gambe! -

    E uscì praticamente sbattendo la porta. Le due guardie dovettero riaprirla per inseguirlo.
    La situazione sembrava davvero senza via d'uscita. Proteggere un vecchio inutile e corrotto e finire ammazzato, o ucciderlo, o comunque lasciare che morisse, e tornare a Kiri con le tasche piene, ma con il peso di essere l'unico a sapere la verità? Akira avrebbe sopportato di guardarsi ogni giorno allo specchio con il sangue di un innocente, anche se discutibile, sulle proprie mani?

    [Intanto nel palazzo del vento]

    Proseguendo nella sequela di eventi inspiegabili a casa del VERO Anzo, l'uomo, dall'alto della sua nobiltà, aveva preso a calci un paio di inservienti, il figlio, la moglie del figlio, e gli inservienti del figlio e della moglie, poichè era sparito il suo sigillo personale. L'anello recante il simbolo della sua casata, con cui sigillare le leggere e i mandati ufficiali; e non stiamo parlando di un oggetto da due soldi, ma della firma ufficiale di un parente stretto del Daimiyo del vento. Inutile dire che tutti coloro che erano a conoscenza della cosa, si guardarono bene dal farlo sapere, e Anzo si sbrigò a pagare bene il suo artigiano di fiducia affinchè ne creasse immediatamente una copia. Cosa che gli sarebbe costata parecchio fastidio, e ancor più denaro.

    Anzo: - E cosa diavolo sono ancora queste lettere di quel pezzente di Sarumaki, che mi invita a prendere un tè nel suo forte-castello-fortezza, puah, qualcuno vada a saccheggiare quel figlio di un cane, bottegaio di legno delle mie suole, non fosse per me sarebeb ancora per le strade a vendere carrozze malandate, possibile che certa gente non riesca a lasciarsi il passato alle spalle. -

    [Tornando al falso Anzo...]

    Quando Akira penetrò nella stanza del nobile, lanciandogli praticamente un pugnale a pochi centimetri dalla faccia, Anzo quasi non se la fece sotto, letteralmente. Durante tutta la conversazione del kiriano riguardo la proposta di Sarumaki, il nobile iniziò a guardarsi attorno terrorizzato, a balbettare, a tremare, come se non capisse come fosse possibile. E la sua reazione era così genuina che persino una persona come Akira, che in quel momento era tanto spaventata quanto paranoica, si sarebbe resa conto che il vecchio nobile faceva sul serio. Anzo provò a rispondere alle tante domande di Akira, ma dalla sua bocca uscivano solo balbettii senza senso e mugolii di paura. Alla fine, quando il kiriano sbattè le mani sul tavolo, minaccioso, Anzo si allontanò indietreggiando, alzandosi dalla sedia come sgusciando, e fermandosi un metro più indietro, con la finestra dietro le spalle, con le mani al petto, come un posizione di sottomissione. Era terrorizzato. Cominciava a deglutire sommessamente, tremava.
    Di una cosa era certo. Il kiriano che aveva davanti lo aveva sempre detestato, dall'inizio della missione; e ora avrebbe ricevuto una bella cifra per toglierlo di mezzo. Oppure sarebbe stato ucciso da Sarumaki. Sarebbe morto, lì. E quando vide Akira sollevare l'arma, la paura ebbe la meglio.
    In un battito di ciglia, Akira avrebbe notato due cose: Anzo con gli occhi sbarrati, improvvisamente del tutto bianchi, come morti, e la sua bocca che sbavava, assieme alla finestra dietro il vecchio che si era appena mezza socchiusa. Il tutto contornato da un suono come di uovo che veniva sventrato dal guscio. Il tutto praticamente in un attimo, mentre lui minacciava il vecchio per ottenere una qualche reazione. Beh la reazione ci fu eccome. Il destino aveva preteso la vita di quell'uomo, che aveva ingannato tutti, ma non era riuscito a ingannare l'angelo della morte.
    La stanza di Anzo, come anche quella di Akira, non si trovavano in alto, e buttarsi da quella finestra non avrebbe ucciso praticamente nessuno, al massimo avrebbe causato una storta o al limite una piccola frattura, ma Sarumaki non mentiva riguardo alle guardie che stavano tenendo d'occhio i due, e quando i soldati del lord si videro a colpo d'occhio un uomo nudo, o almeno questo sembrò loro, gettarsi dalla finestra dove erano "custoditi" gli ospiti, non se lo fecero ripetere due volte, e appena l'uomo toccò terra, una salva di quadrelli da balestra composta da parecchie decine di dardi, crivellò il corpo di quello che fino a poco prima, si avvaleva del nome di Anzo.



    Ma andiamo con ordine. Se Akira si fosse sporto in avanti, avrebbe notato innanzitutto un tanfo di ammoniaca al limite dello svenimento, il corpo del fu Anzo, ormai del peso di un manichino, del tutto inanimato, che sarebbe caduto a terra per altro, se lui non lo avesse sorretto, con uno squarcio delle dimensioni di un bambino sulla sua schiena, dal centro delle scapole fino al bacino, del tutto vuoto, o quasi, al suo interno. Di sotto invece, sul prato sotto la finestra, uno strano omuncolo nudo, alto si e no un metro, poco più, a terra, penetrato da decine di quadrelli, accasciato su una pozza di sangue e liquido giallo. Morto.
    Sia che avesse trovato Sarumaki nel corridoio e fosse andato con lui all'esterno, o si fossero incontrati direttamente fuori, o semplicemente fosse rimasto in camera, prima o poi i due si sarebbero affrontati sull'accaduto, e Akira avrebbe potuto leggere su volto del nobile Sarumaki un misto di vaga soddisfazione mista a rimpianto per l'occasione mancata.

    - Bel lavoro ragazzo, ecco la tua paga. - Disse, lanciando sul tavolo, se Akira avesse avuto un tavolo vicino, o al petto del ninja in caso contrario, un sacchetto pieno di moneta sonante.
    - Quello che è successo qui è, da un lato, una vera fregatura, dall'altro, una fortuna provvidenziale, e se non fosse per te, oggi il mondo non sarebbe un luogo migliore. Questo tipo ci ha fregati tutti a quanto pare, te per primo. - Quindi avrebbe tirato via dal dito dell'Anzo-abito, il sigillo ufficiale del nobile, e lo avrebbe mostrato al chunin.

    - Vedi questo? Ecco, questo è l'unica cosa vera in questa storia di merda. Questo è il sigillo di Anzo, non dimenticherò mai questo piccolo oggetto, che ha mandato in esilio mia moglie e i miei figli. Quello invece, - Disse indicando il corpo martoriato puntandoci la balestra che teneva in mano... - Quello è, anzi era, un gran pezzente. Quel tizio si chiama Koru. -
    - Hai mai sentito parlare della banda delle volpi di ferro? Non farti ingannare, il nome non significa un cazzo. Sono una banda di balordi traditori del paese del ferro su a nord-ovest. Non hanno nemmeno il minimo onore per non fregarsi a vicenda tra di loro, infatti negli anni hanno seppellito più uomini della loro stessa gang che i loro nemici. Beh per fartela breve, in cima alla banda sono in tre, uno di loro ha una forta sovrumana, e adora strappare gli arti alle vittime che saccheggia, lo chiamano Tenno il Cattivo; poi c'è suo fratello, che è nato cieco, non si sa il nome, solo che lo chiamano il Buono, perchè non uccide mai, in realtà lascia che sia il fratello a sporcarsi le mani, e poi, per finire la combriccola, Koru il Brutto, e ti lascio immaginare perchè lo chiamano così. - Disse sogghignando, mentre indicava il corpo dell'omuncolo che aveva davanti.

    Mentre il corpo del povero Anzo, anzi, Koru, veniva trascinato via dalle guardie del nobile, Sarumaki si era fatto portare una pelle d'orso e se l'era messa sulle spalle, dato che la temperatura stava calando, e il sole con essa.
    - Te la metto giù così ragazzo, a giudicare dal sigillo, questo tipo deve aver fatto da spia presso Anzo per qualche tempo, e poi come al solito nella sua banda di decerebrati, deve aver provato a fregare i suoi, che lo hanno scoperto e hanno cercato di farlo secco, quindi ha preso il possibile e se l'è data a gambe usando questo - Indicando il sigillo sull'anello, - Per farsi mandare qualche povero diavolo che sarebbe morto per difenderlo dai suoi. - Stavolta indicò Akira, con la balestra.
    - Questo imbecille deve aver letto le lettere sarcastiche che mando periodicamente ad Anzo per invitarlo a prendere un tè così da tagliargli la gola e deve aver pensato che fosse un mio amico. Che idiota. - Quindi si sarebbe voltato, dando le spalle ad Akira per recarsi di nuovo dentro.
    - Puoi restare a cena ragazzo, ma domani fuori dalle palle, o dovrai pagarmi l'alloggio. Tornatene a casa, è stata solo una piccola svista, capita a quelli come noi, non ti abbattere. -
    Si voltò sorridente per fargli l'occhiolino. Ora che le cose erano risolte, non sembrava più così minaccioso. Forse Akira poteva persino aver trovato un amico.


    E così, termina la storia di Koru, il Brutto. Braccato dai suoi compagni per aver cercato di fare il doppiogioco dopo essersi infiltrato al posto di Anzo in casa sua, approfittando dei suoi momenti di assenza per farsi strada nella corte del Vento. Che durante il soggiorno era stato scoperto dalla guardia più fida del vero Anzo, e l'aveva sottoposta a un sigillo in modo che non potesse mai rivelare cosa aveva scoperto. Assieme ad un secondo che l'avrebbe terminato se qualcuno avesse provato a controllarlo tramite una illusione. Convincere la seconda guardia di Anzo non sarebeb stato difficile, il povero spadaccino defunto veniva pagato a tempo, non si sarebbe rifiutato di accompagnare il suo signore in un viaggio a Kiri. Koru, morto per essere stato codardo, e aver letto male delle lettere. Akira avrebbe potuto soggiornare ancora un po' presso Sarumaki, se lo avesse voluto, poi sarebbe potuto tornare a Kiri, malconcio ma sulle sue gambe. I suoi servigi non erano più necessari.

    Missione: Annullata, dal momento che Anzo, quello vero, ne ha richiesto l'annullamento, dal momento che non si è mai realmente mosso da casa.
    Feriti: Molteplici
    Caduti accademici: 2
    Caduti civili - privati: svariati

     
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    Vizi di Forma

    Spaesato


    « Mmh...? »
    Mi congelai sul posto all'udire di quell'improbabile rumore. Gli occhi di Anzo divennero bianchi, come se fossero spenti, la bocca aperta, con la saliva che lentamente incominciava a scendere dai lati delle labbra, il tutto fu preceduto anche dal suono di qualcosa che non riuscii a distinguere.
    Poi tutto successe, e successe tutto troppo velocemente.
    La finestra che si aprì, una strana sagoma gettarsi da questa, un tanfo incredibile di ammoniaca. Poi un rumore sordo, qualcosa che era caduto, quindi il fischio inconfondibile, se non nel numero, di frecce e dardi che volavano, conficcandosi in qualcosa. In qualcuno, per la precisione. Riposi il fuuma kunai e velocemente accorsi a fermare Anzo, bloccandogli entrambe le spalle. Ma il suo corpo mi cedette in mano. Sembrava essere vuoto.
    Ed in effetti vuoto era, praticamente. « Che schifo! » Lanciai via il manichino vuoto, facendolo schiantare contro un muro alla mia destra, notando solo in quel momento come un enorme squarcio si apriva a metà delle scapole.
    Che diavolo stava succedendo? Mi sporsi dalla finestra, notando come un gran numero di guardie si era adunata attorno ad uno strano, piccolo, corpo, con la solita puzza che mi aveva accompagnato tutto il viaggio. Aprii del tutto la finestra ed usai il chakra adesivo per scendere dal muro di legno. Giunsi in contemporanea di Sarumaki dinanzi al cadavere. Questo, dopo un primo istante in cui sembrò essere spaesato, sembrò essere soddisfatto dell'accaduto. Prese una borsetta dalla sua tunica e me la lanciò. La presi con entrambe le mani. Il mio viso sarebbe potuto essere preso come esempio di incredulità e spaesatezza in tutto il mondo. Guardai dapprima Sarumaki, poi il cadavere, quindi di nuovo Sarumaki, poi una guardia che impugnava una balestra alla mia sinistra, che a sua volta mi guardò negli occhi e mi fece spallucce, quindi tornai a guardare il cadavere, infine i soldi. « Ehhhhh... Che è successo? » Ero stato bravo? Avevo reso il mondo un posto migliore?
    Ma, soprattutto, ero stato ingannato?!
    « COSA? » Era stata tutta una farsa. Niente di tutta quella storia era una cosa vera, era stato tutto un artificio, un raggiro, una colossale presa in giro. Quello lì davanti era un truffatore, un mercenario, un furfante, che aveva venduto perfino i suoi compagni nella speranza di farsi qualche soldo, quindi aveva fatto finta di essere Anzo per sfuggire dalla loro vendetta. Non sapevo più cosa pensare di tutta quella storia.
    « Ero... » Guardai il cadavere, gialliccio e puzzolente. « Ero quasi pronto a morire per... Per questa feccia. » Il tono della mia voce era colmo d'odio, ma stranamente calmo e freddo. Mi avvicinai al cadavere ancora di più, arrivando a poco meno di un passo dalla faccia. « Tu... » I miei pugni si chiusero, con tutta la forza che avevo in corpo, finché non divennero completamente rossi per lo sforzo. « Per colpa tua sono morti innocenti... » Pensai alle guardie del povero Anzo, al giovane figlio del locandiere, ai vari civili, a Uriko... « Avrei voluto ucciderti io, con queste mani... » E non sarebbe stato così rapido, così poco doloroso. Scoppiavo dal furore. Le vene sulla tempia si ingrandirono, gli occhi, sgranati, guardavano solo il corpo fatiscente di quello che non poteva essere considerato neanche un uomo. Pensai per un momento di fargli esplodere la faccia, schiacciandola con il mio piede. Pensai di dilaniare il suo corpo, tagliarlo in vari pezzi e darlo in pasto ai maiali. Brava gente, innocenti... Morti... Per nulla.
    Respirai a fondo, cercando di rilassare il corpo, ed allontanandomi dal corpo del fu Anzo, o quello che io credevo Anzo. « Portatelo via. » Non volevo abbassarmi al suo livello. Non avrei lasciato che la mia rabbia mi trasformasse in una bestia, in feccia dell'umanità, come lui. « Approfitterò della cena e dell'alloggio per stanotte. Domani mattina toglierò il disturbo... Manco da troppo tempo... » Mi rivolsi a Sarumaki, mentre questo mi rivolgeva un occhiolino e un sorriso. La sua rabbia per Anzo era giustificata: a quanto sembrava aveva esiliato la sua famiglia. « Mi dispiace per la tua famiglia. Vedrai che un giorno anche lui la pagherà. »
    D'altronde il destino trovava sempre un modo. « Non è semplice... Non è semplice essere giusti. Non essere malvagi, comportarsi con onore, adempiere al proprio dovere. Sarebbe più semplice essere meschini, vili, traditori... Lo so bene, Sarumaki, ma penso una cosa: il bene, in un modo o nell'altro, trova sempre un modo per trionfare. » E Koru il brutto l'aveva imparato a sua spese. Sorrisi al nobile, mentre gli davo una fragorosa pacca sulla spalla. « Allora, che hai preparato per cena? »

    La mattina seguente, come da accordi, avrei preparato le mie poche cose, mi sarei fatto consigliare un abbondante scorta d'acqua, una cartina geografica e, dopo aver salutato e ringraziato Sarumaki per l'ospitalità, mi sarei addentrato nuovamente nel bosco. Mi sarei diretto dapprima nella Terra del Fuoco, e una volta giunto sulla costa, sarei tornato a Kiri via mare, lasciandomi la morte alle spalle, ma i ricordi e i pensieri di chi non era più tra noi nel mio cuore.

     
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