Le Quattro Fonti del Bosco

[Addestramento TS I - Akira/Meika]

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. -Meika
        Like  
     
    .

    User deleted


    Le Quattro Fonti del Bosco

    Endless Pain, Cruel Revenge



    Era morta.
    Forse in cuor mio l'avevo sempre sperato. I ricordi di mia madre erano sfumati, ma non avevo mai realmente realizzando, sin da quando quella storia era iniziata, perché mai le avrebbe dovuto abbandonare me e mio padre. Ora che la verità era certa tutto aveva senso, tutto riacquistava la sua collocazione naturale nel tempo ed alla fine i grandi misteri vennero denudati come inutili bugie. Guardai a terra con lo sguardo perso, mentre il mio corpo non riusciva a decifrare esteriorizzandole le infinite sensazioni che provavo. Dolore. Ma anche felicità. Disillusione. Mi ero illusa che mia madre potesse essere viva, per dei mesi avevo segretamente covato quella speranza. La speranza di ritrovarla, riportarla a casa, tornare a riavere entrambi i miei genitori.
    Ma erano i sogni di una sciocca bambina che non aveva mai realmente accettato la più grave perdita che una ragazzina può subire.
    Ma quell'illusione era svanita con le gentilissime, eppur dolorose, parole di Shosei. Sentii la mano di Akira stringere la mia e mi riscorssi da quella specie di stato catatonico in cui ero finita. Senza dire una parola, non sapendo che altro fare, stordita dalla amara verità che mi era piovuta addosso postai il capo sulla spalla di Akira, ringraziandolo silenziosamente della sua presenza lì, in quel momento, trovandomi dopo quasi un istante col capo praticamente affondando contro la sua maglietta a piangere amare lacrime di dolore. Silenziose, leggere. Non singhiozzai, non mi disperai. Rimasi immobile, trattenendomi sull'orlo di qualcosa di più grosso e pericoloso, lasciando solo lacrime come sfogo di ciò che provavo.

    Odio.

    Un odio nero aveva accompagnato la mia scoperta della verità. Perché quello che era successo a mia madre era un brutale assassinio ingiustificato mentre si apprestava a tornare a casa. E la colpa era degli stessi Kappa che avevamo combattuto fino a quel momento. Ma cercai di non dare a vedere ciò che sentivo: il mio odio, il mio risentimento e la mia vendetta dovevano rimanere mie. Di nessun altro, e non l'avrei perpetrata a danno di quelle pacifiche popolazioni. Non potevo riportare indietro mia madre, e se la situazione l'avevo anche solo minimamente intuita a farne le spese erano coloro che a mia madre l'avevano apprezzata e curata.
    Ma quello durò poco. Durò giusto il tempo che impiegò Suigo a mostrarsi, portando altre nefaste informazioni. Lasciai la mano di Akira, mi asciugai le lacrime rapidamente, iniziando a sentire il sangue ribollire in maniera pericolosa. Molto pericolosa. Non dissi nulla. Non una parola, non un accenno.

    Mi voltai e scappai verso l'uscita, attraversando rapidamente il palazzo a piena velocità, diretta alle mura: lì dove attendeva la mia vendetta. Avrei proseguito saltando su una delle barche, spingendo con forza sui remi: molti Kappa si scandalizzarono nel vedere la pace turbata, ma presto li lasciai, scappando sempre più velocemente verso est, perché ero certa che lì era il pericolo.
    Akira mi raggiunse, era più veloce di me, ed io non facevo altro che incespicare nella vegetazione per la fretta. Non appena mi bloccò mi voltai verso di lui, con uno sguardo che probabilmente lui non aveva mai visto prima d'ora: carico di un odio vero, vibrante e palpabile.
    Lasciami! sibilai, cercando (inutilmente) di liberarmi. Da quando le sue braccia erano diventate delle morse d'acciaio? Lasciami... devo... vendicarla.. Cercai di liberarmi, stringendo con le dita le braccia di Akira. Le lacrime iniziarono a cadere copiose, ma non potevo muovermi. Nemmeno utilizzando tutto il chakra che avevo a disposizione, ed i miei occhi erano inutili in una situazione di quel tipo. Lasciami... Al terzo "lasciami" la voce iniziò a farsi più debole, mentre le parole lette sulla pergamena degli Akuma mi tornavano confusamente in mente.

    Ora, per concludere il tutto, bisogna ricordare il più grosso limite degli Akuma.
    L'oscurità che anima le nostre illusione può muovere le nostre intenzioni altrettanto facilmente. Così ci ritroviamo a fare pensieri oscuri e se l'oscurità guida le nostre azioni nasce violenza e dove c'è violenza nascono demoni.
    E se il Demone diventa reale nella nostra oscurità, esso ci condurrà alla perdizione.

    Questa è la maledizione degli Akuma, ed è fatto monito a tutti quanti di combatterla, giacché da essa non ne deriva maggior potere ma solo maggior sofferenza.


    ... Lasciami... Avevo smesso di lottare. Sentii dei passi affrettati ma non mi voltai a vedere chi fosse. Riuscii solo a voltarmi verso Akira, cercando nuovamente un conforto che non sapevo dove altro trovare. Anzi, non era del tutto vero. Sapevo benissimo dove cercarlo: nella vendetta, nei fiumi di sangue dei Kappa della Fonte Insanguinata. Passarono alcuni minuti durante i quali non osai muovermi. Quando fui placata cercai di darmi nuovamente un contegno, respirando affannosamente per tutte quelle forti emozioni che stavo provando. Così alzai lo sguardo verso Akira, e mi resi conto che se non ero corsa a tagliare la gola ai Kappa della Fonte Insanguinata era solo perché lui me l'aveva impedito, ignorando le mie proteste. Mi aveva riportato con i piedi per terra finché, in un modo o nell'altro ero riuscita a sopprimere la mia rabbia.

    png



    Grazie dissi a bassa voce E scusa, non dovevo scappare così... Suigo si avvicinò, posandomi una mano palmata sulla spalla.
    Oh Meika-chan, cara mia. Conoscevo tanto bene tua madre, sai? Mi ha parlato moltissimo di te. ... Davvero? Sì sì, giuro! Mi diceva sempre che avevi preso molto più da suo marito che da lei. Istintivamente risi. Una risata leggera, umida di pianto, ma pur sempre una risata. Suigo però non parve capire. Oh, è divertente Meika-chan? No è che... è vero, aveva ragione. Dunque mi girai verso Akira, con un po' più di stabilità mentale ritrovata. Andiamo e finiamo questa storia, poi torniamo a casa. Dopotutto lo scopo del viaggio era compiuto e se c'era una situazione d'emergenza alla fonte tantovaleva farla finita il prima possibile.




    Dalle mura potemmo vedere la situazione. C'era un solo unico Kappa, che avevo diversi sfregi, di cui uno decisamente recente sotto l'occhio sinistro. Ma le cicatrici peggiori sembravano essere gravissime ustioni che marchiavano tutto il suo braccio sinistro e parte del pettorale sinistr, nonché diverse chiazze sull'addome e le gambe. Quando apparsi sulle mura gonfiò i polmoni e parlò, furioso.
    VIENI QUI UMANA! VIENI A SFIDARE CHI-HI LO SFREGIATO! urlò SAI PERCHÈ MI CHIAMANO COSI'? SAI CHI MI HA FATTO QUESTO?
    La risposta la sapevo benissimo. Mi sporsi verso la balaustra. E te le sei meritate tutte! dissi, con la voce carica di risentimento. Era stata mia madre, nella sua ultima lotta, a conciare così quel Kappa. E lui adesso voleva vendetta e voleva rifarsi su di me. Suigo mi parlò, preoccupato. Lui è un grande guerriero Meika-chan, non cadere dinanzi le sue provocazioni. Inoltre lui ha conosciuto il fuoco, non lo teme più.
    Non mi importava molto. Lui era nella spedizione che aveva ucciso mio madre e mi stava sfidando apertamente per giunta! Così iniziai a richiamare chakra negli occhi, che ancora non cambiarono colore. È me che vuole. Se scendo vi lascerà in pace, no? Gli altri non vogliono attaccare. Dissi. Se lo sconfiggo... Non puoi sconfiggerlo, Meika-chan. Sei stata brava prima, ma lui è esperto. Molto più di te e di Akira-kun.



    Suigo-san dissi Non sottovalutarmi.
    Ero magra, piccola. Uno scricciolo. Avevo l'aria indifesa, ma non lo ero affatto. Dunque prima che qualcuno potesse fermarmi saltai giù delle mura, atterrando sul muschio verde, proprio mentre i miei occhi divenivano rossi e neri. Scusami Akira.
    Chi-Hi parve eccitatissimo. Dunque sei qui. Non ti sei nascosta dietro qualcun altro. Disse. Cosa intendi dire? Chiesi, mentre infilavo la mano nella sacca porta oggetti. Avevo ancora i Kunai avvelenati preparati per combattere Chi-Chinkatsu. Il Kappa che vi ha attaccati era mio figlio. L'ho mandato io ma quel ragazzino s'è messo in mezzo tra lui e te. Grrrh... ti ho riconosciuta subito, hai la faccia identica a quella di tua madre, ma dalle nostre parti si usa che siano i figli a vendicare i padri contro i figli di chi gli ha fatto un torto. Ma ora dovrò essere io. Dunque così è iniziata e così vuole finire, no? Dissi, con un tono quasi triste.

    Agii per prima, lasciando perdere il Kunai avvelenato per comporre un unico sigillo e creare così una spessa coltre di nebbia dal raggio di diciotto metri che avrebbe certamente tolto la visione a Chi-Hi, ma non a me [Tecnica]
    Velo di Nebbia - Kirigakure no Jutsu
    Villaggio: Kiri
    Posizioni Magiche: Scimmia (1)
    L'utilizzatore può ricoprire una vasta area da una fitta nebbia. Chiunque all'interno della nebbia sarà considerato 'occultato' e potrà essere visto solo entro 1,5 metri. Tecniche con un potenza superiore a 40 dissolvono la nebbia nell'area colpita. La tecnica del velo di nebbia annulla e viene annullata dalla calura naturale o dalla tecnica Afa Terrestre nelle aree in cui sovrapposta.
    Tipo: Ninjutsu - Suiton
    (Livello: 5 / Consumo: Basso ogni 9 metri - Mantenimento: ¼ Basso ogni 9 metri)
    [Raggio Massimo: 9 metri a grado]

    [Da studente in su]

    I miei occhi, difatti, erano in grado di vederlo all'interno della nebbia così presi due Kunai avvelenati e glie li lanciai in sequenza potendo mirare liberamente. Il primo mirava proprio alla base del suo collo e fu scagliato con tutta la potenza che avevo in corpo [Azione], il secondo sarebbe partito subito in base alla direzione che Chi-Hi avrebbe preso cercando di schivare il primo, mirando a ferirlo all'addome [Azione]. Ma mentre scagliavo il Kunai i miei occhi crearono un'illusione ben nascosta nella nebbia: a tre metri dalla posizione di Chi-Hi in base al suo secondo spostamento avrei cercato di far cadere sulla sua testa una vera e propria colata di lava di forma sferica, una bomba per ricordargli i vecchi tempi passati, cercando di infrangerla verso il basso con tutta la forza che riuscivo a mettere nei miei occhi, ed anche più [Azione].

    Ed avevo appena iniziato. Ma forse, mi ero cacciata in un guaio dalla quale solo con la furbizia non ne sarei uscita.


    Bakameika in azione :asd:
     
    .
21 replies since 3/7/2015, 18:22   660 views
  Share  
.