Ombre nella Capitale di Iwa

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  1. DioGeNe
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    Midori mi fece una testa tanto su che genere di persona fosse Nokaze; c'era del risentimento nei suoi confronti e solo dopo, quando capii che dimezzo vi fosse stato un uomo, ne compresi la natura.

    La villa era di gusto raffinato e, sebbene ancora sfigurata da uno scontro avvenuto di recente, manteneva la sua immagine di potere. Scoprire di essere attesi non mi stupì più di tanto, d'altro in quel villaggio era da tempo in atto una feroce azione di spionaggio e controspionaggio da parte dei clan.
    Fummo dunque accompagnati in una sala molto elegante al centro della quale, tra banchetti e geisha, vi era la padrone di casa agghindata a festa. Quando scoprii che in realtà l'intera casata era in fermento per la sparizione del primogenito maschio non potei che apprezzare questo particolare: dimostrarsi forti nel momento di debolezza era un must per le famiglie con potere.

    Le sue parole giravano attorno alla scomparsa del fratello, che se non per le implicazioni nelle dinamiche tra clan, non me ne importava nulla. Chiaramente i rapitori volevano la chiave e appartenevano a quella fazione che ne voleva la riunione...come me d'altronde. In ogni caso, quello che potei intuire da quel piccolo monologo era che avevo a che fare o con una donna fragile oppure con una brava interprete. In ognuno dei due casi era necessario il bastone, perché di tempo per ritrovare il fratello disperso sperando potesse essere una buona leva per ottenere l'antico prezioso non ce ne era [Menti?, Recitazione].

    " Nokaze-dono sarò schietto con lei. La faccenda di suo fratello è solo una minima parte nel piano che potenti forze stanno architettando qui nella capitale di Iwa.
    La sicurezza del Paese e del continente in intero è ora in bilico. La chiave qui non è al sicuro; per quanto voi clan siate forti non avete il potere per contrastare gli interpreti silenti che stanno recitando una parte in questa storia. E gli eventi accaduti in questi giorni ne sono la prova schiacciante, quello che è successo a tutti i clan è la prova dell'inadeguatezza che hanno nell'assolvere al compito affidato loro da tempo immemore.

    La mia richiesta è facile. Mi consegni la chiave e cercherò di scongiurare il peggio per tutti noi. Sono qui per impedire che l'antico potere non venga liberato finendo nelle mani sbagliate; soprattutto ora che so gli intenti dei rapitori di suo fratello, devo impedirle di compiere follie. La storia ci insegna che nessuno è in grado di gestire ciò che è stato faticosamente confinato.

    Inoltre se saremo fortunati, potremo anche ritrovare suo fratello che di certo ha un ruolo non di poco conto in tutta questa faccenda.
    Avrei potuto mentire dicendole che la chiave potesse essere un'ottimo specchio per le allodole per i rapitori, utilizzandola come mezzo di contrattazione...ma per la gentilezza che ha dimostrato nell'accoglierci in casa sua e le emozioni che sta mettendo a nudo qui difronte a noi, non l'ho ritenuta la scelta giusta. Si merita la verità e sono sicuro capirà che la salvaguardia dell'intero Paese, e forse del Continente, è un problema più grande del destino che attende suo fratello. "


    png

    Attesi cercando di scorgere negli occhi della donna una reazione per poi interromperla sul nascere, prima che la parola potesse palesarla:

    " Per dimostrale la mia buona fede ma soprattutto quella dell'intero clan, Midori resterà qui nella sua dimora e le consegneremo l'oggetto di più grande valore per noi: la Verga dei Kiku. "

    Avrei dunque messo in mostra l'oggetto e lo avrei indirizzato verso alla mia interlocutrice a braccia distese; simbolicamente quello era un gesto importante perché, in pratica, consegnava il cuore, l'anima dei Kiku nelle mani dei Kani. Midori non avrebbe potuto fare nulla, l'avrei fulminata con lo sguardo al primo accenno di interferenza con quello che era il mio piano.

    " Badi bene, questa mia proposta non ammetterà un rifiuto. E confido che non prenda questa come una minaccia ma che il suo acume arrivi dove il preconcetto di molti potrebbe porvi un freno. Non sono qui per rubarle nulla."

    Quel potere era mio e nessuno, né i Kani né lo Tsuchikage stesso, poteva impedirmi di agguantarlo. Quello era il tempo massimo che avrei concesso alla via "diplomatica", un rifiuto avrebbe inevitabilmente portato a quella sanguinaria che, talaltro, i miei geni stavano richiamando sin dal principio.

     
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