Il Veleno dello Scorpione

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    Il Veleno dello Scorpione

    Post Ottavo - Akuma in fiamme




    L'Akuma non doveva aver gradito i metodi di insegnato di Arumo. Sembrò molto arrabbiata, gli occhi le si erano fatti rossi e le sclere totalmente nere. Era decisamente inquietante a vedersi e due ali di fuoco le erano uscite dalla schiena.

    Arumo minimizzò la cosa

    Voah! Quei funghetti di prima stanno finalmente facendo effetto! Che figata!

    Non aveva minimamente compreso quanto stava avvenendo, sembrava andato totalmente in trip.

    Shinichi al contrario sembrava estremamente interessato al fenomeno. Si avvicinò cautamente alle fiamme e, se Meika non avesse fatto nulla per fermarlo, ne avrebbe toccata una con la mano sinistra, ustionandosi leggermente [Danno Leggera a Vitalità]

    Affascinante...

    Ero rimasto molto impresso dall'arte dell'Akuma. Sapeva razionalmente che si trattava di illusioni ma non avrebbe minimamente immaginato fossero così vivide, e che persino le scottature si sarebbero formate sulla sua mano.

    Prese un mestolo di legno e provò a gettarlo in mezzo alle ali, giusto come prova.

    Passò attraverso le ali risultandone intonso.

    Incredibile! Eppure vedo le fiamme, ne sento il crepitio, percepisco il calore.

    Erano decisamente delle illusioni ma, se lo erano, forse...

    Unii le mani nel sigillo della tigre

    Kai!

    Il rilascio funzionò, come mi aspettavo. Dopo la "prova del fuoco" era evidente che non fossero vere fiamme, nonostante le sensazioni che l'illusione mi aveva dato. Ora le ali erano sparite, ma gli occhi terribili degli Akuma restavano... mi guardai la mano e notai che la scottatura era sparita!

    Meraviglioso.

    Nel frattempo che osservavo e sperimentavo in prima persona le arti degli Akuma Arumo rimase per terra... a quanto pareva quelle illusioni gli avevano scatenato un qualche effetto avverso, era perso nel suo mondo di allucinazioni!

    Drogato del cazzo.

    Gli tirai un calcio, sperando di scuoterlo.

    Niente da fare. Ehi Meika, me la dai una mano a sistemare il tuo sensei?

    Se anche avesse spento le fiamme lo spaccino non si sarebbe mosso, aveva gli occhi dentro la testa e la bava che gli usciva dalla bocca. Una breve analisi avrebbe indicato che era semplicemente in preda a qualche allucinazione o qualcosa di simile, ma che fisicamente stava "bene".

    Dovrebbe esserci qualcosa qui dentro per farlo riprendere... di solito hanno sempre cose del genere questi disperati. Magari puoi preparargli una medicina o che so io... vediamo che piante ha di la. Te che sei medico che ne pensi?

    Di medicina non sapevo proprio nulla, per cui andavo sfruttando la logica.

    Forse cercando riesco a trovare qualcosa...

    Una rapida ricerca della stanza, da solo o aiutato dalla Akuma, avrebbe presto rivelato il libro di "ricette" di Arumo.

    Se fossi stato a trovarlo lo avrei aperto, trovando rapidamente una pagina con scritto sopra, in rosso e con la calligrafia disordinata del suo proprietario:


    CITAZIONE
    In caso di trip troppo forte

    Avrei letto la pagina ma...

    Io di sta roba non ci capisco nulla... pensi di poter fare qualcosa tu? E' uno spacciatore, un criminale e un po' pazzo ma... non è proprio così pericoloso, mi spiacerebbe lasciarlo al suo destino. E poi abbiamo bisogno di lui... magari riesci a fare un antidoto seguendo queste istruzioni? Dopotutto è per questo che sei qui no? Più o meno...




    CITAZIONE
    OT

    Lascio a te che sei sicuramente più esperto in materia decidere come approcciare il problema.
     
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  2. -Meika
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    Il Veleno dello Scorpione

    Avvelenare... per curare.




    Quel tale Arumo era a dir poco sconvolgente. Quando si era allontanato aveva deciso di ingerire quelli che dovevano essere simpatici funghetti allucinogeni. Il che l'aveva portato in breve tempo ad una crisi fin troppo profonda per essere pericolosa. Il Kuorgane decise di contrastare l'illusione che avevo creato rilasciandola, ma me ne importai davvero poco perché avevo il vago sospetto che se non avessi fatto qualcosa molto presto Arumo sarebbe annegato nella sua stessa saliva. Così mi avvicinai a lui mettendolo di lato, lasciando che la saliva uscisse fuori senza potergli finire nelle vie aeree. Che Amaterasu mi perdoni, ma questo qui è proprio un cazzone. Linguaggio raffinato dal dolce "Fiore degli Akuma".

    Shinichi ebbe dunque la giusta idea di cercare qualcosa che potesse farlo riprendere. Immagino di sì, questo qui sta andando in overdose. Dissi continuando a tenerlo fermo su un lato nonostante le convulsioni che lo scuotevano. La saliva usciva copiosa dalla sua bocca, bagnando il divano dove era disteso. Shinichi parve trovare qualcosa ed io risposi. Non lo so, Shinichi. Vieni qui e tienilo fermo per non farlo girare per favore. Una volta eseguito quel compito avrei letto il fascicolo intitolato "In caso di trip troppo forte". Una garanzia. Leggendo però il contenuto compresi che non era propriamente folle ciò che era scritto lì. Ed una parte di me sembrava essere anche in grado di vederne l'utilità. Uhm... interessante. In genere utilizza un mix di piante sedative per calmarsi dallo stato troppo eccitato. Non è la stessa cosa che contrastare l'effetto della sostanza psicotropa, Shinichi. Piuttosto aggiunge un secondo effetto al suo organismo che contrasta il primo. Non era un bel modo di curarsi, secondo la mia opinione. Era sempre meglio, se possibile, eliminare il primum movens del disturbo piuttosto che agire sui sintomi, ed in particolar modo questo metodo aggressivo consisteva nell'assumere una grossa quantità di piante sedative per fermare i tremori e deprimere tutte le attività nervose e calmarsi. Assume una droga diversa per contrastare l'effetto della prima... mormorai In pratica... ma sì... alla fine è ciò che serve...

    Mormorando quelle parole lasciai Shinichi, correndo sul retro verso la serra, cercando le piante che erano segnate in quel micidiale intruglio. Ciò che mi preoccupava non era solo la presenza di diverse piante calmanti di indubbia fama (valeriana, camomilla, passifora) ma sopratutto della... cicuta. La cicuta! Un potente veleno, storicamente noto. Sul foglio erano scritte le note sulla preparazione, ma avevo vagamente in mente cosa volesse dire. La cicuta rilassava (paralizzava) i muscoli ed era anche un potente sedativo. Ma era pur sempre un veleno, che razzia di folle era mai quel tale? Però sapeva maneggiare le piante e le quantità sembravano essere approssimato al centesimo di grammo. Per cui, con ogni probabilità l'infuso che che intendeva preparare per "sopravvivere" aveva effetti ben più blandi di un veleno mortale. Ma rimaneva comunque una vera e propria follia!

    Preparare l'infuso avrebbe richiesto foglie e radici secche, per cui lasciai stare le piante vive e mi diressi verso una dispensa piena di barattoli attentamente etichettati. Presi tutto ciò che mi serviva, compresa la pericolosissima cicuta e tornai da Shinichi. Arumo tremava, sbavava e rideva contemporaneamente. Quella ricetta era una cosa folle, ma dovrebbe funzionare. Dissi, parlando più a me stessa che a Shinichi. Misi tutti gli ingredienti sul tavolo. Ho bisogno di un paio di guanti. Non avrei toccato la cicuta a mani nude. Tornai sul retro e scavai tra le cianfrusaglie di Arumo finché non trovai una scatola di guanti in lattice che indossai. Tornai nuovamente in casa e presi un bilancino ad alta precisione con il quale lo spacciatore probabilmente pesava le dosi, e non solo di erbe, ma anche di prodotto finito da vendere. Quella casa era un vero e proprio laboratorio. Cercai una carta da filtro circolare, la misi sulla bilancia ed iniziai a pesare la cicuta. Maneggiarla mi faceva sentire nervosa, sapevo le a coniina poteva essere assunta anche attraverso la pelle e tutto volevo che morire. Pesai con estrema precisione 0,15 grammi di cicuta. Vi misi sopra abbontanti piante sedative. Poco prima avevo messo a bollire un pentolino d'acqua e quando fu calda presi un diffusore da te (che probabilmente non era mai stato usato per il te) e ci misi dentro il composto, piegando attentamente la carta da filtro per far finire tutto nel diffusore. Riempii un bicchiere, ci misi dentro l'infusore ed attesi. Arumo aveva finito di schiumare, ma tremava ancora. Probabilmente era vivo solo perché avevo avuto l'accortezza di metterlo di lato. Tolsi l'infusore dopo tre minuti. Bene, in teoria andrebbe bevuto. Dissi, pensando che far bere qualcosa ad Arumo in quelle condizioni sarebbe stato fin troppo difficile. Ma non credo. Mi ci gioco un occhio, in questa casa c'è una siringa. Cercai e trovai uno sporchissimo bagno nel cui mobile trovai fin troppe siringhe sterili ancora chiuse. Ne presi una, l'aprii, tolsi la protezione all'ago e lo infilai nell'infuso, tirando su lo stantuffo. Iniettare questa cosa dentro Arumo aumenterà l'effetto rispetto all'ingestione, però così calda ancora non posso. Staccai l'ago sterile e lo posai per la base sul tavolo dunque aprii l'acqua del lavandino della cucina, fredda e ci misi sotto la siringa finché non fu ad una temperatura accettabile. Presi l'ago e lo rimisi sulla siringa, avvicinandomi ad Arumo. Tienilo fermo, non sono molto pratica ancora... Chiesi a Shinichi. Dunque avrei infilato piano l'ago nel braccio di Arumo, proprio sulla piega del gomito, facendo una rapida iniezione. Quella ricetta era folle. Un vero e proprio veleno. Può funzionare solo per un motivo: il suo stato psicofisico alterato è come se fosse iperattivo, come se nel suo cervello ci fosse un concerto di sinapsi attivate. I neuroni stanno scaricando all'impazzata a disordinatamente... per cui serve deprimerli. Questo veleno in una persona normale avrebbe brutti effetti, intorpidimento, affanno e torpore e probabilmente li avrà anche su di lui. Ma almeno smetterà di star male... per ora. Era probabile che, una volta ripresosi, avrebbe pagato lo scotto di quell'iniezione. Ma per il momento, doveva solo baciare la terra dove camminavo, giacché la mia presenza gli stava - letteralmente - salvando la vita.
     
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    Post Nono - Akuma in fiamme




    Che Amaterasu mi perdoni, ma questo qui è proprio un cazzone.

    Tranquilla, sono sicuro che Amaterasu stessa avrebbe detto di peggio.

    Non ero credente, figurarsi praticante, ma non avevo intenzione di mettermi ad intavolare una discussione teologica, con nessuno.

    Avrei contribuito a tenere fermo Arumo in modo che non trovasse la morte per via della sua stessa stupidità.

    Avrei ascoltato senza interrompere l'Akuma. Forse, in quel modo, avrebbe potuto apprendere da sola quello che le serviva. Mi sarei rivolto verso l'incosciente Arumo.

    Sei un miglior insegnante svenuto che non da sveglio.

    Avrei seguito le istruzione della kiriana, facilitando l'iniezione di Arumo come meglio potevo.

    Quella ricetta era folle. Un vero e proprio veleno. Può funzionare solo per un motivo: il suo stato psicofisico alterato è come se fosse iperattivo, come se nel suo cervello ci fosse un concerto di sinapsi attivate. I neuroni stanno scaricando all'impazzata a disordinatamente... per cui serve deprimerli. Questo veleno in una persona normale avrebbe brutti effetti, intorpidimento, affanno e torpore e probabilmente li avrà anche su di lui. Ma almeno smetterà di star male... per ora.

    Feci spallucce

    Guarda il lato positivo... almeno ora sai come mischiare un veleno no?

    Avrei detto all'Akuma di tenersi il libro di ricette

    Il nostro eroe qua non ne avrà più bisogno. Per la sua salute è meglio chiamare qualche Iga e sbatterlo in gattabuia per un po'. Tieni pure il suo libro di veleni, magari riesci a cavarci qualcosa di utile per te.

    Un libro simile pieno di veleni casalinghi non aveva grosso valore per me, e nessuno per quelli a cui avrei potuto venderlo, per cui tanto valeva regalarlo alla kunoichi di Kiri.

    Saremmo quindi usciti dalla casa ed avrei chiesto ad una vicina di casa di chiamare un paio di guardie

    Quell'idiota è riverso nel suo vomito di sopra lasciando la casa piena di roba in evidenza. Finalmente ve ne potrete liberare per un po'... chiamate un paio di Iga, dite che è stato Shinichi Kurogane a richiedere la loro presenza.

    Arumo era una figura conosciuta nei dintorni, ma fino a quel momento era sempre stato abbastanza furbo da evitare di farsi trovare con qualcosa di criminoso in casa (oppure aveva trovato guardie corruttibili).

    Avevo lavorato spesso assieme alla polizia Iga, indagando su vari crimini, pertanto mi conoscevano anche solo di vista.

    Avrei affidato il caso a loro dato che erano, per loro stessa natura, assolutamente incorruttibili.

    Ed anche Arumo è sistemato... andiamo a cenare?

    In caso affermativo avrei accompagnato l'Akuma nella mia umile dimora/ufficio (in teoria avevo una casa nel quartiere dei Kurogane, ma non l'avevo mai usata dato che trovavo più comodo dormire in ufficio per ottimizzare le ore di lavoro).

    Scusa per il disordine, sai... il lavoro.

    Appoggiai un rotolo di richiamo vuoto su quel caos che era la mia scrivania (erano presenti documenti vari, prove imbustate, fascicoli, libri, mappe, tagliacarte ed un paio di Kunai) ed inserii tutto un po' alla rinfusa nel rotolo.

    Il modo migliore per riordinare rapidamente qualunque cosa.

    Avrei inserito il rotolo dentro uno dei cassetti della scrivania, ripromettendomi di continuare il lavoro il giorno dopo.

    Se vuoi darti una sciacquata o riordinarti un po', o hai qualche bisogno, il bagno è la prima porta a destra lungo il corridoio. Usa poca acqua per favore, dobbiamo stare attenti come si usa qui a Suna.

    Nel frattempo avrei spostato la scrivania, portandola al centro della stanza, e l'avrei poi ricoperta con una tovaglia, accompagnando il tutto con quattro sedie. Mentre preparavo il tutto sarebbe arrivata Miyako.

    E' qui la festa?

    Ciao, Miyako! Ma... Asuma dov'è?

    Ha detto testualmente "Io nella stessa stanza con quel demone? Neanche per sogno!"

    Mi sarei messo a ridere, visto che il demone in questione era una ragazzina adolescente.

    Oh beh, più carne per noi. Lascio voi ragazze a tenervi compagnia, io intanto vado a cucinare un po'. Se volete qualcosa da bere è nel frigo. Non ci facciamo problemi per gli alcolici Meika, se ne vuoi basta chiedere. Cerca di non esagerare però...

    Sapevo che nel continente ninja esistevano credenze totalmente opposte per quanto riguardava il consumo degli alcolici. Io avevo imparato a non farmi problemi, dopotutto era altamente ipocrita considerare qualcuno abbastanza maturo da poter uccidere una persona ma non abbastanza per bersi un paio di bicchierini di Saké in compagnia.

    Una volta sole Miyako avrebbe chiesto di tutto a Meika, dagli ultimi gossip personali e del villaggio di Kiri, dalle sue conoscenze, da com'era il villaggio, com'era il mare, quanto era fortunata a poter mangiare sempre pesce fresco, a come si era comportato Shinichi durante il viaggio, com'era questo misterioso Shu che lei sentiva spesso nominare ma che non aveva mai visto, come aveva fatto a diventare Kunoichi e perché... insomma un vero e proprio terzo grado ma detto con tanta grazia, eleganza e pura curiosità che forse almeno a qualche domanda Meika avrebbe risposto.

    Ovviamente, se Meika avesse voluto chiedere qualcosa a Miyako anche lei non sarebbe stata avida nelle risposte.

    Alla fine la carne era pronta e Shinichi si rivelò, come Miyako le avrebbe anticipato se chiesto, un ottimo cuoco e padrone di casa. Avrebbe lasciato una certa libertà a Meika, eventualmente avvisandola quando stava per bere troppo e, una volta che Miyako fosse crollata sotto gli effetti dell'alcool, l'avrebbe sollevata dal suo trono d'oro e l'avrebbe portata sul suo letto, a cui aveva cambiato le lenzuola e la federa per l'occasione.

    Ufff... e anche stasera si dorme sul divano. Se vuoi sul letto di la ci stai anche tu, o preferisci che ti riaccompagni dove alloggi? Tranquilla, non farò nulla di sconcio ormai è normale... Miyako non sa proprio controllarsi quando beve, e guai a contraddirla!

    Se Meika avesse esagerato con l'alcool e si fosse addormentata l'avrebbe collocata (vestita) di fianco alla Kurogane prima di ricoprire entrambe con una coperta, viste le fredde temperature notturne.






    CITAZIONE
    OT

    It's party time, biatch!
     
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  4. -Meika
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    Il Veleno dello Scorpione

    Questione di fegato





    Arumo parve calmarsi. Sapevo che quell'intruglio non gli avrebbe fatto bene nelle ore a venire, ma non sentivo di dispiacermi troppo. Sentivo ancora l'effetto dell'oppiaceo addosso, che aveva anestetizzato il dolore. Mi lavai le mani alla bene e meglio dopo aver maneggiato quelle sostanze (sopratutto la cicuta) e sentii di esprimere il mio accordo con Shinichi per quanto riguardava le capacità di insegnamento di Arumo. Meglio da strafatto. Molto meglio da strafatto.
    Così fu abbandonato al suo destino (le guardie) ed io con molta felicità presi l'enorme tomo che Shinichi mi aveva indicato. Lo sfogliai rapidamente, sentendo un vago odore di pino silvestre, segno che quell'uomo doveva averci fumato moltissime "sigarette" sopra, ma il suo contenuto era sorprendentemente accurato.
    Non solo era una grossa enciclopedia sulle principali piante velenose, ma anche una preziosa risorsa sulle metodologie migliori per trattarle in tutta sicurezza. Quell'uomo mi aveva dato accesso ad una infinità di informazioni e la cosa, in tutta sincerità, mi rendeva fin troppo felice.


    Lasciammo la casa di Arumo che era ormai sera, e dalle promesse Miyako ci stava attendendo con la spesa per la carne alla griglia promessaci da Shinichi. Seguii il Kurogane con il pesante tomo tra le braccia, abbastanza allegra per via del risultato ottenuto: studiando da quel tomo, usandolo e provando sarei riuscita nel tempo a creare ciò che volevo. Probabilmente sulle prime avrei dovuto limitarmi a non esagerare e limitarmi a riprodurre quelli che erano i veleni che potevo acquisire, ma con la giusta esperienza sarei riuscita a farne di miei.


    La casa-ufficio di Shinichi era molto disordinata, ma non me ne impressionai più di tanto. Non che la mia sia molto più ordinata quando ho da fare dissi con una risatina innocente. Proprio prima di partire avevo ridotto la mia stanza ad un discreto caos. L'avevo chiusa a chiave e la chiave era al sicuro nella mia tasca, tanto per evitare che il mio caro padre si alterasse troppo nel vedere in che stato sua figlia avesse deciso di vivere. Miyako era in casa, aveva fatto la spesa e così a Shinichi toccò andare a cucinare. La ragazza invece sembrava alquanto vogliosa di chiacchierare, mi fece molte domande, sfidando il mio carattere notoriamente poco avvezzo alle ciance. In tali occasioni finivo per ammutolirmi se l'argomento di discussione non mi interessava. E così parlammo di Kiri, di quanto la fortuna di mangiare pesce fresco fosse controbilanciata dal vedere il sole solo quando riusciva a penetrare attraverso la nebbia, di come Shu non fosse altro che presuntuoso e che ero diventata Kunoichi perché in effetti nella mia famiglia tutti avevano intrapreso quella strada ed in quanto membra del clan Akuma ci si aspettava da me quello. Non feci domande ed anche se avessi voluto farne ben presto Shinichi tornò con la cena che tenne impegnati i nostri pensieri. Squisito Shinichi-san, davvero! Dissi dopo il primo boccone. In tavola c'era qualche bevanda alcolica ed io feci un sorso a del buon vino nero di Kusa che si sposava benissimo con la carne.


    Ora, dovete sapere una cosa: io non ho mai retto l'alcool. Lo sapevo, per cui mi ero limitata ad un paio di sorsi, ma quelli bastarono ad imporporarmi le guance ed a farmi girare la testa. Non toccai più nulla da quel punto in poi, ma mentre Miyako era svenuta sul tavolo per il troppo bere io mantenni un contegno encomiabile. Non perdevo mai il controllo, ma quando lo facevo finivo per creare disastri. Ma non era quello il caso: mi alzai in maniera composta, rifiutando l'invito di Shinichi. No, tranquillo, ho una camera che mi aspetta. Dissi allora. Bene, Shinichi-san, grazie di tutto, davvero. Dunque spero che ci vedremo presto a Kiri. Io partirò domani stesso, non ha senso rimanere. Se vuoi puoi venire con me e concludiamo questo affare. Ottenuta una risposta sarei uscita da quella casa, col grosso libro in mano, dopo aver salutato il Kurogane. E mentre camminavo per le strade di Suna, con la testa leggera per via dell'alcool, mi ritrovai a pensare a molte cose, troppe cose, come sempre accadeva quando ero sull'orlo del baratro dell'ubriachezza. Sentivo la mancanza della mia umida Kiri. Molto.
     
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