Vecchio Covo della Radice

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    Chakra distruttivo







    Le parole di Oboro lasciarono del tutto sbalordito Raizen, nel tempo era stato accusato di tante cose, ma mai di complottare, e mai sulla vita di un konohaniano, ben che meno su un elemento così fedele come lo era Oboro.

    Da voi chi?
    Ma se ho pure fermato pure uno degli aghi che…!
    Togliti quel coltello dalla gola demente non vedi…


    Ma niente, la sua voce per quanto tonante non riuscì a fermare Oboro dai suoi intenti, quella ragazza aveva qualche problema con la vita, era almeno la terza volta che tentava di togliersela, senza considerare le mutilazioni per cui pareva avere una vera e propria passione.
    Quando la bolla di insetti permise a Raizen di vedere cosa Oboro avesse fatto, l’Hokage sentì un piccolo senso di nausea mordergli lo stomaco, ma fortunatamente l’abitudine riuscì a rimettere le cose apposto. Doveva solamente fermare quella massa di insetti che ora cercava di divorare Oboro, era probabilmente l’ultima ondata che era stata in grado di ammaestrare e generare in quanto da svenuta non poteva di certo riuscire a controllarli, per cui se fosse riuscito ad eliminarli l’avrebbe tratta in salvo.
    Ma come? Pugni e lame non avrebbero mai dissolto quella nube inconsistente di migliaia di esserini, era incommensurabilmente più veloce di loro, ma questo non gli avrebbe comunque permesso di neutralizzarli tutti in breve tempo e schiacciarli tutti sotto alla mano del demone non era di certo la cosa migliore.

    Ma allora cosa brutta stronzetta sputa insetti!
    Mi son rotto le palle dei tuoi metodi autolesionisti!


    Pestò con violenza un pugno sul pavimento, inginocchiatosi accanto ad Oboro per saggiarne meglio le condizioni poteva chiaramente vedere come l’impatto avesse alzato più polvere del previsto, come se il colpo fosse stato avvolto da uno strato invisibile di… qualcosa.
    Gli tornò alla mente un’abilità del quinto Hokage basata su un elevato controllo del chakra, ma tra se e se si disse che non era possibile, ne aveva un elevato controllo, ma non di certo a livelli così elevati, probabilmente se avesse cercato di fare un operazione chirurgica su qualcuno avrebbe fatto cicatrici spesse come zoccoli di cavallo.
    Forse però poteva provare a replicare quell’effetto più che col controllo semplicemente con la forza bruta, dopotutto quello che serviva a lui era un’esplosione di potere che fosse in grado di aumentare il raggio del suo pugno quanto bastava da poter eliminare gli esserini ma non nuocere la loro regina.
    Guardò più di una volta il suo pugno poi la kunoichi, ancora lievemente indeciso sul da farsi e soprattutto sul come farlo, ma purtroppo non aveva tentativi, poteva farlo solo una volta e doveva sbrigarsi a farlo prima che fosse troppo tardi.

    Beh, le basi le ho, no?

    In effetti grazie alla sua esperienza poteva vantare più che qualche mera base, sapeva manipolare il vento, sapeva usare il chakra repulsivo, si trattava di fare una cosa simile in effetti, ma tutta in una botta e con molta più violenza del semplice chakra repulsivo.

    O la va o la spacca, letteralmente.
    Spero che riesca ad ingerire i tonici.


    Caricò il pugno mentre preparava i tonici da somministrare ad Oboro in qualsiasi caso, viste le ferite che andava riportando. Doveva impastarvi del chakra, non troppo in realtà, portarlo fino al limite estremo, spingerlo fin sull’orlo del rilascio e dargli un ultimo spintone verso l’uscita per l’esplosività necessaria.
    Ed ovviamente non orientarlo verso Oboro ma parallelamente al terreno, in modo che lei venisse presa a malapena di striscio dall’area del suo pugno ingrandita.
    I muscoli scattarono in avanti mentre il chakra veniva ancora represso, fino a qualche istante prima dell’estensione totale, fino al momento in cui un ipotetica barriera, immaginata per semplificarsi il lavoro, sarebbe dovuta andare in frantumi a causa del rilascio di energia che sarebbe avvenuto di li a poco.
    In caso non avesse funzionato avrebbe rapidamente creato un clone mentre stringendo Oboro tra le braccia avrebbe ripercorso all’inverso tutte le sfere piazzate fino a quel momento per recarsi con quanta più rapidità possibile all’esterno dell’edificio e poi verso l’ospedale, mentre somministrava alla ninja i tonici necessari alla sua ripresa, tonici a cui nemmeno una ricercatrice come lei poteva ancora aver accesso.
     
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    Errori



    Quando la Vespa aprì gli occhi, si trovava in una stanza semibuia, su un lettino che ricordava quello degli ospedali; aveva una canula nella mani destra, e un piccolo tubo nella narice sinistra che le arriva fino in profondità tramite le vie aeree. Si sentiva estremamente debole, e non riusciva nemmeno a mettersi seduta, tanto erano forti i dolori. Le uniche azioni che riusciva a portare a termine, erano il movimento degli occhi, per guardarsi attorno, e piccoli gesti con le dita e con la bocca; parlava a malapena. Riuscì a vedere che le lenzuola nelle quali era immersa, erano inzuppate di una sostanza rosso-giallastra, il suo sangue; ancora non era abituata al suo nuovo corpo, e in situazioni di quel genere, era di nuovo Oboro, più che la nuova donna-insetto generata per sbaglio.
    Accanto a lei, appisolata, una donna che ricordava di aver già visto; una dei medici che l'avevano soccorsa nell'ufficio di Raizen dopo la metamorfosi.
    Improvvisamente le tornarono in mente i ricordi più recenti, si trovava nel covo della radice, era appena stata tradita, e si era mozzata un piede; ricordo che le causò un improvviso dolore in quel punto del corpo.
    Pochi istanti dopo, la donna lì presente si svegliò con un sussulto, e notò che D'vorah era sveglia, quindi sorrise.

    - Sei tornata tra noi finalmente, menomale che i tuoi organi sono sempre allo stesso posto nonostante...il cambiamento, altrimenti sarebbe stato difficile tenerti in vita. Ci hai fatto prendere un bello spavento. -

    A quel punto a Oboro fu chiaro dove si trovava, dove essere in una qualche postazione medica nel villaggio, e doveva essere stato Raizen stesso a portarla lì dal covo. Se avesse voluto ucciderla ora non si troverebbe lì, e se ci fosse un qualche complotto per usarla come cavia, ora sarebbe in un posto ben diverso. Forse aveva sbagliato parecchio nella sua analisi. Pensandoci a mente fredda poi...

    - Si, lui è troppo stupido per una cosa del genere. -

    La donna non capì a cosa la ninja si riferisse, e Oboro scosse la testa per far capire che stava parlando da sola. Improvvisamente sentì qualcosa di diverso, qualcosa provenirle da dentro. La sua colonia, che era stata ridotta in cenere dal colpo del Kage, colpo che le aveva salvato la pelle, si stava lentamente rigenerando. I pochi insetti rimasti, quelli chiave, quelli che sono assegnati alla riproduzione della colonia e che mai devono uscire dal corpo, si stavano dando da fare come nei peggiori bordelli di Otafuku, e stavano ricreando la popolazione Oboriana dall'interno. Più questo processo andava avanti, più Oboro si rendeva conto che nella sua mente era sempre meno Oboro, e sempre più D'vorah. Dipendeva dagli insetti; il suo corpo era come una grossa massa di insetti collegati mentalmente tra loro a livello cellulare, come se l'anima di tutti quelli morti durante la mutazione fosse rimasta e si fosse aggrappata alle sue cellule. Una volta che la colonia fosse stata nuovamente a pieno regime, avrebbe cessato di essere nuovamente Oboro, ma la cosa non la disturbava più di tanto; come Oboro aveva avuto una vita vuota, fatta di carta e penne, e missioni come spia, ora come D'vorah, avrebbe potuto lasciare un segno nella storia.

    [Dopo l'entrata di Raizen]

    Quando il Kage si fosse avvicinato, avrebbe trovato la ninja con gli occhi chiusi, per riposare la vista e conservare le energie, ma lei lo avrebbe percepito subito, non molti ninja enormi con molto chakra sarebbero passati di lì. Oltretutto lei nelle carni aveva molto chakra del Kyubi ancora residuo, quindi aveva una sorta di sesto senso per la presenza di Raizen.

    - Non sono...lesionista....Pensavo, volessi usarmi. -

    Quindi sarebbe rimasta in silenzio. Parlare le dava ancora fastidio e le toglieva molte energie, quindi avrebbe lasciato al Kage la possibilità di dire la sua per un bel pezzo, oppure si sarebbe goduta il silenzio. Quindi, alcuni minuti più tardi, avrebbe parlato nuovamente, dopo essersi concentrata per un po' e aver assunto alcuni medicinali per il dolore.

    - Prima di svenire di nuovo, ho un rapporto da fare. Mi era passato di mente, ma con alcune reclute abbiamo trovato la base dell'Edera, a Otafuku. Il gruppo composto da Sho, Oda e Ryo si è rivelato efficiente. -

    Quindi, pochi istanti dopo, sarebbe svenuta per le ferite. Dopotutto la sua pelle si stava ancora riformando, anche se a ritmo abbastanza accellerato, grazie al chakra della volpe che portava dentro alle cellule, merito dell'intervento di Raizen alcuni giorni prima.


     
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    Convalescenze






    Dovette attendere qualche ora perché i medici gli permettessero di entrare nuovamente nella stanza di Oboro, e nonostante il permesso accordatogli quando vedette il corpo si disse che era ancora troppo presto.

    Oufh.
    Forse è meglio dargli qualche giorno di riposo.


    Disse guardando impietosito le ferite della ragazza prima di uscire.

    Trattatela ancora meglio di quanto fate di solito, occupatevi pure delle cicatrici, è da tanto che il villaggio non conosce ninja così fedeli.

    Sarebbe tornato solamente due giorni dopo, certo che il tempo avrebbe aiutato alla kunoichi a recuperare, seppur parzialmente le sue ferite.
    Era ancora presente qualche macchia di fluidi corporei espulsi dalle ferite con qualche piccola striatura di sangue, segno che i drenaggi erano stati rimossi e probabilmente il prossimo passo sarebbe stata la cura delle stesse mediante il chakra curativo, ma fu felice di vederla reattiva, seppur stanca.

    Io te lo ridico, o tieni di conto il tuo corpo o ti inchiodo quelle chiappe variopinte in un laboratorio a studiare le abitudini alimentari dei fottuti ornitorinchi.
    Se uso qualcuno non faccio in modo che un ologramma mi disfi il gioco, che ne dici te?
    Per cui cerca di non farti più rosicchiare da nessuno.


    Ascoltò il breve rapporto con attenzione, ed una lieve emozione, dopotutto quella era una buona notizia, aveva cercato di infiltrarsi nell’edera così come aveva fatto con il loto, ma non vi era riuscito, quella seconda occasione non andava sprecata, ma dal breve rapporto fornitogli dalla kunoichi pareva che al gruppetto mancasse qualche informazione.

    Quando ti sarai rimessa passa da me per definire la missione.

    Disse prima che questa svenisse nuovamente per la fatica.
    Decise di lasciarle un biglietto sul comodino con su scritte quelle stesse parole, poche e semplici com’erano non costituivano un pericolo seppur lette da qualcuno, ed Oboro conosceva la sua calligrafia, per cui non avrebbero potuto imbrogliarla riscrivendo il foglietto.
     
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