Una notte da leopardi

A quanto pare c'era un po' di incomprensione tra i 2, perché benché forse era vero che Kiyomi non aveva ben capito le intenzioni del suo interlocutore, lui non aveva capito che lei non si stesse riferendo necessariamente ad una conquista sessuale, anche se in una situazione così intima non poteva sospettare altro.
Come vuoi.
La ragazza continuava a sorseggiare il suo tè, mentre la conversazione scorreva piacevolmente, anche se non proprio in egual modo da entrambe le parti.
Anche se Kiyomi avrebbe voluto tornare a casa sua dopo quella tremenda giornata, in fondo non le dispiaceva ricevere qualche cortese attenzione che la facesse sentire desiderata come al solito, ma quella chiacchierata stava cominciando a sembrare sempre più un appuntamento molto informale e la cosa la stava leggermente infastidendo, non amando quel genere di rapporti sociali.
Tra l'altro, il ragazzo fece più di un'allusione al fato che li avrebbe separati, ma questo non tocco minimamente i sentimenti di Kiyomi, che reagì come aveva fatto fino a quel punto, rimanendo indifferente.
Rispose negativamente all'offerta di Shinichi di ordinare qualcosa da mangiare, sapendo già che non era il caso di fermarsi ulteriormente.
Aveva accettato l'invito solo per il tè e solo per una forma di cortesia stava in quel momento parlando con lui, quindi, mettersi a mangiare qualcosa avrebbe solo prolungato la sessione noiosa a cui si stava sottoponendo, non essendo abituata a a chiacchierare amichevolmente con qualcuno, specie se si tratta di uno dei tanti uomini rimasti affascinati da lei.
Mentre ascoltava le parole del suo interlocutore, pensò a quali sentimenti potesse provare, ma sapeva già che non poteva essere nient'altro che una pura illusione del momento. Infatuazione. Solo una semplice infatuazione dovuta alle circostanze ed alla sua bellezza e per quanto tutto questo potesse farle piacere, non trovava molto piacevole il fatto di doverci parlare.
Nonostante il suo rifiuto, Shinichi ordinò comunque dei biscotti e a quel punto, tanto valeva favorire, cominciandone a sgranocchiare uno, mentre beveva la seconda tazza di tè.
Era semplicemente il mio modo di essere. Poi... ho incontrato una donna e questo ha cambiato tutto. Yui, questo era il suo nome.
Come se non bastasse, si mise a parlare anche dei suoi sentimenti per una donna di nome Yui, menzionando le solite smancerie sull'amore che rende più forti e altre cazzate che a Kiyomi non potevano fregare di meno, alludendo anche al fatto che lei dovesse aprirsi ai sentimenti.
Tutte cose che la fecero pensare sempre più male di lui, dopo che si era guadagnato una sua certa fiducia e stime per come si era comportato quella mattina.
La cosa inaspettata, ma che avrebbe dovuto aspettarsi, fu che un istante dopo, il giovane si alzò di scatto, chinandosi verso di lei e stampandole un bacio sulle labbra esattamente come aveva fatto lei qualche ora prima, dandole a malapena il tempo di tirarsi indietro di pochi centimetri, ma che risultò inutile.
Kiyomi rimase immobile fissandolo negli occhi, mentre questi si staccava da lei lentamente e sotto gli occhi inorriditi di Hanako che ancora si stava ripulendo dal tè sputatole addosso da Shinichi poco prima, immaginando 100 terribili modi in cui si sarebbe potuta infuriare la sua padrona per quel gesto.
Pochi avevano avuto la sfacciataggine di provare a baciarla (oltre che rapirla), ma nessuno di loro rimase felice delle conseguenze, specialmente perchè questa era quasi sempre armata.
Quando finalmente il ragazzo si ricompose, la studentessa decise di trattare la cosa in maniera ragionevole, concedendo quel piccolo sfizio al ragazzo come un ringraziamento di come l'avesse aiutata a ritrovare la sua domestica e perdonando i suoi istinti ormonali, anche perchè sapeva che la causa era soltanto lei.
Riprese in mano la tazza di tè e prima di bere un altro sorso, gli disse delle semplici parole che potevano suonare come una minaccia.
Nessuno ti ha mai insegnato che baciare una donna a tradimento può essere pericoloso, se ha una tazza di tè bollente tra le mani?
Tuttavia non aveva intenzione di lanciarglielo addosso, bevendo tranquillamente e poggiandola nuovamente sul tavolo.
E comunque, con questo hai solo dimostrato che le tue parole sono dettate dai sentimenti.
Non cogliendo probabilmente le intenzioni che il ragazzo aveva riversato in quel gesto, era ovvio che lei non provò nessun genere di sentimento, essendo naturalmente convinta che era uno dei tanti maschi su cui il suo corpo e forse il suo carattere avevano fatto colpo, sentendosi appagata, ma allo stesso tempo adesso si sentiva in pari con il detective, avendogli dato quello che voleva e tutto quello che avrebbe potuto avere da lei.
Ormai non avevano più niente da dirsi, ma se il ragazzo l'avrebbe voluto, sarebbe rimasta a chiacchierare ancora per un po', ma alla fine, pochi minuti dopo, avrebbe sciolto la seduta senza rancore.
Non ti preoccupare, comunque, non ce l'ho con te. Diciamo che con questo siamo pari.
In breve si alzò, facendo intendere che volesse andarsene (se Shinichi non avesse fatto lo stesso) e lo avrebbe salutato dirigendosi all'uscita, seguita dalla sua serva.
Allora ci rivedremo quando vorrà il fato. Buona giornata, Shinichi-san.
E detto questo sarebbe uscita dal locale, diretta finalmente all'uscita principale di Konoha. Non vedeva l'ora di potersi fare un bagno caldo dopo tanto tempo (per lei 2 giorni senza bagno è molto tempo) e rilassarsi nella tranquillità delle sue mura domestiche...prima di lasciarle per trasferirsi al villaggio della foglia.
Ah, casa dolce casa. Già sento il profumo del mio bagnoschiuma. Voglio mettermi uno dei miei morbidi yukata e sdraiarmi sul letto. Sento ancora addosso la schifosa sensazione dei panni di quella troia, c'è mancato poco che vomitassi le budella, santo Izanagi.
Quando c'è la classe...
Adesso puoi parlare, che io l'ho fatto fin troppo.
Ah, grazie, signorina.
In effetti, fino al giorno prima non aveva mai parlato così tanto con qualcuno, ritenendo che la sua voce non dovessero udirla chi non se lo meritava, ma purtroppo, per causa di forza maggiore era stata costretta ad interagire con chiunque le capitasse davanti.
Erano passate soltanto poco più di 24 ore da quando arrivò col suo piccolo calesse dal villaggio del suono col solo scopo di fare un po' di shopping, ma per quante ne aveva passate, l'unica cosa che non aveva fatto in tutto quel tempo era proprio fare shopping, se si escludono i 3 abiti che aveva comprato sempre nello stesso negozio, di cui il secondo era abbastanza discutibile per i suoi gusti. Era stata costretta a mutilare un ragazzino dopo essere stata buttata in un mare di fango, aveva partecipato ad una nottata brava assumendo alcool e droga, si era vestita con abiti squallidi per passare per una spogliarellista, aveva assistito ad un atto sessuale senza poter scappare ed era stata presa in ostaggio con un coltello alla gola, ma sicuramente non aveva fatto shopping.
Non restava altro da fare che dimenticarsi di tutto quel trambusto e aspettare un paio di giorni, non appena tornata a casa, per preparare tutto quello di cui poteva aver bisogno per il suo definitivo viaggio verso konoha e poi sarebbe nuovamente partita in vista di compiere il passo successivo verso la sua gloriosa meta, che ormai già vedeva all'orizzonte.
Era al settimo cielo per l'emozione ed avendo l'appoggio dell'hokage in persona, sapeva che era come se potesse già stringere il suo premio tra le mani, assaporando il momento in cui avrebbe potuto dire addio alla mortalità che la rendeva uguale a tutti quelli che la circondavano ed ascendendo alla perfezione immutabile che contraddistingue una vera Dea.
A proposito, ci trasferiremo qui per un po' di anni.
Che cosa?!?