Karyuuken

[Dojo Atasuke Uchiha]

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    V ~ Il Giglio bianco: Kanjō no chōten


    L

    a Fuyutsuki e l’Uchiha spesero ancora parole per l’eccentrico e particolare Chuunin Accademico. Probabilmente Kazuki-kun non riuscì ad afferrare i rapidi discorsi tra Allieva e Maestro, visto che si stava parlando di persone estranee al Dojo. Ma fortunatamente il giovane Uchiha aveva avuto modo di conoscere Okada-Sensei, anche se si astenne nel proferire alcuna opinione sul suo vecchio Sensei Accademico.
    Il Maestro del Dojo invece espresse la sua personale e saggia opinione, che era pienamente condivisa dalla Genin. A cosa servivano le conoscenze se non venivano utilizzate sul campo di battaglia? Né la Teoria e né la Pratica erano superiori l’una sull’altra. Erano la faccia di una stessa medaglia. L’una completava l’altra. Senza una buona Teoria una Kunoichi rischiava di non riuscire ad aderire a pareti o sulla superficie dell’acqua, non avendo solidi concetti sulla manipolazione del Chakra. Senza una perfetta pratica una Kunoichi rischiava di mostrare solo profonde conoscenze e concetti mnemonici, senza riuscire ad applicarli nella pratica o in un combattimento, diventando una facile preda dei suoi avversari. Ed era questo l’errore che Okada-Sensei commetteva.
    La Teoria non era tutto e la Fuyutsuki non poteva essere più d’accordo con il Maestro del Karyuuken. - Esattamente. Avete riassunto perfettamente il mio pensiero! All’inizio ammetto, forse per inesperienza o forse per l’ardore caratteristico della mia giovane età, prediligevo di gran lunga la pratica. Ma il mio stile di combattimento era grezzo e fin troppo semplice. - Ricordava perfettamente quando era stata convocata per la prima volta dall’Uchiha al Dojo. Era stata sottoposta ad un piccolo esame, che aveva fallito miseramente per inesperienza ed incapacità di comprendere il profondo studio che stava alla base del Taijutsu. Ora invece capiva perfettamente quanti sforzi, non solo fisici ma anche mentali, bisognava compiere per raggiungere un equilibrio tra le due discipline, così “diverse” ma profondamente simili. - Non sono più quella bambina ribelle, schiacciata dal peso dei suoi doveri verso il Clan. - Era passato molto tempo da quando aveva messo piede per la prima volta al Karyuuken. Ora era una ragazza diversa, forse una giovane donna con una strada da percorrere ben chiara davanti a sè. Allargò un sorriso in direzione del Maestro.
    L’imbarazzo era svanito. Forse era stata un po’ inopportuna nel rivolgere domande così dirette e personali nei confronti dell’Uchiha, ma solo in quel momento si era resa conto che in realtà conosceva ben poco dell’uomo che l’aveva seguita ed istruita per tanti mesi. Atasuke-sama era un uomo discreto e riservato. Preferiva trasmettere concetti chiari e precisi agli allievi del suo Dojo, senza nessuna interferenza, comprese esperienze passate e racconti sulla sua “giovinezza”. Lo conosceva solo come Maestro de Dojo, anche se aveva imparato ad apprezzare ed amare l’uomo che si celava dietro quella carica così importante.
    Per evitare di gettare ulteriore imbarazzo sul suo viso, fece un cenno con la testa alle rassicurazioni dell’uomo. Preferì chiudere il discorso, per non sentirsi troppo invadente. Abbozzò un lieve sorriso. Che venne ampliato non appena il Maestro iniziò a correggere il nuovo allievo del Dojo, Kazuki-kun, che evidentemente non si era accorto di aver ricevuto già un prezioso allenamento. - Non aspettarti “grandi” lezioni da Atasuke-sama. Non verrà mai da te per insegnarti qualcosa di preciso come se fossimo in Accademia. Non sei più uno studente, che diligentemente prende appunti durante le ore di lezioni ed esce ordinatamente in fila al suono della campanella… - L’immagine che stava dipingendo le strappò una risata. Cercò comunque di contenersi. Desiderava far capire al giovane ed inesperto Uchiha che non c’era bisogno di troppi preamboli o formalità per trasmettere un insegnamento. - … Ti consiglio di prestare attenzione ad Atasuke-sama in ogni momento della giornata che trascorrerai qui. Molto spesso i migliori insegnamenti arrivano da una sessione di meditazione sotto i Sakura o nella semplice quotidianità del Dojo, e non in una sala di allenamento come questa! - Invitava caldamente il ragazzo dalla chioma corvina ad abbandonare i vecchi “schemi” di lezione che aveva in testa. Solitamente Atasuke-sama, nonostante amasse le formalità e la buona etichetta del Ninja, donava preziosi insegnamenti anche con un semplice discorso, un’acuta osservazione, e non necessariamente con una Katana o un Bokken impugnato in una mano.
    Annuì ad ogni singola parola proferita dal Maestro. In effetti già dal loro abbigliamento si potevano distinguere due spiriti molto diversi, il combattimento a mano armate ed il combattimento a mani nude. La Fuyutsuki prediligeva sicuramente la risolutezza e la caparbietà del combattimento senza lama, mentre Atasuke-sama preferiva quello raffinato ed equilibrato con una Katana ben impugnata nella sua mano. Ma come aveva precedentemente precisato l’Uchiha, non c’era alcuna differenza tra le due strade.
    Intanto Kazuki-kun si congedò educatamente dal Maestro del Dojo, mostrando anche profondo rispetto e gratitudine nei suoi confronti. - Mata Aimashou! - Lo salutò con lo stesso rispetto e le buone maniere che Atasuke-sama tanto adorava.
    La Fuyutsuki, rimasti soli, deviò il discorso verso un argomento che le stava particolarmente a cuore. Nella sua primissima missione fuori dalle Mura di Konoha, quando era ancora una semplice studentessa dell’accademia, si era infiltrata insieme al Maestro in un’associazione criminale di combattimenti clandestini. In quell’occasione le era stato offerto un potete oscuro, facile da ottenere, senza nessuno sforzo. Il prezzo da pagare probabilmente non era molto alto, visto che la Kunoichi era accecata dal desiderio di riportare a casa sua sorella. Alla fine aveva scelto la strada più difficile da percorrere, non quella semplice, preservando la purezza del suo spirito.
    Osservò con attenzione ed estrema serietà il volto di Atasuke-sama. Desiderava solo capire se finalmente era pronta per affrontare una simile prova. Ormai erano trascorsi diversi mesi, forse fin troppi. Il Maestro del Dojo si abbandonò all’arte della Retorica per poter rispondere al quesito dell’allieva. La ragazza annuì. Si sentiva pronta, forse poteva ancora migliorare, ma Ai-chan non poteva aspettare in eterno. - Non sarò avventata. Non permetterò alle mie emozioni di prevalere sul mio spirito. Non sono più la ragazzina di molto tempo fa! - Ricordava perfettamente gli errori che aveva commesso durante quella missione. - Non mi sono allenata per riportarla a casa, come ho fatto in passato. Ero completamente accecata dal desiderio di ricongiungere la mia famiglia e far risorgere il mio Clan, accettando il pesante fardello che mio Padre mi ha consegnato senza volerlo. Sono diventata una Kunoichi senza comprendere il vero significato della parola Ninja, senza un Nindo. Ero così immatura e pensavo di risolvere i miei problemi a suon di pugni, diventando sempre più forte. - Stavolta la ragazza desiderava parlare a cuore aperto al suo Sensei, senza riservatezze od impedimenti. - Resisterò a tutto ciò che dovrò affrontare in quell’Arena! - Concluse con determinazione.
    Era caparbia, forse testarda e determinata. Irascibile, sensibile e volubile. Ma era sempre stata una ragazza con la testa sulle spalle. Ora conosceva i propri limiti, fin dove poteva e riusciva a spingersi. Aveva imparato a scindere la sua anima in due parti, spirito ed emozioni. Al Dojo aveva temprato giorno dopo giorno il proprio spirito. Ed aveva custodito gelosamente le sue emozioni, che la spingevano a superare i propri limiti ed i momenti di difficoltà quando tutto sembrava perduto.
    L’improvvisa domanda di Atasuke-sama la spiazzò. Non capiva a cosa si riferisse. Rimase in silenzio, penetrando nello sguardo scuro dell’uomo con le sue iridi cristalline. La percezione del Chakra dell’Uchiha poteva chiaramente percepire il suo costante ed armonioso flusso di energie. Era ben diverso dal solito. Non era più un fiume in piena pronto ad oltrepassare i propri argini, come una tempesta di emozioni, amore, dolore, risentimento, fratellanza. Il Chakra fluiva con tranquillità lungo tutto il temprato corpo della Fuyutsuki. Probabilmente il flusso diventava più intenso in prossimità degli Arti, utilizzati come delle vere e proprie armi dalla Genin. L’Uchiha poteva notare con estrema facilità il colore limpido e cristallino del suo Chakra. Non c’era traccia di Suiton, Raiton, Doton, Katon o qualsiasi altro elemento. La Fuyutsuki rappresentanza la più candida purezza, proprio come un giglio bianco. Le sue energie erano così pacate e cristalline, come i suoi occhi. Ma c’era un punto in cui, proprio come un ramo affluente, goccia dopo goccia, venivano raccolti granelli di Chakra. Una segreta riserva di energie veniva riempita con pazienza, senza nessuna fretta. Quella forza si nascondeva nel Byakugō no In, un rombo violaceo che si confondeva con le sue ciocche di capelli castani nel centro della fronte. Era lì che risiedeva qualcosa d’incomprensibile forse per l’Uchiha, ma che sapeva che qualora quella fonte di Chakra fosse rilasciata avrebbe donato all’Allieva non una forza, un’abilità fuori dal comune. Il limpido fiume di Chakra rappresentava lo spirito equilibrato della Kunoichi, mentre quel Fuinjutsu custodiva le proprie emozioni. - Te l’ho detto. Sono diversa! - Annuì con un sorriso. Quello era un dono di Ai-chan, l’eredità dei Fuyutsuki, il pinnacolo delle emozioni.


     
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    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    火竜剣
    L'apprendista 九

    ~Pronto per Imparare~


    Il giovane Uchiha ascoltava con attenzione le parole del maestro e questi faceva altrettanto nell'ascoltare le sue considerazioni, continuando, instancabile a valutarlo nel dettaglio, preparandosi anche mentalmente a gestire un nuovo allievo con i suoi modi, i suoi tempi e le sue preferenze.
    Quando questi, poi, deciso, si rimise in piedi, Atasuke lo osservò addirittura con maggiore attenzione, ascoltando le sue parole ed il suo saluto.
    Ovviamente non si aspettava che il giovane Kazuki sarebbe rimasto in quel luogo molto a lungo e certamente aveva non pochi impegni, come d'altronde gran parte dei membri del loro clan, tuttavia rimase quasi stupito del rapido cambio di intenzioni del giovane che senza attendere oltre portò i propri saluti, preparandosi ad andarsene.

    «Allora ti aspetto per le lezioni del mattino, giovane Kazuki, vai pure, svolgi i tuoi doveri, ma non dimenticare ciò che hai appreso oggi. Quando sarai pronto, poi, vieni da me e vedremo se i tuoi occhi sono pronti a portare il nostro fardello»


    Fece un profondo inchino in risposta a quello del nuovo allievo, salutandolo e seguendo la sua uscita di scena con lo sguardo attento e con la medesima premura che aveva con tutti gli allievi, prima di concentrarsi nuovamente su Ayuuki ed il suo discorso, che ora, nella raggiunta privacy, poteva essere analizzato con la giusta calma e la giusta attenzione ai particolari.

    […]


    ~Dark Challenge~


    La sicurezza di Ayuuki era ammirevole ed Atasuke non poteva di certo negarle questo punto. Ella era migliorata e moltissimo dal loro primo incontro e questa caratteristica non si misurava solo sul piano fisico o sul piano puramente tecnico. Ella era cresciuta in esperienza ed in abilità sotto tutti i fronti. Sembrava aver “abbandonato” in un certo senso la vecchia se stessa, divenendo la nuova se stessa, cercando l'equilibrio in tutto, seguendo, forse per emulazione la filosofia dell'Uchiha, il quale non poté evitare di chiedersi una semplice cosa: Non avrà dimenticato ciò che è?

    “Non sarò avventata. Non permetterò alle mie emozioni di prevalere sul mio spirito. Non sono più la ragazzina di molto tempo fa!”


    A quelle parole, però Atasuke rimase serio, inflessibile, senza alcun gesto amichevole, nessun sorriso. Non perché volesse apparire in qualche modo scortese o antipatico, ma perché quell'occasione richiedeva, giustamente, la giusta serietà e non poteva permettersi in alcun modo di esporsi con l'allieva, con il rischio di condizionarne il pensiero.

    “Non mi sono allenata per riportarla a casa, come ho fatto in passato. Ero completamente accecata dal desiderio di ricongiungere la mia famiglia e far risorgere il mio Clan, accettando il pesante fardello che mio Padre mi ha consegnato senza volerlo. Sono diventata una Kunoichi senza comprendere il vero significato della parola Ninja, senza un Nindo. Ero così immatura e pensavo di risolvere i miei problemi a suon di pugni, diventando sempre più forte.”


    A quelle considerazioni, il suo sguardo sembrò alleggerirsi leggermente, anche se continuava decisamente a farsi sentire sull'allieva, a cui non diede nemmeno un attimo di respiro, quasi a volerla silenziosamente incalzare fino a farsi dire tutto ciò che ella potesse dirgli e forse anche un qualcosa in più di quanto ella non avrebbe voluto effettivamente fargli sapere.

    “Resisterò a tutto ciò che dovrò affrontare in quell’Arena!”


    La determinazione delle sue parole era elevatissima, ma questa non era una novità. Già all'epoca quando la ragazza si era scontrata con quel mondo oscuro, si era ampiamente dimostrata determinata nel raggiungere il suo obbiettivo, seppur la sua inesperienza e il totale fanatismo nel dedicarsi al suo obbiettivo avevano compromesso parte della missione.
    Il silenzio continuò a riverberare nella stanza per alcuni istanti. L'unico, raro suono, che si poteva udire era il fruscio del vento e delle foglie che proveniva dal giardino posteriore ed il ripetitivo “tock” della fontanella che scandiva il tempo con precisione.

    «Ayuuki... sei cresciuta molto in questi mesi... talmente da aver dimenticato che son passati solo pochi mesi dal tuo arrivo qui e già ti sembra passata un'eternità...»


    Sorrise tristemente, sospirando leggermente prima di portare avanti quel discorso che ad ogni istante sembrava farsi più complesso.

    «Perfino io a volte faccio fatica a confrontarti ora rispetto a come eri molto tempo fa... e se il termine di paragone rimane il tuo inizio... certo ora sei mille volte più potente ma... Non vorrei essere così duro, ma a questo punto non posso evitarlo... Non sei pronta per affrontare tutto il cancello. Non ne saresti in grado e moriresti, semplicemente.»


    Il suo tono era triste, per quanto cercasse di essere quanto più gentile ed accondiscendente potesse. La realtà dei fatti era quella e dovevano di certo farsene una ragione se volevano sopravvivere entrambi a quel mondo.

    «Tuttavia... ora sei quantomeno in grado di sopravvivere e potresti, molto probabilmente batterti alla pari o quasi con molti dei loro combattenti novizi... Tuttavia, temo che la strada per trovare tua sorella sia tutto fuorché conclusa... anche se ora hai abbastanza autocontrollo per gestire quella...»


    Fece un cenno con il capo, verso quello che sembrava essere un accumulo di chakra, decisamente molto più possente di quanto ci si potrebbe aspettare, o almeno in un normale sistema circolatorio.
    I suoi occhi infatti individuavano non solo il sistema della ragazza e l'aura di un colore violaceo, molto simile ai fiori di lillà che questa emanava, ma anche un piccolo punto in cui questo chakra sembrava fluire poco alla volta condensandosi in quella che sembrava essere in tutto e per tutto una forma di riserva, una scorta che la ragazza riusciva a contenere poco alla volta, ampliandola sempre più, probabilmente per un qualche uso particolare che di certo ella avrebbe sfruttato a modo.

    «Sarei curioso di sapere dove hai imparato a contenere una simile scorta di chakra... tuttavia... Ognuno di noi ha i suoi segreti e non trovo corretto scoprire i tuoi...»


    Concluse, con onestà, prima di deviare nuovamente il discorso sul tema principale della questione, meglio nota come: “Cancello del Purgatorio”.

    «Ad ogni modo per ora non si sono ancora fatti sentire dal cancello e questo può significare parecchie cose, tuttavia, credo che forse potremmo provare a forzare la mano, facendo noi nuovamente la prossima mossa... Fino a non molto fa pensavo che sarebbe stato impossibile provare a rintracciarli, tuttavia, ultimamente ho scoperto qualche nuovo trucchetto con cui potremmo stanarli... Tuttavia, dovrai essere molto determinata e la missione non sarà semplice se vorremo ottenere qualche informazione... Anzi... probabilmente serviranno altri elementi di supporto, quindi dovrai trovarti degli amici fidati da portare con te mentre agiremo su due fronti»


    Fece un sorriso alla giovane, quasi più di cortesia che di sincera felicità, esponendo una base di ciò che aveva tra le mani.

    «Al momento non ci sono informazioni sulla loro esatta posizione, tuttavia, credo che potrei riuscire a rintracciarli con un po di fortuna e seguendo alcune vecchie piste... Il problema però... è che come io posso rintracciare loro, loro potranno rintracciare me allo stesso modo... dunque non potrò fare altro che indirizzarvi verso l'obbiettivo, ma non potrò venire con voi o rischierei di compromettere tutta l'operazione...»


    Si concesse un profondo sospiro, prima di concludere il punto.

    «Inoltre... Ho delle faccende qui al villaggio che non mi permettono di allontanarmi o almeno non per un certo periodo di tempo...»


    Non aggiunse altro, ne specificò nulla di preciso, ma in fondo Ayuuki conosceva il suo maestro e sapeva che per quanti segreti potesse avere, aveva pur sempre un buon motivo a spingerlo su quella strada di segretezza.


    OT - Metto all'attenzione suddetta skill dato che di fatto con Garadash abbiamo finito e lasci a lui la scelta di proporre o meno lo stemma extra
    Discepolo
    Speciale: Ogni PG reclutato come Discepolo può concedere all'utilizzatore fino a 1 stemma di Lode per il buon lavoro svolto. La decisione finale per entrambi i premi spetta all'Archivista in base alla presenza dell'utilizzatore nel Dojo e dell'opera di convincimento. È possibile essere Discepolo di un singolo PG.
    [Da Chunin in su]

    - /OT
     
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    VI ~ Promesse: Starò attenta, Sensei!


    L

    a Fuyutsuki e l’Uchiha, rimasti soli dopo che il nuovo allievo del Dojo, Kazuki-kun, fu congedato, affrontarono discorsi ben più seri dei criteri di valutazione adottati dai Sensei in Accademia. Infatti la Genin, consapevole dei suoi continui progressi e miglioramenti, desiderava conoscere l’opinione del Maestro del Karyuuken sulla sua possibile partecipazione al torneo clandestino dell’Arena del Purgatorio. Erano passati molti mesi dalla loro iscrizione, permettendo alla ragazza di poter prepararsi adeguatamente. Sentiva di aver fatto molti progressi ed aver trovato un equilibrio solido dentro di sé. Aveva temprato il suo spirito.
    Non era più la ragazzina sbadata ed emotiva che aveva quasi fatto saltare la copertura di Atasuke-sama durante la missione. All’epoca mandarla in una missione d’infiltrazione così complessa e pericolosa forse era stato un errore, anche della stessa Amministrazione e dello stesso Uchiha che si era assunto ogni responsabilità, proteggendola con il suo stesso corpo dal letale attacco di un Oscuro individuo. Aveva imparato dai propri errori. E l’Arena del Purgatorio restava l’unico contatto tra lei ed Ai Fuyutsuki, la sorella maggiore.
    Il Maestro del Dojo rimase fermo ed inflessibile davanti alle confessioni dell’allieva. Desiderava indagare nel profondo “Io” della Fuyutsuki, per comprendere meglio le motivazioni che spingevano la ragazza a voler affrontare una serie di letali combattimenti clandestini, nella speranza di trovare indizi su sua sorella, sulla Nukenin del Paese del Fuoco, colei che aveva gettato ombre sull’onore della Famiglia.
    Accolse con determinazione lo sguardo stoico di Atasuke-sama. Ormai lo conosceva, almeno un po’. Stava valutando attentamente la situazione. Probabilmente, a sua insaputa, con il suo occhio interiore stava analizzando con perizia anche il suo sistema circolatorio. - … - La Genin rimase in rigoroso silenzio, in attesa di una risposta che potesse soddisfare e placare l’ardore del suo animo. Anche se aveva imparato a dosare le sue forze e gestire il suo temperamento, non aveva perso di vista se stessa. Anzi, era più consapevole dei propri punti di forza, ma soprattutto delle debolezze.
    Rimase in silenzio, senza perdere di vista il contatto visivo con le profonde e nere iridi dell’uomo. Desiderava comprendere cosa nascondesse dietro quell’espressione calma e quasi glaciale. La sua espressione era quasi indecifrabile, anche se non fu affatto contenuto nella sua risposta. - Sono consapevole dei miei limiti.. Atasuke-sama. L’obbiettivo della missione non è quello di vincere il Torneo dell’Arena del Purgatorio. Lo sappiamo bene entrambi.. ma sapete anche, e per questo leggo una certa preoccupazione nei vostri occhi, che non ho nessuna intenzione di rendere il combattimento facile ai miei avversari. - Era sempre stata molto orgogliosa e testarda. Sicuramente la competizione poteva spingerla oltre i propri limiti, fino a morire nel tentativo di abbattere tutti gli sfidanti che le verranno messi di fronte in quell’arena. - Comprendo i vostri timori! Ma desidero solo raccogliere informazioni su mia sorella, Ai-chan. Se un combattimento diventerà troppo pericoloso.. mi ritirerò! Anche contro il mio stesso orgoglio… ora comprendo le mie potenzialità ed i miei limiti. Non li supererò! - Cercò di prometterlo più a se stessa, che all’Uchiha.
    Istintivamente portò la mano destra sulla fronte, quasi per coprire quel Fuuinjutsu che le era stato impresso tempo fa. Quello era il segno tangibile che qualcosa in lei era cambiato. Dopo quel duro allenamento affrontato con Oboro, nelle vesti della sorella maggiore, aveva imparato a riconoscere i propri limiti e sfruttare con precisione ed equilibrio le sue energie. Non possedeva particolari abilità innate. Eppure aveva trovato, grazie ad un Kinjutsu proibito, il modo di accumulare quante più energie possibili per poi rilasciarle al momento propizio. - Sono certa che anche voi.. nascondete molti segreti! - Aveva volutamente coperto con la frangetta il pinnacolo violaceo sulla fronte, che solitamente era oscurato dal coprifronte. Non capiva come mai l’Uchiha fosse riuscito ad intuire parte del funzionamento del suo Kinjutsu. Probabilmente riusciva a percepire le energie che, goccia dopo goccia, venivano accumulate in un unico punto. Era come se il placido letto di un fiume creasse un piccolo affluente che raccolto in una valle dava vita ad un bacino d’acqua. Goccia dopo goccia questo diventava di giorno in giorno sempre più grande, imponente. Anche se dal suo sistema circolatorio traspariva quiete ed equilibrio, c’era un punto in cui venivano concentrati gorghi ed impervi mulinelli, pronti ad esplodere al momento opportuno.
    Finalmente Atasuke-sama iniziò a parlare liberamente delle sue recenti ricerche sull’Arena del Purgatorio. Gli organizzatori di quell’evento clandestino stavano temporeggiando. Non avevano convocato né l’Uchiha né la Fuyutsuki per prendere parte al Torneo. Una situazione piuttosto strana. - Credete che sospettino di noi? Non riamo riusciti ad ottenere la loro “fiducia” per prender accedere all’Arena? O c’è un impedimento esterno che rallenta l’organizzazione dell’evento? - Ormai erano passato molti mesi dalla loro iscrizione. Intanto annuì con serietà non appena il Maestro le consigliò di portare con sé un compagno di Team. Qualcuno che goda della sua piena fiducia.
    Rapidamente fece una rapida rassegna di tutti i Ninja che conosceva. Non tutti erano idonei per una missione tanto impegnativa e rischiosa. E pochi eletti possedevano la fiducia della Fuyutsuki. Ma i suoi pensieri vennero interrotto da un’improvvisa confessione. - C..Cosa? - Sgranò gli occhi. - Non verrete con me? - Si morse leggermente il labbro inferiore. Non era la prima volta che partiva per una missione così difficile. Anzi lo stesso Raizen-sama le aveva concesso piena fiducia affidandogli più e più volte un Team da guidare. Ma l’Arena del Purgatorio era diversa. - Sceglierò i miei alleati con cura. - Annuì. La notizia che l’Uchiha non prenderà parte alla missione, l’aveva turbata. Aveva bisogno della sua guida. Ma forse “crescere” significava anche prendere le distanze dal proprio Maestro, uscire dalla sua sicura ala protettiva. Era giunto il momento di prendere in mano la situazione.


     
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    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    火竜剣
    L'apprendista 十

    ~Rivelazioni~


    Ayuuki sembrò cercare di comprendere a fondo l'indole ed i pensieri dell'Uchiha. Non era comune, infatti, che qualcuno, all'interno di quel dojo cercasse con tale ardore di sostenere il suo sguardo, fatto salvo i rari folli che cercavano di sfidare lui e la sua maestria.
    Ma non era di sfida lo sguardo della Fuyutsuki, quanto piuttosto uno sguardo intenso, fatto di buone intenzioni, spinto dal desiderio di sapere e di scoprire, ma che alla fine, nulla avrebbe estratto dagli impenetrabili occhi del maestro che nella loro oscurità sembravano assorbire tutto ciò che lo circondava, nascondendo i suoi più profondi pensieri e desideri nel nero oblio del nulla.

    “Sono consapevole dei miei limiti.. Atasuke-sama. L’obbiettivo della missione non è quello di vincere il Torneo dell’Arena del Purgatorio. Lo sappiamo bene entrambi.. ma sapete anche, e per questo leggo una certa preoccupazione nei vostri occhi, che non ho nessuna intenzione di rendere il combattimento facile ai miei avversari.”

    °...°

    “Comprendo i vostri timori! Ma desidero solo raccogliere informazioni su mia sorella, Ai-chan. Se un combattimento diventerà troppo pericoloso.. mi ritirerò! Anche contro il mio stesso orgoglio… ora comprendo le mie potenzialità ed i miei limiti. Non li supererò!”


    A quelle esternazioni Atasuke dapprima tacque, limitandosi a chiudere tranquillamente gli occhi e sospirando, rimanendo alcuni brevi istanti completamente in silenzio, prima di aprire nuovamente bocca ed a seguire gli occhi, che nuovamente tornarono sulla Fuyutsuki.

    «Temo tu non abbia compreso, Ayuuki... Non è della tua capacità di combattimento che dubito, men che meno del tuo buonsenso nel valutare i tuoi avversari... ma credo rammenterai più che bene in che trappola ci avevano infilati l'ultima volta... Quelle strutture, quelle specie di trappole... non sono luoghi da cui potresti semplicemente uscire correndo fuori dalla porta... Prima di affrontare una simile organizzazione devi imparare a muoverti rapidamente ed avere sempre una via di fuga pronta anche da luoghi confinati come quello»


    Fece un profondo respiro prima di riprendere il discorso da dove lo aveva interrotto, portando quindi l'attenzione sulla nuova abilità particolare di Ayuuki, scatenando in lei una reazione istintiva che lo fece sorridere. In qualche modo sembrava aver scoperto un particolare segreto della ragazza e ben si guardo dal premere troppo su quel punto. In fondo tutti avevano dei segreti e tutti, allievi compresi, avevano il diritto di scegliere quali di questi tenere per se e quali, eventualmente, condividere con il loro maestro.

    “Sono certa che anche voi.. nascondete molti segreti!”

    «Più di quanti potresti immaginare... ma... molti meno di quanti molti sospetterebbero»


    Un sorrisetto ironico accompagnò quella particolare esternazione, cercando di alleggerire un poco la tensione che quell'argomento stava sistematicamente suscitando.

    “Credete che sospettino di noi? Non riamo riusciti ad ottenere la loro “fiducia” per prender accedere all’Arena? O c’è un impedimento esterno che rallenta l’organizzazione dell’evento?”

    «Non credo ci siano impedimenti... o almeno nulla di così importante da rallentare i loro piani... Finora siamo in pochissimi a sapere del loro sistema e molti meno sono coloro che potrebbero anche solo lontanamente voler agire per fermare tutto questo... Come già ti accennai, non c'è solo la loro organizzazione a muovere tutto, ma hanno parecchi agganci potenti disseminati per il continente... Per il resto non è della loro fiducia che abbiamo bisogno per essere chiamati, inoltre è palese che sospettassero già di noi in qualche modo... Più probabilmente stanno cercando di organizzarsi per batterci entrambi... ai loro occhi tu non sei nulla e non credo sappiano della tua abilità... io, invece... sono una spina nel fianco troppo grossa per rischiare troppo...»


    La mano destra si mosse istintivamente prendendo il mento dell'Uchiha tra indice e pollice in una presa leggera e relativamente rilassata, ma che esponeva appieno le intenzioni meditative del maestro.

    «Molto più probabilmente stanno cercando di espandersi ed organizzarci per coglierci in fallo... quando ci chiameranno sarà per eliminarci entrambi, molto probabilmente... dunque se vorremo agire in libertà, dovremo farlo in piena copertura...»


    Con il medesimo tono espose ciò che sapeva e ciò che avrebbe potuto fare per cercare di rintracciarli, lasciando per un istante l'allieva decisamente sbigottita.

    “C..Cosa? Non verrete con me?”

    «Anche volendolo non potrei. Tuttavia, per quanto possibile, terrò gli occhi del “maestro” lontani da te e dalla tua squadra... Al momento per loro tu sei una minaccia minima e seppure riuscissero a riconoscere il tuo chakra o la tua presenza... non baderanno troppo a te se i loro occhi saranno puntati altrove... ma avrai tutti i dettagli quando sarà il momento»


    Sorrise tristemente, concedendole un ultimo sguardo deciso e fiero.

    “Sceglierò i miei alleati con cura.”

    «Stai imparando bene. Ho fiducia nella tua capacità di giudizio»


    Con un cenno del capo salutò quindi l'allieva, osservandola con attenzione mentre questa si allontanava, uscendo dalla sala e tornandosene al suo più che meritato riposo, fidandosi di ciò che ella avrebbe potuto fare anche da sola in quel frangente.
    Il problema principale per l'Uchiha era infatti che mentre ella si sarebbe occupata di quel fronte, il maestro di certo avrebbe cercato anche la sua presenza, finendo per non prestare troppa attenzione all'azione di infiltrazione della Fuyutsuki.
    Allo stesso tempo però Atasuke aveva ben altri problemi all'interno del clan, che da troppo tempo continuava a navigare in acque insicure ed instabili, senza una guida e senza un ordine.
    Da molto tempo preparava la propria ascesa all'interno del clan, ma con il passare del tempo, con l'affinarsi delle proprie abilità e trovando una, sempre più presente, forma di appartenenza a quel clan, i suoi obbiettivi erano mutati. Non cercava più l'approvazione del clan per vivere in pace assieme ai suoi amici, conoscenti e parenti alla lontana. Ora voleva proteggere il clan, guidarlo ed essere un faro da seguire per tutti gli Uchiha, anche se per ottenere ciò, molto probabilmente avrebbe dovuto sporcarsi le mani per scalzare dalle loro poltrone i tre amministratori che irregolarmente continuavano a guidarli senza eleggere un nuovo capo.
    Ora però il tempo era giunto ed i giorni erano maturi. Atasuke Uchiha avrebbe mosso guerra al trio.



    OT - Direi che la role può definirsi conclusa per tutti :zxc: Per eventuali altre role o prosegui della questione... sapete dove trovarmi :ghu: - /OT
     
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    agito


    La giovane genin guardò negli occhi scuri il suo interlocutore, non si era riuscita a spiegare bene.

    Dannazione! Non ho detto le cose in maniera giusta, deve essere stato il colpo che ho ricevuto... non mi fa spiegare bene... dannazione... Allora, cerchiamo almeno di capire quello che ci sta dicendo o qui me la vedrò davvero male, altro che due bambine che mi danno della spia... a quanto pare poi... quelle sembrano avere anche una coda oltre le orecchie da volpe, ma anche questo penso sia dovuto alla botta che ho ricevuto... Oh Kami che botta! pensò mentre ascoltava il discorso del suo futuro sensei, che aveva compreso in realtà le parole della giovane kuonichi.

    Annuì quando le pose la domanda fondamentale sul diventare la sua allieva o discepola.
    Sorrise e rispose Esatto... volevo dire questo, sono pronta a tutto... vi prego prendetemi come vostra allieva... mi dispiace ancora di avere spiato... pose le mani sulle gambe e fece un inchino profondo.

    In quel momento le due bambine tornarono con l'occorrente per il tè verde, ma non ebbero il tempo nemmeno di prepararlo, perchè il suo sensei la mise subito alla prova.

    Le due bambine si lamentarono quando l'uomo propose loro di giocare con la nuova arrivata, credendola ancora una spia.
    Haruhi arrossì di rabbia per quell'epiteto.
    Si alzò e seguì le due volpine sgranando gli occhi.
    Pensò sbattendo le palpebre due volte un po' basita dalla scelta delle avversarie.

    Sono delle bambine.. e quelle code... saranno vere? Non me la sento di lottare con due bambine... ma se il sensei vuole che le affronti allora devono avere qualcosa di potente o non mi farebbe prendere a botte dei minorenni... va bene si inizia...

    Serissima in volto rimanendo scalza sul pavimento della sala d'allenamento si mise in posa di difesa.
    Gli occhi castano dorati erano fissi in quelli della piccola con le orecchie che la fronteggiava.
    Nell'aria si sentiva tensione ed attesa per l'inizio della lotta.



     
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  6. Asgharel
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    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    火竜剣
    Fighting Spirit 五

    ~Level 1 – FIGHT!~


    Alla fine, sembrava che Atasuke avesse in effetti colto nel segno le proprie intenzioni di Haruhi, anche se ella non si era propriamente espressa nel modo corretto, forse per lo spavento, forse per l'intontimento, forse per l'emozione.
    Ad ogni modo, Atasuke sorrise lievemente nel vedere il cenno affermativo della ragazza e nell'udire le sue parole di risposta, prima di procedere, come era nei piani, mandando avanti le due piccole kitsune, decisamente non specializzate nel combattimento, ma che forse potevano già essere in grado di mettere in difficoltà la giovane genin.

    […]


    Nonostante l'avvertimento, Haruhi sembrò sottovalutare le due volpine o quantomeno sembrò non voler essere la prima a prendere l'iniziativa. Certo era un comportamento sportivo che Atasuke apprezzava nei nuovi allievi. Ma in fondo lei era li per mettersi alla prova prima ancora che diventare una sua allieva.

    °Sta aspettando... eppure le avevo detto di non sottovalutare Hari e Kitsu...°


    Pensò, osservando quasi divertito la ragazza e lo sguardo decisamente iper-aggressivo di Hari che vedendo la sfida accettata alla vecchia maniera si preparò a lanciarsi sulla sua avversaria.
    Gli occhietti guizzavano decisi, mentre un sorrisetto beffardo si disegnava sul volto della piccolina dai lunghi capelli argentei, poi, alzando una lieve nuvoletta di fumo per lo scatto, la piccola scattò in avanti con velocità decisamente elevata, bruciando lesta i pochi metri che la separavano da Haruhi, per poi approfittare della sua stazza, decisamente piccola, per concludere in una scivolata che mirava a falciare le gambe della genin o quantomeno a passarle in mezzo per guadagnare una posizione di vantaggio.
    [Slot Azione 1,2]
    Falciata la ragazza o raggiunta la posizione, la piccola Hari iniziò una breve ma rapida rotazione su se stessa in modo da alzare il proprio baricentro con la spinta della rotazione, rimettendosi in piedi con un unico movimento fluido, per poi continuare la rotazione in alto, puntando a lanciare un calcio a martello se la sua avversaria fosse stata atterrata o un calcio a ruotare se questa fosse stata ancora in piedi [Slot Azione 3]
    Non contenta però, la piccolina, terminata la rotazione balzò indietro di appena un paio di passi, mettendosi in posizione difensiva, con lo stesso sorrisetto di poco prima, portando le mani davanti a se, pronta a ricevere eventuali contrattacchi della genin.

    “YAAAAAAAHHHHH! VAI SORELLINA!”


    L'urlo eccitato di Kitsu risuonò per tutta la stanza, scatenando un sorrisetto compiaciuto di Atasuke che non poté evitare di trovare divertente tanto scalpore e tanta frenesia nella piccola volpina che non riusciva a starsene ferma, saltellando sul posto e rotolandosi ad ogni mossa della sorella.
    Ma allo stesso modo, non poté evitare di pensare come le due piccole non si stessero effettivamente impegnando al massimo, ma solo “giocando” con Haruhi...


    OT- Allora: diamo il via al combat. In-game Atasuke di tanto in tanto potrebbe darti dei consigli, OFF-game, se hai dubbi o altro sai dove trovarmi. Considera che le due volpine sono entrambe en. verde, quindi sei in svantaggio di 1 energia e potrebbero, prima o poi, iniziare a sfruttare tutti e 4 i miei slot azione... detto questo a te la mossa :zxc: -/OT
    Chakra Rimanente: 80/80
    Vitalità Rimanente: 18/18
    Energia Vitale: 30/30




    Movimento: 24m
    Salti: 8 m
    Status Fisico:
    png
    pngpngpng
    pngpng
    Percezione: 6+9
    Furtività: 0+6

    Forza: 600
    Velocità: 600
    Resistenza: 600
    Riflessi: 675
    Agilità: 600
    Concentrazione: 600
    Precisione: 600
    Intuito: 600
    EquipaggiamentoProtezioni indossate:
    - Maschera "da Demone" [20; 3]
    - Mantello Nero [15; 3]

    Mischia:
    - 1 Katana [40; 4]
    - 1 Wakizashi [20; 3]
    - 2/2 Coltelli da lancio [10; 3]

    Bombe:
    - 2 Cartabomba II [1,5m] [50; 1]

    Supporto e Tonici:
    - 1 Kit Primo Soccorso [10 usi] [1; 2]
    - 3 Antidoto Intermedio [1] [1] [1] [1; 1]
    - 1 Tonico di Ripristino Medio [4L] [1; 1]
    - 1 Tonico Recupero Medio [4b] [1; 1]

    Varie:
    - 1 Accendino [1; 1]
    - 1 Rotolo da Richiamo [1; 1]


    Slot AzioneSlot Azione 1:
    - Hari, Movimento [ >6 m]

    Slot Azione 2:
    - Hari, Scivolata alle gambe [300; 300; 10]

    Slot Azione 3:
    - Hari, Calcio ruotato o calcio a martello [300; 300; 10]

    Slot Azione 4:
    - Ipotesi 1 [V; F; Pot]


    Slot DifesaSlot Difesa 1:
    - Ipotesi 1 [V; F; Pot]

    Slot Difesa 2:
    - Ipotesi 1 [V; F; Pot]

    Slot Difesa 3:
    - Ipotesi 1 [V; F; Pot]

    Slot Difesa 4:
    - Ipotesi 1 [V; F; Pot]


    Slot TecnicaSlot Tecnica Base:
    - Ipotesi 1 [V; F; Pot]

    Slot Tecnica Avanzata:
    - Ipotesi 1 [V; F; Pot]


    Slot FreeAzioni Gratuite:
    - Azione [Tipo; Slot]

    ConoscenzeConoscenze Utilizzate:


    ? - Hari e Kitsu [Evocazioni]kitsune_pair_by_poffinbox-d69pb47 [Evocazioni]

    Piccole e giovani volpi sorelle. Le due sono tanto simili quanto differenti nella loro natura. In forma animale hanno le dimensioni di un comune cucciolo di volpe, mentre in forma umana hanno l'aspetto di due bambine.
    Hari è bionda platino con la punta delle orecchie annerita e veste con un kimono nero con fiocchi rossi, Kitsu invece è su un biondo oro con la puta delle orecchie bianca e veste sempre con un kimono bianco con fiocchi rossi. La loro specialità è la raccolta di informazioni, specialmente quando si tratta di raccogliere in fretta molte informazioni mescolandosi tra la gente.
    Giovani, non molto esperte ma assai curiose e giocherellone, adorano le caramelle ed i dolci.
    Hari è sempre onesta, qualunque cosa accada e tende a dare in escandescenze quando si trova dinnanzi alle menzogne, mentre Kitsu è letteralmente una paladina della giustizia e non sopporta quando vede comportamenti palesemente scorretti o disonesti.




    Hari & Kitsu
    Speciale: L'utilizzatore può evocare tramite la tecnica del richiamo due piccole Kitsune. Vengono sempre evocate in due, e possiedono ognuna la metà della Vitalità, della Riserva chakra e delle statistiche di una creatura energia Gialla.
    Possiedono la competenza Kitsune I: Basi

    [Taglia Volpe: 2 Unità | Taglia Umana: 3 Unità]
    [Energia Verde: Vitalità 6 leggere | Riserva 6 bassi]

    [Da Genin in su]

    Rotolo Ninja
    Arte: L'utilizzatore può incidere nel rotolo ninja che porta sulla schiena le informazioni conosciute, dialoghi, indicazioni senza la necessità di scrivere. Richiede slot gratuito Istantaneo. Il rotolo può essere occultato, risultando bianca, e resa visibile a volontà del creatore. A discrezione del creatore è possibile permettere la lettura di tali rotoli agli estranei se soddisfano delle condizioni.
    (Consumo per rotolo: 1/4 Basso)
    [Da Genin in su]

    Movimenti Adesivi
    Arte: La Creatura è in grado di camminare agevolmente su qualsiasi genere di superficie verticale, a testa in giù o sopra la superficie dell'acqua. La forza di attrazione dei Movimenti della Kitsune è pari all'energia della creatura.
    (Mantenimento: 1/4 Basso)
    [Da Chunin in su]

    Visione Notturna
    Abile: L'utilizzatore, impastando una minima quantità di chakra negli occhi, può vedere perfettamente in zone di buio naturale assoluto o poco illuminate, come se fosse giorno, distinguendo anche i colori.
    (Mantenimento: 1/4 Basso)
    [Da Chunin in su]

    Vista della Kitsune
    Arte: L'utilizzatore si concentra ottenendo la capacità di visione notturna (o, se posseduta Visione Notturna, permette la visione anche nell'oscurità provocata da tecniche) e la possibilità di ingrandimenti fino a 2.5x. Permette di calcolare la distanza dal bersaglio e registrare le immagini sul rotolo ninja come una foto. Può causare Ado.
    (Mantenimento: 1/2 Basso)
    [Da Jonin in su]


    NoteVarie ed eventuali
    Varie ed Eventuali

     
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    Hajime!

    VI Post




    Parlato
    pensato
    agito


    Non si aspettava certo che la bambina con orecchie e coda fosse così veloce, non se lo aspettava proprio, ma non si scompose era in allenamento doveva rimanere lucida.
    Appena arrivò la spazzata saltò[slot difesa 1] salto in alto fino ad un metro in altezzaevitando la spazzata.
    Atterò di nuovo in piedi ma non riuscì ad evitare il calcio della piccola volpina che andò a impattare contro il fianco della ragazza che prontamente avrebbe cercato di parare il colpo cercando di attutirlo[slot difesa 2]parata con la gomitiera il punto di impatto del calcio. portando il braccio a coprire la parte così che il calcio andasse ad impattare sulla gomitiera che essa tiene nascosta sotto la felpa della tuta rossa.
    Non sorride è serissima mentre comincia a comporre i sigilli per l'intermittenza cercando di mantenere il contatto visivo con la bambina[slot tecnica 1 ]Intermittenza
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Coniglio, Cane, Coniglio, Cane, Coniglio, Cane, Coniglio (7)
    L'illusione si attiva incrociando lo sguardo con l'avversario durante la composizione dei sigilli, se questo si trova entro 12 metri. L'utilizzatore potrà offuscare la sua vista: per tutto il round potrà vedere solamente a scatti, osservando la metà degli slot eseguiti. Ad uno slot di visibilità si alternerà uno di immobilità apparente. Gli attacchi, quindi, partiranno senza il movimento antecedente, ma verranno comunque percepiti poco prima del contatto. L'efficacia è pari a 40.
    Tipo: Genjutsu - Kanchi
    (Livello: 4 / Consumo: Medioalto - Mantenimento: Basso)
    [Da genin in su]
    sperando che andando a buon fine la volpina possa venire disturbata nella vista così che la ragazza possa contrattaccare senza essere picchiata troppo duramente.

    Pensò penso di averla davvero sottovalutata...

    Forza: 200
    Velocità: 200
    Riflessi: 200
    Resistenza: 200
    Slot Azione: 3
    Slot Difesa: 2/3
    Slot Tecnica: 1/2
    Percezione: 7
    Furtività: 1
    Secondarie
    Agilità: 200
    Precisione: 200
    Concentrazione: 200
    Intuito: 200
    Chakra: 18/20Bassi
    Vitalità: 10 Leggere
    En.Vitale: 30 Leggere
    Movimento: 9m/slot
    Salti: 3metri



     
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  8. Asgharel
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    火竜剣 - 六

    Fighting Spirit

    ~Counter Attack!~





    Errori. Un unica parola che indica un'infinita lista di cose, a partire dalle più semplici azioni agli oggetti più sbagliati. Se solo esistesse una divinità, atta a tenerne traccia, probabilmente nemmeno il firmamento basterebbe come spazio per annotare quanti ne venivano compiuti in una singola giornata dall'essere umano. E quel giorno, una persona, in particolare, si stava impegnando ad occupare una discreta colonna di quell'enorme elenco.
    °La sta sottovalutando° Pensò l'Uchiha, osservandola mentre si preparava, attendendo l'attacco della volpina, certo non specializzata nel combattimento ed apparentemente una bambina, ma non per questo meno pericolosa.
    La piccola scattò con velocità non indifferente e fu forse solo un caso se la ragazza riuscì a balzare appena in tempo per schivare quel primo colpo, evitando di finire a terra. [Difesa Errata] Ma sfortunatamente, seppur di striscio la piccolina era riuscita a colpirla, destabilizzandole il balzo e facendole sentire che anche i suoi colpi, non erano poi così gentili.
    Ebbe appena il tempo di riacquistare l'equilibrio che ecco la piccola Hari stava arrivando con un nuovo calcio, diretto al busto della ragazza che venne prontamente intercettato con il braccio. [Warning]
    Forte della sua protezione, però, ella non aveva considerato la potenza del colpo, che tuttavia le avrebbe ricordato che la piccola non stava affatto scherzando. [Danno]
    °Non sta andando affatto bene... o non ha idea di come combattere, o crede che siano sue semplici bambine in cosplay... in entrambi i casi, se non si impegna fin da subito finirà KO in pochi minuti°
    Lo sguardo attento dell'Uchiha continuava a scrutare lo scontro tra le due, mentre nessuna espressione o emozione sembrava smuovere il suo viso.
    Inutile dire che la piccola Kitsu, invece, eccitata per i risultati della sorella, osservava con la stessa attenzione ma con un autocontrollo decisamente assente. Ella, infatti, saltellava allegra scuotendo le manine in aria, come a voler incitare ulteriormente il combattimento, proprio come fa una bambina davanti ad una vetrina piena di caramelle, già pregustandole mentre la mamma si appresta ad acquistarle. Ma in fondo c'era da aspettarselo, erano due bambine...

    [...]


    Quando la palla passò in mano alla ragazza, però, ella sembrò riuscire a combinare qualcosa. Lo sguardo attento dell'Uchiha, unitamente alle sue abilità, gli fecero comprendere la natura di quella tecnica, anche se la cosa insospettì entrambe le due volpine, specialmente dopo alcuni secondi, quando Hari si rese conto di come il mondo si muovesse a scatti. °Un genjutsu, una discreta mossa, anche se...° L'immobilità della ragazza fece dubitare l'Uchiha, ma diede il tempo alla piccola volpina di capire di che cosa si trattasse. “DISONESTA!” “SI, DISONESTA! COSA HAI FATTO A MIA SORELLLA!?” Le due iniziarono ad urlare, visivamente arrabbiate con la ragazza e la sua tecnica, al punto che: Mentre Hari si stropicciava gli occhi cercando di riacquistare una corretta visione del mondo, Kitsu stava scattando avanti, pronta a colpire.
    Per fortuna di Haruhi, però, i piedi della piccina continuavano a slittare sul lucido pavimento mentre ella veniva placidamente trattenuta per il collo del kimono dall'inespressivo Uchiha che con una semplice mano ed il braccio teso, tratteneva la piccola dall'interferire con il combattimento. °Perchè non attacca? Si è creata una situazione di vantaggio ed aspetta?° Si chiedeva tra se, silenzioso, notando che invece la piccola Hari, innervosita, aveva ormai terminato la pazienza e si era nuovamente lanciata sull'aspirante allieva. [Nota]
    Pur affetta da quel problema alla vista, la piccola non aveva problemi ad orientarsi, avendo il suo bersaglio comunque bene in mente ed un raffinato olfatto pronto a sopperire alle mancanze della vista per localizzare la ragazza. [Abilità]
    Senza concederle alcuna premura ed in preda alla furia, la piccola scattò in avanti, caricando la ragazza, lanciando verso la sua faccia un chiaro e diretto pugno, estremamente veloce, come il precedente. [Free] peccato però che il colpo in realtà non fosse il pugno, bensì il colpo che seguì quasi istantaneamente con la rotazione, portato più in basso, verso il ginocchio destro della ragazza con una discreta velocità e violenza, ma soprattutto portato con la vaporosa codina, solo apparentemente innocua [Slot Azione 1]
    Non contenta dell'assalto, sia che fosse riuscita a colpire la ragazza, sia che avesse fallito, la piccola avrebbe fatto leva sul corpo della ragazza o sul pavimento per lanciarsi nuovamente in aria, all'altezza del volto di Haruhi, dove ruotando, portò due rapidi calci a ruotare, mirati con precisione a far saltare i denti alla ragazza. [Slot Azione 2,3]
    Terminata la scarica di colpi, la piccola Hari spostò il baricentro in avanti, letteralmente ruotando su se stessa, quasi come a voler lanciare nuovamente un colpo con la sua codina, questa volta discendente, sul capo della ragazza. Ma una preoccupante fiammella azzurra bruciava proprio sulla punta della codina. Una fiammella che la piccola avrebbe quindi scagliato contro la ragazza con veemenza, probabilmente ben intenzionata ad infiammarla. [Slot Azione 4]

    “YAAAAAAAHHHHH! VAI SORELLINA! FALLE VEDERE COME CI SI COMPORTA!”


    L'urlo eccitato di Kitsu risuonò per tutta la stanza, mentre la piccola, terminata l'acrobazia atterrò agilmente con uno sguardo deciso che puntava ciò che rimaneva di Haruhi.


    Allora: Serie di errori grossolani, come hai visto dal post.
    Ricordati che puoi sempre impastare per potenziare le tue statistiche
    Ricorda sempre che la schivata è fattibile con riflessi almeno pari alla velocità dell'attacco avversario
    Ricorda che "parare" a differenza della schivata non annulla completamente il danno, specialmente in questo caso dove la differenza di statistiche regala un +20 alla potenza dei cazzotti della volpina :zxc:

    Chakra Rimanente: 80/80
    Vitalità Rimanente: 18/18
    Energia Vitale: 30/30




    Movimento: 24m
    Salti: 8 m
    Status Fisico:
    png
    pngpngpng
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    Percezione: 6+9
    Furtività: 0+6

    Forza: 600
    Velocità: 600
    Resistenza: 600
    Riflessi: 675
    Agilità: 600
    Concentrazione: 600
    Precisione: 600
    Intuito: 600
    EquipaggiamentoProtezioni indossate:
    - Maschera "da Demone" [20; 3]
    - Mantello Nero [15; 3]

    Mischia:
    - 1 Katana [40; 4]
    - 1 Wakizashi [20; 3]
    - 2/2 Coltelli da lancio [10; 3]

    Bombe:
    - 2 Cartabomba II [1,5m] [50; 1]

    Supporto e Tonici:
    - 1 Kit Primo Soccorso [10 usi] [1; 2]
    - 3 Antidoto Intermedio [1] [1] [1] [1; 1]
    - 1 Tonico di Ripristino Medio [4L] [1; 1]
    - 1 Tonico Recupero Medio [4b] [1; 1]

    Varie:
    - 1 Accendino [1; 1]
    - 1 Rotolo da Richiamo [1; 1]


    Slot AzioneSlot Azione 1:
    - ADR, Colpo di coda alla gamba [300; 300; 20]

    Slot Azione 2:
    - Calcio ruotato in faccia [300; 300; 10]

    Slot Azione 3:
    - Calcio ruotato in faccia [300; 300; 10]

    Slot Azione 4:
    - ADR, Fuoco Fatuo puntato in diagonale dall'altto [300; 300; 30]


    Slot DifesaSlot Difesa 1:
    - Ipotesi 1 [V; F; Pot]

    Slot Difesa 2:
    - Ipotesi 1 [V; F; Pot]

    Slot Difesa 3:
    - Ipotesi 1 [V; F; Pot]

    Slot Difesa 4:
    - Ipotesi 1 [V; F; Pot]


    Slot TecnicaSlot Tecnica Base:
    - Ipotesi 1 [V; F; Pot]

    Slot Tecnica Avanzata:
    - Ipotesi 1 [V; F; Pot]


    Slot FreeAzioni Gratuite:
    - Azione [Tipo; Slot]

    ConoscenzeConoscenze Utilizzate:

    Hari & Kitsu
    Speciale: L'utilizzatore può evocare tramite la tecnica del richiamo due piccole Kitsune. Vengono sempre evocate in due, e possiedono ognuna la metà della Vitalità, della Riserva chakra e delle statistiche di una creatura energia Verde.
    Possiedono la competenza Kitsune I: Basi

    [Taglia Volpe: 2 Unità | Taglia Umana: 3 Unità]
    [Energia Verde: Vitalità 6 leggere | Riserva 6 bassi]

    [Da Genin in su]

    Colpo di Coda
    Speciale: Una potente frustata portata con la coda della creatura. [Potenza 20]
    Consumo: 1/2 Basso ogni attacco, Richiede Slot Azione
    [Da Chunin in su]

    Fuoco Fatuo
    Speciale: L'utilizzatore può emettere una sfera di fuoco azzurrino di raggio pari a 25 centimetri, lanciandola in qualsiasi direzione con una gittata pari a 20 metri. Ogni sfera ha una potenza di 30. Se colpisce materiale infiammabile può innescarlo.
    Consumo: Basso ogni sfera, Richiede Slot Azione
    [Da Jonin in su]


    NoteVarie ed eventuali
    - Hari: 1,5/3 B, 3/3 L
    - Kitsu: 3/3 B, 3/3 L


     
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  9. Asgharel
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    茶の湯 一

    Cerimonia del Té

    ~Meditazione della Sera~






    Era oramai giunta la sera, anche se la notte, in quella calda estate ancora esitava nel giungere, portando il suo oscuro manto nella volta celeste.
    Alcuni flebili raggi continuavano ad illuminare il Dojo dell'Uchiha, allungando oltre ogni limite le ombre degli alberi solitari e delle rocce che decoravano il limitare del piccolo rigagnolo che placido scorreva, dividendo il giardino ed alimentando il segnatempo in bambù che ritmicamente saliva e scendeva, picchiando sulla roccia con perfetti e scanditi “Tack”.
    Nella pace e nella quiete di quel fresco giardino, risalendo il rigagnolo fino alla sua fonte, si poteva trovare un uomo, comodamente in seiza che sembrava attendere. Gli occhi chiusi, il respiro regolare e la postura rilassata, egli era in quell'istante fermo in se stesso eppure si trovava ovunque. Nella sua pace, la sua mente vagava oltre, vedendo cose che i suoi raffinati occhi non potevano percepire, udendo suoni che le sue orecchie non potevano udire. °Sta arrivando... sarà qui in pochi minuti° [Abilità]
    Constatò, schiudendo lentamente gli occhi, espirando profondamente. «Dovremo preparare tutto con la debita cura... Gentilmente, vai e portami il bollitore che avevo preparato» “Si, Sensei” «Ah, un'ultima cosa. Quando hai fatto, potresti gentilmente accogliere la nostra ospite» “Certamente” «Ti ringrazio, Sugimura»
    E con un profondo inchino l'allievo si allontanò eseguendo l'ordine del maestro, il quale rimase immobile, salutandolo a sua volta con un breve cenno del capo, prima di preparare il tutto con estrema calma, disponendo con cura ed attenzione ogni oggetto sul piccolo tatami posto all'ombra del ciliegio che ormai aveva perso la sua spledida fioritura rosata, ma non per questo risultava meno splendente.

    [...]


    Al suo arrivo al Dojo, Kairi avrebbe infatti trovato Sugimura ad attenderla sotto al torii rosso che designava l'ingresso al giardino frontale. Il ragazzo, alto intorno al metro e settanta, era fermo, in attesa, quasi come fosse stato messo sull'attenti dal suo maestro ed indossava un semplice kimono bianco ed un hakama nera di cotote. Nulla di esageratamente elaborato, probabilmente uno dei suoi keikogi, ma in fondo egli era li più per cortesia che per reale imposizione.
    “Uchiha Kairi?” Chiese egli appena vide la ragazza, per poi riprendere nonappena ottenuta una risposta affermativa o l'attenzione della stessa. “Sono Sugimura Sarahada. Prego, seguitemi. Il maestro vi sta aspettando nel giardino posteriore”
    E dopo aver cordialmente atteso la ragazza, le fece strada, passando lungo il sentiero principale della karyuuken, seguendo quello che dei tre percorsi era il più breve e che passava snodandosi tra i due alberi posti con simmetria quasi perfetta, disegnando quelle che erano le due gocce di colore all'interno di quel percorso, che visto dall'alto, altro non era che il simbolo perfetto dell'equilibrio.
    Per tutto il breve percorso, Sugimura avrebbe risposto cortesemente alle eventuali domande della ragazza, accompagnandola poi attraverso la sala principale, varcando la soglia di ingresso ed infine quella posta a nord che si apriva su una breve veranda posta a ridosso del piccolo lago artificiale, animato dalle rosse carpe koi ed in cui andava a cascare il ruscelletto del giardino, alimentando ol segnatempo.
    “Eccoci. Il maestro la attende lungo il sentiero alla fine del ruscello” Disse infine, indicandole la via più breve da seguire che passava al di sopra del piccolo ponte ad arco in legno che attraversava il ruscello per poi snodarsi in un semplice percorso ciottolato che seguiva il piccolo corso d'acqua.

    [...]


    Giunta infine alla fine del percorso, avrebbe trovato Atasuke pronto ad attenderla, comodamente inginocchiato su un ampio tatami su cui aveva posto alcuni cuscini per una maggiore comodità della sua ospite. «Bene arrivata, Kairi. Spero non ci siano stati inconvenienti per raggiungere il mio Dojo» Salutò sorridente, inchinandosi alla sua ospite.
    Nella luce che si faceva ormai rossastra della sera, il kimono di seta dell'Uchiha sembrava luccicare di riflessi infuocati, dovuti alla cura con cui l'abito era stato fabbricato ed alla lucentezza nata dalla qualità del tessuto. «Ma prego, mettiti pure comoda» La invitò, tendendole la mano e facendole cenno di sedersi.
    La semplicità del gesto entrava quasi in contrasto con l'elaborazione della cerimonia che aveva approntato, così come la semplicità nelle decorazioni del kimono sembrava andare in contrasto con l'elaborazione e la raffinatezza del tessuto di cui era composto. L'unica cosa che risaltava però per la sua perfezione, erano le pieghe dell'Hakama del maestro che facevano al paio con la precisione e la perfezione del nodo con cui questa era chiusa, al pari dei sageo delle sue spade, in quel momento poggiate sul tatami, poco distanti da lui. «Mi spiace per l'altra sera, avrei gradito poter continuare il nostro discorso, ma sembra che avessi degli impegni con tuo padre... spero sia andato tutto bene»
    Introdusse lui, cortesemente, prelevando un poco dell'acqua pura che scorreva accanto a loro per iniziare a pulire le tazze...


    Ok, diamo il via a questa free... Intanto spero che le due giocate non si incastrino troppo nello stesso topic XD

     
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    Una serata diversa dal solito



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    La giovane Uchiha era nervosa, ben più nervosa di quello che si sarebbe aspettata. Atasuke in persona, di cui fino ad allora aveva sempre e solo sentito parlare, descritto da suo padre come uno dei più validi membri del clan l'aveva invitato a casa sua per un thé ed una conversazione. Solo qualche giorno prima Kairi non si sarebbe mai immaginata di trovarsi proprio davanti a quella casa, di sera e con addosso uno dei suoi migliori abiti.


    Quel kimono apparteneva a sua madre ed era stato suo padre stesso a dirle di indossarlo per quella serata.
    Questa sera avrai modo di inserirti finalmente e per la prima volta nell'ambiente sociale del tuo clan, e con lo stesso Atasuke aveva affermato non appena la ragazza lo aveva informato della serata Questo era uno dei vestiti preferiti di tua madre, lo indossava solo in occasioni speciali. E questa per te è un'occasione speciale
    Solo già in viaggio verso il dojo del Jonin il richiamo che tali colori creavano al simbolo del loro clan. Forse mia madre l'aveva scelto in questo modo apposta pensò fra sé e sé.
    Arrivò davanti all'ingresso del dojo qualche minuto in anticipo come era suo solito fare ad ogni appuntamento, e decise di prendere quel poco tempo che le avanzava per cercare di tranquillizzarsi il più possibile. Chiuse gli occhi inspirando ed espirando profondamente più volte, rilassando i muscoli a partire dalla testa fino ad arrivare ai piedi. Fu solo quando sentì qualcuno chiamare il suo nome che riaprì gli occhi, trovando davanti a sé, annuendo alla sua richiesta con un leggero inchino in segno di saluto Sono io. E' un piacere Sugimura e seguendolo quando il ragazzo le spiegò che l'avrebbe accompagnato da Atasuke.

    Non disse nulla per tutto il tragitto, troppo impegnata ad osservare il giardino di una perfezione quasi surreale in cui si trovava. Da quella posizione non era stata in grado di percepire quale disegno formassero gli alberi tra i quali stava passando, nonostante avesse notato la loro simmetria. L'intero dojo si adattava alla perfezione alla figura del jonin Uchiha e Kairi non avrebbe potuto immaginare un posto più perfetto dove avrebbe potuto alloggiare egli stesso. Quando il ragazzo le indicò la via da seguire per raggiungere Atasuke ringraziò gentilmente e seguì la strada che quest'ultimo le aveva indicato, costeggiando il corso del ruscello. Quel posto era decisamente più grande delle sue aspettative.


    Arrivata alla fine del percorso trovò l'uomo ad attenderla su un ampio tatami, con addosso uno dei suoi tanti eleganti kimono: aveva decisamente fatto bene a vestirsi in quel modo, prevedendo che Atasuke avrebbe fatto lo stesso. Scosse la testa alla sua domanda, prendendo delicatamente la mano che le venne offerta ed inginocchiandosi in maniera composta davanti a lui quando poi il jonin le disse di accomodarsi Nessun problema. Vi faccio i complimenti per il vostro dojo, è davvero meraviglioso disse con tono sincero: raramente aveva visto luoghi così curati. Scosse poi la testa facendo cenno di no con il capo quando l'Uchiha si scusò Non siete voi a dovervi scusare ma sono io a dovervi delle scuse: mi ero completamente dimenticata dell'impegno con mio padre, gli avevo promesso avremmo passato assieme il pranzo e non potevo assolutamente rimanere ulteriormente. Mi rendo conto di quanto sia stato sgarbato allontanarmi in quel modo ma non potevo fare diversamente, una promessa è una promessa e tengo molto a mio padre, l'ho trascurato fin troppo negli ultimi mesi e non potevo dargli questa delusione... concluse evidentemente imbarazzata per la situazione. Atasuke si era dimostrato fin troppo gentile nello scusarsi di una colpa non sua quando la ragazza sapeva bene che la vera maleducata era stata lei. Ma sperò che l'uomo capisse, ed in cuor suo era convinta che l'avrebbe fatto. E' andato tutto bene, grazie. E se volete potrò rispondere stasera alla domanda che in maniera poco fine ho lasciato nella locanda concluse, ben ricordandosi che oltre ad essere scappata in malomodo aveva anche interrotto una conversazione e non risposto all'ultima domanda che l'uomo le aveva posto. Rimase in ogni caso in attesa di un'eventuale conferma da parte dello stesso Atasuke prima di rispondere, seguendo con lo sguardo il movimento delle sue mani mentre lavavano le tazzine con l'acqua di fiume.


     
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    茶の湯 二

    Cerimonia del Té

    ~Convenevoli & Notizie~





    Al suo arrivo alla Karyuuken, si poteva dire che Kairi fosse raggiante, non di meno. Più difficile però era capire se lo fosse per una sua intima forma di felicità o se per la particolare scelta di orario, che anticipava non di molto il tramonto, regalando una particolare cornice all'intera cerimonia o se per l'abito, il quale, da solo poteva meritare un posto d'onore in tutto il quadro.
    "Nessun problema. Vi faccio i complimenti per il vostro dojo, è davvero meraviglioso" Atasuke a quelle parole sorrise. Era contento di sentire dai suoi visitatori che il dojo era apprezzato e questo lo rendeva fiero della sua opera, oltre che dei suoi allievi, i quali si prodigavano per mantenerlo sempre al massimo dell'efficienza e dello splendore. «Ti ringrazio. Tuttavia io sono solo l'artefice del disegno... o del sogno, si potrebbe dire...» Si prese una breve pausa, indicando alla ragazza di osservarsi attorno. «Vedi, io ho avuto un sogno una volta, potrei quasi dire una visione. E da allora ho sempre cercato questo luogo, per poi scoprire che io stesso avrei potuto crearlo. Tuttavia non è a me che vanno i complimenti, ma ai miei allievi che lo hanno reso possibile. Che hanno speso tempo ed energie per aiutarmi ad erigerlo e che ogni giorno si prodigano per mantenerlo sempre al massimo». Ammise con assoluta sincerità ed umiltà, prima di passare alle debite scuse per il discorso sfortunatamente interrotto la sera precedente.
    Come poteva essere prevedibile, ella scosse la testa in segno di diniego, eppure, per quanto le sue parole potessero essere giuste, Atasuke sapeva che avrebbe potuto e dovuto gestire meglio la discussione, evitando fin da subito di intavolarla in uno scenario inadatto in un momento inadatto.
    «Una promessa è una promessa... non vi è dubbio in merito. Tuttavia, entrambi abbiamo le nostre colpe, tu per aver dimenticato per un attimo la tua promessa, io per aver intavolato un discorso inadatto in un momento inopportuno dove probabilmente non avremmo comunque potuto concludere» Concluse, sorridendo nuovamente, dando di fatto il via alla cerimonia, seppur resa meno cerimoniale e più spartana, volendo accompagnare il rito con un piacevole discorso, anzichè osservare il dovuto e rigoroso silenzio.
    Egli prese il piccolo panno bianco che aveva infilato nell'obi, per poi distenderlo con alcuni rapidi colpi, passando prima gli attrezzi e poi per ultima la tazza che a breve avrebbe porto a Kairi, rimuovendo la polvere che di fatto non vi era. «In effetti ammetto che non mi dispiacerebbe concludere il discorso di ieri ed ascoltare le tue risposte...» Ammise, pirgando nuovamente il fazzoletto per usarlo poi per aprire il bollitore da cui con estrema precisione prese una mestolata d'acqua calda che versò nella tazza, lavandola nuovamente con l'aiuto del frustino in bambù prima di svuotarne il contenuto in una ciotola che aveva alla propria sinistra.
    Nei suoi gesti non vi era fretta o ostentata rapidità, ma quiete e perfezione, unita ad una concentrazione non indifferente rivolta in parte alla cerimonia stessa, ma non meno ne era rivolta alla sua ospite. «Dunque... che progetti hai per il futuro dopo aver ottenuto il grado?» Chiese, riproponendo la domanda mentre prendeva la corretta quantità di polvere di tè dal Chaki per poi metterla nella tazza e ripetere lo stesso precedente cerimoniale per aggiungere l'acqua calda alla miscela, per poi mescolarla con vigore con il mestolino, ottenendo una perfetta mistura dal colore verde acceso e dalla densità gradevole.
    Quando ritenne che il tè fosse adatto, fermò il mestolo, placando la bevanda e riponendo il tutto con estrema cura, passando poi la tazza all'ospite con un lieve inchino. «Prego» disse, porgendole la tazza ed aspettando poi eventuali apprezzamenti o eventuali critiche in merito alla bevanda fornita.

    [...]


    Si concesse pressochè la stessa premura nel preparare la propria tazza, anche se in realtà per se stesso aumentò la concentrazione di matcha, per rendere la propria tazza più densa e corposa, oltre che dal gusto decisamente più forte. Egli infatti aveva valutato che una ragazza dai lineamenti e dall'abito tanto delicato, probabilmente non avrebbe apprezzato una bevanda troppo forte ed aveva optato per una soluzione più delicata, ma non per questo meno gustosa.
    «Oh, che sbadato...» Esclamò d'un tratto quasi come aver dimenticato qualcosa di intrascendibile. «Mi sono talmente concentrato sulla cerimonia da aver dimenticato questi» E ruotando appena il busto prese un piccolo vassoio ricolmo di biscotti, mochi e dolcetti vari che aveva in parte preparato nell'arco della giornata a casa, mentre un parte gli erano stati donati dalla vecchia Sayaka Uchiha, la sua anziana vicina e che era diventata un po la nonna di Atasuke. «La vecchia Sayaka mi ucciderebbe se sapesse che stavo dimenticando di offrirteli» Concluse sorridente, porgendo il vassoio alla ragazza e ponendolo dinnanzi a loro.
    «Ad ogni modo... spero non ti offenderai, ma temo che dovrò spezzare per qualche istante la quiete con delle comunicazioni ufficiali» Egli sorrideva, ma era palese che lo stesse facendo per smorzare la tensione di quel momento. Ella non poteva immaginare che cosa Atasuke avesse di tanto ufficiale ed importante da comunicarle, ma certo era che un tale apparente cambio di toni non sembrava presagire nulla di buono. «Questa è arrivata questa mattina dall'accademia» disse, sfilando una busta bianca dal kimono e porgendola a Kairi con la dovuta serietà. «Mi sono preso la libertà di fermare il messaggero al gate. All'interno ci sono i risultati delle ultime promozioni e mi duole dirlo...» Il suo tono era cupo, quasi come se dovesse portare pessime notizie alla ragazza «... ma... Il tuo nome...» Lo sguardo era serio, la tensione probabilmente palpabile «... come posso dirtelo in modo carino... non sei più una studentessa accademica. Ti hanno cancellato dalla lista studenti...» Lasciò intercorrere una pausa di alcuni istanti, ricca di tensione, forse aspettative, ma molto probabilmente timori, alimentati dagli sguardi decisamente seri e poco gioiosi dell'Uchiha «... Benvenuta nel nostro mondo, Kairi Uchiha, Genin di Konoha»
    Il suo tono si fece meno serio e rimarcò particolarmente il grado della ragazza, mentre un ampio sorriso colmo di felicità si dipingeva sul volto di Atasuke che divertito si gustava la reazione della ragazza all'importante notizia. E nel mentre il sole, a poco a poco, aveva iniziato a calare all'orizzonte...



     
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    Sorprese

    Secondo Post



    Pensato
    Parlato


    Osservò Atasuke compiere con estrema eleganza e calma tutti i gesti necessari per una corretta cerimonia del tè. La ragazza non l'aveva mai vista prima d'ora, così seguì con lo sguardo tutti i movimenti dell'uomo incuriosita, tentando di memorizzare la sequenza ed allo stesso tempo cercando di capire a cosa servisse ogni cosa, senza però interrompere mai il jonin. Dunque avete realizzato in tutto e per tutto un vostro sogno costruendo questo dojo: non è da tutti, complimenti. Il risultato è stato spettacolare rispose quando l'Uchiha le spiegò l'origine di quella costruzione.

    Fu lieta nell'ascoltare che non avesse preso come un'azione maleducata il suo essersene andata la giornata prima dal ventaglio, e quando l'uomo disse che la colpa era in qualche modo di entrambi si limitò ad accennare ad un sorriso Possiamo dire di essere pari in qualche modo, allora Quando l'Uchiha le fece poi la successiva domanda il suo sguardo indugiò qualche istante sul piccolo vortice che si era creato nella tazza che le stava ora porgendo. Accennò un leggero inchino con la testa in segno di ringraziamento, e tenendo la tazzina fra le mani ma appoggiando le braccia alle ginocchia piegate attese che si raffreddasse qualche istante, approfittando di quel momento per rispondere Grazie. Per quanto riguarda il mio futuro, si può dire che parte dei miei progetti sia...banale, in qualche modo. E' mia intenzione migliorarmi sempre di più sia nel corpo sia nello spirito, e non nascondo che con il passare del tempo vorrei diventare uno dei membri di maggiore spicco del clan stesso continuò, decisa a non nascondere quelli che erano i suoi veri obiettivi: non ne avrebbe avuto motivo e nonostante potesse rischiare di apparire troppo ambiziosa o orgogliosa con il tempo sia Atasuke che gli altri Uchiha avrebbero scoperto che quelle erano le sue aspirazioni. Il suo sguardo era tranquillo e per nulla arrogante così come il tono delle sue parole, ma allo stesso modo si poteva da essi percepire quanto fosse decisa Sono disposta a dare la mia stessa vita per il clan, ma allo stesso modo non voglio rimanere nell'ombra per sempre. Ho valutato varie ipotesi e fra queste una di quelle che ritengo più probabile è di entrare nella polizia cittadina e seguire in qualche modo le orme di mio padre. Non nego che mi abbai rattristato il sapere che lo stesso clan è diviso fra tradizionalisti e chi invece cerca le innovazioni, dovremmo essere uniti fra di noi e non creare delle separazioni. Continuando per questa strada temo che non ne uscirà nulla di buono... pur non avendo mai vissuto particolari situazioni di conflitto aveva letto abbastanza libri di storia da sapere che i maggiori conflitti su larga scala erano spesso nati da problemi interni Entrare nella polizia potrebbe essere un buon modo per poter aiutare e per evitare che la situazione degeneri, immagino. Anche se prima di farlo vorrei girare un po' il paese durante qualche missione per poter conoscere il continente: sono quasi sempre rimasta sempre a Konoha, e non appena diventerò genin è mia intenzione recuperare parte del tempo che ho impiegato nello studio e negli addestramenti anche viaggiando, meglio ancora se in nome di Konoha stessa o ancora di più del clan. Una volta raggiunti questi obiettivi non mi dispiacerebbe mettere su famiglia poi, ma ci penserò in futuro e se ne avrò davvero occasione fece una piccola pausa Per quanto riguarda voi, invece? fu lei a domandare questa volta, con tono sinceramente curioso Si può dire che abbiate raggiunto tutto ciò che un uomo può desiderare nella vita ormai, perlomeno per quanto riguarda la via degli shinobi, quali sono i vostri progetti per il futuro?


    Portò poi la tazza verso la bocca e dopo aver soffiato delicatamente un paio di volte su di essa bevve un sorso del té che il jonin aveva preparato con tanta cura: il sapore era delicato ma allo stesso tempo deciso, non aveva mai bevuto prima d'ora una simile bevanda E' la prima volta che bevo un tè simile, da dove arrivano le sue foglie? domandò, bevendone una seconda tazza per gustare meglio gli aromi. Quando Atasuke gli porse poi anche i biscotti non poté non trattenere un sorriso sincero Voi mi viziate: prima mi preparate con così tanta cura un té delizioso, ed ora mi offrite anche dei biscotti dall'aspetto ed il profumo così invitante. Dovrò trovare il modo di sdebitarmi per la vostra gentilezza disse, prendendo uno dei biscotti dal vassoio e dando un piccolo morso, apprezzandone sin da subito il sapore genuino Fate i complimenti alla signora Sayaka, sono deliziosi

    Quando l'uomo parlò di comunicazioni ufficiali il suo tono si fece più grave, e la giovane Uchiha, dopo aver finito il biscotto, appoggiò nuovamente il té sulle ginocchia osservandola con aria fra l'incuriosita ed il preoccupato, senza capire. Sentì quasi il cuore fermarsi quando spiegò che si trattava dei risultati delle ultime promozioni mentre le sue mani si strinsero in maniera inconscia con più forza sulla tazzina: non era decisamente preparata a quell'inaspettata notizia ed il tono cupo triste del jonin non lasciava presagire nulla di buono. Con il fiato in gola continuò ad ascoltarlo, sentendosi quasi mancare quando quest'ultimo spiegò che non era più una studentessa dell'accademia, che era stata cancellata dalle liste Co-come...? fu tutto quello che riuscì a dire in un sussurro mentre le parole le vennero a mancare con l'inevitabile formarsi di un nodo alla gola, tanto stretto da dare quasi fastidio. Era stata esplusa?? Per quale ragione?? Aveva sempre fatto del suo meglio!
    Se non fosse stata una persona estremamente controllata, se non avesse voluto rischiare di fare una tremenda figuraccia davanti all'Uchiha avrebbe lasciato le lacrime scorrere libere sul suo viso, ma si trattenne in ogni modo sperando che l'uomo non notasse quanto il suo sguardo carbone si stesse facendo leggermente più lucido.
    Solo quando sul viso di Atasuke si formò un felice e sincero sorriso nell'annunciare che era diventata genin sentì di riprendere a respirare, mentre tutto il suo corpo si rilassava e poté sentire chiaramente una scarica di adrenalina percorrerle tutto il corpo. Era genin...? La situazione era troppo bella per essere vera e la notizia arrivo talmente inaspettata, in particolare dopo la recita dell'Uchiha, che non riuscì a trattenere qualche lacrime che andò effettivamente a solcarle il viso, seppure questa volta fosse di pura felicità.
    Distolse immediatamente lo sguardo terribilmente imbarazzata asciugandosi gli occhi con il dorso della mano destra, riprendendo il controllo di se stessa in pochi istanti Scusatemi, non mi aspettavo una simile notizia... disse, voltando nuovamente lo sguardo verso l'uomo solo quando il suo viso era di nuovo completamente asciutto mentre un sorriso radioso e felice più che mai si formava sul suo volto ...ed ora sono così felice da non essere riuscita a controllarmi! Non sapete da quanto tempo aspettassi questa notizia, quanto mi sia impegnata per raggiungere questo obiettivo. Mi avete fatto una splendida sorpresa Atasuke. Grazie! già immaginava quanto si sarebbe riempito di orgoglio il cuore di suo padre nell'ascoltare quella magnifica notizia.



     
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  13. Asgharel
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    茶の湯 三

    Cerimonia del Té

    ~Festeggiamenti?~





    Egli sorrise, ascoltando la considerazione di lei in merito alla realizzazione del suo sogno, denotando che in effetti ella non aveva torto. Era un suo sogno aprire un Dojo e quella struttura rispettava di fatto quello che era divenuto il suo sogno artistico. «In verità...» ribatté però lui, senza fretta o aggressività, ma solo semplice cortesia. «...non del tutto... Nel mio sogno c'erano anche ampie praterie a perdita d'occhio, un piccolo boschetto tranquillo e piccole creature che ballavano in cerchio felicemente... quindi si può dire che abbia realizzato una piccola parte del sogno» °Anche perchè se consideriamo Hari e Kitsu... le creaturine che danzano saltellando in cerchio ci sono...° Consluse, sorridente con quella piccola e sciocca considerazione atta a spezzare leggermente la serietà del momento, che a breve si sarebbe fatta quasi opprimente...

    [...]


    Il discorso, proseguì oltre ed Atasuke ascoltò con reverenziale silenzio e dedita concentrazione le parole di Kairi, la quale non lesinò sui dettagli, esponendo quelli che erano tutti i suoi obbiettivi del futuro, compresa l'intenzione palese di uscire dall'ombra e ricoprire qualche importante ruolo per il clan. Ella, a differenza di Atasuke era nata e cresciuta nel clan e, come praticamente tutti, aveva ereditato la stessa ambizione del clan oltre che l'innato desiderio di risaltare agli occhi dello stesso e questo poteva essere un bene, ma poteva mutare in qualcosa di peggio, molto peggio...
    «Mi sembri parecchio decisa, Kairi. Si potrebbe quasi dire che tu abbia progettato tutta la tua vita» Commentò sorridente «Tuttavia, per la mia esperienza, posso dirti una cosa: Non fare mai nulla “per il Clan”. Impegnati, sogna, combatti ma non farlo “per il clan” Fallo per te stessa. Uscire dall'ombra e spiccare diventeranno conseguenze naturali delle tue azioni.» Sorrise, consegnando poi alla sua ospite la tazza ed attendendo una sua valutazione. “E' la prima volta che bevo un tè simile, da dove arrivano le sue foglie?” Atasuke la osservò per un istante prima di rispondere, quasi come se stesse cercando di mantenere un qualche segreto. «Solitamente mi rifornisco al mercato da un mercante del paese del tè. Hanno ottime miscele di altissima qualità... tuttavia, in questo caso specifico, si tratta di un dono fattomi da un piccolo coltivatore del paese del fuoco. Ero a capo di una missione e riuscimmo a salvare le sue coltivazioni da degli Oni che stavano distruggendo la zona e per ringraziarmi continua gentilmente ad inviarmi di tanto in tanto qualche miscela di sua produzione» Sorrise al solo pensiero di quella persona ed alla gentilezza della moglie «Si tratta però di una creazione della moglie, è lei, infatti che ha selezionato e preparato il tutto grazie alle piante coltivate dal marito» Concluse, iniziando a ripetere il rituale per la propria tazza e riportando, per un'istante, il discorso sul tema principale.
    «Ma, tornando a noi... in verità, per quanto possa sembrare, non ho ancora ottenuto propriamente “tutto” dalla vita. Se un uomo raggiunge tutti i suoi desideri, cosa gli resta? Rimane un uomo vuoto che attende la morte senza più obbiettivi» Rispose, con un leggero accenno di amarezza a quel pensiero, prima di riprendere con la dolcezza che quelle parole meritavano «Il comando a guardia delle mura, il mio Dojo, o il mio sogno, se preferisci il termine» sorrise «Sono solo alcuni degli obbiettivi più in vista, si potrebbe dire. Ma c'è ancora molto che vorrei davvero trovare. L'amore, per fare un esempio, una donna con cui condividere tutto questo e molto altro. Una famiglia, dei figli da crescere ed amare. Molte sono le gioie della vita a cui ancora devo accedere e questi sono i miei nuovi obbiettivi» Decise di non dilungarsi troppo. In fondo riteneva ormai banale e scontato ripetere sempre le solite questioni quali: “Voglio difendere il villaggio, il clan, proteggere chi mi sta a cuore, etc...” Dunque optò per una soluzione più semplice, ma non per questo meno specifica o dettagliata, lasciando giusto qualche punto sospeso per invogliare la ragazza, eventualmente, a chiedere qualcosa di più...

    [...]


    E quando anche i biscotti fecero la loro comparsa, ascoltando le parole di lei, inspiegabilmente, Atasuke sorrise, quasi divertito, mentre la sua mente, per un istante, si lasciava distrarre da alcuni illustri ospiti che erano venuti al Dojo alla sua apertura, immaginandoli al posto suo. °Magari più tardi dentro ad un fuuton... nuda...° pensò, immaginando per un istante Raizen, con la sua solita raffinatezza, mentre cercò di evitare di pensare alle possibili follie della mente del rosso di Suna che già si era immaginato in un angolo a perdere sangue dal naso solo per averla vista con quel grazioso e raffinato abito. «Non devi preoccuparti, l'ospitalità è sacra e odierei se qualcuno dei miei ospiti non si sentisse “viziato”» Commentò, mascherando leggermente la risata ed evitando di esprimere quella che era la “causa della suddetta”.
    «Vedrò di recapitarle quanto prima i tuoi complimenti allora» Rispose, infine, con l'ennesimo sorriso, lieto di aver in qualche modo impressionato la ragazza, o quantomeno di averla fatta sentire bene.

    [...]


    Ma la felicità, come tutto ha un termine. E quella fine, sarebbe giunta giusto pochi istanti dopo, con quello che molti avrebbero definito uno scherzo crudele, ma che per Atasuke altro non era che un test, per valutare l'emotività della ragazza ed il suo autocontrollo, oltre che un trampolino di lanciò per dare un ulteriore maggior risvolto alla lieta notizia che sarebbe giunta subito dopo, senza però astenersi dal creare una volontaria, inquietante, incomprensione.
    Mentre egli parlava, la disperazione di lei era vivida e perfettamente visibile nei suoi occhi neri, che fin da subito si fecero lucidi, quasi arrivando al limite prima di sgorgare in un disperato pianto.
    Atasuke osservò ogni movimento, ogni tremolio dello sguardo o della sua espressione, chiedendosi in alcuni istanti se non avesse forse esagerato, per poi bearsi delle lacrime di gioia della ragazza quando questa comprese che era solo caduta in un profondo malinteso e che il motivo per cui non era più nella lista degli studenti era perché era stata promossa a Genin. “Scusatemi, non mi aspettavo una simile notizia...” «Non devi scusarti, è tutto a posto» Commentò lui sorridente, anche se ben sapeva che la ragazza non lo stava guardando, intenta ad asciugarsi le lacrime di gioia che le avevano scaldato il viso, rigandolo. “...ed ora sono così felice da non essere riuscita a controllarmi! Non sapete da quanto tempo aspettassi questa notizia, quanto mi sia impegnata per raggiungere questo obiettivo. Mi avete fatto una splendida sorpresa Atasuke. Grazie!” «Non è me che devi ringraziare...» ribattè lui in tono cortese «... Ma te stessa. In fondo io non ho fatto altro che ritirare una lettera e consegnartela personalmente. Sei tu ad aver meritato la tua promozione. Il raggiungimento del traguardo è tutto di chi ha corso lungo quella strada. Ci può essere una parte del merito verso chi ha supportato, come può essere un maestro, un'insegnante o anche solo un amico che può esserci vicino nei momenti difficili»
    Le parole dell'Uchiha risuonavano leggere nell'aria, non tanto per una forma di effimera valenza, quanto piuttosto per la leggera naturalezza con cui egli le aveva espresse, quasi come fossero parte stessa del vento, che lieve aveva spirato, smuovendo appena le foglie dell'albero sotto cui si trovavano.
    Egli sorseggiò dalla propria tazza un po di tè, gustandolo con attenzione, socchiudendo per alcuni istanti gli occhi, quasi a volersi gustare a fondo quell'istante di pace con se stesso e con il mondo che lo circondava, prima di riportare tutta la sua attenzione alla ragazza. «Sembra che il futuro non fosse poi così lontano, non credi?» Commentò «Pensi di voler festeggiare la promozione questa sera? Magari più tardi, se dovete ancora cenare, potremmo andare ad un ristorante qua vicino... ah, ovviamente anche con tuo padre. Credo che anche lui meriti di dover festeggiare l'evento»
    E sorseggiando nuovamente dalla sua tazza, Atasuke osservò con sguardo attento la ragazza, attendendo una sua risposta in merito a quell'offerta.



     
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    Pensato
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    Atasuke ascoltò con reverenziale silenzio ciò che la ragazza stava spiegando, e le sembrava quasi che stesse cercando di scrutarle l'animo e carpirne i segreti. Si poteva dire che in qualche modo mettesse quasi soggezione. Annuì quando quest'ultimo disse che sembrava avesse fatto progetti per tutta la vita Invero è così. Per quanto sia ben consapevole che la vita sia un continuo imprevisto e che il futuro sia fondamentalmente sempre incerto, trovo che sia un'ottima cosa darsi degli obiettivi, darsi una scaletta. In questo modo si può seguire un percorso ed i certi ostacoli che si presenteranno sul cammino appariranno meno insuperabili e terrorizzanti se alla fine del sentiero si vede già la meta. Non crede? disse sorseggiando con delicatezza un'altro sorso di te, che stava pian piano passando dall'essere bollente all'avere una temperatura più tollerabile. Fu leggermente più perplessa dalle seguenti affermazioni sul clan, e si fermò qualche istante quasi a studiare le reazioni dell'uomo prima di rispondere L'obiettivo principale è farlo per me stessa, ma trovo motivo di orgoglio poterlo fare anche per il clan. Pensavo che per voi fosse lo stesso. Come mai per esperienza invece me lo sconsigliate? domandò, aspettando curiosa una risposta da parte del jonin.
    Assaporò un nuovo sorso della bevanda poi mentre l'Uchiha le spiegava quali fossero le sue origini Questo spiega il suo aroma così particolare. Un gesto molto gentile da parte dell'uomo quello di continuare a mandarvi la sua miscela, dimostra grande gratitudine esclamò con un cordiale sorriso

    Fu poi però piacevolmente stupita quando l'Uchiha le spiegò come fra i suoi obiettivi vi fosse anche quello di mettere su famiglia: era una caratteristica che apprezzava sempre negli uomini Non è da tutti un simile obiettivo, gli shinobi e specialmente gli uomini spesso sono troppo impegnati con l'idea di fare una carriera e diventare sempre più forti da mettere in conto in futuro anche il mettere su una famiglia: io trovo che sia una cosa fondamentale, un desiderio che ho fin da quando ero piccola. Per quanto per me sia importante, e lo è davvero, riuscire a migliorare sempre più e raggiungere una posizione di rilevanza attorno al clan troverei la mia vita incompleta senza una famiglia. Forse avendo perso mia madre da giovane ed essendo figlia unica ho sempre risentito un po' della solitudine continuò, mentre un velo di tristezza passava veloce dal suo viso, scomparendo però dopo pochi istanti Che tipo di donna cercate? E' indubbio che voi abbiate molte delle qualità che diverse cercano in un uomo, quindi immagino che siate voi a non aver ancora scelto domandò, incuriosita dalla situazione

    Il suo sorriso si allargò ulteriormente alle parole di incoraggiamento di Atasuke riguardo la sua recentissima promozione Vi ringrazio in ogni caso per la buona notizia. E siete troppo gentile, non so se merito tutti i complimenti che mi state facendo esclamò con un leggero inchino del capo, osservandolo poi con aria sorpresa quando propose la cena fuori assieme a suo padre. L'idea la stuzzicava non poco, era una buona occasione per non interrompere l'incontro con l'Uchiha ed allo stesso tempo passare del tempo con suo padre: Izuna ne sarebbe di certo stato entusiasta! E' un'ottima idea. Mio padre sarà felicissimo di sentire la bella notizia e di poterla festeggiare assieme, e sarà onorato nell'avervi allo stesso tavolo, ne sono certa. Dunque accetterei la gentile proposta concluse con un ennesimo sorriso, aspettando una risposta da parte dell'uomo




     
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  15. Asgharel
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    茶の湯 四

    Cerimonia del Té

    ~Resonance~






    Ci sono momenti nella vita in cui un uomo cerca il contrasto. Ci sono momenti in cui invece cerca l'armonia e l'assonanza. E ci sono momenti in cui un uomo non cerca nulla e davanti a se trova la perfezione. Questo era uno di quei momenti.
    Atasuke ascoltava con attenzione le parole di Kairi ed i suoi pensieri e con altrettanta garbata attenzione osservava i lineamenti di lei, curioso, nell'osservare le sue reazioni ed i suoi modi di porsi ed in un certo senso, intrigato da ciò che vedeva.
    Nella sua vita molte erano state le donne che aveva incontrato e molte di esse non facevano altro che mettersi in mostra, come dei pavoni, alla ricerca dell'attenzione dell'Uchiha o forse del mondo stesso, eppure lei era diversa. C'era qualcosa, nel suo sguardo, nel suo atteggiamento, nelle sue parole di diverso, sincero. Ella non sembrava cercare la gloria, semplicemente voleva sviluppare se stessa per se stessa, traendone al più un vantaggio portando onore anche al clan. Vedeva qualcosa in lei, qualcosa che ricordava di aver visto solo una volta, tanto tempo addietro...
    “L'obiettivo principale è farlo per me stessa, ma trovo motivo di orgoglio poterlo fare anche per il clan. Pensavo che per voi fosse lo stesso. Come mai per esperienza invece me lo sconsigliate?” A quelle parole Atasuke sorrise, comprendendo di essere stato forse poco chiaro nell'esposizione «Infatti è così» Ammise, sorridente «Quello che temevo era che l'atteggiamento fosse quello opposto. Ovvero agire principalmente per il clan e porre se stessi in funzione dello stesso. Attualmente ci sono troppi dissidi interni, troppe spaccature e manca un capoclan ormai da troppo tempo per potersi dedicare allo stesso con adeguati risultati. Inoltre, agendo per il clan dimenticando se stessi potrebbe portare a perdere di vista il vero obbiettivo. Già la nostra vita come shinobi spesso mette in discussione il nostro IO ed a volte può portarci ad agire contro i nostri stessi ideali. Agire sempre e solo in funzione del clan porterebbe a dimenticare la nostra stessa identità, perdendo ciò per cui combattiamo ed alla fine il clan non ne gioverebbe affatto, rimanendo impantanato nell'attuale situazione» concluse, affilando poi leggermente lo sguardo sulla ragazza, chiedendosi se ella fosse davvero agli inizi o non fosse già più abile di quanto non sembrasse. «Tuttavia, ancora una volta mi trovo piacevolmente stupito. Sei intelligente e non segui i ferrei dettami che spesso vedo nei giovani studenti del clan... Mi chiedo da dove derivi tutta questa saggezza» Sorrise, prima di proseguire con il discorso.

    “Questo spiega il suo aroma così particolare. Un gesto molto gentile da parte dell'uomo quello di continuare a mandarvi la sua miscela, dimostra grande gratitudine” Atasuke rispose a quelle parole con un cenno di assenso, dato che di fatto erano la riprova di quanto già detto in precedenza. Tuttavia non aggiunse nulla di più a quanto già non detto, in fondo i fatti già parlavano da se, mentre il cielo andava oscurandosi poco alla volta...

    [...]


    Il discorso andò poi a cadere su un argomento che Atasuke non amava molto, principalmente perchè lo costringeva a scoprirsi non poco e spesso finiva in becere figure, da una parte o dall'altra, spesso volute dallo stesso Uchiha per evitare spiacevoli incomprensioni.
    Eppure, in quel caso, non si dispiacque nell'ascoltare le considerazioni di Kairi, ne si sentì in qualche modo imbarazzato a parlarne con lei e nel profondo sentì che ci doveva essere qualcosa di strano in tutta quella naturalezza. Qualcosa che non sentiva di aver raggiunto nemmeno con Shizuka o quantomeno non in entrambi i sensi della comunicazione.
    “Che tipo di donna cercate? E' indubbio che voi abbiate molte delle qualità che diverse cercano in un uomo, quindi immagino che siate voi a non aver ancora scelto” A quella domanda diretta però Atasuke sembrò arrestarsi per un istante. Non fu la paura a bloccarlo, neppure una forma di timidezza o disagio. Semplicemente non sapeva cosa rispondere. In effetti non si era mai posto quel tipo di domanda. Era successo che si era innamorato e basta. Prima con Akane e poi qualche anno dopo con Shizuka, che invece non sembrava ricambiarlo, finendo poi con il loro rapporto in quello che poteva definirsi un binario morto. «Sinceramente non saprei» Disse, mentre il suo sguardo vagava lungo il rigagnolo, osservando la placida acqua cristallina che scorreva lungo il suo corso, snodandosi lungo il giardino e formando onde cristalline al passaggio sulle pietre lisce e levigate del fondo. «Shinobi, Civile, Nobile Non ho mai cercato nulla in particolare in una particolare classe sociale, poiché non è la sua famiglia ad interessarmi» Disse, levando lo sguardo verso il cielo, beandosi del tramonto che a poco a poco avanzava. «Bionda, Mora, Rossa... Capelli lisci, ricci, mossi... Occhi chiari, occhi scuri... Alta, bassa... Nulla di tutto ciò ha importanza» Ammise sinceramente, abbassando lo sguardo lungo un ampio arco per finire con l'incrociare gli occhi corvini di Kairi, da cui non levò più lo sguardo.
    «La donna che cerco... non ha aspetto. Non ha una forma, ne caratteristiche particolari. Sia essa una umile contadina o una nobile principessa. Sia essa indomabile e violenta o obbediente e dolce. Sia ella brutta come la fame o splendente come la stella più luminosa, ella sarebbe solo quella giusta, il dono che gli dei mi hanno fatto ed ai miei occhi sarebbe perfetta.» °Come forse la visione che ho dinnanzi agli occhi° aggiunse la sua mente, mentre il volto, imperscrutabile, manteneva intatta la sua espressione, mentre quel pensiero a poco a poco sembrava scalfire la sua mente ed il suo animo, facendogli percepire una risonanza che non sentiva da tempo.
    I suoi occhi però, dolci traditori, non mentivano. E se ella avesse avuto l'ardore e la costanza di osservarli con la debita attenzione, avrebbe forse notato, in quella corvina profondità che c'era qualcosa, una scintilla di un emozione che forse non si sarebbe aspettata e che certo egli stesso non si aspettava.
    «Ma dimmi» riprese lesto per evitare di aprire per troppo tempo quella spaccatura nella sua maschera di rigore. «Tu ti sei fatta anche un idea dell'uomo che vorresti al tuo fianco nel futuro? Da quel che ho capito i tuoi sogni sono abbastanza definiti e precisi anche nel lungo termine, quindi immagino ti sarai fatta un'idea dell'uomo ideale, no?» Solo quando ebbe finito, si rese conto della dabbenaggine di quella domanda, ma ormai, il danno era fatto, dunque si limitò a calcolarlo come un equo scambio di pezzi. E con un poco di fortuna forse anche ella avrebbe fatto lo stesso.

    [...]


    Il discorso andò oltre, passando poi per lo “scherzetto” per comunicare la promozione ed andò a concludere in quello che di fatto fu a tutti gli effetti un nuovo invito da parte dell'Uchiha, esteso, inoltre, anche al padre della ragazza, una “vecchia conoscenza” con cui ebbe a che fare soprattutto agli inizi da guardiano, mentre ora gli incontri erano decisamente meno frequenti a causa dei soliti impegni al Dojo, ma soprattutto per le responsabilità del comando alle mura del villaggio.
    “Vi ringrazio in ogni caso per la buona notizia. E siete troppo gentile, non so se merito tutti i complimenti che mi state facendo” Ironicamente le parole di Kairi, nella loro umiltà strapparono un nuovo sorriso dell'Uchiha che non poté fare altro se non convincersi ulteriormente della propria opinione in merito alla ragazza, decidendosi sempre più a volerla conoscere maggiormente.
    «L'umiltà è un dono raro» °Specialmente nel nostro clan° «E questo non fa che dare forza alle mie parole, Kairi» Sorseggiò quindi dalla sua tazza, arrivando oramai quasi a terminarla. In fondo avevano parlato molto ed il tempo per quanto non sembrasse, scorreva veloce ed il sole continuava imperterrito a scendere all'orizzonte.
    Proseguì oltre e fu estremamente lieto nel sentire kairi accettare l'offerta anche a nome del padre e con un gentile inchino di ringraziamento, si prese la libertà di procedere nella maniera più semplice e rapida che conosceva. «Molto bene, credo allora che sia il caso di avvisarlo quanto prima. Mi spiacerebbe avvisarlo tardi a cena oramai pronta... perdonami un secondo» E con quelle parole, chiuse gli occhi, concentrandosi e canalizzando il proprio chakra, cercando di individuare quello di Izuna. Una volta individuato, sul collo dello stesso sarebbe apparso un piccolo sigillo, come su quello dell'Uchiha e su quello di Kairi che per prima avrebbe udito la voce di Atasuke risuonare nella sua mente senza che però avesse emesso anche solo un fiato. [Tecnica] «Kairi, ora siamo entrambi in contatto direttamente con tuo padre, se vuoi posso invitarlo io, altrimenti concentrati su quello che vuoi dirgli e lui potrà sentirti direttamente»
    Ed a quel punto, ottenuta una risposta di Kairi, mentale o vocale che fosse, Atasuke si sarebbe rivolto ad Izuna per poi proseguire con il discorso o lasciare il messaggio a Kairi. «Izuna-sama? Perdonate la chiamata improvvisa, sono Atasuke, avrei un messaggio per voi...»

    Se Kairi avesse deciso di esporre di persona l'invito, Atasuke avrebbe quindi taciuto, lasciando alla ragazza procedere con l'invito.

    Se invece ella avesse optato per lasciare a lui la comunicazione, Atasuke avrebbe quindi intavolato la questione con tono garbato lasciandosi udire da entrambi. «Izuna-sama... Vorrei invitarla questa sera per una cena in un ristorante non lontano dalla Karyuuken. Vostra figlia ha già gentilmente accettato e credo che abbia qualcosa di importante da dirvi. Se possibile vi inviterei ad indossare un abito elegante ed a raggiungerci qui alla Karyuuken, diciamo tra un'ora, un'ora e mezza circa»

    In entrambi i casi, Atasuke a chiusura della comunicazione avrebbe quindi specificato all'uomo l'orario del ritrovo ed il luogo, nella fattispecie sotto al torii di ingresso, prima di salutare, come conveniva e chiudere il collegamento rilasciando i sigilli che aveva attivato. «Immagino fosse la tua prima volta, o mi sbaglio?» chiese, osservando le reazioni della ragazza prima di terminare la sua tazza di tè ed iniziando a ripulirla con la stessa cura con cui l'aveva preparata all'inizio della cerimonia.
    «Ti piacerebbe visitare il Dojo nell'attesa di tuo padre? Quando avrai finito il tuo tè, ovviamente» commentò, quando ebbe terminato definitivamente di ripulire gli attrezzi e la sua tazza, riponendoli in una piccola scatola di legno che aveva tenuto nascosto fino a poco prima e che utilizzava per portare velocemente il necessario.

    Se ella avesse acconsentito, quando ebbe terminato anche lei, Atasuke avrebbe preso con la stessa premura la sua tazza, ripulendola a dovere e riponendo tutto, prima di alzarsi avvicinandosi a Kairi e porgendole la mano per aiutarla in un semplice gesto di cortesia. «Prego, da questa parte» disse, traendola leggermente a se per aiutarla ad alzarsi, per poi porgerle il braccio e per dare il via ad una tranquilla passeggiata nel parco posteriore illuminato dalla ormai poetica luce del tramonto. «Per ora hai già avuto il piacere di osservare il giardino posteriore. Qui io, come i miei allievi, ci dedichiamo alla cura della mente, più che del corpo. C'è chi passa il suo tempo a meditare sotto i ciliegi, chi semplicemente si rilassa sull'erba. Come vedi, laggiù...» disse, indicandole un piccolo treppiedi posto sotto ad un albero «Alcuni si dedicano alla pittura, mentre altri si dedicano allo Shodo ed al Cha no Yu. Io personalmente mi dedico ad entrambe queste due arti e nelle occasioni di tempo anche alla meditazione e la tecnica che hai potuto apprezzare prima deriva proprio dalle lunghe sessioni di meditazione.»
    I due proseguirono oltre, seguendo nuovamente il rigagnolo fino alla pozza d'acqua menre il tempo continuava ad essere scandito dalla fontanella segna tempo alimentata dallo stesso scorrere dell'acqua. «Su questo lago, molti si dedicano ad affinare il controllo del chakra, allenandosi a camminarvi sopra senza affondare, altri si allenano in sicurezza nell'uso delle katon e di tanto in tanto qualcuno si allena nel controllo delle suiton ed il relativo controllo sull'acqua»
    E su quel piccolo pontile, Atasuke si arrestò, lasciando la possibilità a Kairi di contemplare tutto ciò che la circondava, dandole il tempo di gustare la vista prima di proseguire all'interno della struttura dove alcune luci erano scattate per illuminare le sale dove alcuni allievi si stavano attardando nel praticare varie arti...



     
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