Buon sangue mente eccome

Free per Sho, Oda e Keiji

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    Una serie di sfortunati eventi IV


    Aprii la porta all’ennesima scampanellata, notai come mia madre si fosse incupita, ma liquidai il tutto pensando semplicemente che si vergognasse un poco, quanto mi sbagliavo…
    Ciao babbo, scusami se ci ho messo un po’
    Lo sguardo di mio padre, si raggelò improvvisamente mentre si fissava sul nostro ospite. La sua bocca che prima era distesa in un sorriso si irrigidì in una smorfia di rabbia, ringhiò subito un insulto a Keiji, lo aveva chiaramente riconosciuto, ma in tutta onestà vi giuro che mio padre non era mai stato un tipo geloso, o almeno non lo avevo mai notato.
    A quanto pare anche mio padre sapeva il segreto di mamma, quello che lei stessa si vergognava a dire, intimarono a Keiji di togliersi le bende, non capivo che problema ci fosse, dopotutto eravamo tutti adulti e vaccinati e giravamo con una placchetta di ferro in fronte come se fosse la cosa più normale al mondo.
    In tutto questo Keiji reagì agli insulti, certo stavano calcando un po’ la mano, ma erano affari dei miei genitori, sapevo di dover stare zitto, volevo soltanto che tutto finisse al più presto.
    Devo soltanto evitare di peggiorare le cose, il manufatto che ho comprato dovrebbe solo amplificare le normali energie di un luogo, quindi non può creare sfortuna, solo aumentarla.
    Certamente, ero al sicuro fintanto che il bilancio energetico della situazione fosse rimasto positivo, raccolsi i fiori e li misi dentro un vaso in modo che non seccassero, non volevo che nessuno spirito delle piante si offendesse in casa mia.
    Evitai di far notare a Keiji come tutti sotto quel tetto fossimo ninja e il fatto che fosse pieno di cicatrici significasse che probabilmente non fosse stato molto fortunato, né di calmare gli animi con un classico “cerchiamo di darci una calmata”, quelle azioni avrebbero semplicemente sbilanciato l’energia, e non potevo permettermi che tutta quella iella si abbattesse sulla nostra casa.
    Il mio cervello lavorava febbrilmente per trovare un qualsiasi argomento di conversazione abbastanza bizzarro da allentare la tensione, magari distrarre tutti i presenti interrompere quel circolo di energie negative.
    Certo, che voi due vi assomigliate proprio! Sho hai lo stesso mento di Keiji, pazzesco!
    Improvvisamente mi passò per la mente un pensiero orribile e incredibile, che quella storia tra la mamma e Keiji non fosse veramente finita lì?
    Che mio padre fosse geloso e arrabbiato perchè vi era ancora traccia di quella relazione?
     
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    Mentre Keiji rimuoveva le bende, la donna cadde su una sedia lì accanto, e se fosse stata seduta, avrebbe cercato di alzarsi, come per cercare con un ultimo spasmo di fermare il kiriano, prima di tornare comunque a sedere, mentre il padre di Oda, e di Sho, continuava a digrignare i denti e a ringhiare.

    - FUORI DA QUESTA CASA. ADESSO. -

    A nulla servirono le minacce dell'uomo, che ben immaginava cosa avrebbe significato quel gesto, infatti, proprio mentre le bende dell'uomo scivolavano a terra e il collo veniva rilevato, chiunque nella stanza avrebbe potuto notare limpidamente la presenza di una particolare voglia all'altezza della scapola sinistra, poco sotto il collo.



    Un marchio di nascita a forma di stella, rossiccio. Una voglia particolare di per sè, ma niente di esorbitante, non tanto quanto i singhiozzi della madre, la quale, con la sua reazione molto sopra le righe, causò la cessazione degli episodi di durezza del padre dei ragazzi, che ignorò l'ospite e si recò ad abbracciare la donna, per calmarla, la quale continuava a singhiozzare e a emettere suoni sconnessi.

    - E colpa mia...sono una madre orribile...non merito neanche te...come ho potuto lasciare che accadesse....-

    A poco servivano le parole dell'uomo, che cercavano di far capire alla donna che non doveva biasimarsi per quello che stava avvenendo. Entrambi sapevano in cuor loro, che un giorno quel momento sarebbe arrivato, e dovevano accettarlo.
    Ma cosa c'era di strano nel simbolo che Keiji di Kiri aveva appena mostrato, non senza riluttanza? Beh, lo spirito analitico di Oda non avrebbe dovuto spingersi troppo nell'immaginazione per fare due più due; dal momento che suo fratello, Sho, aveva praticamente la stessa voglia, più o meno nello stesso punto! E tra una lacrima e l'altra, entrambi i genitori dei ragazzi, cominciarono a chiedere a Sho di perdonarli, dicendo che non avevano avuto la forza di dirgli la verità riguardo il suo passato, e che tutta quella situazione era unicamente colpa loro, che lo amavano esattamente come il giorno precedente, e che avrebbero continuato ad amarlo anche il giorno successivo.
     
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    Un fratello terribile
    Mentre Keiji finiva di rimuoversi le bende, nostro padre ebbe una reazione a dir poco esagerata.
    Potevo capire che fosse geloso di quell’uomo, ma forse stava pensando che il denudarsi di Keiji fosse tutto un sottile gioco di seduzione? Beh in quel caso nostro padre non aveva niente da invidiare al kiriano, dopotutto quello era più un insieme di cicatrici con qualche pezzettino di pelle che non un vero corpo.
    Lo guardai distrattamente mentre cercavo di fermare il nostro vecchio, ma quando vidi quella voglia così particolare mi irrigidii completamente, la bocca spalancata in un’espressione di stupore mentre perdevo qualsiasi intenzione di fermare mio padre, per fortuna la situazione si risolse mentre la mamma iniziava a singhiozzare.

    Sho… Keiji è… tuo padre… mi sono sempre chiesto da dove fosse venuta quella voglia a forma di stella…


    Gli occhi mi si riempirono rapidamente di lacrime, cercavo di asciugarmele con la manica, ma era impossibile… i miei stupidi occhi non si fermavano.
    In quel momento sapevo che Sho aveva bisogno d me, di sentirsi dire che nonostante tutto la sua famiglia era quella che gli aveva dato i valori e gli strumenti per affrontare il mondo, che lo aveva fatto diventare il ninja valoroso che mi trovavo davanti… che era comunque mio fratello… che gli volevo bene.

    Lo sapevo, eppure quella sera sono scappato di casa, senza una parola, niente, in quel momento io e mio fratello eravamo troppo lontani: le mie parole non potevano raggiungerlo. Ero quello più vicino alla porta e avevo richiamato una quantità impressionante di chakra alle gambe inconsciamente, probabilmente nessuno sarebbe riuscito a seguirmi. [Overcap & sovraImpasto].

    Ero fuori che correvo per strada ancor prima di rendermene conto.Prima che le gambe cominciassero a farmi male per il tremendo sforzo compiuto ero già fuori dal nostro quartiere. Quando mi fermai in un vicolo anonimo e sudicio, ero abbastanza lontano da non riconoscere il posto al primo colpo d’occhio.
    Non feci niente se non cadere a terra e raccogliermi contro il muro.
    “Maledetta stella, doveva rovinare tutto!”
     
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    Un buon Padre
    Capitolo Secondo


    Atto V
    Nuova Vita

    Avevo iniziato dal collo e non ci volle molto prima che giungessi alle spalle. Vidi Ahri alzarsi dalla sedia ed allungare la mano verso il sottoscritto con occhi gonfi e sguardo curvo verso il basso. Sembrava molto triste ma non capivo il perché di tutta quella durezza. Suo marito provò a fermarmi ma avevo già srotolato la parte finale delle bende che ricoprivano la parte alta della mia schiena: quella che da sempre avevo ritenuto poc'altro che una peculiarità della mia pelle si rivelò ... genetica e non sono mia. FUORI DA QUESTA CASA. ADESSO. Mi urlò contro l'uomo, prima di correre verso sua moglie adesso in lacrime, poggiata al tavolo ed affranta. Anche Oda si era mosso in mia difesa ma osservandomi rimase come impietrito durante il suo secondo passo e pronunciò le parole che cambiarono per sempre la mia vita. Sho… Keiji è… tuo padre… mi sono sempre chiesto da dove fosse venuta quella voglia a forma di stella… Mi girai di scatto verso il ragazzo che mi aveva accompagnato da Kiri a Konoha ed aveva deciso di ospitarmi in casa sua. Che scherzo del destino davvero idiota. Sono tuo ... cosa? Lo guardai intensamente negli occhi. Effettivamente aveva i miei stessi capelli corvini, il mio stesso pallido colorito ... la corporatura era quella della madre, la forma degli occhi anche. Eppure guardandolo attentamente era come specchiarsi vent'anni più giovane. Sei ... davvero mio figlio ... Mentre dicevo queste parole, il fratello prima immobile scattò ad una velocità troppo alta perfino per il sottoscritto e oltrepassò correndo la porta, in un gesto di diniego del reale e di profondo dolore.
    Calò il silenzio nella stanza.
    Raccolsi le mie bende e lentamente ricominciai a rimettermele. Mi dispiace di aver arrecato tutto questo trambusto ... non era mia intenzione. Dissi, visibilmente in imbarazzo. Continuai senza proferir altra parola a terminare la mia operazione. Quando fui nuovamente il tipico kiriano che chiunque avrebbe riconosciuto anche da lontano, mi avvicinai a Sho, guardandolo adesso diversamente ma col mio solito fare particolarmente rigido. Se avrai bisogno del sottoscritto, se vorrai cercarmi per qualsiasi motivo, io sono a Kiri. Magari potremmo allenarci insieme ... sono un discreto spadaccino. Dissi, mostrando sotto le bende i segni di un largo sorriso. E per quanto riguarda voi ... parlai ancora, rivolgendomi al patrigno di mio figlio ed a sua madre. Adesso sapete chi sono e dove abito. Non provo rancore verso di voi,
    nonostante mi abbiate nascosto una cosa così grande. Vi auguro tutte le fortune del mondo.

    In quel momento mi sarei congedato, se Sho non avesse avuto domande da pormi. Sull'uscio della porta, però, mi sarei ricordato di una cosa piuttosto importante: Sho ... vuoi una mano a cercare Oda?




    Legenda


    Narrato
    « Citato! »
    « Parlato! »
    « Pensato! »
    Anima di Saruhyondo.
    Anima di Keiji.

     
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    Il nome del padre





    Lentamente le bende cadevano dal corpo di Keiji, non serviva certo essere un sensitivo per percepire l'innalzarsi della tensione ad ogni giro di stoffa che il ninja della nebbia si toglieva di dosso.
    Il rumore del tessuto che poggiava al suolo, quasi impercettibile in una normale situazione, risuonava con forza nelle mie orecchie dato il religioso silenzio che si era venuto a creare.
    Questa situazione venne spezzata dalle urla di mio padre e dal pianto di mia madre, sempre più confuso continuai a fissare il corpo di Keiji che lentamente mi si rivelava.
    Non mi servì aspettare troppo per capire la situazione, alla base del collo Keiji aveva la mia stessa identica voglia, un dato che anche Oda sembrò decifrare immediatamente prima di fuggire dalla casa.
    Non mossi un muscolo per fermare mio fratello, non ne avevo le forze, così come non avevo le forze per parlare.
    Questo spiegava tutto, le reazioni dei miei genitori alla vista del kiriano, la somiglianza che avevo con Keiji, ma com'era possibile? Come poteva il destino aver creato uno scherzo di quella portata?
    Sussultai quando Keiji mi cominciò a parlare, ero completamente avvolto dai miei pensieri e mi colse alla sprovvista.

    -Come?.... Ah... si...Io... Certo, penso che il nostro incontro sia stato rimandato per troppo tempo oramai, non è vero?-

    Chiesi rivolto alle persone che mi avevano cresciuto.

    -Oda ha bisogno di tempo, capirà, così come ho capito io, sembra che tutti qui siamo vittime del medesimo destino, un'occasione che dovrebbe unirci e non dividerci, ci rivedremo Keiji, certamente, ed avremo modo di conoscerci meglio. Ci sono molte cose che dobbiamo dirci, ma non adesso.-

    Mi sentivo tradito dai miei genitori per avermi tenuto segreta una cosa del genere, ma potevo davvero essere arrabbiato con loro? Lo avevano fatto per me e mio padre, lui aveva addirittura cresciuto un figlio non suo solo per l'amore che aveva per mia madre.
    No, non potevo essere arrabbiato, dovevo reagire con logica, senza farmi prendere dalle emozioni.
    Salutai quindi il ninja della nebbia per parlare coi miei genitori,quella notte per me sarebbe stata ancora molto lunga.
     
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    Buon Sangue
    Epilogo


    Atto VI
    Saluti

    Anche Sho sembrava essere stato turbato da quell'evento quasi quanto il sottoscritto: dopotutto non dev'essere molto diversa la sensazione dello scoprire chi sia il tuo vero padre dallo scoprire di avere un figlio. Potevo scorgere sul suo viso tutti gli interrogativi del mondo: vedevo lentamente le idee che si formavano nella sua testa ed alle quali, lentamente, poneva domande e dalle quali, altrettanto lentamente, traeva risposte. Vidi il suo sguardo farsi freddo ma non rancoroso o iracondo, sentii le sue parole emettere un suono nient'affatto dissimile da quello di due lame che si scontrano cozzando; qualcosa stava accadendo nel suo piccolo monto interiori ed io non potevo fare altro che spettare esternamente, senza intervenire. Se è vero che scoprire di avere un padre diverso da quello che si è sempre creduto deve portare lo stesso stupore dello scoprire di avere un figlio, lo stesso non si può dire delle emozioni che precedentemente si provavano. La vita di colui che scopre è nuovamente tinta di un colore ed un calore sincero, quasi carico di speme; in chi invece si ricrede questo enorme fascio di luce e gioia è striato dalle oscure ombre che i millantatori, che essi fossero in buona fede o meno, gettano sul futuro e sul passato.
    Ombre, tuttavia, destinate a lasciare il passo, prima o poi, all'insormontabile errare della luce.
    Oda ha bisogno di tempo, capirà, così come ho capito io, sembra che tutti qui siamo vittime del medesimo destino, un'occasione che dovrebbe unirci e non dividerci, ci rivedremo Keiji, certamente, ed avremo modo di conoscerci meglio. Ci sono molte cose che dobbiamo dirci, ma non adesso. Dimostri un'incredibile saggezza ... feci una pausa figlio mio. Gli porsi la mano, conscio del fatto che quello fosse un gesto molto più distaccato di un sentito abbraccio ma la situazione, l'imbarazzo, gli osservatori a noi intorno non lasciarono che le mie emozioni - come sempre, d'altronde - potessero esprimersi al meglio. Ti aspetto per parlare di tutte le cose che abbiamo da dirci. Prenditi cura di Oda, adesso. Con quelle parole mi voltai verso la donna che era stata per lungo tempo la ragione della mia vita e verso suo marito. Andandomene da quella casa stavo abbandonando non stavo semplicemente mutando luogo; stavo anche abbandonando quella convinzione, quell'immobilismo romantico che la più importante storia d'amore della mia vita aveva lasciato in me. Stavo andando avanti dopo vent'anni.
    Feci un cenno con la testa e niente più.
    La strada per Kiri era piuttosto lunga.




    Legenda


    Narrato
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    Anima di Saruhyondo.
    Anima di Keiji.

     
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    Fine





    Figlio mio? Forse quelle parole erano un po' azzardate in una situazione del genere, eppure non le trovai offensive, anzi, percepii in esse la volontà di instaurare un rapporto funzionale. Feci un cenno col capo a Keiji prima che questo se ne andasse dalla mia dimora, nessuna emozione trasparì dal mio sguardo, dovevo innanzitutto avere rispetto delle persone che mi avevano cresciuto, certo non potevo permettermi di sorridere in una situazione del genere.
    E poi c'era ancora Oda.

    "Oda, perché è scappato così? Si sentirà tradito? Il nostro rapporto sarà ancora lo stesso?"

    Al solo pensiero di poter intaccare il rapporto con mio fratello venni percorso da un profondo brivido; non eravamo solo fratelli, eravamo anche compagni di battaglia, non potevo permettere che il nostro rapporto si incrinasse rischiando così di compromettere la nostra efficienza nei momenti difficili. O almeno questo era quello che mi raccontavo.
    La verità era che avevo estremamente paura di perdere mio fratello, la persona a me più vicina in assoluto, ma magari ripetendomi la favola del doverlo fare per motivi professionali avrei affrontato la faccenda in maniera migliore, più logica. Ma la logica davvero era la soluzione migliore in un momento del genere? Non lo sapevo più. Molte delle mie certezze erano state minate quella stessa notte.

    -Pa, ma, sappiate che non vi amo meno dopo essere venuto a conoscenza della verità, penso solo che mi avreste dovuto ritenere abbastanza forte da poterla tollerare. Avrei preferito venirne a conoscenza in un momento diverso, direttamente da voi. Adesso però devo pensare ad Oda.-

    Così dicendo mi congedai, probabilmente anche i miei genitori avevano molte cose da dirsi.
    Mi diressi così in cerca di mio fratello, ignaro su dove poterlo trovare tanto quanto di quello che gli avrei detto una volta fatto.

    "Oda.... maledetto idiota..."
     
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    Il Riscatto


    Sho mi cercò quella notte e non mi trovò. Perché poco prima di addormentarmi capii qualcosa, il mio pensiero, per quanto infantile e stupido aveva acceso una luce nella mia mente, solitamente buia e piena di ragnatele.


    Tornai a casa l’indomani, mentre albeggiava. Cercai subito mio fratello, ignorando i piedi sbucciati e il lieve raffreddore che quella notte all’aperto mi aveva regalato.
    Poi parlai con lui, con voce tranquilla, alzando il dito indice.
    Vedi Sho, io capisco che tutto questo sia così improvviso, così strano per te… ma voglio dirti solo due cose.
    Primo, è vero che non abbiamo lo stesso padre, è probabilmente vero che il sangue ha del potere. Ma dimmi, vedendo Kiri hai provato qualcosa? Ti sei sentito al tuo posto, come ti senti qui a Konoha? Quel che voglio dire è che ciò che ha veramente potere è il legame. Il nostro, quello con nostra madre e anche quello con nostro padre. Nostro perché ha insegnato a camminare e a lanciare Kunai a te come a me, quindi non hai il DIRITTO di non chiamarlo padre, mi spiace ma è tuo quanto mio, non hai scelta, purtroppo per te.

    Presi fiato un secondo per poi alzare un altro dito.
    Secondo, quella stella che avete sulla schiena, potrete pensare che vi renda speciali tu e Keiji, ma sei mio fratello e voglio che tu lo pensi ogni volta che vedi la tua voglia o qualcuno te la fa notare, chiaro?

    Quindi mi tolsi la maglia, rivelando una medicazione fatta da mani chiaramente lerce, sotto si nascondeva una piccola stella, identica nel colore e nella forma, nonostante il tatuatore fosse un tipo losco in un quartiere poco raccomandabile, il tatuaggio non sembrava infetto.
    Spero che nessuno le veda, dove dovremmo arrivare per trovarci entrambi a torso nudo? Ma se qualcuno vedrà queste, capirà immediatamente che NON SI FOTTE CON I FRATELLI SAITAMA. Ora andiamo a fare colazione
    In quel momento, assomigliavo parecchio all’hokage e la cosa mi fece rabbrividire un po’.
     
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