Shi-e-En

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  1. -Max
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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    Shi-e-en

    Gelosia primitiva.



    In condizioni normali non avrei mai fatto ciò che avevo fatto. Non avrei mai posato le mie labbra sul dorso della sua mano, non avrei mai avvicinato il mio viso al suo per parlarle. Per quanto ciò che provassi per Shizuka andasse ben al di là della semplice finzione ero un uomo dai valori integerrimi che non si permetteva di spingersi oltre quanto fosse consentito.
    Tutto ciò che avevo fatto però era consentito, conveniente ed anzi, quasi atteso. Sarebbe stato strano tutto. Colsi alcuni segno alquanto contrastanti. Come un lampo d'ira nei suoi occhi (che mi ferì più di quanto non fossi disposto ad ammettere) seguito poi da una specie di dimostrazione affettiva che aveva i caratteri tipici di una sincope. Ero perplesso, ma nascosi quel sentimento dietro la solita maschera di cortesia mentre i suoi parenti mi venivano presentati.
    Oh, ma che peso Mihoko-sama, sono finalmente felice di poter conoscere il resto della famiglia di Shizuka. Dissi, con un largo sorriso sulle labbra.
    Bé, la capisco. Arrossii appena, grattandomi la guancia destra con l'indice della mano. Ci siamo conosciuti per caso, senza sapere chi fossimo e la nostra posizione. Raccontai, ripensando ai primi tempi di quella recita. Un posto isolato (ma non eccessivamente), adatto ai primi incontri segreti tra due persone, al beneficio di spie della mia famiglia.
    Una recita perfetta.
    Ci siamo conosciuti per caso questa estate, nel luogo dove Shizuka ama andare a leggere nel silenzio della natura... la collina più alta di Konoha, laddove ci sono i salici, avrete sicuramente presente. Lo uso spesso pure io per scappare dagli impegni di tanto in tanto. Mi sono sempre chiesto come mai non ci fossimo mai incontrati prima d'ora. Ci siamo visti, ed abbiamo parlato, tanto. Credo che all'inizio volesse darmi fuoco per aver rovinato la sua quiete... Risi appena, sapendo che chiunque in quel posto avrebbe trovato credibile quel comportamento da parte di Shizuka. Ecco, credo sia successo così. Parlando.
    Era vero.
    Parlando avevo finito per donarle inavvertitamente il mio cuore per davvero quando dovevo farlo solo per finta. Solo che non riuscivo a comprendere: l'avevo donato ad una maschera o alla vera Shizuka? Il pensiero mi tormentava e mi faceva sentire stupido ed inadeguato al compito che l'Hokage mi aveva affidato.
    Ma non avrei fallito: la Missione era più importante di tutto il resto. Poiché dalla sua riuscita dipendeva il benessere di chissà quante vite, forse nazioni intere.



    Non accostai il mio viso più del necessario a Shizuka e quando la sua mano si avvicinò per respingermi non trovò che aria. Ancora mascherai la mia delusione, non comprendendo cosa stesse accadendo. Quei gesti erano vitali, lei lo sapeva fin troppo bene. Forse stava semplicemente agendo in quel modo per via della presenza di tutta la sua famiglia, Toshiro incluso?
    Lei, tuttavia, accettò la mia proposta... la quale era francamente non disinteressata. Dovevo togliermi di dosso la recita. Dovevo fare in modo che per almeno un'ora io e lei fossimo noi stessi. Shizuka Kobayashi e Masaki Kurogane, due giovani dimentichi di essere eredi di imperi commerciali, dimentichi di una missione letale nella quale dovevano recitare, dimentichi di qualsiasi cosa che potesse mascherare il nostro rapporto travestendolo da ciò che non era.
    Prima di impazzire avevo bisogno di una sola ora di sincerità.
    Non potevo sapere che Shizuka non mi avesse mai mentito fino a quel momento. Non avrei mai potuto sospettarlo.
    Certo, il modo in cui lei agì mi lasciò alquanto perplesso. Strinse la mia mano con forza dopo aver tirato dalla borsa una cartabomba e con una forza incredibile – alla quale non potevo oppormi – mi trascinò via mentre la bomba esplodeva innocuamente in aria facendo un gran trambusto. Non appena girammo l'angolo lei mi chiese se sapevo usare il chakra adesivo ma non feci in tempo a rispondere che fui costretto a dargliene prova.
    Vederla correre, libera, era uno spettacolo raro. Anzi, mai visto. Avevamo sempre tenuto un comportamento totalmente abbottonato senza mai dar sfogo a quelli che erano i nostri talenti atletici. Shizuka era veloce, forte, ma io tenevo il suo passo tranquillamente, tenendole stretta la mano.
    Quando disse che non sapeva perché lo stessimo facendo sorrisi, cercando la risposta più adatta per spiegarle il motivo della mia proposta. ... Avevo voglia di un po' di tempo lontano dall'obbligo della recita. Dissi con sincerità.
    Lei lasciò la mia mano, sciogliendosi i capelli castani che si sparsero al vento come una fluida cascata color nocciola. I nostri passi ci condussero fino al punto in cui due palazzi si separavano per lasciar spazio ad un abisso di acqua calda. Shizuka, quasi senza pensarci saltò ed io con lei... solo che qualcosa doveva averla distratta.
    La vidi davanti a me mancare l'appoggio col piede e precipitare verso il basso. Agii d'istinto, dandole per la prima volta dimostrazione di ciò che ero realmente in grado di fare. Mi gettai verso il basso spingendomi con entrambe le gambe ed il chakra repulsivo, mentre con un dito tracciai sulle tegole un Sigillo di Dislocazione.
    Come un proettile scagliato da una fionda raggiunsi Shizuka a mezz'aria in meno di una frazione di secondo ed avvolsi le mie braccia attorno al suo corpo. Che combini?
    Furono quelle le mie uniche parole. Lo specchio d'acqua era così straordinariamente vicino. Meno di un metro. Il vapore già offuscava la vista di entrambi e probabilmente lei avrebbe chiuso gli occhi per prepararsi ad un impatto che non ci sarebbe mai stato.
    Scomparimmo di lì, teletrasportati esattamente laddove avevo lasciato il sigillo precedentemente. Allargai le braccia per lasciarla andare, assicurandomi che arretrando non cadesse. Dunque sospirai, calmando i battiti del mio cuore, impazziti.
    Mi hai fatto prendere un colpo. Dissi, indeciso se ridere o meno. Solo allora udii l'urlo di una scimmia che, con fare alquanto insolito, saltò tra me e Shizuka agitando quella che era un'ampolla vuota.
    Eh? Dissi, mentre la scimmia saltava ancora, abbracciandomi il collo con un braccio mentre con l'altra mano mi batteva la spalla... ridendo. Stava ridendo. EHI MA CHE DIAVOLO! Staccai la scimmia da me, afferrandola da sotto le ascelle in maniera simile ad un bambino, ma questa continuava a ridere come se nulla fosse successo.
    Anzi, reclinò la testa all'indietro verso Shizuka, si dondolò alcune volte e si diede una spinta di una forza inaspettata contro il mio petto. Riuscii a non cadere per miracolo, tuttavia la scimmia sfuggì dalle mie mani finendo dritta addosso a Shizuka, aggrappandosi con entrambe le mani sul suo seno, ridendo e facendo strani versi che non riuscivo ad indentificare.
    Ohi... tu... Feci un passo in avanti, afferrando la “povera” scimmietta per la testa, staccandola di forza dal petto di Shizuka. Non. Toccarla.
    Scandii bene quelle due parole, come se la scimmia potesse capirmi. Lei mi fissò, quasi con attenzione per qualche secondo, dunque si infilò un dito nel naso continuando a ridere sguaiatamente.
    ... Avrei voluto qualcosa da dire ma non potevo. Così semplicemente rimisi la scimmia per terra la quale, malferma sulle sue zampe rotolò ridendo fino sull'orlo del tetto. Lì si riprese e saltò verso il basso.
    ... Cosa è appena successo? Dissi, confuso.
    Non mi ero appena reso conto avevo fatto una mezza scenata di gelosia ad una scimmia. In qualsiasi universo, Shinobi e non, con una recita in atto quel gesto non sarebbe mai stato giustificabile in assenza di testimoni quali eravamo.




    La scimmia atterrò agilmente davanti Baiko e Ritsuko. Baiko era rimasto quasi immobile, non scosso minimamente dall'esplosione della bomba. Guardava avanti con somma indifferenza non scosso nemmeno dalla presenza della scimmia.
    L'uomo guardò l'animale roteare su se stesso, urtando Ritsuko e poi dirigendosi pericolosamente verso i piedi di Heiko, inconsapevole della dolorosa fine verso la quale andava.
    Mh. Fu il suo unico commento alla scena, tenendo sempre le braccia attentamente conserte dietro la schiena. Masaki-sama aveva accennato al desiderio di restare un po' da solo con Shizuka-sama, anche se non sono certo che sapesse che lo stavo ascoltando. Baiko snocciolava conversazioni private senza curarsi minimamente delle conseguenze, come se stesse pensando ad alta voce. Staranno bene, immagino. Penso che saranno di ritorno presto.
    Baiko era nato per servire il clan dei Kurogane, persino nei loro desiderio indiretti. Di fatti non avevo mai chiesto a Baiko di lasciami solo con Shizuka. Lui aveva deciso di fare lo stesso però.
    Certo, non stava minimamente considerando la presenza di Ritsuko Aoki.

     
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