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[Free GdR aperta a tutti: Nuovo Anno]

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  1. Jotaro Jaku
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    Jotty2Hotty

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    Lo sciamano che perse Kiri al gioco



    Con l'avvicinarsi della fine dell'anno, anche gli impegni dello stregone di paese avrebbero dovuto diminuire, e invece no. Con il nuovo anno alle porte, sembrava esserci la fila sul pontile che portava alla baracca dello sciamano, tutto per avere letture della mano, responsi di fama, fortuna, gloria o semplicemente sapere se l'anno che sarebbe giunto, avrebbe permesso ai ninja di tornare a casa vivi dalle missioni. Un pubblico per i passati 364 giorni aveva praticamente ignorato la presenza di Sanjuro, ora richiedeva i suoi servigi di cartomante, nemmeno avesse da vendere acqua nel deserto.
    Così, a poco tempo dalla fine dell'anno, senza dire nulla a nessuno, prese il suo fidato bastone, per non lasciarlo solo a casa, altrimenti il signorino avrebbe messo a soqquadro la casa, e lo portò con sè. Dopotutto Gassan, così si chiamava il bastone, ogni volta che veniva lasciato a casa da solo, stando ai racconti di Sanjuro, iniziava a farsi beffe del suo padrone, nascondendogli le ciabatte, cambiando di posto ai vari cassetti dei mobili, o ancor peggio, facendo finta di nulla alle domande di Sanjuro quando questo tornava a casa e chiedeva spiegazioni.

    "Se ne sta lì fermo, come un bastone, come se niente fosse, invece di sputare il rospo, non lo sopporto"



    Così lo sciamano amava raccontare, circa il suo bastone, a chi gli avesse chiesto il suo rapporto con lui.
    Ma comunque, lo sciamano aveva un ulteriore problema da risolvere, se avesse portato con sè una delle sue splendide maschere fatte a mano, sarebbe sicuramente stato riconosciuto. Una personalità come la sua, uno dei migliori oracoli che il mondo aveva mai avuto la fortuna di ospitare, non avrebbe potuto nemmeno camminare senza essere continuamente fermato per oracoli e predizioni, doveva quindi escogitare un piano.
    Ritardò la partenza di quasi due giorni, per trovare una soluzione a questo problema, chiedendo molteplici volte consiglio al suo fidato compagno Gassan, ricevendo come risposta sempre degli irritanti silenzi.

    - Certo che a volte sai essere davvero rigido come un pezzo di legno ragazzo. -


    Alla fine, sconsolato, dovette ripiegare su un buon piano, ma che lui non pensava essere il migliore di quelli possibili; se fosse andato storto qualcosa, la gente lo avrebbe riconosciuto, nonostante avesse passato gli ultimi dieci anni relegato a Genosha, i precedenti 5 vivendo come un barbone, e i precedenti dieci come guarda del corpo di un Daimyo che raramente usciva di casa.
    Quindi raccolse tutte le sue cose, operazione che richiedette all'incirca 13 secondi, ma solo perchè ad un certo punto dovette soffiarsi il naso, e con ciabatte e bastone, uscì di casa, chiudendo la porta dietro di sè, e assicurandosi che la serratura fosse chiusa a 3 mandate, come se la catapecchia non fosse fatta di legno marcio, piena di buchi e con i vetri rotti.
    Ma ecco la genialità del suo piano finalmente rivelata: era partito senza maschera, aveva le pitture sul corpo, ovviamente nudo a parte uno straccio sulle vergogne, aveva le pitture in faccia, e persino una sorta di elmo fatto da un teschio. Però non aveva la maschera, suo segno distintivo per eccellenza.
    Gassan pensò che era un genio.

    [...]

    Totalmente ignaro di quali eventi andassero di moda o fossero i più gettonati per le vacanze, Sanjuro chiese alle persone che trovava per strada, convinto che questi non avessero la minima idea di chi lui fosse, non avendo la maschera sul volto. Persona dopo persona, ebbe le risposte che cercava, sempre convinto di essere in borghese, nonostante tutte le persone interpellate, avessero iniziato a parlare dicendo "signor Sanjuro".
    Dal canto suo, lo sciamano pensava fosse solo un test, posto dalla fortuna, per provare la sua risoluzione a non darsi per vinto, e a non rivelare la sua reale identità di persona famosa; nonostante nessuno al di fuori di Kiri, sapesse della sua esistenza, e quelli del villaggio lo conoscessero solo perchè era il tipo più strambo che girava per le strade.
    Tornando a noi, Sanjuro ricevette notizia di un luogo misterioso, il paese delle Sorgenti Termali. Lì aveva luogo una festa per il sopraggiungere del nuovo anno, con spettacoli, bancherelle, giochi, e quant'altro per il divertimento mondano; e Sanjuro si sentiva estremamente mondano, anche se non aveva la minima idea di cosa quella parola significasse. Si recò quindi al porto, alla ricerca del suo amico Samoru, il marinaio che lo aveva riaccompagnato a casa da Genosha. I due non si vedevano da allora.

    Toc toc



    Da una delle catapecchie del porto che fungevano da uffici, uscì il bonario Samoru, il quale si trovò davanti questo strano individuo con la faccia dipinta, e ovviamente, lui fu l'unico a non riconoscere lo sciamano.

    - Samoru, sono io, Sanjuro! -

    L'uomo sembrò cambiare espressione, o forse era l'alcool, ma rispose festoso all'amico ritrovato.

    - Sanjuro! Dannazione vecchio mio, non ti riconoscevo senza maschera! Cosa ti porta da me ?-

    Lo sciamano inspirò impettito, sicuro del suo successo, non era stato riconosciuto.
    Quindi spiegò al marinaio della sua intenzione di recarsi alla festa di fine anno, e della sua necessità di una imbarcazione. Ovviamente Samoru fu più che felice di accompagnarlo, sia per sfuggire dalle grinfie della moglie, sia perchè nel paese delle Sorgenti Termali, durante questa festa, si beveva, molto. E lui era a suo agio.
    Partirono entrambi nel giro di un'ora, sull'ultima barcarola a disposizione del lupo di mare, verso la festa di fine anno più folle che entrambi avrebbero ricordato.

    [Alla festa]

    Al suo arrivo nel cuore dei festeggiamenti, Sanjuro salutò l'amico ubriacone, il quale era ormai già oltre il limite dell'ubriachezza, dato che durante la traversata non aveva fatto altro che tracannare bottiglie di grog, e si recò verso quello che sembrava il centro dei festeggiamenti, nel luogo dove vedeva luci e sentiva più voci.
    Nel parapiglia della festa, Sanjuro si sentiva abbastanza confuso, non apparteneva più al mondo da molto tempo, e non sapeva bene cosa dovesse fare, quindi si recò nel luogo che sembrava una casa da gioco, dove molte persone scommettevano lanciando dei dadi, e puntando su un tavolo le loro scommesse.
    - Ahhhhh, i dadi! Sono un maestro dei dadi, andiamo Gassan. - Disse al suo bastone.

    Nella sala da gioco però, servivano gettoni, e Sanjuro non aveva notato che all'entrata dei festeggiamenti, ogni persona veniva omaggiata con 5000 unità di questi per poter iniziare i giochi, quindi uscì dalla sala da gioco ed entrò in una piccola catapecchia lì vicino, la quale aveva un'insegna sulla porta, con scritto "GETTONI"
    Dentro la stanza, piena di strani tizi, lui sembrava quasi normale, tanto che un losco ceffo gli si avvicinò invitandolo a sedersi. L'uomo tirò fuori da sotto al tavolo una penna, un sacchetto pieno di gettoni luccicanti, e una pila di scartoffie.

    - Benvenuto gentile signore, penso che lei abbia voglia di scommettere la sua fortuna alla sala dei dadi, dico bene? E sembra proprio sia a corto di gettoni! -

    - Hai ragione ragazzo, sono qui per l'insegna, mi servono gettoni. -

    L'uomo quindi spiegò a Sanjuro che poteva ottenere tutti i gettoni che voleva, in cambio avrebbe dovuto porre la sua firma su alcuni moduli, compilarne altri, e autorizzare vendite, scambi, ipoteche, e cose del genere. Sanjuro non aveva tempo per cose di questo genere, aveva visto decine di persone con le tasche traboccanti di gettoni, quindi non doveva essere un procedimento troppo difficile, quindi intimò il giovane di tagliare corto e di passargli i fogli; avrebbe iniziato a leggere in fretta, saltando metà delle indicazioni, e firmando a caso a destra e a sinistra.
    - Ma cosa sono queste cose? Possedimenti.....percentuale d'interesse......mora di riscossione...uhm....vediamo...ho capito, ah ora si che mi torna, è un sondaggio, voi fate un sondaggio e in cambio del servizio date i gettoni, certo è tutto chiaro. -

    Lo strozzino si scambiò delle occhiate incredule con un suo collaboratore, e annuì, come se non avesse la minima idea di cosa stesse farneticando lo sciamano.

    - Allora vediamo....parenti e/o amici su cui riversare la riscossione e loro possedimenti...beh non ho idea di cosa voglia dire, il quiz qui mi chiede di indicare possedimenti e cose di valore, io non ne possiedo, e non ho parenti, quindi vediamo, conosco Itai, lui lavora in amministrazione.....scrib.....scrib....poi vediamo, Akira sta alle mura e....scrib.....scrib....poi dunque, non penso di conoscere altra gente a parte Meika, lei è nel quartiere Akuma...scrib....scrib...scrib...ahh, e ora qualche firma con il mio titolo. -

    Per farla breve, Sanjuro non aveva ben capito che stava sottoscrivendo un contratto di strozzinaggio in cambio di 5000 gettoni, gli stessi che venivano distribuiti gratuitamente all'entrata della festa. Non solo, ma compilando il modulo come aveva fatto, aveva appena posto un'ipoteca sull'amministrazione di Kiri, sull'intero complesso murario di Kiri e il relativo volume di terreno, e sull'intero quartiere Akuma, senza contare la totalità della darsena di Kiri, del palazzo del Daimyo e di buona parte di Genosha.
    Quando gli strozzini ripresero i moduli, prima di passare i gettoni a Sanjuro, prima pensarono ad uno scherzo, data anche l'apparenza fisica dello sciamano, ma non appena videro la firma, restarono a bocca aperta. Ogni modulo era stato controfirmato da "Sanjuro, guardia personale del Daimyo del paese dell'Acqua" Non per cattiveria, ma perchè dopo tutti gli anni passati a servire il Daimyo, quella era l'unica firma che lo stregone era abituato a fare.
    Bastò scartabellare un attimo agli strozzini, per rendersi conto che nella lista delle guardie del capo dell'Acqua, c'era effettivamente un Sanjuro, e questo a loro bastò eccome; se anche non avessero potuto reclamare parte di quanto ipotecato, e ne avessero ricevuto anche 1 solo 100esimo, avrebbero vissuto il resto della vita da nobili!
    A quel punto passarono i gettoni a Sanjuro, abbracciandolo e ridendo a crepapelle, e quando l'uomo uscì dalla catapecchia, chiusero i battenti e stapparono alcolici costosi, per il colpo di fortuna che avevano avuto.

    - Bah, certo che ai miei tempi non era così complesso avere dei gettoni, vabè, ora posso andare a divertirmi. -

    Superato il primo scoglio, la compravendita dei gettoni, Sanjuro si recò nella casa da gioco, dove restò per circa 7 minuti, contando anche il tempo per una fermata al bagno di 5 minuti.
    Durante la sua lunga permanenza al tavolo dei dadi, riuscì a perdere tutto quello che aveva in un solo colpo, leggendo il suo futuro su un fegato di topo che si era portato da casa. La spiegazione di questo fu chiaramente colpa di Gassan; il malandrino bastone aveva capovolto l'organo usato dallo sciamano, senza che questo se ne accorgesse, facendo sbagliare il vaticinio allo stregone, il quale, con un diavolo per capello, e inveendo contro il suo stesso bastone, uscì dalla sala da gioco, vagando sconsolato per la strada, fino a che una scimmia non urtò la sua gamba, facendolo quasi volare per terra.
    Fu a questo punto, circondato da una moltitudine di persone, che si rese conto di essere vicino ad un uomo completamente nudo.
    Ignorando totalmente la situazione che si stava verificando, Sanjuro pensò di essere finito in mezzo ad un ballo tribale per ottenere fortuna ai giochi, quindi tirò fuori un piccolo tamburello dal tessuto che aveva all'altezza del pube, e con la sua schiena storta si avvicinò a Hoshikuzu, senza sapere minimamente chi fosse, e iniziò a tamburellare sullo strumento musicale.

    - Hey ragazzo, permetti che mi unisca a te in questa danza portafortuna? -

    A quel punto lo sciamano pazzo iniziò a dimenarsi attorno al ragazzo nudo, alzandosi e abbassandosi sulle gambe, innalzando una mano al cielo a ritmo mentre l'altra sbatteva sul tamburo di pelle di...beh...qualcosa....


    Hoshi

     
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70 replies since 8/12/2015, 18:43   2022 views
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