Shi-e-En

[Free GdR aperta a tutti: Nuovo Anno]

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  1. Arashi Hime
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    Y Danone
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    OTHER HAND.

    Just cause you got the monkey off your back doesn't mean the circus has left town.



    Correva voce che Shizuka Kobayashi fosse il sangue più puro del suo Clan.
    Conosciuta come una delle più raffinate Yamato Nadeshiko del Paese del Fuoco, la bella Principessa dell’Airone era emblema di eleganza e splendore dell’immaginario comune, soprattutto quello di Konoha: brava nelle arti femminili, colta nella letteratura e nel far di calcolo, intelligente come il migliore degli strateghi, era infatti la donna più agognata dai rampolli di quelle famiglie abbastanza nobili da poter auspicare ad un matrimonio con lei…
    …eppure, tra le centinaia di uomini che aveva incontrato, nascosta nei suoi preziosi kimono di broccato di seta come un guerriero stanco dentro la sua armatura di ferro, nessuno aveva mai osato quello che Masaki Kurogane aveva fatto.

    Da quando era diventata Shinobi molte cose erano cambiate, per lei. La sua vita era mutata in un caleidoscopio di emozioni ed avventure sempre diverse.
    Era diventata una donna diversa. Una persona diversa.
    Aveva amato. Aveva goduto dei piaceri della carne.
    Ma aveva anche odiato. E quella stessa carne l’aveva dilaniata.

    Ma mai come in quel momento la sua pelle aveva bruciato tanto.

    Quando il Principe del Ferro si calò su di lei –lui che era così alto, a suo confronto– scostandole i capelli dalla fronte per baciarla, lei rimase immobile; e per un attimo temette che la sua mente avesse scoperto il segreto per divenire contemporaneamente bianca e piena di ragionamenti. Contraddicendosi da sola. Ancora.
    “Fa qualcosa di intelligente e affascinante!” pensò prontamente l’Erede dell’Impero delle Sete, impallidendo e avvampando in rapida successione. Ma i suoi occhi, verdi e sconvolti, non recepirono abbastanza velocemente l’ordine, e guizzando in direzione di quelli cremisi del giovane che le sostava dinnanzi, tentennarono nel vuoto.
    …Notò, invero per la prima volta, che Masaki aveva le spalle molto larghe. Il fisico temprato che aveva indovinato al molo d’attracco, poco prima, era in verità molto più pronunciato di quello che si era immaginata, se osservato da quella distanza. E le sue mani, cicatrizzate in più punti, ruvide come potevano esserle quelle di chi ha impugnato armi per tutta una vita, sembravano scolpite nel marmo. Forti e nerborute, erano quasi il doppio delle sue. Ne fu sicura quando, alzando di scatto un braccio, tentò di afferrare con la propria una mano dell’Erede del Ferro. La sua carnagione chiara sarebbe sparita sotto quella baciata dal sole e dal vento di lui… ma lei, troppo orgogliosa anche solo per arrossire, si sarebbe limitata a sorridere con malizia.
    «Non siamo ancora sposati, Kurogane...» Disse infatti la donna, affilando lo sguardo nell'abbassare il braccio del Dislocatore e provando allo stesso tempo ad avvicinarsi al volto di lui, per poi subito inclinare la testa e lasciare che le sue labbra si portassero sul lobo del suo orecchio. «…rimandiamo i baci e molte altre cose divertenti alla prima notte di nozze.» Sussurrò, incurante che le sue carnose labbra rosse sfiorassero con la loro danza la pelle del Chunin.
    ...E solo a quel punto, elegante come era giusto che fosse l’ultima Discendente di uno dei Clan più Potenti e Antichi del Fuoco, si sarebbe scostata. Un ultimo sguardo, un ultimo sorriso appena solleticato da un innocente inumidirsi le labbra con la lingua, e poi ecco che già si voltava.

    Sapeva come comportarsi per solleticare l’immaginario maschile, la donna dell’Airone…
    …o forse, rossa fino alla punta delle orecchie e con l’insana voglia di spaccare un tetto con un pugno, stava semplicemente cercando la via più rapida per non ottenere risposte, non darne, e andarsene velocemente. E fu proprio ciò che fece.

    […]



    Se era pur vero che Shizuka Kobayashi era l'esponente più nobile del Clan dell'Airone, era anche vero che il carattere di lei fosse stato ereditato dalla seconda linea di sangue che scorreva nelle sue vene: quello Uchiha. E mai come in quei momenti il povero Masaki Kurogane si sarebbe reso conto che ciò che Toshiro, il Signore dei Mercanti e Padre di Shizuka, aveva detto lui qualche mese addietro, ponendogli una mano sulla spalla e asciugandosi una lacrima brillante dall’occhio destro, mentre sorrideva lui compassionevole dicendo che “dopotutto, quando sono calme, sono mogli eccezionali”…era molto più di una speranza.
    Era un augurio.
    «Darò fuoco a tutto questo Paese dimenticato dagli Dei.» Ruggì la Chunin del Fuoco, con gli occhi che infiammavano di rabbia tanto da dare quasi l’impressione di scurirsi di due none. Due bambini, terrorizzati nell’incrociare il suo sguardo, si fissarono prima di scappare a gambe levate. «Voglio i cadaveri di quelle scimmie sventrati a testa in giù sul monte di macerie più alto che rimarrà di questo circo.» E detto da una che effettivamente la gente la sventrava davvero, e per puro divertimento scientifico spesso, era abbastanza inquietante... ma questo il bell’Erede del Ferro come poteva saperlo?
    Era lunga la strada prima che scoprisse che la sua futura mogliettina non solo aveva le rotelle negli occhi, ma si divertiva persino a fare esperimenti sulla gente.
    Masaki Kurogane stava sposando la versione più graziosa, formosa e allegra del fu Orochimaru. E il poveraccio credeva anche di essere fortunato ad aver trovato un partito tanto raro.
    [...] Aaah. L'amore.
    Fu per questa ragione che, con tutta l’innocenza e devozione del mondo, catturò per lei una scimmia. Non potendo certo credere che le minacce dell’amata fossero reali, infatti, il Dislocatore dei Kurogane si era prodigato davvero quanto più possibile per acconsentire alle presunte velleità vendicative della sua fidanzata… ma forse avrebbe dovuto capire che qualcosa non andava quando gli occhi di lei, spalancandosi d’entusiasmo, brillarono di qualcosa molto simile alla morte fulminea.
    «Quindi se non ricordo male il segreto era…» Masticò tra i denti la Principessa, sorridendo senza distogliere lo sguardo dalla scimmia. Per qualche grottesca ragione sembrava star prendendo le misure. «…caricare il chakra, compattarlo…» Mugugnò in modo incomprensibile mentre alzava la mano verso l’alto. In un secondo questa esplose in un alone blu elettrico ruggente e guizzante. E in un altro secondo la scimmia, facendosi rigida, iniziò a sudare. «…una grande quantità solida…» E il chakra si compattò. Anche qualcos’altro si fece molto stretto, nella scimmia. «…e poi farla…» E iniziò ad avanzare, aumentando la velocità ad ogni passo. «…esplodere con tutta la forza in mio possesso.» E con una fluidità di movimenti che sembrava suggerire una grande abitudine (o un grande talento) Shizuka tentò di colpire l’animale. L’avrebbe colpito con l’eleganza tipica di sua madre, Heiko Uchiha, quando colpiva suo padre, Toshiro Kobayashi, perché dopotutto anche lui era un pò scimmia ogni tanto. Ma con una potenza che non ricordava quella della genitrice.
    Compattata quella quantità imbarazzante di chakra, infatti, la Principessa l’avrebbe rilasciata nel momento esatto in cui avesse impattato il suo bersaglio, con l’obiettivo di scagliare questo il più lontano da lì. All’inferno forse. O forse proprio contro la torre dei giochi, che qualora il colpo fosse andato a segno si sarebbe vista minacciare da un proiettile sparato a tutta velocità, il quale senza alcun preavviso avrebbe impattato contro la costruzione. O qualcosa del genere.
    «Spero di averla bucata da parte a parte!» Esclamò con rabbia Shizuka, prima che qualcosa trapassasse la sua mente e lei, facendosi sconvolta, si portasse una mano alla bocca. «Oh no, cos'ho fatto! E se l'avessi uccisa?!» Gemette, disperata. E l'espressione contrita del suo bel volto sembrava quella di una fanciulla immacolata ed altruista. Aveva sbagliato, certo, ma lo stava riconoscendo dopotutto... era pronta a rimediare ai suoi errori... «…se l'ho davvero bucata, ma è viva, potrei ricucirla con dei pezzi di altri animali tenuti in qualche modo vivi e vedere se con una fusione chakrica di secondo livello potrei riuscire a crear–»

    Era pronta a rimediare ai suoi errori.
    ....già.

    Interrompendosi bruscamente e girandosi poi di scatto alle sue spalle, Shizuka esitò, fissando Masaki. Per un attimo sembrò guardarlo come se si accorgesse della sua presenza dopo una lunga assenza. «Ah, sei qui.» Disse infatti. Sembrava stupita. «Scherzavo, ovviamente.» Ma il modo in cui sorrise subito dopo non sembrava confermare quell’affermazione. «Ho un attimo perso il controllo...ah che brutto temperamento che ho, spero davvero di non averla sul serio rotta a metà come un Mikado, sarebbe una perdita senza precedenti ora che ci penso, hai idea di quanto sia difficile trovare esemplari di quelle scimmie, e di quella grandezza poi, nel Paese del Fuoco?» Si interruppe di nuovo. E stavolta, guardando fissamente l’uomo del ferro per un attimo, e comprendendo nell’aggrottare la fronte che il suo tono di voce sembrava forse troppo serio rispetto allo scherzo che si presupponeva essere, alzò lentamente una mano fatta a pugno, e poggiandola alla tempia aggiunse un inespressivo e assai piatto: «“Tehehe.”»
    […] Momoko Yamanaka riusciva sempre a far cadere tutti gli uomini sempliciotti ai suoi piedi con quella tecnica. Le bastava reclinare un po' la testa, fare una tenera linguaccia e aggiungere un imbarazzato “Tehehe!” per risolvere la faccenda.
    …Che poi c’era poco da risolvere, se aveva rotto a metà la scimmia non avrebbe potuto ricucirla con altri pezzi animali… o forse avrebbe potuto sostituire tutto il midollo spinale e pure il cervello. Ma ci sarebbe riuscita? Mh, forse gli Archivi Proibiti avrebbero potuto aiutarla. Avrebbe controllato una volta di ritorno.
    ...Ma certo! Avrebbe creato un adorabile animale da compagnia per Raizen! Sperando che mangiasse lui la testa!
    Era un piano perfetto che univa tutto ciò che amava: gli animali, la scienza e il suo futuro posto di rilievo nel Villaggio.
    «Andiamo Masaki, non c’è tempo da perdere!» Tuonò la Principessa, cercando di prendere la mano del Dislocatore e spiccando poi un salto che sovrastò gran parte dei presenti. Senza alcuna esitazione iniziò a correre sull'acqua bollente che la separava dalla Torre, che avrebbe iniziato poi a scalare rapidamente senza alcuna esitazione, dirigendosi nel punto in cui il suo animaletto era accidentalmente caduto. «Vediamo come sta il mio futuro esperim… emh.» Sorrise di nuovo, masticando le parole. «Emh... te l’ho detto che ultimamente ti trovo particolarmente bello?»

    “Quando dici qualcosa che non va, Shizuka, fai un complimento mirato all’uomo che ti segue e vedrai che lui se ne dimenticherà all'istante! Gli Dei ti perdonino, ma ti devo spiegare tutto? Fagli salire l’acqua alla gola, stupida!”
    Cit. Momoko


     
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