Shi-e-En

[Free GdR aperta a tutti: Nuovo Anno]

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    Parlato Ryuu
    Parlato Keiko
    Signora Anziana


    Shi-e-en

    La vecchia e la tamarra


    La serata non stava procedendo per niente nel migliore dei modi e dopo non essere stato in grado di vincere qualche bel premio per Keiko, aveva finito per fare anche una brutta figura al gioco, perdendo inesorabilmente fino all'ultimo dei suoi gettoni speciali e rimanendo al verde. Ormai non sapeva più cosa inventarsi e cominciò a cadere in disperazione, ma per fortuna ci fu la sua amica a confortarlo, stringendolo forte a sé e parlandogli dolcemente con una voce da bambina.
    Nonostante pensò di non aver fatto una buona impressione fino a quel punto, l'abbraccio di Keiko gli fece guadagnare sicuramente molti punti, sentendosi completamente risollevato, ma senza darlo a vedere per continuare la scena penosa che tanto impietosiva la dolce ragazza.
    Diamine...se ero più basso potevo appoggiarmi io a lei e mettere la testa tra le...
    Assorto nei suoi pensieri, fu fatto tornare alla realtà da Keiko stessa che gli ricordò che non potendo più continuare a giocare, l'uomo del banco gli stava facendo cenno di spostarsi per far spazio ad altri giocatori, quindi a malincuore dovette alzarsi da quella comoda posizione e cominciare a raccattare tutte le loro cianfrusaglie.
    Tra il pony di peluche, il sacchetto di plastica col pesce rosso ed il piccolo scatolo con dentro l'anatroccolo ormai addormentato, già avrebbero avuto entrambi le mani ingombrate, ma avrebbero dovuto organizzarsi per bene e riuscire a posizionarsi tutti gli altri pacchetti sulle braccia così come erano riusciti a fare durante il giro di bancarelle, sistemandoseli a mano a mano come i pezzi di un puzzle. Durante il primo tentativo finirono per far cadere l'anatroccolo tra i capelli di un'anziana signora, la quale non poté reagire in altro modo se non starnazzando esattamente come cominciò a fare il povero animale finito tra le grinfie di quell'improponibile e completamente esagerata acconciatura che sembrava un polpo gigante andato a male.
    Fortuna che i riflessi pronti di Keiko, che aveva ancora le mani libere, riuscirono a calmare la furia della bestia inferocita ed a riprendere anche l'anatroccolo dalla sua testa, ma non mancarono i soliti insulti da vecchio che la signora rivolse ad entrambi.
    State più attenti, delinquenti! Voi non dovreste essere neanche qui, a quest'ora, andate a dormire.
    Ma pensi lei ad andare a dormire, nonna, che a quest'ora le si freddano le ossa.
    Oh-ho.

    Tutti hanno un lato del proprio carattere completamente differente dal resto della propria personalità che salta fuori in certe occasioni, e purtroppo quello della dolce e tenera Keiko si manifestava quando aveva a che fare con persone antipatiche, situazioni in cui faceva emergere tutto il suo lato tamarro e del tutto privo di finezza. In più, Ryuu sapeva bene che una cosa che la ragazza non riusciva proprio a sopportare erano gli anziani che stavano tutto il giorno a rimpiangere il loro vecchi tempi ed a lamentarsi dei giorni moderni ed i giovani, quindi da una cosa del genere non poteva venirne fuori proprio niente di buono. Le 2 donne cominciarono ad alzare sempre di più la voce e la pesantezza delle parole ed il povero ragazzo cercava di pensare in fretta ad un modo per fermarle prima che si arrivasse all'irreparabile, ma senza successo.
    Cos'è, questa stanza non è abbastanza grande per far entrare dei turisti al di sotto dei 190 anni? Al posto tuo sarei più preoccupata che quel merdoso parrucchino pieno di pulci non mi caghi in testa.
    Lo sai, potrai anche essere vestita come una donna elegante, ma rimani pur sempre una mocciosa irrispettosa e viziata!
    Brutta troia di una mummia decomposta, ora ti faccio vedere io!!
    La giovane aveva già iniziato a togliersi gli orecchini e prepararsi a fare a botte con la vecchietta, quindi a quel punto Ryuu si vide costretto ad intervenire, prendendo al volo tutti i bagagli, il paperotto in testa, la busta del pesce rosso stretta fra i denti, e sollevando Keiko sulla sua spalla per portarla via alla svelta prima che facesse ulteriori danni. Si allontanò il più veloce possibile dalla zona di guerra, per quanto fosse rallentato non poco dall'incredibile peso che stava trasportando.
    Come, prego?!?
    No, no, intendevo per i bagagli.
    Ah, volevo ben dire.
    Quando finalmente stabilì che si fossero allontanati abbastanza dalla vecchia che Keiko aveva quasi preso a pugni, si ritrovarono nei pressi dell'uscita della sala da gioco, ma ancora immersi nei tavoli sempre pieni di giocatori più o meno accaniti, e fu in quel momento che Ryuu si scaricò di tutto quello che aveva faticosamente portato lasciando cadere tutto dalle sue braccia e poggiando anche la ragazza in terra, sentendosi decisamente più leggero e riprendendo affannosamente fiato per lo sforzo appena fatto.
    Non è stato affatto necessario, avevo tutto sotto controllo.
    Si...è quello che mi preoccupava.
    L'anatroccolo che ancora si trovava tra gli scombinati capelli di Ryuu cominciò a starnazzare per farsi notare da quella che ormai riconosceva come sua mamma e solo dopo che questa tese entrambe le mani verso di lui, saltò "vigorosamente" dalla sua posizione fino ad atterrare dolcemente sulla sua meta, dopo aver anche sbattuto inutilmente il suo paio di ali ancora spennate nel tentativo di planare.
    Oh, si, vieni da mammina, quella vecchia mummia ti ha spaventato, eh? Povero piccolo.
    La scena agli occhi del giovane era strana e tenera al tempo stesso, ma non aveva voglia di starsene ancora in quella sala dove si erano fatti già notare fin troppo. Mentre cercò nuovamente di raccogliere tutte le loro cianfrusaglie per prepararsi ad uscire, però, con la coda dell'occhio riuscì a distinguere tra la marea di gente che aveva attorno, una figura piuttosto familiare a pochi passi da lui, che dapprima non riuscì ad abbinarla a nessuno dei suoi conoscenti, ma che dopo qualche istante passato ad osservarlo per bene, riconobbe in essa un suo vecchio amico. Quei vestiti e quel velo davanti agli occhi non gli lasciarono dubbi: era Haruki, il monaco cieco incontrato qualche mese prima durante l'anniversario della fondazione dell'accademia, come avrebbe potuto dimenticarselo.
    Incontrarlo di nuovo gli diede una grande gioia, come se fossero grandi amici anche se non si videro per più di una frazione di serata, poiché in quel poco tempo che avevano avuto occasione di conoscersi si erano trovati subito in sintonia, aiutandosi anche a vicenda dopo uno spiacevole incontro con altri ragazzi. Se fosse stato lui ad accorgersi per primo della presenza della presenza dell'altro (cosa difficile visto il fracasso fatto poco prima) gli si sarebbe avvicinato immediatamente dopo aver preso da terra tutto quello che si stavano portando dietro e informato Keiko della notizia, bussandogli sulla spalla e salutandolo amichevolmente.
    Vieni con me, ti voglio far conoscere una persona. Dai, prima che va via....Ciao Haruki-kun! Non so se ti ricordi di me, ci siamo incontrati alla festa per l'accademia a fine estate. Sono quello che era stato schiacciato dal panda di peluche. Ha ha ha Avrebbe detto sorridendo, ma un po' imbarazzato.
    Sei stato cosa?
    Niente.
    Se la risposta fosse stata negativa, gli avrebbe menzionato altri particolari della sera in cui si conobbero, come quando si scontro con quegli altri 2 tizi, o quando vinse il secondo premio all'estrazione, esattamente come lui.
    Una volta che avesse capito con chi stesse parlando, Ryuu sarebbe passato a presentargli la sua amica.
    La voce che hai sentito è della mia ragazza. Cioè, non è la mia ragazza, è una ragazza. O meglio, stiamo insieme...però solo per la festa. Magari anche dopo, però...
    Dai, stai zitto, stai facendo un casino. Molto piacere, Keiko Mori.
    Avrebbe detto con voce molto dolce la ragazza. Era stupita dal fatto che quel ragazzo così giovane fosse cieco, ma non era certo la prima volta che ne vedeva uno, avendo assistito per molto tempo suo nonno cieco dalla nascita, quindi non le provocava affatto imbarazzo stare in sua presenza. Subito dopo, Ryuu avrebbe notato anche la presenza del piccolo ragazzo biondo, salutando anche quest'ultimo ed allungandogli la mano aperta per farsi dare il 5.
    Yo, Shirai-kun. Come va?
    L'emozione del giovane di incontrare quelle sua vecchie conoscenze lo fece lievemente distrarre dalla montagna di roba che aveva tra le mani, non accorgendosi che mancasse qualcosa, forse il pezzo più importante di tutti...il pony di peluche era sparito.
     
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    Shi-e-en

    Puntare sempre al meglio


    Parlato Kiyomi
    Parlato Hanako

    Lo Shi-e-en...la gente ci vede molte cose...giochi, divertimento, balli, fuochi artificiali...ma quello che ad una specifica ragazza veniva in mente al solo sentire quel nome non poteva essere che un solo ed indelebile pensiero: le leggendarie Terme Gorazumi.
    Alla ambiziosa Kiyomi non erano mai interessati giochi d'azzardo e lotterie della fortuna, ma se uno dei premi in palio era un ingresso libero a quelle terme che si dicevano miracolose, niente al mondo le avrebbe mai potuto impedire di partecipare ad una simile occasione forse irripetibile, anche se avrebbe voluto dire mischiarsi ad una accozzaglia di ubriaconi e gente chiassosa in vena di festeggiamenti. Punto di vista per niente condiviso dalla giovane Hanako, che vedeva in quell'evento una bella serata trascorsa ad una festa, e nonostante sapeva che avrebbe dovuto rimanere tutta la serata incollata alla sua padrona ed assecondarla in ogni suo desiderio, rimaneva comunque una serata diversa dal solito ed in mezzo a tanta gente e ad un po' di sana confusione.

    Con quel preciso obbiettivo di vincere almeno un biglietto per le terme Gorazumi, Kiyomi partirono dalla loro nuova abitazione nel villaggio della Foglia alla volta del Paese delle Sorgenti Termali ed arrivarono a destinazione lo stesso pomeriggio in cui si sarebbe dovuta tenere la festa, l'ultimo giorno dell'anno. Per non rischiare di rimanere senza una stanza, la prima cosa che Hanako dovette provvedere a fare, fu andare immediatamente a prenderne una in uno dei tanti alberghi del villaggio, lasciando la sua padrona ad attendere al porto per sorvegliare i bagagli. Le strade erano già invase da persone provenienti da ogni dove, sebbene non ancora colme, ma già si poteva respirare un aria festosa per i preparativi in atto, che dal punto di vista di Kiyomi erano i preparativi per una qualunque volgare sagra del pesce in cui avrebbe dovuto per forza immischiarsi per il bene che voleva a sé stessa.
    Pff, ecco cosa succede a portarsi dietro una sola domestica. Incapace.
    Oh bé, almeno posso godermi questi vapori salubri mentre quella gallina sgambetta in giro per gli alberghi.

    Per fortuna non ci volle molto perché la ragazzina tornasse con una buona notizia, perché anche se non era riuscita a trovare niente nell'albergo più lussuoso, c'erano ancora diverse stanze libere in un edificio economico che ospitava anche famiglie intere, cosa che la ricca ragazza vedeva in modo decisamente diverso, dimostrando tutto il suo disprezzo con un espressione disgustata.
    E hai il coraggio di chiamarla buona notizia? Avanti, muoviamoci, prima che ti getti in acqua. Disse molto infastidita, mentre si alzò dalla valigia dov'era seduta ed avviandosi verso quel tremendo hotel, ovviamente non alzando neanche un dito per prendere uno dei bagagli, che sarebbero stati trasportati dalla sua serva ed il facchino dell'imbarcazione.
    Dopo essere salite in camera ed aver disfatto i bagagli, Kiyomi passò e successive ore a riposarsi e prepararsi per l'evento, perché nonostante non lo considerasse così importante, fare brutta figura non rientrava nel suo vocabolario, dovendo essere sempre impeccabile sotto ogni aspetto. Per l'occasione, infatti, aveva comprato un elegante kimono rosso e nero, con dei ricami floreali che lo ricoprivano in gran parte ed un obi dorato [Immagine]

    fa9009468a5c543f2e2e5a260f04d641

    , non avendo ovviamente perso l'abitudine di vestirsi in modo raffinato per le occasioni speciali.

    Quando arrivò finalmente l'ora giusta per scendere in strada, non tardarono a cominciare la discesa di scale che le avrebbe portate al centro dei festeggiamenti con i loro abiti più raffinati, in quanto anche Hanako non aveva rinunciato ad indossare uno yukata rosa pesca con un motivo floreale ed un obi giallo, molto meno prezioso di quello della sua padrona ma ugualmente aggraziato. Durante il percorso verso l'uscita Kiyomi già pregustava gli effetti miracolosi che quelle acque termali avrebbero potuto dare al suo corpo e alla sua pelle una volta che avrebbe potuto immergervisi dentro.
    Signorina, se posso chiedere, perché non ha approfittato anche delle terme che offriva l'hotel?
    Tu sei pazza. Non andrò mai in quelle sudicie pozze dove ci si tuffa chiunque. Che vadano gli altri a beccarsi tutta quella sporcizia, io punto solo al meglio. Credevo l'avessi capito, ormai, dopo...quanti tempo è che mi servi?
    A Marzo fanno 3 anni.
    Bene, allora credo sia finito il tempo delle domande stupide.
    Le due donne uscirono in strada, ma prima di dirigersi immediatamente alle sale da gioco, si fermarono a fare un giro tra i tanti negozietti aperti, e con la scusa di concedere alla sua servetta il piccolo svago di fare qualche acquisto, poté approfittare anche lei di ritagliarsi un po' di tempo per dare un'occhiata in giro.


    Edited by Yusnaan - 29/1/2016, 14:06
     
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  3. Asgharel
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    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    Winter has Come! 四

    ~Rival Fight - Brutality~


    Era raro vedere Atasuke con quel tipo di sguardo dipinto sul viso. Uno sguardo, spento, stanco, decisamente disinteressato. Eppure le assurde parole di Okada non potevano fare altro se non metterlo in condizione di disagio, o meglio di totale indifferenza.
    La sua non era una fosma di mancanza di rispetto. Rispettava il grado che Okada aveva conquistato ed allo stesso modo lo rispettava come shinobi, tuttavia mai lo aveva considerato un avversario e men che meno un rivale con cui mettersi in competizione. In fondo aveva già fin troppi problemi per conto suo, senza stare a cercarsi inutili scontri sul “chi è più figo” con altri maestri accademici.

    “Non fare il vago.. Atasuke-kun. Sai benissimo che la nostra rivalità è nata ai tempi dell’Accademia, dal primo istante in cui i nostri sguardi si sono incrociati.”


    Sbuffò sonoramente levando gli occhi al cielo nell'udire quella assurda affermazione, prima di ribattere, come sempre, con la sua consueta esclamazione, nella vana speranza che prima o poi egli lo avrebbe ascoltato e non solo udito e quindi, magari, anche compreso.

    «Per la milionesima volta, Okada... Evidentemente la rivalità è nata nella tua testa, non ho mai accettato la tua sfida ne allora ne mai»

    “Nonostante siano passati anni.. continui a non prendermi sul serio. Un giorno la tua eccessiva sicurezza sarà causa della tua rovina!”

    «Se continuerai con questa assurda storia prima o poi finirai per farti ammazzare e non da me. Mantieni la tua concentrazione per i nemici reali, non per quelli che non esistono... Sai, c'era un libro che volevo consigliarti... Mi pare si intitolasse “Don Chisciotte” è un libro che arriva dal lontano, parla di un tizio che immagina dei giganti al posto dei mulini a vento...»


    Accennò con un sorriso velatamente sadico, notando poi come l'occhialuto maestro squadrava la sua allieva. In quel momento, mentre gli occhi stavano per tingersi, le mani, celate componevano i seal necessari per dare il via alla piccola manovra di sgancio, una manovra che nessuno poteva aspettarsi e che nessuno sapeva essere nella abilità dell'Uchiha.

    “Spero che non sia un problema per te, Uchiha-kun. Prometto di riaccompagnarla al Dojo sana e salva!”


    Una frase carica di piacere, di senso della vittoria, carica di illusione. Questo fu ciò che Atasuke lesse, ascoltando le parole dell'uomo che stava già dando i segni di quella insana follia generata nella sua sola mente dalle rosse iridi dell'Uchiha, che tuttavia agli occhi di tutti non erano mutate. Come fosse possibile, non era dato saperlo. Tuttavia, in fondo, nessuno a parte l'Uchiha stesso, sapeva che cosa stesse realmente accadendo e nessuno poteva immaginare che proprio lui, senza nemmeno smuovere un dito od attivare lo sharingan avesse colto in una potente illusione il chuunin, sennonché maestro accademico.
    A quelle parole Atasuke non si smosse di un millimetro, limitandosi ad osservare, quasi compiaciuto, il corpo di Okada che reagiva alla sua illusione, cadendo in preda ai suoi stessi desideri ed alle sue stesse passioni, mostrandosi per l'uomo debole quale era.

    «In fondo non ho controlli sui miei allievi... Consideralo uno scambio, tu divertiti con Kasumi, io intanto penserò ad addestrare Ayuuki... Non credo ti offenderai a questo punto... In fondo sei tu a vincere in questo scambio dato che toccherà a me il lavoro ed a te il piacere...»


    Aggiunse con finta calma e modestia, alimentando ulteriormente il senso di realtà che si percepiva in quella scena, facendosi quasi apparire come sconfitto e conscio dell'esserlo.
    Non attese una risposta da parte di Ieasu, in fondo era a dir poco palese che chiunque nelle medesime condizioni avrebbe accettato quello scambio, traendone tutti i profitti e scaricandosi i doveri.
    Fece quindi un profondo inchino all'uomo, in falso segno di sottomissione, incamminandosi quindi oltre e lasciandolo al suo libidinoso sogno che, dopo pochi istanti, sfociò in una grassa risata di trionfo, coprendo di fatto il rumore dei passi dell'Uchiha, che impresse una notevole accelerazione, trascinandosi dietro Kasumi e raggiungendo Ayuuki e Hiro, i quali, approfittando della scena avevano iniziato ad allontanarsi qualche istante prima.

    “AHAHAHAH! Ho vinto.. ho vinto! AHAHAHAH!”

    °Ora è fatta...°


    Pensò tra se raggiungendo i due, diretti a passo abbastanza svelto al tempio.

    «Complimenti Ayuuki... è così che funziona lo spirito di squadra? Sembra che dopo un rapido scambio di parole, toccherà a me insegnarti qualcosa per tutta la serata»


    Disse con tono allegro e con uno strano sorriso, fin troppo strano per un'uomo che era stato appena abbandonato con il suo “rivale” e dal quale aveva solo guadagnato del lavoro extra non pagato.
    Tuttavia, bastò il riverbero dell'urlo sguaiato dell'uomo per togliere ogni dubbio su quanto fosse accaduto.

    “TI ODIO ATASUKEEEEE!”

    «Sembra che Okada non abbia gradito lo scherzo...»


    Sogghignò, proseguendo oltre mentre Kazumi ringraziava gli dei per non essere finita tra le grinfie dell'occhialuto chuunin. Ella non sapeva che cosa fosse accaduto nella mente dell'uomo, eppure le bastò guardarlo negli occhi e notarne il desiderio quasi animale per capire che non le piaceva affatto e che non avrebbe voluto trascorrere nemmeno un minuto in sua compagnia.

    […]


    Giunsero infine all'ingresso del tempio ed Atasuke non poté evitare di concentrare il suo sguardo sulle centinaia di bancarelle su cui si trovava praticamente di tutto, dal cibo più raffinato all'ultimo porta fortuna per il nuovo anno.
    Mentre Ayuuki si allontanava, aggredendo il buffet, Atasuke si allontanò allo stesso modo per alcuni istanti, lasciando una cospicua sommetta di denaro ad una delle bancarelle, segno palese dell'acquisto in massa di parecchi souvenir che riempivano la borsa di plastica rendendola quasi stracolma. Il suo fu a tutti gli effetti un'assalto rapido, molto rapido, estremamente rapido. Una caratteristica comune di gran parte degli uomini al mercato, i quali approcciano una bancarella solo dopo aver già adocchiato e scelto cosa acquistare, riducendo al minimo il tempo necessario allo “shopping”.
    Ritornato al gruppetto, Ayuuki aveva anche fatto ritorno con due piattini decisamente ricolmi di pietanze. Evidentemente entrambi avevano deciso di impegnarsi nel colpire rapidi riempiendosi le tasche di prodotti.

    “Assaggiate queste salse con delle alghe locali. Sono buonissime!”

    «Ti ringrazio Ayuuki»


    Rispose sorridente accettando il piattino, prima di porgerlo alla sua allieva, richiamando poi a se anche Hiro.

    «Visto che la fortuna non vi ha sorriso, magari il prossimo anno gli Shichifukujin vi porteranno maggiore fortuna. Tenete»


    Porse loro due semplici tavolette in legno porta fortuna, dipinte a mano, su cui erano raffigurati dei semplici quadretti raffiguranti la barca stracolma di tesori su cui navigavano le sette divinità della fortuna mentre la barca manteneva una rotta precisa verso chi osservava il disegno.
    Nella prima fila era perfettamente riconoscibile Daikoku, il dio della prosperità con il suo martello e la sua sacca piena di riso, alla sua sinistra, dall'altro lato della barca, Hotei, il dio della gioia, molto simile ad un budda baffuto e sorridente. Dietro di loro Fukurokuju, il dio della ricchezza e della felicità, perfettamente riconoscibile dalla testa allungata e dalla lunga barba bianca, affiancato da Ebisu, dio dei pescatori, rappresentato con la consueta canna da pesca e con un'enorme pesce cremisi sotto al braccio.
    Dietro di loro, al centro Benzaiten, la dea e signora della musica, delle arti e della saggezza, rappresentata con il biwa in mano, intenta a suonare. In fondo, invece, Bishamonten e Juroujin, rispettivamente dio dei guerrieri, rappresentato in armatura ed armato di una lancia, e dio della longevità, rappresentato come un vecchio dalla lunga barba bianca e dallo sguardo ed il volto sorridenti.

    «Nella speranza che con l'arrivo del nuovo anno vi portino fortuna»


    Sorrise nel porgere le due miniature con un inchino gentile, prima di riprendere il piattino che la sua allieva aveva gentilmente sorretto e fare dono anche a lei della miniatura portafortuna, tenendosi invece nella busta la sua e le due per Sano e Shin, i quali ancora non davano segni di presenza, intenti probabilmente a sbancare i tavoli da gioco o a perdere tutto.
    Kazumi, arrossì lievemente nel ricevere quel dono dal maestro. Non si aspettava una tale cortesia e non aveva pensato nulla per lui. In un'istante, si sentì sprofondare in un enorme imbarazzo nell'essere stata colta impreparata, anche se la gioia per il gentile dono la teneva decisamente su di morale.

    “Atasuke-sama... Io... Non”

    «Che succede Kazumi? Non vorrai mica dirmi che ti ho messa in imbarazzo?»

    “N... No! Certo che no!”


    Ella distolse lo sguardo, guardando da una parte, anche se in realtà i suoi occhi non guardavano ne vedevano nulla in particolare. Quelli dell'Uchiha, invece, osservavano con attenzione mentre un sorriso di dipingeva sul suo volto, avendo colto ciò che realmente turbava l'allieva.
    Fu poi la domanda della Fuyutsuki a riportare l'attenzione di tutti sull'obbiettivo principale, chiudendo in un istante quella parentesi di imbarazzo.

    «Credo si svolga all'interno della struttura... Ad ogni modo, non c'è fretta, continueranno a lungo e vista la gente accorsa... Non credo smetteranno fino all'alba»


    Commentò sorridente addentando un po di quel cibo che Ayuuki aveva portato loro.

    «Non male davvero. Sembra che non abbiano badato a spese. La qualità del cibo è impressionante per essere un buffet... Credo che dovrò rubare qualcuna di queste ricette per il futuro...»


    Aggiunse scherzoso porgendo nuovamente il piatto all'allieva, in modo che anche ella potesse approfittarne assaggiando quanto portato da Ayuuki.

    «Allora? Che cosa sperate per il nuovo anno? Avete qualche desiderio in particolare che volete vedere realizzato?»


    Chiese con cortesia ai due, continuando a gustarsi con eleganza ciò che restava nel piatto assieme all'allieva ed ascoltando con attenzione i desideri dei due, desideri che evidentemente speravano sentirsi ripetere dall'oracolo come elemento del loro futuro.


    OT - Scusa Mberu se non ho aspettato il tuo post ma avevo tempo e l'ispirazione c'era quindi... ho postato senza aspettarti XD - /OT
     
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    Piove sul bagnato


    Parlato Kiyomi
    Parlato Hanako

    La serata procedeva tranquilla, anche se quasi non si riusciva a camminare per tutto quella marmaglia di gente che riempiva le strade, sembrando vagamente di essere in un pollaio. Non era sua abitudine mischiarsi a delle comuni feste, ma se c'era in ballo un premio tanto ambito come quelle speciali terme che avrebbero potuto portarle chissà quali miracolosi benefici, non poteva assolutamente perdersi quell'occasione.
    Nonostante in qualche modo avesse già assicurato un modo per diventare immortale, il giorno in cui si sarebbe realizzato sembrava ancora lontano, quindi al momento doveva provare in tutti i modi di preservare la sua perfezione il più a lungo possibile.
    Hanako aveva approfittato di quella rara occasione di shopping per comprare alcuni oggettini di bigiotteria, mentre la sua padrona non trovò niente che le potesse particolarmente interessare, essendo tutti articoli troppo di basso rango per lei, eppure la sua domestica la beccò più volte a gustare dei takoyaki di nascosto, di cui era sempre andata ghiotta, ma che sembrava vergognarsi di farsi vedere mentre acquistava cibo da una bancarella. In fondo il suo carattere era molto meno freddo e rigoroso di quello che voleva dimostrare in apparenza, e la giovane ragazza se n'era accorta nei suoi anni di servigio, non arrabbiandosi più di tanto quando veniva trattata male.
    Dopo circa una ventina di minuti passati a passeggiare tra le bancarelle acquatiche, giunse finalmente il tempo di cominciare a fare sul serio e provvedere a concentrarsi sul vero motivo per cui si erano prese il disturbo di partecipare ai festeggiamenti per il nuovo anno in quelle terre lontane.
    Avanti, basta con queste sciocchezze, abbiamo delle faccende più serie di cui occuparci.

    Attraversando le affollate vie della città e facendosi spazio tra la folla, ci vollero ancora diversi minuti per recarsi al centro del villaggio, dove la sua serva poté ritirare ben 5000 gettoni in sua vece e finalmente potersi dirigere ad una delle sale da gioco che offriva il luogo, dove poter scommettere e giocare d'azzardo puntando i famosi crediti che venivano concessi a chiunque li richiedesse.
    Allora, dove preferisci andare?
    A quelle parole, La giovane Hanako rimase leggermente sconvolta, squadrando con sguardo interrogativo la sua padrona che si era appena fermata lungo la strada per porle quella strana domanda.Dice a me?
    Con chi credi che stia parlando, con quella scimmia ubriaca sul tetto? Certo che dico a te.
    No, mi scusi Kiyomi-sama, è solo che non mi chiede spesso cosa voglia fare e sinceramente...
    Smettila di farfugliare a vuoto, ti ho chiesto dove preferisci andare a giocare perché devi essere tu a farlo, non mi abbasserò sicuramente a certe cose.
    Cosa?! Ma-ma...ma io non ho mai giocato d'azzardo.
    Neanche io, per questo ti prenderai tu la responsabilità di farlo. Avanti, poche chiacchiere e andiamo.
    Avere sulle spalle un simile peso non doveva essere per niente facile per una ragazza, specialmente sapendo che in caso di perdita ci sarebbe andata lei di mezzo...ma non era quello il caso di Hanako. Con finta innocenza si diresse a passo spedito verso la sala dello shiten, conducendoci la sua padrona del tutto inorridita dal caos che regnava in quel luogo, decisamente peggio di come apparivano le strade e molto più affollato. Ci mancò anche poco che non venne investita da un ragazzino con in braccio una ragazza e fin troppi ninnoli e giocattoli, che a quanto pare gli impedivano la visuale, ma per fortuna riuscirono a trovare un tavolo libero dove potersi accomodare, poiché Kiyomi non sarebbe rimasta di certo in piedi ad aspettare che la sua domestica si sbrigasse a giocare.

    Aveva messo il suo viaggio alle terme tutto nelle sue mani e mentre sistemava in terra i suoi acquisti cominciò a pensare che forse non era stata la migliore delle idee. Ma a quanto pareva, Hanako non la pensava allo stesso modo, in quanto dopo essersi sistemata difronte al banco, si fece schioccare tutte e dieci le dita e si piazzo i 5000 gettoni davanti, pronta a cominciare a puntare con una sicurezza che faceva quasi paura.
    Dopo la nottata brava del loro primo giorno a Konoha, Kiyomi credeva di aver visto tutto di lei, eppure ebbe modo di ricredersi perché ancora non conosceva a fondo tutte le doti di quella ragazza, che cominciò a giocare come una vera professionista con anni di esperienza alle spalle nonostante la sua giovane età. La ricca giovane donna assistette stupita e allo stesso tempo soddisfatta il modo in cui nel giro di poco più di 10 minuti la sua timida domestica aveva praticamente quasi raddoppiato i crediti iniziali, conquistando un bel bottino, ma dai suoi occhi di fuoco si poteva ben intendere che non si sarebbe fermata lì.
    Infatti, continuò per molto altro tempo ancora a giocare con i soldi della sua padrona, perdendo molte volte somme incredibili, ma riprendendosi subito dopo rischiando e facendo mosse molto azzardate. In quei momenti Kiyomi avrebbe voluto ucciderla per l'aver rischiato di perdere tutto con mosse sciocche, dato che dopo un po' cominciò anche lei a capire il funzionamento del gioco, tuttavia dovette ricredersi quando la giovane beccò diverse giocate fortunate, arrivando a triplicare la somma di partenza e fermandosi più che soddisfatta quando ormai aveva vinto una somma spropositata di denaro, poiché anche se non erano i suoi, aveva finalmente potuto soddisfare il suo demone del gioco assopito da molto tempo.

    Dopo molto tempo passato in quella sala chiassosa e puzzolente, poterono finalmente lasciarla da vincitrici con aria soddisfatta e con una grande quantità di gettoni che andarono immediatamente a cambiare con sostanziosi premi, stando ben attente a non farsi vedere girare con una cifra simile in borsa.
    Con molta soddisfazione, scalarono con calma tutta l'enorme torre, passando di piano in piano per le varie sale circolari fino ad arrivare al tanto anelato ultimo piano.
    Le ragazze si avvicinarono fiere allo sportello dove avrebbero ritirato il loro premio, e Kiyomi lasciò parlare la sua domestica, che dopo aver dato un'occhiata alla lista tornò dal lei per discuterne.
    Ehm...scusi signorina se mi permetto, ma...mentre lei va alle terme io cosa faccio?
    Disse la giovane molto timidamente, chiedendo ovviamente (anche se indirettamente) se potesse comprare un biglietto anche per lei, ma dallo sguardo gelido che ricevette come risposta poté ben capire che non era nelle intenzioni della padrona.
    Mi...mi scusi signorina, ma...in fondo è merito mio se...cioé, insomma...
    Prendi 2 biglietti.
    La donna non mosse neanche un sopracciglio mentre rispose, al contrario della sua serva che colma di gioia la ringraziò più di una volta con un largo sorriso e si avvicinò infine allo sportello, chiedendo diverse cose, tra cui anche una bella somma di denaro, ma non spendendo comunque tutti i gettoni nel caso avessero voluto giocare ancora.

    CITAZIONE
    Premi riscossi:
    - 1 Biglietto per le Terme Gorazumi
    - Buono da 100 crediti per Equip. Personale
    - 1 Chikara Kunai
    - 1 Competenza Ryo

    Finalmente Kiyomi avrebbe potuto beneficiare delle terme leggendarie di cui tanto si parlava, ed infatti il prossimo passo sarebbe stato proprio dirigersi lì per un rilassante bagno di mezzanotte.
     
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  5. Mberu
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    Shi-e-En

    Pancia mia fatti capanna


    La festa non sembrava che stesse andando per il meglio.
    C’erano continue tensioni nel nostro piccolo gruppetto, Ayuuki e Kazumi ne erano un piccolo esempio. Neanche io, inaspettatamente, fui risparmiato da questa ondata di mal contempo e borbottii.

    Tu non hai bisogno di un maestro per il combattimento... Hai bisogno di un maestro di buone maniere Hiro... Da quando in qua non ci si presenta? Non ti hanno insegnato che è estremamente offensivo non presentarsi? O devo forse rammentarti che tra i presenti solo io e Ayuuki ti conosciamo?

    Ci rimasi parecchio male per quell’uscita di Atasuke.
    Non mi sarei aspettato tale rimproverò. Guardandolo con la faccia leggermente corrucciata attesi che finisse di parlare.

    Lei ha sicuramente ragione Atasuke-sama..
    Mi spiace per questa mia mancanza, spero non accada più!


    Dissi con gli occhi bassi per la vergogna.
    Il mio futuro sensei aveva sicuramente ragione e ci misi poco a rendermene conto.
    Ciò nono stante un piccolo tarlo mi frullava in testa. E se non fosse stata tutta colpa mia?
    Del resto in determinate situazioni ci si aspetta che qualcuno si occupi di fare le presentazioni e questo sarebbe dovuto essere l’Uchiha.

    Poi però, volendo fare ammenda mi rivolsi subito a Kazumi.

    Salve, io sono Hiro Abe, piacere di conoscerla

    Dissi inchinandomi alla donna.

    Dopo aver passato un poco di tempo ai tavoli il gruppo decise che era giunto il momento ti tentare nuovamente la sorta con l’estrazione al tempio. Diversamente la pensava però Okada, il sensei nonché cane da guardia di Ayuuki, il quale iniziò con una classica ramanzina.

    Che simpatia disarmante..

    Nessuno sembrava contento di essere in sua compagnia.
    Fortunatamente però, l’accademico si rivolse verso Atasuke, suo storico rivale.
    La studentessa colse la palla al balzo e prendendomi per un braccio intraprese l’ennesimo tentativo di fuga.

    Credo che sia la nostra occasione per scappare.
    Via via!


    Leggermente divertito per la situazione non opposi resistenza.
    Ero sempre stato uno ligio al dovere e rispettoso delle regole, ma ogni tanto uno strappo non faceva male a nessuno.

    Certo che è proprio antipatico..
    Se avessi avuto lui come sensei penso che avrei mollato subito l’accademia..


    Dissi compatendo la mia compagna.

    In breve raggiungemmo il tempio del Drago D’argento, un’altra delle strutture principali del piccolo paesino che ospitava la festa. Anche l’Uchiha e Kazumi c’avevano raggiunto, seminando Okada. Il tempio era davvero stupendo, ma alla vista di così tanto cibo non potei fare a meno di rimanere a bocca aperta.

    Guardate quanto cibo! Che ne dite?

    Mi lesse nel pensiero Ayuuki.

    Direi che è giunto il momento di riempirsi per bene!

    Senza attendere oltre mi buttai a capofitto nel buffet, uscendone solo dopo aver riempito il piatto di prelibatezze.
    C’era veramente tanta gente, quindi ci misi un poco a trovare gli altri membri del gruppo.
    La studentessa era spuntata con un piattino con una salsa particolare, per non sembrare scortese l’assaggiai.

    Buonissima, grazie Ayuuki

    In realtà avevo mentito palesemente, sin da piccolo avevo avuto ribrezzo per le alghe, anche in formato salsa. Però per non offendere la mia compagna d’avventure mentì bonariamente.
    A quanto pareva però, ero stato l’unico a non aver portato qualcosa per gli altri.

    Visto che la fortuna non vi ha sorriso, magari il prossimo anno gli Shichifukujin vi porteranno maggiore fortuna. Tenete.
    Nella speranza che con l'arrivo del nuovo anno vi portino fortuna



    Disse il mio futuro sensei porgendomi una tavoletta di legno dipinta a mano, raffigurante le divinità della fortuna. Pur conoscendo da poco Atasuke si era dimostrato molto premuroso nei miei confronti, non potei fare a meno di essergliene grato.

    È davvero gentile Atasuke-sama.
    Ricorderò questo momento e la sua gentilezza per sempre. Grazie!


    Dissi poco prima di chinarmi in segno di gratitudine.
    Mentre anche gli altri ringraziavano per il dono appena ricevuto, osservai con più attenzione le divinità della fortuna rappresentate nel quadro. Ne conoscevo davvero poche.

    Allora? Che cosa sperate per il nuovo anno? Avete qualche desiderio in particolare che volete vedere realizzato?

    Ci pensai un attimo.
    In effetti non mi stavo ponendo troppo obbiettivi per il prossimo anno e questo forse era un male.
    Di una cosa però ne ero certo.

    Beh.. mi piacerebbe migliorarmi molto!
    Sia come Shinobi che come persona..


    Concludendo la frase rivolsi il mio sguardo verso quello di Atasuke.
    Era ovvio che mi stessi riferendo all’accaduto di poco prima.

    Non ho obbiettivi specifici però.
    Se proprio volessi essere ottimista, mi piacerebbe diventare Chunin..anche se sono appena passato a Genin


    Chiudendo con un sorriso da giocherellone.

     
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  6. **Kat**
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    VI ~ Buoni propositi per il nuovo anno: Brindisi!


    L

    a mano della ragazza era ancora arpionata sul braccio del Genin della Foglia, che aveva scelto di fuggire insieme a lei dalle grinfie di Okada-Sensei. Questa era la sua serata libera e dedita al divertimento, non allo studio. - Ecco perché mi nascondevo da quell’uomo. Ora mi capisci? - Lanciò un’occhiata al ragazzo al suo fianco mentre continuavano a correre senza sosta verso il Tempio di Hotami. Fortunatamente la folla che si accalcava davanti alle bancarelle e alle rinomate terme del Paese delle Sorgenti Termali permise loro di confondersi con essa.
    La Fuyutsuki aveva finito per trascinare con sé il povero Hiro-kun, seguiti da Kasumi-san e il suo Maestro. Un ottimo gioco di squadra, che aveva permesso al gruppo di liberarsi dell’ingombrante e superflua presenza di Okada-Sensei. La stessa Ayuuki nutriva rispetto per il suo Maestro Accademico, ma in una serata di festa i suoi insegnamenti teorici diventavano un problema, un peso che doveva essere scaricato presto. Quindi aveva sfruttato l’occasione per sfuggire alle grinfie dell’uomo occhialuto. Nonostante i due non navigassero in floridi rapporti, le dispiacque un po’ lasciarlo da solo nel bel mezzo di un Genjutsu. Ma il divertimento prima di tutto.
    Stringeva con forza il braccio dell’Abe per essere sicura di non perderlo di vista nella folla. Scoppiò in una cristallina risata non appena le urla di Ieasu riecheggiarono nel Paese delle Sorgenti Termali. Grida di un uomo disperato ed adirato. Ancora una volta era stato battuto dal suo eterno rivale.
    Ayuuki fu costretta a moderare il passo visto che le sue incontinenti risate le smorzavano il respiro. Il modo in cui il Maestro del Karyuuken aveva soggiogato il suo Sensei accademico era stato davvero divertente. E poi le sue successive parole erano state il colpo di grazia. Una fuga con stile.
    - Davvero? - Finalmente sentiva da qualcuno parole di apprezzamento e non rimproveri su rimproveri. Aveva fatto spazientire anche l’Uchiha, litigando con Kasumi-san, ma le sue orecchie non aveva sentito mai complimento più dolce e desiderato. - Non ci avevo minimamente pensato! Ma ora che me lo fai notare.. - Iniziò a guardare tutti i presenti, principalmente Atasuke-sama ed Hiro-kun. - Siamo una squadra davvero molto affiatata! - Mostrò uno dei suoi migliori sorrisi. - La miglior squadra di Konoha! - Si chiedeva come mai Raizen-sama non avesse ancora pensato a loro tre come un perfetto team per missioni anche di un certo grado. Erano ben assortiti ed affiatati.

    [ … ]

    Giunti al Tempio del Drago d'Argento, Ayuuki si fiondò sul Buffet. Non era particolarmente golosa, ma era incuriosita dalle pietanze del Paese delle Sorgenti Termali. Era ad Hotami in vacanza, quindi oltre ad ammirarne gli usi e i costumi, desiderava assaggiare anche le prelibatezze che quelle terre sommerse potevano offrire. E il suo istinto ancora una volta non fallì.
    Portò alla bocca delle frittelle di alghe locali e rimase piacevolmente sorpresa dalla prelibatezza di quei stuzzichini. C’erano anche primi piatti, dolci e ogni genere di leccornia. Aromi e profumi si mescolavano alle danze di alcuni ballerini ai piedi del Tempio. Il ritmo dei tamburi e curiose melodie rendevano l’atmosfera piuttosto gioiosa in attesa del nuovo anno. - Oh! Ti ringrazio di cuore.. Atasuke-sama! - I suoi occhi s’illuminarono non appena notò il dono dell’Uchiha. Era una tavoletta su cui erano raffigurati gli Shichifukujin. Le sette divinità della fortuna puntavano con la loro nave verso la Fuyutsuki. Sperava che con il nuovo anno sarebbe riuscita a raggiungere molti tra i suoi traguardi.
    I suoi occhi cristallini si assottigliarono non appena notò un barlume d’imbarazzo anche nel volto composto e fiero di Kasumi. Dov’era finita tutta la sua sicurezza e freddezza? Bastava un regalo del suo Maestro per poterla ammorbidire? Sorrise tra sé, con la promessa di assumere le sembianze di Atasuke-sama al ritorno dal Paese delle Sorgenti Termali e vendicarsi. - Attenta a non arrossire troppo.. Kasumi-san! Altrimenti non distinguiamo più la linea che separa i capelli dalla fonte. - Non riuscì a trattenersi e lanciò un’occhiata divertita all’allieva del Karyuuken. Ovviamente la sua era una battuta innocente, più o meno. Desiderava solo farla imbarazzare ancora di più.
    L’attenzione della ragazza venne catturata dall’Uchiha e rispose prontamente alle sue parole. - Diventare Genin! - Non aveva dubbi in merito. E poi Atasuke-sama sapeva benissimo quanto la Fuyutsuki tenesse a diventare Kunoichi, per motivi che andavano al di là della mera gloria personale. Aveva un obbiettivo, una persona da salvare.
    Sorrise in direzione di Hiro-kun che accettò ben volentieri il suo piattino con le frittelle di alghe. Non aveva mai assaggiato nulla di più buono e fu ben contenta di notare che anche il compagno di avventure apprezzava quella cucina così esotica. O almeno Ayuuki aveva creduto alle sue parole.
    L’attenzione della Fuyutsuki non si spostò dal ragazzo, che confessò i suoi buoni propositi per il nuovo anno. Anche lui aspirava ad una promozione e la studentessa non potè far altro che mostrare un’espressione stupita e solare. - Oh! Come siamo ambiziosi Hiro-kun! - Proferì con il suo solito tono frivolo e superficiale, almeno apparentemente. - Dobbiamo brindare per due promozioni in arrivo! - Si addentrò ancora una volta nella folla che saccheggiava il buffet e prendere qualcosa da bere.
    Ritornò con una bottiglia e delle coppe. Porse i bicchieri a tutti i presenti, compresa alla sua “amata” nemica Kazumi. Era il momento di brindare tutti insieme. Gli occhi cristallini si soffermarono sull’etichetta della bottiglia. Un nome incomprensibile ma a giudicare dalla colorazione della bevanda e dal suo profumo sembrava sakè. - Uhm… credo che sia un Sakè tipico di queste zone. Lo proviamo? Qui ci sono due ragazzi che vogliono diventare Genin e Chuunin. Che il nuovo anno possa portarci tanta fortuna! - Proferì prima di versare la bevanda nei bicchieri dei presenti. - A noi! - Alzò il calice per poter proporre un brindisi.


     
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  7. Asgharel
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    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    Winter has Come! 五

    ~A New Hope~


    Lo sguardo attento dell'Uchiha, denotò che il giovane aspirante allievo non aveva preso bene quel rimprovero. Il suo sguardo corrucciato la diceva infatti lunga sul suo attuale stato d'animo, tuttavia, a dispetto del volto, palesemente indispettito, le sue parole furono sincere e dispiaciute per l'accaduto, ma soprattutto, egli non sembrò arroccarsi sulla sua posizione, anzi, venne incontro al suo errore, correggendosi, anche se una piccola domanda sembrava continuare a frullargli in testa ed Atasuke lo leggeva nei suoi occhi.

    °Che si aspettasse facessi io gli onori? Sembra che abbia ancora molto da imparare...°


    Pensò tra se concentrandosi sullo sguardo corrucciato per poi rilassarsi alle parole del genin.

    “Lei ha sicuramente ragione Atasuke-sama..
    Mi spiace per questa mia mancanza, spero non accada più!”


    «Questo dipenderà da te soltanto... Rammenta sempre che è bene essere cortesi con chiunque, specialmente nel nostro lavoro»


    Rispose, lasciando andare lo sguardo inquisitore e ritornando on il suo solito sorriso, che allargò ulteriormente nel sentire la composta presentazione del ragazzo verso la sua allieva.

    «Hai ancora molto da imparare, Hiro-kun... ma sembra che l'umiltà non sia tra le tue mancanze...»


    Commentò sorridente con un breve inchino ed un cenno del capo, passando quindi a presentare a sua volta i suoi tre allievi, partendo prima di tutto da Sano e Shin.

    «Questi sono alcuni dei miei allievi, probabilmente li hai visti il giorno dell'inaugurazione: Nagakura Shnpachi, Harada Sanosuke e la sua splendida sorella, Harada Kazumi, la migliore tra i miei allievi»

    “A-Atasuke-sama!”


    Urlò lei, evidentemente imbarazzata, accogliendo poi la risata dell'Uchiha a cui seguì tutto ciò che in quella misteriosa serata di festa accadde.

    […]



    ~The Future Calls~


    Entrambi sembrarono apprezzare sia il cibo, portato da Ayuuki che aveva raziat i tavoli, sia il picolo dono che Atasuke aveva fatto loro, in particolare Hiro, che sembrò seriamente apprezzare, forse fin troppo il dono o quantomeno elogiò anche troppo il maestro della Karyuuken.

    “È davvero gentile Atasuke-sama.
    Ricorderò questo momento e la sua gentilezza per sempre. Grazie! ”


    °Non stai esagerando?°

    «Non esagerare ora, non è il caso Hiro... Questo è solo un piccolo dono...»


    Chinò leggermente il capo con gentilezza in segno di apprezzamento, prima di passare agli altri.
    Mentre porgeva il dono a Kazumi, le sue orecchie captarono nuovamente le parole di sfida di Ayuuki e la sua mente non potè evitare di ricadere su quella che prima o poi avrebbe definito “LA” domanda ricorrente: Perchè le donne dovevano sempre entrare in conflitto davanti a lui?
    Una domanda la cui risposta, probabilmente, non sarebbe mai giunta.

    “Attenta a non arrossire troppo.. Kasumi-san! Altrimenti non distinguiamo più la linea che separa i capelli dalla fonte.”

    “Ci starò attenta... Tu però non contare troppo sulla fortuna... Sembra molto interessata a voltarti le spalle nel momento del bisogno...”


    Rispose lei, con aria di distacco senza nemmeno dare il piacere alla ragazzina di uno sguardo. Ritornò fredda, gelida e composta.
    Vi furono nella sua risposta però delle parole non dette, che il tono e la postura trasmisero chiaramente alla giovane Fuyutsuki: “Non forzare troppo la mano o gli dei te la taglieranno”
    Che poi la giovane Ayuuki captasse tale segnale o meno, era decisamente un'altra storia.
    Atasuke tagliò quindi il discorso, evitando che quell'ennesima diatriba riprendesse inutilmente, portando l'argomento principale al centro del tavolo.

    “Diventare Genin!”

    °Ambiziosa... Speravo puntasse anche ad altro nella vita°

    “Beh.. mi piacerebbe migliorarmi molto!
    Sia come Shinobi che come persona.. Non ho obbiettivi specifici però.
    Se proprio volessi essere ottimista, mi piacerebbe diventare Chunin..anche se sono appena passato a Genin”


    «Non potresti avere propositi migliori, Hiro. Tuttavia, hai ancora molto da imparare prima di sperare nella promozione a Chunin, quindi datti da fare e quando sarà il momento, il villaggio ti riconoscerà i meriti che ti saranno dovuti»

    “Dobbiamo brindare per due promozioni in arrivo!”


    Disse con l'ennesimo sorriso accogliendo poi l'entusiasmo della Fuyutsuki che, nuovamente, si fiondò ai tavoli del buffet per accaparrarsi delle bevande.
    Atasuke la guardò allontanarsi, approfittando del momento per sparlare un poco alle sue spalle con il giovane Hiro giusto per rallegrarne un poco il morale.

    «Solo due promozioni? Sembra che non sia molto convinta della sua promozione a Genin dopotutto...»

    “Maestro, non siate così cattivo... In fondo non sa che voi state cercando di guadagnarvi il rango di Jonin...”

    «Vero, Kazumi, vero...»


    Entrambi risero di gusto, anche se in effetti fu più kazumi a ridere della battuta sciocca dell'Uchiha.
    Quand'ella fece ritorno, lei ed Atasuke accettarono senza domande i bicchierini, mentre i suoi occhi attenti ed il suo olfatto captavano che quella bottiglia aveva qualcosa che non andava, almeno per i due ragazzini che aveva di fronte.

    “Uhm… credo che sia un Sakè tipico di queste zone. Lo proviamo? Qui ci sono due ragazzi che vogliono diventare Genin e Chuunin. Che il nuovo anno possa portarci tanta fortuna!”

    «Ayuuki... Non vorrei rovinarti la giornata... ma qui tra tutti e quattro solo io e Kazumi possiamo bere del saké... Sempre che Hiro non abbia già compiuto i vent'anni... ma se non sbaglio sei più giovane, o no? Ad ogni modo, mi stupisce perfino che ti abbiano dato la bottiglia»


    Commentò corrucciato, cosciente del fatto che la ragazzina non avrebbe mai nemmeno dovuto bere alla tenera età di sedici anni. Atasuke prese quindi la bottiglia dalle mani della ragazza per saggiarne la gradazione valutandone così il tasso alcolico prima di decidere come agire. Alla fine, però, decise che un bicchiere non avrebbe fatto male a nessuno, in fondo anche nella sua famiglia adottiva fin da quando era piccolo gli lasciavano bere un bicchiere di vino o altri alcolici durante i pasti, quindi, optò per seguire quella tradizione.

    «Oh, beh, non sembra troppo forte ed in fondo questa è una sera di festa... Vi verserò un bicchiere, ma uno solo! E non dimenticate che alla vostra età non dovreste nemmeno bere... Il resto della bottiglia, invece, verrà con me»


    E dopo aver servito tutti, con un rapido movimento delle mani, della bottiglia non vi fu traccia, finendo sigillata all'interno di un piccolo rotolo da richiamo che l'uchiha teneva ben nascosto all'interno della manica del suo kimono. [Slot Tecnica]

    «Non fate quella faccia o giuro che non vi lascerò nemmeno bere quel bicchiere...»


    Levò quindi il suo, assieme a quello di Kazumi e sperabilmente degli altri due.

    «Kanpai!»


    Ed a quel punto, buttò giù il sakè, gustandoselo con calma prima di buttare giù, assaporando il gusto dell'alcool e l'aroma di quella invidiabile bottiglia che si sarebbe goduto più tardi, magari nell'hotel nella nottata.

    «Davvero niente male... Certo non è al livello di quello che ha portato Koichi per il suo compleanno, ma davvero niente male»


    Commentò con convinzione, osservando come i due ragazzini reagissero alla loro (teorica) prima bevuta della loro giovane vita.
    Ascoltò eventuali commenti o altro che potessero avere su quella bevanda, prima di proporre la succesiva tappa.

    «Beh, allora? Che ne dite? Ci mettiamo in coda per l'estrazione della fortuna del tempio? Ormai si sta facendo tardi e sarebbe brutto perderci i fuochi artificiali per restare in coda, no?»


    Propose, ricevendo, ovviamente, l'approvazione di Kazumi.

    Sia che i due ragazzini avessero deciso di seguirlo, sia che avessero optato per restare ad ingozzarsi di cibo (e magari sbronzarsi lontani dal suo sguardo vigile) Atasuke, accompagnato da Kazumi si diresse verso l'interno del tempio, mettendosi tranquillamente in coda per tentare la sorte con l'estrazione della fortuna del tempio.
     
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    Gli amici sono la famiglia che ti scegli


    Ed io ho scelto malissimo





    "Li uccido qui ed ora, dammi il tuo potere Hokou!"

    Nono, dai, non è il caso, sono la tua famiglia, lo sai come sono...



    "Non accetto che un demone mi dica di stare calmo, faccio un macello porcaccio schifo! DAMMI IL TUO POTERE!"

    No, non ti do niente maledetto umano!



    I pungi stretti fino a far sbiancare le nocche, la mandibola serrata ed accompagnata da un'espressione colma di furia, quello era il mio aspetto al casinò della festa.

    [Poche ore prima]



    Non ero il tipo dal perdersi in futili divertimenti, ma dopo tutto quello che era successo nel periodo precedente, l'identità del mio vero padre, il demone, i criminali di Otafuku, una vacanza era quello che ci voleva, quindi perché non cogliere l'occasione del grande evento che si teneva in quei giorni.
    Passai a svegliare Ryo, Oda si era già avviato per eseguire tutti i suoi stupidi rituali sulla fortuna e robe del genere, meno stavo con lui quando eseguiva quelle inutili perdite di tempo e meglio era per entrambi.
    Il viaggio non fu eccessivamente lungo, forse perché ero eccitato dal pensiero di rilassarmi un po', forse perché, una volta tanto, ero riuscito a parlaro con Ryo senza che fosse completamente ubriaco, un'evento più unico che raro, ad ogni modo giungemmo in quello che sembrò pochissimo tempo.
    Non appena arrivati ci ricongiungemmo con Oda, che trovammo all'entrata, ci doveva essere stata una specie di rissa e , se conoscevo mio fratello, probabilmente era stato un suo piano per saltare la fila.

    -Elegante come sempre, insomma, che si fa?-

    Non ebbi molta voce in capitolo, sia mio fratello che Ryo erano piuttosto convinti di voler tentare la fortuna al casinò, per una volta fui più che felice di non dover decidere, anche quella piccola cosa avrebbe aiutato a rilassarmi, quindi di buon grado li seguii all'interno dell'edificio.
    L'ambiente era estremamente spazioso e sembrava stato progettato fin nel minimo dettaglio.

    "Uuuh, tende pesanti per non far passare la luce naturale, luci artificiali in ogni dove e musica ripetitiva, tutto per non far capire a questi poveri polli quanto stanno qua dentro, ma io non sono così, no signore!"

    -Ei voi due, calmatevi un pochino, Oda reggimi i gettoni che vado in bagno e non ho voglia di portarmeli dietro.-

    Diedi quindi i gettoni che mi erano stati dati all'ingresso a mio fratello e mi diressi in bagno.
    Anche quell'ambiente sembrava lussuoso, tutto nero e bianco, semplice ed elegante.
    Urinai e mi lavai le mani per poi sistemarmi i capelli davanti allo specchio.

    "Bhe, magari posso provare qualcosa anche io, tanto me li hanno dati per questo i gettoni, vedremo vedremo... magari riesco persino a prendermi qualcosa di carino!"

    Uscii dal bagno e mi diressi dove avevo visto mettersi a giocare i miei due compagni, ma non dovetti arrivare fino laggiù, i due infatti non si trovavano più lì, Ryo stava tracannando una bottiglietta poco distante dal bagno, mentre Oda accanto a lui malediceva una statuetta: sapevo benissimo cosa era successo.
    Mi avvicinai ai due con estrema calma e presi parola con tono pacato:

    -Avete scommesso tutto in una volta sola vero?-

    Silenzio.

    -E avete perso...-

    Ancora silenzio.

    -Anche i miei immagino.-

    Se possibile i due si fecero ancora più zitti, quasi a sottrarre dalla sala persino i rumori circostanti.

    -Bene, molto bene. PERCHE' VI PORTO CON ME? DIO SANTO PERCHE' SIETE COSì RITARDATI? No ma è colpa mia che ancora ci spero! W' COLPA MIA CHE ANCORA NON VI HO MESSO LE MANI NEL VISO!-

    [Presente]

     
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    OTHER HAND.

    Just cause you got the monkey off your back doesn't mean the circus has left town.



    Correva voce che Shizuka Kobayashi fosse il sangue più puro del suo Clan.
    Conosciuta come una delle più raffinate Yamato Nadeshiko del Paese del Fuoco, la bella Principessa dell’Airone era emblema di eleganza e splendore dell’immaginario comune, soprattutto quello di Konoha: brava nelle arti femminili, colta nella letteratura e nel far di calcolo, intelligente come il migliore degli strateghi, era infatti la donna più agognata dai rampolli di quelle famiglie abbastanza nobili da poter auspicare ad un matrimonio con lei…
    …eppure, tra le centinaia di uomini che aveva incontrato, nascosta nei suoi preziosi kimono di broccato di seta come un guerriero stanco dentro la sua armatura di ferro, nessuno aveva mai osato quello che Masaki Kurogane aveva fatto.

    Da quando era diventata Shinobi molte cose erano cambiate, per lei. La sua vita era mutata in un caleidoscopio di emozioni ed avventure sempre diverse.
    Era diventata una donna diversa. Una persona diversa.
    Aveva amato. Aveva goduto dei piaceri della carne.
    Ma aveva anche odiato. E quella stessa carne l’aveva dilaniata.

    Ma mai come in quel momento la sua pelle aveva bruciato tanto.

    Quando il Principe del Ferro si calò su di lei –lui che era così alto, a suo confronto– scostandole i capelli dalla fronte per baciarla, lei rimase immobile; e per un attimo temette che la sua mente avesse scoperto il segreto per divenire contemporaneamente bianca e piena di ragionamenti. Contraddicendosi da sola. Ancora.
    “Fa qualcosa di intelligente e affascinante!” pensò prontamente l’Erede dell’Impero delle Sete, impallidendo e avvampando in rapida successione. Ma i suoi occhi, verdi e sconvolti, non recepirono abbastanza velocemente l’ordine, e guizzando in direzione di quelli cremisi del giovane che le sostava dinnanzi, tentennarono nel vuoto.
    …Notò, invero per la prima volta, che Masaki aveva le spalle molto larghe. Il fisico temprato che aveva indovinato al molo d’attracco, poco prima, era in verità molto più pronunciato di quello che si era immaginata, se osservato da quella distanza. E le sue mani, cicatrizzate in più punti, ruvide come potevano esserle quelle di chi ha impugnato armi per tutta una vita, sembravano scolpite nel marmo. Forti e nerborute, erano quasi il doppio delle sue. Ne fu sicura quando, alzando di scatto un braccio, tentò di afferrare con la propria una mano dell’Erede del Ferro. La sua carnagione chiara sarebbe sparita sotto quella baciata dal sole e dal vento di lui… ma lei, troppo orgogliosa anche solo per arrossire, si sarebbe limitata a sorridere con malizia.
    «Non siamo ancora sposati, Kurogane...» Disse infatti la donna, affilando lo sguardo nell'abbassare il braccio del Dislocatore e provando allo stesso tempo ad avvicinarsi al volto di lui, per poi subito inclinare la testa e lasciare che le sue labbra si portassero sul lobo del suo orecchio. «…rimandiamo i baci e molte altre cose divertenti alla prima notte di nozze.» Sussurrò, incurante che le sue carnose labbra rosse sfiorassero con la loro danza la pelle del Chunin.
    ...E solo a quel punto, elegante come era giusto che fosse l’ultima Discendente di uno dei Clan più Potenti e Antichi del Fuoco, si sarebbe scostata. Un ultimo sguardo, un ultimo sorriso appena solleticato da un innocente inumidirsi le labbra con la lingua, e poi ecco che già si voltava.

    Sapeva come comportarsi per solleticare l’immaginario maschile, la donna dell’Airone…
    …o forse, rossa fino alla punta delle orecchie e con l’insana voglia di spaccare un tetto con un pugno, stava semplicemente cercando la via più rapida per non ottenere risposte, non darne, e andarsene velocemente. E fu proprio ciò che fece.

    […]



    Se era pur vero che Shizuka Kobayashi era l'esponente più nobile del Clan dell'Airone, era anche vero che il carattere di lei fosse stato ereditato dalla seconda linea di sangue che scorreva nelle sue vene: quello Uchiha. E mai come in quei momenti il povero Masaki Kurogane si sarebbe reso conto che ciò che Toshiro, il Signore dei Mercanti e Padre di Shizuka, aveva detto lui qualche mese addietro, ponendogli una mano sulla spalla e asciugandosi una lacrima brillante dall’occhio destro, mentre sorrideva lui compassionevole dicendo che “dopotutto, quando sono calme, sono mogli eccezionali”…era molto più di una speranza.
    Era un augurio.
    «Darò fuoco a tutto questo Paese dimenticato dagli Dei.» Ruggì la Chunin del Fuoco, con gli occhi che infiammavano di rabbia tanto da dare quasi l’impressione di scurirsi di due none. Due bambini, terrorizzati nell’incrociare il suo sguardo, si fissarono prima di scappare a gambe levate. «Voglio i cadaveri di quelle scimmie sventrati a testa in giù sul monte di macerie più alto che rimarrà di questo circo.» E detto da una che effettivamente la gente la sventrava davvero, e per puro divertimento scientifico spesso, era abbastanza inquietante... ma questo il bell’Erede del Ferro come poteva saperlo?
    Era lunga la strada prima che scoprisse che la sua futura mogliettina non solo aveva le rotelle negli occhi, ma si divertiva persino a fare esperimenti sulla gente.
    Masaki Kurogane stava sposando la versione più graziosa, formosa e allegra del fu Orochimaru. E il poveraccio credeva anche di essere fortunato ad aver trovato un partito tanto raro.
    [...] Aaah. L'amore.
    Fu per questa ragione che, con tutta l’innocenza e devozione del mondo, catturò per lei una scimmia. Non potendo certo credere che le minacce dell’amata fossero reali, infatti, il Dislocatore dei Kurogane si era prodigato davvero quanto più possibile per acconsentire alle presunte velleità vendicative della sua fidanzata… ma forse avrebbe dovuto capire che qualcosa non andava quando gli occhi di lei, spalancandosi d’entusiasmo, brillarono di qualcosa molto simile alla morte fulminea.
    «Quindi se non ricordo male il segreto era…» Masticò tra i denti la Principessa, sorridendo senza distogliere lo sguardo dalla scimmia. Per qualche grottesca ragione sembrava star prendendo le misure. «…caricare il chakra, compattarlo…» Mugugnò in modo incomprensibile mentre alzava la mano verso l’alto. In un secondo questa esplose in un alone blu elettrico ruggente e guizzante. E in un altro secondo la scimmia, facendosi rigida, iniziò a sudare. «…una grande quantità solida…» E il chakra si compattò. Anche qualcos’altro si fece molto stretto, nella scimmia. «…e poi farla…» E iniziò ad avanzare, aumentando la velocità ad ogni passo. «…esplodere con tutta la forza in mio possesso.» E con una fluidità di movimenti che sembrava suggerire una grande abitudine (o un grande talento) Shizuka tentò di colpire l’animale. L’avrebbe colpito con l’eleganza tipica di sua madre, Heiko Uchiha, quando colpiva suo padre, Toshiro Kobayashi, perché dopotutto anche lui era un pò scimmia ogni tanto. Ma con una potenza che non ricordava quella della genitrice.
    Compattata quella quantità imbarazzante di chakra, infatti, la Principessa l’avrebbe rilasciata nel momento esatto in cui avesse impattato il suo bersaglio, con l’obiettivo di scagliare questo il più lontano da lì. All’inferno forse. O forse proprio contro la torre dei giochi, che qualora il colpo fosse andato a segno si sarebbe vista minacciare da un proiettile sparato a tutta velocità, il quale senza alcun preavviso avrebbe impattato contro la costruzione. O qualcosa del genere.
    «Spero di averla bucata da parte a parte!» Esclamò con rabbia Shizuka, prima che qualcosa trapassasse la sua mente e lei, facendosi sconvolta, si portasse una mano alla bocca. «Oh no, cos'ho fatto! E se l'avessi uccisa?!» Gemette, disperata. E l'espressione contrita del suo bel volto sembrava quella di una fanciulla immacolata ed altruista. Aveva sbagliato, certo, ma lo stava riconoscendo dopotutto... era pronta a rimediare ai suoi errori... «…se l'ho davvero bucata, ma è viva, potrei ricucirla con dei pezzi di altri animali tenuti in qualche modo vivi e vedere se con una fusione chakrica di secondo livello potrei riuscire a crear–»

    Era pronta a rimediare ai suoi errori.
    ....già.

    Interrompendosi bruscamente e girandosi poi di scatto alle sue spalle, Shizuka esitò, fissando Masaki. Per un attimo sembrò guardarlo come se si accorgesse della sua presenza dopo una lunga assenza. «Ah, sei qui.» Disse infatti. Sembrava stupita. «Scherzavo, ovviamente.» Ma il modo in cui sorrise subito dopo non sembrava confermare quell’affermazione. «Ho un attimo perso il controllo...ah che brutto temperamento che ho, spero davvero di non averla sul serio rotta a metà come un Mikado, sarebbe una perdita senza precedenti ora che ci penso, hai idea di quanto sia difficile trovare esemplari di quelle scimmie, e di quella grandezza poi, nel Paese del Fuoco?» Si interruppe di nuovo. E stavolta, guardando fissamente l’uomo del ferro per un attimo, e comprendendo nell’aggrottare la fronte che il suo tono di voce sembrava forse troppo serio rispetto allo scherzo che si presupponeva essere, alzò lentamente una mano fatta a pugno, e poggiandola alla tempia aggiunse un inespressivo e assai piatto: «“Tehehe.”»
    […] Momoko Yamanaka riusciva sempre a far cadere tutti gli uomini sempliciotti ai suoi piedi con quella tecnica. Le bastava reclinare un po' la testa, fare una tenera linguaccia e aggiungere un imbarazzato “Tehehe!” per risolvere la faccenda.
    …Che poi c’era poco da risolvere, se aveva rotto a metà la scimmia non avrebbe potuto ricucirla con altri pezzi animali… o forse avrebbe potuto sostituire tutto il midollo spinale e pure il cervello. Ma ci sarebbe riuscita? Mh, forse gli Archivi Proibiti avrebbero potuto aiutarla. Avrebbe controllato una volta di ritorno.
    ...Ma certo! Avrebbe creato un adorabile animale da compagnia per Raizen! Sperando che mangiasse lui la testa!
    Era un piano perfetto che univa tutto ciò che amava: gli animali, la scienza e il suo futuro posto di rilievo nel Villaggio.
    «Andiamo Masaki, non c’è tempo da perdere!» Tuonò la Principessa, cercando di prendere la mano del Dislocatore e spiccando poi un salto che sovrastò gran parte dei presenti. Senza alcuna esitazione iniziò a correre sull'acqua bollente che la separava dalla Torre, che avrebbe iniziato poi a scalare rapidamente senza alcuna esitazione, dirigendosi nel punto in cui il suo animaletto era accidentalmente caduto. «Vediamo come sta il mio futuro esperim… emh.» Sorrise di nuovo, masticando le parole. «Emh... te l’ho detto che ultimamente ti trovo particolarmente bello?»

    “Quando dici qualcosa che non va, Shizuka, fai un complimento mirato all’uomo che ti segue e vedrai che lui se ne dimenticherà all'istante! Gli Dei ti perdonino, ma ti devo spiegare tutto? Fagli salire l’acqua alla gola, stupida!”
    Cit. Momoko


     
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    Shi-e-en

    Amore incondizionato



    Se Shizuka Kobayashi intendeva uccidere Masaki Kurogane senza nemmeno toccarlo, ci stava riuscendo. Lui aveva gettato il cuore oltre l'ostacolo ed aveva deciso di sciogliersi dinanzi a lei, essere più se stesso e meno il ragazzo impostato che doveva essere e così aveva reagito con un tenero bacio in fronte.

    Ecco, forse era quello l'errore tragico che avevo fatto. Forse si era imbarazzata tanto da far scattare nella sua mente la necessità di una vendetta alquanto dolce quanto... problematica. Ero certo che tutto ciò che lei stava dicendo e facevano avevano un solo, unico e preciso scopo: lasciare spazio all'immaginazione. Eravamo così vicini che era impossibile che questa non volasse libera in lidi più o meno proibiti. Avevo poco più di vent'anni, che cosa ci si poteva aspettare, del resto? E questo Shizuka lo sapeva. Lo sapeva quando pronunciò quelle parole e lo sapeva mentre, pronunciandole, mi sfiorò la pelle dell'orecchio con le labbra lasciando che il suo fiato caldo mi solleticasse il viso, lo sapeva perfettamente mentre allontanandosi si umettò le labbra.
    ... Di qualcosa di intelligente idiota, il mio cervello comandava disperatamente alla bocca di parlare, ma non accadeva nulla. Il problema vero era che il cervello - necessario - ed il cuore - alquanto necessario alla vita - si erano visti privare di un'importante quota di apporto ematico indirizzata verso altri distretti dell'organismo stimolati così delicatamente ed efficacemente dalla Kobayashi. Ecco, fortunatamente lei si voltò perché ero certo che un tale imbarazzo fosse difficile da superare.
    Questa era gratuita..., dissi in un mormorio rivolto a me stesso mentre mi apprestavo a seguirla.
    Eravamo soli e mi aveva stuzzicato al punto da farmi arrossire violentemente e ben altre cose. Era una vendetta. Era evidente! Forse però dovevo esserne felice, poiché, essendo in privato avrebbe potuto percuotermi come un tappeto senza destare sospetti sul nostro amore... non che sua madre si facesse eccessivi scrupoli col povero Toshiro, del resto.




    Si vede che un ragazzo è innamorato quando diviene indubbiamente in grado di ignorare con sistematicità persino i segnali che altri uomini riterrebbero assai preoccupanti, catalogandoli come teneri difetti caratteriali assolutamente adorabili.
    Poco importava se tali difetti fossero effettive fonti di pericolo per la propria incolumità. Toshiro Kobayashi ne era la dimostrazione vivente. Era così innamorato di Heiko Uchiha che poco gli importava dei pericoli che correva ogni qual volta che lei lo portava sull'orlo dell'abisso. Così io, non avendo altro occhi che per Shizuka poco mi importava che il pugno con il quale fece volare la "povera" scimmia sarebbe potuto essere riservato a me.
    Ma che penso, la mia voce mentale decisamente più coscienziosa mi ricordò qualcosa di importante Non ci sarà nulla dopo.
    Non ebbi però modo di farmi rattristare da quei pensieri. Lei, invero, iniziò a preoccuparsi fin troppo del destino della scimmia che aveva colpito e che avevo visto volare non senza un certo sconcerto. Quando si accorse che stavo ascoltando ciò che diceva lei parve imbarazzarsi al tal punto che iniziò a parlare della rarità delle scimmia concludendo con un pensiero utile a scacciare l'imbarazzo.
    Ora Shizuka Kobayashi sapeva che ero un ragazzo tutto sommato buono, eppure ciò che aveva iniziato a dire aveva acceso un po' una spia nel mio cervello. Afferrai entrambe le sue mani e la fermai.
    Oh, grazie, anche tu sei davvero stupenda, sfiorai appena la guancia con un dito Come sempre, il dito discese appena sulla mandibola di lei, seguendone la linea del mento. Sempre di più, a quel punto sorrisi, mentre gli occhi mi brillavano di una strana luce.
    Però hai detto cose interessanti prima, Shizuka forse avrebbe provato un attimo di panico nello scoprire che Masaki Kurogane riteneva tutto ciò che rientrava nel campo degli esperimenti scientifici una ASSOLUTA MERAVIGLIA. Shizuka... Esperimenti..., gli occhi mi stavano letteralmente brillando. Recuperiamo il primate, dissi deciso, forse lasciandola interdetta da quell'entusiasmo.
    Era certo che avessi capito bene, anzi, benissimo. Il problema era che in una normale relazione quello non sarebbe stato forse un punto a favore della donna. Non dal punto di vista tradizionale così tanto caro ai vecchi Kurogane: la donna aveva un suo posto della famiglia e di sicuro esso non era nella ricerca e nella sperimentazione medica più estrema!
    In netta contrapposizione a quanto credeva la mia famiglia, dunque, quel difetto divenne un pregio di assoluto spessore ed ero fin troppo curioso a quel punto di sapere. Sapere cose facesse nel suo laboratorio, quali fossero i suoi progetti futuri, quali fossero i suoi scopi. Non ero certo che lei potesse dirmi tutto ciò, ma la mia curiosità era grandiosa.


    Ritrovammo il primate ancora vivo e sballato, ma svenuto. Per sua fortuna era atterrato in una pozza d'acqua che ne aveva attutito l'impatto ed ora russava sonoramente con le zampe completamente aperte. Mi chinai sulla scimmie, punzecchiandola con un dito.
    Mi chiedo cosa le abbia rese così, domandai curioso, prendendo la scimmia svenuta tra le mani. ... Che ne facciamo ora?, o per essere precisi cosa ne avrebbe fatto lei.
     
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  11. **Kat**
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    VII ~ Essere se stessi: Visita al Tempio del Drago d'Argento


    L

    a serata stava trascorrendo tranquillamente e serenamente, soprattutto dopo aver seminato Okada-Sensei. La Fuyutsuki non pensò minimamente alle infelici sorti del suo Sensei Accademico. Probabilmente ora si aggirava triste e sconsolato per le strade di Hotami o forse ardente di desiderio di vendetta era sulle tracce di Atasuke-sama. Entrambe le opzioni erano piuttosto plausibili, ma la studentessa aveva altro a cui pensare.
    L’attenzione di Ayuuki si spostò verso Hiro-kun, che sembrava seriamente in difficoltà o almeno così sembrava. Riusciva a malapena ad interagire con il suo futuro Maestro. Aveva chiesto direttamente all’Uchiha per diventare un allievo del Karyuuken durante l’inaugurazione. Ma da allora non aveva fatto molti progressi per entrare nelle grazie del serio e composto uomo. Forse sbagliava approccio.
    Cercò di trattenere una risata, assottigliando lo sguardo verso il confuso ed impacciato Genin. Cercava d’impressionare Atasuke-sama e venne ripreso ancora una volta per la troppa gentilezza che riservava per l’Uchiha. Era una scena alquanto divertente, ma essendo amica dell’Abe non poté far altro che intervenire per aiutarlo in qualche modo.
    - Uhm.. Hiro-kun dovresti essere semplicemente te stesso. - Alzò le spalle con naturalezza per poi cercare di dare una pacca sulla spalla dell’amico. - Devi essere gentile e rispettoso a modo tuo. Non permettere che gli altri modifichino la tua personalità.. altrimenti un giorno potresti non riconoscere più la tua immagine allo specchio! - La sua non era affatto una ramanzina, anzi. I teneri consigli di un’amica.
    - Forse le formalità non sono il tuo forte. Ma hai coraggio, umiltà e spirito d’iniziativa che altri Ninja t’invidierebbero. - Ovviamente lanciò un’occhiata anche all’Uchiha per cercare un valido alleato in lui. Non voleva che Hiro-kun sprofondi nella paranoia o nella depressione più totale per non essere riuscito ad impressionare il Maestro. - Sii te stesso. E sono certa che Atasuke-sama scoprirà le tue qualità nascoste e il tuo talento come ha fatto con ogni suo allievo. - Concluse con un solare sorriso. A quanto pare in quella testolina c’era un cervello pensante. I suoi atteggiamenti frivoli e il suo sorriso eternamente stampato sul suo volto, lasciarono trasparire anche un certo spessore.
    Fece un occhiolino all’Abe e gli diede un’altra pacca sulla spalla per risollevargli eventualmente il morale. Anche lei aveva notato i piccoli segnali nell’atteggiamento del Genin che celavano un profondo rammarico.
    Purtroppo quel barlume di serietà svanì dal volto della studentessa quando notò l’allieva prediletta del Karyuuken che arrossiva. Kasumi-san stava davvero arrossendo non appena il suo Maestro le porse quel semplice dono. Conoscere i “punti deboli” della propria nemica era il primo passo verso la vittoria. Quindi non riuscì a non trattenersi e lanciò qualche frecciatina alla ragazza dalla chioma scarlatta. - Suvvia.. non c’è nulla di male sai? - Inarcò un sopracciglio. Era pronta ad offrirle la sua spalla su cui piangere nel caso Atasuke-sama l’avrebbe respinta, più o meno. - Tutti abbiamo dei sentimenti. Dovresti lasciarti un po’ andare.. Kasumi-san. Altrimenti finirai per rimanere sola! - In realtà avrebbe voluto aggiungere ben altro. La ragazza si stava avvicinando pericolosamente alla soglia del rango di Zitella.
    - Sono certa che diventeremo ottime amiche. - Questo era un buon proposito per il nuovo anno. Anche se una sua amicizia con Kasumi-san era quasi impossibile. Era nata un’antipatia a pelle. Abbozzò un sorriso per seppellire l’ascia di guerra, almeno per ora.
    La Fuyutsuki, dopo aver rivelato i suoi buoni propositi per il nuovo anno, si allontanò per cercare qualcosa da bere. Era il momento di brindare. In realtà il suo obbiettivo primario era quello di riportare a casa Ai-chan, la Mukenin del villaggio di Konoha, e poter ricostruire la sua famiglia. Ma erano motivazioni troppo personali per sbandierarli ai quattro venti e non era pronta per affrontare un simile discorso a cuor leggero.
    Quindi ambiva a diventare Genin, perché sarebbe stato il primo passo per riportare a casa sua sorella maggiore. Era ancora ben lontana e le spalle di Ai-chan attualmente sembravano irraggiungibili.
    Ritornò dal gruppo con dei calici e una bottiglia di Sakè. Era stato difficile, molto difficile lottare per quella bottiglia già consumata per 3/4. Gli ospiti del Tempio del Drago d'Argento sembravano intenti a saccheggiare le tavole del Buffet. Era una continua lotta, che solo pochi sopravvivevano tra piatti di Hosomaki e calici di Sakè.
    - Ehm.. Atasuke-sama ormai dovresti conoscermi… - Lasciò in sospeso il discorso e alzando gli occhi al cielo. Forse stava per ricevere l’ennesimo rimprovero dal Maestro del Karyuuken? Più che una serata di festeggiamenti per l’uomo era una serata da balia per i due ragazzini. Si stampò un sorriso sul volto. - Ottengo sempre quello che voglio! - Lasciò intendere implicitamente che aveva sgattaiolato via con una bottiglia di Sakè sottraendola al tavolo. E poi tra il Caos generale manovre di questo tipo erano piuttosto semplici da attuare.
    Ampliò il proprio sorriso. - Bisogna brindare! - In realtà non era molto predisposta per il Sakè, lo beveva raramente solo in occasioni formali. Ma lo “Shi-e-En” sembrava l’occasione perfetta per stappare una bottiglia di alcolici. - Non esagereremo. Promesso! - Notando che l’Uchiha non sembrava affatto contento del suo furto.
    Notò il fare meticoloso e serio dell’uomo, dopo essersi appropriato della bottiglia dalle mani della Fuyutsuki. La ragazza non oppose resistenza, ma confidava nel buonsenso del Maestro. Il suo ottimismo non vacillò nemmeno quando il Chunnin fece svanire con la Tecnica del Richiamo la bottiglia. Un bicchiere di Sakè bastava ed avanzava, o almeno dal suo punto di vista. Alzò il calice in aria e lo accostò a quelli di Kasumi-san, Atasuke-sama ed Hiro-kun.
    - Molto bene! Kanpai! - Brindò insieme a tutti i presenti. Come aveva visto fare in queste occasioni deglutì tutto di un fiato il contenuto del suo calice. Gli occhi iniziarono e lacrimare e la gola era in fiamme. Non era molto forte, ma per qualcuno che raramente si avvicinava al mondo degli alcolici risultò abbastanza “pesante”. Tossì, riponendo a fatica il calice su un tavolo vicino. - Coff! Coff! Non mi aspettavo che.. Coff Coff! - Gli occhi le lacrimarono. Forse berlo tutto di un fiato non era stata una mossa saggia. Dopo alcuni secondi si riprese, anche se sentì il volto leggermente accaldato. - Non sono brilla! - Precisò prima che qualcuno avesse la brillante idea di riaccompagnarla all’albero di Hotami o tra le grinfie di Okada-Sensei.
    La Fuyutsuki fu ben contenta di seguire Atasuke-sama e Kasumi-san verso il Tempio dedicato al Drago d’argento, che secondo il Folkore popolare aveva creato le lande sommerse del Paese delle Sorgenti Termali. Gli occhioni della ragazza si soffermarono insistentemente sulle pareti della struttura e sulle eleganti decorazioni presenti all’interno. - Non vedo l’ora che arrivi il nostro turno! - Fece un saltello di gioia, stando ben attenta a non urtare nessuno. La fila sembrava molto lunga, più o meno. - Cosa riserverà il futuro per noi quattro? - Si, incluse anche la sua amica-nemica Kasumi.


     
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  12. Mberu
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    Shi-e-En

    Nuove incomprensioni


    Le incomprensioni iniziale fra me ed Atasuke sembravano essersi appianate.
    Aveva ribadito ancora una volta il fatto che dovevo essere allenato certo, al contempo però mi aveva detto che ero una persona umile. Inutile dire che ne fui entusiasta.
    Infine l’Uchiha mi presentò con i suoi modi gentile tutti i suoi allievi, finendo le presentazioni con una risata generale. Quando finimmo tutti di ridere venne il mio turno.

    È un piacere conoscervi!
    Come forse avete sentito prima io sono Hiro Abe.


    Dissi compiendo un leggero inchino.

    […]

    Cercando di non commettere lo stesso errore di prima, alla consegna dei doni avvenuta per mano del sensei mi impegnai per sembrare il più educato possibile. Il mio formalismo risultò palese a tutti, sia ad Atasuke che Ayuuki e probabilmente anche a Kasumi.

    Nel farmelo notare il chunin fu come suo solito diplomatico. L’aspirante genin invece andrò dritta al punto, sostenendo che dovevo essere si educato e formale ma pur sempre a modo mio.

    Da un lato venni colto impreparato da quelle affermazioni, è vero forse ero stato troppo formale.
    Ma dall’altro ci rimasi un poco male, non era pura formalità quel momento significava davvero qualcosa per me.

    Da quando era morto mio padre, io e la mia famiglia c’eravamo chiusi in noi stessi come un riccio, Limitando i rapporti con tutti, compresi i parenti. Era quindi raro che io ricevessi un dono.
    La cosa in oltre che mi aveva fatto più piacere era che il dono di Atasuke non aveva un alto valore d’uso o di scambio, aveva un valore simbolico. In qualche modo tendeva a rafforzare il nostro rapporto. Cosa a cui io miravo fortemente.

    La vita però in un modo o nell’altro è sempre ingiusta con tutti, lo è stata con Ayuuki e quasi sicuramente lo è stata con Atasuke. Non volevo quindi controbattere assumendo il posto di ragazzino infelice e affranto.

    Beh grazie Ayuuki.. lo terrò a mente.

    Dissi quindi sorridendole e toccandomi la nuca, a sottolineare quanto fossi imbarazzato.
    Da quel momento in poi mi limitai alle interazioni necessarie, sorridendo quando sorridevano gli altri, tenendo il contatto visivo con chi parlava e rispondendo quando mi veniva posta una domanda. In un certo senso c’ero rimasto male per la loro mancanza di empatia.

    Dopo la consegna dei doni il momento successivo che animò l’andazzo della serata fu una bottiglia di sakè portata da Ayuuki.

    Ma da dove l’ha pescata quella bottiglia?

    Ad esternare il mio stupore ci pensò Atasuke, anche lui era piuttosto dubbioso di come la studentessa si fosse procurata quella bevanda alcolica. Nel tentativo di limitare il nostro consumo di alcol il sensei prese il controllo della bottiglia, versando a ciascuno un bicchiere.
    Non avevo molta voglia di bere, ma forse sarei sembrato scortese nel non unirmi al brindisi.

    Quindi, all’unisono con gli altri alzai il calice in aria

    Kanpai!

    Mi limitai a bagnarmi le labbra, assaporandone il gusto forte.
    Già una volta avevo dato troppo con l’alcol, non era il momento di testarne per l’ennesima volta i suoi effetti. I miei compagni sembrarono invece apprezzare molto.

    Mh.. non sono un fan dell’alcol in realtà..

    Dissi più per non alienarmi dalla discussione che per piacere nel dirlo.
    Quando Atasuke propose di alzarci per tentare la fortuna all’estrazione fui molto contento di accettare la sua proposta. Finalmente non eravamo costretti all’interazione forzata per come lo eravamo stati fino ad ora. Insieme a gli altri iniziai feci la lunga fila, fino a quando, finalmente, non toccò a noi.


     
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    Shi-e-en

    Estrazione



    Il gruppetto dinanzi l'enorme orbo da cui scaturivano fortune e sfortune domandò il proprio futuro ed il sacerdote con solennità, senza sospettare ciò che il suo tredicenne figlio testa d'asino aveva fatto nei giorni precedenti, estrasse la prima pallina porgendola al sensei! Atasuke fu dunque il primo ad essere onorato con la grande estrazione al Tempio che, per colpa di un piccolo jutsu che cercava di realizzare ciò che era scritto sui bigliettini (nei limiti delle concrete possibilità della fortuna) rischiava di diventare un'arma alquanto divertente. Sì infatti il particolare sigillo dei bigliettini serviva a far avverare gli effetti degli stessi purché nelle possibilità di chi lo riceveva. Per cui, sostanzialmente, dava solo ispirazione oppure al massimo qualche effetto fisiologico di scarso conto per far sentire il fortunato più o meno felice, o frustrato, o sicuro di se... Solo che quei bigliettini erano stati scritti da un giovincello in punizione che aveva deciso - ignorando l'effetto degli stessi - di dar sfogo alla sua fantasia con sommo dispiacere di suo padre e forse divertimento dei presenti.



    Poi fu il turno di Ayuuki!


    Sei stata baciata dalla fortuna col terzo premio! Nel prossimo post ti proporrò la scelta dei premi!



    Ed infine fu quello di Hiro.

     
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    ~ The Red Capes are coming!

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    Qualcosa non quadra
    Capitolo Unico


    Atto I
    Ordinaria implausibilità †

    Un rivolo di bava usciva dalla mia bocca, gli occhi gonfi e pieni di cispe facevano fatica ad aprirsi. Il sapore acre di vomito e flussi intestinali rendeva il mio alito più devastante di una manciata di fanghi della palude di Kiri. La faccia era tutta umida, specialmente per la guancia destra che poggiava sull'appiccicoso legno di un bancone da bar. « Ben svegliato, Keiji. Dubito tu voglia fare un'altro giro. » sentii dirmi. Non avevo idea di cosa parlasse. Portai la mano sugli occhi, stropicciandoli, cosicché riuscissi più facilmente ad aprirli: contemporaneamente il frastuono si fece insopportabile. Musiche, danze, rumori assordanti, bottiglie e calici che collidevano e vibravano in quell'acuto vitre. Mi trovavo ad una festa e non avevo idea di come ci fossi finito. Mi alzai di scatto dal bancone mentre la mia faccia si staccava lentamente e dolorosamente come un cerotto su una ferita non ancora cicatrizzatasi. « Dove sono e cosa diavolo ci faccio qui? » dissi, rivolgendomi al barista. Dapprima mi guardò interdetto e poi scoppiò a ridere fragorosamente: « Davvero non ricordi niente? Non devi essere abituato a riempirti di alcool come una spugna! » E fin qui non aveva tutti i torti, non amavo bere. « Sei alla festa di fine anno, una manciata di ore fa ti sei addormentato in questo angolino dopo aver bevuto una quantità incredibile di birra e vino. » Lo guardai esterrefatto: non ero solito bere, anzi, non bevevo praticamente mai, e credere che mi fossi lasciato andare in quel modo era davvero difficile. « Ottimo. » risposi prima, « e pensare che non mi ricordo neanche come sono arrivato in questo posto. » aggiunsi poi quasi bisbigliando. « Ah, giusto, mi stavo quasi per dimenticare! Mi hai chiesto di tenerti questo, avevi paura di perderlo. » aggiunse il ragazzo al bancone, porgendomi un foglio di carta. « E' la ricevuta di una vincita che hai fatto al gioco. A quanto pare proprio male non ti deve essere andata! » Presi il foglio, facendo un piccolo cenno della testa come a ringraziarlo. Lanciai poi qualche spicciolo sul bancone, di mancia, andandomene. « Spero che vi sposiate presto. » Mi disse l'uomo, quando ero ormai a qualche passo da lui. « Di chi stai parlando? » chiesi, non capendo. « Di quella ragazza di cui hai parlato tutta la sera ... come si chiamava ... ah, Saruhyondo! »




    Legenda


    Narrato
    « Citato! »
    « Parlato! »
    « Pensato! »
    Anima di Saruhyondo.
    Anima di Keiji.

     
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  15. **Kat**
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    VIII ~ Cattivi presagi: 3° Premio!


    A

    pparentemente la quiete era ritornata all’interno del gruppo. Dopo aver scongiurato una nuova lite tra la Fuyutsuki e Kasumi-san e l’eccessivo formalismo di Hiro-kun che aveva stranito Atasuke-sama, il gruppo di Ninja si stava godendo il buffet ai piedi del Tempio del Drago d'Argento tra golose leccornie ed animati brindisi con il sakè. Stavano festeggiando tranquillamente lo Shi-e-En come tutti.
    Ma l’aspirante Genin non sottovalutò lo stato d’animo dell’Abe, che si alternava tra silenziose delusioni ed improvvisi sorrisi. Forse qualcosa ronzava nella sua testa, o semplicemente non aveva completamente apprezzato l’intervento dell’Uchiha e della Fuyutsuki. Dal canto suo la ragazza non aveva fatto altro che esprimere un proprio parere e consigliare ad Hiro-kun di essere se stesso sempre e comunque. Lei lo era sempre con chiunque e tutto sommato non era una frana a socializzare o ad interagire con le persone.
    Allargò un sorriso in direzione dei presenti, osservando con la coda dell’occhio il ragazzo dalla chioma rossa. Probabilmente c’era qualcosa che lo turbava e anche la sua risposta non fu molto convincente. Per ora lasciò correre, anche perché non voleva mettere ulteriormente in imbarazzo il suo amico. Alzò il calice insieme all’Uchiha per poter brindare.
    Quando furono in fila per poter incontrare i sacerdoti del Templio la ragazza si avvicinò maggiormente al Genin per assicurarsi che stesse bene. - Hiro-kun. - Cercò di porre una mano sulla sua spalla ed avvicinarsi al suo volto. Non poteva e non doveva mentirle. - Sicuro di stare bene? Ti vedo un po’.. - Cercò le parole giuste. - …Spento. Stai pensando a qualcosa in particolare? - Insomma era pronta ad offrirgli una spalla su cui piangere. Aveva visto fin troppe volte il ragazzo rabbuiarsi nel corso della serata. E voleva capirne il motivo, senza essere troppo invadente. Sperava di poter risollevare il morale dell’amico. Nel dubbio mostrò un solare sorriso.

    [ … ]

    Gli interni del Tempio del Drago d'Argento erano essenziali ed affascinanti. Poche erano le decorazioni e qua e là si potevano scrutare le timide figure di alcuni monaci. La Fuyutsuki fu rapita dalla bellezza e dall’imponenza di quella struttura, l’unica che poggiava solide radici su una pianta acquatica secolare. Tutta Hotami si ergeva su strutture galleggianti, tranne il Tempio dedicato all’antica divinità che secondo le leggende locali creò questo posto da sogno.
    Il Paese delle Sorgenti termali era sommerso per ampia parte. Eppure la bellezza esotica dei paesaggi, le calde e ristoratrici terme e i giochi d’azzardo erano una fonte di attrazione per molti curiosi ed ospiti illustri delle Cinque Terre Ninja. L’Estrazione della fortuna aveva attirato molti curiosi. Tutti desideravano conoscere il proprio futuro. Per questo la fila risultò piuttosto lunga e noiosa.
    Gli occhietti della Fuyutsuki s’illuminarono non appena il loro turno si avvicinava. Sembrava una bambina in un negozio di dolci. Osservava tutto con genuina curiosità e l’impazienza la stava logorando. Tanto che iniziava a mostrare segni d’insofferenza e strane smorfie sul viso. - Finalmente ci siamo! - Le mani si congiunsero davanti al petto non appena anche l’ultima famiglia davanti al loro gruppo si fece da parte dopo aver ottenuto la loro predizione del futuro.
    Estasiata lanciò un’occhiata ad Hiro-kun, che era stato al suo fianco per tutta la fila e pazientemente aveva accettato tutti i suoi sbuffi e lamentele per l’impazienza. In realtà la pazienza non era mai stata una sua virtù. - Mi sento positiva. Quest’anno sarà fortunato soprattutto in amore! - O almeno lo sperava. Shinpachi-kun, l’allievo di Atasuke-sama, era ancora insieme al fratello di Kasumi-san a bighellonare in qualche locale di Hotami. Ovviamente tutti i suoi buoni propositi per il nuovo anno per quanti riguarda l’amore erano rivolti a lui. Più o meno. In realtà aveva anche una cotta segreta per l’Hokage. Doveva ancora schiarirsi le idee a riguardo. Ma era pronta a vivere con la frivolezza e la semplicità dei suoi anni le prime esperienze amorose.
    Attese con pazienza che l’Uchiha estraesse il suo biglietto della Fortuna. Quando fu il suo turno fece alcuni saltelli in avanti e mostrò uno dei suoi miglior sorrisi al Sacerdote del Tempio. - Konbanwa! - Chinò leggermente il capo verso l’anziano uomo. La sua attenzione fu successivamente catturata dall’enorme orbo che lasciava cadere nelle mani degli ospiti del Templio le profezie.
    Non appena una sfera di bronzo con al suo interno una pergamena arrotolata rotolò sulle sue mani, la Fuyutsuki si affrettò a leggerne il contenuto. Aveva aspettato così tanto tempo e così tanta fila per poter apprendere il proprio futuro. Credeva molto nel destino. E confidava nella buona sorte. - Eh? - Fu fin da subito delusa.
    Oscuri presagi si abbatterono sulla figura dell’aspirante Kunoichi. Nel corso del nuovo anno avrebbe avuto una pessima fortuna per quanto riguarda il lavoro. Lei stava studiando per poter diplomarsi alla prima sessione invernale del nuovo anno. Il messaggio che lesse mentalmente non aveva minimamente senso. O almeno non avevano un buon significato. Il termine “sfortuna” era marchiato quasi con il fuoco su quella pergamena. Sospirò leggermente. Non era affatto contenta. A quanto pare doveva combattere contro la Dea Bendata per ottenere il coprifronte della Foglia.
    Per quanto riguarda il denaro, fu graziata. Preziosi consigli, anche fin troppo scontati, le furono porti dalla pergamena. La invitava ad essere prudente e a buttarsi a capofitto nel gioco solo quando aveva il 50% delle possibilità. E di certo non aveva nessuna intenzione di attendere un segno divino sotto-forma di elefante rosa con il tutù. - Uhm.. - Iniziò a guardarsi intorno. - Forse il messaggio deve essere parafrasato. - Non capiva come quei pseudo-consigli potessero aiutarla con il Denaro.
    Ma ciò che devastò profondamente Ayuuki era la sua pessima fortuna in amore. Attualmente i suoi tentativi con Shin-kun erano stati fallimentari e l’Hokage non si era mai accorta di lei. Poteva essere più sfortunata di così? A quanto pare il suggestivo Orbo della fortuna ce l’aveva con lei. - NOOOOOOOO! - Iniziò ad urlare come una disperata buttandosi in ginocchio sul lucido pavimento del luogo sacro. Ma non era in templio in cui bisognava osservare un minimo di silenzio e rispetto? Ogni dettaglio passò in secondo piano. Quella pergamena le consigliava di evitare d’invitare qualcuno per un appuntamento tutto l’anno. Rischiava di rimanere intossicata. Nefasti eventi si avvicinavano alla vita sentimentale della ragazza. - Non è giusto! -
    Iniziò a colpire con alcuni pugni il lucido pavimento del templio. Scuoteva la testa sconsolata ed attendeva che Hiro-kun o anche lo stesso Atasuke-sama la trascinasse via per permettere anche agli altri curiosi di pescare la loro pergamena della fortuna. Strinse i pugni e trattenne altre urla. Gonfiò le guance rosse per il nervosismo. Ed iniziò ad assumere un atteggiamento piuttosto infantile. - Voglio ripescare! - Ovviamente non era possibile. - Voglio ripescare! Non è giusto! Sarò sfortunata in Amore per tutto l’anno. Questo è una maledizione... non una previsione del Futuro! -
    Non aveva nessuna intenzione di smuoversi da lì, anche se alcune famiglie e Shinobi di tutte le cinque terre Ninja iniziavano a spazientirsi. Piegò le gambe per mettersi seduta sul pavimento e incrociò le braccia al petto con fare indignato ed offeso. La dea bendata non poteva essere così crudele con lei. Continuò a gonfiare le guance come una bambina dispettosa e capricciosa. Almeno fino a quando non le fu comunicato che per lei le sorprese non erano affatto finite e il colore della sua sfera era diverso dalle altre. Aveva vinto il 3° premio dell’estrazione della Fortuna. - D…Davvero? - Il volto avvampò per l’imbarazzo. Dopo quella scenata le sembrava quasi inopportuno festeggiare.
    - Ehm.. si… cioè.. sono davvero una ragazza fortunata! - Non era stata abbastanza fortunata da beccare il 1° o 2° premio ma si ritenne comunque soddisfatta. Si rialzò con un sorriso a trentadue denti e lanciò un’occhiata alle sue spalle, dove Atasuke-sama ed Hiro-kun l’attendevano forse esasperati dal suo comportamento. - Visto? Lo dicevo io.. che ero fortunata! - Ed iniziò a ridere senza ritegno, un po’ per l’imbarazzo e un po’ per la reale felicità che provava in quel momento. Era davvero curiosa di conoscere il premio che aveva vinto inaspettatamente. Si rivolse con un calmo e tranquillo sorriso al Sacerdote del Templio. - Cosa ho vinto? - Incrociò le dita.


     
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