Al Tempio della Nebbia - La Sesta Riunione di Kiri

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    La Sesta Riunione di Kiri

    III


    Ero comodamente seduto sulla sedia del kage quando un numero diverso di personaggi incominciarono a farsi avanti, chi per un motivo chi per un altro.
    C'era Asmodai, il quale, in preda al dolore per la morte del suo amato kage, incominciò a delirare, dicendo di voler aprire un sushi bar, di voler eliminare la concorrenza tagliandogli la testa - d'altronde eravamo a Kiri, la concorrenza era spietata in quel tipo d'attività - utilizzando un'ipotetica spada nascosta nelle teche in cui, invece, erano riposti i vari pezzettini del corpo di Itai.
    Poi venne il turno di Keiji, l'uomo bendato che avevo conosciuti alla costiera qualche tempo prima, e che poi avevo rivisto per qualche secondo, prima che svenisse, nell'ufficio di Itai solo qualche giorno prima. Anche lui era in preda all'agonia per la prematura morte della massima autorità del paese. Prese ad urlare di allontanarci, che da un momento all'altro Itai avrebbe fatto ingresso in quel luogo.
    Scossi il capo, tristemente, mentre asciugavo una lacrimuccia dal mio occhio destro con la manica della mia maglia bianca.
    Guardai Sanjuro, toccando il suo braccio. Guardali... Sono disperati... Come potrò colmare questo enorme vuoto? Come posso fare, amico mio? Un così enorme vuoto... Vidi Meika allontanarsi in un angoletto, rannicchiandosi. Meika... Non stavo pensando a lei, preoccupandomi invece per tutto il villaggio. Avrebbe dovuto aspettare, se avesse voluto veramente. Sapevo che l'avrebbe capito, prima o poi. Allungai simbolicamente un braccio verso di lei, cercando di stringere la sua mano anche se distante.
    Sanjuro rispose a Keiji, con una delle sue frasi solo apparentemente prive di alcun senso, ma questo solo per orecchie e cuori non pronti. Parole sagge, amico mio... Annuii, concordando con le parole dello sciamano.
    Ma era arrivato il momento.

    Sanjuro stava per mettere il copricapo del Kage sulla mia testa. Non guardai cosa stesse prendendo dal suo zaino, la convinzione era troppa.
    Sentii il leggero copricapo essere posto sulla mia folta chioma color blu.
    Troppo leggero.
    Troppa puzza.
    Mmhh? Guardai all'insù, notando soltanto lo scheletro di una qualche bestie imprecisata. Che diavolo è questo...! Che diavo.... ARGHHHHH! Una cosa assurda, una cosa impossibile stava accadendo!
    z6ooNnk
    Uno spirito fluttuante, traslucido, con le sesse sembianze di Itai era appena apparso davanti a noi! SANJURO! Chiamai il vecchio sciamano, saltando via dalla sedia, facendo cadere la coroncina di lucertola delle nevi o quel che era. Sanjuro, aiutalo! Ha smarrito la via di casa, dobbiamo condurlo alla casa dei suoi padri! E lo sciamano non se lo fece ripetere due volte, iniziando il rituale. Lo stravagante rituale.
    Ma quelle erano le vie del misticismo, chi ero io per interrompere o interferire con tali potenze?

    Il peggio, però, ancora non era venuto.
    SANJUROOOOOOO! Urlai, con tutto il cuore, mentre un secondo Itai appariva di fronte a noi. UNO ZOMBIEEEE! Lo sciamano sembrava essere l'unico ad aver capito la gravità della situazione, e come me, fu l'unico a provare a fare qualcosa. Sfoderai la mia katana ed impugnai Gassan, mettendolo la spada perpendicolarmente al potente mezzo dello sciamano, improvvisando una croce. Indietreggia, mostro! Abominio! Io e il più potente sciamano di questa terra ti scacceremo! Tornerai nel mondo dei morti! Lascerai in pace i vivi! Qualcosa, però, non andava. Dalle spalle di Itai apparve Yogan. Eh... Eh... Restai basito per un istante. Giusto il tempo per capire quel che avevo creato.
    Guardai con la coda degli occhi Sanjuro prima, passando poi a guardare di nuovo Itai, quindi Yogan. Eheheheh! Sbattei sul petto dello sciamano Gassan. Ti è piaciuto lo spettacolino? Stavamo intrattenendo la folla... Eheheheh... Rinfoderai la katana, dileguandomi in un istante dal centro della scena, raggiungendo Meika. Scherzavo, scherzavo... Piaciuto lo scherzo? Sono stao simpatico, non è vero? Si, si... stiamo preparando una piccola commedia come recita di tutti i guardiani! Io sono il protagonista, ovviamente... Eheheh! Giustificazioni varie, finché non sussurrai a Meika, tirandogli un pizzicotto e parlandogli di nascosto. Perché diavolo non mi hai fermato...? Sapevo che c'aveva provato, ma dovevo pur giustificarmi in qualche modo. Mai una parola su tutto ciò. Sanjuro era pazzo, era giustificato. Io no.
    O comunque non del tutto.

    Per fortuna l'attenzione di tutti fu nuovamente spostata verso Itai, quello vero però. Un breve discorso, e poi accadde quello che, ormai, sapevo. Il fabbro aveva fatto il suo dovere, come me e Meika il nostro.
    Le Sette erano state riforgiate!
    z6ooNnk
    Osservai attentamente tutte e sette le... Normalissime Katane? Eh? Le Spade di Kiri erano famose per essere spade fenomenali, incredibili, non solo per i loro poteri, ma anche per la loro forma! Non potei interrogarmi più di tanto su quel problema, visto che il mio nome fu fatto ad alta voce davanti a tutti. MH?! Mi destai, quasi imbarazzandomi per quel momento in cui non ero stato presente a me stesso - non che sia troppo una novità, n.d.a.
    Fummo invitati a farci avanti e, dopo un breve sguardo con Meika, con un veloce balzo fui davanti al Mizukage. Inchinai leggermente la testa in segno di rispetto, dopo tante idiozie.
    Non ero più un guardiano. Un enorme sorriso apparve sul mio volto, senza che alcuna parola uscisse dalla mia bocca.
    Non era finito. Avrei guidato le squadre speciali. I miei occhi incominciarono ad inumidirsi.
    Non era ancora finita. Una delle Sette apparve nella mano di Itai e, come d'incanto, mutò! Cambiò la propria forma, divenendo un'enorme spada di colore azzurro dai fili seghettati, con un lungo artiglio. Stavo per svenire.
    Mi era stata affidata Sameha. G... G... Grazie...! Quasi balbettai, mentre allungai il braccio per impugnare la mia nuova spada. Quando le mie dita strinsero l'impugnatura, però, Sameha si trasformò nuovamente nella semplice, per quanto bellissima, katana di prima. EH?! Incominciai a guardare l'impugnatura e la base della lama, cercando qualcosa che non c'era. Come diavolo è successo?! Non conoscevo nulla del funzionamento delle Sette, ma avrei avuto tempo per imparare.
    Solo una cosa era certo. Ero il primo Spadaccino della Nebbia dopo tanto tempo.
    Guardai Itai negli occhi, sorridendo. Servirà Kiri, fino alla mia morte. Parlai, ad alta voce, con tono serio e deciso. Presi anche il raffinato e decorato fodero di Sameha, quindi la riposi ben stretta al mio fianco, e dopo un altro piccolo inchino, feci nuovamente un passo all'indietro e poi di lato, mettendomi vicino a Yogan, a cui rivolsi un sorriso e un occhiolino.
    Non fui l'unico a ricevere dei compensi per i servigi. Meika divenne la nuova primaria dell'ospedale, mentre a Ryuu fu promessa una delle Sette, ma solo a tempo debito. Annuii per le scelte di Itai, che poi continuò con il suo discorso.
    Itai poteva fidarsi di noi, lo sapeva, ma noi non potevamo fare tutto da soli. Avevamo bisogno di aiuto, quindi invitò agli shinobi di Kiri in grado di assumersi delle responsabilità di farlo, affinché la Nebbia potesse risorgere come le sue Spade.
    Il primo a farsi avanti fu Sanjuro, il quale si propose come consigliere. Annuii, quasi seriamente, alle parole dello sciamano che, poco ma sicuro, a parole era molto bravo. Almeno quando concludeva periodi di senso compiuto. Mi sporsi leggermente verso Itai, sussurrando. Sarebbe una buona scelta per il Villaggio. Quel tipo è svitato, ma sa il fatto suo. Era impossibile capire se fossi stato serio o meno, ed ero sicuro che Itai non avrebbe voluto neanche indagare su tale questione, visto che, probabilmente, se l'avesse fatto, sarei finito a tornare sulle mura.
    Senza Sameha.
    Dopo di Sanjuro una voce si alzò dalla folla. Cercai con lo sguardo il ninja che aveva parlato, ma non lo trovai, almeno finché questo non uscì allo scoperto, rivelandosi come un bambino. Era uno studente dalla chioma bizzarra quasi quanto la mia, con la mia stessa esuberanza di quando ero giovane... No, con la stessa esuberanza di adesso.
    Il viso si illuminò di fronte a tanta determinazione, e finii con il sorridere di cuore davanti a quel piccolo ninja. Feci un passo avanti, avvicinandomi allo studente, ma non prima di aver fulminato con lo sguardo chiunque - se ci fosse stato - avesse tentato di ridere alle parola di quel bambino. Se posso permettermi... Guardai Itai, aspettando un suo cenno. Mio piccolo amico... Mi posizionai in ginocchio, di fronte a lui, arruffandogli i capelli. Kiri ha bisogno di tutti colore che tengono al suo bene... Studia, addestrati e impara... Cresci... E combatti per tutto quello che ritieni giusto. Proteggi i tuoi ideali, i tuoi cari... Il tuo Villaggio.
    Che discorso maturo.
    Forse ero io il posseduto, non Itai.


    Edited by -Hidan - 16/2/2016, 22:25
     
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  2. -Meika
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    La Sesta Riunione di Kiri

    III



    Avevo deciso di smettere di ascoltare ciò che stava facendo Akira, trovando la forza di iniziare a strisciare verso il mio posto quando Keiji, lo stesso ragazzo che avevo curato quando era entrato di colpo nell'ufficio del Mizukage il giorno in cui eravamo tornato da Genosha, fece giustamente notare che quello fosse un comportamento da idioti.
    Al di la del fantasma (che non ero certo potesse vedere) io non avrei mai pensato di fare ciò che Akira aveva fatto - sedersi sulla sedia del Mizukage - e non avevo ancora accumulato abbastanza insanità mentale da pensare che il Mizukage fosse morto - come Sanjuro - ed abbastanza idiozia da crederci - come Akira -.
    Non dirlo a me eh, dissi a Keiji, scutendo la testa. Cosa credi che stia facendo qui?, a parte prenderli tremendamente in giro, ovviamente.
    Quando mi voltai feci sparire il fantasma ma il vero Mizukage era arrivato... ed Akira si era reso conto di tutto. Ovviamente il Mizukage intimò a tutti di sparire da lì e Sanjuro ed Akira decisero di obbedire senza protestare. L'Hozuki mi raggiunse sulla via, tirandomi un pizzico, accusandomi di non averlo avvertito... in tutta risposta infilai una mano messa di taglio sotto la sua arcata costale, con la precisione di chi sa che lì la carne è morbida e priva di ossa, cercando di infilare le dita abbastanza profondamente da poter considerare l'atto quasi una manovra medica abbastanza violenta.
    È quello che ho fatto, ma tu non mi ascoltai mai, gli feci una linguaccia abbastanza infantile. Almeno non intende usarti per sciacquare le tubature dei bagni pubblici, prendila bene... e che cos'era quella scusa della recita? Risi leggermente, mentre prendevo posto di fianco a lui.
    Questa la devo dire ai ragazzi alle mura... chissà quanto saranno felici di saperlo, molto poco in effetti, ma Akira avrebbe potuto guardagnare un mese di prese in giro gratuite per l'idea (un giusto prezzo d pagare). Peccato che con ciò che accadde dopo ebbi la certezza che lui alle mura sarebbe passato solo per uscire dal Villaggio... forse.


    Com'era logico sospettare (quando c'erano sette teche al centro di un Tempio a Kiri non potevi non pensare alle Spade) le spade erano state riforgiate. Arrossi appena al pensiero che fosse anche merito mio. Per cui avvampai quando il Mizukage chiamò me, Akira e Ryuu al centro della sala.
    Mi alzai, con le gambe appena tremanti mettendomi tra Akira e Ryuu davanti il Mizukage. In ordine alfabetico Itai iniziò da Akira, rimuovendolo dal suo ruolo alle mura... cosa che l'avrebbe reso euforico! Poi lo assegnò alle Squadre Speciali e gli affidò anche Sameha! La spada, quando fu nelle mani del Mizukage, si trasfigurò mutando in una enorme lama seghettata dall'aspetto realmente pericoloso. Incuteva timore! Quando però Akira la riprese tra le dita essa fu tramutata nuovamente in una katana, con una mia certa sorpresa. Evidentemente la sua forma reale andava in qualche modo attivata. Lanciai un breve sorriso al ragazzo, felice per lui, ma subito la mia attenzione fu rivolta al Kage che mi chiamò.


    E lì cominciò la mia personale tragedia interiore. Non tanto per la mancata assegnazione di una spada (l'avrei rifiutata, nelle mie mani sarebbe stata più che sprecata) bensì per il compito che mi era stato assegnato. Io, dirigere l'Ospedale di Kiri.
    ... Ero certa che avrei fatto un totale disastro. Avrei fatto crollare i muri, frantumare le finestre, i cadaveri si sarebbero accumulati a montagne nei reparti e sarei caduta in disonore e con me la mia famiglia e tutto il mio clan.
    Ovviamente ciò esisteva solo nella mia mente, ma a quel punto lo ritenevo così reale che assunsi un'espressione abbastanza esplicativa.


    Non ne ero felice. O meglio lo ero, ma credevo di non esserne minimamente all'altezza. Mi voltai verso l'Hozuki, cercando per un secondo il suo supporto, ma era adorante verso Sameha. Ebbi il vago sentore che per un mesetto buono avrei dovuto cedere tre quarti delle mie attenzioni ad una spada. Il kage poi passò a Ryuu ed al poverino venne concesso l'onore che a noi era stato tolto... ergo stare sulle mura. In realtà era davvero importante che esse fossero presidiate da Shinobi capaci, per cui Ryuu doveva solo ritenersi felice del compito.
    Forse non condivideva gli stessi pregiudizi sul fare la guardia che condividevamo io ed Akira!
    Stralunata mi feci di lato, ascoltando il Mizukage richiede agli altri di farsi avanti. Ed ovviamente chi decise di immolarsi per il bene del villaggio? Sanjuro. Sanjuro domandò al Mizukage di essere un consigliere e poco importava che fosse rinomatamente un vecchio pazzo. Nello spirito della baldoria appena compiuta sentii bisbigliare qualcosa... quando lui si allontanò lo fissai con sospetto per dei lunghi secondi.
    Non gli avrai suggerito di accettare?, bisbigliai mentre un altro shinobi si faceva avanti. Ed assai coraggiosamente anche!


    Era Takeshi! Il ragazzino che avevo incontrato durante quella storia dei furto dei veleni. Aveva un certo fegato a buttarsi così davanti al Mizukage nonostante di fatti non fosse che un giovincello ancora totalmente inesperto ma la cosa mi fece sorridere, anche teneramente.
    Ma fu (incredibilmente, o forse no) Akira a prendere la parola, incoraggiando Takeshi a crescere ed a perseguire i suoi scopi con un discorso adulto che dopo gli ultimi eventi non mi aspettavo affatto. Non che non ne fosse capace quando si impegnava (molto), evidentemente Takeshi doveva averlo colpito parecchio.
    Ascoltalo Takeshi-kun, dissi al ragazzino con un sorriso, dimostrando di conoscerlo. Sarà anche un buffone a cui piace far casino, ma quando si impegna a parlare così vuol dire che è serio, una bonaria presa in giro del tutto meritata. Quando Akira tornò gli lanciai un sorriso dolce, sincero, privo delle derisioni che fino a quel momento si era beccato con lode, ma non dissi altro... perché il pensiero del mio futuro compito tornò e con esso, tutto il sudore freddo che conseguiva allo stato di ansia.

     
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    La Sesta Riunione di Kiri

    Post II


    Man mano che passavano i minuti, l'enorme sala del tempio continuava a riempirsi sempre più di ninja venuti da ogni parte del villaggio e Ryuu poté avvistare alcuni dei suoi amici, compresa Maya, con la quale svolse la sua ultima missione, e che non appena lo vide si andò a sedere al suo fianco.
    Ehi Maya-chan! Speriamo comincino presto, dai.
    Purtroppo qualcosa iniziò, ma non era proprio quello che stava aspettando, in quanto in breve scorse tra la folla anche il suo amico Akira, che incurante di tutto si andò a piazzare proprio sulla sedia che avrebbe dovuto essere del Mizukage, sotto lo sguardo inebetito del Mizukiyo e si suppone anche di tutti gli altri presenti. Ryuu non poteva far altro che chiedersi cosa diavolo stesse combinando. Come se non bastasse, arrivò anche un pazzo vestito da carnevale che distribuì a tutti dei bigliettini che puzzavano di chissà cosa e con la carcassa di una capra che poggiò a terra, mentre andava farfugliando cose del tipo che si trovavano tutti lì per la morte del Mizukage.
    Il ragazzo non credette neanche ad una parola di quello svitato, ma Akira sembrava di ben altro avviso, unendosi a lui in quella ridicola scenetta mentre il Mizukiyo li osservò senza dire una parola con uno sguardo stravolto. L'unico momento in cui davvero ebbe il sospetto ed il timore che davvero il Mizukage fosse morto, fu quando vide apparire il suo spirito dalle teche, il che poteva anche spiegare il kanji impresso su ogni telo delle teche, ma per fortuna si presentò in tempo il vero Mizukage a smentire tutto e a riportare un po' d'ordine in quell'incredibile trambusto che si era venuto a creare. Certo, non prima che i due idioti dessero un colpo finale a quella situazione assurda.
    A quanto era parso a Ryuu, sembrò alquanto sorpreso e forse anche un po' imbarazzato dalla piega insolita che aveva preso la faccenda, e d'altronde come poteva non esserlo, ma ormai era giunto il momento di un po' di serietà da parte di tutti.

    Ryuu quasi non badò all'inseparabile Yogan che sedette al fianco del kage e che ormai si stava quasi abituando a vedere, non stando più nella pelle di voler sentire l'annuncio che aveva atteso con ansia, perché sebbene sapesse benissimo di cosa si trattasse, il solo fatto che venisse pubblicamente enunciato lo rendeva particolarmente euforico, oltre che fiero per la consapevolezza di aver collaborato in modo quasi essenziale in una questione tanto importante.
    Il Mizukage fece un breve prologo sulla scomparsa delle originali sette spade, le quali erano avvolte nel mistero da troppo tempo ormai, ma fortunatamente c'era lui ad aver pensato ad una soluzione, arrivando infine al nocciolo della questione e suscitando sicuramente un certo scalpore in tutti i presenti.
    Fratelli di Kiri, lasciate che vi mostri oggi i nuovi tesori della Nebbia, le nuove Sette Spade di Kiri.
    Si, si, si, si, dai, dai, dai, dai
    Il momento era solenne e la tensione di Ryuu era sempre più visibile, attendendo con fin troppa impazienza l'attimo in cui avrebbe potuto mirare le nuove sette spade di Kiri e cominciando a battere ossessivamente i talloni per terra, facendo vibrare tutto il corpo, mentre le sue nocche battevano tra di loro in un ritmo quasi irritante per chiunque gli fosse stato vicino.
    Il Mizukage effettuò un sigillo! I teli scomparvero!! LA PICCOLA NUVOLETTA DI FUMO SI DISSOLSE!!! E... e...
    Eh?!
    Totalmente immobile e con la bocca spalancata rimase il piccolo genin, alla vista di quelle sette apparentemente comunissime katane poste nelle teche che avrebbero dovuto contenere (almeno per come si era immaginato) sette armi favolose e con forme spettacolari, distinguibili da miglia e miglia di distanza e che avrebbero fatto paura solo guardandole. O forse "quasi" immobile, dato che con una lentezza quasi impercettibile cominciò a chinare il capo di lato come per cercare un'altra angolazione da dove guardarle meglio, ancora totalmente shockato per la sorpresa.
    Ma Ocha che diavolo ha combinato? Ci ha tirato un bidone.
    Il giovane neanche si aspettava che il vero aspetto delle spade fosse sigillato, come il resto della platea, ovviamente, ma si discostò da quei pensieri quando il kage riprese la parole per spiegare come era stato possibile tutto ciò e fare una cosa che però colse alquanto di sorpresa il povero genin.
    Akira Hozuki, Meika Akuma, Ryuu Mizukiyo fatevi avanti

    Quelle parole colpirono Ryuu come un meteorite, facendogli gelare il sangue nelle vene e sgranando gli occhi come se stavolta avesse visto per davvero un fantasma. Ma non era un fantasma...molto peggio.
    Come "fatevi avanti"?!?! Oh no no no no, merda, merda, merda, merda.
    Il ragazzo cominciò ad avere un micidiale attacco di panico da pubblico e sempre più persone cominciarono a guardarlo mentre gli altri 2 nominati si erano già avviati per raggiungere il Mizukage, mentre lui continuava a rimanere fermo e fare di tutto per trattenere il rossore delle sue guance, tragicamente senza successo.
    No, no, no, loro sono già quasi arrivati, muoviti muoviti, maledizione, maledizione.
    Purtroppo, anche se avrebbe decisamente voluto evitarlo, non poté sottrarsi a quel folle gesto di scavalcare impacciatamente le persone davanti a lui per arrivare a percorrere quella specie di passerella, con ormai tutti gli occhi concentrati su di lui. Non aveva mai avuto molta simpatia per quel genere di attenzioni, e durante il breve cammino che lo portò alle teche con le spade, che sembrò durare un'eternità, non riusciva a pensare ad altro che a tutti quegli sguardi che lo osservarono.
    Cazzo, cazzo, cazzo, cazzo, cazzo, cazzo, cazzo, non la smettono di guardarmi, e basta!
    E se ho un buco nel pantalone? Cavolo, ma ho messo le mutande? Non me lo ricordo, merda, merda. Ah, si si, mi sembra di si. Si, le sento.
    Basta, cammina, tanto non se ne fregano di te, domani non mi ricorderanno nemmeno, dai. Eh, però adesso mi vedono. Fai finta di niente, fai finta di niente.

    Quando finalmente arrivò al cospetto del Mizukage, al fianco di Meika, sembrò finalmente darsi una calmata, essendo circondato solo da volti familiari e rassicuranti, mentre tutto il resto era alle sue spalle e fuori dalla sua portata visiva.

    Il suo senso di imbarazzo andò lentamente scemando, mentre il capovillaggio cominciò a lodare il lavoro di Akira e Meika, assegnandogli degli importanti ruoli all'interno del villaggio, ma la cosa che lasciò letteralmente a bocca aperta Ryuu, fu quando il kage prese una delle spade per darla al primo ninja cha aveva chiamata, che nei posi secondi che rimase nella sua mano, si tramutò all'istante in un'enorme spada dalla forma completamente diversa. Evidentemente Ocha sapeva il fatto suo e quello poteva solo significare che l'aspetto anonimo delle katane fosse soltanto una specie di copertura, facendo scappare un leggero sorriso a Ryuu, che andò aumentando, man mano che il discorso procedeva.
    Era certamente felice che i suoi due amici ricevessero degli elogi per quell'importante, ma si sentiva sempre più felice e orgoglioso mentre si avvicinava lentamente anche il suo momento, che infine arrivò.
    Ryuu Mizukiyo, Sei cresciuto molto negli ultimi mesi come Shinobi e come uomo. Sento di potermi fidare di te. Ryuu, da oggi sei un Guardiano della Nebbia. Sei troppo inesperto per brandire una delle Sette Spade, ma quando non lo sarai più torna da me e comprenderemo se sei uno Shinobi adatto a questo compito.
    Al solo sentire la prima notizia, Ryuu rimase particolarmente sorpreso, essendo forse non l'ultima cosa che si aspettava, ma di sicuro quasi del tutto inaspettata. Finalmente avrebbe potuto avere un ruolo importante all'interno del villaggio, che non consistesse solo nello svolgere missioni, ma addirittura di proteggere le sue mura da eventuali attacchi. La cosa significò molto per lui, perché essendo stato molto disprezzato per delle accuse di tradimento da parte dei genitori, essere tra le fila di ninja a guardia del villaggio era un passo molto importante che avrebbe potuto forse farlo vedere sotto una luce diversa, ed in quel momento il suo cuore si riempì di gioia.
    Certo, non nascose di essere rimasto un tantino deluso dal non ricevere una spada come ad Akira, ma almeno aveva avuto la conferma che un giorno, quasi sicuramente una di quelle sarebbe stata sua, non desiderando altro che poter maneggiare una delle famigerate armi della Nebbia, ma nel frattempo avrebbe potuto esercitarsi meglio ad usare una spada come si deve.
    A quel punto ringraziò timidamente il suo maestro, con un inchino appena accennato e con poche parole che solo chi gli stava vicino avrebbe potuto udire. G-grazie Mizukage-sama.
    Non gli restava altro che tornare al suo posto, ma preferì restare insieme agli altri due, che rimasero lì vicino, scansandosi per far tornare l'attenzione su l'uomo davanti a loro, che riprese a parlare, invitando chiunque dei presenti a farsi avanti e proporsi per un ruolo. Il genin però aveva già la testa tra le nuvole, già immaginandosi tutti i compiti che avrebbe potuto svolgere come guardiano del villaggio e tutte le situazioni in cui avrebbe potuto scacciare gli intrusi o anche il momento in cui avrebbe finalmente poter avere una delle mitiche sette spade, ed in quel momento niente poté distoglierlo da quei felici pensieri.

    ...


    O forse, "quasi" niente.
    Oh Santo Izanagi, il pazzo vuole fare il consigliere. Allora è pazzo davvero.
    Come dargli torto, dopo tutta la sceneggiata per aver creduto morto il kage per chissà quale ragione.
     
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    "Bene" - pensò l'Akuma quando finalmente comparve l'Itai mettendo la fine a tutta quella sceneggiata. Le 7 spade erano 7 spade, e nonostante l'illusione dell'Itai-fantasma che qualcuno degli Akuma aveva sviluppato, il Mizukage comparve in fretta passando a spiegare che, ahimé, non era morto. Questo lasciò Asmodai sospirare: se fosse morto Itai Nara, chi sarebbe diventato il Mizukage? Asmodai stesso? Ora gli sembrava una seccatura, e non era ancora arrivato il tempo di morire per Itai. Doveva ancora vivere. Quindi il Nara passò a spiegare delle 7 spade e a chi sarebbero passate.
    Asmodai si alzò fiero.
    Poi ascoltò i nomi.
    E risiedette.
    Prima, quando si era avvicinato al banco, aveva voluto prendere la Kujira, ma... era come tutte le altre, infondo. E poi, a pensarci bene, non sapeva nemmeno se l'avesse utilizzato prima o poi. Non era un spadaccino, e la sua spada migliore era la sua mente. Allora forse era meglio lasciare la scelta della spada e del resto agli altri ninja li presenti.
    Sospirò di nuovo, ripensando a quelle spade: una di loro l'avrebbe voluta, e così diceva il cuore, ma d'altro canto invece non avrebbe saputo cosa farsene, e la ragione gli suggeriva di lasciarla perdere e darla a qualcun altro che ne avrebbe fatto un uso sicuramente migliore. Poi scoprì che avevano una squadra medica affidata a Meika, e una squadra speciale affidata ad Akira, e sbadigliò vistosamente. Avrebbe dovuto proprio portare del sushi in quel posto, per rendere tutto quello un po' meno annoiante, ma ahimé aveva quel che aveva, e ascoltò l'intera tiritera con la consegna delle spade, ascoltò il nome di Ryuu, che non sapeva chi era, ma che presto avrebbe sicuramente scoperto chi era, poi sbadigliò di nuovo.
    Kiri stava sì risorgendo, ma a non aver niente a che fare li, lui si stava addormentando.
    In attesa che arrivasse il suo turno, incrociò le braccia sul petto e chiuse gli occhi.


    OT: Post breve, tanto per.
     
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  5. Dolcecattiva
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    Richiesta di ruolo




    Quello sciamano strambo continuò ancora per un po' di tempo con quel teatrino della morte del Mizukage e ad aggravare le cose spuntò fuori anche un fantasma da una di quelle teche che assomigliava in tutto e per tutto al finto defunto capo del villaggio.
    «Tutto questo è assurdo Ryuu.. non credi?»
    Per non finire le sorprese si presentò anche uno strano maggiordomo (?) che insinuava che dentro le teche c'erano delle spade e non i brandelli del corpo di Itai e che presto una di quelle sarebbe diventata sua a costo di uccidere ogni pretendente.
    «Ma pensa sto scemo, arriva qui e pretende anche di avere quello che decide lui...quando arriva il capo! Mi stanno infastidendo tutti questi teatrini...»
    Per mettere la ciliegina sulla torta, il maggiordomo annunciò l'apertura di un sushi bar al quale ci invitava ad andare tutti perchè suo
    ~ Si certo aspettami che arrivo subito! ~

    Finalmente, dopo che il teatrino stava per finire in un delirio, copricapi di lucertole, bigliettini di escrementi, festoni funerari, ceri e tante altre cose ancora, fece la sua entrata il Mizukage, il quale non sembrava avere un'espressione felice, forse quasi disgustata per quel che aveva davanti.
    Ed ecco che il ciuffo bianco con la ragazza angelica si spostarono per lasciar posto al vero capovillaggio. Da li, cominciò a fare il discorso di benvenuto e spiegò il perchè ci avesse convocati.
    Le famose 7 spade di Kiri erano state riforgiate e c'era da rimpinguare l'organico del villaggio data l'assenza di persone a ricoprire i vari ruoli.
    Il kage fece dei ringraziamenti particolari agli shinobi che hanno permesso la realizzazione delle spade: Akira Hozuki ~ Uuuuuhm ecco come si chiama ciuffo bianco!!~ , Meika Akuma, ~ la ragazza angelica ha anche un nome carino! ~ , ed infine Ryuu «Bravo Ryuu complimenti!!» mi voltai a guardarlo per poi dargli una pacchetta sulla spalla «hai contribuito anche tu alla riuscita di questa missione!»
    «..... fatevi avanti!» questa volta Maya non si limitò ad una pacchettina leggera, ma ad un vero e proprio ceffone sulla spalla dato che il ragazzo sembrava come pietrificato. «Vai muoviti!!» Disse la ragazza sottovoce ma con tono di comando.

    Il Kage assegnò 2 spade ai due ragazzi (coppietta?) e arruolò la ragazza come medico ed il ciuffo bianco alle squadre speciali.
    «Dunque, la Nebbia avrà nuovamente una Squadra Medica ed una Squadra Speciale assieme a degli Spadaccini, ma è ora che tutti voi iniziate a lavorare attivamente per il bene del Villaggio della Nebbia. Il Villaggio necessita di un altro valido Guardiano e di gente che si assuma il compito di essere un torturatore. C'è qualcuno tra voi, mi chiedo, che si sente in grado di assumersi queste responsabilità? »

    ~ TORTURATORE?????? interessante!!!!!!!! ~
    Ed ecco, che i vari shinobi cominciarono a farsi avanti per proporsi per i vari ruoli.
    Il primo fu quel pazzo di un sciamano-pagliaccio che si propose come consigliere del kage, poi fu il turno di un piccolo ragazzo che si propose di aiutare come poteva il suo villaggio e ciuffo bianco gli si avvicinò per incoraggiarlo e sostenerlo ed anche la ragazza angelica sembrava approvare il gesto.
    Non si faceva avanti nessun altro ~ è il mio momento! ~
    La ragazza si avvicinò ad Itai, fece un piccolo inchino verso di lui in segno di saluto e disse:
    «Io vorrei propormi per ricoprire il ruolo di torturatore, se non ha nulla in contrario vorrei avere io questa mansione.»
    Maya non era mai stata così seria e composta in tutta la sua vita, la figura del Mizukage la spaventava un pochino data l'esperienza avuta alla festa dei bambini.
    Avrebbe accettato di darle quel ruolo?

     
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  6. Sesshomaru25
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    Capitolo I
    Riunione






    Il giorno prima..



    Mi sembrava una giornata come tante.
    Mi alzai al mattino e feci velocemente colazione con un toast e delle uova sbattute.
    Salutai con un rapido cenno della mano mio zio per uscire di casa chiudendomi la porta alle spalle.
    Poi arrivò.
    Era lì, infilata appena sotto la porta di casa, era una busta che portava il sigillo Kiri; frettolosamente l'aprii strappano la parte superiore della busta.
    C'era una lettera al suo interno.

    CITAZIONE
    A tutti gli Shinobi di Kiri, la Sesta Riunione del Villaggio è stata convocata per domani alle ore 10, presso il Tempio della Nebbia.
    La partecipazione alla Riunione è obbligatoria per tutti gli Shinobi di Kiri.

    Itai Nara
    Kyuudaime Mizukage

    A quanto pare il Mizukage aveva indetto una riunione, dal quale come suggeriva il messaggio non era possibile astenersi!
    Sbuffai tra me e me.

    Uff..! Sarà come sempre la solita riunione generale! A che punto siamo, come va l'economia e bla bla bla!!! Che palle! Però se proprio ci tengono ci sarò...

    Con rapido movimento della mano infilai la lettera nella tasca posteriore dei miei pantaloni e mi diressi con fare lento e scocciato verso il mercato, sperando di trovare qualcosa di interessante da fare per il resto della giornata...




    Oggi..


    Triiiiiiiiiiin! Triiiiiiiiiiiiin! Triiiiiiiiiiiiiiiiiiin!

    Fu un secondo. La mia mano staccò d'istinto andando immediatamente a fare pressione sul piccolo puntante nero posto in cima.
    Quella dannata sveglia faceva un casino del diavolo! Però dovevo alzarmi.
    Erano le 09:00 e tra un'ora si sarebbe tenuta la riunione indetta dal Mizukage; presi la lettera trovata il giorno e mi vestii di tutto punto, portando con me anche il mio solito equipaggiamento ed uscii di casa, non salutai mio zio, era ancora nel letto a ronfare come un vecchio trombone! Mi chiusi la porta di casa alle spalle ed a passo svelto mi diressi verso il Tempio della nebbia.
    Arrivai al tempio con un pò di ritardo, era più lontano di quanto pensassi, al mio arrivo altri ninja si erano già raccolti nell'enorme stanza e sette teche coperte da dei teli era al centro della sala con una singola sedia, messi li probabilmente apposta per il Mizukage, mi fermai a qualche metro di distanza dai miei colleghi.
    Osservai tutta la scena che ne seguì con estrema attenzione!
    Ascoltai un pazzo farneticare della morte di Itai, per poterlo vedere apparire tra l'incredulità generale! Mi lasciai scappare una risatina ironica..

    Pft! Figurati se uno come Itai Nara si lasciava uccidere da un perfetto sconosciuto! Certo che qui a Kiri hanno davvero poca considerazione per il loro.....

    I miei pensieri furono immediatamente interrotti dall'annuncio del Mizukage, e questa si fu una notizia che valeva la pena ascoltare!
    In quelle teche era state riposte le sette nuove lame degli spadaccini di Kiri, riforgiate e riportate in auge dal Mizukage con l'aiuto di un fabbro e da alcuni dei ninja più capaci e potenti di tutta Kiri!
    Ero davvero esterrefatto!
    Gli occhi era completamente spalancati e, se non fosse stata attaccata alla mia testa, la mascella mi sarebbe sicuramente caduta a terra dallo stupore! Vidi i fedelissimi Itai ricevere promozioni e addirittura le spade neo forgiate, erano davvero stupende! A stento riuscivo a trattenere la saliva che era pronta a grondare dalla mia labbra come un bambino ancora incapace di esprimere parole, il cui unico modo per comunicare era a gesti e versi.
    Una delle spade venne assegnata seduta stante ad Akira Hozuki, un onore che andava ben oltre qualsiasi immaginazione!
    Guardavo gli altri ninja sussurrare tra loro, confabulare tutti eccitati su come avessero potuto entrare in possesso di quelle preziose lame, altri invece si offrivano volontari per altri genere di mansioni; chi si proponeva come consigliere di Itai, chi come torturatore, altri invece si limitavano a fissare come zombie le spade, quelle splendide spade...

    Devo averle!!!! Avanti Takeshi!!! Se siamo rapidi e lesti potremo farcela!!! Non dico di prenderle tutte.... Ma una... Solo unaaaaaaaaaaaaa......

    Chiusi gli occhi e mi morsi le labbra, picchiai la testa contro la parete alla mia destra! Dovevo far andare via quella voce dalla mia testa! Le spade erano lì ed erano davvero magnifiche ma non potevo minimamente pensare di poterle rubare, chissà quale jutsu di sicurezza era stato posto su quelle teche e con tutti quei ninja in sala sarebbe stato un vero suicidio, senza contare che Itai Nara, il più grande dei ninja di Kiri, era lì a pochi passi.

    Smettila! Quello che dici è folle!!!

    Si...E' follia.... Pura pazzia! La tua!!!! Ora va là e prendila!!!!!

    Senza che me ne rendessi conto, iniziai a farmi strada tra i vari shinobi presenti, nel modo più gentile possibile.
    Ed erano lì, di fronte a me, riuscivo a sentire l'odore dell'acciaio nell'aria; sentivo echeggiare ancora nella mia testa il martello che le aveva forgiate, il calore della fucina che sputava fuoco e fiamme!

    Che splendida fattura! Che taglio! Che precisione...

    Allungai la mano dritta davanti a me, ero come in trance; la bellezza di quelle spade mi stava rendendo pazzo! Ma le volevo! Almeno una!
    Dovevano essere mie!

    La mia spade... La mia lama....

    Ebbi un sussulto nel petto..

    Il....mio......tessssooooooooooro....

    Ripresi immediatamente coscienza di me stesso, tirando immediatamente indietro la mano che si stava allungando troppo.
    Mi sentii terribilmente male all'improvviso, fitte mi attraversavano lo stomaco fino ad arrivare al cuore e ai polmoni! Come potevano dei semplici oggetti causare tali sintomi?! Avevo bisogno di aiuto!!! Qualcuno doveva aiutarmi!!! Cercai disperatamente con gli occhi lo sguardo del Mizukage, lui era stato uno dei pochi che era riuscito a controllare "l'altro" e lui era l'unico che potesse aiutarmi....
    Riuscii a stento a dire il suo nome, la mia voce era debole, rauca, senza forze...

    I..I..Itai....

    Cadi in ginocchio tenendomi le mani al petto!
    Avevo bisogno d'aiuto o non so come sarebbe andata a finire quella riunione.
    Avevo bisogno d'aiuto.

    Narrato
    Parlato
    Parlato Itai Nara
    Pensieri
    Pensieri Doppelganger
    Parlato Altri


    Edited by Sesshomaru25 - 22/2/2016, 17:22
     
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    ~ The Red Capes are coming!

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    La Sesta Riunione di Kiri
    Capitolo Uno


    Atto II
    Sottovalutato e invidioso. †
    Col mio dito inquisitore che ancora indicava quel malefico - e completamente stolto - trittico che presiedeva nella zona riservata al Kage, la ragazza che mi sembrava di conoscere ma della quale non ricordavo assolutamente niente mi disse, scuotendo la testa, rassegnata: « Non dirlo a me eh. Cosa credi che stia facendo qui? » Akira si stava dimostrando il solito mentecatto, Sanjuro invece era se stesso come sempre: pazzo, totalmente svitato, col cervello congelato da anni di esposizione ai freddi venti di Genosha. Lo sciamano poi trovò addirittura le parole per rispondermi, quasi urlando; da dietro la sua maschera potevo benissimo vedere il volto crucciato, le sopracciglia inarcate, gli occhi pieni e la bocca grugnita che accompagnavano, come un vecchio accompagna un saggio consiglio, le sue parole: « Sarò anche un vecchio pazzo ragazzo, ma almeno non sono un vecchio pazzo. » Rimasi un attimo a fissarlo, attonito. Un ciglio si era alzato, la testa leggermente girata verso sinistra, gli occhi spalancati ancor più. Le orecchie poi captarono le parole di sconforto e di tristezza di Akira, quelle parole che sapevano di stato acuto legato ad un deficit psico-cognitivo. Mi voltai infine verso la ragazza che mi aveva precedentemente rivolto parola, capendo ciò cui aveva alluso inizialmente. La testa cadde morta col mento verso il petto ed il dito inquisitore si arrese alla forza di gravità, andando a puntare verso il basso: se avessi avuto Saruhyondo al mio fianco, probabilmente sarebbe successo un macello. Non smetterò mai di ringraziare Jeral per aver permesso alla mia indole di non manifestarsi durante quell'incontro.
    Proprio nel momento della mia rassegnazione, però, il diretto interessato si palesò, poco formale come suo solito, accompagnato dall'evocazione che ebbi modo di incontrare in amministrazione, Yogan. Con passi lenti e quasi impercettibili il Kyuudaime raggiunse le spalle di Akira e, invece di sgozzarlo come avrei saggiamente fatto io - non che avessi qualcosa contro Akira, solo che trovavo insopportabile la sua mancanza di fede responsabilità -, gli pose una mano sulla spalla e dopo aver rassicurato tutti della sua ferrea salute esordì con un mefitico: « Sparite di qui. » Mentre Itai si sedeva, io gli ero dirimpetto: non sapevo se mi avrebbe riconosciuto immediatamente senza il mio abituale bendaggio - cosa che pareva tutti i presenti che mi conoscevano avessero fatto - ma l'inchino che feci, ginocchia a terra e capo chino, prima di congedarmi e mettermi a sedere in una delle panche nelle prime file, di certo mi avrebbe reso inconfondibile come un faro luminoso in una ombrosa costa kiriana, senza considerare poi l'intarsiatissimo fodero vuoto di nero ebano a forma di corpo di drago che mi portavo appresso. « E fate sparire questo fantasma » Aggiunse indispettito, mentre mi sedevo. « Quale fantasma? » mi domandai, dato che i miei occhi non vedevano assolutamente niente di incongruente in quella situazione: ciò che immediatamente mi balenò per la testa fu un genjutsu, dato il mio arrivo leggermente posteriore rispetto al tristissimo siparietto dello spadaccino e dello sciamano. Scossi la testa, ancor più contrariato.
    Passarono alcuni istanti, il tempo che tutti prendessero posto, prima che il Mizukage iniziasse il suo discorso.
    E neanche in quello sapeva essere formale: parole lasciate correre, niente arcaismi, pochissime artificiosità linguistiche che potessero ammaliare, figure retoriche deboli, metafore assenti ma, cosa ancor peggiore, si vedeva che stava improvvisando l'intero discorso. Non c'era niente di sentito, se non l'emozionalità che poteva scaturire la notizia in sé, l'orgoglio per il meccanismo messo in moto, ma mancava il pathos, mancava la tensione.
    Dietro ai discorsi spogli c'era tuttavia la fantastica notizia delle Nuove Sette. Le sensazioni magnifiche che mi assalirono all'idea di poter seguire le orme di Zabuza Momochi, dell'unico, vero, Demone della Nebbia, di poter brandire un oggetto simile alla Tagliateste, la potentissima spada di Kiri persa e nella ricerca della quale mi adoperavo - e perdendo la mia spada - furono un tripudio, mi inondarono la mente ovattando le orecchie e dipingendo una espressione di stupore e gioia infinita sul mio viso. Quando Itai tolse i teli dalle sette teche che aveva alle sue spalle, sette semplici, seppur di estremo pregio, katane si lasciarono osservare dalla platea sulle panche; gli Spadaccini di Kiri erano famosi per portare delle armi la cui sola vista terrorizzava gli avversari: la scelta di forgiare delle semplici katane che, sicuramente, nascondevano poteri straordinari era peculiare ma forse lungimirante. Passavano inosservato e permettevano operazioni d'infiltrazione e spionaggio diverse. Subdolo ma astuto. Persi la gran parte delle parole finali ed anche molte delle cose che accaddero nelle mie vicinanze immerso in questi pensieri finché i nome di Akira Hozuki, Meika Akuma e Ryuu Mizukiyo non furono pronunciati da Itai.
    Che Akira fosse nelle sue grazie era cosa più che evidente: avrei tanto voluto saggiare le capacità dello spadaccino canuto di Kiri, anzi, senza dubbio avrei voluto spendere due parole con lui al termine di quella riunione.
    Scoprii poi il nome della ragazza che riconoscevo ma non conoscevo: Meika Akuma. Vedendola tornare davanti alle sette al fianco di Akira la mente si fece più nitida e le ultime immagini del mio corpo debole che rantolava al suolo in amministrazione sfumavano sul suo volto: era lì insieme a Sanjuro e Akira, per questo me la ricordavo ed il fatto che il suo fosse l'ultimo viso che avevo in mente suggeriva che fosse stata lei a prestarmi primo soccorso.
    L'ultimo ragazzo non lo conoscevo ma era molto, molto giovane.
    All'Hozuki fu donata una delle sette, Sameha, e gli fu affidato il compito di guidare le Squadre Speciali del Villaggio. Quando il Kyuudaime richiamò a sé la spada con un sigillo, nelle sue mani essa mutò, diventando estremamente terrificante e bella, magnifica, come le vecchie Sette erano antonomasticamente state. Invidiavo quel ragazzo, lo invidiavo da morire. La mia natura estremamente legata alle armi bianche mi faceva sperare, in un angolino di cuore, che Itai mi avesse chiamato successivamente per affidarmene una. Pochi altri a Kiri erano capaci come il sottoscritto di brandire un ferro e di essere letali: oltre al Kage stesso, Akira, in quella sala, di mia conoscenza, non c'era nessun altro, cosa che mi rendeva incredibilmente adatto a quello che desideravo così ardentemente.
    Meika si era guadagnata una spada ma, a sentire il Kage, non le sarebbe servita a molto, date le sue abilità. A lei fu dunque affidato l'Ospedale di Kiri. Un incarico importantissimo.
    Infine a Ryuu fu promessa una spada, essendo egli ancora inesperto, ed Itai gli fece, semplicemnte, un bagno di onori, in quella cirocstanza. La cosa mi suonò così meschina e inutile che quasi mi provocò disgusto: mi immedesimai nel ragazzo e percepii il dolore e la disperazione per essere stato considerato "non all'altezza".
    Le mie speranze si infransero sul discorso finale; la mia chiamata non arrivò ma ci fu, da parte del Kage, l'invito a tutti gli shinobi e tutte le kunoichi del villaggio a candidarsi ad un ruolo per poter servire l'amministrazione. Il primo a proporsi fu Sanjuro: dannazione, quel vecchietto ne sapeva una più del diavolo. La sua storia era assai triste, i suoi poteri nascosti e forse, dietro la putrescente materia cerebrale che gli era rimasta, si nascondeva ancora il vecchio potenziale imprigionato da Tsunade anni or sono. Voleva essere il "consigliere del Kage". Indubbiamente un ruolo rilevante e vitale ma che probabilmente non avrei mai accettato da una persona mentalmente instabile come lui. Una lama a doppio taglio troppo, troppo difficile da gestire. Akira sussurrò qualcosa all'orecchio di Itai: sperai fosse una battuta, anche se, considerando il teatrino che erano riusciti a mettere su lui e Sanjuro qualche minuto prima, non mi sarei sorpreso se avesse speso parole di encomio verso lo sciamano.
    Si propose poi un bambinello, poco più di dieci anni sul volto e sul corpo: voleva semplicemente aiutare il villaggio. Un gesto nobile da parte sua, nobilissimo, che io avrei premiato in qualche modo se fossi stato il Kage senza, tuttavia, dare realmente ad una persona che all'apparenza si mostrava grandemente inesperta e immatura.
    Stavo per prendere parola quando dall'altra navata del tempio una kunoichi prese parola, alzandosi ed avvicinandosi ad Itai: « Io vorrei propormi per ricoprire il ruolo di torturatore, se non ha nulla in contrario vorrei avere io questa mansione. » Sarebbe stata gradita una presentazione, almeno alle altre centinaia di persone presenti.
    Mi alzai anche io, portandomi al centro della struttura, dinnanzi alla sedia di Itai, dove feci il mio solito inchinoabe3aab685_4304333_med - quella volta stavo rischiando che il Kage prendesse una delle sette e mi decapitasse seduta stante, ma l'ufficialità dell'evento rendeva la mia schiavitù ai formalismi ancora più necessaria e forse rendeva anche il kage più incline ad accettare certi comportamenti - prima di prendere parola. « Il mio nome è Keiji Kagome. La mia natura di soldato mi ha portato più volte in passato al dovermi confrontare con operazioni di estrema riservatezza all'interno dell'amministazione del mio villaggio natio. Sarei onorato di poter sottostare agli ordini del neo eletto Akira Hozuki nelle Squadre Speciali. » Parlai con voce grave, impostata, talmente rotonda da risuonare possente in ogni anfratto del tempio, vicina alle orecchie di tutti gli ascoltatori. « Qualora non mi ritenesse degno o adatto a questo ruolo, non posso che ricordarle le mie vicende e le innumerevoli volte che per estrapolare informazioni sul campo di battaglia sono dovuto ricorrere all'Arte della Tortura. Anche recentemente, purtroppo. » Sapevo che Itai non mi avrebbe mai ritenuto all'altezza di presenziare nelle squadre speciali: allo stesso modo non mi aveva ritenuto, finché non messo alle strette, capace di manipolare il Flagello Immortale e consegnarlo a lui, così non si sarebbe fidato di me per quel ruolo. Quel giorno mi sentivo sottovaluttato ed invidioso. Mi stavo inoltre mettendo in competizione con altri Kiriani, specialmente con l'ultima kunoichi; magari sarebbe potuto succedere qualcosa di interessante. Magari.





    Legenda


    Narrato
    « Citato! »
    « Parlato! »
    « Pensato! »
    Anima di Saruhyondo.
    Anima di Keiji.




    Edited by Ade Geist - 24/2/2016, 15:59
     
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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    La Sesta Riunione di Kiri

    III



    I tre furono felici di quanto avevo dato loro. Akira in particolar modo mi parve assai contento di lasciare il suo incarico di guardiano per qualcosa di maggiormente adatto alle sue capacità, mentre Meika sulle prime parve alquanto ansiosa di ciò che le aspettava. Non era un compito facile, ma era l'unica persona al Villaggio con le capacità di svolgerlo. Infine Ryuu parve assai imbarazzato di quella chiamata e non compresi se fosse felice o meno di quanto gli era stato concesso, ma il ragazzino come al solito si sarebbe impegnato per portare a compimento gli ordini che gli erano stati assegnati. Quando poi, poco dopo, giunse il momento in cui domandai ai Kiriani se avessero voglia di mettersi in gioco per il Villaggio accaddero cose molto strane. La prima fu Sanjuro che, senza preoccuparsi minimamente del suo grado e della sua insanità mentale decise di proporsi come consigliere. Rimasi assai perplesso per alcuni secondi dinanzi quella proposta tant'è che non riuscii a formulare una risposta prima che il giovanissimo Takeshi si buttasse fuori dalla folla. Non avevo mai visto quel giovanissimo Shinobi ma non riuscì a non strapparmi un sorriso dalle labbra.

    Mi alzai dalla sedia e mi avvicinai a Sanjuro, posandogli una mano sulla spalla. Forse Consigliere per te è un po' troppo, non sei ancora un Genin, no? E sei fuori di testa come un melone inacidito, aggiunsi nel pensiero. Dunque mi rivolsi dopo Meika ed Akira a Takeshi, avvicinandomi fino a stare di fronte a lui. Alzai una mano e la posai sulla sua testa, scompigliandogli appena i capelli chiari.
    Questo è lo spirito giusto, dissi al ragazzino senza nascondere la mia approvazione nella voce. E quando sarà il momento mi assicurerò di farti rimpiangere quanto hai detto ora, perché il Villaggio avrà bisogno di te, avrà bisogno di tutti i suoi ninja. Ma ora fa come ha detto Akira, feci una breve pausa Cresci e diventa forte, ne aveva sicuramente tutte le potenzialità.
    Forse ispirati dal coraggio di un ragazzino, altra gente si fece avanti. Una giovane ragazza si propose come torturatrice e subito dopo Keiji, col suo solito fare assai formale, domandò di essere posto sotto Akira nelle Squadre Speciali del Villaggio. Il ricordo della storia col Flagello era ancora recente e di elementi che non quadravano nello strano racconto di Keiji ce n'erano molti (stranezze, più che altro, forse determinate dal comportamento folle e scostante del Flagello). Mi domandai se avessi potuto fidarmi di lui.
    Dovresti anche dire il tuo nome, ragazza, dissi dopo che i due ebbero terminato di parlare. Ebbene, nessun altro? Va bene così. Keiji, mi chiedi di ammetterti alle Squadre Speciali e tu invece un incarico come Torturatore. Una Squadra Speciale fatta da una sola persona è ben poca cosa, un carcere senza qualcuno in grado di cavare fuori dalla testa dei nemici le giuste informazioni serve a poco, se fosse adatto o meno però non stava a me dirlo con certezza. Per essere precisi, non stava più solo a me dirlo.
    Non posso escludere ciò che mi avete chiesto per entrambi, ma prima di affidarvi un ruolo dovrò capire se siede adatti a ricoprirlo, normale amministrazione, dopotutto. Vi testerò domani, venite entrambi in Amministrazione di mattina alle nove in punto, dunque li lasciai liberi di andare. Ragazzino, vieni anche tu domani, aggiunsi poi rivolgendomi a Takeshi. Non poteva ancora assumere ruoli nel villaggio, ma ciononostante la sua intraprendenza e la sua giovane fedeltà andavano premiate ed incoraggiate.


    Nel mentre qualcosa di sinistro accadeva. Takeshi, con tutte le sue svariate turbe mentali (ne esisteva uno sano di mente a Kiri?) pensò bene di avvicinarsi spinto da chissà quale forza alle spade. Yogan, che aveva il compito di tenere d'occhio proprio quelle teche lo notò e rapida come il vento fu davanti a Takeshi. Lo afferrò per i vestiti e lo trascinò senza sforzo indietro.
    Oh, bellosguardo, che ti prende? Quelle non sono per gli studentelli alle prime armi, non sono nemmeno per i Genin se per questo, quel trambusto attirò la mia attenzione. Yogan?, domandai.
    Un impudente che si è avvicinato troppo alle spade, disse la dragonessa dall'altro lato della sala. Quando vidi Takeshi non riuscii a non farmi sfuggire un sospiro quasi rassegnato. Non era servito a nulla comprendere ciò che era realmente successo con sua madre?
    Lascialo, dissi alla dragonessa. Lei eseguì e fluttuando nell'aria tornò al mio fianco. Che pensavi di fare? Credevi davvero che ti sarebbe stato consentito toccare una delle Sette?, composi un solo sigillo e le Sette sparirono dalle loro teche, mentre un rotolo comparve nella mia mano destra. Solo Sameha mancava dal grosso rotolo che affidai a Yogan.
    Non sono armi che possono essere prese, sono armi che sono concesse, Takeshi. E non possono essere concesse a tutti, solo Shinobi abili almeno quanto un chunin possono sperare di governarne parte dei poteri e solo un jonin può sfruttare la loro reale forma e potenza. Resta lì a riflettere su ciò che hai fatto, parleremo alla fine della riunione, il mio tono era acre e tagliente come una lama. Sedetti nuovamente, lasciandomi andare ad un sospiro.


    Bene, dissi dopo alcuni secondi. Con le Sette riforgiate inizia una nuova epoca per Kiri. Se di splendore o meno, dovremo deciderlo assieme. Sono felice che qualcuno oggi si sia fatto avanti senza temere nemmeno la propria inesperienzaO la propria instabilità mentale Per cui prima di concludere lascio la parola a chiunque voglia dire qualcosa a me o al Villaggio in questa assemblea. Sentitevi liberi di parlare, mai tacere le voci dentro il proprio Villaggio, persino quelle contrarie. Solo chi non poteva parlare liberamente finiva per sussurrare complotti.
     
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    Presentazioni mancate




    In tutto quel trambusto e per l'eccitazione di proporsi a ricoprire un posto vacante al villaggio, la giovane Maya si dimenticò di fare le sue presentazioni al kage. Per questo motivo, la ragazza si inchinò nuovamente davanti al kage e rossa in viso si affrettò a dire:
    «Ha ragione, signore! Sono Maya Natsume e sono genin gialla. Sono lieta di ricoprire questo ruolo, le dimostrerò di essere all'altezza delle sue aspettative.»

    ~ O per lo meno spero!! ~ pensò la ragazza

    «Non mi sono erroneamente presentata perchè pensavo si ricordasse di me alla festa dei bambini e il piccolo inconveniente con le caramelle alle sue due bambine. Mi scuso ancora!!» Alzò lo sguardo per guardarlo in faccia e portò una mano dietro la testa in segno di imbarazzo. Il kage le diede appuntamento per il giorno dopo in amministrazione per una prova.

    ~ Devo assolutamente farmi valere... ho bisogno di fare del male a qualcuno.. ~ La vena di rabbia che scorreva in Maya sembrava volesse uscire a tutti i costi.

    Probabilmente nessun altro aveva voglia di ambire ad un “titolo” e stava calando una certa calma, quando, all'improvviso Maya vide una scena particolare. Qualcuno si stava avvicinando alle teche ed una ragazza (?) si spostò, talmente velocemente da sembrare quasi un teletrasporto, per impedire a quell'uomo che toccasse quelle preziose spade.

    Il kage sembrava abbastanza irritato per quel gesto, infatti espresse il suo voler parlare con lui alla fine della riunione.
    Se non ci fossero state altre proposte, la riunione si sarebbe conclusa e Maya avrebbe cominciato a scalpitare per la prova da sostenere il giorno successivo.
    Arrivederci e a domani, signore! avrebbe detto alla fine accennando nuovamente ad un piccolo inchino per poi cercare Ryuu con lo sguardo ed avvicinarsi a lui nella speranza che volesse fare quattro chiacchiere nel mentre che si tornava a casa.

     
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    Il kage morto, lo sciamano, il guardiano sfortunato e la senzatetto




    56d84739374bb
    Quindi Itai non era affatto morto, quelle nelle teche erano delle spade, le nuove sette spade, create col metallo recuperato a Genosha, quello che Sanjuro aveva visto era un fantasma creato da Meika per burlarsi di loro, e il vero Kage si era presentato solo per ultimo. Ah, e non solo, ma Akira non lavorava più alle mura.
    Ovviamente queste erano tutte barzellette, e Sanjuro non pensò a questa eventualità nemmeno per un attimo. Era troppo concentrato a fissare le sue ciabatte per capire in che modo potesse renderle più potenti, quando Itai rispose alla sua richiesta di diventare consigliere, negandogliela, come era più che prevedibile. Lo spetto non era solo maligno, era persino furbo. Aveva compreso il piano di Sanjuro di esorcizzarlo, e lo aveva allontanato da sè, ma in modo sottile perchè il resto del villaggio non lo comprendesse. Quello poteva essere il nemico più ostico mai affrontato dallo sciamano, che durante il resto della riunione, sempre restando vicino ad Itai, a distanza di lancio di chicco di sale, ogni tanto, quando il Kage si voltava, con fare distratto, lanciava nella sua direzione, usando come fionda il pollice e il medio, come si fa con le biglie, un chicco di sale.
    Il sale grosso si sa, scaccia gli spiriti. Magari non sarebbe stato consigliere, magari non avrebbe esorcizzato lo spettro di Itai, magari non avrebbe aiutato il suo amico defunto a raggiungere la casa dei suoi padri, MA ALMENO LO AVREBBE LENTAMENTE E INESORABILMENTE INDEBOLITO, SENZA CHE LUI SE NE FOSSE MAI ACCORTO.

    [...]

    Ad Akira fu consegnata una bella spada, a Meika fu assegnato l'ospedale, dopotutto Sanjuro aveva perso tutto il quartiere Akuma agli strozzini alla festa di fine anno senza rendersene conto, quindi la ragazza forse non aveva più una casa dove stare; quindi una ragazza che disse di essere un genin giallo (Sanjuro cercò in lei chiari segni di ittero, ma senza trovarne) voleva essere torturatrice per gestire le prigioni, il tizio tutto bendato si fece avanti, era sicuro di conoscerlo in qualche modo, non perchè lo avesse addestrato per un giorno intero giusto la settimana prima; non lo ricordava, ma perchè era certo di avergli venduto un unguento contro le psoriasi. Si fecero avanti altri ninja, chi per commentare, chi per appoggiare il villaggio. Sanjuro si chiese come mai tutti volessero sorreggere Kiri, il villaggio stava forse sprofondando? Avrebbe controllato dopo la riunione, chiedendolo ad un pescegatto della palude. Ultimo, ma non ultimo, vide un giovane avvicinarsi a una delle teche per afferrare una spada, ma venne bloccato. Che avesse capito tutto? Che il ragazzo sapesse della condizione di Itai e avesse cercato di impugnare una magica spada per scacciare lo spettro? Sanjuro avrebbe indagato.
    Che la riunione fosse terminata? Non sembravano esserci altri argomenti all'ordine del giorno, come se un kage morto fosse poco.
    Sanjuro, che non aveva compreso che il nuovo ruolo di Akira cambiava di fatto le sue mansioni, avrebbe rivolto all'amico le uniche parole che si sentiva di dire in quel momento, rischiando di causare forto dubbi nel chunin.

    - Akira, penso che la veglia sia finita, buon lavoro alle mura, ora che sei un ninja speciale, saprai difenderle ancora meglio. - Per lui il nuovo rango significava solamente che sarebbe stato chiamato per ulteriori incarichi, ma che non avrebbe cambiato il suo normale incarico ninja. Aggiunse:

    - Puoi tenere l'elmo se vuoi, ti porterà fortuna, e sono certo tenga lontane le libellule. -

    Quindi avrebbe atteso il kage vicino alla porta, restando in piedi, reggendosi sul bastone come fosse uno stendardo davanti sè, che tutti i ninja avessero con calma lasciato la sala, scavalcando la capra morta. Quando l'ultimo fosse stato Itai, avrebbe esclamato:

    - Vi accompagno. - E se ne sarebbe andato trascinando la capra dietro di sè tenendola per una zampa. Ovviamente sempre che Itai non avesse rifiutato, in quel caso avrebbe trascinato ugualmente la capra.

    Una sola certezza.

    KIRI E' INFESTATA




    Si ringrazia Waket per la sorpresa grafica
     
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  11. The_Drake
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    Sesta Riunione di Kiri



    Le mie parole avevano smosso gli animi di molti ninja, che si fece avanti alle mie parole, portandosi difronte a me e cercando di darmi conforto e forza per i giorni avvenire; Per primo fù un ninja, che poco prima aveva ricevuto una spada di Kiri, Akira, che arruffandomi i capelli e portandosi alla mia altezza mi disse di combattere "per ciò che ritenevo giusto": ma cosa ritenevo giusto in quel momento e alla mia età? Lo guardai fisso negli occhi, cercando di tenere un aria seria e composta, anche se dentro di me era scosso da mille sentimenti, tra cui paura, eccitazione, voglia di piangere per la commozione. Combatterò per Kiri, per chi è mio amico e per chi mi è sempre stato accanto...per cui cercherò di seguire il tuo consiglio, Akira-san, diventerò forte...magari non tanto da meritarmi una spada di Kiri...ma abbastanza da proteggere chi voglio bene! Dissi, chiudendo gli occhi e battendo un pugno nel cuore, quasi il mio segno di promessa: chiusi gli occhi per l'imbarazzo e per non far uscire una piccola lacrimuccia che si stava presentando nel mio occhio destro; Sai che figura mettersi a piangere davanti a tutti? Era pur sempre lacrime di commozione ed agitazione, visto che mi sentivo al centro dell'attenzione e con gli occhi puntati addosso.
    Poi una voce familiare, di una ragazza, che però conosceva; Era Meika, una kunoichi che aveva incontrato qualche giorno addietro e che aveva aiutato a recuperare dei veleni rubati dalla guardiola dei guardiani di Kiri: mi disse di ascoltare Akira, di seguire le sue parole, che mi avrebbero portato da qualche parte. Meika-san! Meika-san! Che bello rivederti! Si, prometto di ascoltare Akira-san, voglio rendermi utile per Kiri e finalmente smetterla di studiare in Accademia per inseguire i miei sogni! Dissi, girando il mio viso verso quello della ragazza, cercando di guardarla dritto negli occhi: occhi che per fortuna non erano rossi e demoniaci come mi aveva già mostrato un tempo.
    Poi il mio sguardo si fiondò molto più in là, cercando il mio viso familiare: Onori, mi madre.
    Era ancora li, che mi sorrideva, che annuiva con il capo per quello che avevo fatto facendomi sentire orgoglioso della scelta che avevo fatto, del coraggio che avevo tirato fuori difronte a tutta quella gente.
    Poi, finalmente ed inaspettatamente, arrivarono le parole di chi stava detenendo quella riunione: il Mizukage Itai Nara.


    maxresdefault
    Erano parole giuste, dure allo stesso tempo, che rimportarono i toni alla serietà che una riunione doveva avere; Sapevo che la vita del ninja non erano sempre rose e fiori, bisognava esser pronti a sacrificarsi, combattere per il villaggio anche se le condizioni di vittoria erano minime e si rischiava di morire nel tentativo.
    Ero pronto a quella scleta? Si, l'avevo presa io stesso.
    Mia madre, da quando papà non era più con noi, non voleva intraprendessi la vita dello shinobi, vivendo come un bambino normale, magari diventando un negoziante, fuori da ogni pericolo: non potevo, non volevo.
    Alle parole di Itai, feci un passo avanti, spostandomi ancora verso di lui e superando Akira. Diventerò forte Mizukage-dono. Le prometto che sarà orgoglioso di me e che alla fine le sarò utile in un modo o nell'altro! Ancora un pugno nel petto, distinzione della mia promessa: stavolta però guardai fisso il viso di Itai, senza distogliere lo sguardo da lui: ormai ero in ballo e la paura si era fatta un poco più debole, permettendomi almeno di non piangere davanti a tutti per l'emozione o di parlare senza ingarbugliarmi le parole in bocca.

    Detto questo altri presero la parola e iniziarono a dibattersi le proposte per i ruoli del villaggio, chi torturatore, chi guardiano e così via; Io rimasi ad ascoltare davanti a tutti, cercando di non intromettermi dove non mi era concesso; Anzi, cercai di spingermi verso Akira e Meika, sperando di attirare la loro attenzione.
    Ero curioso su tutta quella storia, che per me era oscura per la maggior parte: non avevo la minima idea di dove fossero uscite quelle spade, della loro storia e di chi aveva portato a casa i materiali. Meika-san, Akira-san, scusate se vi interrompo: sò che magari siete più interessati a seguire le decisioni del Kage, ma potete raccontarmi delle spade di Kiri? Sò che eravate parte della spedizione per recuperare i materiali...lo ha detto prima il Mizukage...ma io sinceramente, fino ad oggi, non sapevo nemmeno che si potesse tanto e che servissero materiali speciali per queste spade. Ho sentito di storie, leggende, ma ora che ho davanti ai miei occhi queste meraviglie, mi chiedevo se potevate raccontarmi qualcosa di loro e di cosa avete dovuto fare per riportarle a Kiri! Curioso come una scimmia dicevano; Si lo ero, ma cavolo non sapevo effettivamente nulla di nulla, ed imparare la cultura del villaggio da coloro che l'avevano "riportata" a casa, non era una cosa che succedeva tutti i giorni.
    Alcuni dicono che la conoscenza è potere e che più si conosce e meglio è: ed io volevo sapere tutto, conoscere tutto.


    Avrei ascoltato la storia o anche qualche parola dai due ninja, finchè non sentii la voce del Mizukage che si rivolgeva ancora verso di me: era un invito a recarmi l'indomani alle nove della mattina in amministrazione da lui; Mi tremarono le gambe e spostai rapidamente il mio sguardo da quello di Meika e quello di Akira più volte, per cercare una spiegazione nei loro volti o che mi dicessero qualcosa.
    Io, studente, ero stato invitato dal Mizukage, quindi il ninja più forte e rinnomato di Kiri.
    L'unica cosa che potevo fare era guardare Itai Nara ancora una volta e rispondere. Mizukage-dono, grazie per l'invito, domani sarò puntuale! Annuii abbassando il capo verso il basso, rimanendo così per alcuni istanti, prima di rivolgermi a chiunque volesse ascoltarmi, con bassa voce in maniera tale da non disturbare tutti quanti per una cosa del genere. Spero di non aver sbagliato qualcosa e che non sia una sorta di punizione per quanto son stato "sfrontato" a parlare, prima di tanti altri ninja più abili di me e che di sicuro meritano molto di più rispetto ad uno studente... Un lamento che avrei tenuto solo per chi voleva ascoltare vicino a me, sperando che Itai non avesse sentito; Insicurezza si, ma non avevo percezione delle mie azioni sugli altri, quindi non potevo sapere cosa mi aspettava.
    Poi chi lo conosceva il Mizukage? Non sapevo nemmeno che tipo fosse e cosa volesse da me: che fosse giunto il momento di servire Kiri? Ma non mi aveva detto di "crescere" prima? Cavolo, che situazione.
     
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    La Sesta Riunione di Kiri

    IV


    Guardai perplessa Meika quando questa mi raggiunse.
    Non riuscivo veramente a capacitarmi di come poteva dubitare del misticismo. Certo che gli ho detto di accettare. Esclamai, quasi sorpreso di quella domanda. Sarebbe veramente da pazzi non accettare una tale proposta! Privarsi dei consigli di Sanjuro e Gassan in questi tempi bui! Cercai di fargli capire la vitale importanza che le arti sciamaniche potevano offrire contro il lato oscuro del mondo.
    Le stranezze, però, non tardarono a rappresentarsi nuovamente, anche senza me e Sanjuro a dare un contributo fondamentale.
    Vidi Asmodai alzarsi da una sedia in lontananza, come se si aspettasse qualcosa da qualcuno, solo per poi risiedersi.
    Vidi una ragazza giovane, e formosa - ma su questo dettaglio cercai di non soffermarmi troppo, vista la vicinanza di Meika - proporsi come torturatore, dopo aver affermato di essere una genin gialla. Alzai il sopracciglio, cercando di notare cosa avesse di giallo, e perché mai quel colore poteva avere una qualche importanza ai fini del suo grado o del suo ruolo.
    Ancora, poi, un giovane ragazzo che, alquanto stupidamente, cercò di avvicinarsi verso le teche delle Spade, solo per essere immediatamente immobilizzato da Yogan. E puoi ritenerti fortunato, di solito le morde... Le braccia. Cercai di rassicurare il giovane, che poi venne ripreso anche da Itai che, in tutta risposta, fece sparire le restanti sei Spade, confinandole in un rotolo.
    Sameha rimané al mio fianco. Tirai quasi un sospiro di sollievo perché, per qualche processo mentale, pensai che anche quella sarebbe scomparsa. Uff. Tirai un sospiro di sollievo, mentre stringevo ancor più al mio fianco la speciale lama, come se timoroso di perderla in qualche modo ora che era mia.
    Ci fu un ultimo ninja a proporsi, e lo fece nella maniera più vistosa di tutte. L'uomo si inginocchiò copiosamente di fronte ad Itai. Keiji Kagome, l'uomo bendato che qualche giorno prima era arrivato moribondo fin nell'ufficio del Mizukage, salvo poi svenire ed essere soccorso da Meika. Lo spadaccino senza spada si propose di entrare nelle squadre speciali, sotto il mio comando.
    Sotto al mio comando, al mio servizio.
    Ohhhh. Spalancai la bocca. Ninja dell'Ordine di Akira... Che nome spettacolare. Suona dannatamente bene, vero? Chiesi conferma a Meika, lì vicino. Altro che Mano Nera di Kiri! Penso proprio che cambierò nome alle squadre speciali! Non mi era mai piaciuto il nero, d'altronde.
    Itai si riservò di pensare a quelle proposte, e invitò svariati ninja nel suo ufficio la mattina successiva. Annuii, quindi mi rivolsi da Itai. Beh, mi servirà sicuramente una mano. Non che abbia paura di agire da solo, ma una coscienza, ad uno come me, fa sempre bene. Almeno ero sincero, anche nei miei confronti.

    Nel frattempo, Sanjuro, oltre a regalarmi il fantastico elmo di non so cosa, si congratulò per me per essere diventato un ninja speciale sulle mura. Ehm... Certo, grazie Sanjuro. Saluti anche a te Gassan. Che le forze sciamaniche siano con te. Magari aveva frainteso il mio nuovo ruolo, ma non potevo mancare di rispetto alle forze spirituali più grandi di Kiri.

    Takeshi prese con lo spirito giusto le mie parole, e da quel mio, breve, discorso, sembrò prendere coraggio e spirito d'iniziativa. Proprio il genere di reazione che mi aspettavo da un ragazzino così attivo e limpido nell'animo. Dopo aver confermato il suo impegno ad alta voce e con più convinzione, sebbene la sua emozione era ben visibile a tutti i presenti, fu invitato anche lui nell'ufficio del Mizukage. Sorrisi al piccolo ninja, mostrandogli il pollice in su in segno di approvazione. Molto bene! Coltivare le nuove leve, era anche questo un compito di noi ninja un po' più esperti, d'altronde.
    Takeshi si dimostrò sempre più intraprendente e, infatti, si avvicinò a me e Meika - quest'ultima doveva averlo già conosciuto in qualche altra occasione - nuovamente, chiedendoci i particolari riguardanti la missione che avevamo affrontato per recuperare il metallo per le Sette.
    Rabbrividii, involontariamente. Brr... Il freddo gelido di Genosha sembrò tornarmi fin dentro le ossa. Beh, vedi... Da dove incominciare a raccontare una missione che, fin dalla partenza con relativo naufragio, era stato un totale disastro, trasformandosi in una sorta di corsa contro il tempo per la sopravvivenza? Ehm... Tesoro! Mi avvicinai dolcemente a Meika, mettendo il mio braccio sotto il suo, cercando di portare a compimento un'attentae oculata manovra di arruffianagine. La racconti molto meglio te! Parlavo come un anziano che diceva quelle stesse, identiche parole all'anziana moglie. Solo che non si trattava della storia del loro fidanzamento, del primo appuntamento o del primo bacio, ma della volta in cui avevano rischiato di morire.
    Morire svariate volte, per la precisione.
    Però, almeno, l'avevano fatto insieme.
     
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  13. -Meika
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    La Sesta Riunione di Kiri

    IV



    La riunione proseguì non senza qualche colpo di scena. Tralasciando la convinzione di Akira (non avevo capito quanto seria fosse) che Sanjuro potesse essere un buon consigliere che commentai con una movimento ondulatorio del capo quasi sconsolato accompagnato da una mano in faccia. All'appello del Mizukage risposero sia Keiji, mostrando una formalità incredibile (ma certamente più adeguata all'occasione rispetto al teatrino che avevamo messo in piedi poc'anzi) e due tette attaccate ad un corpo magro una giovane donna assai formosa. Ebbi qualche difficoltà a scollare lo sguardo dalla giovane donna. È necessario comprendere due cose di me prima di lasciarsi sorprendere troppo dalle azioni che seguirono. La prima era che per quanto non lo lasciassi a vedere certe forme mi scatenavano un'invidia non indifferente. La seconda era che non avevo problemi riguardo ad ammettere che tali forme fossero più che degne di nota.
    Quella lì se fa la torturatrice prende a sberle i prigionieri con le tette finché non cantano buon compleanno al contrario, sussurrai avvicinando le labbra all'orecchio dell'Hozuki. Tanto lo sapevo che si stava torcendo il collo per non ammirare. Ammirasse pure, la cosa non mi avrebbe creato problemi finché si trattava di puro apprezzamento... e solo apprezzamento. Non ero cieca, non avrei preteso che lo diventasse anche lui.
    Ma tralasciando la digressione sugli apprezzamenti a Maya ero contenta che ci fossero due aspiranti shinobi pronti a mettersi al servizio del villaggio. Solo che poi, ovviamente, il mio caro Hozuki decise di fare una battuta sui "Ninja dell'Ordine di Akira". Mi voltai lentamente verso di lui, alzano un sopracciglio in maniera eloquente.



    Cos..., iniziai a dire, ma l'Hozuki proseguì ammettendo che c'era bisogno di una coscienza. Almeno l'hai ammesso, dissi doo qualche secondo sospirando al pensiero di ciò che avrei dovuto affrontare da lì a qualche giorno. Non avevo idea da dove incominciare.


    Quando il Mizukage pose fine a quella riunione invitando a parlare mi accorsi di non avere nulla da dire. Takeshi però, che era stato invitato dal Mizukage la mattina dopo nel suo ufficio assieme a Keiji e Maya, si rivolse a me ed Akira domandandoci i dettagli sul recupero delle Sette. Akira mi prese sotto braccio, chiedendomi nella maniera più ruffiana possibile di raccontare a Takeshi della missione. Perché la sapevo raccontar meglio.
    Akira avrebbe potuto notare comparire davanti ai suoi occhi, ad una certa distanza, delle parole di colore rosso accesso perfettamente leggibili ed apparentemente reali.

    RUFFIANO



    Che durarono giusto il tempo necessario a farli leggere all'Hozuki. Bé Takeshi-kun, abbiamo dovuto recuperare il metallo per forgiare le spade... a Genosha. Solo che una tempesta ci ha fatti naufragare senza cibo e fuoco sulle coste di quell'isola e così abbiamo dovuto cacciare e sopravvivere per un giorno intero, abbiamo combattuto con un orso in una caverna che è stata ricoperta da una valanga per cui abbiamo dovuto aprirci un passaggio nella neve per non morire soffocati, e poi abbiamo dovuto camminare su un crinale per ore e dunque raggiungere l'uomo che ci avrebbe dovuto dare il metallo. Solo che questo ci ha attaccato con dei lupi che credo fossero tecniche. Abbiamo resistito, e dunque quello sciamano pazzo di prima ci ha salvati dando un colpo in testa all'eremita e cavandogli dal cranio il pezzo di metallo che si era lì incastrato per sbaglio. Un incidente con una buccia di pera... era impazzito per quello. E così è andata insomma... abbiamo rischiato di morire assiderati, soffocati e squartati ma ce l'abbiamo fatta!, si poteva vedere - dal rossore appena accennato sulle mie guance - che ne ero davvero orgogliosa.


    Quando tutto fu finito mi accorsi che a quel punto avrei avuto un incarico di grande responsabilità nel villaggio... e che non sapevo da dove iniziare. Così, dissi ad Akira, mentre la sala si svuotava: Ma tu hai idea da dove si inizia a riaprire un ospedale?
     
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    ~ The Red Capes are coming!

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    La Sesta Riunione di Kiri
    Capitolo Uno


    Atto III
    Appuntamenti a tre. †
    Come era lecito aspettarsi, alla mia proposta seguì subito una reazione e poi commento dell'Hozuki, l'attuale capo delle squadre speciali di Kiri. Ridirlo, a distanza di tanti anni, mi fa ancora venire i brividi ... quel tizio era stato eletto capo dei servizi segreti della Nebbia. Dapprima spalancò la bocca come se avesse visto un fantasma - cosa che in precedenza era successa davvero, ma non più legata a questo contesto - poi, emanò un suono piuttosto gutturale e languido dalla gola.« Ohhhh. » Lo guardai un attimo perdendo il mio formalismo, alzando il sopracciglio e inclinando la testa di lato. Poi si espresse nuovamente e persi per sempre le speranze. « Ninja dell'Ordine di Akira... Suona dannatamente bene, vero? Altro che Mano Nera di Kiri! Penso proprio che cambierò nome alle squadre speciali! » « Hai solo a provarci, maledetto ritardato. » pensai, cercando di ricompormi e di tornare ad un atteggiamento più consono. Akira distruggeva la mia capacità di contenermi e di rimanere calmo, il suo atteggiamento da mentecatto mi disturbava.
    A quel punto riprese parola il Kyuudaime, incitando prima altri ad esporsi e poi rivolgendosi a me ed a Maya Natsune, la Kunoichi che si era proposta come Torturatrice - le lui caratteristiche e peculiarità richiamavano tutt'altro mestere - e che aveva detto di essere una Genin gialla, non che fossi in grado di comprendere il riferimento cromatico sul momento: « bbene, nessun altro? Va bene così. Keiji, mi chiedi di ammetterti alle Squadre Speciali e tu invece un incarico come Torturatore. Una Squadra Speciale fatta da una sola persona è ben poca cosa, un carcere senza qualcuno in grado di cavare fuori dalla testa dei nemici le giuste informazioni serve a poco. Non posso escludere ciò che mi avete chiesto per entrambi, ma prima di affidarvi un ruolo dovrò capire se siede adatti a ricoprirlo. Vi testerò domani, venite entrambi in Amministrazione di mattina alle nove in punto » disse, concludendo, per poi aggiungere quasi immediatamente dopo: « Ragazzino, vieni anche tu domani. » riferendosi al piccolo volenteroso ninja che per primo aveva preso parola. Mi alzai dalla mia posizione, tornando in posizione eretta e con la solita voce profonda risposi ad Itai: « Come desidera, Kyuudaime Mizukage! » battei i tacchi, prima di fare l'ultimo, breve inchino con la sola parte superiore del corpo e poi tornai a sedere tra le panche. La riunione sembrava finita ma mi intrattenni comunque finché il Kage non ci avesse congedato tutti.

    Il giorno seguente mi avrebbe atteso un'importante prova, sempre che Itai non partisse con delle riserve - cosa che sapevo avrebbe fatto.





    Legenda


    Narrato
    « Citato! »
    « Parlato! »
    « Pensato! »
    Anima di Saruhyondo.
    Anima di Keiji.


     
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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    La Sesta Riunione di Kiri

    IV



    E così Kiri rinasceva. Affidata a shinobi insicuri e giovani, oppure fin troppo allegri ed informali, a irreprensibili ninja tutti d'un pezzo e giovani donne entusiaste. Era ciò che Kiri aveva e ne ero soddisfatto. Yogan al mio fianco guardò gli svariati ninja salutare e lasciare il Tempio. Altri si intrattennero a parlare. La dragonessa sospirò.
    E questa è fatta, mi disse, mentre mi dirigevo verso il retro del tempio da dove ero arrivato. Nella folla Ayame si stava facendo strada per raggiungermi. Già, è fatta, dissi. Ayame comparve alle mie spalle, afferrandomi un braccio.
    Ehi, dissi voltandomi verso di lui, dandole un rapido bacio sulla fronte.
    Una riunione interessante, meglio di quella dove tu sei uscito sbattendo la porta, puntualizzò. Le mie orecchie arrossirono di imbarazzo. All'epoca ero mortalmente arrabbiato con Shiltar per via della morte di Yami.
    Grazie per ricordarmi sempre le bravate di gioventù, dissi guardando distrattamente il cielo. Il mio attuale me non l'avrebbe mai fatto.
    Comunque eh, quel tizio ti crede davvero morto, credo che ti stia seguendo, disse Yogan, riferendosi a Sanjuro. Sospirai, alquanto inquieto. Dici che le bambine lo troverebbero divertente?
    Poco ma sicuro, ridacchiò Ayame. Una settimana con Jukyuu e secondo me vorrà tornare a Genosha.
    Mi dispiacerebbe mandarcelo lì però, mi girai a guardare lo sciamano che mi fissava. Però ecco, meglio tenerlo lontano dalle bambine prima che finiscano per leccar rospi....


    Forse Kiri era lontana dai tempi oppressivi della nebbia insanguinata, dalle macabre manifestazioni di affetto di Shiltar Kaguya per le ossa ed i coccodrilli. Il villaggio era divenuto più giovane, forse meno serio (con sommo dispiacere per Keiji), ma c'era del potenziale incredibile che andava coltivato fino a che il Villaggio della Nebbia non avrebbe avuto nulla da invidiare a ben altre potenze. Forse ora nemmeno avevamo così tanto da essere invidiosi, o no?


     
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30 replies since 2/2/2016, 15:47   989 views
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