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[Free per Oda, Keiji e Sho]

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    Degenero





    Era evidente, il "re" dei pigmei che avevo davanti era chiaramente un ritardato. Non ho diea del come ma la mia enorme balla sembrava aver convinto l'omuncolo davanti a me.

    -Molto bene adessAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHH-

    Non ebbi neanche il tempo di finire la frase che venni inghiottito da una voragine che quel malefico nano aveva aperto sotto i miei piedi.
    Inizialmente fui colto dal panico, stavo cadendo verso l'oblio, una delle cose che tendono a farti cagare sotto, eppure il tipetto che stava cadendo con me non sembrava affatto preoccupato. Ebbi il tempo di capirlo visto che quella caduta non sembrava dover avere una fine, per la prima ora urlai preso dal terrore, poi ha cominciato a farmi piuttosto male la gola e smisi persino di avere paura, cioè, ad un certo punto speravo di sfarcellarmi a terra e basta perché cominciavo ad annoiarmi.
    Il tempo passava e noi continuavamo a cadere, cominciava a sfuggirmi la fisica di quell'evento, considerando l'accelerazione gravitazionale ed il tempo da cui stavamo cadendo c'era chiaramente qualcosa che non andava, che fossi vittima di un genjutsu? Guardai l'omino compagno della mia caduta, si stava scaccolando. No, decisamente non poteva essere una genjutsu.
    Finalmente arrivammo al suolo e, sorpresa delle sorprese, non mi sfracellai come una polpetta, anzi, nemmeno mi feci male, il che era piuttosto strano visto che ero atterrato su una catasta maleodorante di teschi umanoidi d dragonidi.

    "Ma che cazzo? Questo nano caccia davvero i dragoni? MA. CHE. CAZZO."

    Davanti a me si presentò un intero esercito di pigmei, fomentati dal discorso del loro re a prendere il controllo del mondo di superficie.

    "Diosanto Sho, in che cosa ti sei cacciato? Kokuo, mi servirebbe qualche informazione su quello che è successo in questo momento, se mi fai morire qui giuro che quanto è vero il signore ti porto con me!"

    Dovevo impedire a quegli ometti di distruggere il mondo, ma come? Se avevano eletto come loro re quel ritardato certo non potevano essere delle cime, quindi magari dovevo puntare su quello.

    -NO, FERMI! Si beh, cioè, mi stanno comunicando dal mondo in superficie!-

    Dissi mettendomi la mano destra all'orecchio omolaterale come per simulare la presenza di un auricolare.

    -Ahah... si , ma certo ma certo, capisco si, si , lo riferisco subito. Sembra che quel vile di mio fratello sia morto! Come ho spiegato al vostro re era un bell'infamone ed è morto in una maniera tanto vie quanto quella in cui è vissuto! Sembra che si sia spezzato l'osso del collo cercando di succhiarsi il cazzo da solo.... che persona orribile. Una cosa che non sapete di lui è che era l'ambasciatore degli alti! Si , avete capito bene, era colui che premeva sul mondo di superficie perché le persone alte predominassero su quelle basse! Adesso che è morto le cose cambieranno IMMEDIATAMENTE! Non lascerò che la sua morte venga scoperta e prenderò il suo posto! Farò in modo che vengano abbassate tutte le altezze richieste per le montagne russe ed alle persone troppo alte verranno tagliati gli stinchi! Io stesso sono in realtà un piccoletto camuffato!-

    E così dicendo eseguii velocemente la tecnica della trasformazione per divenire esattamente come ero prima, soltanto molto più basso.

    -Così è come sono realmente, purtroppo nel mondo di tirannia che aveva creato mio fratello ero costretto ad assumere quella riprovevole forma di persona alta. Se mi lascerete fare, vi prometto che le cose cambieranno, i bassi assumeranno il controllo su tutto! Dovete darmi solo dieci alla centocinquantamilamiliardesima giorni e tutto sarà sistemato! Alla fine si parla di giorni no? Che vi costa aspettare?-

    Mi rivolsi così al re.

    -Ma quello schifoso del mio defunto fratello, che vi aveva fatto di preciso? E come ci è arrivato in questo luogo?-

    Chissà se i pigmei avrebbero creduto alla mia valanga di balle, beh, se codì noon fosse stato li avrei mandati ad Oto, almeno se ne sarebbe occupato quel pazzo di Febh.
     
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    [Ryose]



    Ne nacque un tumulto non da poco. I pirati di terra si avventarono sulle guardie del Daimyo, e sebbene inferiori di numero, le loro tattiche di guerriglia generarono un pandemonio, grazie anche alla sabbia e i cannoni della nave, funzionanti e utilizzati per sconquassare le linee difensive delle guardie. In pochi minuti si sarebbe alzato un polverone incredibile. In quel caos di grida, armi che sbattevano tra loro, e spintoni, Oda avrebbe potuto vedere al massimo ad un metro da sè, cercando di farsi strada verso il tempio, evitando i pirati che gli saltavano attorno e le guardie che cercavano di placcare il primo nemico che avevano a tiro. Se fosse riuscito ad evitare il marasma, palle di cannone comprese, sarebbe arrivato presso l'edificio nel giro di una decina di minuti. Avrebbe impiegato la metà del tempo di corsa, se non fosse stato per la battaglia campale che aveva preso dimora proprio in quel punto.
    Al di là del macello, tutto quel diversivo era forse l'unica cosa in grado di farlo avvicinare incolume ( o quasi) al palazzo del Daimyo. Quando fosse arrivato, avrebbe trovato una guardia a sbarrargli la strada davanti alla porta principale, aperta. Solo una era rimasta, in un tentativo disperato, dal momento che la minaccia era stata tale, e così improvvisa, da obbligare tutti i soldati d'istanza a correre verso il galeone pirata per fermare l'avanzata piratesca. Tenendo presente che la linea di vista, in quel punto, sarebbe stata di cinque metri al massimo, all'avvicinarsi di Oda, la guardia gli avrebbe urlato contro qualcosa tra l'insulto e il disprezzo, per poi caricarlo senza troppi convenevoli con una katana tra le mani, tenendola verticale sopra la testa.
    L'uomo avrebbe tagliato il ninja foglioso in due, senza mandarlo ad avvisare. [Slot azione I][Vel 300] Più abituato ad annoiarsi presso il palazzo che avvezzo ad un addestramento continuo, la guardia del vento avrebbe quindi letteralmente mollato a terra la spada, se non avesse ucciso Oda, e avrebbe cercato di placcarlo, per buttarlo a terra e tenerlo fermo. In qualche modo, era più preoccupato di cosa potesse combinare il ninja, che altro, magari a causa di qualcosa che era accaduto in precedenza. Oda doveva riuscire a venirne a capo, e comprendere anche come era strutturato il palazzo, dal momento che nei suoi ricordi, non era presente assolutamente nulla di quel luogo. Avrebbe dovuto scoprire dove si trovava la scrivania, recarcisi, e vuotare il sacco, in senso letterale; dal momento che in quell'istante, il palazzo si era svuotato di guardie ( complice anche l'assenza del Daimyo).


    [Sho]



    Quando l'astuto Sho intimò all'esercito pigmeo di fermarsi, questi lo ascoltarono increduli. Notizie allucinanti provenivano dal mondo di sopra, notizie che avrebbero cambiato la storia pigmea, perchè quello che Sho non sapeva, era che nella tradizione pigmea, una volta che viene dichiarata guerra contro un nemico, un nemico doveva essere abbattuto, per forza. Assolutamente. O gli dei pigmei si sarebbero terribilmente adirati. Venendo a sapere che la loro nemesi era morta, tra i ranghi dell'esercito cominciarono a montare discussioni, la marcia si arrestò e i piccoletti iniziarono a spintonarsi e a discutere animatamente tra loro. Persino il re, ignorando le successive domande del ninja, si buttò nella mischia, discutendo coi suoi pigmotenenti. Dalle parole passarono alle spinte, dalle spinte agli sputi, dagli sputi agli schiaffi, fino a che, vedendo Sho tramutarsi in un pigmeo, l'esercito si sarebbe voltato unilateralmente verso di lui, restando di sasso.
    Persino l'unico alto presente, che aveva acceso la furia nei loro occhi e fatto pregustare il sapore della battaglia era scomparso, forse nascondendosi dietro a quel piccoletto.
    Insomma, nel giro di pochi istanti, i primi e più irritabili tra i nani, iniziarono a prendersi a testate. Nel giro di 5 minuti, da esercito divennero una rissa vivente, dopo 10, divennero una royal pygmy rumble, dopo venti minuti dall'inizio delle discussioni, forse per un insulto di troppo, forse perchè uno aveva chiamato "spilungone" il pigmeo alla sua destra, ne scoppiò una vera e propria battaglia. Battaglia da cui Sho doveva cavare le gambe, e in fretta, ma senza tornare grande, o i pigmei avrebbero sfogato su di lui le loro ire. Dopo un'ora, la battaglia divenne genocidio.
    Il mattino seguente, non un solo pigmeo sarebbe rimasto in vita, lasciando unicamente Sho, da solo, nel mondo sotterraneo dei pigmei. Avrebbe trovato il ninja, un modo per tornare sulla terra dei grandi? O sarebbe invecchiato in quello strano luogo, troppo in profondità persino per arrivarci scavando...forse? Il ragazzo doveva guardarsi attorno, e scoprire qualcosa che lo avrebbe ricondotto nel suo mondo. Dopotutto in quel luogo era inizialmente arrivato da solo, doveva pur esserci una spiegazione...


    [La razza pigmea si considera estinta nel gdr]

    [Keiji]



    Sbranato nell'orecchio, e nell'orgoglio, poichè nonostante tutto quello che stava accadendo, il kiriano aveva pure scelto di andarsene in giro in gonnella, Keiji incappò in un gruppo di persone, le quali non sembrarono molto contente di vedere il ninja. La frase minacciosa del ninja non arrestò la rabbia delle sei persone, anzi, le fece infuriare ancora di più, e queste, senza fare troppi complimenti, si avviarono verso l'allora genin, rompendo le bottiglie di birra che avevano in mano, e portandosele dietro a mo di arma. Uno dei sei, quello che per primo lo aveva scorto, prima di iniziare la carica, afferrò una delle sedie del chiosco, la spezzò e si portò dietro due zampe di legno, probabilmente per usarle come accarezzakeiji.
    Non erano ninja, era evidente, e Keiji lo avrebbe capito sia dalla camminata decisamente non da combattenti, sia dai fisici, sia da come si comportavano. Erano sei peoni di Kiri, pescatori forse, tutti sulla 45ina, e tutti molto, molto arrabbiati. Ma non di quella furia derivante dall'alcool, o dalle sostante, era una rabbia legittima, come qualcuno che vede un malvagio e intende fargliela pagare.


    - Ora ti insegneremo noi a prendertela con le bambine brutto infame ! Porta il tuo culo qui ! - - Schifoso verme dei cremisi, te la faremo pagare per cosa hai fatto! -

    Si. Esatto. Cosa aveva combinato il kiriano, e a chi? Forse sarebbe stato meglio non saperlo....Fatto sta che quando furono abbastanza vicini al ninja, il primo tra loro, quello con le zampe di legno della sedia, cercò di tirarle entrambe in faccia al ninja, contemporaneamente [slot azione 1][forza 100][pot 10] Con tutta la forza che aveva, e perdendo l'equilibrio dopo un colpo caricato così forte.
    I successivi cinque, accerchiato Keiji, cercarono tutti di colpirlo con i vetri delle bottiglie rotte, non per pugnalarlo, ma cercando di spaccargli in testa i contenitori....già rotti. [slot 2-5][forza 100][potenza 8] Quegli uomini non brillavano per spirito strategico, o semplicemente non erano assassini, e volevano dargli una lezione, ma non cercando un omicidio. Sicuramente stava a lui venirne a capo, in un modo o nell'altro, anche perchè se non avesse reagito, sarebbe finito in ospedale. O peggio.


     
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    ~ The Red Capes are coming!

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    Io, un Cremisi?
    Capitolo Primo



    Atto V
    Una gran perdita di tempo. †

    Non ero stato gentile con quei manigoldi ma il mio cattivo umore era piuttosto comprensibile: se non se ne fossero accorti, ero senza un orecchio, col volto scavato dalla disidratazione e andavo in giro con un coltello da pesce arrugginito appeso alla cintura. Ma il mio aspetto terrificante, nient'affatto mitigato dalla rossa tunica che stavo indossando per non so quale motivo, non li spaventò. Con l'andatura storta, le braccia larghe come se avessero dei polli sotto le ascelle, lo sguardo smargiasso, il gruppo di uomini si avvicinò, dopo che uno ebbe spezzato le gambe di una sedia per utilizzarle come tonfa: erano intenzionati a farmi del male. Ma erano tutti civili, i segni erano evidenti, non avrebbero mai potuto impensierirmi. L'uomo armato di ascia sedia, o parte di questa, allungò una mano verso di me e iniziò ad accusarmi: Ora ti insegneremo noi a prendertela con le bambine brutto infame ! Porta il tuo culo qui ! Cosa? Schifoso verme dei cremisi, te la faremo pagare per cosa hai fatto! No, aspetta, che? Non mi diedero la possibilità di replicare, partendo subito alla carica. I pezzi di sedia mi volarono in faccia ad una velocità talmente ridicola che tutto quello che feci per schivarli fu semplicemente spostarmi lievemente di lato mentre avanzavo. [Slot Difesa I]Riflessi: 500 Gli altri quattro subito mi accerchiarono portando una infinita serie di colpi piuttosto blandi che riuscii a deviare col minimo sforzo. Davvero, potevo semplicemente poggiare le mani sulle armi di quegli uomini e deviarne la traiettoria con estrema facilità e minimo sforzo. [Slot Difesa II - III, conversione Slot Azione I - II]Riflessi: 500 Quando ebbero finito di malmenarsi, spiccai un alto salto all'indietro, uscendo dal loro cerchio e portandomi a due metri. [Slot di Movimento Gratuito] Non ho la benché minima idea di cosa stiate parlando. dissi secco mentre componevo i sigilli della Tigre, del Cavallo, del Topo ed ancora della Tigre: inspirando profondamente, una enorme quantità d'acqua, coadiuvata dalla presenza di quell'enorme specchio d'acqua che era il mare del porto, si andò a creare nella mia bocca e con un protendere il avanti del collo, completai la tecnica dell'Onda acquaticaOnda Acquatica - Mizurappa
    Villaggio: Kiri
    Posizioni Magiche: Tigre, Cavallo, Topo, Tigre (4)
    L'utilizzatore, mantenendo il sigillo della tigre, può emettere un potente getto d'acqua. La Velocità è pari la Concentrazione dell'utilizzatore. La gittata massima è 6 metri, mentre la larghezza è 3 metri; la potenza offensiva sarà pari a 30. Se presenti almeno 12 unità, le dimensioni e la gittata saranno raddoppiate.
    Tipo: Ninjutsu - Suiton
    (Livello: 5 / Consumo: Medio )
    [Da studente in su]
    . [Slot Tecnica] Speravo che quanto fatto fosse abbastanza per assicurarmi che quegli uomini desistessero dall'attaccarmi ancora. Qualora non avessero compreso la situazione, avrei estratto il coltello da pesce al mio fianco e l'avrei lanciato alla massima velocità dritto in mezzo agli occhi di uno di loro. [Slot Azione III]Forza: 600 Spero che adesso il concetto sia chiaro. Confidando che davvero quei poveracci a quel punto avessero capito, mi sarei rivolto verso la grotta indicata sul foglio, non prima, però, di aver recuperato il coltello da pesce arrugginito dal cranio dell'uomo.




    Legenda

    Narrato
    « Citato! »
    « Parlato! »
    [color=#E99C1A]« Pensato! »[/color]
    Anima di Saruhyondo.
    Anima di Keiji.

     
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    Discesa verso la fine o Salita verso la salvezza?





    L'obiettivo del mio discorso era di creare un po' di confusione all'interno dell'esercito dei pigmei, qualcosa che per lo meno rallentasse il loro assalto al genere umano, certo non mi aspettavo quel genere di follia.
    Mormorii insoddisfatti cominciarono a correre tra le fila dei soldati, lentamente, ma neanche troppo, i mormorii divennero prima parole e poi veri e propri urli. In men che non si dica i pigmei cominciarono ad avventarsi l'uno sull'altro con una furia che non avevo visto nemmeno quando mi ero trovato faccia a faccia col cinque code.

    -O mio dio, è vero che le persone basse sono cattive perché sono più vicine all'inferno allora...-

    Sussurrai prima di abbassarmi velocemente per evitare quello che sembrava un boomerang che mi era schizzato contro.
    Osservando meglio l'oggetto che adesso si trovava adesso al suolo potei notare che non era affatto un boomerang, bensì un braccio, un fottutissimo braccio era letteralmente schizzato verso di me dalla moltitudine di corpi pigmei ammucchiati al centro dell'enorme grotta sotterranea.

    "No, no , no, decisamente no."

    Al massimo della velocità consentita da quelle mini gambette che mi ritrovavo scattai in direzione di una parete distante dal fulcro nevralgico di quella che sembrava oramai una mega orgia gay unita ad un rito satanico per poi scalarla utilizzando il chakra adesivo fino a quando non fui ad un'altezza tale da poter essere al sicuro da quei folli. Un'altezza non particolarmente eccessiva, devo ammettere.
    Avrei voluto non guardare quel terribile massacro, ma non riuscivo veramente a distogliere lo sguardo da quei mini uomini iperfurenti, non sapevo veramente se ridere o rimanere basito dalla situazione in cui mi trovavo, fatto sta che non avrei mai più avuto bisogno di droghe di alcun genere per farmi un trip, perché niente sarebbe mai stato lontanamente paragonabile a quello spettacolo.
    Una volta che la rissa/orgia/rito satanico giunse alla fine nessuno dei pigmei era rimasto vivo, non un singolo individuo, scesi quindi dalla parete sulla quale mi ero riparato per osservare da più vicino quell'enorme cimitero che era venuto a crearsi a causa mia.

    -Ottimo lavoro, Sho! Adesso, oltre ad aver sterminato un'intera specie, hai perso anche l'occasione di chiedere a quei nani come diavolo uscire da qui e pure quella di capire cosa diamine ti è successo....-

    Eppure, sebbene in stato evidentemente alterato, ero riuscito ad arrivare in quel luogo anche senza l'aiuto del re dei pigmei, ma come? Il piccoletto, per riportarmi lì, aveva usato una tecnica che mi aveva fatto cadere per un tempo che sembrava infinito, che fosse forse una genjutsu? Guardai ancora una volta il soffitto, il buco dal quale ero arrivato era ancora presente, ma la via per la superficie era talmente lunga che nemmeno riuscivo a vederne la luce alla fine.

    -Non sembra trattarsi di una Genjutsu, per di più scalare quella roba col chakra adesivo sarebbe impossibile, finirei la mia riserva ben prima di arrivare in cima, per non parlare poi del fattore tempo.... E se? No, è impossibile... eppure.... ma è chiaramente una follia, beh, niente in tutta questa faccenda mi pare sensato...-

    Se ero riuscito a giungere in quel luogo da solo non utilizzando la tecnica che mi aveva mostrato l'oramai defunto re forse voleva dire che non ero arrivato dall'alto, ma dal basso! Che sarebbe comunque dall'alto ma dall'altra parte.
    Quello che dovevo cercare era un buco nel quale gettarmi, non uno da cui risalire.
    Cominciai quindi a cercare sul terreno un punto dal quale sarei potuto passare per uscire da quel luogo, uno che probabilmente avevo in primis sfruttato per arrivarvici.
    Se non lo avessi trovato avrei tentato di individuare una parte del terreno in apparenza più cedevole per poi colpirla con forza e se anche quello non avesse funzionato , beh, avrei scavato.

    -Dio mio ma cosa sto facendo?-

     
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    <span style="font-size:21pt">Like A Dragon- Post V



    Ora io vi dirò che la confusione che aveva invaso quei luoghi, un tempo simbolo di ordine e giustizia, non era paragonabile al ribollire che stava devastando la mia povera pancia.
    Come se non bastasse, nella ressa, una guardia mi aveva individuato, ero l'unico che si meritava degli appellativi di disprezzo che non mi sento di riportarvi, per cui inventerò.

    Ei tu, fermo lì
    Vabbè, non sono mai stato particolarmente fantasioso, comunque...
    La guardia mi si avvicinò minacciosa, con la spada alzata, e se c'era una cosa che sapevo sulle spade era che, o ti tenevi fuori portata oppure dovevi andare il più vicino possibile al tuo avversario per ritenerti al sicuro.

    Per questo feci un profondo passo verso di lui, al contempo ruotando il corpo in modo che la sua spada mi passasse accanto, data la rotazione sul mio piede avanzato.[Slot Difesa I]
    PRROT!
    Si, erano decisamente pronto alla fine della missione, l'imbarazzo mi rallentò e rese debole la mia risposta, venni placcato e portato a terra, l'altro mi schiacciava con tutto il suo peso.
    PRROT!
    Di nuovo, un po' d'aria mi sfuggì, ma questa volta risposi con la forza della disperazione.
    L'altro mi aveva placcato al busto, cinturandolo con entrambe le braccia, avevo quindi le mani libere e le avrei usate.
    Il mio pugno sinistro calò dietro l'orecchio destro del mio avversario con una rabbia ed una forza che non credevo di avere. [Slot Azione I]
    Rincarai la dose colpendolo con la mano destra sull'altro orecchio, era un colpo a mano aperta [Slot Azione II], che disorientò ulteriormente la guardia e inoltre mi permise di tenere la sua testa ferma per poi concludere con una gomitata sinistra, come se volessi infilare il mio gomito dentro la sua testa.[Slot Azione III]

    La guardia era svenuta e quindi me lo levai di dosso, non c'era bisogno di usare ulteriore violenza per cui mi limitai ad utiizzare la tecnica dell'interrogazione mentale per ottenere informazioni, infatti quel luogo mi era del tutto estraneo, nonostante i fatti dimostrassero che ci ero già stato.
    Dove si trova l'ufficio del Daimyo?
    Alla guardia mancava l'allenamento ed era pure stata menata ben bene, vuotò subito il sacco.
    Da lì era semplice, attivai la tecnica dell'occultamento, divenendo invisibile, in modo da evitare altri incontri sgraditi.

    Poi mi mossi velocemente verso l'ufficio del Daimyo, era ovviamente all'ultimo piano e fu una sfida non farla lì per le scale.
    ANCORA UN PO', NON TI ARRENDERE
    Continuavo a ripetermi mentalmente, mentre facevo le scale reggendomi la pancia con forza.

    Concluse le scale, non tirai il fiato, perchè ormai sentivo che il destino stava arrivando, proprio lì su quella bellissima scrivania lucida.

    Salii sopra, abbassai i pantaloni e conclusi la missione, almeno la prima parte.
    E una è andata, ora devo andarmene da qui
    Mi affacciai alla finestra, in modo da poter avere un'idea di come la situazione si stesse evolvendo.


    Consumi: Basso per trasformazione, Basso per occultamento, Medio per Interrogazione Mentale, Medio-Basso*2

    Chakra: 20/30 bassi
    status: illeso (e leggero)
     
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    [Keiji]



    Fu estremamente facile per un combattente esperto come Keiji liberarsi dell'intralcio che rappresentavano gli attaccabrighe. Quando la tecnica d'acqua sbalzò più di metà degli uomini contro i muri vicini, anche tutti gli altri, spaventati, si fecero indietro, tranne uno. L'uomo che per primo lo aveva notato, che lo aveva minacciato e sempre per primo gli era saltato alla gola. Il ninja senza fare troppi complimenti estrasse la sua arma da pesce e la vibrò in faccia all'uomo, il quale cadde a terra come una pera cotta, con gli occhi sbarrati, la faccia e la maglia coperte di sangue e il coltello ancora conficcato nella testa.
    Alla vista di quella violenza, gli altri furono rapidissimi a levare le tende, chi in lacrime chi con piccoli urletti spaventati. Recuperata la sua arma e proseguendo per la sua strada, pochi metri più avanti, Keiji avrebbe oltrepassato il chiosco dove gli uomini si stavano rinfrescando, e guardando all'interno sarebbe stato attirato dalla presenza di una piccola figura. Seduta dentro la piccola attività commerciale, da sola, aspettava una bambina, chiaramente spaventata, la quale teneva le mani su entrambe le orecchie e si dondolava avanti e indietro, per non sentire quello che stava avvenendo fuori. Keiji avrebbe notato subito la presenza di una vistosa quantità di bende sul corpo della ragazzina, che ancora non aveva probabilmente visto il passare di 10 compleanni. La piccola portava bende quasi ovunque sul volto, lasciando scoperto solo un occhio, e le orecchie. Facendo ulteriore attenzione, Keiji avrebbe notato che entrambe le sue gambe erano steccate, e buona parte dei bendaggi proseguiva fin sotto gli abiti.
    Quando la bambina si trovò davanti Keiji, raggelò, divenne completamente immobile eccezion fatta per un lieve tremito diffuso in tutto il corpo, e sotto di lei iniziò a fare capolino una leggera macchia scura. Nei secondi successivi, la piccola avrebbe cercato lentamente di spingersi indietro, verso il bancone del negozio, per quanto la paura e le steccature le permettessero di farlo. Durante tutta la scena, la ragazzina continuò a balbettare cose incomprensibili, tra cui il nome del ninja che aveva davanti, ripetendolo come una cantilena. Una volta con la schiena contro il bancone, si lasciò nuovamente andare, facendosi addosso tutto quello che poteva.

    Keiji avrebbe potuto provare ad agire in maniere differenti. Avrebbe potuto lasciare la bambina dove si trovava senza considerarla, cercando la grotta indicata sul foglio. L'operazione gli avrebbe richiesto circa una settimana di ricerche, riducibili a 3 giorni se posseduta l'abilità [seguire tracce] altrimenti avrebbe potuto rapportarsi con la bambina. Se avesse scelto un approccio gentile, o quantomeno comprensivo, magari sfruttando se posseduta [recitazione], dapprima la ragazzina avrebbe continuato a essere terrorizzata, quindi, col passare dei minuti, le cantilene di panico sarebbero mutate in frasi sconnesse, quindi in domande del tipo "non mi farete ancora del male signor Keiji vero?" oppure "non ho più coste alleate di Jeral signor Keiji" o anche " non nascondo alcuna spada nel midollo signor Keiji" o, per finire " giuro di non aver aiutato Jeral a nascondere la spada nell'ombra delle mie dita signor Keiji" e altre cose del genere, prima di chiedere dove fosse finito suo padre, che fino a poco prima si trovava seduto in strada. Dalla descrizione, Keiji avrebbe capito quasi subito di aver reso orfana quella poveretta.
    Se invece avesse scelto un approccio più diretto, cercando di terrorizzarla ancora di più, la ragazzina avrebbe serrato la bocca, al limite dell'attacco epilettico, quindi avrebbe vomitato, quindi avrebbe evacuato, per poi essere stroncata da un infarto fulminante del miocardio.

    In ogni caso la ragazzina non avrebbe saputo aiutare di più il ninja, obbligandolo a cercarsi la grotta per proprio conto, ma aggiungendo un po' di colore al racconto dei giorni passati. Il viaggio alla ricerca della grotta si sarebbe svolto come indicato sopra, e sarebbe stato tranquillo. Una volta trovata la spelonca, Keiji avrebbe notato un piccolo assembramento di persone, 3 per la precisione, sedute all'entrata. Avrebbe capito di trovarsi nel posto giusto dall'abbigliamento degli uomini in questione. Tutti agghindati come lui.


    [Oda]



    Oda non avrebbe avuto troppi problemi a scoprire dalla guardia tutte le informazioni di cui aveva bisogno. Il poveretto, con tutto quel casino, fu inconsciamente più propenso a vuotare il secco, e consegnò una mappa mentale al ninja di tutto il palazzo del vento, ufficio del Daimyo compreso.
    Il foglioso si sarebbe fatto strada nelle grandi sale, su per le scalinate e in mezzo ai vari uffici e alle scartoffie senza trovare la minima resistenza. Il palazzo era praticamente vuoto se non si contava qualche inserviente. Giunto all'ultimo piano, l'ufficio sarebbe stato inconfondibile: la porta era in materiale simile all'avorio, e all'interno la stanza stessa era estremamente ricca. Sebbene non fosse la resistenza del Daimyo ma solo il luogo dove esercitava il suo potere, era piena di ricchezze, tappeti, arazzi, ornamenti d'oro, e in mezzo a tutto, una scrivania bellissima, di un legno estremamente raro, intarsiata e con decorazioni in rilievo. Una vera meraviglia.....fatta eccezione per una grossa macchia al centro del piano di scrittura. Più che una apposizione, era una sorta di corrosione; qualcuno aveva strusciato chissà quale composto chimico per lavare la scrivania da chissà cosa; probabilmente qualcuno del palazzo aveva cercato di sterilizzarla dopo la prima "venuta" di Oda. Poteva finalmente liberarsi del suo peso.
    Assunta la posizione di ponzata, Oda avrebbe eseguito nuovamente la prova, e forse, avrebbe ottenuto la libertà da quegli assurdi eventi che lo stavano investendo.
    Proprio durante la fuoriuscita però, mettendosi in una posizione a lui consona, Oda avrebbe potuto notare qualcosa sporgere da dietro un armadio, giusto per un attimo; una sorta di dettaglio che avrebbe attivato le sue doti percettive, e forse la sua memoria. Se terminata la cacca esplosiva avesse buttato un occhio dietro l'armadio in questione, avrebbe notato un oggetto decisamente fuori posto, e decisamente familiare.
    Dietro uno degli armadi del Daimyo del vento infatti, era presente un vestito....proprio come il suo. La misura era la stessa, le decorazioni anche; cambiava solo il colore. Oda avrebbe subito riconosciuto l'abito che aveva appena trovato, si trattava della vestizione sacerdotale delle madri dell'erba, le sacerdotesse di Kusa, il villaggio dell'erba; e a giudicare dagli strappi, situati nelle stesse zone dove il vestito che aveva addosso si era strappato per la differenza di misure, sia per le "macchie" che lo stesso abito presentava, rispetto al suo...Oda avrebbe scoperto un nuovo indizio della sua storia.
    C'era un solo uomo capace di nascondere un oggetto simile in un posto simile, lui stesso. Per qualche ragione era arrivato con addosso il vestito delle sacerdotesse di Kusa..coperto di seme e altre cose innominabili, per poi nasconderlo poco prima di "liberarsi" sulla scrivania in questione...quindi, completamente nudo, doveva aver incrociato una sacerdotessa del Vento nel palazzo e...beh, il resto è storia.

    Guardando dalla finestra avrebbe potuto vedere come i pirati stessero perdendo terreno nei confronti delle guardie del Vento, e presto sarebbero stati sconfitti, o si sarebbero ritirati; se voleva scappare dalle guardie e da tutti i banditi che probabilmente lo avrebbero nuovamente accolto a suon di mazzate, quello era il momento giusto. Aveva un nuovo indizio, un vestito del tempio dell'Erba; e c'era un solo luogo dove poter trovare un oggetto simile. Il tempio di Kusa, nel villaggio dell'erba. Una porta secondaria, e diversi giorni di marcia forzata ce lo avrebbero condotto.

    [Sho]



    Dopo aver esplorato per un po' la città pigmea dei pigmei, Sho non avrebbe trovato alcun buco nel terreno.
    Avrebbe però scoperto effettivamente una zona cedevole. In uno dei passaggi, i camminamenti che portavano da una piazza all'altra, avrebbe poggiato il piede su qualcosa che avrebbe prodotto un suono simile al legno marcio. Colpendolo con forza, perchè ormai aveva deciso di dover scendere per risalire, Sho avrebbe in realtà completamente annichilito il pannello di legno pigmeo [Energia Scarsa Dur -7] riducendolo in polvere e cadendo. Il pannello si sarebbe rivelato essere una piastra quadrata 5x5, che venendo distrutta, avrebbe catapultato il ninja in una sorta di pozzo nero dal quale non era possibile vedere la fine. Dopo circa 10 secondi di caduta, quindi nemmeno il tempo di prendere velocità, Sho sarebbe sbalzato fuori da un cespuglio, in superficie, come se niente fosse successo. Guardandosi indietro, non avrebbe trovato alcuna traccia del foro in questione. In qualche modo, aveva scoperto come funzionavano le dimensioni pigmee.
    Guardandosi attorno avrebbe potuto scoprire quasi con certezza la sua posizione. Non era più nel luogo dove era stato risucchiato sotto terra assieme al re dei pigmei, al contrario, si trovava ora nella lingua di terra a metà tra il paese del Fuoco e quello dell'Acqua. Poteva chiaramente scorgere in lontananza l'arcipelago di Kiri, e le foreste di Konoha nella direzione opposta.
    In un luogo diverso del mondo, da solo, e senza avere la minima idea del perchè si trovasse lì, avrebbe potuto cercare qualche anima viva nei dintorni che gli fornisse qualche informazione utile a scoprire cosa era successo nel lasso di tempo che ancora gli mancava da scoprire. Fortunatamente per lui, fu Sho ad essere trovato, nel giro di un'ora circa, quando una voce anziana, ma familiare, risuonò alle sue spalle, quando avesse incrociato il primo insediamento umano. Un anziano pescatore, riconoscibile sia dall'abbigliamento sia dalle canne da pesca su una spalla e la scatoletta di esche nella mano dalla parte opposta, si sarebbe fatto avanti, verso il ragazzo, salutandolo con un sorriso bonario.
    Soddisfatto dell'incontro, l'uomo si sarebbe rivolto al ninja.

    - Sho amico mio, sei davvero tu, come stai ragazzo, come è andato il pellegrinaggio?? - L'uomo sembrava sprizzare felicità, come un nonno che ritrova il nipote dopo tanto tempo, dopo averlo salutato prima di un viaggio importante. Chi era quell'uomo? E di che pellegrinaggio parlava?
     
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    Io, un Cremisi?
    Capitolo Primo



    Atto VI
    Macabre amenità

    La schiacciante superiorità delle mie forze non fu una dimostrazione abbastanza chiara del fatto che avrei potuto ucciderli tutti semplicemente respirando più a fondo: un uomo parve non voler desistere dell'attaccarmi, cosa che tutti i suoi compagni avevano fatto, e, con fare minaccioso, si portò verso di me. Credo che non si rese neanche conto di quello che, un deciso di secondo dopo, era accaduto. Stava fissando il cielo con occhi spalancati e vitrei, con un pugnale conficcato in mezzo agli occhi. Urla di terrore si levarono in un istante e tutti gli aguzzini se ne scapparono in preda al panico. Poggiai la punta del mio scarpone sull'occhio del malcapitato e, chinandomi, feci un minimo sforzo per estrarre il coltello. Un rivolo di sangue uscì copioso. Feci roteare il piccolo pugnale prima di riporlo al mio fianco. Durante questo movimento spostai la testa verso destra, posando gli occhi su di una bambina che si trovava all'interno del negozio lì accanto. Mi guardava con lo stesso terrore che avevo visto negli occhi di quegli uomini poco fa ma era ancora più sconvolta a giudicare dalla posa marmorea che aveva assunto. La ragazzina era coperta di bende dalla testa ai piedi ed aveva entrambe le gambe steccate. Sembrava fosse caduta in un burrone per poi esser stata sommersa dai massi. La scena alla quale aveva assistito, sicuramente l'aveva scossa più dl dovuto. Suo padre si sarebbe prodigato a spiegarle che non si aggrediscono gli uomini in mezzo di strada senza motivo, esponendole tutte le mie ragioni. Sì perché chiunque, se avesse visto l'accaduto dall'esterno, avrebbe senza dubbio preso le mie difese. La osservai un istante, prima di mostrarle un largo sorriso, complice il fatto che mancassi delle mie solite bende, e salutarla con la mano. Non avevo altro tempo da perdere, dovevo ricostruire quanto mi fosse successo. A quel punto rimisi la mano all'interno della tasca della mia tunica rossa ed estrassi la cartina che avevo trovato in precedenza, ridirigendomi verso la grotta indicata.

    [...]


    Il cammino fu più lungo del previsto: nonostante il viaggio fosse intramezzato da flashback sporadici del percorso che dovevo aver fatto la prima volta, se non fosse stato per la mia capacità di interpretazioneSeguire le Tracce (Base) [2]
    Conoscenza: L'utilizzatore può trovare le tracce lasciate da altre persone presenti entro 3 metri per il valore di Percezione posseduta.
    sia della cartina che dei segni dell'ambiente circostante, non sarei mai arrivato a destinazione in un tempo breve. La prima sera mi fermai in una piccola taverna brulicante di uomini completamente sbronzi. Provai un disgusto vivo per quegli esseri, così schiavi di una sostanza alterante da passare la vita lontana dalle proprie famiglie e dai propri doveri per degli attimi di completa estraneazione. Il fatto che io stesso fossi alla ricerca di giorni che la mia testa aveva rimosso per non so bene quale motivo mi rendeva ancora più nervoso e suscettibile. La seconda sera, invece, trovai un piccolo giaciglio naturale in una bellissima insenatura boschiva. Accesi un fuoco e mi adagiai sull'erba, coperto dal mio caldo cappotto; Genosha probabilmente mi aveva temprato per resistere a temperature decisamente inospitali. Il terzo ed ultimo giorno di cammino fu piuttosto noioso, oltre che piovoso. L'acqua, infatti, rendeva più complesso riconoscere le tracce che si erano susseguite da Kiri fino a quello stesso punto. Scostata una serie di foglie piuttosto grandi, davanti a me si palesò una grotta molto ampia, dall'entrata piuttosto scenica. Tre uomini indossanti la mia stessa tunica se ne stavano all'ingresso. Abbassai lo sguardo, di modo da non farmi osservare in volto, coperto dal cappuccio che avevo tirato su quando era iniziato a piovere. Sono tornato. dissi, con una voce che non mi appartenevaRecitazione [1]
    Abile: L'utilizzatore può modulare a piacimento il proprio timbro vocale, riuscendo a parlare come una persona molto più giovane o anziana di lui, del sesso opposto, o impersonando una persona specifica.
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    Legenda

    Narrato
    « Citato! »
    « Parlato! »
    [color=#E99C1A]« Pensato! »[/color]
    Anima di Saruhyondo.
    Anima di Keiji.

     
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    Mentre Oda si liberava, concludendo la prova per la seconda volta, ebbe un momento di estrema chiarezza mentale. Era come se, dopo tutta la tensione di quella missione, l’improvviso rilassamento dato dallo svuotarsi le viscere lo avesse portato ad un livello più alto di comprensione.
    Distaccato da ogni preoccupazione terrena, capì che quell’armadio era importante, lo aprì senza trovare niente.
    Eppure deve esserci qualcosa
    Quella sensazione era stata così potente, così chiara che non poteva essere un’invenzione della sua mente. Quando cercò dietro l’armadio trovò finalmente quello che cercavo, ma che avrebbe fatto volentieri a meno di trovare: un altro abito da sacerdotessa, una sacerdotessa dell’erba.
    Merda
    Improvvisamente parte della sua memoria tornò, come quando il sole fa di nuovo capolino in mezzo alle nuvole, doveva andare a Kusa.
    Raccolse l’abito e ne fece un fagotto, certo magari poteva essere un problema andare in giro con quegli abiti, ma potevano aiutarlo a ricollegare altri pezzi. Aveva anche in mente la direzione da prendere, si ricordava di una porta secondaria per uscire da lì, fu fortunato nel non trovare nessuno a sorvegliare quell’ingresso, ringrazio mentalmente i pirati del deserto.
    Non vi dimenticherò!
    Quindi prese la direzione di Kusa, immediatamente.

    […]


    Non camminava da molto, forse poche ore, che intravide una casetta, era abitata da semplici contadini di Suna, e si sa che a Suna non cresce praticamente niente, quindi erano molto poveri. Lui penetrò silenziosamente nella loro casa utilizzando la tecnica dell’occultamento, aveva solo bisogno di abiti, una borsa e una bisaccia per dell’acqua, preso il necessario scappò, ritornando sul percorso.

    […]


    Arrivò a Kusa dopo diversi giorni di marcia, era affamato, dopotutto si era nutrito solo di lucertole e serpenti nel paese del vento ed aveva riempito la borraccia poche volte. Anche se viaggiando la notte si era evitato di aggravare le proprie ustioni che stavano cominciando a guarire. L’abito del contadino copriva diversi tatuaggi e gli abiti delle sacerdotesse erano in borsa, nascosti.
    Doveva andare al tempio e capire cosa era successo, si sarebbe finto un pellegrino, classico ma efficace
    Fatemi entrare per favore, sono un pellegrino e non mangio da giorni!
     
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    Più vado avanti meno ci capisco






    -Ah! Trovato!-

    Esclamai una votla trovato un pannello di legno dall'aspetto cedevole sul pavimento della grotta pigmea.
    Senza sforzo lo frantumai e venni risucchiato in quello che sembrava un altro pozzo senza fondo.

    -Ma come funziona la fisica di questo postooooooo?-

    Urlai mentre per l'ennesima volta mi ritrovavo a cadere, vittima di chissà quale mio errore.
    Incredibilmente, ma non troppo a giudicare da quello che mi era accaduto fino ad allora, capii di star cadendo verso l'alto una volta che mi trovai letteralemnte sparato fuori da un cespuglio per finire col culo per terra a pochi metri da esso.
    Immediatamente mi misi in piedi e tentai di ricercare il foro dal quale ero uscito ma di esso non vi era più traccia.

    -Un ninjutsu? Una tecnica pigmea segr... No, Sho, non te ne deve fregare, sei uscito e punto, diosanto cerca di capire almeno dove sei....-

    Sussurrando queste parole comiciai a guardarmi attorno, non ero di certo nel luogo da cui ero partito, dato il panorama capii che mi trovavo circa a metà strada tra il paese del fuoco e quello dell'acqua, che fosse quello il punto da cui originariamente ero entrato nel regno pigmeo? E poi come diavolo ero entrato in quel posto? Oddio quanto poco ci stavo capendo, ed inoltre ancora non avevo la più pallida idea di dove fosse Oda.

    -Cristo santo lo so che è morto, è morto di sicuro, oddio e che cazzo faccio se è morto davvero? La mamma mi ammazza? Dovevo restare dai pigmei...-

    Cercando di calmarmi mi cominciai ad avviare verso le foreste del paese del fuoco, se non altro mi sarei avvicinato a casa.
    Dopo circa un'ora di cammino trovai una specie di villaggio.

    -Oh grazie, ho una fame che muoio... aspetta, e se da qui ci fossi già passato?-

    Una domanda legittima visti gli ultimi avvenimenti, la risposta arrivò in breve , infatti un pescatore del luogo non più molto giovane mi si avvicinò con estrema gioia, come se ci conoscessimo da una vita.

    "Oh che diamine, per una volta che uno non cerca di uccidermi me lo godo!"

    -Ehyyyy! Si sono io e non so se il mio pellegrinaggio sia effettivamente andato bene. Purtroppo sembra che abbia perso la memoria, anche i ricordi che ho di te sono offuscati! Ti dispiacerebbe dirmi tutto quello che mi è successo da quando mi hai visto a quando sono ripartito? Magari davanti ad un boccone che sto morendo di fame....-

    La verità quasi al cento per cento, non volevo deludere il vecchietto confessandogli di non ricordarlo affatto, e poi avevo veramente fame e volevo scroccare un pasto.

     
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    Risposte e altre Domande



    [Sho]

    Quando il vecchio ebbe la certezza che si trattasse veramente di Sho, lo abbracciò come un figlio ritrovato, e li passò una pagnotta che aveva appena tirato fuori dalla casacca, invitandolo a rifocillarsi.

    - Sarai affamato ragazzo, tieni questo pane e mangia, ne ho in abbondanza a casa; dopotutto il pellegrinaggio deve averti sfiancato. - Il viso dell'uomo era certamente bonario, e non lasciava spazio a secondi fini. Mentre camminavano, in direzione della capanna dell'uomo, questo ascoltò tutte le domande e i dubbi del ragazzo, annuendo di tanto in tanto, quindi prese nuovamente la parola.

    - Si si, tutto ha senso, è normale che tu abbia dimenticato, fa parte del pellegrinaggio. I sovrani del sottosuolo ascoltano le tue colpe, e ti invitano a compiere una purificazione per cancellare quelle colpe dalla tua anima. Più gravi le colpe, più difficile l'incarico che il supremo Re dei Pigmei assegnerà al pellegrino. E lasciatelo dire ragazzo mio, tu devi aver compiuto davvero un GROSSO incarico, per essere perdonato delle tue colpe. Ma ora lasciamo il passato alle spalle, anche io sono appena tornato a casa dopo molti giorni, non vedo l'ora di riabbracciare mia moglie. -

    La coppia di uomini camminò per circa una ventina di minuti in un sentiero che si addentrava nel bosco, lasciandosi la riva alle spalle. L'uomo raccontò a Sho che subito dopo il loro incontro si era imbarcato con altri pescatori come era solito fare, e non tornava a casa praticamente dal loro incontro, lontano ormai SETTIMANE! Giunti ad un crocevia, l'uomo vide qualcosa in lontananza che lo fece preoccupare, e iniziò a correre verso la sua casa, per quanto un signore della sua età potesse correre. Giunto nei pressi della casupola, l'uomo cadde a terra in ginocchio, e si portò le mani al viso, iniziando a piangere fortissimo. La casa era stata visibilmente data alle fiamme, anche se la scena del crimine presentava dettagli molto molto strani.
    Se Sho avesse analizzato bene tutto quanto, in primo luogo avrebbe notato come più che bruciata, la casa sembrava come abbrustolita, come se fosse stata investita da una vampata di calore, che ne aveva incenerito le sterpaglie secche più sottili, senza però ardere completamente la struttura (la casa era fatta di legno con un tetto di ramoscelli) e che nel punto in cui presumibilmente aveva iniziato il tutto, era presente il cadavere bruciato di un uomo.
    Ustionato, più che altro, e dai lineamenti ancora riconoscibili. Qualunque cose avesse colpito quel luogo, non erano state fiamme libere, ma più un forte calore prolungato, irradiato da qualcosa.
    Osservando ancora meglio il corpo, mentre il poveruomo piangeva disperato, Sho avrebbe notato come il cadavere dell'uomo in questione, fosse totalmente nudo al momento della bruciatura. Non c'erano tracce di tessuto bruciato di alcun genere, e non solo. Il corpo dell'uomo presentava un enorme foro nella zona sacrale, causato come da qualcosa di estremamente grande, rigido e incandescente. Il mistero si infittiva.
    Procedendo nelle indagini, mentre l'uomo stava ormai creando una sorta di pozza sotto di sè, Sho avrebbe scoperto altri due indizi, altrettanto particolari. Per terra, vicino ad una finestra, disposti a casaccio tra l'erba, erano presenti i frammenti di quello che sembrava un grosso vaso andato in frantumi, e nemmeno un metro più avanti...un orecchio. Tranciato di netto, e ormai quasi del tutto marcio.

    - PERCHE' I KAMI MI HANNO PUNITO COSì, PERCHEEEE'''' - E in preda alla follia, l'uomo si alzò in piedi, tirò fuori una sorta di pugnale, più simile ad un coltello per tagliare le cipolle, e si avventò su Sho, urlando. - SEI STATO TU, SPIRITO MALEDETTO, TU E LE ORRIBILI AZIONI HANNO PORTATO IL MALE NELLA MIA ESISTENZA, MUOOOORIII - Ma nemmeno il tempo di fare due passi, che l'uomo inciampò nel fango generato dalle sue lacrime, cadendo rovinosamente a terra, e infilzandosi da solo nel cuore con il proprio coltello.
    Ormai a terra e quasi privo di vita, l'uomo si rivolse nuovamente a Sho, e con un filo di voce, prima di morire, sussurrò...

    - Perdonami....il dolore per la perdita era troppo...se vuoi ancora conoscere la verità...recati a est..al porto....- E spirò.
    Di cosa parlava il vecchio? Quali orribili azioni? Cosa aveva ucciso l'uomo misterioso e appiccato il fuoco? Chi aveva rotto il vaso, e di chi era l'orecchio marcio? Domande domande domande, l'unica possibilità era correre al porto, a circa 1 ora di distanza, forse lì qualcuno avrebbe aiutato Sho a scoprire il suo destino.


    [Oda]

    Giunto a Kusa, Oda fu accolto da una città in lutto.
    Le guardie lo fecero entrare come se nemmeno importasse loro degli arrivi in città. Gli venne indicata la locanda del villaggio più a buon mercato, essendo lui anche a occhio un povero infame, sudicio, puzzolente di povertà e dispensatore di vergogna. Incamminandosi per le vie dell'Erba, Oda avrebbe notato come ogni singolo abitante del villaggio fosse triste. In molti avevano grosse occhiaie e tenevano la testa bassa in segno di disperazione. La gente non era cattiva, e non lo avrebbe trattato male, semplicemente gli abitanti erano chiaramente stati colpiti nel morale da qualcosa avvenuto da poco, e ancora non si erano ripresi. Recandosi verso la locanda, o semplicemente esplorando le vie del villaggio, avrebbe potuto notare i giornali del luogo, i quali, in prima pagina, narravano ancora di una notizia avvenuta ormai SETTIMANE prima: un'evasione di massa da un carcere del paese del fuoco. A quanto sembrava, c'era stata una rivolta in una prigione e una grossa quantità di mascalzoni si era riversata in tutto il continente; ma nessuna notizia riguardo il villaggio dell'Erba. Se avesse cercato, con tatto, di scoprire cosa fosse successo nel villaggio, avrebbe scoperto che alcuni giorni prima, un individuo sconosciuto, coperto di tatuaggi e simboli mai visti, si era introdotto nel villaggio, e dopo aver messo fuori gioco un paio di guardie, era riuscito a penetrare nel tempio della sacra sacerdotessa...e non solo in quello.
    La mattina che seguì ai primi avvistamenti del bandito, fu caratterizzata dalla terribile scoperta della sacerdotessa del'Erba, completamente nuda, legata mani e piedi sull'altare del tempio, la più sacra vergine della nazione, umiliata e coperta di feci e altre oscenità. Il villaggio cadde nella disperazione, soprattutto quando venne a sapere che la giovane, ancora viva, era stata ricoverata con una leggera amnesia, e una volta riacquistati i propri ricordi, si sia tolta la vita, dopo aver confessato che il bandito aveva preso il controllo di una guardia, la quale ne aveva violato le grazie di ogni orifizio per tutta la terribile notte, per poi gettarsi da una finestra, qualche attimo dopo la fuga di suddetto mascalzone.
    Questi eventi avevano gettato il villaggio nel lutto, per la violenta perdita della ragazza più amata da tutti.
    Allo scoprire di quei fatti, Oda si sarebbe reso conto a chi appartenessero gli abiti presenti tra le sue cose, e il perchè del loro stato....

    Non solo, un'altra cosa gli sarebbe balzata in mente, un collegamento tra le due notizie. Un'evasione di massa a Otafuku...e poco dopo un bandito che entrava a Kusa....Doveva indagare. Dopotutto il quartiere malfamato di Konoha, era solo dall'altra parte del paese del fuoco.

    [Keiji]

    Quando le figure ammantate si videro davanti il ninja di Kiri, ne riconobbero immediatamente la presenza, e abbassarono la guardia, salutandolo con gioia.
    - Sei davvero tu ? Bentornato tra noi Guerriero Furente. Temevamo avessi perso la vita, o il senno. -
    Quelle persone conoscevano Keiji? E non solo, lo avevano chiamato Guerriero Furente come fosse un vero e proprio nome.
    Gli strani tipi lo invitarono nella grotta per rifocillarsi, e lui anche senza entrare avrebbe potuto notare come non fosse una vera e propria grotta, ma più una rientranza scavata nella roccia per pochissimi metri, giusto lo spazio per restare riparati dalla pioggia e accendere un fuoco.
    Se l'Inquisitore avesse accettato, gli avrebbero fatto spazio per sedersi assieme a loro a bere e mangiare, se invece lo avessero visto allontanarsi, uno di loro avrebbe esclamato:


    - Ohhh andiamo Guerriero Furente, non te ne andare, mangia un po' con noi, devi raccontare a Kon qui, come ci siamo incontrati ahahahahahahah quando hai perso l'orecchio, ahahahahahhaha. - L'uomo si stava sbellicando. Da quelle poche parole Keiji avrebbe potuto capire due cose: la prima era che qualcuno tra quegli uomini sapeva cosa era accaduto al suo orecchio, e che uno di loro, tale Kon, si era forse unito al gruppo più tardi.
    Subito dopo, anche l'altro uomo parlò, sempre rivolgendosi al nuovo arrivato dei tre.
    - Si si, deve anche raccontarti di come ha estratto le informazioni a quella ragazzina, questo tizio è un professionista, non ho mai visto un ladro saper rompere le ossa in quel modo, a una bambina poi ahahahahaha. Hey, Guerriero Furente, sei riuscito a trovare questa tua spada poi? Sa...skyu...Insomma quella là che ti hanno rubato e che tu volevi ri-rubare. -


    Il tutto mentre divoravano cosce di pollo arrosto che avevano appena cotto su una brace, e tracannavano bottiglie di birra di scarsa qualità. Chiunque fossero quegli uomini, certamente non erano veri Cremisi, ma sapevano molto.
    Certi che quelle parole avrebbero quantomeno attirato l'attenzione di "Guerriero Furente", si prepararono a riceverlo.
    Che Keiji si sedesse con loro per avere informazioni, o li massacrasse senza pietà alcuna come i cani che erano ( Energie Gialle) escluso il tale Kon che praticamente non sapeva minimamente una ceppa di niente, gli altri due parlarono come fossero pagati per farlo.
    Alcune SETTIMANE prima, mentre stavano rapinando la casupola di un vecchio pescatore, avano scoperto un raro vaso antico nella casa dell'uomo, e si preparavano a uscire dalla finestra per sgattaiolare via. Erano in 3.
    In quel momento, un tizio coperto di bende gli era praticamente piombato addosso, come fosse in fuga, facendo cadere uno dei tre e facendogli sbattere la testa, perdendo i sensi; non solo, anchefacendo cadere a terra il vaso e mandandolo in frantumi. Senza nemmeno chiedere spiegazioni, il ninja si era scusato, mortificato, decidendo di voler ripagare gli uomini (che in realtà stavano solo rubando) e senza pensarci due volte, aveva estratto una lama e si era mozzato via un orecchio, porgendolo all'uomo che fino a pochi attimi prima aveva in mano il vaso in questione. Gli uomini, piuttosto terrorizzati per quello appena successo, riuscirono solo a chiedere chi fosse quell'individuo mentre accettavano il pagamento.

    Il ninja in questione rispose tronfio di chiamarsi Guerriero Furente, e che al momento era inseguito da un individuo troppo potente per poter essere sconfitto, e di stare cercando di recuperare un oggetto perduto. Stando al racconto dei ladri, la scena sarebbe andata più o meno in questo modo:


    Ladro 1: - Cerchi un oggetto? -
    Keiji: - DEVO RIAVERE LA MIA SPADA, RUBATAMI DA JERAL IL FLAGELLO. E' TEMPO DI RUBARLA A LUI -
    Ladro 2: - Beh noi siamo ladri. -
    Keiji: LADRI? E COME SIETE CONCIATI. I LADRI RUBANO. MI UNIRO' A VOI.

    In quel momento, dal cespuglio uscì un individuo con una strana tuta molto, molto aderente, urlando verso Keiji.

    ???: - FINALMENTE UN ANO, E' DA KIRI CHE INSEGUO QUEL NANO COI POLPACCI SECCHI PER AVERE UNA FETTA DEL SUO MORBIDO POSTERIORE, MI ACCONTENTERO' DI QUESTO. -

    E si avventò sul poveretto svenuto a terra, privandolo della sua tunica cremisi in un solo rapido movimento della mano. Quindi lo posizionò a 90 gradi sulla finestra, e aprì una tasca presente sulla propria tuta, proprio all'altezza dei genitali, estraendo una cosa allucinante persino per un uomo. In quel momento, uno dei ladri afferrò la tunica in questione e la porse a Keiji, invitandolo a seguirli, abbandonando il terzo membro. Loro erano ladri e usavano uniformi stile Cremisi per spaventare le persone e farsi consegnare le refurtive. Keiji li avrebbe seguiti, mentre lo sconosciuto individuo si preparava a diventare "tutt'uno" con il povero bandito svenuto. Da lontano Keiji avrebbe solo potuto udire un ripetuto suono di "frizionamento" e in pochi istanti, una colonna di fumo si sarebbe alzata dalla casupola dove si trovava fino a poco prima.
    Il racconto avrebbe quindi spaziato per coprire tutte le due settimane trascorse, per farla breve Keiji si era finto un ladro che si fingeva un cremisi per rubare assieme agli altri finti ladri che di solito lavoravano in tre, il tutto per fare pratica per poter finalmente riuscire a rubare la spada a questo Jeral. Fino a che, vicino a Kiri, il trio si era imbattuto in un gruppo di amici che campeggiavano. In questo gruppo, formato principalmente da pescatori e lavoratori portuali, erano presenti anche alcuni bambini, e Keiji, dopo aver messo gli occhi su una ragazzetta in particolare, aveva messo tutti KO nel giro di pochi istanti, bambini compresi, e aveva torturato la poveretta rompendole decine di ossa e sfregiandola, incolpandola di essere questo Jeral sotto mentite spoglie, o di conoscerlo, o tutte e due le cose. In quel momento, i ladri erano fuggiti, temendo che Guerriero Furente fosse impazzito.
     
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    Beata Coscienza
    Capitolo Secondo



    Atto VII
    Sulla scia dell'orrido

    Nonostante avessi palesemente camuffato la mia voce e occultato il mio volto mantenendo lo sguardo basso, i due parvero riconoscermi o forse scambiarmi per qualcun altro, abbassando la guardia. Non che la mia stazza ed il mio elegante passo fossero qualcosa da tutti. Sei davvero tu ? Bentornato tra noi Guerriero Furente. Temevamo avessi perso la vita, o il senno. Ma perché mi chiamavano Guerriero Furente? Mi invitarono a entrare in quella che in realtà non era una vera e propria spelonca quanto più una rientranza dovuta all'erosione che comunque poteva riparare da forte vento e intemperie. Non pronunciai parola ma mi sedetti con loro a mangiare. C'era anche un altro uomo che, esattamente come gli altri due, non conoscevo. Avevo una gran fame e non potevo fare altro che accettare un piatto caldo, per quanto pessimamente cucinato. I loro modi di fare però, suggerivano che gli abiti che avevamo tutti indosso non ci pertinevano. Devi raccontare a Kon qui, come ci siamo incontrati ahahahahahahah quando hai perso l'orecchio, ahahahahahhaha Urlò l'uomo come se fossi a molti metri di distanza da lui, quando in realtà gli sedevo accanto, sputando anche qualche pezzo del pollo che stavamo mangiando. Mi ritrassi un poco indietro mentre una smorfia di disgusto comparve sul mio volto. Si si, deve anche raccontarti di come ha estratto le informazioni a quella ragazzina, questo tizio è un professionista, non ho mai visto un ladro saper rompere le ossa in quel modo, a una bambina poi ahahahahaha. Hey, Guerriero Furente, sei riuscito a trovare questa tua spada poi? Sa...skyu...Insomma quella là che ti hanno rubato e che tu volevi ri-rubare. L'altro poi disse le parole che mi interessava sentire. Non ricordo assolutamente niente. Dissi con calma, mentre un brivido mi percorreva la schiena all'idea di aver torturato una bambina - ed al contempo l'immagine della ragazza che avevo visto qualche giorno prima mi si faceva più chiara nella mente -. Ho bisogno che la raccontiate voi nuovamente per me. Ci fu un attimo di silenzio dove solo il crepitare del fuoco lì vicino disturbava la quiete boschiva. ahahahaha che simpatico che sei, Guerriero Furente! Sempre modesto! E va bene, narreremo noi le tue gesta! ahahahah continuava l'uomo a gridare, infastidendomi sempre più, tirandomi perfino una pacca sulla spalla con le sue manacce unte. Presi un tovagliolo e pulii leggermente il cappotto.
    A quanto pare, alcune settimane prima - Dio, quanto tempo sono stato svenuto e privo della mia coscienza? - li avevo colti in flagrante mentre stavano rubando da una casa. Dunque ero intervenuto per fermare il loro vile atto ... ma perché sono ancora vivi o non sono in galera? Che siano stati scagionati? Pensai, ma la cosa stava molto peggio di quanto mi aspettassi. Ero infatti intervenuto per fermarli, sì, ma per puro caso, urtando uno di loro e rompendo la refurtiva appena conquistata illegalmente. Al fine di ripagarmi non attesi una loro risposta e mi amputai da solo un orecchio. Cosa? Dissi sbigottito. I due dissero di essere rimasti molto colpiti da quell'evento e che solo in quel momento mi presentai al loro col nome di Guerriero Furente. Dunque me lo sono anche affibbiato questo nome ridicolo? Dovrò pensare a qualcosa di meglio. Tipo "Il Punitore di Kiri" o qualcosa del genere. Inoltre ero seguito da qualcuno di estremamente potente per poterci combattere, a mia detta del momento. Fu allora che i due dissero di essere ladri e che, a quanto pare, mi unii a loro alla volta di cercare Saruhyondo con l'idea di rubare a Jeral quel che mi aveva rubato. Mi sbattei la mano in fronte con violenza, scuotendo la testa. Proseguirono il racconto spiegandomi che fine avesse fatto il terzo membro, quello che avevo urtato e sbattuto per terra: un uomo vestito di una tuta rossa molto appariscente sbucò dai cespugli e si lanciò verso il tizio carponi vicino alla casetta di legno, stuprandolo come il più schifoso dei sodomiti. Aveva urlato qualcosa alla mia figura ma volli non ascoltare quanto mi fu riportato. Volli tralasciare anche le romanzesche e accuratissime descrizioni del suo membro. L'uomo in calzamaglia ebbe la decenza di sfilare la tunica cremisi dall'individuo prima di dominarlo: la stessa tuta che in quel momento stavo vestendo. Dio mio ... Infine, La casa che avevano svaligiato venne data al fuoco - probabilmente dall'uomo mascherato -. Ma il peggio venne soltanto adesso. Nelle due settimane successive io mi unii al gruppo di ladri per fare pratica di furti. COSA!? Ripetei adesso più forte. Non potevo essermi piegato ad un atto tanto vile. Ma quando credevo che il peggio fosse arrivato, mi dissero che durante un furto stesi una comitiva di pescatori e manovali soltanto per lanciarmi contro una bambina e torturarla, chiamandola Jeral e dicendo, al contempo, che lei lo doveva conoscere. Mi alzai dal tavolo visibilmente scosso. Voi siete dei ladri ... dissi con un filo di voce, tra i denti. Avete commesso molti crimini e mi avete costretto ad unirmi a voi. Non era vero ma se volevo convivere col senso di colpa dovevo costruirmi una mia versione dei fatti. E non avete provato a fermarmi davanti ad un atrocità di quel genere. Strinsi forte i pugni. Gli uomini poterono capire che di lì a qualche istante la loro vita sarebbe finita. Mi avventai singolarmente su ognuno di loro, con l'accortezza, prima, di fare in modo che non potessero muoversi né scappare, spezzandogli ogni osso di ogni singola gamba. Le mie mani, poi, avrebbero colpito la loro faccia a terra fino a quando non sarebbe rimasto nient'altro che frattaglie.




    Legenda

    Narrato
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    « Parlato! »
    #E99C1A
    Anima di Saruhyondo.
    Anima di Keiji.

     
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    Ciao Amici




    Legenda
    Narrato Giocatore
    Parlato Kuso
    Pensato Kuso


    Ehy! Ciao amici! Nono tranquilli, non sono qui per rubare la scena all'altro stupido personaggio di SexyLore...."Oh guardatemi sono un ninja vero ed ho il cinque code", maledetto finocchio.... comunque, sono qui solo per far notare ai più che il personaggio che parla in viola di Jottyno e che supra la gente, beh, sono io! Che incredibile svolta di eventi eh? Giocato da più giocatori, mi sento così importante. Tra l'altro scusatemi se sono scomparso per un po', ma lo stupido SexyLore aveva un esame, cioè, ma vi rendete conto? Questo studia pure! Bah, io davvero non ho parole. Bene, ho detto quello che dovevo dire, vi lascio al resto della gocata, certo lo so che vi mancherò, ma sarò sempre nei vostri ani... <3





    E anche il vecchietto ci saluta




    Ascoltai con attenzione le parole del vecchio mentre mi accingevo a seguirlo verso la sua dimora, sembrava che il pellegrinaggio che avevo fatto dai pigmei altro non fosse che un tentativo di redenzione, ma per quale peccato? Cosa avevo commesso per dovermi punire? E come ero venuto a conoscenza del mondo pigmeo? Avevo cominciato a capire qualcosa, il drago lo dovevo aver liberato dalle prigioni pigmee, o roba così almeno, ma prima? e poi perché avevo il capo dei pigmei in un rotolo da richiamo nel mio fottuto stomaco? Non mi pare certo un pasto bilanciato.
    Avrei voluto porre molte altre domande a quel simpatico vecchietto, ma non ce ne fu l'occasione. Una volta giunto a destinazione ci trovammo infatti dinnanzi ad uno spettacolo terribile, la casa e le persone al suo interno erano bruciate, sembravano gli effetti di un fuoco molto potente. Mi guardai attorno e notai il copro di un uomo, soffermandomi su di esso scoprii che non aveva vestiti addosso al momento dell'incendio, non rilevai infatti presenza di alcun tessuto bruciato su di lui, inoltre il vecchio non sembrava nemmeno badare troppo a quel corpo? Che fosse un intruso? Che fosse una parte della causa? Ma perché era nudo? Dio solo poteva avere le risposte a queste domande, risposte che speravo non mi coinvolgessero anche in quella strana vicenda ma che, nel profondo, sapevo lo avrebbero fatto.
    Osservai ancora meglio e notai un orecchio vicino ad un vaso in frantumi. Stranamente entrambi gli oggetti sembravano essersi salvati dalle fiamme, inoltre le mie abilità mediche mi permisero di datare l'orecchio a circa due settimane prima.

    "No, Sho, non vuoi sapere quello che è successo qui, chiedi al vecchio quello che vuoi e dop..."

    Ma l'anziano era di un'altra idea, tentò infatti di accusarmi dell'accaduto dandomi dello spirito maleficho, quasi come se fosse Oda a parlare, ma, con un movimento estremamente goffo ed a tratti divertente, cadde e si autopugnalò uccidendosi, con le sue ultime forze mi disse però di recarmi verso un porto ad est se avessi voluto sapere cosa mi era accaduto.
    Non sapevo veramente come comportarmi, cioè, quell'uomo sembrava volermi bene, però aveva tentato di uccidermi, dovevo essere triste o felice per la sua morte? E che diavolo avrei trovato a questo porto di cui parlava?

    -Oddio santo, speriamo che a keiji ed Oda sia andata meglio....-

    Mi incamminai quindi, estremamente sconsolato, verso Est, nella speranza di ottenere finalmente delle risposte.
     
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    Il Colpevole
    Uno spirito per ogni uomo, per proteggerlo e guidarlo nei momenti difficili, ma anche un uomo per ogni spirito, per onorarlo e ricordarlo.
    Lo spirito di Oda aveva sicuramente ripreso la strada giusta, e Oda lo pregava con fervore, il loro legame era forte ed ognuno provvedeva all’altro: perché uno spirito senza un seguace viene dimenticato, un uomo senza uno spirito guida è solo un folle, un reietto.

    Ma lasciamo stare le assurde credenze di Oda, lasciamo stare anche il suo viaggio, tranquillo e senza imprevisti e arriviamo direttamente a Kusa, lì il foglioso si aspettava un minimo di controllo all’ingresso ma fu stupito da come le guardie lo lasciarono passare senza fare troppe domande, sembravano stanchi, affranti, che uno spirito si stesse nutrendo della felicità della cittadina? Oda non lo poteva escludere.

    La realtà però sembrava essere un’altra, infatti il chunin non passo che pochi minuti nel villaggio prima di leggere i titoli dei giornali e le locandine appese in giro. Vi era stata un’evasione di massa nei pressi di Otafuku, eppure non sembrava essere quella la casa di quella tremenda tristezza degli abitanti.
    “Andiamo è successo settimane fa, e se fossero preoccupati per quello che quei manigoldi possono fare le difese sulle mura dovrebbero essere ai massimi storici, c’è chiaramente uno spirito MALEFICO!”
    La locanda era sicuramente il posto dove poter trovare informazioni, gli avventori un po’ ubriachi e su di giri tendeva a farsi scappare dettagli importanti, ma la locanda a Kusa non prevedeva niente del genere.

    Sembrava più una mensa o una di quelle cene imbarazzanti in cui ti ritrovi seduto accanto a gente che non conosci senza avere la benché minima idea di come far partire una conversazione. Nessuno parlava, pochissimi bevevano e non bevevano per rinfrancare l’animo, ma sembrava che volessero cancellare un ricordo spiacevole, spiacevole forte. Oda non aveva soldi con se, cercò di avvicinarsi ad un gruppo di anziani, di quelli un po’ bisbetici e un po’ pettegoli, aveva bisogno di informazioni.
    Scusatemi signori, ho fatto un viaggio lungo e mi ricordavo che Kusa era una ridente cittadina, o almeno fino a qualche mese fa… anche voi siete stati colpiti dai briganti evasi dal paese del fuoco?
    Quei vecchietti risposerò ad Oda con rabbia ed odio alla sua affermazione, improvvisamente capì come quella robaccia era finita sull’abito della sacerdotessa, che era stato complice o forse egli stesso il responsabile di quell’orrenda vicenda.
    “Il mio spirito mi ha abbandonato… ho fatto cose, orribili”
    Abbandonò la locanda, diretto ad Otafuku, erano passate davvero settimane dalla festa dell’anno nuovo, settimane di cui non ricordava nulla. Era stato drogato o posseduto, di questo era certo, ma la prova era sicuramente alla prigione, tristemente sapeva di doversela intendere ancora con quei malviventi che lo avevano trascinato in un'assurda spirale di botte, tatuaggi e scherzi da prima elementare.

    Perchè proprio a me?
    piagnucolava durante il viaggio.
     
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    Jotty2Hotty

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    Il destino quasi riallineato



    [Keiji]

    Senza dubbio i (poveri) ladri non se la passarono bene. Keiji li massacrò così profondamente da poterli uccidere più di una volta; e quando furono ormai masse di carne fumante, il Kiriano avrebbe potuto proseguire con la sua indagine. Se si fosse recato nel luogo raffigurato nel racconto dei ladri, situato non lontano, esattamente dall'altra parte dello stretto, a una mezza giornata in barca, avrebbe certamente avuto le risposte di cui aveva bisogno. La traversata del breve tratto di mare fino alla terraferma gli avrebbe richiesto davvero poco, e sarebbe trascorsa tranquillamente. Una volta giunto sulla riva opposta, Link alla mappa avrebbe immediatamente riconosciuto, ancora prima di attraccare, ciò che restava della capanna bruciacchiata narrata dai ladri. Dalla spiaggia avrebbe impiegato pochi minuti ad arrivare sul posto, e prima di esso, avrebbe notato anche delle impronte provenire dalla boscaglia, da direzioni diverse. Un tipo di impronte in particolare era molto strano, erano caratterizzate da un solco piuttosto profondo esattamente a metà tra un piede e l'altro. E si dirigevano alla casupola, o a ciò che ne restava. Davanti alla casetta era presente il corpo di un povero vecchio, riverso sulla schiena, con una ferita di pugnale nel petto, assieme a ciò che restava della costruzione e del corpo carbonizzato del ladro che era stato privato della dignità posteriore. Accanto alla casa, i residui di un orecchio molto marcio, probabilmente il suo, e dei frammenti di vaso. Le uniche tracce rimaste, e recenti, erano quelle di un uomo robusto, che si dirigeva a Est, verso il porticciolo sulla costa, a circa un'ora di distanza a piedi.
    Al porto, Keiji avrebbe potuto riconoscere una figura nota. Sho.


    [Sho]

    Il giovane della foglia sarebbe giunto al porto non molto tempo prima di Keiji. Il destino li aveva quasi fatti riunire.
    Giunto al porto, sarebbe stato accolto con applausi e saluti dai pochi marinai presenti, tre o quattro circa, i quali gli offrirono anche da bere, come si fa con un vecchio amico. Chiedendo informazioni, o semplicemente lasciando che gli uomini raccontassero tra loro davanti a una birra il perchè di quegli atteggiamenti, Sho avrebbe scoperto di essere una leggenda presso quel porto, dal momento che circa due settimane prima era giunto a nuoto, praticamente nudo, DA KIRI, sotto gli occhi di quegli stessi uomini. Era salito sulla banchina, aveva preso una birra, aveva salutato tutti e aveva proseguito per la sua strada, lasciando a terra I DUE SQUALI che si era trascinato dietro tenendoli per la coda, e usandoli come remi per nuotare meglio.
    Pochi istanti dopo, Keiji sarebbe giunto sul posto, conciato piuttosto male in effetti, e senza un orecchio, ma vivo.
    I due avrebbero avuto molto da raccontarsi, ma Oda era ancora disperso, e quell'avventura doveva avere un definitivo punto fermo. Il punto fermo si trovava nel luogo dove tutto aveva avuto inizio, la città della grande festa di fine anno. Link alla festa di fine anno Prima di recarvisi però, avrebbero dovuto fare tappa di nuovo a Kiri, nel luogo dal quale i pescatori avevano visto arrivare Sho, la zona sud dell'isola, lì si nascondeva il mistero di tutta questa storia. Lì, si celava la verità su quello che era successo dopo la cena al chiosco del ramen.


    [Oda]

    Quando, con fatica, Oda fosse giunto ad Otafuku, sarebbe immediatamente stato accerchiato da alcuni malviventi del luogo che intendevano derubarlo; ma i ladruncoli, quando furono abbastanza vicini da riconoscerlo, avrebbero cambiato espressione, come quella di un uomo che vede un fantasma, e avrebbero fatto dietro front. Durante il suo soggiorno, ogni singolo brutto ceffo, ogni singolo commerciante, ogni dannata persona, guardie comprese, incrociando il suo sguardo, lo avrebbero salutato abbassando leggermente il capo, in segno di rispetto. Chi era Oda, per quel posto? Ci vollero più di due ore nella cittadina sul fiume, prima che qualcuno avesse il coraggio di avvicinare il ragazzo senza fuggire. Si trattava di un uomo, sui 30 anni, scuro di pelle e molto prestante. Il quale lo accolse con un misto di felicità e rispetto.

    - Oda-San, è incredibile vederti di nuovo qui. Il tuo coraggio è così sfrontato da farti camminare per Otafuku come niente fosse....non ho mai incontrato un uomo come te, mi stupisci di nuovo; e non pensavo fosse possibile dopo averti visto attaccare questa stessa città alla testa di un gruppo di Banditi della Nave di Terra, finire incarcerato e organizzare la più grande evasione di massa nella storia del continente. -

    Lo sguardo dell'uomo non lasciava spazio all'immaginazione o al dubbio. Diceva il vero. Praticamente Oda era arrivato a Otafuku su una nave, risalendo il fiume, assieme ad una flotta di altre tre, e come nessuno aveva mai osato fare, aveva comandato un vero e proprio esercito di pirati per razziare la città. La foglia aveva dovuto inviare tutti i coscritti del luogo e i samurai del Daimyo stanziati in zona, poichè l'attacco era stato così repentino e fulmineo che nessuno fece in tempo a mobilitare le forze ninja, che non si aspettavano minimamente un simile attacco scapestrato e suicida come quello.
    I soldati regolari della polizia e delle forze reali avevano disperso non senza fatica le forze nemiche, incarcerandone buona parte, Oda compreso.
    Tutti erano stati trasferiti nella prigione di Otafuku, un luogo per banditi e ladri, non ninja, e non di un numero simile. L'uomo, Kuroi, era detenuto assieme ad Oda, e la sua esecuzione era stata fissata proprio per il giorno della grande evasione.
    Dentro la prigione, nel giro di una decina di giorni, Oda divenne famoso a tutti per il suo coraggio, e il suo piano folle di voler evadere con tutti i presenti. Fu in quel luogo, che il ragazzo scoprì la profezia del re dei banditi, e quando annunciò a gran voce di volervi prende parte, tutti rimasero senza parole, e divennero i suoi uomini. Gli tatuarono i simboli sacri dei banditi, e lo seguirono nell'evasione. Quella notte, oltre 400 malviventi, tra ladri, pirati, banditi e avventurieri tornarono in libertà, capitanati da un ninja della foglia, che per sua fortuna non venne riconosciuto da nessuno.
    Durante il soggiorno, Oda avrebbe raccontato all'uomo, divenuto suo fidato amico, di essere fuggito da Kiri sulla barca di un pescatore, alla ricerca dell'uomo di cui voleva vendicarsi, scambiando il povero marinaio per l'uomo in questione. Una volta in mare era stato abbordato dalle navi dei banditi, e quando questi lo avevano issato a bordo, Oda aveva proceduto a controllare la mente del loro capo, facendogli mimare il verso di un tacchino, per poi buttarsi in acqua. Divenendo immediatamente capitano di una delle navi dei Pirati di Terra, per poi organizzare la razzia di otafuku.

    - Intendo ripagare il debito di vita che ho con te. Ti riporterò a casa come mi hai chiesto quando ci siamo incontrati. Ho una barca qui sul fiume, possiamo essere a Kiri in due giorni, dove potrai vendicarti dell'uomo che cerchi, questo....Sho. -



    [Tutti e tre]

    Come il destino, anzi, il fungodestino aveva prestabilito, sarebbero giunti sulla sponda sud dell'isola di Kiri, tutti nello stesso momento, più o meno nello stesso pezzo di mare...
     
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    Ritornare alla partenza


    Il mio arrivo ad Otafuku non passò certo inosservato, nonostante i miei abiti da poveraccio un gruppo di delinquenti da quattro soldi mi accerchiò. Ero già pronto a menar le mani, quando uno di loro riconobbe alcuni dei tatuaggi che ero stato costretto a portare sulla pelle.
    Immediatamente cominciò a balbettare, tremare e a cambiare colore ma si riprese abbastanza in fretta per evitare ai suoi amici un bel pestaggio, girarono l’angolo e non lì vidi mai più.

    Speravo veramente che quell’incontro non avesse alcuna ripercussione, che nessun’altro avesse notato la mia presenza, quella del “re dei banditi”, che oltre ad essere un titolo parecchio altisonante non mi sembrava adatto ad un ninja di Konoha.
    Purtroppo il destino, soprattutto il mio, è beffardo, stavo iniziando a notare come tutti annuissero in maniera quasi impercettibile ogni volta che incrociavano il mio sguardo, un contatto che non era frutto del caso ma ricercato, per quanto cercassero di non farsi notare da occhi indiscreti.
    Dal ladruncolo, al tagliagole, perfino le guardie e le vecchiette per strada mi salutavano come se ci fosse un segreto condiviso tra noi. Posso giurare davanti a chiunque che un bambino che non aveva più di due mesi mi annuì quel giorno.
    In quell’orgia di occhiatine fugaci, che poi se tutti mi riconoscevano che senso aveva fare tanto i misteriosi, un uomo non si vergognò di riconoscermi e mi si avvicinò con un largo sorriso.
    - Oda-San, è incredibile vederti di nuovo qui. Il tuo coraggio è così sfrontato da farti camminare per Otafuku come niente fosse....non ho mai incontrato un uomo come te, mi stupisci di nuovo; e non pensavo fosse possibile dopo averti visto attaccare questa stessa città alla testa di un gruppo di Banditi della Nave di Terra, finire incarcerato e organizzare la più grande evasione di massa nella storia del continente. –
    Eva… eva… Evabbè, che vuoi che sia!
    Lentamente il puzzle prendeva forma, anche se tutta la situazione non aveva alcun senso.
    Avevo davvero convinto i pirati a seguirlo in quella rocambolesca impresa, per poi convincere tutta la feccia raccolta ad Otafuku ad evadere sotto il mio comando… Chi mai avrebbe seguito un imbranato come me? L’eventualità di essere stato posseduto da uno spirito maligno sembrava sempre più una possibile spiegazione, soprattutto quando Kuroi mi spiegò come avevo ottenuto il titolo di capitano.

    Probabilmente ero stato posseduto da un insieme di spiriti maligni, attirati dalla mia enorme forza spirituale, quando avevo opposto resistenza al mio controllo alcuni erano fuggiti dal mio corpo possedendo il povero capitano della nave e poi tutto era andato in malora dato che i pirati di terra, beh, sono un po’ tocchi.
    - Intendo ripagare il debito di vita che ho con te. Ti riporterò a casa come mi hai chiesto quando ci siamo incontrati. Ho una barca qui sul fiume, possiamo essere a Kiri in due giorni, dove potrai vendicarti dell'uomo che cerchi, questo...Sho. –
    La mia faccia assunse improvvisamente l’espressione più seria di cui era mai stata capace, talmente seria che diversi dei miei ammiratori smisero di muoversi e respirare, terrorizzati dalla mia prossima mossa…. La prossima mossa del re dei banditi!
    Sho? Kuroi muoviamoci, non abbiamo tempo da perdere amico mio. Spero che tu abbia preparato delle provviste!
    Per quanto cercassi di apparire sicuro di me, ero veramente distrutto: come avevo fatto a diventare il bandito più pazzo di tutti?
    Ma in tutto questo, che senso poteva mai avere l’anello che portavo?
    Perché ero così arrabbiato con Sho?
    Speravo di scoprirlo a Kiri, dove sbarcai due giorni dopo, Sho era sicuramente lì, un fratello certe cose le sente.
     
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35 replies since 5/3/2016, 15:02   443 views
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