The New Degenerated School of Sand

Riunione di Villaggio

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  1. Manu ©
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    A volte ritornano



    Era incredibile come alcuni piccoli eventi potessero trasformare una persona. E ancora più incredibile era vedere una persona come Hamano ridotto ad uno stato simile all'accattonaggio.
    Tempo fa si fregiava del titolo di membro dei Sand Scorpions, guardiano delle mura sempre vigile, e non ultimo, portatore dell'occhio dell'annullamento, ma sembravano solo vecchi ricordi di un passato sicuramente migliore dl presente.
    Il suo aspetto fiero e sicuro di sé sembrava solo un ricordo, mentre adesso barba incolta e capelli lasciati crescere a caso lo facevano somigliare ad uno dei tanti profughi che si vedono da quelle parti.
    Tutto era iniziato quando aveva iniziato a rigettare la protesi metallica in sostituzione del braccio sinistro, strappatogli ancora cosciente pur di fermare uno sconosciuto che voleva entrare nel villaggio. Fosse stato solo quello però non sarebbe bastato a fermare lo spirito patriottico e battagliero del ragazzo, in aggiunta però c'era stato l'impietoso confronto con quelli che erano i suoi più cari amici, oltre ad essere gli unici.
    Hoshikuzu ed Hohenheim erano semplicemente superiori a lui, senza sé e senza ma. Per quanto il ragazzo si impegnasse non era mai riuscito a tenere il passo dei due, ed in breve lo avevano lasciato indietro, da solo con la sua mediocrità. In aggiunta alla pressione che si sentiva addosso per riuscire a riportare agli antichi fasti il suo clan, Hamano si era ritrovato in una grandissima crisi depressiva che lo aveva portato a congedarsi come shinobi.
    Da lì in poi è stato tutto un susseguirsi tentativi di riprendere in mano la sua nodaichi, ma una salute altalenante e il poco spirito lo avevano sempre trattenuto.
    Ma non oggi.
    Oggi Hamano si trovava nel tugurio che osava chiamare casa, con in mano un foglio ricevuto da un piccione. Era parecchio tempo che non ne riceveva uno. Il ragazzo era rimasto a fissare per una decina di minuti buoni quel pezzo di carta perché il suo contenuto, ma soprattutto colui che lo aveva scritto, avevano smosso qualcosa nel ragazzo che era rimasto assopito per molto, troppo tempo.

    Dopo tutto questo tempo, ancora cerca il mio aiuto...

    L'Iga non stava cercando di illudersi, era ben conscio che quello sembrava essere un messaggio inviato anche ad altre persone, ma ciò di cui Hamano aveva più bisogno in quel momento era una scusa, una causa, un qualcosa che fosse in grado di rianimare quello che sembrava essere un corpo senza alcun spirito combattivo.
    Faticosamente, ma con una rinnovata ed insperata motivazione, il ragazzo uscì alla luce del giorno, che impietosa metteva in luce tutto il suo decadimento da shinobi degli ultimi tempi, ma oggi di ciò non gli importava, doveva riuscire a fare qualcosa per la sua situazione, e se non riusciva da solo doveva costringersi a farsi mettere in mezzo dalle questioni del villaggio.
    Poi tornò in casa perché solo dopo un secondo momento si era accorto che l'incontro era fissato il giorno successivo.

    [...]

    L'unica cosa che in un giorno Hamano era riuscito a fare era stata una doccia. Grazie al cielo aveva avuto l'accortezza togliersi l'immenso fetore che aveva ottenuto con il suo stile di vita da povera anima segregata in casa. Nulla però poteva fare per il suo aspetto. Capelli sciatti, viso poco curato, ed un grande mantello pieno di buchi rendeva difficile riconoscere in lui un chuinin del villaggio, inoltre il fatto di non aver indossato la protesi del braccio sinistro lo facevano sembrare ad un qualche poveraccio della zona. L'unica cosa che faceva pensare che forse in lui qualcosa di diverso c'era era la sua amata e fidata arma. La sua nodaichi, Meyio, legata alla sua schiena curva, spiccava in mezzo alle strade che stava percorrendo per raggiungere il luogo di ritrovo.
    Nonostante la voglia del ragazzo di rimettersi in carreggiata era in ritardo per la riunione. Mentirebbe se dicesse di avere trovato imprevisti lungo la strada , a meno che per imprevisti non intendesse gli improvvisi momenti in cui la sua depressione lo stava per riprendere con sé.
    Nonostante tutto era riuscito ad arrivare alla loggia della squadra dei Sand Scoprions. Se non fosse uno dei suoi membri forse non sarebbe nemmeno riuscito ad arrivare fino a lì senza perdersi.
    Entrando e percorrendo un piccolo spazio oscuro allo shinobi venne in mente un pensiero che espresse a bassa voce.

    Aspetta, ma questo corridoio non porta a...

    I dubbi del ragazzo vennero subito risolti dal constatare che sì, in effetti sembrava proprio che l'importante riunione per decidere il futuro di Suna e di Hamano Iga si tenesse proprio nel ripostiglio. Gli scappò una piccola risatina nel constatare che il turbine rosso della sabbia non era cambiato per nulla in questo periodo. Dalla porta chiusa poteva solo udire alcune frasi poco chiare, a parte quelle che Hoshi urlava come se volesse far sapere a tutti che li si stava tenendo un'importante riunione segreta.
    Hamano, appoggiando una mano tesa sulla porta, cercò di recuperare tutte le sue motivazioni e forze per riuscire a spezzare quel dannato incantesimo che gli stava rovinando la vita.
    Nella sua testa voleva spaccare la porta con un dropkick, entrare in stanza urlando ed abbracciare i suoi due vecchi amici, forse piangere molto virilmente, ma doveva fare i conti con quella che era la sua condizione fisica e mentale attuale, perciò si limitò a spingere piano la porta e ad entrare facendo il meno rumore possibile. A vederlo da lontano sembrava una vecchietta gobba e il pensiero fece provare un'inaspettata rabbia al ragazzo. Bene, odiare sé stesso per quello che era diventato poteva essere un buon modo di ricominciare a tornare ad essere l'Hamano Iga che era.
    Dopo essersi rinchiuso la porta dietro si girò per guardare Hoshi e Hohe con un sorriso molto stanco ma anche molto sincero.

    Sì, lo so, sono in ritardo. E vi chiedo veramente scusa dal più profondo del mio cuore.

    Per chi non lo conosceva quelle potevano sembrare parole esagerate per una persona arrivata in ritardo, ma Hamano non poteva esprimere in altro modo tutto il suo dispiacere per la sua prolungata assenza.
    Il ragazzo continuò, cercando una una sedia dove sedersi, per poi togliersi il mantello rilevando a tutti il suo moncherino altezza spalla e tenendo con la mano sana la sua amata arma.

    Me lo fate un risssuntino?

    Chiese con voce stanca.
    Forse Hamano Iga era tornato.
    Forse.

     
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36 replies since 10/3/2016, 22:25   1007 views
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