Il Ventaglio Segreto:L'inaugurazione

[Free aperta a tutti]

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  1. Asgharel
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    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    Un Vecchio Nuovo Locale a Konoha! 六

    ~Figaro!~


    Inutile dire che la cosa sarebbe degenerata in ogni caso. Nel caso più fortunato, almeno per le due, si poteva creare una nuova coppia, con la conseguente reazione certamente esaltata di una grossa fetta maschile presente, specialmente della parte più “arrapata” dal particolare equivoco.
    Sfortunatamente per Kazumi, invece, si trattava del secondo caso. Quello in cui Ayuuki aveva deciso di fuggire, probabilmente spaventata dalla serie di eventi.
    Staccatasi da lei, Ayuuki prese la parola, tentennando leggermente, forse per l'emozione, forse per l'imbarazzo o forse per altro.

    “Credo.. che sei confusa. ”

    “N-no, Ayuuki, io...”

    “L’Alcool ti ha annebbiato il cervello. Inizio ad aver mal di testa. Mi sento male!”

    “Ayuuki, aspetta!”

    “Vado in bagno.”


    “Ayuuki...”


    Fu appena un respiro, un flebile suono che nel marasma dell'ormai confuso e ricolmo locale svanì nel nulla senza lasciare traccia al di fuori degli occhi si Kazumi che tristemente vedeva Ayuuki che fuggiva verso il bagno, per poi portare il proprio sguardo al suolo, guardando nel nulla.
    Ormai ci era abituata, erano oramai svariate le volte in cui sperava in qualche modo di trovare la ragazza giusta, eppure, ogni volta finiva in quel modo.
    Fin da piccola la sua famiglia le aveva “imposto” chi amare, chi frequentare e che cosa fare, non accettando la sua natura ed imponendole delle scelte non sue, finché un giorno, a seguito di un incidente lei rimase sola con suo fratello, il quale nella sua dabbenaggine non si era mai nemmeno accorto di come Kazumi avesse sofferto in passato, comprendendo solo dopo molto tempo la natura “diversa” della sorella, notando come anche lei guardasse, con i suoi stessi occhi le ragazze che lui per primo puntava.
    E fu così, che alcuni anni prima, vagando per il villaggio i due conobbero per caso Atasuke Uchiha, il loro maestro, all'epoca ancora un semplice genin quando loro nemmeno si erano incamminati nella via dello shinobi. Egli fu il primo ad accettarli, a non giudicare le loro scelte ed i loro pensieri. Le tendenze a volte esageratamente espansive di Sanosuke e le tendenze controcorrente di Kazumi.
    Atasuke era stato il primo ed unico a viaggiare al suo fianco trattandola completamente come una donna quale era, senza nessuna forma di paura o di trattamento particolare.
    Certo, anche Sano non la trattava diversamente, eppure, nei suoi occhi, da quando aveva scoperto quella sua tendenza era cambiato. Qualcosa nel profondo lo turbava e per quanto si sforzasse di non darlo a vedere, dove gli altri potevano non notare quel dettaglio, lei lo vedeva e lo riconosceva. Ma non era così per Atasuke. Ed era per quello che lei lo seguiva in ogni dove. Era per quello che lei “recitava” la parte dell'allieva fedele e dell'amica fidata. Era per quello che in un certo senso lei gli aveva donato parte del suo cuore, esattamente come il maestro aveva fatto con ogniuno dei suoi allievi, donando una parte del proprio.

    […]


    E mentre Kazumi rimaneva ferma al bancone, ordinando nuovamente da bere, questa volta per dimenticare, ignorando completamente eventuali sguardi indiscreti che continuavano a puntarla, Atasuke si stava dedicando con calma a parlare con l'amica, seguendo un discorso che poco alla volta stava sviscerando alcuni dei “segreti” dell'Uchiha.

    “Non amo bere alcolici. E nemmeno Ayuu-chan.. ma sappiamo entrambi che quando si mette in testa una cosa.. è difficile farle cambiare idea! Non le piace perdere!”


    A quell'affermazione, Atasuke sorrise con dolcezza, leggendo la verità in ciò che l'amica della sua allieva stava dicendo e ricordando le svariate volte in cui Ayuuki si era persa al dojo in qualche sfida, lasciandosi trascinare in ogni forma di scontro, cercando sempre di venirne a capo vittoriosa, rendendosi a volte anche ridicola, come rischiava di fare in quel caso in cui aveva deciso di dedicarsi all'alcool.
    Il discorso poi deviò sul potenziale amoroso dell'Uchiha e Miyo decise di provare a lanciare un attacco mirato, forse per scuotere l'imperturbabile maestro o forse solo per puro piacere nel cercare il gossip o una dichiarazione compromettente.
    Peccato solo che anche Atasuke, seppur in maniera meno sfacciata di Ayuuki, adorasse vincere ogni sfida.

    “Troverete sicuramente la donna che riuscirà a deviare il vostro animo verso strade più peccaminose. Rinuncerete alla cura dello spirito per abbandonarvi ai piaceri della carne?”

    «Una domanda inconsueta, Miyo-chan...»


    Ammise, lanciandole uno sguardo affilato e suadente, quasi come a voler sottolineare di aver accettato quella specie di sfida o provocazione.

    «Tuttavia mi chiedo se dedicarsi al “piacere della carne” richieda di rinunciare in effetti a curare lo spirito... Personalmente credo che dedicarsi al puro piacere carnale potrebbe essere divertente, forse, per qualche minuto... Ma credo che semmai una donna avesse l'ardire di tentarmi, certo non mi limiterei al piacere della sola carne...»


    Il suo sguardo si fece tagliente, oltre che fortemente profondo. Ella forse aveva toccato un nervo scoperto, oppure semplicemente aveva scatenato l'indole dell'Uchiha che proprio per la sua continua ricerca della perfezione in ogni ambito sembrava attirare lo sguardo di molte donne, coetanee e non.

    «Miyo-chan... Non di sola carne è l'uomo... ed un piacere solo limitato ad essa è effimero e per la sua stessa natura svanisce... Ma se anche lo spirito risuona ardendo nella passione, ecco che le due anime per un istante si uniscono e risuonano tra loro, raggiungendo la perfezione in un attimo che rimarrà per sempre in entrambi, diventando quindi unico ed infinito»


    Con quelle parole, Atasuke fece scivolare la sua mano lungo il tavolo, accarezzando delicatamente quella di lei, poggiata con garbo, sfiorandola, nel tentativo di istigarne un leggero fremito, lasciando a lei ed ai suoi pensieri l'effettiva causa e natura dello stesso.
    La sua voce era calma, pacata e involontariamente suadente, come d'altronde risultava essere ogni volta che parlava con il cuore, lasciando uscire una piccola parte del suo essere e dei suoi sentimenti.
    Per Atasuke, l'arte della guerra era come l'arte della seduzione. Solo lavoravano su due piani diversi, che a volte collidevano in uno stesso momento ed in una stessa azione, divenendo infine solo arte.
    Ma di questa sua filosofia, forse, se ne sarebbe parlato altrove e decisamente in un altro momento e contesto.

    “Non siete mai stato invitato da una donna in un Bar e parlare di argomenti riguardanti al Futuro? Siete stato alquanto sfortunato allora. Il Villaggio è pieno di donne pronte a donarvi il loro cuore.”


    A quello che gli parve come una sorta di scherzo, Atasuke sorrise nuovamente, accettando la supposizione della ragazza, per poi concedersi di svuotare il proprio bicchiere e dedicarsi quindi alla debita risposta in quella specie di sfida retorica tra i due.

    «Forse è proprio la fortuna a mancare o forse semplicemente il coraggio delle stesse nel provare a chiedere... Se come tu stessa dici molte sarebbero disposte a darmi il loro cuore... mi chiedo dunque per quale motivo non si facciano avanti anche solo per una tazza di the... Come puoi vedere non mordo...»


    Rispose lui scherzoso, lasciandosi andare ad una leggera risata prima che il resto del discorso portasse ad argomenti decisamente più seri e formali.

    […]


    Come c'era da aspettarsi da una donna, ella trovò decisamente importante l'intenzione dell'Uchiha di mettere su famiglia. In effetti non si poteva dire che ella avesse torto, tuttavia, davanti ai suoi occhi, creare una famiglia era una parte naturale della vita e dunque non ne vedeva alcuna particolare forma di grandiosità o alcuna difficoltà particolare, ma forse era solo per una diversa interpretazione e visione della questione.
    Nel frattempo, Sasori lanciò qualche avviso, tra cui l'inizio dei giochi alcolici, tra i quali annoverò il classico gioco degli scacchi alcolici secondo le regole e la scacchiera dello Shoji e una sfida al locale, denominata sfida dei cinque kage, probabilmente basata sul tracannare 5 mix estremamente alcolici uno dopo l'altro.
    Atasuke dal canto suo non si fece prendere dall'entusiasmo, continuando tranquillamente a conversare con Miyo, senza badare troppo al caos che poco a poco andava aumentando mentre il locale si affollava sempre di più.
    Ma fu poco dopo, quando Miyo provò ad intavolare un discorso sull'amica ed il suo potenziale ritorno, che tutto sembrò crollare d'un tratto. Atasuke vide il pallore della ragazza mentre i suoi occhi erano rimasti piantati in direzione del bancone dove si trovavano le due allieve e senza nemmeno voltarsi intuì che cosa potesse aver scatenato quello shock, per poi voltarsi, più per esserne certo che altro ad osservare, vedendo a questo punto Kazumi che cercava di trattenere Ayuuki che correva via.
    Chiuse gli occhi scuotendo la testa, rattristato da ciò che aveva visto. Sapeva che prima o poi sarebbe accaduto, ma sperava che quello non fosse il momento. Momento che invece era stato.

    «Temevo che prima o poi sarebbe accaduto... Solo speravo non con Ayuuki... o almeno non così brutalmente... Temo che le due bevendo abbiano finito per osare troppo lasciandosi andare senza più freni inibitori... Ma non ti preoccupare, sono entrambe ragazze adulte e forti e sapranno uscirne... Inoltre correre dietro ad Ayuuki ora finirebbe solo per peggiorare la situazione... ti consiglio di non pensarci troppo ed aspettare qualche minuto prima di raggiungerla... sempre che tu voglia raggiungerla...»


    Disse in tono calmo e pacato, cercando di far riprendere Miyo dal suo stato catatonico, poco prima che dalle sue spalle giungesse una nuova voce nota che ancora una volta spiccava per i modi non del tutto appropriati.

    “Salve Atasuke-sama, come và? Come vede sono anche io qui in mezzo a voi ninja di una certa classe.”

    «Non c'è che dire... almeno hai avuto la decenza di non auto-includerti tra noi “gente di una certa classe”»


    Commento in tono freddo, gelido, quasi ostile senza nemmeno voltarsi verso l'allievo che si trovava alle sue spalle, dandogli modo, magari, di notare che si trovava in compagnia.
    Ma ecco che dopo alcuni secondi di inquietante tensione e silenzio, se e quando l'allievo si fosse portato davanti a lui o Atasuke si fosse voltato (dopo alcuni secondi ancora) verso di lui, avrebbe notato il suo volto sorridente, che terminò con una amichevole risata verso l'allievo.

    «Bene arrivato Kazuki... sembra che quest'oggi ci sia parecchia gente che vuole farmi compagnia... Ti inviterei a sederti ma sarebbe scortese senza chiedere l'opinione della signorina... Miyo-chan... che ne dite? Vi spiace se questo mio sconsiderato allievo si unisce a noi? O volevate ancora parlarmi di qualcosa in privato?»


    Domandò con gentilezza, attendendo quindi una risposta dalla ragazza prima di concedere o meno all'allievo di unirsi al loro tavolo.

    […]


    Ed alla fine venne anche il turno di Sasori che, finalmente liberatosi, aveva deciso di dedicarsi alla festa, raggiungendo i due (o il trio) al tavolino passando in mezzo alla folla per poi rivolgersi loro con tranquillità.

    “Ehilà Atasuke prendiamoci qualcosa insieme, ovviamente anche per te le tue allieve ed allievi ! Siete sempre i benvenuti ! Ora posso finalmente unirvi a voi, dopo che Akane e Dayu, mi hanno rimpiazzato all'ingresso a dareil benvenuto ! La festa è inziata anche per me finalmente ! Insomma vi piace il locale ? Vi state trovando bene alla festa ?”

    «Buon per te, Sasori. Sono contento che alla riapertura il tuo locale vada bene... Ma in fondo è da parecchio che a Konoha non ci sono bar di un certo livello... Per quanto riguarda le mie due allieve, credo che per oggi abbiano già dato abbastanza e Kazumi si sta già rifornendo per conto suo... Per quanto mi riguarda in effetti non mi dispiacerebbe un altro giro... ma sono curioso di questa sfida dei 5 kage... Dimmi qualcosa di più in merito, intanto possiamo dedicarci ad un sano bicchiere di sakè caldo... Lo scotch di prima non era affatto male, ma ho voglia di sciacquarmi la bocca con qualcosa di più delicato e non ho voglia di esagerare... metti mai che qualcuno decida di sfidarmi a shoji...»


    Commentò ironico sulla questione poco prima che l'attenzione di Sasori venne nuovamente attirata dalla dipendente del bancone che sembrava essere decisamente spaesata in quel luogo ed in quel momento ricco di caos, combinando ripetuti errori, seppur non gravi.
    Quando Sasori ebbe terminato di rimproverarla, Atasuke ne approfittò per un istante, cercando di calmare le acque.

    «Mayumi, gentilmente, un sakè caldo per me appena hai tempo, grazie»


    Disse alla ragazza in tono gentile e con un sorriso cordiale, prima di dedicarsi a Sasori che era tornato con l'attenzione verso di lui.

    “Non ti puoi distrarre un attimo...soprattutto con Mayumi...mi farà disperare un giorno di questi. Ad ogni modo, novità ?”

    «Non essere troppo duro con lei... Non ha esperienza e si vede, ma non si può dire che non ce la metta tutta... In fondo gestire un bancone con tutta questa gente all'apertura non è cosa semplice, anzi, è estremamente complicato... Ma credo che se le darai abbastanza fiducia con il tempo imparerà e sarà più che auto sufficiente»


    Commentò, lanciando nuovamente un sorriso verso la poveretta che, notandolo, non poté evitare di stallare per un istante prima di sorridere di rimando rimettendosi al lavoro.

    «Ad ogni modo, nulla di nuovo o almeno nulla di particolare degno di nota. Al gate tutto fila liscio senza grossi intoppi a parte i soliti problemi di routine, il dojo procede bene ed i miei allievi continuano a rendermi fiero di loro, quindi, tutto sommato, tutto nella norma... Tu invece vedo che ci stai dando parecchio dentro con il locale... Pensi di riuscire a reggere un simile ritmo ed a gestire anche i tuoi impegni per il villaggio? Perché se anche dovessi avere ogni giorno la metà dei clienti che hai questa sera, credo proprio che non avrai il tempo per missioni e quant'altro...»


    Commentò con serietà prima di prendere la bottiglietta in ceramica che la ragazza gli aveva appena portato versandosi una piccola dose nel bicchierino predisposto ed iniziando ad assaporarne l'aroma prima di bere il primo bicchiere della sua seconda ordinazione.
    Ebbe appena il tempo di bere il bicchierino che ecco una nuova voce, questa volta sconosciuta, che giungeva alle sue orecchie, una voce femminile e gentile, decisamente più apprezzabile di quella dell'allievo e di Sasori, per quanto fosse profondo il loro legame

    "Atasuke-Sama, le chiedo scusa per il disturbo ma era da un po' che avevo intenzione di presentarmi, ed ho ritenuto che questo fosse il momento più adatto vista la presenza di altri membri del clan"

    «Certamente, prego dimmi pure... tu saresti?»


    Atasuke posò quindi il bicchierino sul tavolo, portando il suo sguardo e la sua più completa attenzione sulla ragazza che si era presentataa lui ed a tutto il gruppo radunato attorno al tavolo.

    “Sono Kairi Uchiha, al clan si parla molto di voi ma non ho mai avuto occasione di parlarle prima d'ora. E' un onore e un piacere poterlo fare adesso. Spero solo di non aver scelto il momento sbagliato e di non aver interrotto nulla di importante”

    «Lieto di fare la tua conoscenza, Kairi... Farei la mia presentazione, ma mi pare chiaro che tu sappia già molto su di me... Spero solo che tu abbia sentito solo cose belle sul mio conto... Qual buon verto ti porta qui? Vuoi forse farci compagnia per una bevuta?»


    Chiese con cortesia, continuando ad osservare la ragazza, quindi stette bene attento a non essere scortese o a cercare di tagliarla fuori dal discorso... Certo iniziava ad avere attorno a se parecchia gente, ma in fondo tra il dojo ed il lavoro alle mura, era abituato ad essere circondato da persone.
     
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