Il Tempio dell'Unico Credo

[News Free aperta a tutti]

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Giocatori
    Posts
    3,905
    Reputation
    +188

    Status
    Offline

    Viaggio a sorpresa

    I - Il tempio divino



    Non riesco ancora a credere che siamo riusciti a convincere Ayuuki a prendersi una pausa.

    Disse Youkai, ad un Inoichi sorpreso quanto lui. Sapendo che la ragazza era sempre in orario, avevano già ordinato tre porzioni di ramen, dalle quali ciotole usciva un profumo che dava l’acquolina all’albino, ma che per gentilezza trattenne la fame per aspettare che anche la kunoichi potesse aprofittare di quella prelibatezza.

    E’ il chioschetto migliore della città. ...E si vede, visti i prezzi.

    Sussurrò l’ultimo commento, evitando di farsi sentire dal cuoco. Facendo roteare più volte le bacchette tra le mani, rimase pacifico, poggiato con schiena e braccia sul bancone, ascoltando i discorsi floreali del biondino. All’improvviso, vide da lontano la ragazza che entrambi stavano aspettando, e felicissimo prese la ciotola destinata ad Ayuuki, porgendogliela non appena li salutò.

    Ti abbiamo tenuto la roba in caldo. Buon appetito! ...Cos’è quel foglietto?

    Fissò il volantino in mano alla ragazza con fare minaccioso. Non aveva intenzione da schiodarsi da quel chioschetto se non per spostarsi su uno sdraio o direttamente su un prato. Ma no, la kunoichi aveva sempre una sorpresa in serbo per i due giovani. Youkai iniziò a mangiare il suo ramen fissandola torvo, senza risparmiarsi fastidiosissimi rumori mentre succhiava gli spaghetti.

    Non vorrei che il cuoco si offendesse. Si giustificò, poco credibile dato il tono di voce che sembrava dire “non riuscirai a farmi spostare da qui”. Quasi finì con lo strozzarsi quando sentì che sarebbe stato aggiornato sui dettagli di una qualche missione.

    No no no no. No. NO! E’ giorno di ferie! Non riuscirai a farmi lavorare anche oggi!! Si infilò un nodo di spaghetti in bocca GNO.

    Tirando su l’ultimo spaghetto, si apprestò a bere il rimanente nella ciotola quando la Fuyuutsuki, ignorando le sue lamentele, propose un grido di battaglia per la loro nuova “missione” improvvisata. Quasi strozzandosi, finì col posare tutto sul tavolino, arreso, posando per ultimo la mano nel mucchio, seguito da un debolissimo e piatto Shannarò.
    Era finito di nuovo in una trappola.

    La bellezza del luogo venne ignorata per la maggior parte del tempo dall’albino, che passò il viaggio in traghetto a ronfare, con la banalissima scusa del “non voler sprecare energie per la missione”. Missione che voleva ignorare del tutto, ritenendola una perdita del tempo dato il luogo.

    Ayuuki, se i tizi di cui parli fanno davvero parte di un loro culto, credi che verrebbero in un posto del genere dove si pregano divinità per loro fasulle? Eddai. Devi rilassarti...

    Serio come mai prima d’ora, prese con estrema delicatezza il volto della kunoichi, fissandola dritta negli occhi con decisione. Si avvicinò a lei, spostandosi accanto al suo orecchio e sussurrando:

    Prenditi. Un giorno. DI pausa.

    La lasciò andare, portando le braccia a stiracchiarsi sopra la sua testa, ridacchiando. Guardandosi intorno potè notare come molte persone erano state attratte dal luogo, e si incamminavano verso un sentiero tortuoso. La Fuyuutsuki fece l’errore di ricordargli la sua folle serata al locale. Youkai, che già era stato informato da pettegolezzi vari, gonfiò le guance, trattenendo le risate. Non negava che avrebbe voluto assistere alla scena in diretta, conoscendola solo per sentito dire non dava ovviamente la stessa soddisfazione.

    Beh… Dicono che il giorno dopo il locale si sia riempito. Se gli concedi il bis, chiama il tuo team.

    E se la diede a gambe, cercando invano di sfuggire alla furia della ragazza.
    Il lungo percorso, che ad un occhio più attento sarebbe risultato uno spettacolo irripetibile, per l’albino era invece un’interminabile scarpinata, che sembrava non terminare mai. E come se non bastasse la distanza, c’erano pure alcuni ostacoli che misero alla prova i più imbellettati lì in mezzo, svantaggio che Youkai non aveva data la sua (irrispettosissima) felpa e pantaloni, con tanto di scarpe da ginnastica. Se non altro era l’unico attrezzato per la scarpinata che per l’avvento in sé, ma ciò non lo rese meno affaticato una volta arrivati a destinazione.
    Una destinazione da ricordare, che pareva irreale, una costruzione estremamente pregiata che non poteva appartenere ad altri se non agli dei stessi, in un posto così sperduto ed isolato dalla civiltà. Ma non per l’albino.
    A meno che nessuno lo avesse fermato, si sarebbe fiondato verso il primo laghetto disponibile per bagnarsi la testa, immergendola completamente nell’acqua e rialzandola con un grosso sospiro di sollievo. Ayuuki o qualche sconosciuto avrebbero dovuto fermarlo in tempo prima che profanasse in quella maniera un luogo di culto.
     
    .
  2.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Giocatori
    Posts
    3,905
    Reputation
    +188

    Status
    Offline

    Riconoscimenti

    I - Viaggio verso il tempio



    Come ogni mattina, Hebiko si svegliò all’alba, preparandosi con calma il caffè nel suo nuovo appartamentino acquistato da quando aveva iniziato il suo lavoro in amministrazione, e controllando la lista di cose da far fare a Febh, l’incapace amministratore che stava per mandare Oto in rovina. Il suo obiettivo era semplice: resasi conto di poterlo controllare a suo piacimento, lo avrebbe costretto a mettersi al lavoro, senza pretendere di prendersi alcun merito, in cambio di validi addestramenti ninja. Ah, e un ottimo stipendio.
    A quanto pare però, almeno negli uffici, le sue azioni venivano riconosciute, anche il semplice fatto di aver limitato (eliminarli era impossibile) gli “incidenti” che capitavano di tanto in tanto, come pareti esplose per puro caso et simili. Non credeva tuttavia di essere stata notata anche dai piani alti. Da sotto la porta sbucava una lettera, con un pregiato sigillo. Con il caffè alla mano, seduta sulla sua poltroncina preferita lesse la lettera.

    ...La capoclan degli Yakushi?! Febh deve inavvertitamente aver parlato di me. O forse qualche impiegato?

    Continuò a leggere, curiosa. Ogen, la capoclan, le fece i complimenti per il lavoro svolto con Febh, cosa che rese Hebiko orgogliosa. Nessuno le aveva mai fatto i complimenti in maniera tanto formale, e che non riguardassero un combattimento di strada appena concluso. La donna chiedeva di portare Febh al Tempio dell’Unico Credo, chiedendole di accompagnarlo in modo da controllare che portasse onore al clan Yakushi.

    Chissà com’è far pare di un clan…
    ...Bah! Ma che dico. Essere soli è un enorme vantaggio, posso fare tutto quello che mi pare!!

    Stranamente irritata da quel pensiero, cambiò la lista, mettendo come priorità il viaggio al tempio alla data prestabilita. Un ultimo post scriptum la avvertì di un pacco in arrivo, qualcosa di importante da usare il giorno del viaggio.




    Ed il giorno del viaggio arrivò. Entrambi scesero dalla barca, e tutti i presenti poterono vedere il regalo che era stato fatto ad Hebiko qualche giorno prima: un vestito pregiato, nero pece, di tagio occidentale, ornato da due brillantissimi orecchini di pietre preziose, ed un trucco marcato ma non troppo. Una perfetta coppia moderna.
    Hebiko non amava sentirsi osservata, ma purtroppo un abito tanto diverso rispetto ai classici kimono orientali l’avrebbe fatta risaltare come un papavero tra le margherite. Di tanto in tanto si nascondeva dietro a Febh, imbarazzata, distratta però dal tortuoso viaggio. Ssalar la aiutò a superare ogni ostacolo per lei troppo difficile, e senza timore si aggrappò più volte allo Yakushi per evitare di bagnarsi guadando i fiumi, in modo da mantenere il vestito intatto.

    La vecchia non ha specificato se lo rivuole indietro o meno, sarà meglio non rovinarlo.

    Con pazienza, rispose ad ogni lamentela di Febh, anche la più sciocca, dando una valida argomentazione ad ogni cosa.

    Perchè tu sei stato scelto per rappresentare il tuo clan, di conseguenza devi sforzarti di fare bella figura. Sì, anche coi “bonzi”.

    Febh e Ssalar iniziarono subito a litigare, e l’amministratore fece volare via la lucertola, seguita da un sussulto e un grido di Hebiko:

    YAKUSHI!! Cosa ti ho appena detto?! Bella figura! Rappresenti tutto il tuo clan, non puoi fare scemenze del genere! ...Ssalar? Tutto a posto?

    Il ringhio che usò contro l’Amministratore svanì come per magia quando si voltò verso la lucertola, anche se l’impatto con l’acqua le aveva sicuramente permesso di non farsi (troppo) male.
    La ragazza, alzata grazie ai tacchi, si piazzò davanti al Jonin, togliendogli lo sporco che riusciva e sistemandogli camicia e cravatta con cura, pettinandogli persino i capelli con le mani cercando di farlo apparire fresco come una rosa. A lavoro ultimato, fece qualche passo indietro, fissando il suo lavoro.

    Beh. Può andare. Allora? Ricordi quello che ti ho detto? Saluta tutti con un inchino, atteggiamento formale, non provare a dare del “tu” a nessuno o ti raddoppio la dose di lavoro, e non. Toccare. NIENTE. Tutto chiaro?
     
    .
  3.     Like  
     
    .
    Avatar

    Colui che è

    Group
    Giocatori
    Posts
    18,065
    Reputation
    +217
    Location
    Luce di stelle

    Status
    Anonymous

    × Off-Game ×


    × Legenda
    Narrazione
    «Dialoghi»


    "Cosa?" - si chiese l'Akuma guardando uno dei tanti volantini affissi in giro per il villaggio. - "Chi diavolo li ha affissi? Io non ho..."
    "Uhm. Ma non vedi che c'è scritto? Animo guidata dalla..."
    "Sì, ma che c'entra?.. Io mi chiedo chi li abbia affissi, non a chi è rivolto. Capisci? O no? E poi, sti colori, ste lettere... Bisogna indagare."
    L'Akuma si guardò intorno, scoprendo l'intera via era riccamente affissa da tutti quei volantini e da altri materiali. Certamente, Kiri era uno dei villaggi più popolati e se vi era qualche evento nel mondo, il paese dell'Acqua non sarebbe stato tralasciato. Inoltre, quanti diavolo di ryo ci volevano per scrivere tutte quelle cose su così tanta carta e mandare le persone in giro per il mondo ad affiggerle?
    "Se non sbaglio, è la setta venuta a Kiri tempo fa. Quelli che..."
    "Ma sicuro che io li abbia fatti entrare?" - si chiese l'Akuma. - "Non me lo ricordo."
    "Forse eri a cucinare sushi sulle mura, come sempre".
    Seinji si fermò un attimo guardandosi intorno, quasi come se stesse cercando qualcosa. Ci volle qualce attimo prima che egli abbassò lo sguardo.
    "Hmm. Forse hai regione... Magari Kaito li ha fatti passare."
    "Kaito chi?" - chiese il Demone. - "Non c'è nessun Kaito sulle mura..."
    "Davvero?" - chiese l'Akuma. - "E quel tizio... come si chiama... quello strano... che era anche alla riunione..."
    "Ah. Lui. Ryuu?"
    "Sì. Ryuu."
    "Boh. Può essere. In ogni caso, caro Seinji Akuma, credo tutta sta storia puzzi."
    "Non mentire, caro Asmodai. Lo so benissimo che ti stanno sul cazzo i vari templi e vuoi semplicemente andare a vedere di che altro Dio si tratta".
    "Mi hai scoperto..." - rispose quello e Seinji capì che non sarebbe stato molto facile placare la sua sete di curiosità.

    [...]



    Ricevere il permesso del Mizukage non fu troppo difficile. Ora si era instaurata una certa fiducia tra l'Akuma e il Nara. Molto più difficile, dopo la sua promozione a Jonin, fu di trovare qualcuno disposto a fare i turni sulle mura al posto suo. Seinji Akuma non avrebbe mai pensato che la cosa potesse essere tanto complicata: pensava che a Kiri ci fosse gente che si accavallava gli uni sugli altri pur di aiutare un proprio compaesano, e invece nulla.
    "Maledetti kiriani" - sboccò il jonin. - «Hey, Kitomi! Fa due settimane al posto alle mura. E' un ordine.» - Sorrise il kiriano per poi mordersi il pollice e comporre alcuni sigilli.
    «Di nuovo tu?» - Zurura non è mai stato molto felice di vedere Asmodai, tanto meno la sua nuova maschera. Questi però non si scompose e con la mano indicò uno degli affissi che si trovavano lungo la strada. - «Li vedi quelli? Si tratta di qualcuno di importante. Cinque religioni! Capisci? Cinque.»
    "Perché non dieci?" - si chiese Asmodai. - "Almeno sembra un numero più commerciale".
    «Taci tu,» - disse l'Akuma a sé stesso. Poi si rivolse a Zurura. - «E tu piegati, se no non riesco a salirti sulla schiena.»
    Quello obbedì senza proferire una parola.
    «Bravo. Ora vola. Direzione Tempio dell'Unico Credo.»
    «Eh?»
    «Foresta di Karetembou.»
    ...
    «Eh?»
    «Stupido idiota di un pterosaura. Vola, te la indico io la strada.»

    [...]



    La strada per arrivare al tempio era tortuosa e ricca di insidie. Ma non se ti chiami Seinji Akuma, ti piacciono le vie facile e te ne fotti di fare i chilometri a piedi. In più se possiedi dei bei gran pterosauri che usi come schiavi, ma quella è una storia completamente diversa.
    «Eccolo! Quello deve essere il sentiero che porta al tempio!» - avrebbe esclamato l'Akuma aguzzando subito la propria vista [Vista Vitale] per non perdere la strada e vedere il tempio alla fine della strada.
    «Oh! Quello è Ryongoku!» - avrebbe esclamato il Jonin di Kiri poco dopo. - «La destinazione! Beh, scendi quota!»
    Una volta scesi dal cielo, l'Akuma si sarebbe messo sulla strada che portava al tempio e avrebbe dato un'occhiata panoramica in giro.
    «Mica male!» - disse l'Akuma. - «Senti tu,» - si rivolse a Zurura, - «Vai a fare un giro qua nei dintorni. Vedi se scopri qualcosa d'interessante. Magari socializza un po' con gli animali della zona, okey?»
    Finito di parlare con Zurura, il quale pensò bene subito di sottostare agli ordini di Seinji, quest'ultimo si avviò verso il tempo provando una sensazione di pace e tranquillità.
    Proprio come nella missione precedente. Quella in cui divenne Jonin.
    "Euiko" - pensò Seinji. Che il passato si stesse ripresentando?
    "Tutti questi templi meditativi si sono diffusi lungo il continente come funghi" - sulla scia del pensiero di Seinji, pensò anche Asmodai. - "Vediamo almeno cosa ci riservano questi".







    Chakra:492 bx
    Vitalità: 18 leggere /18 leggere

    Slot Difesa 1 -
    Slot Difesa 2 -
    Slot Difesa 3 -

    Slot Azione 1 -
    Slot Azione 2 -
    Slot Azone 3 -

    Slot Tecnica 1 -
    Slot Tecnica 2 -
     
    .
  4.     Like  
     
    .
    Avatar

    È colpa tua. Ratty

    Group
    Staff GdR
    Posts
    15,693
    Reputation
    +1,590
    Location
    Top Secret...

    Status
    Online


    Capovolgimento: il Dio Geloso
    [POST COME QM]


    Molti erano arrivati nelle terre consacrate, e molti altri stavano arrivando, alcuni per partecipare alle celebrazioni, altri semplicemente per curiosità o per svagarsi un poco nella festa che sarebbe seguita alla grande inaugurazione del tempio. Pochi avrebbero notato il piccolo e trascurato altare che era stato messo in ombra dalla nuova struttura, proprio ai lati della piazza, semicoperto da un muro a pochi metri dalla vegetazione e senza più nemmeno un'offerta votiva a parte una piccola ciliegia che riposava su una semplice lastra di pietra. (immagine)jpg Nè avrebbero potuto notare che all'interno del minuscolo santuario due occhi invidiosi scrutavano l'intero carnevale di festoni, maschere e offerte in oro e gemme che venivano trasportate costantemente da una parte all'altra per fare in modo che tutto fosse al posto giusto per l'inizio della grande cerimonia.

    Quattro grosse aiuole recintate con fuda e altri amuleti erano state approntate ai quattro angoli della grande piazza antistante il tempio, e proprio là sarebbe cominciato il rito, secondo le diverse dottrine unificate, per consacrare il terreno e renderlo adatto ad accogliere le riunioni dei più alti prelati appartenenti ai diversi culti del Continente. La nascita di quel tempio era chiaramente un forte segnale politico che voleva riaffermare la forza delle organizzazioni religiose sul territorio, ma era anche un evento spirituale, al pari della costruzione dei Pantheon nel lontano occidente, con cui si rendeva omaggio a tutti gli dei. La prima parte della cerimonia sarebbe cominciata nella piazza, con l'uscita dei tre principali leader religiosi dalla grande porta centrale del tempio, seguiti da svariati monaci e sacerdoti in preghiera. Tutti e tre avrebbero benedetto un singolo seme di ciliegio, per poi lasciare che una fanciulla lo piantasse nell'aiuola dell'angolo a destra, più vicino. La scena, secondo il rito, avrebbe dovuto ripetersi per ciascuno dei quattro angoli.

    Nel giro di venti minuti un gran numero di accoliti e sacerdoti organizzarono la folla, distribuendola in vari gruppi sulla base dell'importanza e dello status sociale, se noto, ma tutti avrebbero avuto un buona visuale della cerimonia che ben presto sarebbe iniziata, col ritmo incessante dei tamburi suonati in cima a due diverse torrette di legno, appena oltre la piazza principale, nelle vie affollate di bancarelle di ogni genere e forma. I colossali strumenti a percussione risuonavano ben oltre le voci degli astanti, ma ben presto un mormorio sommesso, via via crescente, cominciò a confondersi con il loro battere fino a creare un unica melodia, profonda e armonica, che risuonava in ogni angolo di quel territorio sacro. Le voci giungevano tutte da dentro il tempio, le cui porte chiuse vennero aperte lentamente lasciando che l'odore di spezie ed incenso si spandesse nella piazza, con un sottile fumo argenteo che circondava i tre grandi sacerdoti impaludati nei loro paramenti sacri.

    Il tamburo, pur squillante, si fece meno invasivo mentre ogni battito accompagnava i movimenti immersi nella preghiera dei tre alti prelati, seguiti da una schiera di monaci e sacerdoti che pronunciavano ognuno un diverso mantra, o preghiera, o canto di lode, in un marasma che pur caotico risultava quasi gradevole all'ascolto. Con loro una bambina di cinque o sei anni, biancovestita e dal volto coperto, che avrebbe dovuto piantare i semi ai quattro angoli, in corrispondenza dei punti cardinali. La cerimonia si accompagnò a danzatori con maschere da drago e da creature mitologiche che seguivano il corteo, solenni. Tutto si svolse senza il minimo problema, almeno fino a quando non raggiunsero l'ultima aiuola e il primo dei leader religiosi tese la mano verso l'attendente che doveva dargli l'ultimo seme. Quando il giovane monaco pelato sbiancò fu evidente a tutti che, pur con tutta la preparazione, aveva effettivamente dimenticato qualcosa. Fortunatamente là vicino stava il piccolo altare anonimo e semiabbandonato di cui sopra, e pur dissimulando i propri movimenti con un mantra particolarmente appassionato, tutti videro (ma non commentarono) il movimento dell'attendente che andava a recuperare la ciliegia con un movimento felino, la mangiava e sputava il seme, solo per consegnarlo a un leggermente schifato alto sacerdote.

    Mai lo avesse fatto.

    Nell'istante in cui la ragazzina seppellì il seme l'intera isola fu scossa da un violento terremoto che fece cadere più di una suppellettile e parecchi spettatori (oltre che i sacerdoti) ma fortunatamente non distrusse nessuno degli edifici. Quasi in contemporanea il piccolo altare a cui era stata rubata la ciliegia si accese di una scintillante luce divina, mentre enormi quantità di fumo bianco invadevano l'intero complesso. Kyaaah! Gridò una delle sacerdotesse mentre le veniva palpato il sedere dal fumo stesso, e la stessa sorte sarebbe capitata a tutti i presenti di sesso femminile, e quelle in gonna avrebbero anche avuto la sgradevole esperienza di vedersela sollevare davanti a tutti, mentre gli uomini ricevevano scappellotti o pizzichi sulle guance. Il caos durò qualche secondo, poi dal fumo stesso giunse una voce che non aveva alcun suono ma comunque raggiungeva tutti i presenti, e non aveva niente di umano.

    UMANI! LA VOSTRA ARROGANZA NON HA LIMITI E SARA' PUNITA! DA MILLENNI QUESTA TERRA E' MIA MA NESSUNO MI HA PIU' CONSIDERATO DA QUANDO AVETE COMINCIATO A COSTRUIRE QUESTO RIDICOLO TEMPIO PRIVO DI SENSO! L'ULTIMA OFFERTA DELLA CARA MAKOTO, CHE E' PASSATA A MIGLIOR VITA LA SETTIMANA SCORSA ERA TUTTO CIO' CHE RESTAVA E VOI, CON QUESTO TEMPIO PER TUTTI GLI DEI ECCETTO ME, AVETE SUPERATO OGNI LIMITE DI DECENZA.

    IO SONO IL DIO DELLE ORIGINI, E LA VOSTRA PUNIZIONE SARA' ESEMPLARE!


    Il fumo iniziò a muoversi, turbinando fino a concentrarsi in una singola figura umanoide, non più alta di un metro, in piedi proprio sopra la porta del tempio, che scrutava tutti con superiorità e ira....per quanto sembrasse decisamente un vecchio pervertito pelato

    Happosai






    SIETE STATI IRRIGUARDOSI VERSO GLI DEI PIU' ANZIANI, NEMMENO FOSTE BAMBINI, E DUNQUE SARETE PUNITI TORNANDO ALLE VOSTRE STESSE ORIGINI FINCHE' IO NON SARO' SODDISFATTO. UNA DOZZINA D'ANNI DOVREBBE ANDAR BENE! ùAHAHAAHHAHAHAAHHA!!

    Ci fu un lampo di luce davanti al quale nessun genere di difesa o jutsu avrebbe potuto offrire riparo...e l'istante successivo tutti i presenti, dal primo all'ultimo, era stato ringiovaniti fino a diventare dei bambini! (mentre i bambini erano diventati ancora più giovani) Il cambiamento sovrannaturale era tale che anche la loro mentalità sarebbe stata influenzata, pur conservando i ricordi della lorovita, avevano gli schemi mentali del loro io più giovane, erano del tutto privi di capacità combattive e tutte le loro arti ninja, se conosciute, erano state in qualche modo alterate diventando quasi delle versioni parodistiche di sè stesse! Ad esempio un ninja del clan Hyuga cercò di attivar eil Byakugan e si ritrovò a generare degli spessi occhiali di chakra davanti agli occhi bianchi, con effetti risibili, mentre i Kunai e le armi erano tutti di plastica e gommapiuma! Se non altro i vestiti si erano trasformati per adattarsi alla nuova forma...

    Possibile che fossero condannati a una simile sorte? Tornare bambini e restarlo per dodici anni?

    Con uno sbuffò il Dio delle Origini incrociò le braccia, grondando soddisfazione mentre abbracciava con lo sguardo il suo operato. Ci-ci perdoni Dio delle Origini! Non potevamo sapere! Ci dia una possibilità! Pregavano i sacerdoti, ma senza che lui li degnasse di un solo sguardo. Ho sentito che il Dio delle Origini non rifiuta mai una sfida! Si alzò una voce, quella di un bambino che era stato un tempo uno dei monaci più anziani, e a quelle parole il tappo si accigliò, con gli occhi accesi di interesse. Se ti sfidassi a...a... Già, aveva i ricordi ma la mente era quella di un bambino...e la prima cosa che gli venne in mente fu: A NASCONDINO?

    A quelle parole il vecchio Dio sorrise malevolo.

    OH, SI! SARA' UN GIOCO MOLTO, MOLTO DIVERTENTE! SE MI TROVERETE TRE VOLTE AVRETE TUTTI UNA RICOMPENSA E TORNERETE NORMALI, MA SE NON CE LA FARETE ENTRO LA FINE DELLA GIORNATA ALLORA RESTERETE COSì PER VENT'ANNI! MI NASCONDERO' DENTRO UNO DI VOI, E IL NASCONDIGLIO MIGLIORE AVRA ANCHE LUI UN BEL PREMIO, ANZI, UN PREMIO ANCORA MIGLIORE!

    AHAHAHAHAHAHAHAH!


    Un lampo di magia e il Dio divenne piccolo come una pulce1951304-myoga51, per poi gettarsi con velocità infinita in mezzo alla folla, insinuandosi non visto nell'orecchio di qualcuno dei presenti, prendendo il controllo delle sue azioni (inutile per qualsiasi arte ninjao abilità sperare di individuarlo mentre si spostava)


    CITAZIONE
    La maledizione si estende all'intera area, quindi anche chi arrivasse in un secondo momento viene influenzato non appena mette piede nel territorio del tempio.

    Uno dei giocatori presenti (non so chi) riceverà un messaggio privato da un giocatore che non partecipa a questa Free e dovrà agire come Dio in Incognito. Avrà un vademecum sui manierismi del tappo divino (che più o meno sono stati enunciati anche in questo post) e dovrà postare entro una settimana dalla "possessione". Scovare il dio tre volte libererà tutti, e darà un premio a chiunque lo abbia beccato. Viceversa, riuscire a celare il dio fino alla fine dar un premio ancora maggiore a chi lo ha nascosto.

    A voi, interagite liberamente, perchè nessuno dei partecipanti ha idea di chi sia il Dio delle Origini, salvo chi ha ricevuto il PM!
     
    .
  5.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Fan
    Posts
    2,496
    Reputation
    +225

    Status
    Offline

    Madness and love

    Post Secondo - Il tempio dell'unico credo



    All'inizio non riconobbi quel barbone, vessato da Fumetsu al posto mio, ma decisi di aiutarlo lo stesso. Dopotutto ero io quello che si era messo a ridere.

    Nobile signore, quest'uomo non ha colpe... dissi, aiutando l'Iga a rialzarsi e dandogli una manciata di monete di infimo valore.

    Sono io colui che ha riso della vostra patetica sceneggiata

    Tuuu?! replicò Fumetsu stupito. Me lo ero quasi dimenticato ma il pagliaccio era un sensitivo per cui riuscì subito a vedere oltre il travestimento analizzando il mio chakra.

    Ah ah ah, guarda chi si rivede... il monco! per un momento Hamano avrebbe potuto pensare che si stesse parlando di lui, ma sarebbe stato immediatamente evidente che invece stava parlando al suo "benefattore".

    Per un attimo non ti riconoscevo. Oh, non per come ti sei agghindato ma perché il tuo chakra ha perso quella particolare colorazione magnetica... sai, quella che rende un Kurogane un Kurogane. Ahahahaah

    Il solito idiota replicò Miyako, non specificando a quale dei due si stesse riferendo (ma, probabilmente, ad entrambi).

    Shinichi-kun, mi fa piacere che tu ti sia unito a noi. Che ne diresti di andare tutti assieme ad assistere alla cerimonia? anche se formulata come una domanda quella, in realtà, non lo era. E con Aizen e Fumetsu attorno non avrei mai potuto parlare da solo con Miyako.

    Se Hamano si fosse fatto riconoscere o si fosse presentato Aizen lo avrebbe invitato ad unirsi a loro, chiedendogli notizie di Oboro Iga e di qualche altro ninja del clan che forse Hamano conosceva.

    [...]


    osservai con attenzione la cerimonia, anche se molto spesso mi ritrovavo invece a guardare Miyako, che era completamente rapita da quell'assurdo pattume religioso. Sembrò scioccata quando vide il monaco fare quella tiritera con l'ultima ciliegia, mentre io soffocavo le risate. Come ci si aspettava i Kurogane avevano un posto di rilievo nella cerimonia e fummo tra i primi a venire colpiti dal terremoto. Per un solo istante. Le enormi capacità di Aizen Kurogane non lo impensierivano e, sfruttando i campi magnetici, sollevò i quattro membri del clan (e anche Hamano se fosse stato presente) di mezzo metro da terra, senza alcuno sforzo, evitando loro di cadere o di subire un qualche disturbo da quel movimento terrestre.

    Ma neanche un ninja del suo calibro poteva nulla contro il potere di un dio. Tornammo immediatamente a terra terminato il terremoto, giusto in tempo per essere avvolti dal fumo bianco.

    Guardate! Quel piccolo altare! dissi, concentrando subito i miei sensi da detective sul particolare più importante.

    Fummo tra i primi a subire l'effetto del fumo, data la nostra posizione "privilegiata". Non potendole toccare il sedere, per via della sedia a rotelle, a quanto pare il dio si accontentò di una palpata al seno, oltre a sollevare la gonna di Miyako (che però non si alzò oltre le ginocchia, data la posizione seduta).

    Kyaaa! Chi è stato a toccarmi?! urlò mentre Fumetsu riceveva una sberla, Aizen un pizzicotto ed io uno strattone sul mio naso.

    Sicuramente è stato quel pervertito di Shinichi! Ma non ti preoccupare Miyako, ti vendicherò io!

    Se qui c'è qualcuno che sbava dietro a Miyako e che ha bisogno di una copertura per palparla quello sei tu, Fumetsu! lo accusò il Kurogane

    Fate silenzio! ordinò Aizen E ascoltate!

    UMANI! LA VOSTRA ARROGANZA NON HA LIMITI E SARA' PUNITA! DA MILLENNI QUESTA TERRA E' MIA MA NESSUNO MI HA PIU' CONSIDERATO DA QUANDO AVETE COMINCIATO A COSTRUIRE QUESTO RIDICOLO TEMPIO PRIVO DI SENSO! L'ULTIMA OFFERTA DELLA CARA MAKOTO, CHE E' PASSATA A MIGLIOR VITA LA SETTIMANA SCORSA ERA TUTTO CIO' CHE RESTAVA E VOI, CON QUESTO TEMPIO PER TUTTI GLI DEI ECCETTO ME, AVETE SUPERATO OGNI LIMITE DI DECENZA.

    IO SONO IL DIO DELLE ORIGINI, E LA VOSTRA PUNIZIONE SARA' ESEMPLARE!


    Il dio delle origini! O grande dio perdonaci! replicò Miyako, che ben conosceva quella divinità anche se non le aveva mai prestato una particolare venerazione.

    Di quel dio si può dire qualunque cosa, tranne che sia "grande" replicai, per nulla impressionato

    Taci, screanzato senza dio!

    Ahahah, ma figurati se è un dio! Sai quante divinità e leggende mi sono inventato ed ho utilizzato per far cagare sotto i bifolchi? Sarà un qualche ninja, su.


    Ma nessun ninja possedeva un simile potere e, con un lampo di luce, tutti tornarono bambini. Aizen fu quello che ne risentì meno, diventato una versione occhialuta e più studiosa del suo io più anziano, in grado solamente di fabbricare bussole di sabbia ferrifera che indicavano sempre il sud-sud-est (ma che lui scambiava per nord, avendo completamente perso il senso dell'orientamento) mentre Fumetsu divenne un bambino obeso, quasi indifeso.





    Generalmente trasformare qualcuno in un bambino sarebbe stata una cosa divertente, ed un buon modo per renderlo inefficace oltre a farsi quattro risate. Tutti da bambini eravamo più presi dal divertimento e dal gioco, vivendo appieno la felicità dell'infanzia.

    Tutti. Tranne uno. Shinichi Kurogane.

    Fin dalla sua nascita non aveva conosciuto altro che dolore e sofferenza, quello che veniva inflitto a lui e quello che lui infliggeva agli altri. Schiavo nelle arene del deserto aveva iniziato ad uccidere già in tenera età ed il dio delle origini questo non lo poteva cambiare. Se per molti tornare all'infanzia significava rivere il momento più bello della propria vita per lui era ritornare in un oscuro pozzo di malvagità, crudeltà e sangue.

    Malvagità che aveva tutta l'intenzione di sfogare su chi, qualche tempo prima, lo aveva insultato. Anche se la prima azione che fece fu pareggiare l'evocazione. Lui non aveva bisogno di nessuno e avrebbe lasciato quelle stupidità sull'amicizia e sul lavorare assieme al suo io più vecchio.


    Solo una persona conosceva appieno l'essenza di quella versione di Shinichi, Miyako. Lui le aveva rivelato tutto del suo passato e, volendo, avrebbe potuto avvisare Fumetsu del pericolo che correva. Peccato che non volesse. Da bambina era ancora più viziata che da adulta, dato che il clan adorava la sua "Principessa Dorata" e faceva di tutto per accontentarla, sperando che ricambiasse la loro gentilezza con un po' d'oro.


    Shinichi sorrise, anticipando il momento il cui la vita avrebbe lasciato il corpo di quel bastardo che aveva osato insultarlo.

    Kuh kuh kuh, Fumetsu-kun disse il demone del deserto. In quel tempo ancora non sapeva del suo nome né della sua eredità. Lui era solo Sabaku no Akuma, il demone del deserto.

    Fumetsu si voltò verso di lui e rimase terrorizzato da quegli occhi. Se da adulto gli occhi di Shinichi colpivano per la loro freddezza quasi metallica, quando era un bambino spaventavano per la totale assenza di gioia o di qualunque altra emozione che non fosse il desiderio di vedere l'avversario a pezzi, morente, ai suoi piedi.

    Non appena lo vide il demone scattò verso di lui, creando sulla sua mano destra una katana di chakra [Creazione della forma] colpendolo al volto e sperando di tagliarglielo in due.

    Ah ah ah, pizzica!

    Il demone del deserto non si era accorto che invece di una katana aveva creato un lungo serpente di gomma peloso, che al massimo poteva far venire a Fumetsu il solletico.

    Ancora Shinichi-kun! Fallo ancora!

    Gli occhi si riempirono di furore, la rabbia saliva facendolo sbavare. Sabaku no Akuma non capiva più nulla.

    Con una crudeltà esplosiva che mai qualcuno avrebbe associato ad un bambino colpì ripetutamente Fumetsu coi pugni e coi calci, ridendo come uno psicopatico mentre assaporava il piacere di sentire la carne e la pelle di lui che gli si spaccavano sotto i pugni ed il sangue sgorgando ne macchiava le mani. Nessuno poteva fermarlo, ed aveva l'intenzione di andare avanti fino a quando di Fumetsu non sarebbe rimasto solo un cadavere.

    Shinichi, prima o poi, sarebbe riuscito sicuramente a trovare il dio massacrando uno dopo l'altro gli altri bambini. Peccato che, al momento, non ne avesse alcuno interesse.

    Attorno a lui gli altri bambini lo ignoravano, troppo presi dalla situazione per badare a quel litigio oppure ne erano rimasti scioccati. Quello era diverso da un normale scontro tra ragazzi, anche se molti erano ninja ed avevano visto incredibili crudeltà nella loro vita.




    Basta! urlò una bambina piangente Basta, hai vinto! Così lo uccidi! singhiozzando Miyako nascose le faccia tra le mani, per evitare di assistere ulteriormente a quello spettacolo.

    Il Kurogane si fermò, ripulendosi le mani sporche di sangue sui vestiti ed avvicinandosi a Miyako.

    E che c'è di male scusa? E' normale uccidere il proprio avversario. Lui è un mio nemico, e quindi io lo uccido. Semplice, facile. E' questa la legge dell'arena. replicò semplicemente. Pur ricordando che esistesse un intero mondo fuori da quel carrozzone itinerante nel deserto per quel bambino la legge dell'arena era tutto.

    Stupido! Non ti sei accorto che non siamo in un arena? continuò lei, sempre singhiozzando e piangendo.

    Poco importa. Ma va bene, se smetti di piangere non lo uccido. Tanto non c'è nessuno che mi può punire per non averlo fatto, contenta?

    Sniff sniff... stupido. Stupido Shinichi.

    Non mi chiamo Shinichi! Io sono il demone del deserto! E poi ti avevo detto che dovevi smettere di piangere! Vuoi che picchi anche te? replicò stizzito il ragazzino, urlandole addosso.

    Non riesco a smettere se mi urli addosso! E poi demone del deserto è un nome stupido! Preferisco Shinichi! Anche se è un nome stupido anche quello, ecco!

    Va bene, va bene. Chiamami come ti pare, tanto anche quello non è un nome che mi sono scelto io. Ecco, non sto più urlando, ora la smetti di piangere?

    Hai un espressione cattiva. Prova a sorridere.

    Che seccatura, voi ragazze. disse, cercando di sfoderare un sorriso ma, non avendolo mai fatto, provò ad immaginare come si sorridesse e, pur sforzandosi oltremodo, il risultato fu pessimo

    Pffff... ahahahaha no, no, non è così che si sorride. Si sorride così!

    Replicò lei, sfoderando un sorriso così bello, sincero ed onesto, pieno di gioia, che avrebbe sciolto un cuore di pietra.

    Prova tu ora, fa un pensiero felice! pur essendo una ragazzina viziata Miyako era pur sempre Miyako ed anche da bambina era piena di gioia di vivere da vendere. Molto più che da adulta, dato che era sempre turbata da qualcosa.

    Vedendola sorridere gli tornarono alle mente tutti i momenti in cui l'aveva vista sorridere. Oltre al altri momenti, alcuni dei quali molto imbarazzanti per la sua psiche si disturbata, ma ancora infantile. Divenne tutto rosso ricordando quei momenti di intimità. Sospirò, prima di provare di nuovo a sorridere:

    Ok... così? ci provò, onestamente, ma quello che venne fuori poteva al massimo definirsi sufficiente

    Meglio, ma ti ci devi applicare. Ora portami a prendere un gelato!

    E chi te lo da il gelato, ora che siamo tutti bambini?

    Mhpf, allora me lo prendi tu!

    Vieni con me allora. Lo sappiamo che la tua è solo una recita e sai camminare benissimo!

    No, non è vero! Non posso camminare! Il mio papà...

    Il tuo papà non è qui, ed è un... un... cattivone! contrariamente agli altri bambini il vocabolario del turpiloquio di Shinichi era incredibilmente fornito già a quell'età, ma decise di limitarsi per non far arrabbiare la ragazzina. Come bambini potevano ignorare gli eventi che li avevano separati da adulti, rivivendo quel bellissimo periodo in cui erano stati assieme.

    Non dire queste cose del mio papà!

    Cattivone, cattivone, cattivone! Il tuo papà è un cattivone! Che ti fa stare seduta tutto il tempo apposta e ti dice di dire le bugie a tutti! Me lo ricordo che non hai fatto altro che dirmi bugie!

    Beh, ma tu il papà non ce l'hai! E neanche la mamma!

    Neanche tu hai la mamma! E il mio papà non era un cattivone!

    Ma tua mamma si! Lo abbiamo visto insieme, quindi non puoi negarlo! Specchio riflesso! Ho vinto io!

    Specchio riflesso non vale! Non lo sapevo! E comunque se vuoi venire in giro con me devi camminare che non riesco a spingere la carrozzina nel fango! disse Shinichi iniziando ad allontanarsi

    Non vorrai mica lasciami qui da sola vero?! disse Miyako. Effettivamente era completamente sola dato che Fumetsu era ancora svenuto per terra ed Aizen se ne era andato in giro seguendo le sue bussole impazzite in una sorta di gara di orientiring con se stesso.

    Il tuo papà non c'è stupida, e non ti conosce nessuno. Puoi pure camminare che tanto non importa a nessuno! replicò Shinichi facendole la linguaccia. Non avrai mica paura di non saperlo fare, vero?

    C-Certo che lo so fare! Per chi mi hai preso? replicò la ragazza un po' impaurita. Fin da piccolissima le era stata inculcata la paura di camminare e di uscire di casa e suo padre si era spesso raccomandato di mentire e di dire che non poteva camminare, per evitare che la portassero via di casa. Shinichi era convinto, quando lo seppe, che Tatehiko lo avesse fatto per avidità mentre Miyako era sicura che, in fondo, lui le volesse bene. Era stato proprio questo uno dei motivi per cui si erano lasciato: dopo essersi aperto così a fondo con lei, come mai aveva fatto, la scoperta che Miyako gli aveva mentito per tutti quegli anni e persino dopo il loro fidanzamento lo aveva distrutto, facendogli perdere totalmente la fiducia il lei, nonostante la amasse ancora, nel profondo.

    Il suo io bambino pur sapendo tutto ciò, lo reputava stupido dato che per lui la colpa era solo ed esclusivamente del papà cattivone.

    Se vuoi una cosa, prenditela. Questa è la legge dell'arena





    Miyako mosse i primi passi incerti, ma ben presto perse l'equilibrio cadendo a terra ma ritrovandosi ferma a mezz'aria. Shinichi l'aveva afferrata, impedendole di finire faccia a terra nel fango.

    Se ti serve una mano, basta chiederla

    Non mi serve una mano! Ce l'avrei fatta benissimo da sola! E' solo che sono poco allenata, tutto qui!

    Vuoi che ti tenga la mano?

    Ci pensò un attimo, prima di rispondere Si, per favore

    Mano nella mano i due bambini di allontanarono un attimo da quella piazza, per ora senza pensare al dio delle origini.

    Non vuoi trovare il dio per tornare grandi?

    Più tardi, forse. Prima devo andare a prenderti un gelato.

    Si! Il gelato! Lo voglio alla vaniglia, al cioccolato, alla fragola, al limone e al caffé! Ah si, e anche al pistacchio!

    Per me il pistacchio non ce l'hanno.

    Beh io lo voglio anche al pistacchio, per cui mi prenderai anche il gelato al pistacchio, ecco!


    Rimasero in silenzio per un paio di minuti mentre andavano a rubare un gelato da un carretto che avrebbe dovuto servire i partecipanti alla cerimonia. Una volta trafugato il gigantesco cono a 6 gusti (si, avevano anche il pistacchio) che Miyako stava divorando, Shinichi decise che doveva fare una cosa importante. Una cosa che non aveva praticamente mai fatto.

    Senti, Miyako...

    Si, Shinichi?

    Scusa per tutte le brutte cose che ti ho fatto, e che ti ho fatto fare si aspettava chissà quale gesto di vittoria della ragazza, o che cominciasse a sfotterlo mentre lei, semplicemente, rispose:

    Mi dispiace per tutte le bugie che ti ho raccontato. E per averti ferito. E per aver partecipato a quello stupido complotto. E per aver detto che Fumetsu era un ninja più bravo di te. Non lo pensavo davvero.

    Rimasero in silenzio ancora per un po', mentre Shinichi metabolizzava quello che la ragazza le aveva rivelato. Non aveva mai saputo che anche lei facesse parte di quel complotto. Ne era ferito ma, in parte, sollevato. Almeno non era pazzo.

    Senti, Miyako...

    Si, Shinichi?

    Me lo fai assaggiare quel gelato, che mi è venuta fame?

    Vaaa beeeeene. Ma non toccare la fragola, è il mio gusto preferito!

    Allora mangio il pistacchio, che tanto a te non piace

    Ok sapevano entrambi perché Miyako aveva preso anche il pistacchio, ma erano entrambi troppo imbarazzati per dirlo.

    Una volta terminato il cono i due si presero in giro ancora per un po' per le loro bocche sporche prima di ripulirsi a vicenda.

    Allora, adesso andiamo a trovare quello stupido dio delle origini?

    Certo! Nessuno può sfuggire a Shinichi Kurogane, detective! Ed alla mia assistente Miyako!

    Ehi! Io non voglio fare l'assistente! Voglio essere io la detective! E mi fai tu da assistente! Anzi, mi fai da paggetto!

    No, il detective sono io! E quindi tu puoi fare l'assistente! O la cliente carina!

    Vorresti dire che sono carina? disse lei, felice come una pasqua

    Certo! La cliente è sempre carina! E alla fine del film diventa sempre la fidanzata del Detective!

    Non lo so se voglio fare la tua fidanzata...

    Oppure muore. Scegli tu.

    Quasi quasi è meglio fare la fidanzata. Però se io sono la cliente vuol dire che ti ho assunto io!

    Beh, certo. E' ovvio. Un detective non lavora ad un caso se non c'è una cliente carina che lo assume. E' la prassi.

    Ma se io sono la cliente, e io ti ho assunto, questo vuol dire che tu devi fare quello che dico io! disse Miyako con un sorrisetto malvagio sulle labbra (solo che le veniva malissimo e quindi sembrava che stesse solo ridendo)

    Shinichi non rispose subito, cercando di trovare un modo per controbattere ma, non trovandolo, si limitò a replicare tristemente:

    Credo di si.

    Allora vola, mio minipony! Portami in alto nel cielo! Zuuum!

    Sarebbe stato difficile riuscire a trovare il dio in quella situazione. Molto difficile.


    CITAZIONE
    OT

    Eh niente, mi sentivo ispirato per cui ho risposto subito :D

    Buona caccia gente! ;)
     
    .
  6.     Like  
     
    .
    Avatar

    I'll be watching you.

    Group
    Fan
    Posts
    3,042
    Reputation
    +114

    Status
    Anonymous

    [Due settimane prima]



    Quella notte il suo sogno era stato turbato da inquietanti visioni. Il monaco rosso aveva visto sé stesso al centro di una valle delimitata da 5 enormi picchi rocciosi. Davanti a lui un falò crepitava con vigore, proiettando lunghe ombre nel buio della notte. Non poteva vederlo, ma sapeva di non essere solo. Ninja di Suna e stranieri, conosciuti o a lui ignoti, stavano intorno alla fiamma, immobili come se ne fossero ipnotizzati. Le loro voci si univano in una preghiera a lui sconosciuta e che non sembrava nemmeno in grado di capire. Più si sforzava di comprenderne le parole, più la confusione aumentava nella sua testa e con essa il rumore provocato da quelle invocazioni. Il jinchuuriki si accorse di stringere tra le mani una corda composta da cinque fibre di diversa natura. Oro, Argento, Rame, Ferro e Bronzo. L'intensità era cresciuta così tanto da provocargli un forte dolore alle orecchie. Presto i suoi timpani sarebbero stati danneggiati irrimediabilmente. Istintivamente il monaco gettò la corda nella fiamma. Le voci cessarono immediatamente e il buio lo avvolse nuovamente.


    [Oggi]



    Seduto sulla scomoda barca che li stava traghettando verso il loro obiettivo, Haruki teneva nelle mani i grani di un rosario, mentre le sue labbra componevano una litania silente. Non era mai stato bravo a fare conversazione e anche in quell'occasione si sarebbe limitato a parlare solo quando interpellato. Era la terza volta che Shunsui gli faceva quella domanda, ma, come aveva fatto precedentemente, il monaco avrebbe elencato con voce lenta e calma le ragioni della loro visita. Siamo stati invitati a partecipare ad un importante rito che coinvolge i cinque maggiori culti del Continente. In qualità di rappresentati di Suna, non possiamo mancare ad un simile evento. Ne va dell'onore del nostro Villaggio. Poi avrebbe continuato la meditazione, concentrandosi sui suoi pensieri. Ormai gli era chiaro che la visione mandatagli dalla Fiamma si riferisse a quell'evento, ma non sarebbe stato in grado di fornirne un'interpretazione corretta. Aveva bisogno di maggiori informazioni e per questo, anche se detestava quei culti fallaci, aveva deciso di partecipare personalmente. Deciso a fare chiarezza sul messaggio ricevuto, aveva abbandonato immediatamente i suoi impegni per dirigersi in quella terra straniera accompagnato dal fidato Shunsui. La cosa non l'aveva preoccupato molto. Attualmente la pratica più urgente riguardava la localizzazione e il recupero di Shinichi Kurogane, ma se ne stava già occupando Hioshikuzu. Haruki pregustava già il momento in cui avrebbe visto bruciare al rogo quel vile traditore. I peccati degli insegni devono essere mondati con il fuoco.


    Attraccati all'Isola del Tempio, i due Sunesi si incamminarono verso la loro destinazione, iniziando a scalare la collina. A differenza del suo compagno, Haruki era abituato a resistere a condizioni ben più fastidiose. Pertanto nessun lamento era uscito dalla sua bocca per la differenza climatica tra quel luogo e il suo villaggio di origine. Probabilmente a Shunsui non sarebbero piaciuti i suoi modi spicci, ma Hoshizuku avrebbe potuto assicurargli che Haruki era ben più difficile da sopportare quando si impegnava in uno dei suoi infiniti sermoni. Indubbiamente, Shunsui-san. Sono sicuro che troveremo il guardiano Hamano Iga. Quell'ubriacone molesto deve sicuramente trovarsi da queste parti. Ovviamente, anche quel povero shinobi non riusciva a generare alcuna pietà nel cuore del monaco rosso. Non c'era niente che più disgustava delle persone che si crogiolano nell'autocommiserazione. Specialmente quelle che provengono da uno dei nobili clan Ninja.



    Siccome sono pigro, sono in ritardo anche questa volta. Considerate questo post come se ciò che contiene avvenisse prima di quello che ha narrato feb nel suo.


    Edited by Bartok. - 5/8/2016, 22:18
     
    .
  7. **Kat**
        Like  
     
    .

    User deleted


    II ~ L'ira della Divinità: Shirayuri


    A

    lla fine la Fuyutsuki otteneva sempre quello che voleva. Difficilmente il pigro Youkai-kun ed il ragionevole Inoichi-kun riuscivano a farle cambiare idea. Quando si metteva qualcosa in testa, le giornate di quiete e relax per il Team 12 di Konoha erano finite. Non c’erano Kami che le impedissero di partire per una Missione, trascinando con sé anche il resto della squadra. Ormai non usciva dalle Porte di Konoha senza la testolina vuota dell’Albino o gli occhi attenti del biondino. Erano diventati in poco tempo due colonne portati per lei, su cui s’incentravano allenamenti quotidiani e momenti di relax. Pian piano si accorgeva di sentirsi sempre più legata a quei due ragazzi. Quindi non aveva nessuna intenzione di partire per il Tempio dell'Unico Credo senza di loro.
    I suoi occhi s’illuminarono quando le loro mani si unirono al centro del tavolo, anche se Youkai-kun sembrava poco interessato alla Missione o Inoichi-kun era costretto ad affrontare alcuni fantasmi del suo passato. Sicuramente sarebbe stata un’esperienza che li avrebbe fatti crescere, come una squadra.

    [ … ]

    Per tutto il viaggio in barca ed il tragitto lungo i tortuosi sentieri dell’isola l’albino non smise di manifestare il suo dissenso. Forse non aveva nemmeno tutti i torti. C’erano buone probabilità che quel gruppo di sacerdoti dal manto nero e dalle lugubri maschere non partecipassero ad un evento così vistoso e rinomato, che probabilmente festeggiava l’avvento di Falsi Dei per la loro religioni. Alcune volte quella testolina Albina generava argomentazioni ed idee piuttosto valide. Ma la Fuyutsuki era cocciuta ed avrebbe comunque tenuto gli occhi aperti per cercare informazioni sullo strano culto che aveva provato a minare la stabilità di Konohagakure no Sato alcuni mesi prima.
    Youkai-kun durante la faticosa ascesa verso il Ryongoku non si risparmiò le battutine, che tanto la irritavano, nemmeno sulla sua folle notte al Ventaglio Segreto. Ormai la notizia era arrivata un po’ ovunque ed alla Fuyutsuki non restava che negare fino alla morte. Anche contro l’evidenza. Dovette quindi sprecare qualche energia in più per rincorrere l’albino e provare a picchiarlo davanti gli occhi attoniti e stupiti dei presenti, gruppi e gruppi di fedeli che percorrevano quel cammino di espiazione pregando e professando pace ed amore. L’armonia non regnava tra la Genin di Konoha e l’Albino. Fortuna che c’era Inoichi-kun diplomatico e gentile come sempre che faceva da collante a questo strambo Team della Foglia.
    Arrivati in prossimità del Tempietto, una struttura scavata all’interno della collina e sovrastata da una magnifica cascata, la ragazza si concesse un po’ di riposo. Nonostante la sua preparazione da Ninja ed i suoi duri allenamenti nel Taijutsu si accorse di avere il fiatone. Era stato un viaggio duro per tutti, ma la bellezza di quel luogo ripagava tutti gli sforzi e le fatiche affrontate. Lo stagno attirò l’attenzione della Fuyutsuki. Ne rimase incantata, abbassandosi per specchiarsi al suo interno ed afferrare alcuni petali bianchi. Ma quella quiete rischiava di essere distrutta dall’incoscienza dell’Albino. - Youk.. - Mano lesta che provò ad afferrare l’orecchio dello Shinobi. Dita che si muoverebbero per il nervosismo e cercarono di arpionare il padiglione auricolare del ragazzo e stringerlo forte, senza curarsi del dolore che gli avrebbe procurato. - MA HAI L’ARIA NEL CERVELLO?!? - Se fosse riuscita ad afferrarlo lo avrebbe trascinato lontano dallo stagno sacro per evitare scortesie verso i Kami che risiedevano in quel luogo. - Non voglio picchiarti in un luogo sacro. Cerca di comportarti da persona “normale”… intesi? - Chiare minacce sussurrate per il povero albino. Di certo non voleva rovinare la sua copertura da “fanciulla indifesa e religiosa”, quindi non poteva di certo pestarlo davanti a tutti, anche se le sue nocche reclamavano il viso di Youkai-kun.
    L’animo della Kunoichi si placò non appena la cerimonia religiosa iniziò nella piazzetta antecedente al Templio. La formalità, la sacralità e la spiritualità che si respirava in quel luogo riuscirono a toccare anche il suo lunatico animo, che venne rapito dai riti religiosi. Seguì con estremo interesse le preghiere dei tre sommi sacerdoti e la schiera di fedeli. L’ordine e la spiritualità erano i principi base di quella cerimonia. La piazza venne investita da una nebbiolina d’incenso ed erbe rituali, e dal ritmo incessante dei tamburi, che ben presto si tramutò in una soave melodia. Ognuno recitava la propria preghiera per i rispettivi Kami. Le voci dei monaci sembravano confondersi, ma ben presto diventavano un unico ed armonico richiamo. Ora capiva come mai questa cerimonia era così importante per tutti i fedeli del continente.
    Ma quella piacevole atmosfera venne infranta da un increscioso evento. Stavolta non c’entrava nulla l’umore della Fuyutsuki. Qualcosa era andato “storto” nel rito religioso, forse masticare davanti a tutti una ciliegia e sputarne il nocciolo per poi piantarlo non era stata un’azione molto cerimoniale, aulica. Anzi aveva fatto storcere il naso a molti presenti, ed anche alla Kunoichi. La terra ruggì, lasciando presagire indicibili sventure. Probabilmente era stato offesa una divinità con quello sconsiderato gesto. La ragazza, impreparata ad una scossa di terremoto così forte, cadde insieme ad una buona parte dei presenti. Si ritrovò con il sedere a terra ed il candido Kimono ormai sporco. - Eh? Ma cosa succede? - Non fu l’unica a domandarselo. Lanciò un’occhiata verso Youkai-kun e Inoichi-kun per invitarli a non abbassare la guardia, mentre si rialzò dal polveroso pavimento. Stava accadendo qualcosa di strano. Un fumo bianco prese forma ed iniziò a diffondersi tra i presenti. Sentì le urla delle donne, mentre gli occhi cristallini della ragazza cercarono di capire le strane reazioni dei presenti. C’era chi si lamentava per essere stato colpito e chi invece urlava terrorizzato per essere stato molestato. Stranamente tutte le donne vennero palpate. Ed a questo strano ed ambiguo evento nemmeno la Fuyutsuki fu risparmiata. La nebbiolina si soffermò alle sue spalle e proprio in quel momento avvertì due mani che le palpavano il sedere. Si girò di scatto ma non c’era nessuno. Solo il misterioso fumo che passava oltre. - … -
    Le iraconde parole del Dio-pervertito non furono udite dalla ragazza. I suoi processi cognitivi erano andati completamente in blackout. Nemmeno un briciolo di ragionevolezza o buon senso risiedeva più in lei. Un barlume di razionalità era solo uno sbiadito ricordo. I suoi pugni si strinsero fino a far sbiadire persino le nocche per l’eccessiva pressione che stava applicando. La mandibola si contrasse, mentre le labbra mostrarono una dentatura, che si stringeva per l’eccessivo nervosismo. Una vena pulsante comparve sulla tempia, anche se il sangue fluiva ormai verso i suoi arti pronti a scattare per malmenare il pervertito che l’aveva palpata. Come osava? Ultimamente era diventato un Hobby di tutti i pervertiti terreni o non di palparle il sedere o approfittare delle proprie labbra. - Lo ammazzo. - Un sussurro, senza comprendere minimamente che era finita in una spiacevole situazione con un Dio, anche se birichino, profondamente adirato. La testa pelata della Divinità e le sue scheletriche manine che avevano osato palpare il suo lato B, la resero ancora più furente. - Non fermatemi! - Ed iniziò a spostare con la forza gruppi di persone atterrite dall’ira del Dio. Forse nessuno aveva ancora conosciuto l’ira della Fuyutsuki. - Toglietevi di mezzo.. devo ammazzare quel vecchio!?! - Ma non aveva raccomandato a Youkai-kun di non fare scenate e comportarsi da persona normale? E la sua copertura da innocente ed indifesa fedele? Strisciava con forza i piedi a terra, mentre scostava con le mani qualsiasi persona, uomo, donna, bambino, che s’intrometteva in quella faccenda personale. Inconsciamente sperava che Youkai-kun o Inoichi-kun avessero fatto qualcosa per fermarla, prima di raggiungere il centro della piazzetta e profanare con i propri pugni una Divinità.
    Mentre avanzava inarrestabile e furente come poche, ed eventualmente trattenuta dai suoi compagni di Team, una luce investì tutti. La stessa Fuyutsuki fu costretta a chiudere gli occhi e ripararsi con le mani temendo il peggio. L’esplosione di luce durò per pochi istanti e quando riaprì gli occhi, si accorse che stava guardando il mondo in una prospettiva decisamente diversa. Era circondata da bambini, ma ciò che la sconvolse maggiormente era il fatto che lei era alta quanto loro, aveva gambe e braccia piccole, i suoi capelli non le arrivavano quasi alle spalle ed il suo equipaggiamento era composto da giocattoli. Le sue fasce da combattimento erano diventati nastri rosa che si potevano arrotolare ai capelli a scopo decorativo, i tonici ed i veleni erano stati sostituiti da caramelle e succhi di frutta, Kunai e spiedi erano in plastica. Cosa stava accadendo? Le bastò guardarsi indietro per notare un impertinente baby-Youkai ed un cucciolo di Yamanaka. - KAYYYYHHHHHH! - Urlò portando le mani al volto. Aprì il Kit di Pronto Soccorso, che custodiva strumenti da medico in gommapiuma, e si specchiò nella parte lucida del contenitore. Era tornata ad essere la piccola ed indifesa Ayuuki Fuyutsuki, quella che veniva presa in giro in Accademia per le sue guanciotte rosse e che era troppo timida per relazionarsi con i bambini della sua età. I suoi occhi si riempirono subito di lacrime, mentre quell’atteggiamento spavaldo ed iracondo lasciò spazio ad un volto intimorito e dolce. Era un piccolo e delicato germoglio, ed anche se conservava tutti i suoi ricordi, non riusciva a nascondere quella debolezza insita nel suo animo in tenera età. Si strinse nelle spalle e si sentì improvvisamente terrorizzata da tutto ciò che la circondava. Iniziò a correre verso un cespuglio di gigli bianchi, che delimitavano la piazza centrale per nascondersi. Che fare? Era davvero all’altezza di affrontare una situazione così difficile?
    La sfida di nascondino del Dio-pervertito era stata lanciata, ma la Kunoichi se ne stava ben nascosta nel suo cespuglio di fiori nella speranza di mimetizzarsi con l’ambiente. Si sentiva improvvisamente insicura, timida ed il perenne rossore che le imporporava le guance la imbarazzava. Fin da piccola aveva sempre temuto di non essere all’altezza, soprattutto della sorella maggiore, schiacciata dal fardello di responsabilità che Ryuuhei-sama le aveva affidato. Si era sempre sentita inferiore ad Ai Fuyutsuki, la Kunoichi più talentuosa del suo Clan, che purtroppo aveva tradito il Villaggio. Un duro colpo che ha dovuto affrontare e superare con non poche difficoltà.
    La sorella maggiore aveva avuto sempre un certo ascendente su di lei e si era sempre lasciata difendere dalla sua adorata Oneesan. La sua estrema emotività le aveva impedito di reagire quando doveva, e la teneva inchiodata di fronte alle proprie paure. Un’insicurezza forse nata dall’amore che Natsumi-san, sua madre, le aveva concesso senza nessuna riserva o dall’eccessiva severità di Ryuuhei-sama, suo padre, che si aspettava da lei talento e disciplina per rispettare il buon nome della Famiglia. - Andate via! Non voglio giocare! - Iniziò a singhiozzare mentre le sue guance si rigavano di lacrime. Raccolse con le braccia le ginocchia e nascose la testa, soffocata di singhiozzi. Era spaventata, insicura ed estremamente fragile.


     
    .
  8.     Like  
     
    .
    Avatar

    Dracarys

    Group
    Giocatori
    Posts
    6,930
    Reputation
    +18
    Location
    Ravenna

    Status
    Offline



    Sono tornata bambina?!?

    2° post



    Pensato
    Parlato
    Parlato PNG



    Il luogo si era riempito velocemente, persone da ogni parte del mondo arrivavano al tempio e fra essi anche molti shinobi provenienti da tutti i villaggi. Kairi riconosceva qualche viso di semplice vista, altre persone invece le erano completamente sconosciute; passò lo sguardo fra quasi tutti i presenti, non riuscendo però ad accorgersi della presenza di chi già conosceva. Non si accorse difatti né della presenza di Atasuke né di quella di Shin, nascosti dalla folla ai suoi occhi.

    Infine iniziò la cerimonia, e la giovane Uchiha si alzò dalla colonna a cui era appoggiata per avvicinarsi ad essa ed osservare meglio, curiosa. Era la prima volta che assisteva ad una simile celebrazione, e non poteva non esserne affascinata. Annusò volentieri l'odore di incenso che cominciava ad espandersi nell'aria, ascoltando il suono dei tamburi che sentiva rimbombare anche nella sua cassa toracica. Nonostante tutto, nonostante la situazione fosse ben piacevole e pian piano si stesse abituando sempre di più a stare in mezzo alla gente si sentiva ancora leggermente a disagio in mezzo a tutta quella gente; troppo abituata alla solitudine ed allo stare da sola, le sarebbe servito parecchio tempo per sentirsi completamente tranquilla fra la folla.
    All'improvviso, proprio quando fu piantato l'ultimo seme, tutta l'isola parve scossa da un terremoto. Kairi riuscì a rimanere in piedi grazie ai suoi addestramenti, ed osservò rapida la situazione per capire se ci fosse qualcuno fra i civili che necessitasse aiuto. Tenne per il braccio una anziana signora poco lontana da lei che a causa degli scossoni stava per capitombolare al terreno, mantenendola invece in piedi.
    Dopo pochi istanti da un'altare che nemmeno aveva notato emise una grande luce, e da esso uscì una nuvola di fumo che...le palpò il sedere!!! Stupita dalla situazione e quasi paralizzata dalla rabbia e dall'imbarazzo osservò gelida il fumo allontanarsi, parlare ed infine formarsi da esso un piccolo e patetico nanetto pelato. E quello osava definirsi un dio?? L'unica cosa certa nella sua mente in quel momento era che glie l'avrebbe fatta pagare per aver osato palparla. Assicuratasi che la vecchietta fosse in piedi e non in difficoltà, nonostante quest'ultima si stesse ancora guardando la schiena domandandosi chi l'avesse palpata, si avviò a passo lento verso il piccoletto, gli occhi carbone fissi verso l'uomo con uno sguardo che avrebbe fatto gelare il sangue anche al più sicuro degli uomini. Quel nanetto pervertito avrebbe pagato per quell'affronto!

    Il vecchietto continuava a parlare ma lei non lo stava già ascoltando da un pezzo, troppo concentrata sul suo obiettivo. All'improvviso una luce abbagliante la costrinse a coprirsi gli occhi, ed un leggero tepore invase tutto il suo corpo. Quando riaprì gli occhi tutto il mondo le sembrò decisamente più...grande! Senza contare che laddove prima si trovavano solo adulti, ora vi erano esclusivamente bambini. La cosa strana e che guardava praticamente tutti negli occhi, e non dall'alto della sua statura di diciottenne. Qualcosa non torna... fu solo quando abbassò lo sguardo verso le sue mani che si accorse che quelle che stava osservando erano le mani di una bambina di all'incirca 6 anni!
    Co-cosa...?? esclamò con la vocina tipica di quell'età, mentre tirando fuori lo specchietto si osservava: era davvero tornata ad avere 6 anni!
    E quella non era stata un'eta fortunata per lei, proprio in quel periodo aveva perso sua madre e da bambina sempre sorridente ed allegra aveva cominciato a chiudersi sempre più in se stessa, diventando taciturna ed isolandosi dal mondo, sentendosi in qualche modo quasi troppo "adulta" a causa della vicenda rispetto a tutti i suoi altri coetanei che da quel giorno faticava a comprendere, e di cui invidiava la spensieratezza e l'allegria. Non sapevano cos'era il vero dolore, cosa significava perdere una persona così importante ad un'età così tenera, ed era la loro fortuna. Dunque al contrario di molti altri la ora piccola, piccolissima Uchiha non si mise a piangere disperata né si mise a giocare con gli altri bambini o a cercare i genitori per conforto, no; si strinse fra le braccia quasi a proteggersi dal mondo che la circondava e da tutti gli altri bambini, andando a ricreare quella barriera che aveva eretto per proteggersi nei confronti del mondo e delle altre persone e che nel corso degli anni aveva così faticosamente pian piano buttato giù, seppur ancora non completamente.

    In mezzo al chaos, Kairi rimase immobile, osservando gli altri bambini con il tipico distacco che l'aveva caratterizzata a quella giovane età, motivo per cui era rimasta isolata da tutto e tutti per quasi tutti i seguenti 12 anni. Non poteva permettersi di piangere, si era ripromessa che non l'avrebbe fatto più davanti agli altri, doveva essere forte per il suo papà, e per se stessa. Ma mai come in quel momento da anni, la mancanza di sua madre era stata così acuta, tanto acuta dal poter quasi sentire un dolore al petto.
    Fu anche grazie a quel distacco controllato, e forse non troppo sano per una bambina della sua età, che riuscì a sentire le seguenti parole del nanetto pervertito. Giocare a nascondino e trovarlo per poter tornare adulti? Sembrava una sfida semplice, perlomeno in apparenza. E da quando era bambina, adorava le sfide. Cominciò a guardarsi attorno studiando i presenti, cercando di capire in chi si potesse nascondere il dio dispettoso. Se qualcuno le si fosse avvicinato troppo con l'intento di giocare, di chiaccherare, di essere consolato o di fare qualsiasi altra cosa si sarebbe limitata a lanciargli un'occhiata fredda ed ad allontanarsi di qualche passo senza dire una parola. Non le interessava stringere amicizia con nessuno né tanto meno fare squadra o perdere tempo in banali chiacchere, il suo unico obiettivo era trovare il dio e tornare al più presto possibile normale



     
    .
  9. Asgharel
        Like  
     
    .

    User deleted



    神道 - 二

    Shinto, la via degli De

    ~Il dio Delle Origini~





    Forse per semplice coincidenza, o forse per lo stesso volere degli dei, Atasuke non incontrò nessuno di noto per l'intero tragitto, finendo per farsi accompagnare dai simpatici Kodama che continuamente lo circondavano con i suoni del boso e con la piacevole melodia del vento che frusciava tra le foglie. Ad ogni incontro le creaturine sembravano svanire ed ogni volta che tornavano soli, ricomparivano alla vista con la loro candida pelle bianca e le buffe facce simili ad un disegno stilizzato fatto da un bambino.
    Solo in pochi rarissimi casi le creature sembrarono non svanire. Ciò accadeva estremamente di rado quando incontravano qualche monaco, ma non in tutti i casi. Le creature infatti sembravano prediligere solo i monaci Shinto e neppure tutti, probabilmente percependo in loro qualcosa di sbagliato e falso.
    Tuttavia, vi fu un particolare momento in cui tutti sembrarono arrestarsi, come a non voler proseguire oltre. Giusto poco prima dell'ingresso, infatti, le creature si fermarono, rifiutandosi di proseguire oltre. La cosa suonò strana, dato che le creature certo non avevano di che dover temere da un luogo sacro. Eppure sembrarono decisamente non intenzionate a proseguire oltre.
    A quel punto, seppure a malincuore, dovette proseguire da solo...

    [...]


    Giunto infine nella “piazza” principale ai cui angoli erano poste quattro aiuole dal significato non ben specificato ma che probabilmente sarebbe stato ben esposto con l'avanzare della cerimonia.
    La folla era immensa, ricca di decine e decine di monaci e sacerdoti delle varie fedi, ma ancor più fedeli che si erano accalcati in quel luogo di festa.
    A stento vide tra la folla alcuni volti noti, mentre non ebbe problemi a riconoscere qua e la svariati shinobi della foglia che tra le varie avevano pure avuto il buongusto di dimenticare il coprifronte perfettamente in vista.
    Atasuke dal canto suo osservò tranquillo e pacato la cerimonia, limitandosi a tenere per se i commenti in merito allo sviluppo della stessa, per non parlare dell'indecenza intercorsa prima della semina dell'ultimo seme.
    Atasuke non era mai stato un fervente frequentatore di chiese o templi, tuttavia, non potè trattenersi dal lanciare una smorfia di disgusto nel vedere come il giovane monaco ingurgitava rapidamente quella che sembrava a tutti gli effetti essere una ciliegia donata ad un piccolo altare dimenticato che i suoi occhi non avevano potuto non notare osservando la vicinissima cerimonia. °Il dio a cui l'altare è stato votato certamente non sarà lieto... Mi chiedo se quel monaco almeno è cosciente dell'enorme mancanza di rispetto del suo gesto° Non potè evitare di chiederselo.
    Un comportamento simile poteva quantomeno essere “accettabile” fatto da un bimbo affamato o da un casuale visitatore. Ma da un monaco che professava tra quelle religioni era una mancanza decisamente inaccettabile.
    La sua natura di sensitivo ed i suoi occhi abituati a notare il chakra degli individui attorno a lui, notarono qualcosa di tremendo. Non dovette nemmeno concentrarsi per percepire un enorme quantità di chakra addensarsi mentre la terra veniva scossa ed una sorta di oscurità sembrava calare su tutti loro.
    Le donne vennero palpate mentre le gonne iniziarono a volare all'aria. Gli uomini lamentavano di colpi alla nuca e pizzicotti. Atasuke stesso sentì chiaramente una mano colpirlo con relativa violenza alla nuca, ma una volta voltatosi non vide nessuno.

    “UMANI! LA VOSTRA ARROGANZA NON HA LIMITI E SARA' PUNITA! DA MILLENNI QUESTA TERRA E' MIA MA NESSUNO MI HA PIU' CONSIDERATO DA QUANDO AVETE COMINCIATO A COSTRUIRE QUESTO RIDICOLO TEMPIO PRIVO DI SENSO! L'ULTIMA OFFERTA DELLA CARA MAKOTO, CHE E' PASSATA A MIGLIOR VITA LA SETTIMANA SCORSA ERA TUTTO CIO' CHE RESTAVA E VOI, CON QUESTO TEMPIO PER TUTTI GLI DEI ECCETTO ME, AVETE SUPERATO OGNI LIMITE DI DECENZA.

    IO SONO IL DIO DELLE ORIGINI, E LA VOSTRA PUNIZIONE SARA' ESEMPLARE!”


    La nube scura iniziò ad addensarsi al centro dell'attenzione di tutti e da questa un vecchio pelato sembrò emergere. Ai suoi occhi fu più che chiaro che era lui la fonte di quell'aura potentissima. [Abilità]
    Atasuke, allertato da quella minaccia e dalla sua percezione, si mise all'erta, mano al fodero della spada, pronto a difendersi, per quanto possibile, da quella presunta divinità.
    Ma non ebbe il tempo di fare nulla. Vi fu un lampo accecante. La sua vista mancò per alcuni secondi ed anche i suoi sensi, per quanto affinati sembrarono avere discreti problemi nel riuscire a percepire a dovere il mondo che lo circondava.

    [...]


    Luando i suoi occhi si riaprirono riacquisendo la percezione del mondo dopo l'abbagliamento, si osservò attorno, ma vi era qualcosa di strano. Gli edifici sembravano essersi fatti più alti e le persone attorno a lui più piccole, come dei bambini... Eppure anche lui sembrava alla loro stessa altezza. «Per gli dei!» Gridò, rendendosi conto di che cosa era effettivamente accaduto.
    In uno spasmo d'ira o forse di autoconservazione estrasse rapido le spade, portandosi in posizione difensiva, o almeno questo doveva essere in origine dato che il suo equilibrio sembrava decisamente minato e la forma... beh... era degna di un bambino che giocava a fare lo spadaccino.
    «L-le... LE MIE SPADE!» Urò, rendendosi conto che il fine metallo era ormai svanito divenendo semplice gomma piuma. Al solo pensiero delle ore di lavoro spese ed alla fatica a stento trattenne delle calde lacrime che sembravano volergli rigare il viso mentre attorno a lui c'era il caos più totale.
    Troppo preoccupato per la sua perdita, la sua mente di bambino non si concentrò su quello che accadeva intorno a lui, perdendo di fatto nota di quello che era accaduto ed ignorando bellamente la sfida che gli altri bambini avevano lanciato al dio. Solo quando questi, spavaldo, accettò la sfida riportò l'attenzione sul vecchio, ascoltando le sue parole prima di vederlo sparire, divenendo piccino, fin più piccino di tutti i presenti. Sembrò voler divenire una pulce a tutti gli effetti per poi svanire in un movimento rapidissimo, forse nascondendosi su qualcuno dei presenti, o almeno così aveva detto che avrebbe fatto.
    Atasuke rimase fermo, immobile, mentre un'ombra si disegnava sul suo volto. Aveva perso molto in quella mutazione. Aveva perso anni di impegno e di sacrifici, aveva perso le sue armi, la sua maestria. Aveva forse perso anche se stesso. Ma in quel momento, nella sua mente di bambino, era rimasta una sola domanda: «Dove SEEEEEEEEEIIIIIIIIIHHH!»
    Un urlo, una furia, un unico movimento. Scattò correndo rapido tra la folla, un'arma riposta e l'altra sguainata come ad essere minacciosa. Per quanto minacciosa potesse risultare una spada di gomma piuma. «Vieni fuori!» «Lo so che sei tu!» «SEI TU NON è VERO!?» «Ridammi le mie spade!» «Vieni fuori, lo so che ti sei nascosto là sotto vecchio cattivone!!»
    Correva, afferrando gli uni per il bavero, accusandoli di essere loro il dio, passando poi ad altri, scuotendo gli altri e cercando in ogni anfratto dove questi si potesse nascondere, senza porsi alcun problema nel sollevare anche eventuali stracci, oggetti, gonne, gonnelline o abiti per cercare con la più completa e furiosa rabbia. Rivoleva le sue spade. Voleva ritornare quello che era ed il suo vecchio corpo giocoso ed iperattivo lo avrebbe di certo aiutato a recuperare ogni cosa, anche a costo di ribaltare ciascuno dei presenti.
    Tuttavia sembrò arrestarsi quando i suoi occhi incrociarono degli occhi decisamente noti, anche se il resto delo corpo era decisamente differente.
    «Oh, ciao. Mi riconosci vero? Sono Atasuke... Tu... Tu sei kairi, giusto? Mi aiuti a cercare le mie spade!? Quel vecchiaccio me le ha portate via e ora le rivoglio!»
    Se c'era una cosa che era rimasta immutata nel tempo, era certo la candida gentilezza dello shinobi degli Uchiha, controbilanciata da una inarrestabile furia ed un energia infinita che metteva in ogni cosa. Una furia che aveva perso i suoi freni da “adulto”. Un energia che non aveva più il suo equilibrio.



     
    .
  10.     Like  
     
    .
    Avatar

    Dracarys

    Group
    Giocatori
    Posts
    6,930
    Reputation
    +18
    Location
    Ravenna

    Status
    Offline



    Incontro Imprevisto

    3° post



    Pensato
    Parlato
    Parlato PNG



    La zona del luogo di culto sembrava essersi trasformata improvvisamente in un enorme parco giochi per bambini: c'era chi piangeva, chi urlava, chi giocava, chi si guardava attorno spaurito, chi come lei semplicemente rimaneva in silenzio.
    Tutta quella gente tutta assieme non poteva che mettere ulteriormente a disagio la ora piccola Uchiha, che solo negli ultimi anni aveva cominciato ad uscire dal guscio ed ora era praticamente tornata al punto di partenza. Se non avesse avuto saldo in testa l'obiettivo di trovare quel dio dispettoso, così come 12 anni prima aveva dedicato ogni sua singola giornata per riuscire a diventare la kunoichi migliore che suo padre potesse desiderare, si sarebbe allontanata da quel luogo in fretta e furia per andarne a cercare uno più tranquillo ed isolato.
    Troppo chaos, troppa gente, troppa confusione, non le piaceva, non le piaceva per niente. Si strinse ancora di più fra le braccia, cercando di mandare via quel senso di disagio concentrandosi sulle singole persone per studiare i loro atteggiamenti e trovare qualche indizio ma l'impresa sembrava impossibile! Non sarebbe mai riuscita a farcela!! Era forse condannata a rimanere una bambina per i prossimi 20 anni?? No, non poteva permetterselo! Aveva superato situazioni ben peggiori, aveva superato la morte di sua madre, avrebbe superato anche quella situazione. Anche se fondamentalmente era terribilmente spaventata, nonostante stesse nascondendo il tutto all'esterno con una maschera di impassibilità e riservatezza.

    Fu proprio mentre cercava con lo sguardo fra i vari presenti che un bambino, o meglio una piccola furia, arrivò di corsa davanti a lei urlando a squarciagola ed avvicinandosi ad ogni persona un po' troppo per i gusti della bambina, andando addirittura a frugare fra gli abiti degli sfortunati! Appena questo si avvicinò a lei fece immediatamente un paio di passi indietro con aria poco socievole: stava per voltargli le spalle ed andarsene quando il bambino parlò.
    «Oh, ciao. Mi riconosci vero? Sono Atasuke... » si girò ad osservarlo dapprima con aria corrucciata che pian piano andò a tramutarsi in puro stupore quando cominciò a riconoscere i tratti del viso del jonin che aveva così ben studiato. Nonostante fosse quasi completamente diverso riconobbe l'intenso colore degli occhi ed il loro taglio, anche se era decisamente meno pungente, riconobbe alcuni dei tratti del viso ed il vestiario tipico dell'Uchiha, anche se in miniatura.. Abbassò poi lo sguardo sulla spada giocattolo, domandandosi perché stesse andando in giro con due spade simili, non essendosi ancora accorta che anche le sue armi erano state tramutate.
    Ata-suke? riuscì semplicemente ad esclamare, mentre un'ondata di emozioni diverse la travolse in maniera improvvisa e prendendola completamente alla sprovvista. Cosa ci faceva lì il jonin?? La stava vedendo in delle condizioni che mai al mondo avrebbe voluto mostrargli, e l'aveva persino riconosciuta con una semplice occhiata! Era così palese che fosse lei? Inoltre anche da bambino era così...carino!! Sentì il calore salirle sul viso e le sue guance passarono dal colorito naturale ad un rosso intenso: se alla sua reale età era in grado, seppure a volte non completamente, di celare piuttosto bene le sue emozioni la cosa risultava completamente impossibile per una bambina di 6 anni.
    Imbarazzata come non mai si voltò dall'altra parte non sapendo bene cosa dire e cosa fare. Aveva un'obiettivo, un solo obiettivo, quello di ritrovare il dio malefico, ma ora aveva le idee terribilmente confuse. Ma non poteva dire di no proprio a lui! Rimanendo girata di spalle e non tenendo assolutamente in conto la sua maleducazione a riguardo come avrebbe fatto in una situazione normale e troppo condizionata dall'avere una mente pur sempre da bambina, girò lo sguardo di lato osservando Atasuke incerta, per poi tornare a guardare davanti a sé, non sapendo proprio cosa fare adesso.
    Voleva davvero trovare il nanetto e tornare alla normalità il prima possibile, ora più che mai: ma non sarebbe mai riuscita a dir di no proprio all'Uchiha che ora stava aspettando una risposta a pochi passi da lei. No, non gli avrebbe mai detto di no.
    Si girò verso di lui, ancora leggermente rossa in viso seppure non come prima, annuendo timidamente alla sua affermazione Certo che ti aiuto. Quel cattivone ha fatto arrabbiare anche me. Prima mi ha toccata proprio qui spiegò, indicando con un ditino il suo fondoschiena, ora praticamente inesistente E non mi piace essere così! Voglio tornare normale! continuò, alzando entrambe le braccia e facendole ricadere suoi fianchi con fare scocciato Solo che non so come fare...siamo tanti tanti qui, lui è piccolo piccolo ed io....non ho mai giocato a nascondino in vita mia...mi puoi insegnare le regole? ammise candidamente. Avendo quasi sempre passato la sua infanzia isolata dal mondo non aveva mai conosciuta la gioia di quel semplice ma divertente gioco. Aveva fatto qualcosa di simile in accademia, ma si trattava di addestramenti e li aveva sempre presi come tali.

     
    .
  11. F Freddy 11
        Like  
     
    .

    User deleted


    Ritorno all'infanzia

    Il tempio dell'unico credo, Post 2




    L'evento a cui stava per assistere era di importanza epocale, stando a quanto sapeva Fumihiko; era infatti stato pubblicizzato ovunque ed in ogni modo possibile, in modo che ogni shinobi o civile ne venisse a conoscenza.
    A quanto pareva la propaganda aveva ottenuto il risultato desiderato; intorno a Fumihiko c'era infatti la più grande quantità di persone che il ragazzo avesse mai visto in vita sua, che continuava ad affluire nell'isola per poter assistere alla cerimonia religiosa o, come nel caso di Fumihiko, per potersi prendere una vacanza.

    Non fu difficile capire che la cerimonia stava incominciando, quando il possente suono dei tamburi cominciò ad estendersi per tutta la piazza, sovrastando qualsiasi altro suono; per poi fondersi con il canto dei monaci e dei sacerdoti.
    Al l'apertura del portone tre sacerdoti uscirono in mezzo al fumo argentato e all'intenso odore di spezie e incenso.
    Li seguirono una schiera di monaci, danzatori ed una piccola bambina, che avrebbe dovuto piantare i semi benedetti dai monaci.
    La cerimonia non appassionava particolarmente Fumihiko, che però non poté fare a meno di notare il giovane monaco che, dimenticatosi di prendere il suo seme di ciliegio, afferrò una ciliegia da un piccolo altare, per poi metterla in bocca e consegnare il seme ottenuto al sacerdote, che continuò la cerimonia come se niente fosse.
    Anche Fumihiko, come molti degli "spettatori", rimase leggermente indignato e schifato dall'avvenimento.
    ~Mai fidarsi delle altre persone, qualcuno lo avrebbe dovuto dire a quei sacerdoti!~
    Fumihiko stava riflettendo sul SUO credo: da quando sua madre era stata uccisa mentre suo padre, troppo spaventato, non aveva alzato un dito per salvarla; Fumihiko aveva aperto gli occhi ed aveva capito di non potersi fidare di nessuno a parte sé stesso.
    Era talmente immerso nei suoi pensieri che il terremoto lo colse alla sprovvista, facendolo cadere a terra.
    Un fumo bianco si diffuse poi per tutta la piazza, e Fumihiko ricevette un pizzicotto, senza però individuare il responsabile.

    UMANI! LA VOSTRA ARROGANZA NON HA LIMITI E SARÀ PUNITA! DA MILLENNI QUESTA TERRA È MIA MA NESSUNO MI HA PIÙ CONSIDERATO DA QUANDO AVETE COMINCIATO A COSTRUIRE QUESTO RIDICOLO TEMPIO PRIVO DI SENSO! L'ULTIMA OFFERTA DELLA CARA MAKOTO, CHE È PASSATA A MIGLIOR VITA LA SETTIMANA SCORSA ERA TUTTO CIÒ CHE RESTAVA E VOI, CON QUESTO TEMPIO PER TUTTI GLI DEI ECCETTO ME, AVETE SUPERATO OGNI LIMITE DI DECENZA.

    IO SONO IL DIO DELLE ORIGINI, E LA VOSTRA PUNIZIONE SARÀ ESEMPLARE!



    Dopo aver pronunciato queste parole il fumo prese forma, dando una figura umana al dio delle origini; una figura piuttosto ridicola, in effetti, il dio sembrava infatti un vecchio pervertito; che di certo non incuteva timore o rispetto.
    Il vecchio adirato pronunciò altre parole, a cui Fumihiko non diede peso; ma esse furono seguite da un lampo di luce che Fumihiko non poté ignorare.
    Lo studente di Suna notò subito qualcosa di diverso, ma impiegò qualche secondo a capire cosa: era circondato da bambini; intorno a lui tutti i presenti erano ringiovaniti e... Fumihiko sembrava avere la loro stessa altezza.
    Si guardò immediatamente le mani ed il suo presentimento diventò realtà: anche Fumihiko era diventato un bambino, nel corpo e nella mente.
    Fumihiko era nuovamente convinto, come prima che sua madre morisse, che nel mondo non ci fossero cose, o persone, negative; di potersi fidare di chiunque incontrasse e di poter fare qualunque cosa volesse.
    Ascoltò distratto la sfida del vecchio nanetto, e prestò attenzione solamente ad una parola: nascondino; aveva giocato spesso a quel gioco con gli altri bambini, che spesso prendevano in giro Fumihiko per la sua ingenuità; ma al piccolo Fumihiko non importava.

    ~Tua madre è morta.
    Tua madre è morta.
    Tua madre è...~


    "Hai voglia di giocare con me?"

    Fumihiko aveva ancora tutti i suoi ricordi, ma la sua personalità, i suoi pensieri ed i suoi atteggiamenti erano quelli del bambino ingenuo, illuso e fiducioso che non aveva mai conosciuto niente di brutto;il piccolo Fumihiko vedeva quindi quella situazione come un'occasione per giocare e fare amicizia con tutti i bambini che lo circondavano, e che Fumihiko non vedeva l'ora di conoscere.
    Stava quindi chiedendo a tutti i bambini che lo circondavano, senza timori o vergogna se volessero essere suoi amici o se volessero giocare; vagando tra la folla in cerca di qualcuno che diventasse suo amico e giocasse insieme a lui.

    ~Hey, ma quelli li conosco! Abitano nel mio stesso villaggio e ho fatto delle missioni insieme a loro!

    In verità non avevano questo particolare legame, ma Fumihiko era entusiasta di aver finalmente visto qualcuno che conoscesse e che quindi considerava suo amico.
    Il piccolo Fumihiko si diresse quindi di corsa verso quelli che sembravano essere Haruki e Shunsui, due ninja del villaggio di Suna con cui presto avrebbe giocato, secondo quando sperava.

    "Ciao amici! Sono Fumihiko, che ne dite di giocare tutti insieme a cercare quel vecchietto!?"
     
    .
  12.     Like  
     
    .
    Avatar

    Magistra Vitae

    Group
    Giocatori
    Posts
    828
    Reputation
    +91

    Status
    Offline
    When I was six years old...

    Free GdR - Post 2




    Shin stava assistendo alla cerimonia stupefatto per la magnificenza degli ornamenti e dei gesti al fianco di Kato. I due avevano attraversato un pezzo di continente insieme e il foglioso stava iniziando ad affezionarsi alla sua compagnia. Quando dunque, in seguito ad un gesto talmente sacrilego da apparire stupido anche all'occhio di un bambino, la terra tremò, volse gli occhi all'otese per cercare di capire cosa stesse succedendo. Lo sguardo smarrito e privo di risposte era lo stesso di tutti gli altri presenti, shinobi o sacerdoti che fossero. Con i sensi all'erta il genin della Foglia si preparò a qualunque cosa li aspettava, ma quando dal fumo comparve la figura, piuttosto piccoletta a dir la verità, di un dio, gli fu ben chiaro che la questione andava al di là delle sue forze e lasciò ricadere la braccia lungo i fianchi, inermi.
    Che Inari ci protegga... La moneta forata che portava al collo come ciondolo sembrò vibrare impercettibilmente, ma il giovane non se ne accorse: aveva preoccupazioni ben più incombenti cui badare. Un istante più tanti vennero tutti travolti da una luce accecante. Che fosse giunta per loro la fine?

    Fuori dalla finestra sei bambini tra i cinque e i sette anni giocavano spensierati lanciandosi una palla. Al di qua del vetro si trovava un altro piccoletto dai capelli argentati e gli occhi azzurri che osservava la scena in modo distaccato. Poteva avere al massimo sei anni, ma lo sguardo serio lo faceva sembrare più grande. Per lui restava un mistero cosa ci potesse essere di tanto divertente nel passarsi una palla. Aveva preso parte ai loro svaghi saltuariamente, ma si era ritrovato presto annoiato dalla loro compagnia. Non aveva un carattere difficile e tendeva a sorridere spesso, ma faticava a legare con i suoi coetanei. In compenso poteva rimanere ore ad ascoltare i racconti di viaggio dei mercanti che frequentavano l'emporio di famiglia, sotto l'occhio attento del nonno. Distogliendo lo sguardo dai suoi compagni di classe, il bambino riprese in mano un libro che stava leggendo prima che il rumore delle loro grida lo distraesse. Poco dopo udì una voce femminile alle sue spalle. Il piccolo poteva avvertire l'aria sconfortata, ma il suo animo infantile non rendeva possibile che se ne preoccupasse. La vita era tanto semplice quando avevi sei anni: facevi quello che avevi voglia, cercando al più di obbedire a quanto dicevano i grandi per dimostrar loro di essere un bravo bambino, ma tutte le convenzioni sociali erano ancora al di là dal rimanere impresse nel suo spirito. Shin, se non esci non ti farai mai degli amici...

    Il giovane non riusciva a spiegarsi perché gli fosse tornato alla mente proprio quell'episodio, vecchio di almeno undici anni. Riaprendo gli occhi dopo quell'intensa luce ringraziò di poter ancora vedere. Strano, solitamente avrebbe semplicemente ringraziato i kami di averlo risparmiato, ma era stato sopraffatto dalla paura infantile di essere rimasto cieco. Guardandosi intorno gli sembrò che tutto sull'isola fosse cresciuto a dismisura, ma quando abbassò lo sguardo si rese conto che era stato piuttosto lui, insieme ad ogni altro umano presente fin dove la sua vista potesse spaziare, a ridursi di statura. Anzi, a ringiovanire fino a tornare bambini. Il pensiero gli attraverso la mente, rimanendovi quel tanto da rendersi conto che c'era qualcosa di sbagliato in tutto ciò, per poi svanire come era venuto. Shin alzò le spalle, tranquillo come se cose del genere succedessero di continuo. Ah, ok. No, non era mai stato tipo da preoccuparsi troppo delle cose, specialmente durante l'infanzia. Succede quando vivi tranquillo senza incognite sul futuro, circondato dall'affetto dei propri cari. Nessun passato traumatico, nessun carattere impossibile. Il piccolo Kinryu tendeva ad attraversare le esistenze altrui senza lasciarvi traccia, né nel bene, né nel male, e a lui stava bene così. Solo l'ingresso in Accademia aveva cambiato quello stato di cose, ma ora lo separavano almeno dieci anni, fisicamente parlando. In lontananza, non poteva vedere da dove provenisse la voce vista la sua scarsa statura attuale, udì la sfida lanciata all'iracondo dio. Il bambino volse gli occhi al cielo. Aveva sempre preso troppo sul serio quei giochini stupidi e, dopo aver attirato su di sé le critiche dei suoi compagni, aveva finito per odiare quegli spassi.



    Si girò verso Kato. O almeno quello che pensava fosse il suo nuovo amico, i tratti del viso erano quelli. Si soffermò su quella parola, amico. Cercò di concentrarsi. Sì, era cambiato decisamente tanto negli ultimi anni. Doveva sforzarsi di non perdere quelle conquiste, anche se le esperienze e le conoscenze sembravano scivolare come sabbia tra le sue mani. Eppure, non riuscì a trattenere un commento scherzoso sul nuovo viso che il suo compagno si ritrovava. Certo che c'hai proprio 'na faccia... Si lasciò andare ad una risata. Quella era rimasta immutata, per fortuna. Una parte di sé sperò che l'otese non si offendesse per quel non-complimento. La sincerità era una dote solo a volte, specialmente quella priva di filtri dei fanciulli. Se Kato lo avesse guardato negli occhi non vi avrebbe trovato paura o angoscia, sentimenti che toccavano di rado anche la versione adulta di Shin per altro. Sembrava invece che si stesse godendo quel momento. Il piccolo battè le mani rumorosamente, attirando nuovamente l'attenzione di chi gli stava intorno. Che spasso! Chi sa che altro si inventerà quel dispettoso di un kami! Beh, stiamo a vedere. Sì, stava prendendo tutto come un enorme gioco, ma diverso da quelli noiosi che gli proponevano durante l'infanzia. Poteva sentire l'odore dell'avventura che tanto aveva sognato leggendo i libri della collezione paterna. Da grande avrebbe fatto il ninja, ne era certo. Ah aspetta, ma io sono già un ninja... Si rimise a ridere da solo, in mezzo a urli e pianti disperati di altri adulti tornati ai giorni della loro giovinezza. Improvvisamente, prese per la manica il povero Kato, trascinandolo verso l'esterno della folla. Voleva portarsi più vicino allo svolgersi degli eventi, trovare un posto in prima fila per vivere quell'avventura, ma non voleva doversi far strada tra tutti quei marmocchi, quindi li avrebbe aggirati. Dai muoviti! Che l'otese volesse assecondarlo o meno al piccolo Kinryu interessava meno di zero. Ogni grande eroe aveva bisogno di una spalla, e il ninja del Suono era l'unico amico che avesse lì dentro, per quanto ne sapesse, quindi toccava a lui.

    Passando di fianco a un cespuglio, nel tentativo di raggiungere il piccolo santuario da cui era partito tutto il trambusto, come ogni buon detective avrebbe fatto -sì, perché lui era un eroico avventuriero-investigatore in quel momento- sentì un suono sommesso provenire dal suo fianco. Ne individuò rapidamente l'orgine. Una bambina con le guance rigate di lacrime. Non che potesse aspettarsi altro in un'isola dove ogni singola persona era regredita all'infanzia in effetti. Per un secondo valutò l'idea di lasciarla lì a piangersi addosso. Il se stesso bambino lo avrebbe fatto. Ma si ricordava anche di essere, o di essere stato faceva fatica a dirlo, un fratello maggiore. Quella ragazzina disperata poteva essere Hina. Pensandoci anzi lui e la sorella, avevano la stessa età in quel momento, per lo meno finché fosse durato il capriccio del dio. Fantastico! Sono sicuro che ci divertiremmo un mondo insieme! I singhiozzi sommessi lo richiamarono alla realtà. Lasciando andare il braccio di Kato si avvicinò d'impeto alla piccola, scostando alcuni rami dietro cui si era nascosta e attirandola a sé. Stai tranquilla principessa, non lascerò che questa terribile pianta mangia uomini ti divori! Se fosse stato adulto si sarebbe vergognato un sacco di quello che aveva appena detto, ma in quel frangente dove tutto era trasformato dai filtri della fantasia fanciullesca poteva benissimo darsi che lei fosse una damigella in pericolo e lui un nobile cavaliere-eroe-avventuriero-investigatore. Dopo averla letteralmente trascinata lontano dalle foglie di peso, incurante delle sue eventuali proteste, si presentò con un inchino alquanto teatrale, costringendo l'amico a fare altrettanto. Coraggio non aver paura, sei con il grande Shin e il suo fido assistente Kato! Non hai più nulla da temere ora! Anche alla sua versione adulta era rimasta la sindrome dell'eroe e l'indole cavalleresca nei confonti delle femmine in difficoltà, ma vivendo nel mondo dei grandi aveva imparato quando era il caso di farsi gli affari propri e quando un intervento era invece gradito. Adattamento che l'incantesimo della divinità irata aveva cancellato con un colpo di spugna. Per il piccolo Shin invece quella era solo un'avventura all'interno di una molto più grande in quella magica isola. Altro che una stupida palla.

     
    .
  13.     Like  
     
    .
    Avatar

    È colpa tua. Ratty

    Group
    Staff GdR
    Posts
    15,693
    Reputation
    +1,590
    Location
    Top Secret...

    Status
    Online


    Momenti d'Infanzia

    Ssalar stava più o meno bene, ma finire prigioniero della stretta di Hebiko era forse peggio che essere lanciato in giro dal suo evocatore, che per inciso non sembrava affatto contento di avere la sua segretaria intorno a ricordargli come doveva comportarsi in società mentre gli rassettava il vestito. Io lo odio questo posto, odio fare inchini, odio non dare del tu e soprattutto odio stare fermo! Protestava pur senza particolare veemenza, un pò come un bambino imbronciato, mentre la minaccia di lavoro extra lo faceva stare al suo posto. Ben presto furono nel mezzo della folla, tra gli ospiti di riguardo, mentre la noioisissima cerimonia cominciava a dipanarsi. Non molto lontano stavano Shinichi con la sua cugina/fidanzata, ma Febh era troppo imbronciato e scorbutico per salutarlo, e certamente il Sunese avrebbe colto l'atmosfera. Gli sembrò anche di vedere Atasuke, quel cretino delle mura di Konoha, ma nel suo caso non salutare fu una scelta deliberata. Non riconobbe altri volti noti, ma non si stava esattamente guardando intorno, piuttosto sperava che tutto finisse in fretta.

    Noia...passeggiata, seme, canto, musica, balletto. Nooooia. Dobbiamo proprio restare fino alla fine? Si rivolse alla sua assistente con uno sguardo implorante che avrebbe sciolto più di un cuore gelido (almeno nella sua testa, in realtà sembrava stesse avendo un ictus) Io dico che se vado da Shinichi e gli propongo di giocare a poker lui ci sta. Con la sua fidanzata e te arriviamo a quattro. Ancora Hebiko non sapeva della leggendaria incapacità in qualunque gioco di carte dell'Amministratore di Oto, tanto che persino un pollo lo aveva battuto in più occasioni. Shinichi è quel tizio con i sopracciglioni, comunque. Di Suna. Un Kurogane, gente ricca, anche se in realtà lui è un mezzo diseredato e fa l'investigatore (lo indicò con evidente mancanza di classe ed etichetta). Quello là invece meglio se non lo guardi. Accennò verso Atasuke con il capo. Uchiha. E' una specie di zelota delle regole, meglio che non ci abbiamo a che fare o potrebbe contagiarti.

    Non stava guardando quando accadde il fattaccio che fece precipitare la situazione. Il che per certi versi fu un bene perchè se fosse intervenuto probabilmente sarebbe andato tutto molto peggio. EHI! Ma che sta succedendo? Qualcosa in mezzo al fumo gli mollò una pesante sberla sulla nuca, facendolo voltare ma senza trovare nessuno. Chi è stato? Eh? EEEH? Scommetto che è stato quel disgraziato di un Uchiha!Non poteva immaginare certo che fosse stata la mano di un dio. Nè poteva immaginare che quel tappo pelato potesse essere un Dio. Ehi tappo! Che diavolo stai dicendo? Torna all'ospizio, và! Ma la sua voce era solo una fra le tante che si erano levate in protesta (e decisamente il non essere al centro dell'attenzione molesta lo irritava) e vedendosi inascoltato Febh stava per saltare addosso al piccoletto, quando la luce lo travolse insieme a tutti gli altri.

    In qualche modo percepì il cambiamento grazie alle sue arti una frazione di secondo prima che la Rigenerazione diventasse la capacità di generare cerotti sui tagli. Questo non è... Quando finalmente riuscì a vedere di nuovo, tutto era incredibilmente più alto, e le sue mani affusolate erano diventare piccole e tozze. Uh? Abbassò lo sguardo, notando che il suo vestito di era trasformato in qualcosa di molto diverso e, per certi versi, nostalgico. Sembra la mia vecchia tenuta da addestramento... La sua voce! Che razza di suono era quello, così acuto e squillante (più del solito se non altro). EHI! Portò una mano alla gola, pensando ad un qualche calo di voce, scoprendo così della scomparsa del pomo d'adamo. Oh...oh...ohohoh...oh no! Iniziò a correre per la folla di bambini fregandosene altamente di Ssalar (che era diventato una lucertolina tascabile verde e non più blu) e di Hebiko (che nemmeno guardò) per arrivare fino a una bancarella e specchiarsi su una teiera. OH NO!

    57a86b5feab32



    Non ho nemmeno i miei occhiali finti! E non era tutto: sentiva che il cambiamento era ancora in atto, con i pensieri che si facevano più pastosi, travolti da schemi mentali molto diversi dalla norma e che credeva dimenticati da tempo. Non era solo il suo corpo a stare cambiando, ma anche la sua mente. E la cosa lo spaventava a morte, perchè ancora bambino, cominciava a ricordarsi perfettamente cose ormai dimenticate...

    Hebiko probabilmente lo avrebbe trovato seminascosto dietro una bancarella, con gli occhi umidi di lacrime che guardava tutti quelli che passavano con l'aria di chi non ha la più pallida idea di come si faccia a parlare con gli altri. Non lontano da loro una bancarella di gelato era stata presa d'assalto, e Shinichi era là assieme a Miyako. Evidentemente Febh voleva a tutti i costi avvicinarsi per parlargli (il suo Io adulto sapeva che serviva un cervello come quello del detective per risolvere la faccenda) ma era troppo timido e spaventato per farlo (il suo Io bambino era cresciuto per strada con un vecchio svitato che gli aveva insegnato l'accattonaggio come prima fonte di sopravvivenza, seguito dal furto...le arti ninja erano venute parecchio dopo, e sicuramente non gli aveva mai fatto passare del tempo assieme ad altri bambini). E..ehi...ehm...Shi...Shinichi? Pigolava appena, praticamente inaudibile e troppo distante, e gli tremavano le gambe come non mai. Persino vedendo Hebiko si sarebbe ritratto ancora di più, colmo di timore. Cia...ciao. Io sono...ehm...cosa...cosa facciamo? Se-secondo me Shinichi ci può aiutare...penso...forse... Era sul punto di scoppiare a piangere. Io voglio la mamma...

    A dirla tutta nemmeno Atasuke ed il gruppetto di altri ninja era tanto lontano...

    CITAZIONE
    Giusto per maggior chiarezza: non ci saranno altri post del QM a parte quello conclusivo. Andate pure avanti liberamente, come farò io, anche senza badare ai turni o facendo minipost :zxc:


    Edited by Febh - 13/9/2016, 17:02
     
    .
  14.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Fan
    Posts
    381
    Reputation
    +57

    Status
    Offline

    News GdR- Post 2
    Il Tempio dell'Unico Credo
    Arcipelago della Baia di Haran


    Shunsui doveva ammetterlo: i monaci del Tempio dell'Unico Credo avevano organizzato un vero e proprio spettacolo. Mentre la processione di monaci di vario livello si susseguivano davanti ai suoi occhi, Shunsui rimase incantato dalla cacofonia di mantra che si innalzavano al cielo. Nessuno tentando di sovrastare l'altro, le preghiere dei prelati si mischiavano in una sorta di musica che ipnotizzava. In tutto questo, il rituale procedeva nella sua semplicità, con la semina di 4 noccioli di ciliegio nei gli angoli che indicavano i punti cardinali. Una bambina vestita di bianco, di cinque o sei anni, piantava con le sue manine i semi che le venivano passati dall'alto sacerdote. Shunsui era stato catturato da quel rituale fino a dimenticarsi di essere circondato da tutte quelle persone, compreso Haruki che avrebbe dovuto proteggere.

    Fortunatamente per lui, la sua sorta di ipnosi terminò quando la cerimonia si fermò per un attimo, quando i sacerdoti si resero conto che mancava uno dei quattro semi. Il tentativo maldestro dell'attendente dell'alto sacerdote di comprendere l'errore non fu sufficientemente rapido e naturale per impedire ai presenti di capire quello che stava effettivamente succedendo. Soprattutto considerando che l'attendente dovette sostanzialmente mangiare la ciliegia per ricavarne il nocciolo:Ma tu guarda che pagliacci... pensò Shunsui mentre il suo classico sorrisetto gli si allargava sul volto. Ma ben presto questo svanì quando la terra iniziò a tremare e lui dovette poggiare le mani al suolo per non cadere.Ma che diavolo... Rimettendosi in piedi, i suoi pensieri andarono immediatamente ad Haruki: la sua missione di protezione veniva prima di tutto. Contemporaneamente una voce molta forte risuonò nell'aria ed il ragazzo si sentì pizzicare una guancia mentre una sorta di fumo svolazzava tra i presenti.Aia.. quasi gridò il genin, mentre portava una mano alla guancia sinistra che si stava rapidamente arrossando.Haruki ma che diavolo sta succedendo? Non aspettando la risposta - non credeva che qualcuno potesse conoscerla - Shunsui vide il fumo condensarsi nella forma di un vecchietto pelato e dallo sguardo ambiguo. La figura disse di essere il Dio delle Origini, e che tutti loro gli avevano mancato di rispetto. Per questo meritavano una punizione.

    Shunsui non avrebbe mai saputo quale potere lo avesse colpito in quell'istante, ma improvvisamente si rese conto che gli edifici intorno a lui erano diventati più alti, dando l'impressione che il mondo si fosse ingigantito.Ma che...Poi notò l'assurdo: intorno a lui c'erano una marea di bambini, tutti con volti confusi: alcuni sull'orlo del pianto, altri con sguardi persi nel vuoto. Girandosi verso Haruki, vide che l'Amministratore della Sabbia era sparito. Al suo posto era comparso un bambino, che poteva essere il figlio del monaco. Immediatamente il pensiero lo fece ridere:ahahahahahahhahahaha!Una risata sguaiata ed acuta emerse dalla bocca. Lo shock di sentire una voce diversa dalla sua lo portò immediatamente ad alzare le mani verso il suo volto. I polpastrelli si appoggiarono su una pelle estremamente morbida e priva di barba...questo fu sufficiente a fargli capire, nonostante lo stupore, quanto drammatica fosse la verità. Haruki...siamo diventati bambini! Intanto, da qualche parte fuori dalla sua visuale, qualcuno iniziò ad implorare il dio di avere pietà, fino ad arrivare a sfidarlo: nascondino. Avevano poche ore per trovarlo o avrebbero dovuto passare 20 anni della loro vita in quella condizione. Shunsui vide il Dio trasformarsi in pulce e sfrecciare in mezzo alla folla, dove scomparve.

    Forza Haruki muoviti! disse Shunsui in versione bambino incominciando a spingere il monaco Dobbiamo trovare il dio Pelatone...disse prima di fermarsi un secondo: che parola aveva utilizzato? Pelatone? Normalmente non avrebbe mai detto una cosa del genere, ma sembrava che la trasformazione in bambino stesse alterando qualcosa di più che la sua statura. Riprendendosi continuò:...forza ti guido io, che sennò non vedi nulla! Non accorgendosi della sua mancanza di tatto, Shunsui spinse Haruki in mezzo alla folla. Se il Dio si era nascosto in una persona, l'unica cosa da fare era iniziare a perquisire la gente. Forse il Dio poteva anche condizionare il comportamento della persona che lo ospitava, quindi iniziare da coloro che si stavano nascondendo, quando invece avrebbero dovuto solo cercare, sarebbe stato la cosa più intelligente da fare. Fu così che Shunsui iniziò ad avvicinare tutte le persone un po' in disparte, di qualsiasi genere, esordendo con:Ehi tu! Ti devi spogliare!!! La perquisizione iniziò decisamente in maniera manesca. Molte persone, bambine, reagirono scappando, altre alzando le mani. Shinsui fece a botte ed inseguì quanta più gente possibile fino ad avere il fiatone, ma portarsi in giro Haruki non era facile.Certo che potresti anche darmi una mano! Chiaramente Shunsui aveva fatto spogliare anche Haruki, ed il monaco avrebbe potuto dire quello che voleva ma avrebbe fallito.

    Poi ad un tratto, davanti a loro spuntò un bambino che li salutò e si presentò come Fumihiko. Con un po' di fatica, Shunsui riconobbe il compagno di Suna. Insieme avevano effettuato una missione, ma il ragazzo non gli stava molto simpatico:Ah...ciao Fumihiko...si..va bene dai...giochiamo insieme! Ma prima voglio essere sicuro che il Dio non si sia nascosto su di te! Io e Haruki ci siamo già controllati. Ora tocca a te: spogliati!!

    Con l'aggiunta di un membro in più, il terzetto avrebbe continuato il loro giro, intimando a destra ed a sinistra di denudare la persone. Infine, sarebbero arrivati di fronte ad un gruppo di due ragazzi ed una ragazza, quest'ultima in lacrime. Non riconoscendo Shin, Shunsui urlò ai tre ragazzi:Voi sembrate proprio sospetti! Sicuramente il Dio delle origini si nasconderà in uno di voi tre! Forza fatevi controllare che non abbiamo tempo da perdere! disse prima di passare alla ispezione corporale.
     
    .
  15. **Kat**
        Like  
     
    .

    User deleted


    III ~ Tale of Princess Ayuuki: Shin l'indomito ed i tre ladroni di Suna


    C

    iò che stava vivendo era una situazione quasi irreale. Come era possibile che tutti erano diventati dei bambini? Anche i membri più anziani del consiglio religioso avevano assunto le fresche fattezze di infanti. Erano tutti stati soggiogati da una maledizione, dall’ira di un Dio dispettoso ed invidioso. A quanto pare la Fuyutsuki aveva trascinato, senza volerlo, l’intero Team di Konoha in una situazione molto delicata. Erano partiti per raccogliere informazioni su una setta di fanatici che aveva creato qualche “piccolo” disordine nel Paese del Fuoco, ed invece ora si ritrovavano a sottostare ai capricci di un Dio Dimenticato.
    Sicuramente trovare un Dio capriccioso in un luogo così grande e con così tanti bambini dalle più disparate personalità non era facile. Ma ciò che rendeva tutto ancora più difficile era il confrontarsi con “problemi” e paure che sono con la maturità ed un percorso di vita potevano essere superare. La Fuyutsuki aveva superato la sua insicurezza con fatica. Era una ragazza timida, sensibile e socievole, ma fin dai primi anni in Accademia non aveva brillato per la sua capacità di legare con i compagni di classe. C’erano alcuni che la prendevano in giro per le sue guance perennemente arrossate per l’imbarazzo, ed altri la ignoravano perché non era vivace come i suoi coetanei. Era una ragazzina fragile ed estremamente emotiva, finiva per scoppiare in lacrime anche per i più futili dei motivi. Senza l’ala protettiva della sorella maggiore, Ai Fuyutsuki, si sentiva debole, sola e spaventata.
    Per questo si era rifugiata nel primo cespuglio che aveva trovato, staccandosi da Inoichi-kun e Youkai-kun. Li aveva rapidamente persi di vista, a causa della folla di bambini che si accalcava tra grida e schiamazzi nella piazzetta antecedente al Tempio dell’Unico Credo. La piccola Kunoichi nascosta nel suo cespuglio di gigli osservava con diffidenza e timore ogni bambino o bambina che si avvicinava. La timidezza e la paura di sbagliare la paralizzavano. Come poteva anche solo sperare di scovare il Dio invidioso?
    Quando Shin-kun si avvicinò al suo nascondiglio, insieme ad un altro bambino, la Fuyutsuki se ne restò nascosta singhiozzando. Incrociò lo sguardo del ragazzo. Chiuse gli occhi nella speranza di rendersi invisibile. - … - Ma così non fu, visto che il Ninja di Konoha ben presto provò a trascinarla con sé. Infatti, dopo aver tramutato con la sua fervida immaginazione il cespuglio di gigli in una melliflua pianta-assassina, invitò la ragazza a seguirla. - Ma.. Ma… - Balbettò qualcosa. In realtà sperava di spiegare al bambino che si stava semplicemente nascondendo dagli altri bambini, e quindi anche da lui. Ma fu travolta dall’entusiasmo del ragazzo e dalla sua immaginazione. Nuovi orizzonti si estesero nella mente della piccola Kunoichi della Foglia. La fanciulla che era ben celata in lei, grazie alla maledizione del Kami invidioso, riemerse. Aveva sempre desiderato essere una principessa e trovare il suo principe azzurro, pronto a combattere per il proprio onore e salvarla da creature oscure. I candidi fiori del cespuglio si tramutarono improvvisamente, almeno nella sua fanciullesca mente, in bocche fameliche e gli steli in rovi spinosi. E proprio come nella più bella delle favole, che Natsumi-san le raccontava prima di andare a letto, veniva salvata dall’Eroe senza macchia e senza paura.
    - G..Grazie per avermi salvata. - I suoi occhi cristallini si soffermarono sulla chioma albina del ragazzino. Assomigliava molto a Youkai-kun, anche se il suo sguardo era gentile ed onesto. Non aveva mai incontrato prima il Ninja della Foglia, anche se vivevano nello stesso Villaggio, quindi fu particolarmente sorpresa alla sua presentazione. - P…Piacere di conoscerti… Ser. Shin-kun! - Fece una riverenza, ormai divertita e tranquillizzata da quella recita. La sua indole fanciullesca era emersa ed ogni ombra di tristezza era quasi svanita sul suo volto, nonostante le sue guance erano ancora rigate dalle lacrime. Con una mano si asciugò le lacrime ed abbozzò un sorriso. - Sono la principessa Ayuuki! Ultima discendente del Popolo delle Donne-guerriero dell’Edenia e futura regina dell’Edenrealm. Figlia di Ryuheei e Natsumi, attuali sovrani del dodicesimo reame e membri del Concilio di Elavistol. - Con la grazia di una bambina, che era vissuta al fianco del Padre, un ex-membro del consiglio di Konoha, si presentò ai due ragazzi. Ovviamente aveva ingigantito i suoi titoli, dando ampio spazio alla fantasia, lasciando immaginare lontane terre oltre l’orizzonte e la realtà. Si sentiva decisamente meglio, ed era tutto merito dell’intervento di Shin-kun. - D..Devo trovare la guardia della Principessa di Edenia. Mi aiuti? Stò cercando Ser. Yuki! - Non si era di certo dimenticata dell’albino. Aveva intenzione di coinvolgerlo in quell’avventura.
    Le sue ricerche furono però interrotte da un terzetto di Suna che andava in giro a denudare le persone. Un buon metodo per scovare la dispettosa Divinità che si era ridotta fino a diventare una piccola pulce. Probabilmente si era nascosto in uno dei presenti, ma andare in giro a denudare il prossimo con le buone o le cattive non era affatto un gesto cavalleresco. La piccola Fuyutsuki pensò bene di nascondersi dietro i suoi due eroi, o almeno i due ragazzi che l’avevano soccorsa durante la sua incontrollabile crisi di pianto. - S..Sospetti? E su quale base ci definite sospetti? Potrei dire lo stesso di voi tre! Uno di voi, impossessato da quel vecchietto piuttosto bruttino, potrebbe guidare gli altri due per generare baccano e confusione per non farsi trovare. Avete fatto piangere tanti bambini e denudati altri. Vergogna! Siete cattivissimi. - Rapidamente sopraggiungeva alle sue conclusioni e non aveva intenzione di fidarsi del gruppo di Sunesi. Scosse leggermente la testa. - Datemi una prova certa che voi non siete impossessati da quel vecchio pervertito e forse vi concederò udienza! - E le sue condizioni non erano trattabili. - N..Non mi lascerò toccare da semplici popolani. Non avete idea con chi avete a che fare. Nelle mie vene scorre sangue reale ed il corpo di una principessa non può essere violato in alcun modo, figuriamoci esporlo al pubblico! - Girò la testa indignata ed estremamente imbarazzata a togliersi i vestiti davanti a tutti. Si era calata perfettamente nei panni della principessa da salvare. Erano le sue storie preferite ed aveva sempre sognato di avere un lieto fine come nelle favole che sua madre le raccontava prima di andare a dormire. - Non ostate toccarmi! Urlerò così forte da distruggere la terra e spaccarvi i timpani. - Una infantile minaccia, ma non aveva nessuna intenzione di lasciarsi perquisire dal gruppo di Suna. Aveva decisamente sbagliato approccio.
    - Shin-kun e il suo fido assistente Kato-kun vi impediranno di farmi del male. A…Andate via! - Aveva appena promosso i due ragazzi che si erano offerti di aiutarla a Guardie del corpo della principessa. - Se vi avvicinerete anche di un solo passo verrete infilzati come spiedini dalle loro luccicanti spade. - Quanta adrenalina in quel momento. Le sembrava davvero di essere in una principessa delle fiabe, con la sua Guardia del Corpo, che venivano attaccati da sporchi e malvagi banditi. Alla Fuyutsuki non restava altro che restare in disparte ed osservare come i cavalieri di Edenia combattevano per il suo onore.


     
    .
53 replies since 25/6/2016, 12:18   1357 views
  Share  
.