Il Tempio dell'Unico Credo

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  1. Manu ©
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    Piccolo Odioso




    Lo stato di Hamano era ridicolo. Se il suo vecchio sé stesso fosse lì in quel momento a vedere il suo stato pietoso probabilmente lo prenderebbe a calci nel sedere, però non poteva farci niente, in quel periodo l'unica via per lui percorribile era quella dell'accattonaggio.
    La sua richiesta di spiccioli venne soddisfatta ma non dal tizio che lo aveva buttato malamente a terra, ma da uno che a quanto pareva conosceva la combriccola di gente. L'Iga raccolse come il poveraccio che era le monetine che lo sconosciuto gli aveva lanciato, controllandosi intorno di non essere visto da nessuno. Non si sa mai che qualche ladro volesse derubarlo.
    Con quegli spiccioli si era avvicinato qualche passo al biglietto per ritornare a Suna ma non erano certamente sufficienti. Voleva continuare a girare col tizio che gli aveva fatto l'elemosina ma forse quello era troppo anche per lui. Va bene perdere la dignità, ma girare appresso ad uno per continuare a chiedere la carità era troppo anche per Hamano. Decisamente troppo.

    [...]

    Dopo non aver seguito l'allegra combriccola Hamano si era messo nuovamente in disparte. Mentre seguiva il flusso delle persone verso il luogo della cerimonia si stava arrovellando per cercare di trovare un metodo per tornare a casa con i pochi spicci che aveva. La faccia preoccupata e stralunata e quel continuare a strofinarsi le mani, aggiunto al suo aspetto, tendeva a far allontanare qualunque persona da lui nel raggio di dieci metri. Aveva anche preso in considerazione l'idea di vendere il suo corpo ma al solo pensiero gli venne quasi un attacco d'ansia.
    Assalito da questi pensieri Hamano arrivò insieme a tutte le altre persone ad assistere alla cerimonia. Il ragazzo non era per nulla religioso ma vedere tutte quelle persone indaffarate per compiere un antico rituale, seppur con i suoi intralci, aiutò l'Iga a calmarsi e a pensare più lucidamente. Lucidità che scomparì praticamente subito perché capitò un avvenimento che il sunese non poteva assolutamente spiegarsi.
    Un vecchio nano comparve all'improvviso, iniziò a blaterare qualcosa sul rispetto dei vecchi dei e di altre robe simili, insomma il discorso di un pazzo. Hamano si guardò un attimo attorno per capire la reazione delle altre persone, per capire se c'era da chiamare la badante del vecchio o se anche quello faceva parte della cerimonia, ma non ci fu il tempo di farlo.
    Improvvisamente venne investito da un lampo di luce accecante.
    Non provò dolore o altro.
    Non sentì nessuna bua.
    Aspetta...

    Bua?

    Come riacquistò i sensi sentì solo una grande differenza, un peso che credeva di aver dimenticato. Aveva di nuovo un braccio sinistro. Hamano lo guardò meravigliato, gli sembrava quasi un sogno. Certo, era un po' più corto di quanto ricordasse, ma se per questo anche il resto del suo corpo se lo ricordava più massiccio.
    Un attimo...
    L'Iga urlò dalla sorpresa a ritrovarsi quello che era.
    Un moccioso.
    Un poppante.
    Un bambino.

    Oh cielo.

    Se l'Hamano di tutti i giorni era un vecchio dentro con la faccia corrucciata e completamente preso dai propri problemi di salute mentale, l'Hamano infante era l'opposto, un puro concentrato di energia. Inoltre da piccolo il suo amore per la patria veniva espresso in una maniera alquanto fastidiosa.
    - QUAL VILE SCHERZO È GIAMMAI QUESTO? -
    Sì, Hamano bambino parlava in maniera forbita solo per atteggiarsi a grand'uomo.
    - IL RESPONSABILE DI QUESTO ATTO MAL... ehm... MALEFICERRIMO PAGHERÀ CARO -
    Sì, ogni tanto diceva parole a caso perché non se le ricordava bene. E poi urlava davvero un sacco. Un bambino odioso.
    Parlando estrasse la sua fidata nodachi, che in quel contesto era stata trasformata in un palloncino colorato a forma di spada.
    In un attimo si fiondò praticamente a caso in mezzo a tutto il caos, puntando semplicemente dove c'era più gente.
    Vedeva che c'era confusione, che c'erano problemi, che c'erano persone che avevano bisogno di una guida, e quella voleva esserla lui.
    Seguì un ragazzino che sembrava portarsi dietro un carico importante. Non aveva idea di cosa ci fosse dentro e non voleva fare domande. Le domande le fanno solo gli adulti stupidi.
    Mella sua mente immaginò di arrivare sulla scena in mezzo agli altri bambini, dire qualche bella parola incoraggiante e che non conoscevano per poi guidarli contro il nemico, poco importava il fatto che non sapesse minimamente chi fosse e dove fosse, voleva solo provare l'ebrezza di guidare un esercito personale.
    Era pronto per il suo grande discorso, alle spalle del ragazzino che aveva seguito. Inspirò profondamente ma si fermò di botto, meravigliato. Vide oggetti volanti sopra di lui lanciati dal bambino, senza riuscire ad identificarli.
    Cioè, sapeva cos'erano, ma gli piaceva un sacco l'idea che fosse un attacco nemico.
    - PER TUTTI I NUMI, CI ATTACCANO! - e cominciò a colpire la biancheria intima volante prima che cadesse a terra, urlando ad ogni colpo di palloncino spada.
    Placata momentaneamente la sua furia infantile e insopportabile Hamano appoggiò la sua spada sulla spalla, puntò il petto in fuori e cominciò a parlare in tono solenne - Siamo sopravvissuti ad un attacco, ma per quanto ancora?
    Cercò poi con lo sguardo gli altri bambini - State tutti bene? -
    Su una cosa Hamano era rimasto identico da adulto e bambino: era inutile e prima e adesso non è che fosse proprio il massimo dell'utilità data la situazione.

     
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    I problemi di un Hokage

    E quelli di un bambino







    Un’altra noiosa festa di inaugurazione, alla gente piaceva inaugurare.
    Inauguravano l’anno nuovo, inauguravano locali, inauguravano templi, inauguravano dojo, inauguravano tutto!

    MA FACESSERO!
    CHI CAZZO GLI DICE NULLA!


    Una grossa figura raccattava vestiti da una grossa stanza matrimoniale col letto ancora caldo.

    E invece no!
    Ci vogliono l’Hokage perché si!
    Fa bello averci i pezzi grossi!
    E tu? Puoi rifiutare?
    Eh no, non sia mai, non è di buon auspicio, sei un politico, devi farti vedere.
    E qui, e la, e su e giù!


    Ora si era spostato a rovistare in dei cassetti, probabilmente cercava il vestito adatto alla situazione.

    Si ma calmati, chakra ora non te ne faccio prendere.

    Non me ne faccio un cazzo, glielo spacco a craniate quel tempio!

    Che palloso, ma fattici un giro, stringi qualche mano e tornatene via.

    Qualche mano?
    Ci sarà uno tsunami di rompicoglioni ci scommetto!
    Magari mi chiederanno pure di baciare dei mocciosi.


    Ora non esagerare, credo che in gran parte ti schifino ancora.

    Non farmi venire li dentro a prenderti a schiaffi eh.
    Mi gira il cazzo.
    Mi gira il cazzo.


    Schiaffi.
    A me.
    Schiaffi.
    Ringrazia il sigillo altrimenti quella buona donna che ti ha messo al mondo starebbe piangendo un figlio.


    Mai detto di essere potente quanto un demone, ma a quanto pare l’intelligenza non mi manca.
    Se sei disarmat, sei più grosso di me ed ho una mazza… perché non usarla?


    Per non apparire una schiappa?

    Quando freghi un demone non appari mai come una schiappa.

    Beh, certo, se il metro di giudizio è quello delle altre schiappe.

    Ma perché parlo con te?
    Che vuoi saperne tu?
    Via sho!
    O ti bestemmio di nuovo tuo padre!


    Uno che non aveva bisogno di alcun tipo di aiuto per metterci in riga.

    Grazie al cavolo, tutto il dannato chakra del pianeta era dentro 3 esseri, lui, suo fratello e quella montagna di cacca con dieci code .

    Se se, solite scuse.

    Tra un insulto e l’altro il duo riuscì ad arrivare all’isola, un luogo di pace e serenità pieno di bambini felici che giocavano tra di loro.
    Il Colosso affilò lo sguardo per far guadagnare metri alla sua vista, ma non c’era nemmeno un adulto e la cosa più fastidiosa era che il terreno era scomodamente in salita impedendogli di vedere sufficientemente lontano.

    Ma guarda te, mi ci devo proprio avvicinare.

    Più passi faceva però, più si rendeva conto di essere lento, le sue falcate se ben distese come sarebbero dovute essere a causa della rabbia, l’avrebbero dovuto portare li in pochi passi, invece si ritrovava a trotterellare.

    Ma…

    Si guardò attorno rendendosi conto che qualsiasi cosa attorno a lui aveva dimensioni a dir poco gigantesche.

    Accidenti, che impegno.

    Valutò mentre faceva ancora qualche passo senza comprendere ancora nulla riguardo la sua situazione.
    Soltanto quando il sole gli fece capolino negli occhi riuscì a vedere una mano paffutella sbattergli sul grugno.

    Hei bambino di merda non mi mettere le mani in facc...

    Sgranò gli occhi quando si rese conto che la mano che si agitava a mezz’aria era la sua.

    No.
    No.
    No.
    No. No. No. No. No.
    Nononononono


    Hei, pulciosa v…

    Aveva una volpe al suo interno, accovacciata e ben più triste di quanto non fosse fino a pochi minuti prima.

    Guardami, morbidosa e cicciotta.
    Sono… un peluches…


    Aveva dei lacrimoni che sembrava pesassero un infinità.

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    Coraggio coraggio, ora risolviamo.

    Gli strinse il torace, pur non riuscendo a cingerlo neanche per un quarto, nonostante le dimensioni avessero delle proporzioni più accettabili, erano comunque un cucciolo di demone e un cucciolo d’uomo, ma la volpe era soffice, e gli piacevano le cose soffici. Qualcosa non quadrava.
    Silenzioso e pacato cercò di dare un occhiata per l’isola, i volti di tutti erano ringiovaniti parecchio e non riconosceva nessuno tra quegli shinobi, ma era curioso vedere quel bambino dagli occhi di ghiaccio, probabilmente a causa della minor influenza che il cucciolo di Kyuubi aveva nel suo corpo, muoversi tra gli altri, ingobbito quasi fosse avvezzo a camminare con le bestie più che con gli umani.
    Guadagnata una roccia si fermò alle sue spalle, e facendo capolino osservò tutti i presenti con attenzione, silenzioso e immobile.

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    Il suo sguardo ricadde sul gruppetto che si azzuffava, uno sguardo critico, e di contro il piccolo ed intimidito… Kaji? Febh? che cercava di sedarli quasi sottovoce.

    Secondo me la principessa ti prende a schiaffi te e quell’altro piscialetto da qui all’anno prossimo, altro che proteggerla.

    Compresa la situazione a grandi linee e che le minacce erano assenti, mosse verso il gruppo, raddrizzando del tutto la schiena, e per quanto le proporzioni si fossero corrette, staccava gli altri bambini non di poco.

    Tappi.

    Il quattrocchi aveva chiesto tranquillità no?
    Beh, bastava catalizzare l’attenzione da un’altra parte, e non era semplice ignorare il tipico bullo, corporatura ben più massiccia del normale, il muso inselvatichito dall’80% della propria vita passata per strada e una buona dose di strafottenza: niente di meglio per sedare una rissa, un po’ come facevano gli animali, o come facevano i bambini con deficit di attenzioni.
    O farle cambiare obiettivo.
    Se qualcuno gli si fosse ribellato gli avrebbe spiattellato una mano in faccia, per tenerlo a bada.

    Dov’è il timidone con taglio a scodella?
    Kaji?
    È sparito!
    Ah no, aspetta, sta tornando!


    Al suo ritorno l’esplosione di vestiti travolse tutti, Raizen compreso.

    Mettetevi quei... COPRIORECCHIE AL LORO POSTO!

    Aveva capito che il dio si intrufolava nelle orecchie, o almeno così dicevano gli altri bambini, per cui sarebbe stata cosa buona e giusta proteggerle no?
    Lui per primo prese il primo che gli cadde sulla testa e lo assicurò attorno alla stessa, fermamente convinto dell’efficacia della sua azione.
    Ma soprattutto del fatto che quelli fossero copri orecchie e non reggiseni, qualcosa nella sua memoria non andava benissimo, c'era solo da sperare che fosse stabile e non peggiorasse, se non altro per il bene della sua reputazione.


    Edited by F e n i x - 17/9/2016, 18:42
     
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    Arcipelago della Baia di Haran


    Com'era prevedibile, il piccolo spogliarello del genin di Suna causò una reazione piuttosto forte nella bambina che si fingeva di essere una principessa. Il suo urlo gli martellò i piccoli e sensibili timpani, e lo costrinse a portarsi le mani che reggevano le armi alle orecchie. Digrignando i denti ed infastitido, Shunsui mormorò a mezza voce:Maledette femmine... esternando l'infantile presa di distanza tra bambini di sesso diverso. Avrebbe volentieri voluto lanciare quelle bombe puzzolenti su quella ragazzina viziata, e farle passare quell'aria di sufficienza con la quale si atteggiava. Shunsui non aveva mai tollerato le persone che facevano del proprio status sociale un termine di discriminanzione. Ed adesso che i suoi freni erano stati inibiti dal suo ritrovato stato infantile, certamente non c'era nulla che lo trattenesse nel dare una bella lezione alla falsa pricipessa. Del resto, la situazione era già andata ben oltre le semplici parole. Il ragazzino biondo, Yuki, era saltato al collo di Atasuke, e Kairi si era immediatamente unita alla rissa per difendere il suo consanguineo, chiedendo l'aiuto del trio sabbioso.

    Shunsui avrebbe risposto immediatamente a quella chiamata di soccorso - la bambina Uchiha aveva già dimostrato di essere pulita- ma i suoi occhi erano concentrati su Shin. Dal volto del ragazzo, era chiaro che l'amico della Foglia non sapesse quali pesci prendere. Da una parte non voleva distruggere la fiducia che Ayuuki aveva nei suoi riguardi, dall'altra parte non era uno sciocco. Fantasie o meno, alla ragazza sarebbe bastato farsi dare una controllatina veloce per far finire quella storia, ma non lo aveva fatto. Questo Shin lo aveva capito, ma era parlizzato dall'incertezza. Riinfilandosi la maglietta, Shunsui avrebbe detto:Nascondermi? Si chiama strategia! Piuttosto perchè stai perdendo tempo ad ascoltare quella ragazzina? Non vuoi tornare grande? Tuttavia, mentre così diceva, la sua mente stava macinando tutt'altri pensieri. C'era qualcosa che Shin aveva detto che gli aveva sbloccato un'idea per un secondo, che ora era già svanita.

    Intanto, altri tre bambini si erano uniti alla giostra. Il primo, Febh, con un filo di voce, chiese di far smettere agli altri bambini di litigare, così da poter attuare la sua idea. L'altro, dalla faccia burbera, disse che bisognava difendersi da un eventuale passaggio del piccolo dio-pulce con dei tappi per le orecchie. Shunsui non capiva perchè il dio potesse nascondersi nelle orecchie dei bambini e non nelle altri parti del loro corpo, ma accettò le cuffiette. In fondo quel ragazzino timido ha ragione. Stiamo perdendo troppo tempo in questa maniera, forse la cosa migliore sarebbe smettere di cercarlo attivamente e aspettare che sia lui a venire da noi..questo segnifica che ci serve una...TRAPPOLA!! Quando quel pensiero si formulò nella sua mente, capì quale idea aveva avuto quando Shin gli aveva chiesto consiglio su come affrontare quella faccenda:Sono stato uno sciocco. Per tutto il combattimento contro Shin non ho fatto altro che evitarlo e piazzare trappole, ed ora non mi è venuto in mente di crearne una? Fu allora che capì anche cosa Febh avesse in mente e, sebbene non sapesse i dettagli del suo piano, decise che valesse la pena di tentare. Si rivolse a Shin:Credo che dovremmo dare una mano a quel ragazzo timido a finire il suo piano. Prima però ho bisogno di sapere che tu sia pulito Shin. Presto, fammi vedere se nascondi qualcosa! Se il genin si fosse fatto controllare, Shunsui avrebbe detto:Bene allora dobbiamo farli smettere di litigare. Tu, Shin, prendi quella finta principessa e falla star buona. Se riesci a controllarla subito tanto meglio, ma mettiti i tappi. Noi penseremo a dividere gli altri. Shunsui non era a capo di nulla, ma talvolta bastava prendere l'iniziativa per diventarlo.Fumihiko dammi una mano a dividere il ragazzo biondo dai due Uchiha. Tu là in fondo...disse rivolgendosi a Raizen bambinoFatti controllare e dacci una mano! Sbrigati! Se avesse saputo di starsi rivolgendo all'Hokage in quella maniera, probabilmente si sarebbe sotterrato. Ma ora erano bambini: non c'erano regole. Shunsui si sarebbe unito a Fumihiko per prendere di peso il biondo e staccarlo dai due Uchiha. In tre contro uno non sarebbe stato molto difficile. Non sarebbe stato molto difficile anche controllarlo. Se Shin non si fosse fatto ispezionare invece, il piano non sarebbe cambiato, ma Shunsui avrebbe prestato da adesso in avanti un occhio di riguardo ai comportamenti del genin della Foglia.

    Intanto, Febh era tornato ed aveva lanciato nell'aria i numerosi reggisegni che la versione bambina di Hamano colpì con la sua arma-palloncino, chissà poi per quale motivo. Shunsui, che non riconobbe immediatamente il suo capitano, pensò semplicemente che il bambino fosse scemo. Ma poco importava: la trappola era stata fatta scattare, ed ora mancava solo di vederne l'effetto.
     
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    Paranoia

    Post Quarto - Il tempio dell'unico credo




    Una cosa che Shu aveva sempre avuto in mente con il suo se più giovane era la paranoia. Dopotutto se venivi allevato in un ambiente ostile come il suo c'era poco di cui stupirsi. Sua madre era sempre stata una figura assente e sottomessa, il padre invece lo costringeva a lavorare tutto il giorno a costruire trappole, meccanismi e marionette. Sua sorella maggiore lo odiava, ritenendo che avesse rubato il suo diritto di nascita come primogenita e l'amore del padre.


    Solo Satoru rompeva questa "tradizione"; ed il padre non solo glielo aveva portato via ma l'aveva fatto sentire in colpa, facendo progettare a lui la marionetta che gli aveva tolto la vita. Con gli anni aveva capito che in realtà Satoru era morto per colpa di se stesso e del loro padre: lui non era un ninja molto abile, ed il padre non credeva nell'addestramento senza pericoli. Una tragica fatalità, un incidente. Che aveva rafforzato la convinzione nello Shu che gli altri si trovavano di fronte che non potesse fidarsi di nessuno, neppure della sua famiglia. Non deve stupire quindi che, dopo la presentazione di Febh, il suo primo pensiero fu...

    Kaji Ha... ovvero Febh Yakushi. Amministratore di Oto. Apparentemente alleato di Suna e dell'Accademia. Che sia in realtà un infiltrato? E se si, di chi? Potrebbe essere stato mandato per distruggere l'accademia dall'interno. Come amministratore di Oto e, con un Kokage assente, capo della forza militare del villaggio potrebbe facilmente causare una guerra all'interno dell'alleanza. E con una guerra tra noi saremmo facili prede per un nemico esterno. Dovrò tenerlo d'occhio. Assicurarmi che non faccia nulla di pericoloso. Fortuna che le tensioni con Kumo lo possano tenere occupato per un po'.


    Fortunatamente il Dio non aveva rimosso i ricordi di Shu, che si era affrettato ad apprendere i nomi dei personaggi di spicco dei quattro villaggi dopo il suo ritorno alle terre accademiche. Itai Nara, attuale Mizukage. Raizen Ikigami, attuale Hokage. Ed il misterioso Kokage di Oto, quasi mai apparso in pubblico. Doveva scoprirne di più su Febh Yakushi. Ma, prima, doveva tornare adulto. Un problema alla volta. Dio delle origini, nemici all'interno del clan e solo dopo avrebbe potuto affrontare l'incognita Febh Yakushi.


    Diede volentieri ad Hebiko il pupazzo verde e non solo avrebbe permesso a Febh di toccarne uno, ma glielo avrebbe regalato.

    Sei stranamente generoso oggi, Shu. replicò Shinichi.

    Non vedo quale sia il problema... posso uno anch'io? chiese Miyako. La accontentò.

    Se tornano normali quando avremo finito col dio potrebbero premere il pulsante sbagliato. E far sparire Febh Yakushi e la sua alleata senza che io mi sporchi le mani. E anche uccidere Miyako, eventualmente. Oh beh, in ogni guerra ci sono dei danni collaterali. Uh Uh Uh Uh la sua indole sadica e misantropa al massimo, il ragazzo non aveva più alcun rispetto per la vita umana, se poteva servire ai suoi scopi.

    A febh venne un'idea per scovare il Dio, e Shinichi, che si fidava ciecamente del ninja di oto (stupidamente, secondo Shu) era d'accordo con la sua decisione di fermare eventuali scontri.

    La classica tattica, dividi e conquista. Quel dio si sta prendendo gioco di noi. Al momento dai loro discorsi pare che la persona più sospetta sia quella tizia replicò indicando Ayuuki (fortunatamente erano sufficientemente lontani e loro parlavano sufficientemente forte da poter discutere indisturbati e senza essere sentiti) Io direi di approfittare del casino per bloccarla ed, eventualmente, trovare il Dio. Ovviamente il modo più sicuro è quello di frugare tutti, ma questi sono troppo idioti per averci pensato.

    Beh, potremmo proporglielo, no?

    Perché mai? Si sono fatti irretire dal Dio. L'unico modo è superare questa sfida.

    Volete solo scoprirlo voi e prendervi il merito, vero?

    Voglio vincere. Chi mai può dire di aver superato un Dio in astuzia?


    Fortunatamente non avrebbero nemmeno dovuto intervenire dato che Raizen, anche se nessuno ovviamente l'aveva riconosciuto, intervenne creando il giusto contrattempo per consentire a Febh di mettere in atto il suo piano. Shu e Shinichi ne approfittarono per mettersi in posizione cercando di non farsi scoprire mentre si posizionavano dietro Ayuuki. Il caos causato da Raizen e Febh avrebbe dato loro l'opportunità di tentare di placcare da dietro la "principessa". Se non fossero stati scoperti avrebbero agito circa due secondi dopo il lancio di reggiseni.

    Tuttavia solo Shu sarebbe intervenuto. Shinichi, pur riuscendo a controllare i suoi istinti, rimase comunque rapito da quella visione. Anche da giovane aveva visto molte donne (principalmente schiave o prostitute) in biancheria o nude e un tale "ben di dio" aveva effetto sulla sua mente.

    Shu invece, conoscendo bene quell'indumento (dopotutto aveva una sorella maggiore che li sfruttava) non sarebbe rimasto sorpreso e, dopo un secondo di smarrimento per la stranezza di quell'idea, sarebbe balzato cercando di bloccare Ayuuki e gettarla a terra.

    Ovviamente non avrebbe agito se qualcuno avesse indovinato il suo scopo e si fosse disposto a protezione della ragazza o se la trappola di Febh avesse funzionato, rivelando il Dio delle Origini.

    Se invece fosse riuscito a bloccare la ragazza a terra avrebbe urlato a tutti: Forza, controllatela ora! Così impari a non volerti far controllare! Avanti! Smettetela con queste stupidate ed aiutiamoci tutti a trovare il dio!

    Shinichi sarebbe potuto eventualmente intervenire, cercando di pacificare gli animi, ma quella mossa poteva essere mal interpretata dagli stupidi bambini intrappolati in quell'idiota gioco nel gioco.

    E' sempre così violento con le ragazze, Shinichi?

    E' sempre così stronzo con tutti, Miyako.

    Avrebbero replicato la principessa dorata ed il suo "cavalier servente".
     
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    È colpa tua. Ratty

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    Per mancata risposta (e mio ritardo, scusate) il giocatore posseduto, Atasuke Uchiha, perde la possessione che passa a un secondo giocatore. Proseguite pure immaginando una luce intorno al piccolo Atasuke che torna improvvisamente normale, mentre il Dio si sposta in un nuovo contenitore. Nemmeno io so quale sia, e vi ricordo che non c'è un ordine di posting :zxc:
     
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    Dracarys

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    Una Brutta Sorpresa

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    Pensato
    Parlato


    Proprio mentre cercava di porre fine alla rissa che si era ormai creata, sentì qualcosa di soffice caderle sulla testa. Portò una mano in alto finendo con il toccare quella che sembrava stoffa, ma solo portandola agli occhi si rese conto di cosa effettivamente fosse, finendo con l'arrossire appena lo capì. Cosa diamine ci faceva un reggiseno lì??
    Presa com'era dalla situazione non si era minimamente accorta dei nuovi arrivati ne tantomeno della pioggia di biancheria intima attorno a loro: si guardò attorno senza capire, vedendo reggiseni cadere ovunque e vedere un ragazzo con qualche anno in più di loro mettersi un reggiseno attorno alla testa, urlando di utilizzarlo per coprirsi le orecchie.
    Nonostante fosse una bambina di 6 anni Kairi sapeva perfettamente a cosa servissero in realtà, d'altronde aveva visto la mamma più di una volta indossarlo, e lasciando per un secondo perdere i due sotto di lei con la saccenza tipica di una bambina della sua età si rivolse allo sconosciuto con aria da maestrina Ma non è così che si usa! Le ragazze grandi li mettono al petto, ecco così! continuò, appoggiandosi il reggiseno al momento decisamente fuori misura per lei sopra il petto Se lo metti sulla testa fai solo ridere! continuò, scoppiando in una risatina allegra.


    Ma ben presto avrebbe ricevuto una pessima sorpresa: un bagliore illuminò il corpo di Atasuke e la ragazza si voltò ad osservarlo spaventata giusto in tempo per vederlo tornare improvvisamente adulto mentre il dio dispettoso saltava fuori dal suo corpo, nascondendosi nuovamente fra la folla chissà dove. La bambina rimase pietrificata ad osservare la scena, mentre grossi lacrimoni cominciarono a scendere incontrollati sulle sue guance. Era stata tradita dalla persona di cui probabilmente si fidava di più lì dentro in quel momento.
    Sei...sei...SEI CATTIVO, ATASUKE!!! disse allontanandosi immediatamente dalla rissa, lanciando inoltre un piccolo calcio che non avrebbe fatto male nemmeno ad una mosca diretto nello stinco del jonin Io ti credevo, e tu mi hai mentito! Cattivo, cattivo, CATTIVO!!! urlò con tutto il fiato che aveva nei polmoni, sentendosi davvero tradita per l'accaduto.
    Si rivolse alla ragazza con i capelli castani ed al ragazzino biondo, gli occhi ancora lucidi ed un'evidente espressione colpevole in volto Ecco, scusatemi...in particolare tu, ti ho accusata ingiustamente...ma non pensavo che lui fosse così disse indicando con un ditino accusatorio l'Uchiha. In un modo o nell'altro doveva farsi perdonare per l'accaduto, e sperò che la bambina castana fosse comprensiva


     
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    Arcipelago della Baia di Haran


    Improvvisamente, un bagliore avvolse la testa di uno dei due Uchiha, il bambino di nome Atasuke. Shunsui lo guardò un po' sorpreso, mentre la consapevolezza di quello che era accaduto si fece strada nella sua mente di bambino. Cacchio ho sbagliato su tutta la linea! La luce durò solo una frazione di secondo, e poi Atasuke tornò normale. Anche Kairi si era accorta di chi fosse la persona posseduta - come tutti del resto - e si era messa a piangere. Ma quello non era il momento di perdere tempo con i sentimentalismi. Basta piangere! Siamo di nuovo punto e accapo! Abbiamo ancora un dio da trovare, ed adesso tutti sono, come prima, sospettati. Dobbiamo collaborare. Qui il tempo scorre! A differenza di Kairi, Shunsui non aveva nessuna intenzione di scusarsi con nessuno. Aveva agito per il bene proprio quanto per il bene di tutti. Ho ragione io, comunque ! pensò, senza rendersi conto che quello non era il modo corretto di porsi con gli altri.

    Ora erano tutti insieme, un bel gruppo di persone. Rimanete tutti fermi! Se scappate sarete automaticamente ritenuti colpevoli di ospitare il dio!. Voleva guadagnare un po' di tempo per parlare con l'ex posseduto.Ehi tu, traditore, ora dacci una mano. Conosci qualche trucco per scovare il vecchio pervertito che ci possa tornare utile? Ma il bambino sembrava essere ancora sconvolto per via della possessione.Pfff...inutile... Il piano del bambino-febh era ancora quello che gli piaceva di più, sebbene non avesse funzionato un gran che fino a quel punto. La strategia di Shunsui tornò, di conseguenza, alla sua idea originale, e cioè che bisognasse controllare tutti uno per uno. Questa volta, però, avrebbe cercato di essere più gentile. Ancora penso che la cosa migliore sia controllarci a vicenda una alla volta. Quindi su forza, mettetevi in fila e fatevi dare un'occhiata. Sarò io a controllarvi, e se qualcuno ha dei dubbi su di me, mi farò controllare a mia volta, ok? Quella era davvero una brutta situazione. Si sentiva impotente in quella forma di bambino, ed il dover contare sugli altri, per il minimo di collaborazione che serviva a risolvere quella faccenda, era davvero snervante. Speriamo solo che questa volta mi diano ascolto!
     
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    Hei, ragazzo!
    Hei!
    Sveglia!


    Aprire gli occhi nel proprio mondo interiore non era un esperienza piacevole, sembrava di essere sospesi in un limbo, all’esterno il corpo non era vigile, mentre all’interno di aveva una sorta di sogno iper realistico che coinvolgeva una volpe grande quanto un condominio.

    Wow.
    Sta cosa ancora non l’avevo provata.
    Dimmi comunque.


    La volpe indicò un punto indefinito in quello spazio oscuro e tenebroso di cui loro erano i protagonisti.

    Il clone che avevi mandato in quell’isola, penso abbia qualche problemino.
    Riesco a stento a percepire la mia parte.


    Il Colosso si accigliò, parzialmente disorientato da tutta quella situazione.

    Io te lo dico, ci sto capendo poco, ma direi che in una situazione simile la cosa più logica è rilasciare il clone e vedere che ci dice.

    Intrecciò le dita e attese, ma non giunse nessuna informazione: era sicuro che il clone si era dissolto, il suo chakra dopotutto era tornato al suo posto ed era una sensazione ben distinguibile.

    Niente.
    È come se fosse stato spento.
    Ma sicuramente non stava succedendo niente di che, altrimenti si sarebbe premurato di fare un altro clone.


    La volpe storse il muso, poco convinta.

    Beh, se lo dici tu, umano.
    Alla fine a me tange poco.


    Alla fine tange poco pure a me.

    Fece spallucce e “tornò” a dormire, quella locanda aveva dei letti particolarmente comodi, si sarebbe dovuto ricordare di dargli una mancia, ma ora il mondo stava sbiadendo, e di tutta quella situazione gli sarebbe rimasto ben poco da ricordare se non uno strano sogno con parecchi bambini.
    Intanto nell’isola, il bambino con l’originale copricapo avrebbe messo le mani lungo i fianchi, trionfante.

    Ah! Visto?
    Nelle mie non è entrat...!


    Puf… sparito nel nulla col suono di un piccolo peto.
    Una breve comparsa che avrebbe lasciato ben pochi segni nella memoria degli infanti.
     
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    Fine dei giochi

    7° post




    Pensato
    Parlato


    Questo gioco è diventato noioso e brutto! esclamò l'Uchiha in miniatura asciugandosi le lacrime con il dorso della mano e smettendo pian piano di piangere. Era stata ingannata da Atasuke, le era stato chiesto di diventare una schiava e nonostante avesse trovato il vecchio pervertito non era cambiato nulla. Osservò senza realmente capire cosa stesse accadendo l'ultimo arrivato scomparire nel nulla, cosa che la sua mente da bambina elaborò come un curioso trucco di magia.
    Io me ne vado, trovate voi quel brutto vecchiaccio. Ciao! esclamò salutando velocemente con la manina tutti i presenti ed allontanandosi senza dire altro da quello strano posto, tornando indietro verso i suoi passi e ripercorrendo la lunga scalinata che l'aveva portata fino a quel luogo a ritroso. Fu proprio mentre scendeva le scale che e si allontanava da quel luogo tanto curioso che il suo corpo incominciò a tornare alla sua reale età, mentre gli abiti si modificavano di conseguenza adattandosi alle sue reali forme, le sue armi tornavano normali così come le sue capacità. Allontanandosi era uscita in qualche modo dal campo della maledizione del dio dispettoso, tornando nel suo aspetto originario.
    Con nuovamente la sua maturità a sostenerla si voltò ad osservare il luogo da cui si era appena allontanata, ripromettendosi di non tornarci mai più. Un'altra cosa era certa da quella situazione: difficilmente si sarebbe fidata ancora di Atasuke, dopo il pessimo scherzo che le aveva giocato.


     
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