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~Cube.
~Post 1
Pessime sensazioni.
Mi svegliai di soprassalto, scrollai la testa e cercai di riprendermi dalla sonnolenza che mi intorpidiva non poco. Guardandomi attorno mi accorsi che qualcuno, in piena notte, stava bussando alla porta. Indossando in fretta la prima maglia a tiro presi in mano il Sai. Mi avvicinai così alla porta, sull’attenti… del resto non si poteva certo trattare di una visita di cortesia.
Quando, dallo zerbino dell’entrata, notai la classica divisa dell’impiegato accademico compresi il tutto. Aprii e le mie teorie vennero confermate: una missiva da parte dell’Accademia. Urgente. Lessi con attenzione e sostanzialmente il mio obbiettivo iniziale era semplice: partire il prima possibile alla volta di una località sperduta, immersa nelle risaie al confine tra Oto e Konoha. Mi chiusi la porta alla spalle, senza ringraziare, e iniziai a prepararmi. Era arrivato il momento di un’altra missione.
Al pieno delle forze e al meglio dell’equipaggiamento lasciai così Oto, alle luci ormai dell’alba, e mi diressi verso la meta. Nel tragitto ragionai sulla richiesta alquanto insollata. Quel tale Nijmura o doveva essere un tizio alquanto facoltoso per richiedere i servizi dell’Accademia, relativamente ad una problematica di così bassa levatura, oppure si nascondeva qualcosa sotto e i piani alti prima di evitare un peggioramento della situazione si erano decisi di mandare un’avanscoperta, insomma… carne da macello.
Dopo diverso tempo, ormai a mezzogiorno circa, giunsi al luogo prestabilito e notai subito come quella tenuta non fosse caratterizzata in alcun particolare modo. Era semplicemente una tenuta come le tante altre di Oto, al limitare della foresta. Una sorta di azienda, nel suo piccolo, con i suoi braccianti; niente di più. Passando in mezzo ai lavoratori i quali mi guardavano con occhi curiosi mi presentai al tizio all’entrata della magione. Un tizio mulatto, capelli bianchi. Sembrava quasi uno Yotsuke molto anziano, proveniente da Kumo. Il pensiero tuttavia svanì in fretta quando, dopo essermi presentato, mi invitò all’interno della abitazione. Eravamo entrambi tizi dalle poche parole.
Rimasi sorpreso quando mi ritrovai davanti a due colleghi, entrambi alti e tonici fisicamente. Sicuramente rispecchiavamo in mezzo a quelle persone. Si presentarono subito e di conseguenza non mi feci attendere: -Piacere mio. Il mio nome è Kato Yotsuki, Genin di Otogakure… immagino che siamo qui riuniti per aspettare l’arrivo del mandante…- fu la mia semplice conclusione..
