-
Jotaro Jaku.
La Famiglia Nijimura [2]
La squadra di ninja venne accolta dal maggiordomo dalla pelle color carbone, che sbuffò non poco quando si trovò davanti gli ospiti del suo padrone, sapendo che di lì a poco, avrebbe dovuto accompagnarli, ritardando la sua fumata di pipa. Il vecchio era piuttosto piegato su se stesso, camminava a fatica zoppicando, e spesso borbottava qualcosa, lamentandosi praticamente per qualunque cosa avvenisse attorno a lui.
Vedendo una ragazza ninja e un tizio con più occhiaie che capelli, sbuffò più del solito, lamentandosi dentro la sua testa delle nuove generazioni, rispetto ai suoi tempi.
- Venite, entrate forza, siete attesi. RAGAZZO HAI SENTITO? CI SONO I TUOI OSPITI . -
Spalancando la porta li fece entrare nel salone della magione, dal quale si snodavano i corridoi, e soprattutto una grande scalinata di legno che portava al piano superiore, dal quale giunse una voce scocciata, forse da una delle stanze.
- MALEDETTO VECCHIACCIO, QUANTE VOLTE TI HO DETTO DI CHIAMARMI SIGNOR NIJIMURA, SIGNOR NIJIMURA. -
Mentre la voce si faceva sempre più vicina, anche chi la stava producendo si avvicinava, e quando fu proprio dietro l'angolo, divenne chiara e limpida. Ecco sbucare dal corridoio del primo piano, Okiyasu Nijimura. Di alcuni anni più vecchio rispetto a quando Itai lo aveva incontrato, e con qualche dettaglio differente; uno soprattutto, sarebbe saltato all'occhio dei ninja. L'uomo, di circa 30 anni, aveva una capigliatura decisamente insolita, per non dire assurda. Un enorme ciuffo a banana alto almeno trenta centimetri sopra la testa. Per non parlare del giubbotto di pelle e del resto degli abiti, a metà tra il barbone e il teppista.
L'uomo scese le scale, dondolando il vistoso ciuffo, fino ad arrivare alla presenza dei ninja, con la sua solita postura da sfaticato. Spalle cadenti, mani in tasca, e gomma da masticare tra i denti. Okiyasu avrebbe invitato i ninja a seguirlo nella sala da fumo, come la chiamava lui; una stanza stile salotto con molte poltrone, un camino e alcuni tavolinetti bassi. Sarebbe entrato per primo spalancando le porte con un calcio annoiato, e si sarebbe letteralmente lanciato su una delle poltrone, iniziando a parlare mentre cercava qualcosa su uno dei tavolini. Quindi avrebbe invitato gli altri a sedersi a loro volta.
- CHIUDI LA PORTA E NON FARE CHIASSO, VECCHIO. - Avrebbe terminato, rivolgendo il suo dito medio al maggiordomo.
Con un sigaro in bocca, e un accendino in mano, quando tutti si fossero seduti, avrebbe iniziato a spiegare la situazione, e i dettagli del lavoro per il quale aveva richiesto dei ninja.
- Dunque, benvenuti a tutti, io sono il signor Nijimura e il vostro datore di lavoro. Normalmente risolviamo da soli i problemi con i ladruncoli da queste parti; ma stavolta pare che..beh, siamo stati sfortunati. -
Accese il sigaro e tirò due o tre volte per essere sicuro che il fuoco avesse preso, quindi fece richiudere l'accendino con uno scatto della mano, e riprese a parlare dopo averlo rimesso sul tavolino.
- Dicevo, volete fumare? Prendete pure dei sigari, abbiamo anche da bere se volete. Dicevo, noi commerciamo legname e cotone. Il cotone dalle piantagioni, e il legname dalle foreste qua attorno, e poi spediamo il tutto dove c'è più richiesta. Pare che un gruppo di predoni più addestrati dei comuni ladruncoli, si sia appostato a nord ovest da qui, in un tratto di strada che attraversa una macchia di vegetazione piuttosto fitta, con piccole grotte e ben poca visibilità. Dopo il secondo carico di cotone andato in malora, e aver perso due braccianti, ho mandato un paio dei miei uomini, del tipo che risolvono i problemi, avete capito no? Beh, sono spariti pure loro, e io ci ho rimesso ad oggi parecchi soldi, e mi sono rotto le palle. - Concluse sputando per terra il residuo del tabacco, prima di riprendere a fumare, parlando col sigaro tra i denti.
- Ecco cosa dovete fare, vi do una mappa, vi indico il posto, andate lì, e risolvete il problema. Facile no? Con le vostre cose da ninja sarà uno scherzo. Portatemi le prove che i bastardi sono fuori gioco e io firmo l'assegno alla vostra Accademia. -
Quindi attese eventuali domande, anche se la sbrigatezza del tono, lasciava presagire che avesse ben pochi dettagli aggiuntivi; era un uomo che non brillava per acume, piuttosto pratico..