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Jotaro Jaku.
La Famiglia Nijimura [3]
Interrogato dai ninja riguardo le spedizioni di legno, e il modus operandi scelto dal proprietario della ditta di spedizioni, l'uomo rispose, scrollando le spalle e lasciando che la testa cadesse verso il basso, mettendo entrambe le mani sopra di essa, in segno di sconforto. Abbastanza teso e con i nervi a fior di pelle, il ragazzo, più che uomo, si lasciò andare ad una scomoda confessione.
- Sentite, comprendo i vostri dubbi, il fatto è che la cosa è più grave di come la dipingo. Questa cosa va avanti da quasi un anno ormai; perdo quasi 1 carico ogni 7 e sempre più o meno nella stessa zona. Potrei scegliere altri percorsi ma così allungherei di troppo la tratta e i miei costi lieviterebbero. Non sono l'unico esportatore di legname del paese, e per restare il migliore ho dovuto fare in modo che i miei compratori si accollassero le spese dei carichi perduti, senza che se ne rendessero conto. Non posso richiedere un intervento vero e proprio o i miei avversari economici lo userebbero contro di me.
All'inizio ho mandato braccianti, poi ho pagato dei mercenari, ovviamente in anticipo, perdendo tutto. Se mi sono rivolto a voi è perchè perdere un'altra spedizione sarebbe catastrofico e non voglio che l'azienda di famiglia che esiste da generazioni, perisca a causa della mia inettitudine. -
L'uomo quindi si alzò dal posto in cui si trovava seduto, e facendo spazio tra le cinghie che tenevano la maglia imbottita, sollevò il tessuto, mostrando un paio di segni ormai cicatrizzati all'altezza del bacino, simili a dei fori. Quindi fece lo stesso dietro il collo, spostando la casacca e mostrando altri segni simili poco sotto la nuca, per poi tornare seduto.
- Ad un certo punto preso dalla rabbia, ho seguito io stesso uno dei miei carichi nascosto tra le casse, quando hanno attaccato, sono scappato con le frecce ancora conficcate addosso, non sono un combattente e sono fuggito; pensavo di fargliela pagare, e sono stato umiliato; non mi hanno ucciso e mi hanno lasciato fuggire, preferiscono rubare i miei carichi che togliermi di mezzo, i bastardi. -
Riguardo la richiesta di Kamine, Okiyasu rispose che una delle tavolette di legno rubate dai malviventi sarebbe stata perfetta, ognuno dei pezzi di legno della famiglia Nijimura aveva inciso a fuoco un simbolo con una grossa N cerchiata, impossibile da scambiare con altri.
Secondo Okiyasu, meno di 30 ore prima uno dei carri minori era stato attaccato, ed era molto probabile che il malloppo fosse ancora in mano ai banditi.
L'uomo descrisse quello che ricordava dalla sua fuga rocambolesca, cinque uomini, due dei quali armati con archi e frecce, gli altri tre assalitori armati di daghe.
I carichi di legno maggiori partivano dalla magione ogni 12 ore; una traversata veniva effettuata di giorno, partendo alle 7 del mattino, e una la sera, alla stessa ora. I ninja avrebbero potuto aggregarsi a una delle spedizioni oppure partire da soli. I convogli erano formati tutti allo stesso modo: due carri trainati da buoi, che trasportavano legname grande, e un carro più piccolo con pezzi di legno minuti, più pregiati e trattati. Assieme ai 3 conducenti, una guardia per carro, ovvero un bracciante di cotone con una spada e una lanterna, non molto di più.
Quando avessero scelto a che ora partire, sarebbero stati salutati dal padrone di casa, che avrebbe augurato loro buona fortuna, indicando la zona prevista per un eventuale agguato, a circa 3 ore di cammino dalla magione, in una zona piuttosto fitta della boscaglia verso ovest, dove solo il sentiero sterrato divideva la zona boscosa. Un luogo con molti rialzamenti di roccia, piccole insenature, e ben poche zone libere dalla vegetazione..
