Sigilli Trafugati

QdV di Oto

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    È colpa tua. Ratty

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    § V-bis §
    Preparativi



    La Pelle di Alligatore

    Il nome della segretaria non aveva sollevato particolare interesse nel gruppo, che continuava a guardarla come fosse un pericolo e, al contempo, qualcosa di poco gradevole. Una donna in posizione di comando era qualcosa che, nella loro gretta ignoranza, non riuscivano a concepire appieno. Cos'è? Fai i bocchini al Kokage? Le rispose a tono Aguni quando lei parlò della sua posizione abbastanza alta nell'Amministrazione, sollevando uno scroscio di risa nervose tra i suoi seguaci, anche se le successive parole, soprattutto riguardo la manipolazione della colpa andarono a segno, o così sembrava. Oh si, sono convinto che non siete da soli. Carezzò il manico dell'ascia. Ma non sono convinto che sappiano dove siete...e tuttavia non ho niente da perdere e tutto da guadagnare a darvi ascolto per un po'. Sembrava essere compiaciuto dai complimenti di Kato, ma non tanto da cambiare il suo atteggiamento, segno che l'adulazione non era una strada efficiente per raggiungere un risultato positivo.

    Stronzate. Disse poi alle richieste della donna. Niente di scritto, non mi faccio fregare così facilmente. Dovete arrivare alla Serra Rossa se volete trovarlo. Di solito sta là, pare fosse la casa della sua famiglia, una famiglia di shinobi, ma io dico che sono solo parole con cui si gonfia la bocca. Però è piena di passaggi segreti e trappole, quello si. L'unico modo sicuro di entrare è dal secondo piano, dove c'è una porta che si apre solo con un meccanismo segreto. Lui non si fida affatto di me quindi non so come si entri, sono andato solo accompagnato e bendato, ma ho sentito due del suo gruppo dire che centrava il tempo in qualche modo, tipo "aggiustare il tempo". Come arrivare alla Serra sono fatti vostri, e dopo che si è sparato tutta quella roba in vena credo che mani d'oro sia praticamente immune al dolore ed è pieno dei suoi tatuaggi. Tatuaggi che funzionano come arti ninja. Ci saranno almeno quindici persone oltre a lui nella villa, ma quasi tutte nei sotterranei. So che anche dalla serra ci si può arrivare ma ci sono più trappole, e io nella Serra non sono mai entrato...il nostro vecchio covo era un magazzino abbandonato, la Serra la ha scelta Mani d'Oro dopo aver preso il potere...e non mi stupirebbe se ci fosse la mano di quel Lord Goemon dei miei coglioni!

    Alla conclusione di quello scambio di informazioni sembrava quantomeno interessato a liberarsi dall'impiccio dei due shinobi, mentre si faceva via via più accigliato. Bene, e ricordate che io non devo centrare niente o le altre Asce non mi riconoscerebbero nessuna autorità, nemmeno se mi mettessi a fare la sgualdrina come te! Io posso aver detto a voce alta delle cose e voi le avete sentite per caso, ma non mi espongo certo per quei quattro papaveri in amministrazione. E ora che abbiamo finito sparite. Batté l'ascia sul tavolo. E bada che nessuno mi prende per il culo...anche se sei un ninja prima o poi dovrai dormire, e se mi hai preso per il culo stai sicura che non ti sveglierai.


    No Pain no Gain - Salone per Tatuaggi [Kamine]

    Veleni? Beh...ho imparato a replicare tutti quelli di Febh. Anche il più letale, anche sSse non ho abbasSstanza chakra da usSsarlo più di una volta. Però puoi facilmente potenziare le illusioni o le interrogazioni mentali, o limitare il nemico sSsotto ogni asSspetto, grosSSso modo. Spiegò la lucertola mentre il giovane Amano tornava dalla sua compagna di team forte di nuovi e più adeguati mezzi tecnici, anche se lo Yakushi non sembrava molto contento all'idea di intervenire personalmente...forse perché altrimenti lo avrebbe fatto sin dall'inizio, probabilmente radendo al suolo mezza Oto.

    Intanto erano arrivati là dove Kamine si rivestiva ora che gli ultimi ritocchi al suo tatuaggio erano stati sistemati. Ssalmertz avrebbe assecondato le scelte di Amano, comunque, dato che gli era stato assegnato come compito e, per quanto timido e riservato, il rettile era comunque perfettamente addestrato. Oh, beh, io non sSsono molto bravo a dare opinioni...ecco...di sSsolito preferisSsco adeguarmi alla sSsituazione...sSsi... Quanto a Kamine le si presentò con ritrosia. Mi chiamo Ssalmertz...piacere... Guardandola in faccia giusto il minimo necessario, quasi si vergognasse di venire osservato troppo a lungo e restando saldamente sulle spalle del ragazzo.

    Mozumi non ebbe problemi a rivelare ciò che aveva detto a Kato e alla sua fidanzata (la chiamò proprio così) ma non aveva idea di dove potessero essere andati, sfortunatamente. Per fortuna nel giro di poco sarebbero stati contattati via radio dallo Yakushi che li informava del ritorno dei due in Amministrazione. Concordare un rendez-vous sarebbe stata la semplicità stessa.
    Il vecchio salutò la ragazza con un sorriso cordiale, raccomandandole di prestare attenzione e aggiungendo di essere sempre disponibile a lavorare su una tela di così squisita fattura, il tutto con puro interesse per l'arte del tatuaggio in sé, senza accenni di malizia.


    Kuroi Meiro - Labirinto Nero / I Vicoli del Quartiere dei Piaceri

    Tentare di catturare l'inchiostro con una semplice scodella non avrebbe portato risultati al Fedaikin, pur vincitore nel suo scontro con Aoi delle Asce, ridotto all'impotenza e incapacitato dopo essere stato spezzato sia nel corpo che nella mente. Solo usando un qualcosa di richiudibile avrebbe potuto sigillare quella sostanza, e anche così il liquido viscoso avrebbe incessantemente cercato di evadere e andare per la sua strada.


    Amministrazione di Oto

    Quando Shinken entrò nella stanza lo Yakushi stava giusto parlando con Hebiko e Kato riguardo alla loro bravata alla Pelle di Alligatore. Ah, e quindi sarebbe una buona idea spacciarsi per due vendicatori e poi spiattellare tutto alla prima occasione? Tanto valeva andare là senza troppi sotterfugi, no?. Sbuffò. Comunque questo Aguni mi pare un tizio che si può usare senza troppi problemi.. Puntò un dito su Hebiko, sedendo alla scrivania. TU hai promesso e TU ne sarai responsabile da ora in avanti. Se eccede dovrai risistemare TU le cose, o pagarne il prezzo, sono stato chiaro?. C'era una vena di "menelavolemani" di fondo, ma era evidente che l'Amministratore non aveva tempo né voglia di discutere della faccenda e sembrava incredibilmente preso da "qualcosa", anche se era difficile capire di cosa si trattasse. Comunque ho contattato quei due che sono a fare non so che tatuaggio e ora stanno tornando qui, così potrete coordinarvi. Sbuffò. Io NON verrò con voi, in ogni caso.. Ma non diede spiegazioni, limitandosi a tenere lo sguardo irritato di quando voleva andare a dormire ma era costretto a lavorare, per quanto con una punta di serietà in più rispetto al suo solito atteggiamento.

    Ah, ecco il nostro viandante. .Aggiunse quando notò Shinken fare il suo ingresso con un cadavere in braccio e una provetta dall'aria strana, come se ci fosse qualcosa di vivo dentro, come uno scarafaggio. Sappiamo già di avere sottovalutato il problema.. Rispose seccamente, trovando ulteriore conferma sul coinvolgimento di questo Lord Goemon dei Fiori nelle sue parole. Un affiliato di Ame, quindi, sempre che non sia uno dei membri di spicco. Fantastico, va sempre peggio.. Borbottò. Si, io sto qui a COORDINARE, esattamente.. Aggiunse poi rispondendo a tono, con tutta l'aria di chi voleva fare tutt'altro ma era obbligato in quel punto da cause di forza maggiore. Nello specifico una nota passatagli da Diogenes, o almeno da un suo sottoposto, che aveva evidenziato strani movimenti fuori dal villaggio. Se i Sigilli rubati erano solo un diversivo per qualcosa di più grosso non poteva permettersi di focalizzare troppo la sua attenzione su una sola cosa e doveva stare a disposizione casomai le cose fossero precipitate...anche se questo significava non poter agire personalmente contro le Asce.

    Ma non serviva che i ninja sapessero tutto questo retroscena. A loro doveva importare solo della missione in corso, che comunque sarebbe stata utile per farsi le ossa. So già di questo Goemon e dei tatuaggi. Non sapevo che avessero già dei surrogati. Ma hai ragione, meglio non toccare la pelle se non è necessario.. Con un guizzo di mano fece apparire una boccetta dalla tasca, contenente un liquido ambrato leggermente più denso dell'acqua. Questo è un piccolo veleno di mia creazione. L'interrogatorio andrà liscio come l'olio se glielo somministriamo una volta sveglio. Ma io non conosco il jutsu apposito e non so rimuovere i Fuuinjutsu, sempre che questi tatuaggi siano Fuuinjutsu. Dovrai arrangiarti..

    Quanto all'inchiostro nero si accigliò nel vederlo che si muoveva come se fosse vivo. Il Jigoku di cui mi avete accennato e che pare abbia aggredito Kamine. Mormorò. Secondo quello che sappiamo consuma il sangue dei cadaveri su cui è apposto e poi si riunisce alla boccetta dove è conservato...ed è indistruttibile. Quindi seguendolo dovresti trovare Mani d'Oro...ma se tanto mi dà tanto, ti porterà dritto filato alla Serra Rossa. Dovrete coordinarvi tra voi se volete andare tutti là. Kato e Hebiko hanno saputo qualcosa di utile al riguardo...giusto?. E chiese conferma ai due riguardo le informazioni fornite da Aguni.

    Dovevano solo elaborare un buon piano d'attacco o di infiltrazione.

    Edited by Febh - 16/1/2017, 04:23
     
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    ~Post VI



    Certo Amministratore, presenterò le informazioni che Hebiko ed io abbiamo recuperato fino ad ora dalle nostre indagini. - fu la mia risposta secca al Jonin Yakushi e quando tutti i componenti della squadra riunita da Febh si ripresentarono nel suo ufficio continaui con il discorso.

    Quindi ricapitolai tutti le voci, informazioni e dettagli che avevamo raccolto sia dal vecchio tatuatore che dall’ex-membro delle Asce, Agumi. Chiaramente lasciai lo spazio anche ad Hebiko, nell’aggiungere le sue parti o note. Comunque non saltai un solo punto, descrivendo in particolare le caratteristiche degli inchiostri fornite da Mozumi e sul modo apparentemente sicuro di entrare dal secondo piano all’interno della struttura che conteneva la Serra Rossa, certo rimaneva da capire che cosa significava “aggiustare il tempo” … ma purtroppo al momento quel dubbio non poteva essere risolto, se non da Aoi stesso. Alla fine del discorso mi limitai ad accennare ad un dettaglio, piccolo ma che mi aveva colpito, e rivolgendomi a Febh:- Agumi si è riferito al fatto che quella sorta di Serra Rossa era la dimora di una vecchia famiglia Shinobi. O meglio quella casa apparteneva alla famiglia di Mani d'Oro, che in realtà si chiama Sho. Quel nome o quel posto le dice qualcosa?-

    Poi ascoltando lo scambio di battute tra i Jonin, Febh e Shinken, mi intromisi al termine della loro conversazione: - Se permettete vorrei proporre una cosa. Visto che dobbiamo aspettare che Aoi si risvegli potrei sfruttare questo tempo per ritornare dal Tatuatore, convincerlo a seguirmi e portarsi dietro i suoi “ferri del mestiere”. La mia idea è molto semplice: sappiamo che non esiste alcun forma di difesa preventiva dai Jigoku. Quindi se durante l’assalto alla Serra uno di noi venisse colpito da un inchiostro le possibilità di sopravvivenza calerebbero drasticamente. Quindi quello che propongo è di portarci dietro il Tatuatore. Sia perché può gestire questo inchiostro catturato, sia perché può gestire i tatuaggi imposti su Aoi e sia perché se ce lo portiamo dietro potrebbe salvarci la vita… Logicamente non nel campo di battaglia ma in zona vicina ma nascosta. Inoltre al momento in quella bottega è assolutamente vulnerabile e in pericolo e perderlo significherebbe perdere una risorsa. Quarto e ultimo motivo: prima di pensare ad un modo su come assaltare la Serra direi che ci converrebbe ricavare più informazioni possibili da Aoi. In particolare come “aggiustare il tempo” oppure superare le trappole interne per arrivare ai Sotterranei... Quindi se per voi va bene vado e torno.- attesi una loro conferma e nel caso positivo mi sarei subito diretto al No Pain No Gain, ovviamente portandomi dietro le ricetrasmittenti.


    Se l’Amministratore accetta la proposta…

    Il mio nuovo compito era chiaro. Chiesi ad Hebiko se mi voleva accompagnare di nuovo visto che il Tatuatore ci conosceva entrambi e muoversi da soli non era sicuramente una buona idea. Prima di uscire dal Palazzo rintanandomi per un attimo in uno dei tanti locali vuoti dell’edificio mi trasformai in un tizio qualunque, invitando la mia compagna a fare una cosa simile. Camicia bianca, occhiali e un po’ di gobba [Tecnica delle. Il classico impiegato sottopagato dell’Amministrazione. L’ultima cosa che volevamo fare era quella di farci inseguire, del resto per i fautori del furto l’assenza di Aoi o comunque i nostri movimenti stavano sicuramente dando qualche sospetto e la possibilità che il tatuatore fosse già stato colpito da qualche azione non era di certo da scartare. Conclusa la trasformazione ci saremmo diretti verso la Sala Tatuaggi per la seconda volta.

    Prima di entrare lanciai un’occhiata a Hebiko che invitava alla prudenza. Avvicinandomi all’entrata della struttura acuii al massimo i miei sensi, in particolare l’udito, per evidenziare l’eventuale presenza di ulteriori persone o notare qualcosa di strano. Se apparentemente nulla sarebbe stato fuori posto sarei entrato, ancora in versione da impiegato. Se il vecchio sarebbe stato presente a quel punto avrei preso a parlare:- Buongiorno Mozumi, tu non mi riconosci ma prima di dirti chi sono ho domanda molto semplice da farti. Una domanda che riguarda il tuo Clan: chi è che ha vinto il Torneo Yotsuki a Suna questo anno?- Se la risposta sarebbe stata affermativa, mantenendo sempre il mio aspetto fittizio:- Ce lo hai davanti di nuovo. Sono io, Kato, trasformato insieme alla mia collega Hebiko. Mi ritrovi qui perché ho una richiesta da farti che può assomigliare molto ad un ordine: seguimi fino al Palazzo dell’Amministrazione e porta con te gli strumenti necessari per manipolare o salvarci da un eventuale Jigoku. Il motivo è molto semplice: sei in un tremendo pericolo perché Sho sa ovviamente della tua esistenza e di conseguenza potresti essere in una brutta situazione. Potrebbe venire pure ad ucciderti per ostacolarci nel recuperare i Sigilli. Oppure torturarti per recuperare l’ultimo Jigoku che nascondi. Ed io da Yotsuki non lo posso permettere, nonostante le mie divergenze con il Clan. Chiaramente Mozumi non accetto un no. Se rifiuterai sarò costretto a tramortirti e trasportarti con la forza… -


    Se il vecchio accetta, senza problemi…

    Lo accompagnammo all’Amministrazione, presentandolo così a Shinken in maniera tale che potesse direttamente gestire la situazione con il Jonin. Mi sarei limitato ad accennare due parole davanti al mio superiore: - Si chiama Mozumi, un abile ed esperto tatuatore, anche di arti magiche molto particolari. Jonin, faccio da garante per lui.- E con quel breve discorso mi misi in disparte, osservando però la scena. Il mio compito per il momento era terminato.

    Se invece non avesse accettato la risposta sarei scattato contro di lui, senza preavviso, e giunto a distanza corpo a corpo avrei sganciato un montante dal basso verso l’altro con il pugno destro. Note del Dolore: Do! Re! Avrebbe fatto il resto [S. Tecnica Avanzato]. Lanciandolo in aria avrei sperato allo stesso tempo di tramortirlo. Se ciò fosse avvenuto avrei guardato Hebiko con aria innocente:- E poi ti chiedi perché non vado d’accordo con il Clan. Guarda che cocciuti che sono!- Subito dopo recuperando qualche contenitore o sacco avrei raccolto alla bella e meglio tutti gli inchiostri strumenti che mi capitavano a tiro fino a riempiere completamente la sacca. Al termine avrei raccolto da terra il vecchio e caricandomelo sulla spalle sarei uscito dal locale. Dicendo così addio alla copertura e ritrasformandomi in me stesso, per risparmiare Chakra. A quel punto lo avrei trasportato all’Amministrazione, dall’Ufficio di Febh, dove erano presenti tutti gli altri.

    Appoggiando delicatamente Mozumi su una sedia e posando per terra le cose che avevo arruffato mi sarei rivolto verso i presenti:- Ecco qui il Tatuatore Mozumi. E’ un tipo un po’ testardo, ma sono convinto che collaborerà!- Mi sarei avvicinato e con un po’ d’acqua e qualche colpetto sulle guance avrei riprovato a risvegliarlo. Se ciò sarebbe avvenuto avrei preso parlare al vecchio:- Maledetto bastardo, ti ritrovi davanti all’Amministratore e al Jonin Shinken. Comportati bene e fornisci i tuoi servizi a loro due. Se gli Yotsuki ti hanno trasmesso un minimo d’onore fallo per Oto, non per me.-

     
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    Caronte il traghettatore


    Sigilli Trafugati - parte VI



    Sorpreso dalle parole dello Yakushi, il volto del Jonin si rilassò improvvisamente. Era tanto tempo che non si sentiva avvolto da quella condizione di fragilità, ma una sensazione - qualsiasi essa sia - una volta provata non si dimentica mai. Realizzare di aver appena tentato di fare una piazzata all'Amministratore del Villaggio fu solo uno dei momenti successivi, fù un altro l'episodio chiave: la reazione di Febh Yakushi. La sua natura eccentrica non era cosa nuova, ma la risposta che diede al Fedaikin diede l'impressione al suo interlocutore che fosse piccata, infastidita dalle critiche. Capì che si era appena immerso in una condizione di confortante umanità, lui e forse anche Febh, fino a far emergere la preoccupazione per quegli ultimi avvenimenti nel villaggio. Un fatto assai strano per quei due shinobi.

    Allungando la mano afferrò la piccola ampolla, la quale finì per adagiarsi delicatamente sul palmo interamente bendato del Jonin. Capisco. Disse ancora disteso e con gli occhi che puntavano il centro esatto della circonferenza degli occhiali. Ma credo che ne servirà più di una dose. Il qui presente ragazzo - e con ogni probabilità anche altri del gruppo di Ame - potrebbero essere soliti a bucherellarsi le braccia per divertimento. Affermò rivolto verso Febh mostrandogli i segni sulle braccia, avrebbe a quel punto ripreso la boccetta con il Jigoku. Ora che ci penso, non gli ho nemmeno svuotato le tasche... Concluse immobile, come se l'intenzione di farlo lui stesso non gli fosse proprio venuta in mente.

    Il successivo resoconto fu dettagliato a sufficienza; Shinken non guardò mai il suo interlocutore ma l'attenzione verso le parole di Kato era totale.

    Ame, le Asce ed una famiglia di shinobi di Oto. Droghe, Tatuaggi e Sigilli Maledetti. Questo doveva essere il titolo di quella favolosa avventura. Ma Shinken, che di favoloso nel mondo vedeva ben poco, stava già fantasticando su i possibili approcci alla Serra Rossa, una bella gatta da pelare. Assaltare la casa di una famiglia di shinobi era il peggiore scenario possibile, almeno secondo esperienza, e la loro unica chiave, per ironia della sorte, era un sacco di carne con un tatuaggio mortale disegnato sulla pelle

    L'idea del ragazzo mi sembra buona. Ma andrò io a prendere il Tatuatore. Non sembrava nemmeno una richiesta, ma d'altronde il suo tono di voce atono rendeva difficile capire se fosse un ordine oppure una condivisione di intenti unidirezionale. Purtroppo non conosco il nome e non conosco il luogo. Potrebbe essere utile individuare sulla cartografia del villaggio la posizione e l'intorno di questa serra. Di mappe ne abbiamo, le ho consegnate a Taka-onna. Forse ci sarebbe stato qualche istante di silenzio, un attimo di stallo... chi diavolo era Taka-Onna? Solo il gesto del capo del Jonin chiarì quell'informazione, rivolgendo lo sguardo verso Hebiko. Non era stato un caso che quelle mappe fossero finite in mano alla kunoichi e non a Febh Yakushi, ma quella era un altra storia*.

    Mentre porto qui il Tatuatore, preparatevi per l'interrogatorio. Ora lo sguardo del Jonin piombò su Kato, indirizzandolo direttamente come il destinatario di quel compito e scaricandogli una notevole pressione addosso. L'Amministratore può fornirti altro del suo veleno, ne sono sicuro.... ed io - invece - ti dono questo. Disse alzando il braccio opposto a quello in cui stringeva le ampolle e portandolo in direzione del viso del ragazzo. Non fu un movimento rapido, più una gentile intromissione nello spazio dello Yotsuki. Anche se con la mano completamente bendata, il primo, il secondo ed il quinto dito si appoggiarono sul volto del ragazzo, il chakra avrebbe subito fatto si che Shinken entrasse in contatto con la mente di Kato. Il resto durò un secondo, non di più. [ Tecnica dell'Interrogazione Mentale ]


    interrogatorio

    Il mondo in cui Kato fu improvvisamente catapultato tolse totalmente qualsiasi riferimento spaziale al ragazzo. Tutto d'un tratto si ritrovò a vedere quello che l'ecolocalizzatore di Shinken riusciva a percepire, non una grande cosa per chi non era abituato. Ci avrebbe messo un pò ad ambientarsi, ma avrebbe chiaramente fatto affidamento più sui suoni, oltre che a quelle strane immagini, che cominciò a sentire da lì a poco.

    Si può sapere chi sei? Cosa diavolo vuoi da me?

    Avanti, io sono Aoi delle Asce, non ho paura!!

    Il Lord ha dato a tutti i più forti tra noi un simbolo e un ruolo. Le Asce diventeranno il braccio armato dei Fiori, con Mani d'Oro come Fante e Lord Goemon come Re. Prenderemo Oto per noi, questo villaggio non merita altro che affogare nella sua merda! Quando avremo i Sigilli Maledetti replicati invece di questi prototipi non ci sarà shinobi in grado di fermarci. Nessuno shinobi...e ora CREPA!



    Cominciava a capire qualche cosa, riusciva a dare forma a quelle strane immagini che componevano la vista del Jonin. Ma l'interlocutore era distante, la voce non era quella del punto di vista. Fino a che non se ne aggiunse una seconda, sempre distante ma più... vicina.

    Un Fedaikin di Oto non teme le minacce. Un Fedaikin di Oto è Predatore in queste terre.



    Poi una serie di luci e scatti velocissimi, quasi impossibili da decrifrare, fino a che la "vista" tornò a stabilizzarsi. Il ragazzo che prima parlava era a terra, ferito e sconfitto nell'animo.

    Un qualsiasi shinobi di questo villaggio non sarebbe caduto in questa trappola. Sei patetico.

    Fe..Fedaikin? S-sono solo una storia per spaventare i bambini! Oto non ha più una Squadra Speciale e certamente non una che si dedichi ai problemi interni!

    Se accettiamo che il Suono è vibrazione,
    sappiamo che esso esisterà fino a che avrà spazio.


    Addio Aoi di Oto.



    E poi la visione si concluse, riportando il giovane Yotsuki nella stessa stanza, con gli stessi interlocutori di poco prima.




    Bene. Tagliò corto Shinken mentre con un movimento della spalla si riposizionò il mantello davanti al petto. Aveva fatto il briefing necessario per elaborare il piano, ora l'ultimo tassello era sbloccare la chiave della Serra, interrogando Aoi. Ognuno aveva i suoi compiti: aveva indicato ad Hebiko di occuparsi delle cartografie (per quello che era possibile), aveva indirizzato Kato verso un opportunità difficile da saper cogliere e lasciato Febh Coordinare. Tutto chiaro.

    Kato, sfruttando la debolezza di quel ragazzo ormai sconfitto ed il veleno di Febh, poteva tranquillamente interrogare il giovane, ma solo una volta bloccato il suo tatuaggio. Inoltre gli era venuta in mente un idea niente male, ma l'avrebbe sviluppata lungo la strada per il Tatuatore, insieme all'inchiostro ed il veleno di Febh.

    Lui crede di essere morto. Hai l'opportunità di farti traghettatore per l'anima di questo ragazzo... sarai l'ultimo con cui parlerà Aoi delle Asce.



    OT:



    *la giocata a cui faccio riferimento è "Progetti Futuri e Progetti Passati, 07/36".

    Lascio a Febh decidere se succede quello che ho descritto al povero Kato oppure se spendo chakra e non succede nulla XD




    Edited by Shinken Takatsui - 3/2/2017, 11:41
     
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    Antidoti e bussole

    VI



    La Vipera faticò non poco a trattenersi dal rispondere aggressivamente alle reazioni estremamente maschiliste di Aguni. Le mani le tremavano, un gesto di troppo e sarebbe sicuramente scattata in avanti tagliandogli di netto la testa con la sua lama.
    Invece si trattenne, facendo sospiri profondi, consapevole di aver cose fin troppo importanti per rischiare di perdere tempo ed informazioni contro quell’uomo. Ascoltò le informazioni che le vennero date, sibilando in un misto di concentrazione e rabbia repressa, reagendo con una soffiata più aggressiva dopo l’ultima minaccia:

    So mantenere la parola data. Vedi di rispettare i patti a tua volta.

    E poco tempo più tardi, la Vipera avrebbe avuto l’esca pronta per la vendetta tra le sue spire.


    Sia lei che Kato fecero rapporto a Febh, raccontandogli tutto nei dettagli. Hebiko sbuffò alle provocazioni dell’Amministratore, incrociando le braccia offesa:

    Come se già non facessi tutto io.

    Si mostrò più insicura quando dovette parlare del piano che aveva ideato, toccandosi i capelli con una mano mentre distratta portava lo sguardo altrove:

    Non lo so, coglierli di sorpresa è sicuramente un vantaggio, ma è anche vero che non abbiamo idea degli individui con cui abbiamo a che fare. Questo Mani d’Oro sembra essersi spianato la strada da solo, sarà sicuramente sospettoso, perciò utilizzare una faccia a lui nota mi sembrava una buona idea.

    Shinken confermò la connessione con Lord Goemon, aggiungendo questi “Fiori” del quale la rossa non aveva mai sentito parlare. Si sorprese vedendo la boccetta con il liquido che pareva vivo alsuo interno, fiondandosi su di essa prendendola in mano senza troppi complimenti. Si voltò più volte prima verso Shinken, poi verso Febh, infine la strana bussola, finendo col rivolgersi al primo:

    Potrebbe portarci dritti da Mani d’Oro! ...Tu sei un Jonin, no? Cosa ne pensi di un piano d’infiltrazione?

    Hebiko non ebbe obiezioni quando lo Yakushi insistette sul non potersi muovere da lì. Vista la sfuriata che aveva fatto quando si era accorto della scomparsa dei sigilli, sapeva bene che se non aveva agito di persona probabilmente aveva ottimi motivi. In quel momento non poteva occuparsene, la loro missione era quella, non cercare di capire cosa nascondesse l’Amministratore, o se fosse stata una delle sue scuse per restarsene a poltrire.
    Lasciò che Kato dicesse la sua, accettando infine di seguirlo per recuperare il tatuatore. Si mostrò non poco confusa quando il ragazzo insistette nel trasformarsi, sospirando ed accontentandolo, ma evitando sprechi di chakra: prima di uscire dall’amministrazione, avrebbe preso in prestito un lungo mantello con cappuccio e degli occhiali da sole, coprendosi del tutto rendendosi irriconoscibile a prima vista.
    Kato entrò silenzioso nel negozio, arrivando dal vecchio rivelando la sua identità. La ragazza si limitò ad abbassare il cappuccio, mostrando il suo volto. Sapere di avere un antidoto con loro la rendeva più tranquilla, i tatuaggi nemici sembravano piuttosto pericolosi e non sapeva come potersi difendere da essi.
    Se il vecchio si fosse ribellato, Kato lo avrebbe stordito senza pietà, agendo d’improvviso. Hebiko rabbrividì per un momento, portando le mani tra i capelli:

    C-capisco. Ma bada a non ucciderlo, ci è decisamente più utile vivo.
     
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    Amministrazione di Oto

    L'Amministratore non aveva risposte riguardanti il presunto clan di Mani d'Oro nè possedeva informazioni più precise di quelle che aveva fornito ad Amano poco tempo prima riguardo la Serra Rossa. Alla fin fine ciò che accadeva nel Labirinto Nero del Quartiere dei Piaceri restava là dentro e non arrivava ad affacciarsi alla vita di tutti i giorni. Non si oppose al reclutamento del vecchio tatuatore, comunque, mentre evitò di pronunciarsi su quanto fosse buono o meno il piano di infiltrazione. Se fosse per me avrei già raso al suolo quel quartiere pur di riavere i sigilli. QUESTO sarebbe un buon piano di infiltrazione. Era serio e irritato, ma non al suo meglio, dato che proponeva soluzioni decisamente esagerate...meglio lasciarlo sbollire nel suo brodo ancora qualche tempo.

    Lascia andare questi due. Ci hanno già parlato e se ben ricordo quel posto è del clan Yotsuki. Non farà resistenza. Febh avrebbe bloccato Shinken, così nel giro di qualche minuto furono Kato e Hebiko a torare col vecchio Mozumi, servitore del clan Yotsuki. Il vecchio era sembrato titubante nel venire reclutato, ma aveva infine chinato il capo annunciando che era suo compito e privilegio servire il clan. Il Jigoku che conservava era al sicuro, a suo dire, e se gli avessero concesso di restare lontano dallo scontro non avrebbe posto problemi all'essere di supporto. Il Jigoku non può essere fermato o distrutto, ma resta comunque un inchiostro da tatuaggi. Avrebbe spiegato una volta riunitisi tutti, dopo una domanda precisa da parte dello Yakushi. Se si asporta la pelle dove si trova il tatuaggio e quella in cui è passato, possibilmente con un largo margine, lo si può eliminare...ma questo significa scorticare ampie porzioni della propria pelle e non tutti possono permetterselo, ovviamente. Febh sembrò leggermente sollevato a quell'affermazione (dopotutto lui poteva essere scorticato a piacimento) ma difficilmente quel secondo metodo di eliminazione poteva essere utile per gli altri shinobi, salvo nell'emergenza o nell'immediato...il supporto del vecchio tatuatore nelle retrovie sarebbe stato oltremodo prezioso.

    Quanto alle tasche di Aoi, frugate nel frattempo, avrebbero rivelato solo qualche spicciolo, una carta d'identità palesemente falsa (recava scritto identtita'), un coltello a serramanico, un orologio rotto, fermo sulle cinque e quarantacinque, e un sacchetto con delle pasticche molto simili a quelle portate da Amano. Febh ne buttò subito giù una, confermando la cosa ma senza mostrare alcun segno di alterazione, quasi fosse immune a quelle sostanze (cosa che in effetti corrispondeva, grosso modo, alla realtà). Il vostro prigioniero dorme ancora...un mio piccolo contributo alla causa. Spiegò, indicando una boccetta di veleno ai piedi di Aoi, che era stato gettato in un angolo della stanza. Mozumi impiegò una decina di minuti per sigillare il suo Jigoku dietro quattro mura in maniera simile a come aveva bloccato quello su Kamine, ma senza perdere troppo tempo nei fronzoli: non gli interessava inattivarlo in maniera definitva o quasi. L'effetto del mio anestetico starà per finire...ancora un minimo stimolo doloroso e sarà sveglio. Poi sarà il momento delle domande.

    Allo Yakushi quasi prudevano le mani al pensiero di condurre lui l'interrogatorio (nel suo clan le torture più crudeli erano una forma di sport non dissimile dalla serata di ramino del giovedì. In effetti la serata di ramino del giovedì era sempre seguita da un buon quarto d'ora di vergine di ferro per il perdente) ma una parte di lui lo trattenne: era il caso di lasciar fare qualcosa anche i ninja meno esperti, proprio come i suoi superiori avevano fatto con lui, così da permettere loro di raccogliere preziosa esperienza.
     
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    ~Post VII
    Vecchie Abitudini



    Un tripudio di immagini, un fluire di emozioni, stati d’animo. Azioni e movimenti si mescolavano in un insieme caotico di istantanee. Una tecnica del genere non l’avevo mai vista e soprattutto subita. Il Jonin mi aveva trasmesso una parte di sé, dei suoi ricordi. Aoi, quel bastardo delle Asce. Le sue parole e la sconfitta contro la forza inarrestabile del Ninja di Oto. Poi di nuovo mi ritrovai catapultato nella realtà. Mi ritrovai ancora davanti il mio superiore. Ascoltai le sue parole e compresi il suo messaggio: per Aoi la mia voce sarebbe stata l’ultima che avrebbe udito.

    Il tatuatore fortunatamente seguì le nostre indicazioni mettendo al sicuro i Jigoku di Aoi. Inoltre l’Amministratore mi affidò una sorta di veleno, in grado di far parlare l’interrogato senza troppe difficoltà. Una facilitazione non da poco. Prima di iniziare il mio lavoro controllai gli oggetti posseduti dal membro delle Asce e notai tra i vari un particolare molto interessante. Un orologio… le cui lancette erano ferme ad un orario preciso. Che fosse la combinazione per “aggiustare il tempo” a cui si era riferito Agumi? L’avrei scoperto molto presto.

    Mi avvicinai così, lentamente, verso la sedia a cui era appoggiato Aoi e mi assicurai che si sarebbe ritrovato legato a sufficienza, nonostante le sue ferite. Inoltre lo bendai strettamente, l’assenza della luce avrebbe fatto parte della recita [Manualità]. Già, precisamente usai il termine recita perché non era la prima volta che torturavo qualcuno o estorcevo informazioni e la mia esperienza mi indicava che quel bastardo era esattamente il tipo la cui applicazione della tortura fisica avrebbe riscontrato ben poco successo. Era già praticamente morto, e anche lui lo sapeva.

    Dovevo scuoterlo, mentalmente. Sfondare le sue convinzioni e penetrare nel suo profondo. E solo la mia voce e le mie parole ci sarebbero riuscite. Una tortura mentale.






    Intinsi la punta di un mio kunai con il velenoVeleno Ammorbidente [Veleno]
    La somministrazione di 1 dose rende la vittima euforica e le rende difficile mentire durante un interrogatorio. Il consumo di chakra necessario per mentire all'Interrogazione Mentale è raddoppiato. L'effetto dura per due round (8-12 domande a discrezione del QM.) L'effetto euforizzante dura un'intera scena Gdr ma senza gli altri effetti.
    Tipo: Speciale - Variabile
    Dimensione: Minuscola
    Quantità: 1
    (Potenza: 1 | Durezza: 1 | Crediti: 50)
    di Febh e portandomi alle sue spalle con un rapido gesto eseguii un veloce affondo, superficiale sulla guancia del bastardo, ma sufficiente a far penetrare il veleno. Probabilmente si sarebbe svegliato ma sarei rimasto in silenzio, aspettando qualche momento affinché la sostanza iniziasse a fare effetto. Poi avvicinando la mia bocca al suo orecchio avrei dato inizio alla mia recita. Al mio lavoro. Sussurrando, lentamente con un tono di voce greve, avrei iniziato a proferire:


    Piccolo Aoi. Non chiedermi chi sono, perché non otterrai risposta. Ma chiediti perché stai ascoltando la mia voce.



    Portai entrambe le mani su entrambe le tempie di Aoi, premendo con intensità e attivando Nota AssordanteNota Assordante + Tecnica Economica (risparmio 50% attivazione)
    Villaggio: Oto
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore può creare un rumore costante che assordi tutti gli avversari presenti entro 3 metri. Causa Intralcio Medio e riduce di mezza leggera la vitalità ogni round. Se utilizzato un amplificatore di Suoni, il raggio d'azione è 15 metri anziché 3 metri. La Velocità della propagazione del suono è pari alla Concentrazione dell'utilizzatore. È necessario produrre rumori per attivare tale tecnica. Mantenere la tecnica richiede uno slot tecnica.
    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Livello: 4 / Consumo: Mediobasso - Mantenimento: ½ Basso ogni vittima)
    [Da genin in su]
    . L’effetto stordente e doloroso della Tecnica aggiunto all'effetto del veleno avrebbero praticamente impedito la capacità di ragionare lucidamente al criminale.

    Lo senti questo dolore? E’ il tuo spirito. Il corpo. La Vendetta.



    Avrei atteso qualche momento.

    Sei stato tradito. Da Mani d’Oro, da Sho. Sei stato tradito da Lord Goemon. Dal Potere.



    Di nuovo una pausa, mentre Note Assordanti avrebbe continuato il suo lavoro.

    Sei stato ucciso da un tradimento. Sei stato lasciato alla balia dei Ninja di Oto. Hai conosciuto la loro forza e sei stato travolto. Ma in cuor tuo sapevi che saresti stato tradito. Sei stato un capro espriatoro. Il tuo amico, il dottore sono tutti morti. Anche tu sei morto.



    Frasi brevi, intense. Pregne di significato. L’animo di Aoi, o quello che rimaneva, non poteva non restare ferito.

    Il tuo spirito chiede Vendetta, lo senti nella tua testa questo dolore. E’ proprio lui, vuole vendicarsi… e solo allora Aoi troverai la Pace. Rispondi a me Aoi… Rispondi alle mie domande e sarai libero, finalmente libero… Le cinque e trequarti è l’ora da utilizzare per “aggiustare il tempo”? Dove avete di preciso nascosto i sigilli nella Villa? Come si fa ad entrare nella Serra Rossa, nel seminterrato, e superare le trappole?



    Avrei ripetuto le domande, quelle principali, fin tanto che non avrei ottenuto una risposta accettabile. Ogni volta avrei sempre più premuto le mani sulle sue tempie. La pressione che esercitavo non poteva che aumentare, poco alla volta con lentezza. Aoi doveva sentire la vita scorrergli via. Comunque se avessi ottenuto le risposte che cercavo avrei continuato:


    Dimmi Aoi, dai retta al tuo Spirito. Mani d’Oro e i suoi collaboratori come si possono sconfiggere? E le loro abilità quali sono? Lord Goemon è nascosto anche lui nella Serra Rossa? Rispondi Aoi, rispondi e finalmente sarai libero.



    Finalmente sarai libero, era il mantra che avrei ripetuto numerose volte. Un chiodo in testa per il bastardo. La sua ancora di salvezza da quella spirale di dolore, obnubilamento e morte. Ottenute le risposte avrei proseguito con le ultime domande, consapevole che probabilmente non avrei ottenuto grandi informazioni, del resto avrei spremuto il bastardo fino al limite.

    Esistono dei passaggi segreti utilizzati per scappare? Ci sono dei momenti particolari in cui tutti i presenti si riuniscono?



    Così avrei concluso il mio interrogatorio, davanti a tutti e tutti quanti consapevoli delle informazioni che avevo estrapolato. Avrei alzato lo sguardo e con una potente gomitata sulla tempia di Aoi avrei cercato di tramortirlo di nuovo. Volevo ucciderlo, staccargli la testa e spedirla ad Agumi come segno di avvertimento... ma mi trattenni, nel caso in cui l’Amministratore e Shinken avrebbero avuto in mente altri piani.

    Ora non restava che aspettare il responso dei Jonin. In particolare di Shinken. Lui ci avrebbe indicato la strategia da seguire per assaltare la Villa.
     
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    È colpa tua. Ratty

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    Qualche Risposta


    Amministrazione di Oto

    La ferita svegliò Aoi delle Asce di soprassalto, mentre si guardava intorno senza ben capire. Febh aveva suggerito agli altri di stare lontani e non fiatare, mentre Kato bendava il prigioniero, e aveva annuito, approvando. La deprivazione sensoriale è utile per confondere, bada solo di non esagerare o può diventare una fuga dalla realtà per la vittima, e allora sarà difficile riportarlo a un livello a cui può parlare. Questo il suo consiglio, ma poi lasciò fare al giovane genin del clan Yotsuki, la cui strategia cominciò a dare i primi frutti sin dal primo istante, con Aoi che cercava di guardarsi intorno, ma non riusciva. Che cercava di muoversi ma era legato. Che cercava di ragionare, ma qualcosa come argento liquido nelle vene eccitava costantemente il suo cervello, facendogli emergere un sorrisetto isterico tra le labbra stirate per la disperazione e la paura. Cosa...dove? Non vedo...ahahaha...e non riesco a muovermi ahahahahah! Ma ebbe poco da ridere appena lo Yotsuki gli si avventò contro. Chi sei? Cosa...il Fedaik...AAAAHHH! La botta di stordimento legata al jutsu fu terribile e contribuì a rendere ancora meno stabile il suo stato mentale.

    Oooh....oooow...ahhaha...ooohw. Non sapeva nemmeno se lamentarsi, ridere o parlare, con la testa semiciondolante, mentre quel che restava del suo udito gli faceva sentire tutto distorto, allucinante, complice il veleno. Tra...di...to? No...ahahaha, io non sono uno che viene tradito...ahahahah...mai...ahahahahah. Ma Kato insisteva, e pur stordito Aoi ebbe una reazione aggressiva. No...NO! Non mi hanno tradito...mai. Sciappia...scapp..sci...sappiamo già che sciamo...siamo più deboli dei ninjsh...snij...ninja. Dobbiamo sciolo avere pascienscia... Doveva avere altra merda in giro per le vene, il veleno sta facendo una strana reazione alla sua lingua...speriamo non gliela impasti troppo. Mormorò lo Yakushi, mentre Aoi continuava. Sciamo più deboli...ma sciamo più furbi! Ahahahah...abbiamo presscio tutto scenza che sce ne accoscgh...accosh...accorgesche...non ci hanno nemmeno vishto arrivare! Gli altri sciono morti da Eroi. Eroi delle Asce, sci ricorderanno coscì! E presto avremo la forza oltre al scervello! E' più solido di quanto pensiamo...ma se non si può vincere il suo orgoglio, forse lo si può sfruttare. In ogni caso avrà le difese mentali più basse per le altre domande.

    Kato proseguì su quella linea, e certo la possibilità di una liberazione da quella condizione di sofferenza era allettante, e forse sarebbe bastata per scucirgli la bocca. Pace...si, pasce...quella sci...sciarebbe...bella. La testa gli ciondolava e la voce ci faceva più incerta. Quella è l'ora della mia schtanscia...sciolo quella...Mani d'Oro sci ha dato un'ora a teshta con una schtansha. I Scigilli sciono nel laboratorio di Mani d'Oro. Li ha lui, shta aschpettando ishtruzioni da Lord Goemon. Scerve una chiave come quella che ho nella mia shtansha per arrivare da lui. Quella e l'ora giushta. L'ora del treno...hihihih, è inscegniosho! CIUUUF CIUUUF, ihihihihih! Tutta la Scerra è insghe...inscegn...quella parola là. Lord Goemon sci ha aiutato un sciacco! Il tempo giushto per ogni coscia. Shbagli il tempo, e crepi. Anche il mio amico Kui è crepato coscì. Era troppo fatto il scgiorno! Vorrei la Pasce, adescio, shtupido shpirito. Ihihihi! Tic-toc-tic-toc. Controlli in salotto e correggi di sopra. Tic-toc. Corridoio Due avanti. Tic-toc il pianerottolo e tre indietro. Tic-toc, poi o ti chiamano o hai una shtanscia! Ihihihih! Inscgengiosho! Dalla Scerra non sci passha...sci mettiamo i tossici che non sci scianno controllare...shtupidi e deboli!

    Mani d'Oro non sci batte. Ha i tatuaggi. Ha le droghe. Ha il Scigillo migliore tra quelli shperimentali. E Lord Goemon gli ha inscegnato delle coscette. Ihihihih! Le voleva inscegniare anche a me ma io sciono uno che fa risse, non un fottuto ninsha...ninja.
    E sputò. Gli altri due bashtardi hanno ascettato invesce...e sciono cambiati tanto. Troppo. Fanno tutte quelle cosce coi piedi e con le mani, shpaccano tutto. Ma bashta! Ora mi lasci libero? Voglio la Pasce. Non lo scio sce sci sciono passhaggi...sce sci sciono non me li hanno detti. Ancora ciondolava col capo e cominciava a respirare velocemente. Non sciamo impiegati...shpirito shtupido...non fasciamo riunioni. Sce Mani d'Oro chiama, noi andiamo. Sce non chiama, ognuno per scè! E la testa cadde...il mix di farmaci lo aveva messo fuori combattimento, precipitandolo in un coma dal quale forse non si sarebbe mai svegliato. Uhm...mi viene da chiedermi cosa tutto avesse nelle vene, questo bastardo...

    L'interrogatorio era andato...non avrebbero avuto altre possibilità per fare ulteriori domande, sfortunatamente.
     
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    L’interrogatorio si concluse in una maniera decisamente inaspettata. L’Amministratore si accorse fin da subito che qualcosa non andò per il verso giusto nel momento in cui il suo veleno prese a circolare e nonostante il mio impegno nel cercare di estrapolare più informazioni possibili Aoi delle Asce perse per buona parte la capacità di ragionare.

    Infatti le sostanze che aveva in corpo mescolate alla tossina del Jonin provocarono una reazione molto particolare e il criminale prese a parlottare, mangiandosi per la maggior parte delle volte la parola o per meglio dire interi discorsi. In sostanza ricavammo solo un paio di informazioni utili prima che la testa del bastardo cedesse a penzoloni, guardando verso il basso.

    Aoi delle Asce probabilmente era finito in un limbo, molto sottile, che lo separava dalla morte. Condivisi il pensiero di Febh, quel tizio ormai era irrecuperabile. Alzai lo sguardo verso gli astanti. Tutti quanti erano intenti a ragionare, a cercare di decifrare in parte le parole del braccio destro di Mani d’Oro. Da parte mia rimasi in silenzio per qualche momento.

    Poi sposandomi da Aoi e avvicinandomi al resto del ninja, raggruppai un po’ le varie idee che avevo pensato fino a quel momento e presi a parlare: - Bhè se volete mi propongo per primo ad esprimere la mio opinione… Allora secondo me l’approccio più ragionato è quello furtivo. Personalmente non mi dispiacerebbe dare fuoco a tutto, con i tutti i presenti all’interno, ma ritengo che le probabilità di perdere Mani d’Oro e i Sigilli sia decisamente elevata. Potrebbe fuggirci, invece se cerchiamo di avvicinarci il più possibile a Mani d’Oro furtivamente lasciamo meno possibilità a lui e al suo gruppo di svinarsela o di reagire. Per quello immaginavo un’ipotesi del genere: ci trasformiamo tutti in Asce, tra cui Aoi, e in questo modo arriviamo alla Serra. A quel punto non ci resta che entrare e per farlo dobbiamo sbloccare qualche sorta di combinazione. Unendo le informazioni di Agumi e di Aoi mi sembra di capire che a ciascun membro importante sia stato dato un orologio, fermo ad un’ora. Quella potrebbe rappresentare la combinazione per entrare, d’altra parte Aoi ha fatto cenno ad un suo amico morto per sbaglio e questo mi fa supporre che o si entra di giorno, per esempio alle 17.45, oppure di notte sempre alle 5.45. Questo perché, almeno in teoria, un orologio classico segna la stessa ora due volte al giorno, no? Quindi per precauzione vi chiedo un’informazione: qualcuno di voi ha qualche abilità per procedere con sicurezza e concedersi eventualmente il rischio calcolato di beccarsi una trappola? Ridurremmo notevolmente il pericolo per noi tutti. Dobbiamo considerare del resto che se prendiamo per vera questa ipotesi abbiamo un cinquanta percento di possibilità di sbagliare. Comunque una volta sbloccata l’entrata bhè procederemo dritti fino al seminterrato, grazie alla chiave di Aoi. Vi ricordo inoltre che parla di corridoi e pianerottoli, quindi probabilmente fa rifermento al percorso da seguire per evitare trappole o drogati. Quindi dovremmo improvvisare al momento, basandoci su queste poche indicazioni – attesi qualche istante – A quel punto dovremmo, in teoria, trovarci davanti al seminterrato e lì affronteremo Mani d’Oro.-

    Guardai i presenti. Scrutando tra i loro occhi, curioso di vedere la loro reazione: - Hebiko mi ha suggerito di usare la trasformazione per unirci ma lo ritengo troppo rischioso, se scattasse una trappola o venissimo colpiti da un justu sarebbero due i ninja che accuserebbero il colpo, mentre divisi ma trasformati in Asce aumenteremmo comunque le nostre possibilità di difesa. Poi nel caso in cui, durante il combattimento, venissimo colpiti da un Jigoku, bhè il tatuatore sarà lì vicino, in una zona preventivante assicurata in attesa di soccorrerci… - di nuovo lasciai trascorrere qualche secondo di pausa – Che ne pensate? -


    Edited by ~Cube - 3/3/2017, 11:22
     
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    L'ora esatta


    Sigilli Trafugati - parte VII


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    Nessuno oltre Kato parlò durante l'interrogatorio, tutti i presenti erano in silenziosa attesa, rispettosi ed attenti a non rovinare l'atmosfera che il ragazzo Yotsuki si era prodigato per creare. Le parole impastate di Aoi risuonarono chiare alle orecchie di tutti, mentre solo Febh si permise qualche intervento sporadico, pur di spiegare che cosa stesse succedendo alla bocca del ragazzo delle Asce. Era evidente che l'avviso di Shinken riguardo alle droghe era stato sottovalutato, ma dopotutto era impossibile immaginare un risvolto simile, soprattutto data l'assenza di un vero medico tra le fila dei ninja di Oto. Poco importava, tutti nella stanza udirono chiaramente le parole del membro delle Asce ed ora sapevano come dovevano agire per stanare Mani d'Oro.

    Quando poi la chiacchierata si concluse, a Kato non venne nemmeno concesso il tempo di tramortire il ragazzo, il quale svenì ancora prima di ricevere il colpo alla testa. Forse fu un bene che le droghe ed il veleno interruppero Aoi, evitando che il Genin del Suono potesse colpirlo con il gomito per farlo svenire: Shinken lo aveva invitato ad essere l'ultimo con cui avrebbe parlato Aoi, tramortirlo invece che ucciderlo sarebbe stato preso come un gesto di debolezza. Quelle via di mezzo non si addicevano ad uno shinobi di Oto (o almeno questo era quello che pensava il Fedaikin) e probabilmente i due Jonin presenti non avrebbero capito le intenzioni, seppur corrette, dello Yotsuki.

    Il ragazzino Yotsuki ha fegato da vendere, mi piace la sua intraprendenza... eppure sono convinto che ci sia qualcosa di inesatto nella sua interpretazione. L'unico modo che abbiamo per scoprirlo è andare a provare, di teoria ne abbiamo fatta già abbastanza. Per un secondo il Jonin girò il viso in direzione dell'Amministratore; voleva capire se Febh avesse intenzione di muoversi da quell'ufficio o se stava completamente delegando a lui il compito di guidare quella missione sul campo. Un cenno sarebbe bastato. Sarò io ad infiltrarmi per primo. Soprattutto perché non sappiamo se è permesso un accesso multiplo... se ogni teppista di una certa importanza ha una sua stanza, credo che sia saggio considerare l'ipotesi che si entri solo uno per volta. Farò io da apripista, se le cose andranno come previsto troverò un modo per farvi entrare tutti quanti. I suoi occhi bianchi guardarono uno per uno tutti i presenti. Se fosse per me io procederei in un gruppo ristretto, massimo in tre, ma se qui siete tutti entusiasti di mettere le mani al collo di Mani d'Oro... bhé, non sarò io a fermarvi. Ognuno di voi dovrà fare molta attenzione, più di quella che avete fatto fino ad ora, una volta dentro non posso assicurare protezione per tutti... Intesi?

    Qualsiasi che fosse stata la risposta dei giovani ninja, Shinken si sarebbe spostato in direzione di Aoi, passandogli dietro mentre la sua testa pendeva ancora da una parte, sbavante. Senza battere ciglio il Jonin lo prese con una mano per la collottola, alzandolo dalla sedia su cui era stato costretto. Sarebbe utile rimuovere il Jinkoku, altrimenti tornerà dal suo tatuatore ad avvisarlo della dipartita del nostro qui presente Aoi. Qualcuno prepari un contenitore per catturare l'inchiostro...

    Lasciò al gruppo il tempo per prepararsi ed in un istante un rumore secco anticipò una contrazione dei muscoli del corpo di Aoi, che poi tornò a rilassarsi come se nulla fosse accaduto. La lama interna posizionata sotto al polso del Jonin era scivolata sin dentro le carni del teppista, di fatto tranciandogli parte della colonna vertebrale ma lasciando solamente una piccolissima ferita superficiale e versando pochissimo sangue. Lo stesso rumore evidenziò il rientro della lama interna nelle carni del Jonin, poco prima che quest'ultimo si mettesse a disegnare sulla pelle scoperta del braccio uno strano simbolo con il sangue del defunto. Per catturarlo aveva dovuto sacrificare il vecchio di Shiranui, ora Aoi gli restituiva il favore: Shinken aveva il suo nuovo burattino.

    E così il Jonin avrebbe ordinato al gruppo di trovare un posto vicino alla Serra dove posizionarsi, la "casa sicura" per il tatuatore, mentre lui stesso si sarebbe esposto in avanscoperta. Non era propriamente solo, non all'apparenza, poiché portava con se il cadavere del defunto Aoi, tenuto davanti al suo corpo nella speranza che durante gli spostamenti veloci chiunque avesse guardato nella sua direzione avrebbe scorto una sola ed unica figura, anziché due corpi distinti. Il gruppo si organizzò per calcolare la partenza e gli spostamenti in modo tale da avere un margine di tempo più ampio rispetto all'ora segnata dall'orologio del teppista, così da poter esplorare e muoversi per la Serra con meno fretta. Nel mentre Shinken si fece leggero del suo handicap visivo, spendendo poco più di un battito di ciglia per riacquisire la vista e seguì le coordinate che gli erano state fornite. Ognuno di loro portò con se una ricetrasmittente per coordinarsi (di quelle base in dotazione al villaggio) con la specifica di rimanere in silenzio radio fino a nuovo ordine.

    [...]

    Quando il Fedaikin arrivò davanti al palazzo non trovò nessuno a fare da guardia all'edificio, com'era facilmente intuibile. Se fino a quel giorno erano riusciti a tenere la loro base segreta, era evidente che erano stati assai accorti nel non farsi notare e quella dimora diroccata sembrava proprio fare al caso loro. Per un secondo Shinken fantasticò su come effettivamente quell'edificio stonasse con il contorno del villaggio; lui - se avesse visto quel luogo prima - sarebbe forse rimasto incuriosito da quel degrado, tanto da ispezionarlo immediatamente, ma oramai era lì, ad eventi già accaduti, e non poteva di certo biasimare i suoi compagni per non essersi infilati in quella casa spettrale anzitempo. Sempre con Aoi davanti a se, il Fedaikin si infilò nella corte interna, superando il boscetto di bambu. Niente serra, non si entra da lì... giusto? E diede un colpetto al cadavere del suo "accompagnatore", ridacchiando a denti stretti, per poi dirigere i suoi passi verso la porta principale dell'edificio in stile occidentale. Con la coda dell'occhio notò la finestra aperta poco distante, ma non se ne curò. Doveva considerare l'ipotesi di poter ancora incontrare qualcuno e concentrarsi su una finestra al secondo piano gli era più scomodo. Se avesse veramente incrociato qualche altro membro delle Asce avrebbe tentato di sparire letteralmente dietro al suo nuovo burattino, utilizzando tutte le conoscenze che possedeva per non farsi notare. Dopo tutto lui era un Jaku, nascondersi nelle ombre era un abilità da sempre appartenuta alla sua famiglia. [ Abilità ] Furtività 10.5
    Abilità Recitazione & Ventriloquo
    Tecnica dell'Anima Morta


    "Controlli in salotto e correggi di sopra"... trovare il salotto. Finì per pensare mentre si avvicinava alla porta dell'edificio. Fece per allungare un braccio ed aprirla quando si fermò di colpo a guardare le condizioni in cui versavano i suoi particolari. Vero che per ammissione di Aoi i membri delle Asce non venivano richiamati sempre dal loro capo, ma quella porta sembrava tutt'altro che utilizzata... Ritirò la mano e si guardò intorno, cercando qualche altro indizio di passaggi potenzialmente più utilizzati. Quando alla fine si decise sul da farsi, Aoi venne appoggiato come fosse un fermaporta (un'occupazione di questi tempi considerata onorevole) mentre il Jonin saltò in direzione della finestra individuata in precedenza.

    Non appena raggiunta l'apertura, il Fedaikin rimase appeso fuori dalla casa in stile orientale, traguardando l'interno della stanza. Aveva trovato il suo salotto, o almeno così pensava. Ora però aveva un altro problema: “Controlli in salotto e correggi di sopra”, trovato il salotto che cosa voleva dire “sopra”? O meglio ancora, come poteva arrivarci se gli accessi in quella stanza erano apparentemente bloccati? Mentre pensava a queste cose scorse il particolare della pavimentazione, che stava cercando proprio per trovare un contrasto con l'altro ambiente, e quando vide e sentì l'orologio si ricredette. Da lì si passava a qualche altra sala e sopratutto qualcuno aveva usato quell'accesso di recente.

    Di due opzioni che aveva, anche se la porta dell'altro edificio non lo convinceva per nulla, quella era la più plausibile. A quel punto si ricordò dell'inchiostro, estrandolo dai portaoggetti situati sotto al suo mantello. Gli diede un occhiata veloce, cercando di capire se quella sostanza potesse effettivamente dargli qualche altro indizio, almeno per quanto concerneva la direzione. Alla fine si convinse e decise di entrare, ma non per primo. Rimise l'ampolla al suo posto e utilizzò la mano libera per comporre la posizione della tigre, richiamando immediatamente a sè il cadavere del ragazzo delle asce. Aoi, risorto ma senz'anima, balzò per entrare sin dentro la stanzetta atterrando sulla moquette lurida [ Tecnica ]Tecnica dell'Anima Morta - Shikon no Jutsu
    Villaggio: Specializzazione
    Posizioni Magiche: Nessuna (5)
    L'utilizzatore può muovere i cadaveri presenti entro un raggio di 30 metri. Le statistiche sono pari energia all'utilizzatore; non potrà utilizzare chakra e conoscenze ninja. Il cadavere utilizza gli slot azione dell'utilizzatore.
    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Livello: 2 / Consumo: 1/2 Basso ogni azione )
    [Da jonin in su]
    Di orari però ne avevano solo uno, e di certo Aoi era stato chiaro in quelle poche parole. In salotto bisognava controllare, non modificare l'orario. E allora quale tassello gli mancava?

    Mentre pensava a cosa gli potesse essere sfuggito, si chiese perchè era ancora appeso a mezz'aria. Il cadavere di Aoi era entrato ed evidentemente non era scattata nessuna trappola, perchè doveva rimanere proprio lì sopra? Si maledisse per non aver pensato prima a quell'ipotesi. Entrare dalla finestra poteva essere considerato come un "di sopra", proprio perchè l'accesso non era, tecnicamente, a terra. E allora quale altra ipotesi gli mancava? Entrare nell'altro edificio più basso.

    Tu mi servi di nuovo



    E così ricominciò. Tornò insieme ad Aoi davanti alla porta malmessa e fece di tutto per aprirla senza far crollare l'edificio. Gli bastò quel tanto necessario per infilarcisi dentro senza aprirla del tutto. Ovviamente il cadavere lo precedeva sempre. Fu dentro a quella casa che notò l'altro orologio, su un tavolo al centro dell'ampia sala. Ma anche lì il pavimento e le condizioni facevano intendere che non ci entrasse nessuno da molto tempo. Eppure l'orologio era lì, visibile anche da una certa distanza. Se fosse stato necessario avvicinarsi oltre per scorgere l'ora che segnava, il Jonin avrebbe sfruttato le pareti laterali o i cumuli di tappeti, piuttosto che il pavimento, per spostarsi.

    Dopo di che sarebbe tornato sui suoi passi aspettando le dieci e venti fuori nel cortile, nascosto nell'ombra, per poi riposizionarsi fuori dalla stanza (attaccato alla finestra di cui prima) e facendo entrare Aoi. Lui avrebbe modificato le lancette di quell'orologio, mentre il Jonin aspettava appeso. Erano le dieci e venti e quell'orologio avrebbe segnato l'ora esatta.




    Edited by Shinken Takatsui - 8/3/2017, 12:52
     
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    [Sigilli Trafugati] VI



    Kamine e Amano rientrarono in Amministrazione, dove erano già rientrati gran parte dei ninja impegnati nella ricerca dei sigilli. La ragazza riconobbe il Takatsui, ma non fece più che un cenno con la testa. Il gruppo era infatti intento a scambiarsi le informazioni acquistate, alla quale Kamine contribuì con la sua parte (introducendo anche Amano), cercando di non tralasciare nulla di quello che aveva appreso da Taro su Mani d'Oro e sul Lord. Il quadro appariva ora più completo.Per niente tranquillizzante, ma completo... Si dichiarò poi favorevole ad infiltrarsi nella Serra, se qualcuno le avesse dato attenzione.


    Kato andò a recuperare Mozumi poco dopo, come "pronto intervento" in caso qualcuno fosse stato colpito dai tatuaggi. La ragazza non aveva la minima intenzione di ripetere l'esperienza, ma la presenza del tatuatore era un fattore di sicurezza in più.

    Venne la volta dell'interrogatorio. Frasi biascicate, secondo l'Amministratore colpa del veleno, uscivano dalla bocca del prigioniero. Qualcosa a proposito di un sistema di ingresso basato su degli orari. Poi, il silenzio.

    Kamine ascoltò Kato e Shinken. Ha parlato di una chiave per arrivare da Mani d'Oro. Dovremo recuperare quella dalla sua stanza per prima cosa, o potremmo rischiare di aumentare le possibilità di incappare in una trappola. Qualcosa però non era ancora chiara. Quindi le 5:45 sembrerebbe essere l'orario per entrare nella stanza di Aoi. Però mi sembra irrealistico pensare che si possa entrare al massimo due volte al giorno... Stava più ragionando ad alta voce che cercando interlocutori attivi.

    Alla possibilità di usare la trasformazione congiunta, la kunoichi scosse la testa. Siamo già sicuri di essere in pesante svantaggio numerico. Aumentarlo non mi trova d'accordo. Per quanto riguarda le trasformazioni...al momento gli unici delle Asce che siamo sicuri non si presenteranno o non siano già presenti sono Aoi qui e quell'insetto morto al Neko no Tore. E non ne appiamo abbastanza per impersonarli in maniera convincente. La ragazza si considerava competente nell'arte della recitazione e dell'infiltrazione quel tanto che bastava a trovare le falle di quel piano. Dovremmo presentarci come un gruppo "di quelli nuovi" da un momento all'altro, con degli aspetti che nessuno ha mai visto? Tanto varrebbe agire in modo da non essere visti fino all'eventuale confronto con Mani d'Oro.

    Shinken decise che sarebbe stato il primo ad entrare e mise bene in chiaro che non avrebbe potuto proteggere tutti. Il gruppo si diresse verso la serra, munito finalmente di ricetrasmittenti.

    [...]

    Giunti nei pressi della serra, Kamine si sarebbe presa la briga di osservare gli edifici vicini per cercare di individuarne uno da usare come base temporanea per Mozumi e il resto del gruppo in attesa di Shinken. Nell'estremo caso in cui non ne avessero individuata una, la ragazza avrebbe proposto di nascondersi all'interno del bosco di bambù sul terreno della serra.

    Il Jonin ordinò il silenzio radio prima di avventurarsi verso la serra. I minuti passavano, mentre la kunoichi continuava a ragionare sugli indizi raccolti fino a quel momento, mordicchiandosi un dito sovrappensiero...

    [OT]
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    Legenda
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    Chiave

    VII



    Hebiko rimase in disparte durante l’interrogatorio, pur osservando ed ascoltando ogni cosa. Sapeva che gli interrogatori non erano una sua qualità, non quelli sotto tortura perlomeno: voleva risposte troppo in fretta, e trucchetti come quello di accecare la vittima non le sarebbero mai venuti in mente. Tutta roba nuova che poteva imparare certo, ma continuava a preferire vittime semplici, come il topo che avrebbe fatto irruzione in Amministrazione durante i giorni successivi.
    Sfortunatamente, Aoi venne stordito, svenendo per il mix di roba alla quale era stato sottoposto. Avevano solo qualche informazione, ma la Vipera si era fatta qualche idea su come si dovesse entrare nel posto giusto. Idea che non combaciava con quelle dei suoi alleati. Li fissò uno per uno con sguardo diffidente, aspettandosi che all’improvviso si correggessero da soli, finendo con lo scuotere la testa prima di prendere parola:

    Aspettare?? Ma che diavolo… Credete davvero che diano la possibilità a quegli idioti di entrare SOLO due volte al giorno?? Kato, non ricordi le parole di Aguni? “Aggiustare il tempo”, vi dice nulla?

    Attese qualche secondo, cercando di capire se a qualcuno di loro avesse intuito dove volesse arrivare a parare.

    Ognuno di loro ha un orario diverso, significa che l’ora è una chiave per entrare. Una chiave che andrà “inserita” da qualche parte. Non dobbiamo aspettare, dobbiamo solo capire dove usare l’orario di Aoi per accedere alla sua stanza.

    Avrebbe atteso eventuali commenti, reagendo solo dopo che ognuno di loro avesse detto la sua.

    Chi vuole aspettare, aspetti quanto vuole. Non ho intenzione di dare più tempo a quel Lord Goemon e lasciare che venga a prendersi i sigilli sotto al nostro naso solo perché avete intenzione di aspettare.

    Hebiko si preparò inserendo tutto l’equipaggiamento adatto[ogni cosa dim. Piccola] nel suo tatuaggio. Ne era piuttosto soddisfatta, quel serpentello sul braccio avrebbe custodito le sue armi, in modo che anche una perquisizione le avrebbe permesso di mantenere un’effetto sorpresa. Le asce sembravano non conoscere la maggior parte dei “trucchetti” dei ninja, quindi poteva essere una buona tattica.
    Tutti ricevettero una ricetrasmittente, e partirono raggiungendo la Serra. Dalle parole di Aoi, tutti fino a quel momento furono sufficientemente prudenti da evitare la Serra lì presente.

    Se viene usata come rifiuto dalle asce stesse, è l’ultimo posto di nostro interesse.

    Si sarebbe fatta dare le informazioni riguardanti l’interno degli edifici da Shinken, e se per qualsiasi motivo non avesse collaborato non ci avrebbe pensato due volte nel controllare da sola. Cauta, avrebbe esplorato per primo l’edificio più vecchio, evitando però di entrarvici, data la quantità di polvere avrebbe irrimediabilmente lasciato impronte. Non sapeva se la cosa fosse davvero un problema o meno, dato che la sua intenzione era quella di dimostrare alle Asce chi comandava. Le venne però il dubbio del perché quella zona sembrasse abbandonata a quel punto, e dall’impressione che le avevano dato i membri di quell’associazione fino a quel momento, le sembrava impossibile che nessuno avesse osato metter piede li dentro almeno una volta. Inoltre, esaminando l’altro edificio, con tutte le finestre chiuse ad eccezione di una, e ricordando di Aoi che parlava di un suo collega morto per via di un errore, dubitava che tutte le Asce avessero resistito dall’entrare almeno una volta, anche per sbaglio, nell’edificio polveroso, lasciandovi traccia. Se Kato non fosse già stato con lei, lo avrebbe fatto avvicinare, aprendo la porta con cautela per evitare che cadesse a terra rovinando la loro infiltrazione sileziosa.

    Ascolta, questo edificio non mi convince… Prima di proseguire con la chiave, voglio provare con il rilascio. Uniamo le forze?

    Tentare non sarebbe costato nulla, perciò avrebbe insistito fino a che il suo compagno, ed eventualmente gli altri, avessero seguito la sua idea, utilizzando la tecnica tutti insieme.
    Che avesse scoperto qualcosa o no, avrebbe controllato il grosso orologio a pendolo, fermo sulle 10 e 20, domandandosi se fosse quella la “porta” dove usare il codice. Prima di agire, sarebbe andata a controllare anche l’unica stanza disponibile del secondo edificio, trovandovi un ambiente decisamente più accogliente, seppur di scomoda entrata, e tutti intuirono come quel posto fosse probabilmente stato arredato dai “nuovi capi” delle Asce. Un secondo orologio a pendolo, stavolta che indicava mezzogiorno, le lasciò intuire che quella potesse essere la stanza giusta. Il ticchettio poteva far credere che fosse in funzione, ma le lancette non si spostavano dalla loro posizione.

    Mezzoanotte è l’ora zero. L’orologio è sullo zero ora, probabilmente è questo quello in cui inserire il codice. ...Controlla di sotto…

    Hebiko ragionò sul dafarsi, ricordando le parole di Aoi e prendendosi qualche minuto, prima di tirare fuori la sua ricetrasmittente, invitando Kato a fare lo stesso.

    Scendi. Vai all’altro orologio. Aoi aveva usato dei ticchettii mentre descriveva la chiave… Anche se non ha specificato che servano due persone, preferirei evitare di mettere la chiave a vuoto. E poi non vorrei che scattassero trappole. Se è come credo io, ed ognuno entra all’orario che gli pare, dubito che ci sia una persona a fare la guardia, ma che sia una cosa automatica. E la morte del suo amico indica la presenza di trappole. ...Shinken, tu che sei veloce… Acchiappami se scatta qualcosa, per favore.

    Invitò Kato a controllare l’altro orologio, parlandogli dalla ricetrasmittente. Hebiko si posizionò di fronte al pendolo, mordicchiandosi le labbra. Non era sicura di ciò che stava per fare, ma doveva tentare. Nella stanza di Aoi c’era la chiave per raggiungere il laboratorio, e lì avrebbero trovato i sigilli. Si decise ad agire, spostando le lancette in modo da fargli impostare le 5 e 45. Avrebbe atteso quattro ticchettii, accendendo la ricetrasmittente subito dopo:

    Kato? Dimmi l’ora che c’è scritta sull’orologio.

    Ascoltando l’orario indicatole, avrebbe cambiato l’ora, ed atteso altri due ticchettii. Si sarebbe quindi avvicinata alla porta, cercando di aprirla per entrare nel corridoio indicatole nella descrizione di Aoi.


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    Il Fiore Lupo

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    ~Post VIII
    Insubordinazione



    Ascoltai le parole del Jonin, di Kamine e di Hebiko. E il discorso della mia compagna di avventure mi lasciò sbalordito. Non volevo credere alle parole che stavo udendo. Era una vera propria sfida aperta, un affronto a un ninja di ben due gradi sopra il suo! Uno sbattersi completamente insensato degli ordini che aveva dato Shinken.

    Un gesto che… poteva costare caro. Un prezzo che per essere pagato poteva richiedere la morte di Hebiko. Nemmeno io osavo contraddire gli ordini quando lavoravo per Oni Chi, nelle bande criminali delle Sorgenti Calde. Nessuno era così pazzo da confrontarsi con lui. E non si stava parlando di gradi o di funzioni, eravamo solo dei bastardi figli di puttana ma che sapevano bene quale era il loro posto.

    Hebiko invece stava sfidando la gerarchia militare! In una operazione militare!

    Scattai verso di lei, anticipando tutti e sperando così di sedare per un istante l’animo degli astanti. Frapponendomi tra il Jonin e la ragazza. Hebiko avrebbe compreso che le mie intenzioni non erano negative o malvagie, ero seriamente preoccupato per la sua vita. Portando una mano sul braccio più vicino della Vipera mi sarei avvicinato al suo viso, quasi a distanza respiro.

    Fissandola intensamente, sguardo su sguardo, avrei proferito in modo da farmi udire da tutti:

    - Sei pazza Hebiko? Scusati subito con il Jonin e forse avrai salva la vita. Non essere cocciuta, risparmia la tua rabbia per il nemico e fidati del nostro superiore. Fallo per te stessa… -

    Mi sarei spostato subito dopo, allontanandomi di qualche metro. Stavo giocandomi la mia credibilità davanti ai due Jonin ma non potevo nemmeno restare a guardare, senza fare nulla. Ma quello sarebbe stato il massimo, di più e avrei rischiato troppo.

    Il resto sarebbe toccato al Jonin Shinken.



    ~.~



    Alla Serra…

    In ogni caso da parte mia avrei agito secondo le direttive del superiore. Accompagnando il tatuatore in zona sicura, non troppo distante dalla villa, con il ricevitore vicino avrei atteso l’ordine di muovermi da Shinken. Al mio fianco avrebbe atteso di muoversi anche Kamine. Coperti dalla boscaglia, cercando di produrre meno suoni e movimenti, saremmo scattati verso la villa alla sua prima indicazione.
     
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    Interruzioni delicate


    Sigilli Trafugati - parte VIII



    In una manciata di secondi quello che doveva essere un briefing pre-infiltrazione divenne qualcosa di più simile ad una sana discussione tra amici. Come se tutti quei ninja fossero seduti intorno al focolare a sorseggiare un buon saké, mentre si fantasticava proponendo differenti visioni della stessa storia, ognuno si sentì in diritto di esprimere la propria opinione. Il Jonin fu sincero con se stesso, severo forse, anche se non lo diede per nulla a vedere: non era mai stato un fenomeno come caposquadra e non gli era nemmeno mai interessato. Lui, abituato ad decidere solamente per se stesso (e quindi a prendersi da solo le proprie responsabilità), viveva la sua vita isolato, solitario, da chissà quanto tempo, senza curarsi minimamente di come poteva apparire agli occhi degli altri shinobi. Aveva superato quella fase ed aveva trovato il suo equilibrio, non sarebbe tornato indietro a ridiscuterne.

    La Superbia però era il peccato che più gli apparteneva. Sapeva che talvolta era sconfinato ben oltre la semplice sicurezza d'animo, lo aveva sempre fatto sin da quando era diventato uno shinobi di Oto ed un allievo della famigerata Rengoku, ma con il tempo aveva anche imparato che ad ascoltare non si faceva nessuna fatica e che c'era solo da guadagnare nel farlo. Kato, Kamine ed infine la ragazza dai capelli rossi, Taka-onna, presero parola, correggendo alcuni dettagli che erano stati tralasciati. Il modo però non fu lo stesso per tutti e quando l'ultima attrice finì la sua inutile ramanzina, calò un silenzio disarmante.

    Il suo volto rimase rilassato anche quando Kato si parò davanti alla ragazza serpente. Il Jonin - conscio che anche Febh avrebbe compreso la gravità di quella situazione - rimase in attesa, ascoltando le parole del giovane Yotsuki. Quel ragazzo aveva capito subito che cosa Hebiko stava rischiando e le aveva dato qualche secondo per rifletterci su, seppur dopo avergli fatto fare una pessima figura davanti a tutti gli altri. Shinken lo aveva apprezzato. Kato rispettava gli ordini dei superiori ed era evidentemente informato su queli fossero le conseguenze di gesti infantili come quello che si era appena concluso.

    I suoi occhi si spostarono dal giovane Kato verso l'Amministratore Yakushi. Non avrebbe fatto in tempo a buttarla in caciara. Bene Febh. Sembra che tu abbia una nuova rogna da dover fronteggiare. Prima di coordinare e risolvere tutto quello che devi risolvere, ovviamente. Non guardò Hebiko nemmeno per una frazione di secondo, non aveva altro da comunicare a quella sciocca ragazzina che già una volta aveva tentato di schiaffeggiarlo (rimendiando solamente la paralisi del braccio che aveva tentato inutilmente di colpirlo). Fortunatamente per lei, quella volta, Shinken era stato clemente, forse per assenza di terzi nella stanzetta dove era accaduto il fattaccio. Sò che conosci molte storie sul mio conto e sai anche che non lascerò correre, non posso e non voglio farlo. La ragazza mi ha mancato di rispetto già una volta, la seconda è inaccetabile. Per questo motivo Hebiko rimarrà qui con te. Meriterebbe di morire seduta stante - e tu lo sai - ma so che finchè tu sarai al suo fianco qualsiasi mia azione verrebbe interrotta. Lei rimarrà in vita fino a che ti sarà vicina e questo ci apre a due scenari possibili: o tu verrai con noi o lei rimarrà qui con te. Se da sola metterà un piede fuori da questo edificio, morirà. Non oggi magari, non domani, ma morirà. A quel punto la guardò diritto negli occhi. Le sue due iridi cruciformi si fermarono su di lei, sentenziando morte.

    Non ho intenzione di portare in missione dei bambini senza babysitter... scegli tu. Si girò guardando Amano, figlio di Luis Mikawa. Forse si è liberato un posto, piccolo Amano, so già che non ci deluderai. Sorrise, ed aveva un bel sorriso, anche se non lo faceva mai notare a nessuno.

    Tutti gli altri. Con me.


     
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    È colpa tua. Ratty

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    § VI §
    Questione di Priorità


    Amministrazione di Oto

    La morte non fu clemenza per Aoi, il cui corpo venne completamente divorato dal Jigoku (come era accaduto al cadavere di Shinken e come effettivamente aveva detto che sarebbe successo il vecchio tatuatore) mentre l'inchiostro letale veniva catturato senza mezzi termini. Che razza di sostanza...è davvero indistruttibile? Avrebbe chiesto Febh, sempre turbato di fronte all'indistruttibilità, anche se con un guizzo di strana curiosità...stava certamente pensando a cosa sarebbe potuto succedere se avesse mescolato un Jigoku con il suo veleno capace di abbattere persino gli immortali. A mia conoscenza, nessuno ha mai distrutto un Jigoku. Nemmeno gettandolo nel magma incandescente. Confessò il tatuatore, mentre il team cominciava a deliberare per decidere che fare.

    Febh rimase in disparte. Aveva qualche idea al riguardo ma quella missione serviva anche per valutare e far crescere i giovani di Oto, per quanto gli prudessero le mani. Fosse stato per lui sarebbe piombato nella Serra Rossa, avrebbe raso al suolo tutto e ucciso ogni fuggitivo piazzando saggiamente le sue lucertole. Ma non tutti erano Febh Yakushi, e doveva pur dare loro la possibilità di crescere e raggiungere il suo livello. L'idea di Kato gli fece inarcare un sopracciglio: davvero pensava che in un covo si potesse entrare solo due volte al giorno? Nemmeno un'organizzazione guidata da cerebrolesi lo avrebbe pensato: cercavano un ingresso, non una cassaforte (dove una combinazione a tempo avrebbe avuto maggior senso). Kamine diede voce alla ragionevolezza, fortunatamente, ma non arrivò a proporre qualcosa di più costruttivo, e lo stesso Shinken, più esperto degli altri, sembrava intenzionato a attendere il giusto orario per entrare, mostrando senza dubbio una scarsa lungimiranza, o forse il prezzo degli anni lontani dalla prima linea.

    Hebiko invece alzò la voce. Aveva ragione, per inciso, ma il modo in cui si porse sembrava il classico atteggiamento con cui trattava Febh...peccato che non si trovassero nella calma quotidiana assurdità della loro vita lavorativa, ma piuttosto nel corso di una missione in cui era stato dato il comando a un Jonin là presente. Un Jonin che non era Febh e che non amava affatto, come dimostrò, certi atteggiamenti, anche se i contenuti erano più che apprezzabili. E questo causò un piccolo alterco (agli occhi di uno che considera un coltello nella milza un saluto affettuoso e senza particolari conseguenze) che per poco non fece crollare l'intero team su sè stesso. E Febh non aveva tempo nè voglia di badare a queste cose di norma...figuriamoci quando doveva stare in un ufficio a sovrintendere, lui che odiava avere responsabilità. E ora Shinken gliele stava piazzando tutte addosso.

    Con un tono che, va detto, non gli piaceva affatto.



    A fronte dei vari scambi più o meno aggressivi tra i suoi shinobi lo Yakushi aggrottò progressivamente le sopracciglia, via via più irritato quasi avesse un gran mal di testa. Ma sempre a lui dovevano capitare situazioni del genere? Certo, va detto che essendo un pessimo leader non poteva aspettarsi di avere un esercito addestrato e ligio dal dovere, lui che per primo preferiva la Settimana Eninjistica al leggere rapporti o fare riunioni e affini. In ogni caso, quando la situazione finì per essere completamente in mano sua, dopo che Shinken gli si avvicinò parlando con tono non troppo dissimile da quello usato da Hebiko, lo Yakushi fece un profondo respiro e alzò le mani. Suvvia, calmi, credo che qui stiate guardando la questione da un punto di vista un tantino fuori asse. Nel senso, abbiamo una missione, e pure importante, e c'è qualcosa di estremamente importante che nessuno di voi sta considerando. Si sarebbe fatto avanti, con fare da paciere, poggiando una mano sulla spalla della sua segretaria e del guardiano di Oto (E poco sarebbe servito cercare di schivarlo dato che entro mezzo metro poteva comunque afferrarli col chakra adesivo, se fosse stato necessario).



    Entrambi state dimenticando cosa è veramente importante qui a Oto. Aggiunse con tono placido, quasi fosse un saggio capo che guida il suo gregge. Almeno, questo prima che ogni vita venisse completamente risucchiata dall'arto superiore dei due shinobi [Tecnica 1 e 2]Atrofia Muscolare
    Villaggio: Oto
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'illusione si attiva se l'utilizzatore tocca un arto della vittima. Questa vedrà il suo arto atrofizzarsi velocemente, come se risucchiata tutta l'energia vitale, rendendolo impossibile da utilizzare. L'efficacia è pari a 20.
    Tipo: Genjutsu - Genjutsu
    (Livello: 4 / Consumo: Medio - Mantenimento: Mediobasso)
    [Da genin in su]


    Tratto Combinazione. La uso due volte.
    e che una violentissima pressione (eventualmente senza nemmeno toccarli) li cercasse di schiacciare inesorabilmente verso il basso [Azione 1 e 2]Statistiche: Forza Nera +8 tacche

    Corpo Perfetto -4 Res, +4 For
    Impasto MedioBasso per arto +4 For per arto
    , con il chakra adesivo che sin dal primissimo contatto fisico dalle piante dei piedi si era esteso per provare a catturare quelli dei due sottoposti, così da impedire loro di scappare [Azione 3 e 4]Afferra con Forza Nera+5 tacche

    Corpo Perfetto +4 For, -4 Res
    Controllo del Chakra Potenziato +1 For
    . L'espressione dello Yakushi si fece terribile e spietata. Dimenticate entrambi che se siete vivi al momento è solo perchè IO ve lo sto concedendo, in ogni singolo momento della vostra vita. Per ogni singolo respiro o battito del cuore. Siete in missione e vi mettete a litigare come donnicciole? Che razza di ninja siete? Non stava urlando, ma quelle parole gelide erano peggio di un ruggito. A fronte del cucciolo che aveva abbaiato al cane più grande e che in tutta risposta stava per sbranarlo, era il caso di ricordare ad entrambi che nel cortile c'era qualcuno di molto, molto più grosso e cattivo di entrambi messi assieme.



    Hebiko, Shinken è il tuo superiore in missione. Dire apertamente che intendi ignorare i suoi ordini è insubordinazione. Sei in missione e LUI non è ME. Sembrava quasi lasciar intendere che si lasciava trattare a quel modo da Hebiko apposta...il che era vero forse per un 20-25%. Normalmente dovresti finire agli arresti per una cosa simile, se non peggio, ma per questa missione servono tutte le forze possibili. Quindi andrai in missione, oh, ci andrai e dovrai tornare viva e vegeta, perchè dopo che questa faccenda sarà finita e avrete avuto successo tu per un mese, oltre ai tuoi normali incarichi, sarai alle dipendenze di Shinken alle mura. Questo è un ordine diretto, e sarai alla sua mercè, quindi se davvero sei brava a sopravvivere come dici, imparerai da questa esperienza, o avrai qualche organo in meno alla fine. Poi voltò gli occhi verso il Guardiano. Quanto a Te...da quando ti rivolgi a me, a ME, dandomi delle ultimatum o dicendomi COSA devo fare? Nessuno dice a Febh Yakushi COSA deve fare, non con quel tono, Shinken, a meno che non ritenga salutare vivere senza polmoni e gambe. Hebiko ha sbagliato nei tuoi confronti, e in tutta risposta TU hai fatto la stessa cosa con ME. Devo forse ordinarti di restare qui assieme a lei, con me, così che possa punirvi entrambi come una maestrina? Io non penso proprio, ho di meglio da fare che pulirvi la bava dalla bocca.

    Tu la porterai in missione con te. Tu la userai come ci si aspetta da un Team leader che sa usare le sue risorse e mettere da parte l'idiozia se questo è utile alla missione. E tu la porterai qui viva e vegeta. penserai nel mese successivo ad addestrarla, ma comunque ti è vietato ucciderla, perchè se lei muore ti garantisco che scoprirai il motivo per cui io detesto uccidere. La morte è noiosa. La sofferenza eterna offre molte più soddisfazioni. E se pensi di essertela vista brutta a Villa Mikawa, stai pure tranquillo che non era nemmeno un decimo di quello che posso fare davvero.
    Poi nuovamente su Hebiko. E in missione tu obbedirai a OGNI ordine. Se avrai dei dubbi potrai farlo notare in maniera cortese, e chiedendo prima il permesso. Ma mi aspetto che impariate a combattere come una squadra o quello che vi faranno le asce saranno carezze al confronto.

    Li avrebbe lasciati andare, senza però dissolvere il genjutsu che prosciugava le loro braccia. Vi vieto di usare il Rilascio. Io sto qui a cercare di coordinare, a girarmi i pollici invece che agire per lasciarvi migliorare e voi vi mettere a fare queste idiozie...quindi un piccolo handicap come ricordo ve lo dovrete portare dietro. La missione è importante, ma nella peggiore delle ipotesi ho sempre un piano B, quindi combatterete ciascuno senza un braccio come promemoria...e ringraziate che non ve lo ho amputato qui e subito per l'insubordinazione...tua verso Shinken. Fece cenno a Hebiko. E tua verso di ME, che come puoi immaginare è molto più grave. Poi si voltò verso gli altri presenti. Qualcun'altro vuole dire qualcosa? Chiese con un tono che certo suggeriva rappresaglie ben peggiori.


    La Serra Rossa

    Andasse come andasse, nessuno disturbò il team in arrivo alla Serra, e ovviamente, come sempre, il Rilascio eseguito per un semplice sospetto non sarebbe servito a nulla. Comunque fosse composto o camuffato il gruppo, subito dopo aver inserito al secondo piano nella pendola l'orario che era riportato al piano di sotto nell'altro edificio, la porta accanto alla pendola sarebbe scattata, aprendosi. Oltre si trovava una sala ampia, almeno il triplo della precedentee decisamente più vissuta delle precedenti, dato che non c'era polvere a terra. Una porta dal lato opposto della stanza era l'unica uscita e aveva un'altra pendola accanto. La pendola, nello specifico, aveva alcuni intagli simili a un Torii di un tempio e come la precedente, pur ticchettando, era ferma sulla mezzanotte. Nella stanza c'era un tavolo a ridosso di un muro con resti di cibo-spazzatura di vario genere, con chiazze di bevande alcooliche e polveri dall'aria sospetta con cui era meglio non avere a che fare. Carte e altri rifiuti erano buttati a terra e c'era una manciata di sedie, ma ciò che saltava all'occhio era il tavolo centrale, ampio e con un plastico certamente di origine occidentale, visto che era composto da alcune case, un tempio simile a una chiesetta con tanto di torre dell'orologio, una piazzetta e una ferrovia. Sembrava che il modellino di treno fosse funzionante, ma anche a controllare non aveva batterie e alcuni vagoni erano persino staccati, mentre il modellino del tempio ticchettava, addirittura, e in effetti segnava le 12.30 ma ad aspettare la lancetta dei minuti si sarebbe mossa. Nella piazzetta campeggiava una meridiana nella quale si erano addirittura presi la briga di disegnare l'ombra così che segnasse sempre una certa ora.



    Nessun'altra uscita, nessuna informazione extra che percezioni aumentate o speciali potessero trasmettere. Solo un enigma e quella porta chiusa. Sfondarla sembrava terribilmente allettante, tanto sembrava rovinata e fragile...
     
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    Interruzioni delicate


    Sigilli Trafugati - parte IX




    Una goccia, dopo goccia, dopo goccia. Più o meno velatamente, Shinken aveva punzecchiato il suo superiore, fino a metterlo alle strette con quell'ultimo e scomodo ultimatum. Proprio come farebbe un bambino, gli aveva chiesto in tutti i modi di partecipare a quella missione, cercando di costringerlo a fare qualcosa che evidentemente non voleva fare. Il bianco dei suoi occhi Hyuuga era diventato molto più acceso, proprio mentre concludeva il suo discorso minatorio fermando il suo sguardo su Hebiko, come se la sua Kekkai Genkai si stesse ribellando a quel modo di comportarsi tanto subdolo, lo stesso biancore sbagliato che Ayato Jaku de Jarre vide nei suoi occhi e che gli precluse di prendere parte alla vita del clan dagli occhi bianchi.

    Hebiko o non Hebiko, quello che Shinken aveva fatto andava ben oltre il minacciare una kunoichi del suo stesso villaggio. Lui lo sapeva, ma forse a Febh era sfuggito il reale motivo di quelle ultime dichiarazioni. Tutti ad Oto sapevano chi era Febh Yakushi (ed effettivamente anche oltre le mura del villaggio), la sua fama lo precedeva tanto da spaventare chiunque se lo trovasse difronte; sapeva, più grazie ai racconti che al loro piccolo scontro, di che cosa fosse capace lo Yakushi. Riconosceva che in lui albergava ancora lo spirito di Oto, nascosto da qualche parte e tenuto sotto stretto controllo dallo stesso Amministratore, che forse temeva di potersi rilassare lasciandolo fluire all'esterno.

    Quando il ragazzo si avvicinò ai due, Shinken sapeva di aver ottenuto quello che desiderava. Il sorriso rivolto verso Amano era un sorriso sadico, bello ma profondamente consapevole di aver toccato il tasto giusto. Il dolore delle conseguenze delle sue azioni non lo spaventava, ne aveva provato a sufficienza in tutti quegli anni da conoscerlo come se fosse un vecchio compagno di viaggio, non poteva di certo essere una minaccia. Si girò, lasciando che lo Yakushi lo fronteggiasse esercitando tutta la sua forza sulla sua spalla, costringendolo con un ginocchio a terra. Il pavimento di quella saletta non resse alla pressione e si ruppe, facendo alzare le toghe di legno sotto alla moquette. Shinken però lo guardava diritto negli occhi, serio in volto. Lo lasciò parlare, mentre i suoi occhi sembravano sprizzare felicità ed ammirazione. Era una scena a dir poco fuori dal comune.

    No. Nessuno vuole aggiungere altro.


    Questo era quello di cui aveva bisogno Oto! Di quello Yakushi! Determinato a rendere polvere tutto quello che si frapponeva tra lui ed il suo obiettivo, senza dare ai nemici nemmeno un appiglio su cui avere gioco. Shinken lo guardava dal basso, in una condizione che ad altri poteva sembrare "scomoda", soprattutto per un Jonin, ma lui era felice. Era gonfio in petto, come se fosse stato appena incoronato dal Re del male, dal degno successore di Sayaka Ookamikumo!

    Non appena il suo superiore gli tolse la mano dalla spalla destra, il Fedaikin estrasse il ginocchio dal legno infranto e si rimise in piedi davanti all'Amministratore. Andate a recuperare tutto l'equipaggiamento necessario, ci muoveremo non appena saremo pronti, seguendo il suggerimento delle vostre compagne Kamine ed Hebiko. Fece capire a tutti quanti che era arrivato il momento di uscire da quella stanza. Avete cinque minuti. Ora fuori. Prese tempo, mentre con il suo unico braccio abile e l'aiuto dei denti si strappava una striscia di tessuto dal mantello. Con qualche difficoltà raccolse il braccio destro e se lo portò all'altezza dell'addome, legandolo stretto in modo tale che non si muovesse negli spostamenti, come facevano quei buffi pupazzi ad aria che si incontrano davanti ai negozi di Oto. Il suo corpo, la sua mente, percepirono subito la mancanza di controllo sul braccio; il Jonin sapeva che tecnicamente gli era stata precluso l'utilizzo del braccio, ma che ancora più grave non avrebbe potuto impastare correttamente il chakra senza la possibilità di comporre i seals per le tecniche che lo richiedevano. Ma il suo corpo era territorio fertile per quel tipo di sperimentazioni. Quello che succedeva agli organismi in decenni, anche millenni, di evoluzione, a lui poteva poteva succedere in pochi secondi. Febh avrebbe percepito una vibrazione cutanea su tutto il corpo del Jonin, proprio mentre quest'ultimo si prestava a salutarlo [ TA - Adattamento di sopravvivenza ].

    Ho avuto l'impressione che tu ti fossi rammollito, Febh Yakushi. Anche a costo di dover convivere con questo piccolo handicap per un pò... ho dovuto controllare, perdonami per l'affronto. Si fermò sull'uscio, spalle al ragazzo Sai, non vorrei che un giorno, qualcuno possa riuscire a prenderti per la coda. Ora sono sicuro che non hai mandato totalmente a dormire lo Spirito di Oto, ma che non vuoi mostrarlo al mondo. E' un peccato, qui i problemi li abbiamo sempre risolti subito, chissà che a rimandarli non si rischi addirittura di minare l'integrità del villaggio.

    Sapeva che stava rischiando molto, come gli era successo tempo prima con Sayaka, ma sapeva anche che Febh non era così sprovveduto da privare la squadra del Jonin di riferimento... o forse si?


    [...]


    Passarono meno di cinque minuti che il Jonin raggiunse il gruppo in attesa all'ingresso dentro l'edificio. Con il mantello che gli copriva il corpo, il suo braccio legato non era visibile, ma tutti sapevano che sia lui che Hebiko avrebbero dovuto svolgere la missione con una pesante. Ci muoveremo in due squadre. Kato guiderà la prima, che sarà formata da Kamine, Amano ed il Tatuatore. Il vostro obiettivo è quello di trovare un covo sicuro ed aspettare il mio ordine per infiltrarvi. Se verrete scoperti o attaccati, dovrete difendere la nostra risorsa a tutti i costi. Intesi? Ci muoveremo da subito divisi, per diminuire la possibilità di essere scoperti. Dopo di che spostò lo sguardo sulla ragazza rimasta, che forse aveva già capito a quale fine stava per andare incontro. Gli occhi di Shinken non avevano cambiato il modo in cui la guardavano, ma dopotutto l'aveva già avvisata una volta. Tu Hebiko verrai con me. Avevi voglia di fare, trovare e distruggere. Bene, lo farai al mio fianco. Dopo di che lanciò alla ragazza un pezzo di stoffa, probabilmente avanzato da quello che aveva utilizzato lui. Sistemati quel braccio mentre andiamo.

    Spostò nuovamente lo sguardo su Kato e gli altri ninja. Conosco Kamine e conosco Amano. Immagino quali possano essere i punti di forza di uno Yotsuki, ma lo stesso non vale per i tuoi due compagni. Istruitevi a vicenda su le vostre capacità durante il percorso. Tutte le capacità. Sentenzio guardando per un momento Kamine Domande?

    via

    .___________________________.



    E così - seguendo ognuno i propri ordini - il due team si sarebbero spostati insieme, seguendo due percorsi paralleli, eventualmente rimanendo in contatto radio. Kato avrebbe quasi sicuramente individuato rapidamente un buon luogo in cui appostarsi (una casa abitata oppure qualche sorta di luogo disabitato) mentre Shinken ed Hebiko raggiunsero velocemente la Serra indicata dal teppista. Si avvicinarono al complesso senza curarsi troppo della loro furtività, puntando dritto allo spazio di sotto per poi spostarsi alla stanza dell'orologio.

    Quando Hebiko espresse educatamente la sua opinione su l'utilizzo del rilascio, Shinken la interruppe subito. Per potersi liberare da un Genjutsu tramite il Rilascio, devi essere consapevole di cosa ti stia confondendo i sensi. Utilizzarlo senza sapere nulla non ha quasi mai effetto... inoltre senza un braccio ridurremo di una buona parte la sua potenzialità. Ma potresti aver ragione riguardo al camuffamento... un Genjutsu ambientale potrebbe averci nascosto la vera condizione del salone di sotto.

    Che la ragazza ci credesse o no, il Fedaikin non sembrava più usare parole di minaccia nei suoi confronti. Anche se il peso dei suoi occhi - tutte le volte che interloquivano - si faceva sentire. Il Jonin stava esercitando una pressione psicologica notevole sulla kunoichi, poteva sopperire e sbottare (mandando a quel punto all'aria tutta la missione) oppure reagire e sostenere quello sguardo severo, senza mancare nuovamente di rispetto al superiore.

    Con tutte le precauzioni del caso, il duo avanzò dentro la stanza e solo a quel punto Shinken invitò la giovane a portarsi davanti al pendolo. Per farsi intendere, Shinken fece semplicemente un gesto con l'unico braccio utile, indicandole di dover procedere. Dieci e venti. Avanti, non aver paura. La ragazza avrebbe nuovamente dovuto superare la paura di sbagliare, ma il Jonin era convinto che quella stessa energia dimostrata poco prima l'avrebbe aiutata nello scrollarsi di dosso il timore di attivare una trappola mortale.

    [...]

    La porta avrebbe emesso quindi un rumore, dimostrando come le considerazioni del gruppo di ninja erano esatte. Ora dovevano passare al prossimo ambiente. Shinken - che sotto al suo velato atto di cavalleria non sembrava voler interrompere la pressione sulla ragazza - rinnovò il gesto, invitandola ad avanzare, sorridendole sarcastico. Avere sempre alle spalle l'uomo che l'aveva minacciato di morte non doveva essere piacevole, ma la ragazza non poteva rifiutarsi (a meno di essere forzata ad intraprendere azioni suicide ovviamente). Nuova stanza e nuovo indovinello. Shinken mosse la sua mano verso l'auricolare, comunicando a tutto il team la situazione.

    C'è un vecchio detto qui ad Oto: dove c'è un serpente, ci sono sempre altri serpenti. Comunicò guardando Hebiko, forse era stato criptico Altra stanza, altro orologio. Avrebbe dato una veloce occhiata per la stanza, notando il tavolino, il plastico e il nuovo orologio da dover "controllare". Abbiamo una nuova porta ed un nuovo orologio, questa volta intarsiato come fosse un Tori. Poi si spostò sul plastico, ci mise un pò ma descrisse con precisione a tutti quanti quello che aveva davanti.

    Lasciò a tutti la possibilità di esprimersi, ritirando l'ordine del silenzio radio, poi guardò nuovamente Hebiko. Forza Taka-Onna. Era serio in volto I tuoi compagni si sono espressi, ma sta a te inserire l'orario nel pendolo vicino alla porta. Avanti.


     
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