All'apice della radice

Add Ts Waket

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    VII - Scambi



    Raizen ritenne che quello fosse il momento giusto per ricordarle che si trovava in trappola. La sua frecciatina riguardo la mutazione le era scivolata addosso, certamente non aveva mai considerato i teppisti con cui aveva condiviso gran parte della sua adolescenza dei veri alleati, perciò non si curò molto della cosa. Tuttavia premere sulla sua fobia rischiava di minare la sua lucidità.

    Ma… Hai detto che mi avresti lasciata tornare a casa!

    Lo aveva davvero detto? Probabilmente se n’era convinta credendo che la risposta precedente fosse solo una battuta. Forse qualcosa sotto c’era, forse il fatto che un completo sconosciuto le stesse riservando tutto quell’interesse nascondeva qualcosa. Hebiko riprese le distanze, soprattutto dopo che lui le prese la siringa di mano, iniziando ad accennare qualcosa riguardo al valore di quella scelta.

    Pa...gare?

    Mugolò tra se, iniziando ad intuire dove voleva arrivare, anche se con numerosi dubbi. Il respiro si faceva più affannoso, mentre gli occhi dorati cercavano inutilmente una via di fuga in quella stanza sigillata. Probabilmente se ne avesse avuto il tempo, sarebbe arrivata ad indietreggiare fino a toccare la parete, allontanandosi da colui che aveva tentato di presentarsi come una sorta di salvatore, che si stava sempre più trasformando in un aguzzino, pronto a riscattare la sua parte da un momento all’altro.

    Beh, ho… una buona paga, non so quanti yen tu possa volere, ma posso permettermelo.

    Sapeva bene che non erano soldi ciò che cercava, lo stipendio di un Kage non poteva certo invidiare quello di una (ben pagata) segretaria. Fare un offerta le sembrava rischioso, ma lasciargli carta bianca lo era ancora di più. Che le minacce potessero funzionare? Non che valesse la pena il rischio, dato che il colosso aveva il coltello dalla parte del manico, ed ormai ben puntato alla gola di lei. Un passo falso e lui avrebbe potuto persino costringerla a rinunciare per sempre a quel potere.

    Stai aiutando la protetta di Febh a sviluppare se stessa. Un atto del genere renderebbe l’alleanza tra Konoha ed Oto molto forte… In quel caso potrei aiutare voi fogliosi in qualche missione per il vostro paese. Mi sembra un buono scambio.

    Si era pur sempre presentata come “arma personale” di Febh, ribadire il concetto proclamandosi sua protetta poteva funzionare. Certo, era un titolo che aveva ottenuto grazie alla debolezza dello Yakushi, ma ciò che aveva detto era la verità. Doveva solo sperare che fosse sufficiente a convincerlo.


    Edited by Waket - 10/9/2016, 21:08
     
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    Presenze nel Subconscio







    Scosse la testa qualche volta.

    Oh no, queste cose non si pagano con i soldi, e neanche con le missioni, sono un kage, ho tutti i ninja che mi servono.

    Quando parlò di Febh alzò gli occhi al cielo.

    Pft!
    E basta con questo Febh!
    Ma l’hai visto?
    Cioè, indossa degli occhiali senza lenti per darsi un aria da intellettuale!
    SENZA LENTI!
    Cioè, reputi un tizio simile degno di qualche tipo di peso in un tavolo contrattuale?


    Ridacchiò.

    Ma chi ti ha insegnato a fare affari?
    Un mendicante?


    Sfregò gli occhi per scacciare l’ultima risata.

    Ai ai… lascia stare il pagamento va, scherzavo.
    Scopri la natica e vediamo che succede.


    Se lei avesse esitato con un espressione meravigliata l’avrebbe esortata.

    Beh?
    Lo vedi che sta roba ha un ago da un metro?
    Posso fartela solo li via!


    In realtà era iniettabile con molta più semplicità in vena, ma Raizen non era un medico e non lo poteva sapere. Forse.
    C’era però da ammettere che il tocco sarebbe stato gentile, rapida disinfettata e poi una decisa stilettata prima della particolare sensazione lasciata dal siero che si spandeva nel gluteo, e dopo l’estrazione dell’ago una manata.
    Se fosse stato ripreso con una faccia del tutto innocente [recitazione] avrebbe alzato le mani.

    Che c’è?
    Serve a far spandere il siero.
    E niente, dobbiamo aspettare che faccia effetto.


    In un primo momento Hebiko non avrebbe sentito un granchè, anzi, il siero oltre il piccolo bozzo che andava appiattendosi non dava alcun fastidio, Raizen dal canto suo prestava poca attenzione a lei, aveva tirato fuori un divano dal nulla e ci si era sbracato sopra, quasi sonnecchiando.
    Ci sarebbe voluta più di una decina di minuti perché un primo guizzo animasse proprio il gluteo della Vipera, e guizzo era proprio il termine adatto: sottopelle qualcosa di lungo e fine si stava muovendo e pareva si spandesse, disseminando il corpo dell’otese di piccoli bozzi.
    L’Hokage sarebbe scattato in piedi, mettendo da parte tutti gli scherzi e l’ironia, la situazione non era di certo tra le più tranquille, considerando che la kunoichi era in totale catalessi!
    Qualcosa stava andando male e quei tremiti non erano cosa buona.
    Qualcosa guardava dentro ad Hebiko e lo faceva senza chiedere il permesso, violando la sua mente come se non gli appartenesse, come se fosse sempre appartenuta a lui.


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    Ohhhhh! Ecco dov’eri!
    Da tempo avevo perso le tue tracce, vieni torna da me, ho bisogno del tuo corpo più che mai!




    Era una voce suadente, difficile comprendere se maschile o femminile, ma suonava dolce come il miele e calda come un abbraccio, eppure si poteva scorgere un verdastro veleno corrompere ogni sua singola sillaba.
    La tentazione di ubbidire a quelle parole sarebbe stata ben più forte della volontà della Vipera fino a quando un marcato tremito non fece sobbalzare quel mondo onirico, destandola.

    Oh! Ci sei?
    Svegliati!


    Poteva sentirlo distintamente, seppur in lontananza ma rispondere non era possibile, il suo corpo in quel momento non le apparteneva.

    È lui?
    Lui ti tiene legata qui?
    Com’è nostalgico… ti mostrerò io come usare il dono che ti ho fatto!



    In quel momento la presa di Hebiko sul suo stesso corpo parve vacillare ulteriormente mentre un potere[Sali ad energia nera e ottieni il livello 4 dell’innata fino a che dura la possessione] mai sentito prima si impadroniva di lei costringendola a scagliarsi[Hai 3 slot azione: attacca.] contro Raizen per dare inizio allo scontro mortale che l’avrebbe portata via di li.
    Certo, era potente, ma non era affatto difficile rendersi conto di quanto la sua mente si stesse offuscando sotto la pressione spirituale di quello sconosciuto, doveva respingerlo.
    Al primo tentativo, quale che fosse, dal nulla si sarebbero materializzati due lunghissime braccia che dopo averla afferrata per le spalle si sarebbero trascinate dietro un corpo aggraziato, longilineo: il suo.
    Era una Hebiko, eppure i suoi occhi erano diversi.


    Non vuoi?
    E perché?
    Non volevi forse essere più forte?
    Guarda, stai sottomettendo il Colosso li fuori e ancora non sei arrivata al tuo massimo potenziale…

    No?

    Ascoltarla l’avrebbe fatta quasi vacillare, come se gli cantasse una ninna nanna, ma il sonno della ragione era pronto a generare un mostro, doveva reagire[Qui sei alla tua attuale energia, hai contro un tuo clone, entrambi con la TS di livello 1: combatti per la libertà :zxc: ]!
     
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    Possessione

    VIII - Since when where you the one in control?



    Sospirò, leggermente arresa, mentre Raizen si divertiva a prendere in giro Febh. Era sicura che i vari Kage si conoscessero tra loro, ma ci teneva comunque a convincere chi dubitasse di lui a cambiare opinione su quel disastroso Amministratore; certo, se solo avesse saputo che i due si conoscevano meglio di quanto lei potesse mai credere, non avrebbe perso così tanto tempo nel difenderlo dalle accuse dell’Hokage.

    Beh, ha abitudini bizzarre, ma quando si impegna è capace di grandi cose. E’ un buon capo in fondo…

    Nemmeno lei credeva ancora a questa affermazione, e si notava la sua insicurezza nel parlarne. Il discorso però venne distratto prima dal rifiuto, almeno apparente, di ottenere un qualsiasi pagamento, e successivamente del metodo di iniezione.

    Scopri che COSA??

    Il Colosso avrebbe presto intuito come la Vipera non fosse per nulla abituata a quel genere di trattamento, e del suo livello di pudore di fronte al sesso opposto.

    No! Categoricamente no!! Fai fare la pillola ai tuoi stupidi scienziati, oppure accontentati del mio braccio! E poi sei un uomo!! Chiama una delle tue stupide infermiere!

    Si sarebbe ribellata per una decina di minuti buoni, prima di dover cedere alla minaccia di non poter ottenere il siero. Irritata, diventò rossa per qualche istante, con le guance gonfie, pronta ad urlare il peggiore degli insulti all’uomo che si trovava davanti. La cosa però non si verificò, la minaccia divenne un pesante sospiro arreso, dove lei, a braccia conserte, si sarebbe avvicinata, imbarazzatissima, a Raizen.

    Ma perché dovete fare tutto a siringa, stupidi fogliosi masochisti.

    Si scoprì il minimo indispensabile, pronta a sputargli dell’acido in faccia di fronte a qualsiasi commento troppo spinto per i suoi gusti. Non riuscì a trattenere un mugolìo lamentoso, pronta però a ringraziarlo per la velocità del gesto, quando sentì la sua mano schiaffeggiarla poco professionalmente. Inutile dire che la Vipera si voltò all’istante accompagnata da un gridolino, scagliando un kunai che non avrebbe mai trovato della carne nella quale affondare data la troppa differenza di velocità.

    MAIALE! Non permetterti mai più!! Giuro che se anche solo ci ripensi ti disintegro entrambe le mani!! NON! RIPROVARCI!!

    Agitando la linguetta irritata come non mai, andò a sedersi dalla parte opposta della stanza, stringendosi a sé offesa. Fino a quel momento gli uomini che avevano anche solo tentato di avvicinarsi a lei avevano fatto chi una brutta fine e chi peggiore, ma nessuno di loro la superava tanto da potersi permettere di restare impunito. E lei rimase lì, con l’unica fortuna di non aver trovato un vero e proprio stupratore ma solo un uomo che si divertiva a mettere le mani dove non doveva se gliene capitava l’occasione.
    L’Hokage aveva trovato rifugio su un divano, qualsiasi suo tentativo di invitarla a mettersi accanto avrebbe ottenuto una soffiata ed un sibilo come risposta. Rimase a fissarlo silenziosa, riprendendo in mano il discorso del pagamento:

    Con questo il mio debito è saldato. Io ho avuto il siero e tu ti sei preso il pagamento.


    Serissima, se non avesse detto altro se ne sarebbe rimasta quieta nel suo angolino, aspettando che il siero facesse effetto. Non le andava nemmeno di pensare a quali potessero essere le altre mutazioni, altrimenti avrebbe avuto la tentazione di iniettarsi il siero blu, sempre se a quel punto avesse potuto funzionare.

    ...NO! Non mi farò toccare le chiappette una seconda volta.

    Dopo nemmeno dieci minuti un’orribile sensazione si presentò nel punto esatto dell’iniezione: qualcosa al suo interno aveva iniziato a muoversi. Scattò in piedi, spaventata, chiamando il Kage all’attenzione:

    Ra-Raizen… C’è qualcosa che non va in quel siero…

    La “cosa” iniziò ad espandersi per tutto il corpo, una miriade di “tubicini” si muovevano sottopelle, mandando la Vipera in panico. Gridò una seconda volta il nome del Colosso, prima di svenire di colpo.
    Al suo risveglio, o presunto tale, si ritrovava in un ambiente buio, surreale. Non vedeva nulla se non oscurità attorno a sé, nessuna parete, o impedimenti, ma nemmeno vie d’uscita o percorsi. Una voce però sembrava aver attirato la sua attenzione, soprattutto la richiesta di “tornare” verso la voce la spinse a seguirla, facendo qualche passo verso la fonte. Il suo desiderio di tornare a casa, o almeno in un ambiente familiare, si stava lasciando ingannare da quella voce che sembrava prometterle finalmente una via d’uscita. Non riconobbe l’autore, o l’autrice, di quella voce, le dava solamente una sensazione familiare che la convinceva a darle retta. Questo, fino a che non sentì una voce che riconobbe, Raizen sembrava la stesse chiamando da lontano, incitandola a svegliarsi.

    ...Svegliarmi? Ma io sono svegl… Un momento. Dove sono?

    Guardandosi attorno e riprendendo la ragione, iniziò a rendersi conto della surrealità dell’ambiente che le si trovava attorno. C’erano solamente due possibilità: o si trovava in un sogno, oppure il siero aveva reagito in maniera troppo aggressiva e stava in bilico tra la vita e la morte. Chiamò Raizen a gran voce, ritenendo come scelta migliore quella di seguire la voce che avrebbe dovuto riportarla alla realtà, venendo però interrotta nuovamente da quell’essere nascosto nell’oscurità.

    M-mi sta solo aiutando! ...Nostalgico? No, hey! Non riesco a controllarmi! Chi diavolo sei?? Nessuno ti ha dato il permesso di entrare nella mia mente! Ridammi il controllo prima che mi arrabbio sul serio!!

    Il suo corpo, nella realtà, si era alzato in piedi, e soffiava minaccioso verso l’unica persona presente in quella stanza. Forzarlo a muoversi in una direzione diversa le sembrava uno sforzo immane, riuscì solamente a voltare la testa per fissare terrorizzata Raizen stesso, prima di sentirsi trascinare via da due braccia, perdendo temporaneamente il controllo del suo corpo.

    Avanti, fatti vedere, figlio di… UH?!

    Non sapeva bene cosa aspettarsi dal portatore di quella voce, ma di certo non pensava di trovare se stessa. Confusa, fissò la sé stessa corrotta, dallo sguardo ammaliante e poco rassicurante, in perfetta combo con la sua voce. Era arrabbiata, tremendamente arrabbiata, non capì del tutto la situazione ne chi fosse realmente quella presenza, ma qualsiasi cosa fosse stava minacciando la sua libertà, e la cosa non le piaceva affatto.

    Ugh! Sento ancora quella roba muoversi sotto la mia pelle! ...Era questa la mutazione a cui alludeva? Maledizione non ho tempo!

    Doveva testare quel nuovo potere sul nemico. Più concentrava chakra in una zona del corpo, più sentiva delle bestie muoversi, immaginando, per quanto assurdo, potesse trattarsi di serpenti. Per quanto li adorasse, la sensazione che fossero dentro al suo corpo la fece rabbrividire, consapevole però che poteva controllarli senza paura che si ribellassero.
    La sua più grande paura era che l’Hebiko corrotta avesse una conoscenza più approfondita di quel potere, rischiando così di avere un notevole svantaggio nell’uso dell’abilità. Ma l’altra, convinta di poterla convincere solamente col suono della sua voce, la stava probabilmente sottovalutando, regalandole un vantaggio iniziale che avrebbe sfruttato senza darle tempo di rendersene conto.

    Devo tentare il tutto per tutto.

    Furiosa, attivò quel suo potere acquisito, disarticolando le braccia dietro di sè ed avvolgendole ben strette al collo della Vipera corrotta, sfruttando la vicinanza per coglierla di sorpresa:

    Io voglio essere più forte! Per insegnare a quelli come te che se vogliono privarmi della mia libertà dovranno prima passare sul mio cadavere!!

    La sensazione delle creature che si muovevano in sincronia con la sua volontà le diede più coraggio per reagire; era in balia di un nuovo potere, ma se sfruttarlo le avrebbe potuto garantire la vittoria lo avrebbe usato al massimo delle sue capacità.
    Se la presa avesse avuto successo e l’avversaria avesse mollato la sua presa più leggera, Hebiko l’avrebbe scagliata di fronte a lei con un movimento ad arco, facendola sbattere a terra, per poi estrarre il Kaiken e piantarglielo non sulla fronte ma dritto nell’occhio destro, ricordando come fosse stato inefficace il colpo frontale contro il tiranno del piccolo villaggio. Sentendo la sua libertà minacciata, voleva terminare quello scontro al più presto, e lo stava facendo nella maniera più violenta possibile. Non avrebbe mai perdonato un tale affronto nei suoi confronti.

    Se la presa avesse avuto successo, ma l’avversaria avesse evitato il successivo slancio, la Vipera avrebbe mantenuto ben salda la presa del volto dell’avversaria, sfruttando il contatto del polso per folgorarla, lasciando poi andare la presa, armandosi del suo fidato Kaiken e roteando su se stessa per riprendere una posizione frontale con l’Hebiko corrotta e contemporaneamente cercare di azzopparla al livello del ginocchio con un movimento ad arco della gamba sinistra che seguiva la sua rotazione. Se fosse caduta, la posizione le sarebbe stata favorevole per piantarle il pugnale nel collo, impalandola al terreno; se non l’avesse uccisa, avrebbe comunque dovuto causarle ingenti danni e portarsi in vantaggio.

    Se si fosse liberata con facilità dalla presa, avrebbe capito che ancora non era in grado di usare con efficacia quel potere per far forza stringendo, decidendo così di sfruttare l’abilità per poter colpire più lontano: si sarebbe voltata immediatamente per mantenere il contatto visivo sull’avversaria, caricandosi di elettricità. Avrebbe poi caricato il pugno destro, scagliandolo contro l’avversaria spingendosi in avanti col corpo e sfruttando la massima lunghezza del suo nuovo potere, utilizzando un movimento ad arco in modo che, se il pugno non fosse riuscito a colpire il suo corpo, avrebbe raggiunto il terreno, scaricandovi la folgorazione a terra e propagandone il flusso per danneggiarla. Approfittando della folgorazione, o di un eventuale salto che le avrebbe permesso di evitare la scarica elettrica proveniente dal terreno, avrebbe tentato di prenderla per una gamba con la mano sinistra, allungandosi quanto più possibile e scagliandola a terra con violenza.

    [Predatore: +2 For]
    [Lunghezza max arti: 1 metro e mezzo]




    Nel mondo reale Hebiko appariva assente, non rispondeva ai vari richiami, e sembrava non aver nemmeno le stesse movenze. Rinvigorita da una forza mai posseduta prima, attivò il nuovo potere al quale sembrava affine ormai da tempo, e allungò con rapidità entrambe le braccia verso il bacino del Colosso, che si sarebbero avvolte verso il basso, attorno alle gambe, stringendole nel tentativo di immobilizzarlo sul posto.

    Se fosse riuscita a prenderlo, avrebbe richiamato numerosi serpenti che lo avrebbero danneggiato. Permettendosi così di liberare il braccio sinistro, con l’altro ancora saldo che con un colpo secco tentò di trascinarlo a terra, supino, se fosse stata abbastanza vicina, estraendo il Kaiken lo avrebbe colpito con un colpo a martello dritto in mezzo al petto, puntando dritto al cuore; se fosse stata poco più distante si sarebbe accontentata di tagliargli i legamenti del ginocchio sinistro.

    Se avesse evitato la sua presa, si sarebbe fermata per un istante per comporre alcuni sigilli, riempiendo la stanza con la sua illusione. Sfruttò nuovamente la lunghezza dei suoi arti per raggiungerlo ed avvolgersi col destro al suo volto, oscurandogli la vista. Accecato o no, armando di Kaiken la mano libera, si sarebbe scagliata sul suo collo con un colpo a martello, infilando la lama in profondità cercando così di aprirgli una ferita verticale.

    [Predatore: + 2 For]
    [Lunghezza max arti: 6 mt]


    CITAZIONE
    Hebiko Onirica

    Vitalità: 14 leggere
    Chakra: 40 bassi

    Slot TB: Attivazione Innata Lv 1

    Slot azione 1: presa collo, 1 basso
    Slot azione 2: lancio, 1 basso
    Slot azione 3: coltellata al collo
    Chakra: 35 bassi

    Slot azione 1: presa collo, 1 basso
    Slot azione 2: spazzata, 1 basso
    Slot azione 3: coltellata al collo
    Slot TA: Palmo elettrostatico
    Chakra: 33 Bassi

    Slot azione 1: presa collo, 1 basso
    Slot azione 2: pugno
    Slot azione 3: presa, 1 basso
    Slot TA: Folgorazione
    Chakra: 32 bassi

    CITAZIONE
    Hebiko Posseduta

    Vitalità: 24 leggere
    Chakra: 175 bassi

    Slot TB: Attivazione Innata Lv 4

    Slot azione 1: presa gambe, 1 basso
    Slot azione 2: scagliato a terra
    Slot azione 3: coltellata, 1 basso
    Slot TA: Doppio Abbraccio
    Chakra: 167 bassi

    Slot azione 1: presa gambe, 1 basso
    Slot azione 2: braccio attorno agli occhi
    Slot azione 3: coltellata
    Slot TA: Pioggia acida
    Chakra: 167 bassi

    CITAZIONE
    Doppio Abbraccio
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Nessuna ( 0)
    Previo azione di stritolamento compiuta con successo, l'utilizzatore può evocare dalle proprie braccia una numerosa quantità di serpenti che stringeranno l'avversario. La potenza del morso è pari a 20; la forza della presa sarà incrementata di 2 tacche. La tecnica rimarrà attiva 1 round.
    Tipo: Ninjutsu - Hebiton

    Pioggia Acida
    Villaggio: Oto
    Posizioni Magiche: Serpente, Cane, Cavallo, Topo, Serpente, Pecora, Tigre, Serpente, Pecora (9)
    L'illusione si attiva se la vittima presente nell'area di 21 metri scelta all'attivazione. La vittima vedrà l'inizio di un'abbondante pioggia acida: piante e arbusti appassiranno, le strutture organiche inizieranno a decomporsi e disgregarsi, mentre le strutture non organiche verranno lentamente corrose. Essere colpiti dalla pioggia causa una riduzione di 1 leggera di vitalità e uno status a round a scelta della vittima: Stordimento, Percezione ridotta di 2, Ustione (DnT Medio), Intralcio Medio; i malus che non causano danni saranno presenti finché sotto la pioggia. L'efficacia è pari a 40.

    Tipo: Genjutsu - Genjutsu
    (Livello: 4 / Consumo: Medioalto - Mantenimento: Basso)
    [Da genin in su]


    Folgorazione
    Villaggio: Oto
    Posizioni Magiche: Cane, Maiale, Cavallo (3)
    L'utilizzatore può ricoprire il proprio corpo con uno strato di chakra elettrico. L'utilizzatore può scaricare l'elettricità acquisita con il tocco, causando un danno di potenza 25 e Stordimento per 1 round. Dal punto d'impatto si propagherà entro 3 metri un flusso elettrico di potenza 15. La Velocità è pari alla Concentrazione dell'utilizzatore.
    Tipo: Ninjutsu - Raiton
    (Livello: 4 / Consumo: Medio )
    [Da genin in su]


    Palmo Elettrostatico
    Villaggio: Oto
    Posizioni Magiche: Ratto, Serpente (2)
    L'utilizzatore può convogliare l'elettricità nel proprio palmo. Se toccato un arto può causare Semiparalisi e Azzopato per 2 round; se toccato il busto può causare un danno di potenza 20; se toccato il volto può causare Scoordinamento e Confusione.
    Tipo: Ninjutsu - Raiton
    (Livello: 6 / Consumo: Mediobasso )
    [Da studente in su]
     
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    Serpi no ossa







    Quando la kunoichi lo minacciò di disintegrargli le mani gli rispose facendole il verso con la mano messa a becco d’oca starnazzante.

    Se se se, come no, devi ancora mangiarne di stufato di melma prima di potermi fare qualsiasi cosa.

    Si buttò sul divano ad attendere che arrivasse il meglio.

    Debito pagato?
    E che sono un eiaculatore precoce?
    Sei fortunata che non intendo farti pagare nulla altrimenti dei tuoi spicci me ne farei ben poca roba.
    Quel siero con una lieve modifica sarebbe una scoperta scientifica rivoluzionaria, sai quanti imbranati al mondo ci sono che non sanno usare le loro capacita?
    Quanti Uchiha con dei semplici occhi neri da sfigati?
    Quel siero li renderebbe tutti, TUTTI dei temibili avversari, senza nemmeno un giorno di addestramento.
    Ma simili esperimenti non sono considerati da tutti eticamente corretti, per cui con quella scusa tengono a bada la cacarella e tanti saluti.


    Quando la ragazza lo avvertì del malfunzionamento del siero era già in piedi, ma al contrario suo sapeva che stava andando tutto bene, almeno per quanto ne sapeva lui.
    La consapevolezza che qualcosa non andasse arrivò quando la vipera si scagliò su di lui, evidentemente potenziata da qualcosa.

    Il siero?

    Si domandò a voce alta, ma subito si rispose di no, un simile aumento di potere sarebbe stato estremamente rischioso per qualsiasi corpo umano, ed il siero sapeva essere destinato ad un solo utilizzo, il risveglio dei geni sopiti, o un accelerazione controllata di un risveglio già in atto.
    Ma non c’era tempo per pensare ulteriormente, la Serpe gli si stava gettando addosso, il primo attacco non fu pericoloso, la traiettoria rettilinea delle due braccia gli permise di schivare lateralmente evitando del tutto l’attacco mentre la moltitudine di sigilli venne interrotta dal rapido[AdO velocità +8]
    Vedo che in scheda hai azione rapida, se intendevi usarla va dichiarato PRIMA dell'azione, non dopo
    fendente di un kunai che avrebbe privato la mano sinistra delle scomode appendici utili a compiere i sigilli.

    Necrofilo.

    Eh? Perché?

    E me lo chiedi? Non ti ha dato nemmeno una sberla che già gli mozzi le dita!
    Dall’iniezione che gli hai fatto pensavo volessi farci qualcosa, e se tanto mi da tanto pensavo volessi farcelo una volta morta… sai, dopo quella reazione non era assurdo pensare “dead body can’t say no”


    Ahhh, no tranquillo, non dovrebbe essere un danno eccessivo, al massimo gliele faccio riattaccare.

    Dopotutto, aveva ricostruito metà di un uomo, riattaccare quattro dita era roba da poco.
    Gli altri due attacchi, complici forse della scarsa “presenza” della ragazza non andarono a segno, venendo portati fuori traiettoria semplicemente con una piccola spinta che fece avvolgere il primo sopra alla testa del Colosso e fece andare il secondo a vuoto dopo una piccola schivata.
    Quelle braccia erano scomode, e rendevano impossibile immobilizzarla, ma poteva rallentarle con le giuste conoscenze. Aveva a portata di mano due tecniche difficilmente visibili e da cui, in uno spazio così ridotto, non ci sarebbe stato scampo gli bastò imporre le proprie mani dinnanzi a se per produrre una corrente ventosaVento Infernale
    Villaggio: Personale
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore può creare dalle mani una potente corrente d'aria gelida. Ha gittata pari a 12 metri,potenza pari a 25, il freddo causa Intralcio Leggero per 2 round.
    Tipo: Ninjutsu-Fuuton
    (Livello: 5 / Consumo: Medio )
    [Raggio corrente: 1,5 metri ogni Grado]

    [Da studente in su]
    + impronta + nin perfetti + nin talentuosi + concentrazione = 55
    che avrebbe limitato i movimenti della kunoichi.
    Successivamente sarebbe scattato sulla vipera, aveva ormai compreso che quell’abilità faceva qualcosa alle ossa, non sapeva se le sostituiva o le rendeva morbide, ma di fatto cercare slogature o rotture sarebbe stato soltanto una perdita di tempo, cosa che lo portò a cercare il contatto fisico inserendo[velocità+8] entrambe le mani tra il collo e le spalle di lei, prima di muoversi lateralmente allontanando col gomito destro il braccio sinistro di lei in caso tentasse di slegarsi dalla presa, mentre il braccio sinistro le si avvinghiava sul collo per poi stringerlo tra avambraccio e braccio, iniziando a limitare l’apporto di ossigeno al cervello e mantenendo la posizione fino allo svenimento.
    Poteva essere chiunque, ma un cervello senza ossigeno si sarebbe spento.
    Avrebbe usato tutte le sue risorse per mettere a segno quella presa, se il primo tentativo fosse fallito infatti una code[Attivazione demone + code di chakra] di chakra si sarebbe materializzata alle sue spalle per poi scattare e cercare di avvinghiarsi attorno a lei in modo da rendergli impossibile alzare le spalle e lasciargli spazio di manovra attorno al collo per ripetere la manovra.
    Se non fosse bastato la coda sarebbe ulteriormente scivolata addosso ad Hebiko, scorrendo come una corda in modo da guadagnare metri manovrabili sulla punta che avrebbe cercato di afferrare il polso della mano non ferita per poi stringere di nuovo sul collo.

    Battaglia mentale



    Intanto all’interno l’invasore parve divertito dall’affermazione di Hebiko.

    Cadavere?
    Oh no, non sono interessato ad ucciderti, mi servi viva, e viva resterai.
    Quel bestione li fuori è l’unica cosa che ti impedisce di correre a gambe levate verso Oto.
    Non hai osservato?
    Chi pensi che gli stia dando filo da torcere?
    Tu forse? Ahahah!
    Sei debole, ma non per molto, stai tranquilla diventerai forte se mi ascolterai.


    Ma quella non voleva saperne e saltò all’attacco, cingendole il collo e tentando un rovesciamento che portò solamente all’allungamento del collo dell’altra.

    Ohh, che carina,imita il papà!

    Disse con una faccia inquietante davanti a lei mentre, forse spaventata dagli effetti inaspettati[la tecnica non si attiva, se mantieni la testa non componi i sigilli, attenzione] della sua presa riassemblava l’attacco cercando di azzopparla con un calcio che andò miseramente a vuoto mentre la gamba avversaria ruotava innaturalmente il ginocchio verso l’interno.
    Con la testa ancora allungata e la vicinanza al collo avversario la copia avrebbe tentato un morso al collo, visto che Hebiko aveva soltanto ruotato su se stessa, un morso che, grazie alla disarticolazione della mandibola sarebbe riuscito a stringere l’intero collo senza farselo scappare, di modo da tenerlo fermo e poter ledere la testa con un potente doppio pugno[for +2 vel +3 potenza 10x2] dritto sulla testa.
    Che il morso-presa fosse eluso o meno la Vera serpe avrebbe gonfiato le guance per sputare un rigurgito acido[la tua cara saliva acida] che in quel punto del corpo poteva risultare assai fastidioso.

    Sai il bello di questo luogo?
    Stai combattendo con te stessa!
    Più tu ti stanchi, più ti stanchi… ma più mi stanco io più ti stanchi tu!


    Dopo la curiosa rivelazione la mano destra sarebbe scattata nella sacca portaoggetti estraendone un kunai e tentando un fendente allo stomaco, se fosse riuscita a mantenere la presa gran parte delle azioni sarebbero state complesse da vedere, doveva trovare il modo di disfarsi di quella minaccia al più presto, possibile che potesse esclusivamente combattere contro quell’immagine di se stessa?
     
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    IX - O il più violento



    La Vipera reale, colei che aveva perso coscienza di sé, si ritrovò la mano destra senza dita, fissandola senza nemmeno un accenno di dolore. A quanto pare quel potere garantiva una semi-immunità al dolore, cosa che l’Hebiko senziente avrebbe apprezzato parecchio per ogni futura visita all’ospedale, date le sue fobie verso i medici (ma come darle torto, i dottori di Oto non sono in grado di metterti a tuo agio senza farti credere che ti prenderanno un rene o due mentre sei distratto).
    Una folata di vento gelido invase la stanza, raggelandole gli arti. Tentò di muoversi appena, notando come i suoi movimenti erano piuttosto limitati, venendo distratta dall’attacco di Raizen, che si accanì sul suo collo in un tentativo di strangolamento. La kunoichi non si mosse, mentre il nemico stringeva, gli sventolò appena la lingua davanti al naso, dimostrando come la presa non sembrava darle per nulla fastidio, prima di caricare la gamba per un deciso colpo diretto ai genitali; se come previsto si fosse chinato in avanti, avrebbe continuato con una gomitata sulla schiena, seguita rapidamente da una ginocchiata in faccia.
    Se non si fosse chinato in avanti, sfruttando la probabile perdita l’equilibrio, avrebbe allungato il braccio sinistro con la mano ancora integra, portandolo dietro di lui a livello delle caviglie, prendendone saldamente la destra; successivamente lo avrebbe colpito con uno spintone dritto al petto, mirato a fargli perdere l’equilibrio e farlo cadere a terra dinanzi a sé.




    L’Hebiko che combatteva per riprendersi la sua coscienza era furiosa, tanto da rischiare di farsi accecare dalla rabbia. La sé stessa nemica, che probabilmente stava cercando di convincerla a passare dalla sua parte, otteneva come unico effetto quello di farla arrabbiare sempre di più, ed ora che Raizen le aveva tagliato le dita di una mano aveva ancora più fretta di riprendersi il suo corpo per ricambiare il favore.

    Io… Non sono… DEBOLE!

    Con furia sferrò il suo attacco, che venne però annullato confermando la sua precedente tesi: aveva il suo stesso potere, e probabilmente ne aveva una conoscenza maggiore rispetto a lei. La frase successiva poi la fece imbestialire ancor di più, infastidita dalla scomoda posizione che non le permise di compiere i sigilli per la sua tecnica.

    Il test è FALSO!

    Con il braccio parò il morso in arrivo, evitando che le si aggrappasse al collo; strinse i denti per resistere al dolore, notando però che sembrava sentire meno dolore del previsto. Schivò il secondo attacco in maniera simile a quella nemica, e concentrò chakra appena sotto alla testa allungò il collo, spostandolo innaturalmente per evitare i due pugni. Lo ritirò subito dopo, rabbrividendo per via della sensazione innaturale che le dava quel potere. Riconoscendo poi una delle sue tecniche più usate, attivò la pelle di serpentePelle di Serpente
    Villaggio: Oto
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore può ricoprire il proprio corpo di uno strato squamoso. La potenza offensive e difensiva delle zone ricoperte sono incrementate di 15, la durezza è pari a 3; i danni a mani nude saranno considerati da taglio anziché contusione. Le squame possono rimanere attive per massimo 2 round.
    Tipo: Taijutsu
    (Livello: 5 / Consumo: Medio )
    [Da genin in su]
    per limitare i danni dell’acido, coprendosi il volto col braccio libero; approfittando del momento, notò come l’Hebiko corrotta portò una mano nel portaoggetti, probabilmente per attaccarla con un fendente. Fece lo stesso, mettendo la mano sull’elsa del suo Kaiken, per poi reagire nel momento in cui il fendente la colpì: piantò la lama dritta nell’occhio dell’avversaria, andando più in profondità possibile cercando di danneggiarle il cervello, sapendo che il colpo nemico sarebbe stato meno grave del previsto data la sua armatura di scaglie.

    E se ti uccido chi si stanca?!

    Che il colpo avesse effettivamente ucciso l’avversaria o meno, avrebbe infierito quel colpo cercando letteralmente di aprirle il volto con uno squarcio verticale, estraendo poi la lama e, prendendo con entrambe le mani i due lembi di pelle aperti, squarciandoli, cercando di aggravare quel colpo quanto più possibile. Se non l’avesse sconfitta in quel modo, l’avrebbe comunque lasciata parzialmente accecata e probabilmente con una grossa area sensibile da colpire ulteriormente. Hebiko sarebbe rimasta in posizione di difesa, ansimante, iniziando a sentire lo sforzo di entrambe.


    CITAZIONE
    Hebiko Onirica

    Vitalità: 12 leggere
    Chakra: 28 bassi

    Slot difesa 1: parata, 1 basso
    Slot difesa 2: schivata
    Slot difesa 3: S&M
    Slot azione 1: S&M, 1 basso
    Slot azione 2: squarcio
    Slot azione 3: squarcio a mano (eugh)
    Slot TA: Pelle di serpente

    CITAZIONE
    Hebiko Posseduta

    Vitalità: 17 leggere
    Chakra: 94 bassi

    Slot difesa 1: //
    Slot difesa 2: //
    Slot difesa 3: S&M
    Slot azione 1: S&M, 1 basso
    Slot azione 2: gomitata / presa caviglia
    Slot azione 3: ginocchiata / spintone, 1 basso
     
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    Gioielli in cassaforte







    Lo strangolamento non ebbe alcun effetto, ma potè sentire che in quella zona del corpo della ragazza qualcosa era cambiato, non riconosceva i muscoli che ci sarebbero dovuti essere in quel punto, non era di certo un medico, ma sapeva cosa doveva sentire quando chiudeva il braccio sul collo di qualcuno, e non sentiva ciò che si aspettava.
    La posizione defilata gli permise di vedere chiaramente il calcio in arrivo ai genitali, la cui velocità e fluidità vennero limitati pesantemente dalla posizione del Colosso.

    Quanta femminilità in un solo attacco.

    Disse con un sorriso paterno mentre la gamba destra scattava a protezione della delicata gioielleria impastando una moderata quantità di chakra per impedire danni troppo ingenti[resistenza + 4 ferita lieve].

    Ma a babbu no du imparasa a coberriri.

    Ho il ribrezzo a sentirti parlare in questo modo, villano.

    La presa utilizzata dalla vittima fu efficace, ma soltanto per precisa intenzione del Colosso che una volta a terra strinse la presa[subisci e mena ferita più che leggera al sedere (?)] sul braccio avversario, questa volta senza usare chiavi articolari, ma semplicemente come una corda al cui capo era legato il corpo avversario che si sarebbe visto tirare e poi scagliare come una frombola compiendo un arco che l’avrebbe portata a rovinare col capo sul pavimento, un impatto da non sottovalutare vista la forza [for+6] impiegata
    Secondo i suoi calcoli avrebbe dovuto funzionare, almeno sperava che le braccia non potessero allungarsi ulteriormente.

    Vediamo come te la cavi con i cazzotti.

    Il corpo del ninja ruotò su se stesso per posizionarsi nuovamente frontalmente alla ragazza dopo la proiezione, caricando contemporaneamente una spazzata[stivali da combattimento pot 40] prima ancora che questa avesse il tempo di rialzarsi, o prendendola in controtempo se avesse già fatto in tempo a ripristinare qualche punto d’appoggio.
    Colpita o meno con quegli attacchi l’offensiva sarebbe proseguita con un calcio in pieno torace o un pugno se fosse stata in piedi, alla medesima[le mani, come i piedi sono armati di un PPcC di potenza 40] potenza
    Fece schioccare rumorosamente il collo dopo aver menato l’ultimo colpo.

    Mi stai facendo arrabbiare, e tu non vuoi farmi arrabbiare, nessuno vuole farmi arrabbiare.
    Io sono per la parità dei sessi, e questo vuol dire che se non la pianti ti spacco quel bel faccino come farei con qualsiasi altra persona.



    Lotte psicologiche




    All’interno le cose non andavano certo meglio, con Hebiko che cercava di negare la realtà.

    Debole?
    Piccola mia, tu sei solo giovane, ma puoi crescere!
    Tu non sei mai stata debole.
    Ma devi anche apprendere dai giusti sensei.


    Parlava con tono paterno.

    Falso?
    Oh no, no, non lo è… ma questo tu lo sai, lo neghi proprio per questo motivo.


    Disse sorridendo maliziosamente.
    Il subisci e mena di Hebiko però fu provvidenziale, facendola andare a segno e riuscendo ad accecare parzialmente la sua copia ma non ad ucciderla, visto che questa si disimpegnò dallo scontro prima arretrando con la testa per far fuoriuscire la pericolosa lama senza farla affondare ulteriormente, cosa in cui la ragazza sarebbe riuscita se avesse usato tutte le proprietà delle sue braccia, per poi risultare troppo distante alla seconda presa.

    Se mi uccidi?
    Chi lo sa… se è tuo il chakra che uso, potrebbe essere tua anche la vita che consumo.


    Inaspettatamente infatti, se Hebiko si fosse concentrata sulla se stessa posseduta, avrebbe potuto notare come il suo raggio visivo si fosse dimezzato, segno che era stata accecata.
    La ragione non era chiara, ma che fosse un modo per aiutare Raizen all’esterno?
    La copia in tutta tranquillità prese l’occhio e lo strappò via, eliminando quel fastidioso problema come se quelle ferite non gli facessero alcun male.
    Impugnò poi un numero di kunai impossibile da quantificare grazie alla sua manualità[prestigiatore] aiutata da quelle articolaioni così lasche, e si lanciò all’attacco, corsa frontale e sguardo fisso sul viso, tutto diceva che avrebbe colpito li, ma all’ultimo passo la falcata si divaricò in maniera incredibile, compiendo una spaccata impossibile persino per la migliore delle ginnaste, forse qualcosa di impensabile persino da Hebiko data la scoperta delle sue capacità da meno di cinque minuti. A prescindere dalla sorpresa della Kunoichi il clone avrebbe sferrato il pugno all’altezza del ventre un problema facilmente evitabile vista la difesa data dalle scaglie di serpente di cui era tanto sicura, tuttavia il problema stava nella mano, celata in essa vi stavano infatti 3 kunai che sarebbero stati disposti tra gli spazzi delle dita, come fossero tre artigli, tutti direzionati a perforare il ventre della vipera, contemporaneamente l’altra mano, cercava di ledere la gamba sinistra allo stesso modo tagliando i fasci muscolari presenti nella fascia interna della gamba e con essi la femorale, importantissimo vaso sanguigno.
    I due attacchi[for + 3 entrambi] avrebbero sfruttato tutta la lunghezza a disposizione delle braccia per seguire Hebiko nella schivata, anche se non sarebbe stata semplice visto che la spaccata avrebbe portato il clone ad insinuarsi tra le gambe di lei continuando il movimento mentre con le mani componeva pochi sigilli[palmo elettrostatico].
    Appena ristabilita la distanza da combattimento, trovandosi verosimilmente alle spalle di Hebico, avrebbe fulmineamente attaccato senza darle il tempo di voltarsi menando un pugno alle sue spalle o a metà torace se fosse stata ruotata rispetto a lui in qualche modo.
     
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    Collaborare a distanza

    X - Furia cieca



    La presunta gentilezza del suo clone, almeno a voce, non venne minimamente ricambiata dalla furia dell’originale, che mostrando i denti ribatteva ad ogni sua frase, sibilandogli contro aggressivamente.

    Già! Posso crescere! Così come sono cresciuta da sola dopo essere scappata di casa, finendo a dover prendere un fottuto siero per liberare le mie potenzialità!! Dov’eri tu mentre imparavo a stenti tecniche e controllo del chakra?! EH?!Chi, tra te o mamma, ha deciso di abbandonarmi ad altra gente che si occupasse di me, per venirmi a riprendere chissà quando??

    Ancora non poteva immaginare tutta la realtà, razionalmente parlando pensava di essere frutto di una normalissima famiglia, o perlomeno una fidanzata, od una donna casuale.

    Nessuno, nemmeno il mio presunto ...”padre”, può prendere il controllo di me stessa e restarne impunito.

    Pronunciò quella frase con disgusto, un clima teso si presentava nell’aria, mentre il combattimento proseguiva… quando una frase proveniente dall’esterno distrasse la Vipera per un secondo.

    ...Ma quanto sei grezzo. ...E.EHI! Piano, sono fragile!! UGH! Rivoglio il mio corpo!!

    Controllò rapidamente le condizioni del suo corpo reale. Quel gigante le aveva staccato tre dita della mano sinistra, ed ora infieriva come poteva, dopo aver tentato un fallimentare strangolamento. Anche se qualcosa non le tornava.

    ...Perchè ci vedo così poco?

    Un solo occhio era funzionante. Esattamente come il clone corrotto di fronte a lei, che si era appena staccato l’occhio ormai distrutto e lo aveva lanciato via senza curarsene; il volto nel corpo originale appariva intatto, ma sembrava tenere lo stesso occhio chiuso. Hebiko fissò il suo clone dubbiosa, certa di una cosa: non poteva rischiare di infliggergli colpi letali come aveva tentato attimi prima, ma poteva tentare di aggravare il malus nemico, sempre se il suo ragionamento fosse stato corretto.

    Sarà un vantaggio per me almeno… Prima che quel Colosso mi uccida!
    RAIZEN! ...Ugh, non credo mi senta… Spero che i tuoi medici siano ben attrezzati per aggiustarmi tutta!!

    Non poteva distrarsi ulteriormente, dubitava che la sua voce sarebbe effettivamente arrivata all’orecchio del colosso, ma per la sua idea c’era qualche possibilità. Un ultimo ringhio di odio per il suo avversario, sentiva che la sua riserva di chakra non le avrebbe permesso uno scontro troppo prolungato.
    La Vipera, vedendo l’attacco imminente, si tese pronta a scattare di lato per evitare il colpo al volto, aiutandosi sfruttando per l’ultima volta il suo nuovo potere, ma finalmente, per sua sfortuna, la se stessa corrotta le mostrò le piene potenzialità di quell’abilità: sorpresa da tanta flessibilità, non si accorse della finta ed un violento pugno la colpì in pieno petto, notando appena in tempo il secondo colpo in arrivo, sfruttando il chakra per diminuire il danno subito e roteando su se stessa sfruttando la schivata fallimentare per trovarsi di fronte al clone. Riconoscendo i sigilli, con la destra ancora armata del suo Kaiken, lasciando che la mano nemica scaricasse l’energia, sfruttando la sua armatura naturale per alleggerire il colpo, consapevole del rischio a cui andava incontro ma allo stesso tempo volendone sfruttare l’occasione: contemporaneamente al colpo avversario, strinse i denti per resistere alla scossa ed attaccò il nemico puntando a colpirgli l’occhio sano sfruttando tutta la lunghezza della sua innata.
    Il suo unico scopo era quello di accecare il nemico e fermarsi, pregando che poi Raizen sarebbe riuscito a stordire il suo vero corpo per aiutarla a riprenderne il controllo, evitando di uccidere la sua clone per non rischiare di suicidarsi. Perciò, se il nemico fosse riuscito ad evitare il colpo accecante, Hebiko avrebbe reagito con furia: imparando dal nemico, avrebbe allungato al massimo della sua lunghezza e avvolto alla bene e meglio il suo braccio a livello della bocca nemica, scattando leggermente in avanti se ne fosse stata costretta per raggiungerne la distanza. Se la presa avesse avuto successo, concentrando chakra su tutto il braccio avrebbe liberato una miriade di serpentiDoppio Abbraccio
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Nessuna ( 0)
    Previo azione di stritolamento compiuta con successo, l'utilizzatore può evocare dalle proprie braccia una numerosa quantità di serpenti che stringeranno l'avversario. La potenza del morso è pari a 20; la forza della presa sarà incrementata di 2 tacche. La tecnica rimarrà attiva 1 round.
    Tipo: Ninjutsu - Hebiton
    (Livello: 4 / Consumo: Medio)
    [Richiede Progenie del Serpente 1]
    [Da genin in su]
    dal suo braccio, vedendo finalmente cos’era a darle quella sensazione, e puntandogli a strappargli l’occhio buono a morsi, e contemporaneamente avrebbe man mano accorciato la distanza del braccio per avvicinarsi ed eventualmente infilzarlo[Slot Azione 3] di sua spontanea volontà.
    Se la presa fosse fallita, ed il nemico fosse stato troppo lontano per essere colpito, non avrebbe ovviamente liberato i serpenti ma avrebbe lanciato quattro kunai i primi due uno di seguito all’altro, con la differenza di mezzo secondo, in diagonale, che insieme agli altri due, speculari, che sarebbero arrivati un secondo più tardi, si sarebbe formato una sorta di rombo, in modo da cercare di colpire il volto avversario in qualsiasi modo avesse deciso di schivare il colpo. Se, come intuiva, il clone corrotto avesse deciso di stare fermo per far sì che tutti e quattro i kunai lo sfiorassero appena essendo ognuno di loro appena poco più in là del viso per colpirlo veramente in caso di immobilità, il quintoBrezza Feroce
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore è in grado di sferrare un attacco a distanza in più rispetto al massimo concesso. L'attacco a distanza extra avrà Velocità e Forza incrementati di 2 tacche. Tutti gli attacchi a distanza del round devono rivolgersi verso un singolo obiettivo.
    Tipo: Taijutsu
    (Livello: 5 / Consumo: Medio )
    [Da studente in su]
    ed ultimo kunai, lanciato con discrezione subito dopo gli altri, sarebbe andato a colpire esattamente l’occhio buono.

    [Predatore +2 Vel]


    La Vipera posseduta, pur avendo la vista dimezzata, non avrebbe avuto troppe difficoltà nell’allungare ulteriormente il braccio per evitare di finire scaraventata dalla parte opposta della stanza, sei metri di lunghezza erano sufficienti per evitarle il lancio, si sarebbe giusto spostata un po’ bruscamente in avanti ma nulla di grave. Un salto le fu sufficiente per evitare la spazzata, ma quella schivata l’avrebbe costretta ad incassare pesantemente il colpo nemico. Vedendo il pugno arrivare, ancora a mezz’aria, avrebbe avvolto entrambe le braccia al collo nemico, accorciando la distanza effettiva tra i due di un solo metro e mezzo. Sarebbe stata scaraventata con violenza contro la parete dietro di sé, ma data la presa il suo nemico l’avrebbe seguita, e per infierire il colpo lo avrebbe tirato a se il più possibile, cercando addirittura che la testa di Raizen colpisse il muro per prima. Se fosse riuscita nel suo intento se lo sarebbe probabilmente ritrovato sopra di sé, entrambi più o meno storditi dal colpo: in quel caso avrebbe slegato le braccia per prendere il Kaiken dalla tasca, sfruttando la lunghezza del braccio per cercare di infilzarlo in mezzo alla schiena ed aprire la ferita facendo scorrere la lama verso il basso.
    Se per qualsiasi motivo non fosse riuscita ad effettuare la presa, leggermente stordita dal colpo, si sarebbe rialzata scuotendo appena la testa, mentre tra le tasche cercava un paio di kunai: sfruttando la distanza, li avrebbe lanciati verso il centro del petto nemico, contemporaneamente correndogli incontro, dimezzando così i metri tra i due. Il braccio sinistro si sarebbe allungato per cercare di minare l’equilibrio delle gambe, avvolgendovisi attorno, ed approfittando di quell’impedimento, la mano destra armata di Kaiken avrebbe cercato di sfregiargli il volto diagonalmente, cercando di cavargli un occhio nell’atto.
    Altrimenti, c'era la possibilità che, se Hebiko fosse riuscita ad accecare il suo clone, il suo corpo reale fosse stato accecato, e di conseguenza incapace di contrattaccare. In quel caso, la Vipera sarebbe rimasta tesa, ovunque fosse, attendendo un qualsiasi movimento nemico, potendo contare solo sui sensi rimanenti per difendersi.

    [Predatore +3 Res]


    Slot azione 4 dato da Ag +3
    CITAZIONE
    Hebiko Onirica

    Vitalità: 9 /12 leggere
    Chakra: 22 bassi

    Slot difesa 1: impasto 1 res
    Slot difesa 2: impasto 1 res
    Slot difesa 3: impasto 1 res
    Slot azione 1: S&M
    Slot azione 2: presa
    Slot TA: Doppio abbraccio

    Slot azione 2: doppiocolpo kunai
    Slot azione 3: doppiocolpo kunai
    Slot TA: Brezza Feroce

    CITAZIONE
    Hebiko Posseduta

    Vitalità: 14 1/2 leggere
    Chakra: 93 bassi

    Slot difesa 1: //
    Slot difesa 2: salto
    Slot difesa 3: S&M
    Slot azione 1: S&M 1 basso
    Slot azione 2: lama schiena
    Slot azione 3: lama schiena
    Slot azione 2: doppiocolpo kunai
    Slot azione 3: Presa gambe
    Slot azione 4: lama al volto
     
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    La cecità della vipera diede il a Raizen l’occasione per scattare, questione di istanti, di attimi, ed un potente pugno avrebbe sconvolto i sensi della genin, mandandola in tilt, o più precisamente KO.
    Cadde come un sacco vuoto davanti a lui.

    Eeewwwwwwwwww!
    Mai vista una sbarellare in questo modo!


    La prese in braccio e la portò via rapidamente, serviva qualcuno che gli riattaccasse le dita, prontamente recuperate da un clone.
    Nella piccola sala di degenza attrezzata per queste urgenze la dottoressa gli spiegò che la mente ed il chakra della ragazza erano scombussolati come quando si era in preda ad un genjutsu.

    No, non sono stato io!

    Alzò le mani quando venne guardato con fare sospettoso.

    Mi sono limitato ad utilizzare il siero, ma non so cosa ho risvegliato onestamente.

    All’interno intanto il clone aveva accusato i colpi, ma pareva che il problema più grande fosse l’incoscienza causata da Raizen resa possibile dagli attacchi di Hebiko.

    NNNOOOOOOOOOO!
    TU ERI L’ULTIMA! DOVEVI CORRERE QUI DA ME!
    SERVIRMI!
    ADULARMI, COME CARNE DELLA MIA CARNE!


    Il clone venne lentamente trascinato via da un onda di oscurità ingorda, probabilmente il subconscio di Hebiko che divorava quella presenza esterna, reagendo quasi come un anticorpo.

    Tornerò! Non servirà a niente!
    Sarai per sempre legata a me!
    Ogni spira che ti si divincola dentro è MIA!
    MIA SOLTANTO!


    Ma le ombre ebbero ragione di lui, ridando il controllo del suo corpo ad Hebiko, o quantomeno, del suo riposo.
    Al suo risveglio, per quanto frastornata avrebbe potuto notare che le dita erano nuovamente presenti seppur era comparsa una sottile cicatrice che formava un quartetto di anelli che presto sarebbero diventati quasi invisibili.

    No, non farti strane idee, non sono anelli di fidanzamento di cattivo gusto.

    Avrebbe detto quando si sarebbe reso conto che aveva preso conoscenza.

    Il tuo… trattamento… per così dire, si è dimostrato abbastanza singolare.
    Non sappiamo cosa, ma qualcosa si è messo di mezzo durante il processo.
    A volte capita che i geni risvegliati causino una doppia personalità, o un lieve cambio di approccio verso il mondo esterno, probabilmente in risposta ad un cambio troppo repentino di potenzialità che il cervello non riesce a gestire e relega ad un inconscio più istintivo che poi col tempo impara a domare.
    Dopotutto sono parte integrante del loro codice genetico, e l’istinto spesso gestisce meglio della ragione queste cose.
    Ma nel tuo caso sembrava un po’ diverso, sbaglio?


    Dopo un eventuale risposta si sarebbe avvicinato prendendogli un braccio e scuotendolo lievemente.

    Riesci ancora a fare quelle cose?
    Sono più che sicuro che ti pagherebbero bene in un circo itinerante.


    Disse con un mezzo ghigno.
    In realtà la domanda era più seria di quanto non volesse apparire, ma trovava un certo divertimento nello sdrammatizzare.

    Comunque, pare che tu sia apposto, il siero ha fatto il suo dovere…
    Mahhhhh
    Ci sarebbe qualcosina in sospeso.


    Sfregò il pollice e l’indice tra di loro, pochi dubbi su cosa volesse significare quel gesto.

    Quanto ti sta a cuore il tuo villaggio?

    Chiese con un aria tentatrice.
     
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    La fine di un combattimento

    XI - L'inizio di un incubo



    Il suo attacco era andato a segno, e Raizen era finalmente riuscito a rendere inoffensivo il corpo del quale stava lentamente riprendendo il controllo. Ciò la rese più debole, sentiva che sarebbe svenuta da un momento all’altro, e negli ultimi attimi riuscì a vedere come il suo clone corrotto venisse trascinato nella parte più oscura della sua mente. Sforzandosi di restare sveglia il più possibile per ascoltare ogni sua parola, sibilando aggressiva alla fine di tutto. Non lo degnò nemmeno di una risposta, una volta sparito ritrovò finalmente la tranquillità, svenendo con il pieno controllo del suo corpo.
    Si risvegliò nuovamente in una stanzetta d’ospedale, nuovamente sola con l’Hokage, che non appena la vide aprire gli occhi le lanciò contro una secchiata di parole. Parole che le apparvero offuscate, mentre pensava e ripensava a ciò che era accaduto, alle ultime parole lasciategli.
    Era successo tutto troppo in fretta, un banalissimo tentativo di furto al casinò aveva portato a tutto: prima alla collaborazione con un genin di Konoha, seguita da una richiesta da pare di un Jonin della sabbia, che si rivelò una missione probabilmente fasulla vista la sua fuga improvvisata, e successivamente accusata dall’Hokage in persona, e lì, una volta in trappola, la prima comparsa di quei poteri.
    E poi, il dubbio. Il dubbio di cosa farsene di quella scoperta, il voler sapere da cosa fosse causata, il voler negare una realtà per lei troppo scomoda, che le venne sbattuta in faccia nel peggiore dei modi. L’utilizzo di un siero per potenziarsi poteva forse essere una scelta decisamente troppo azzardata, i rischi c’erano e se avesse accettato ci sarebbe stato il problema di un pagamento, troppo alto per qualsiasi cosa potesse permettersi di offrirgli. Ma aveva osato, si era presa il rischio, forse inebriata dal desiderio di potere, di potersi scoprire con metodi artificiali ma rapidi, e probabilmente quello era stato il suo più grande errore, che le aprì una fin troppo scomoda verità: non conosceva se stessa. La sua famiglia non le apparteneva, il suo sentirsi un pesce fuor d’acqua aveva una spiegazione, della quale le era stato dato solo qualche indizio: quelli non erano i suoi veri genitori, ed Orochimaru era sangue del suo sangue.
    Aveva un sacco di cose a cui pensare. Doveva tornare dai suoi finti genitori ed interrogarli, farsi dire ciò che sapevano, com’era arrivata a loro e perché volessero mantenerla lontana dal mondo ninja.
    Doveva cercare appunti di ogni genere in tutti i laboratori nascosti di Oto, ritrovare quali fossero le tecniche utilizzate da suo padre, quelle sulle quali si stava allenando, e farle sue, sfruttare la cosanguineità per rubargli le abilità, migliorarle, crearne di nuove sfruttando quelle basi ed usarle per il suo bene e per quello di chi voleva proteggere.
    Doveva capire se le minacce finali di suo padre erano veritiere, se davvero ci fosse stato il rischio del suo ritorno, ed allenarsi a dovere dato che il rischio che si ripresentasse in qualsiasi momento era palpabile; fortunatamente, la gelosia per la sua libertà era talmente forte da non correre il rischio di cedere alle sue tentazioni se il prezzo fosse stato quello di perdere il controllo di sé.
    Doveva sfruttare il potere datogli dal siero, scoprirne appieno i limiti e le potenzialità: aveva ormai compreso come il suo corpo fosse più “molle”, e ciò le avrebbe permesso di non finire incastrata in prese, meglio ancora, probabilmente nessun tipo di corde o manette sarebbero più riuscite a tenerla a bada: se non aveva sconfitto la sua fobia, aveva comunque trovato un modo per impedire che altri la sfruttassero con troppa facilità.
    E che dire di Febh? Era la sua segretaria, si era proclamata sua allieva, ma ancora non si sentiva come tale. Si sentiva responsabile nel dove mantenere il villaggio agendo nell’ombra dell’Amministratore, un po’ per la patria, ma molto più per la soddisfazione personale di sentirsi potente, di credere di poter manipolare una figura importante come lo era un capo villaggio, per quanto lo Yakushi fosse particolare e le avrebbe ceduto quel ruolo per pochi spiccioli. Ragionandoci su, Raizen aveva fatto per lei molto più in un solo giorno, che Febh nei mesi in cui aveva lavorato. Ma poteva esser certa di una cosa: il prezzo che avrebbe richiesto l’Hokage sarebbe stato terribilmente salato, confrontato a qualsiasi richiesta avesse potuto farle lo Yakushi. Ed ormai era troppo tardi per rifiutare.
    Lo stress accumulato aveva raggiunto il limite, il non riconoscere le mura di casa, e tutti quei pensieri improvvisi che le riempirono la testa furono l’ultima goccia. Si trattenne quanto più possibile, fingendo di ascoltarlo, con gli occhi visibilmente lucidi, e quando la prima lacrima iniziò a scorrerle sulla guancia, si coprì il volto con le mani, fallendo miseramente nel tentativo di limitare i rumorosi singhiozzi.

    Voglio andare a casa…

    Flebili parole, coperte da un pianto che più si sforzava di trattenere, peggio la faceva sentire. Liberò il viso spostando le mani verso il petto, dolorante; in quel momento non desiderava altro che stendersi nel suo letto e tentare di dimenticare tutto.
    Annuì debolmente quando Raizen finì il suo discorso, asciugandosi invana le lacrime che continuavano a scorrere.

    Il… Il test era corretto. Me l’ha detto anche lui, ha… Ugh! Insisteva nel dire che fossi sua, e…

    Si fermò a fissarsi le mani, tremando, stringendole a pugni serrati: riportò le mani sul viso, riprendendo a singhiozzare. Non voleva confessare tutto, nel rivelargli le sue ultime parole avrebbe probabilmente rischiato la prigionia a Konoha, e che si fosse trattato di una sporca prigione o una lussuosa suite, la cosa l’avrebbe costretta a scegliere se perdere la sua libertà mentale o quella fisica. Ed in entrambi i casi per lei sarebbe stata una sconfitta.

    Non voglio lui come padre… Voglio andare a casa…

    Strofinandosi gli occhi dopo quello sfogo, ancora visibilmente sconvolta, accontentò l’uomo, riuscendo ad allungare un braccio che fece tornare normale pochi istanti dopo. Con gli occhi rossi, ormai stanca sia mentalmente che fisicamente, non ebbe nemmeno la forza di reagire violentemente alla domanda, come avrebbe fatto se fosse stata in diverse condizioni. Probabilmente, dentro di sé, nel profondo, stava rimpiangendo la proposta di potere che le era stata fatta da Orochimaru, con la promessa di riportarla a casa con le sue forze. Scosse la testa, la sua libertà era un prezzo troppo alto da pagare, e lo sarebbe stato anche per l’Hokage. Ma fare supposizioni le richiedeva sforzi, inutili e stressanti date le sue condizioni: si limitò a chinare la testa, senza fissarlo in volto, portando le mani verso di sé, indifesa.

    ...Cosa vuoi che faccia?

    Se la richiesta non fosse andata troppo oltre e Raizen non avesse osato nel chiederle qualcosa di troppo estremo, sia per il suo carattere che per il minimo riguardo che aveva per il suo paese natale, probabilmente non si sarebbe nemmeno ribellata date le sue condizioni.


    Edited by Waket - 21/9/2016, 09:56
     
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    Per la Patria







    Quando la ragazza si mise a piangere si rese conto di quanto gli umani potessero essere deboli, o per meglio dire, di quanto gli umani potessero essere umani.
    Era da tanto che non vedeva un ninja piangere: troppi valorosi combattenti pieni di se e scarsamente consci dei pericoli a cui andavano incontro per comprendere cosa veramente gli stava capitando.
    Fortunatamente, c’era ancora qualcuno che riusciva a vedere la realtà per ciò che era: spaventosa.
    Si alzò dal suo personalissimo divano e gli si avvicinò.

    Hei, che piangi a fare?

    Gli battè con la mano sul ginocchio mentre si piegava sulle proprie in modo da essere alla sua stessa altezza.

    Parlavi fino a due secondi fa di proteggere il tuo villaggio e tante cose da sbruffoni e ora piagnucoli?
    Sai, se non sei coerente poi la gente ti prende poco sul serio e si mette a ridere quando spari così alto.


    Gli accennò un sorriso amichevole.

    Stai tranquilla, nessuno ti farà del male, anzi, oserei dire che fino ad ora qui ti è stato fatto soltanto del bene.

    Si alzò nuovamente in piedi.

    Comunque, niente che vada contro il tuo villaggio, devi solo agire per il suo bene, niente di più, niente di meno.
    Conoscerai Diogene, il Colosso dei Mikawa, guardiano del Sud Gate.
    No?


    Aspettò una risposta, aspettandosela positiva, se non altro almeno di vista, era impossibile essere di Oto e non averne mai sentito parlare dopotutto.

    Ecco, ora dimenticati tutto.
    È ora di conoscere il vero Diogene, il vero nemico.
    Armati di pazienza, ne avrai bisogno.


    Si sarebbe nuovamente seduto ed avrebbe cominciato un discorso abbastanza lungo sciorinando tutto ciò che sapeva riguardo Diogene, da quando tentò di ucciderlo, per poi arrivare all’attacco che aveva organizzato con lui ai danni di Shiltar, senza evitare di farsene una colpa.

    Che dopotutto non ha danneggiato nessuno, se ci pensi.
    Diciamo che sono mezzo pulito.


    Per poi continuare con gli attacchi fatti alla stessa Oto le mura prima, il bordello dopo, le macchinazioni ad Iwa e il furto dei cadaveri, senza mai fermarsi fino ad arrivare a quando aveva preso Eiatsu ed a come gli avesse fornito le informazioni, per poi essere contattato da un Diogene in realtà latitante ed aver riportato l’otese a casa senza svelargli nulla.
    Tutto ciò che sapeva su Diogene ora lo sapeva anche la Vipera di Oto, gli si sarebbe ritorta contro?

    Ora che sai tutte queste cose sei davanti ad un bivio.
    Proteggi Oto oppure lo condanni alle fiamme?
    Prima di fare una decisione, fammi aprire una piccola parentesi.
    Qualche tempo fa sono stato a Kumo, sono appena passati da una guerra civile, una guerra che ne ha del tutto cambiato l’assetto politico.
    Persone ben più potenti di Oto e dei suoi ninja si stanno organizzando per marciare contro l’accademia, non ci reputano amici e non lo saremmo mai per loro, hanno risvegliato il malcontento di quella fetta di amici con cui un tempo avevamo un patto.
    Sai quale è il primo ostacolo che incontreranno sul loro cammino?
    Oto.
    E Oto brucerà, perché Oto non ha amici, perché Oto senza saperlo sta proteggendo il più grande nemico dell’accademia.
    Perché Oto è solo.


    Diede qualche secondo alla genin per metabolizzare le informazioni.

    Quale è il tuo compito?
    Essere un otese, un otese patriottica e informata, l’otese più informata di tutte, ho imparato a mie spese che solo una cosa da il potere: la conoscenza, ed ora pure tu puoi comprenderlo.
    Guarda Febh.
    Lui non sa nulla, è una grigia marionetta al soldo di Ogen, inconsapevole di qualsiasi cosa gli ruoti attorno, un cartonato con una toppa che riporta il nome di amministratore, ma agi effetti, cosa amministra?
    L’unica cosa che gli ho visto fare con dedizione sono le pulizie della magione yakushi.


    Parole dure, ma si poteva in qualche modo negarle?
    Erano la realtà dei fatti e il Colosso non avrebbe concesso nessuna opposizione, rimbrottando con estrema durezza casomai fossero arrivate.

    È li, una bomba pronta ad esplodere, fondamentalmente Febh potrebbe quasi essere più pericoloso di Diogene se fosse innescato nella maniera sbagliata.
    Scarsa pianificazione, abbondante superbia, ed una particolare inclinazione alla distruzione incontrollata ed accidentale, devo continuare o ti rendi conto da sola che hai due bombe?
    NON devi disinnescarle, non provarci mai.
    Devi solo fare in modo che l’esplosione di una disattivi l’altra.


    La fissò per lunghi secondi, quasi volesse scavargli dentro.

    Comprendi cosa sto facendo vero?
    Sto scommettendo su di te Hebiko.
    Non sono l’unico a sapere di queste cose, ma sono quello che ne sa di più, perché non andare da Febh mi chiederai… beh, avrai compreso ormai che non si sa che reazione ci si potrebbe aspettare da lui, per questo servi tu, una goccia che lavora con pazienza, scavando poco a poco.
    Febh spera in Diogene per potersi lavare le mani dall’amministrazione, e la sua infantile visione del mondo contamina fin troppo il modo di interagire con esso.
    Dovrai mettere la pulce nell’orecchio a Febh, fargli comprendere i rischi che corre, indagare, chiedere, collegare e dimostrare a lui più di quanto tutto ciò che ti ho detto io non dimostri.
    Ma soprattutto essere patriottica, perché sono le persone che darebbero tutto per Oto a piacere a Diogene, e tu devi piacergli per poter sapere cose su di lui.
    E mi farai sapere come porterai avanti questo tuo incarico, sarai la spia dell’accademia all’interno di Oto, la mia spia.


    Gli restò davanti, immobile, studiandogli il volto.

    Qualcosa in contrario?

    Se Oto non gli aveva mai dato nulla Raizen gli stava dando in quel preciso momento la possibilità di avere tutto, alleati potenti, la possibilità di avere il potere senza correre alcun pericolo, di scalare la piramide sociale.
    Il Colosso non poteva saperlo, ma non era questo il motivo che aveva portato la vipera a spostarsi ad Oto e ridursi a fare l’imbrattacarte per Febh?
    Ora grazie a quella proposta poteva mettere in scacco le due più potenti figure del villaggio e contemporaneamente farsi buoni alleati.
    C’era un solo problema, gli alleati andavano trattati con riguardo…
     
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    Conoscenza è potere

    XII - Conoscenza è responsabilità



    Hebiko si strofinò gli occhi un paio di volte, facendo qualche respiro profondo, facendosi consolare più dai gesti del Colosso che dalle sue parole. Finì di pulirsi il viso trovando il coraggio di commentare il suo atteggiamento:

    A parole fai un po’ schifo nel consolare la gente.

    Doveva ritenersi fortunata, la sua punizione per un furtarello era stata quella di finire come cavia per un siero pensato appositamente per lei, che aveva risvegliato le sue capacità sopite… E un ospite poco gradito. Non poteva però incolpare nessuno per quell’effetto collaterale, se non se stessa, per essersi fidata della sua famiglia.

    ...Grazie per non avermi uccisa. Non controllavo il mio corpo, non sapevo come comunicare con te. ...E grazie per il siero. Non è da tutti dare una tecnologia simile ad un ninja che non appartiene nemmeno al tuo villaggio.

    Il ringraziamento era sincero, anche se c’era ancora da considerare quanto sarebbe stato alto il prezzo da pagare per quel trattamento. Annuì debolmente, sentendosi al sicuro, osservandosi la cicatrice temporanea sulla sua mano, prima di venir distratta dalle domande di Raizen.

    Diogene? Sì, voglio dire… Come tutti ad Oto, non l’ho mai incontrato, so che è… un pezzo grosso, diciamo.

    Se Febh aveva la fama di essere per alcuni un idiota, per altri un crudele assassino, Diogene era conosciuto da alcuni come una sorta di messia, e da altri come il suo esatto opposto. La ragazza non si era ancora fatta una chiara idea a riguardo, arrivata ad Oto aveva subito iniziato ad occuparsi delle faccende amministrative abbandonate da tempo e a vari studi che aveva perso non partecipando ad una scuola come la maggior parte degli shinobi. E le parole iniziali dell’Hokage sembravano confermare la seconda tesi.
    Finì con l’ascoltare una storia, un lungo racconto di ciò che questo Diogene aveva fatto durante gli anni, dal suo esame chuunin, fino al presente, e la Vipera scoprì chi fosse il responsabile di due dei più grandi incidenti di Oto. Fissava l’uomo con interesse misto ad orrore, non capendo come una persona potesse odiare a tal punto il proprio paese, consapevole poi di sapere che c’era chi lo vedeva come un uomo patriottico che voleva solo il bene del suo villaggio.

    Che… mostro! Come ha potuto spingersi a tanto?! Ci sono le prove di tutto ciò?

    Seppur stanca, aveva ancora abbastanza energie per infuriarsi a dovere, stringendo i pugni, impaziente di fare qualcosa a riguardo. Purtroppo non sapeva come agire, raccontare tutto a Febh poteva forse risvegliare questo suo lato oscuro del quale tanti parlavano, ma allo stesso tempo c’era il rischio che se avesse detto tutto alla persona sbagliata, Diogene stesso si sarebbe messo alla ricerca della fonte di quel “pettegolezzo”, ed Hebiko se la sarebbe vista molto brutta.
    Il racconto di Kumo non fece altro che rafforzare le sue insicurezze: da quando si era spostata dai vicoli all’Amministrazione, si sentiva più al sicuro, protetta da una città della quale si occupava all’ombra dello Yakushi, volenterosa nel farle recuperare prestigio. Ed ora una brutale realtà le veniva rivelata, il terrore di una guerra imminente, la paura di non essere pronti quando tutto sarebbe avvenuto, il crollo di un paese che a fatica si stava rialzando, mattone dopo mattone, e che al momento ospitava l’uomo che rischiava di causare tutto.

    Ma avevo appena trovato una casa ad Oto… Ed ora vogliono portarmela via?

    Non parlava di una casa vera e propria, naturalmente, anche se il suo appartamento esisteva davvero. Era riferito più ad un luogo dove sentirsi a casa, soprattutto dopo l’impossibilità di ritenere casa la dimora dei suoi genitori, e l’idea di tornare in un vicolo e vivere di stenti non la faceva impazzire. Il suo tono di voce era spezzato, ne parlava come se quello fosse l’unico bene in suo possesso, l’unico motivo che l’avrebbe spinta a proteggere il suo paese: la faceva sentire a casa.
    Sbuffò, ascoltando gli insulti rivolti al suo capo. Non era nell’umore di obiettare riguardo l’ovvio.

    Sono la sua segretaria da mesi, credi non me ne sia accorta? Se Oto sembra più attiva negli ultimi tempi, è solo merito mio. Lo so che è un beota, lo so che spingerlo a fare la più stupida delle commissioni è difficile, ma il nostro paese ha bisogno di una figura di riferimento. E lui è l’unico che non sembri un tiranno assetato di sangue e che riesco a controllare senza troppo sforzo.

    Si impietrì, temendo di aver parlato troppo. Ma da ciò che le aveva detto Raizen era chiaro che lo conoscesse fin troppo bene, cercare di convincerlo del contrario sarebbe stato inutile. Pareva inoltre che conoscesse anche il suo lato “misterioso”, paragonato ad una bomba. Hebiko si fece curiosa, premendo sull’argomento:

    Più pericoloso? Ma Diogene ha organizzato tutto quel trambusto con pochissimi shinobi, come potrebbe Febh superarlo?

    E poi, dopo tutta la lunga spiegazione, la richiesta di giocare con le idee di Febh, sfruttare le sue debolezze, cercare di convincerlo che Diogene era un pessimo successore senza dirlo apertamente, spostare la sua ricerca di un futuro Kokage verso qualcun altro. E fare il doppiogioco, mettendosi al servizio dell’Hokage per quella missione.
    L’uomo avrebbe visto un’unica espressione sul suo volto: paura. Paura di infilarsi in una missione troppo grande per lei, paura di non essere pronta ad un patto del genere, la paura di fallire e ritrovarsi senza una protezione.
    Stette in silenzio per parecchi minuti, non riuscendo a mantenere lo sguardo con Raizen. Si mordicchiò il labbro inferiore, chiaramente insicura:

    Non credo di aver scelta. Ho un debito, e mi stai chiedendo di pagarlo salvando il mio stesso villaggio. Voglio solo… qualche certezza. Presumo tu possa concedermele.

    Inspirò profondamente, invertendo il gioco di sguardi: sarebbe stata lei stavolta a studiare il suo volto, cercando di percepire ogni incertezza, parlando lentamente per rafforzare il suo scopo.

    Voglio una protezione garantita. Non sono tipa da piani stupidamente aggressivi in casi del genere, so come trattare Febh, ma devo scoprire di più sul suo rapporto con Diogene prima di osare parlarne con lui. Dovrà credere che tutto sia una sua idea. Ma, se le cose dovessero prendere una brutta piega, voglio poter trovare rifugio qui.

    Fece una pausa, alzando una mano per bloccarlo se avesse tentato di dire qualcosa, indicandogli che non aveva finito, mentre lo fissava con determinazione, cercando indizi nel suo sguardo.

    Dovrai fidarti di me, ed io di conseguenza dovrò fidarmi di te. Nessuno dovrà essere a conoscenza di questo piano, noi due soltanto. Non mi fiderò di qualsiasi ninja mandato a tuo nome, così come tu non dovrai fidarti se arriverà qualcuno pretendendo di parlare per me. Anche la richiesta più assurda dovrà essere eseguita senza obiettare.

    Altra pausa più breve, dove il suo sguardo si fece più cupo: forse pretendeva molto, ma stava per infilarsi in una situazione così spinosa che Raizen difficilmente avrebbe potuto obiettare a richieste simili.

    Tradisci questa fiducia, e la missione è annullata. E sarò libera di usare le informazioni che mi hai dato a mio piacimento.

    Fissò ogni centimetro del suo viso, cercando di capire la sua reazione senza farsi ingannare dalle parole. Poi sembrò rilassarsi, assumendo un'espressione meno dura, ed un tono addolcito.

    ...È tutto. Se accetti le mie condizioni, sarò la tua spia.

    Le ultime parole le sentì pesanti, come mattoni. Si era ormai infilata in una situazione dalla quale non poteva più uscire: conosceva troppe cose per pretendere di ignorare tutto e lasciare che accadesse, e la storia era così complessa che dubitava l’Hokage avesse mentito per portare le cose a suo favore. Avrebbe fatto tutto ciò per proteggere Febh, nonostante la sua presunta inutilità ormai ci si era affezionata, e non lo avrebbe lasciato nelle grinfie di un tiranno simile, che probabilmente aveva il suo modo per sfruttarlo. Lo avrebbe fatto per saldare il debito, perché era la cosa migliore per lei accettare di proteggere il proprio villaggio estirpandone una pecora nera che tradirlo ed agire contro la patria. E ultimo ma non meno importante, tutto ciò era per se stessa: uscire vincitrice da una situazione del genere le avrebbe permesso di capire che aveva il potere di superare chiunque la ostacolasse se solo lo desiderava, garantendosi un’importante alleanza con il villaggio più potente delle cinque terre.
     
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    Tutto per la Missione








    Quando venne ringraziato prese un rapido sospiro.

    Beh, diciamo che ho preso due piccioni con una fava, quando abbiamo smantellato tutto qui ci siamo premurati di capire che cosa stessimo smantellando, e tra le varie cose c’era un piccolo programma di “seconde possibilità” mi ha insospettito la tua natura, visto che il progetto non aveva data di scadenza ho provato a fare una scommessa, e ha funzionato.
    Il problema è che non potresti essere l’ultima, anzi.


    Un informazione che il Colosso non sottovalutava, ma che si divertiva a dare l’impressione di fare, in un modo fin troppo particolare di scherzare col prossimo. Comportamento che rendeva del tutto inutile chiedersi come mai fosse spesso reputato di pessima compagnia e generalmente un elemento da evitare, pensiero che per qualche secondo lo impensierì, prima di rendersi conto che agli effetti non gli importava un fico secco.

    Come Febh potrebbe superarlo?
    Pft.
    Non hai mai visto Febh combattere, e soprattutto dubito che lo vedrai farlo seriamente, per ora almeno.
    Eh beh, diciamo che ben poche cose attorno a lui sono al sicuro quando lo fa.


    Ascoltò poi le richieste di Hebiko, alzando progressivamente un sopracciglio mano a mano che proseguiva.

    Dovresti essere in grado di comprendere quando puoi dettare delle condizioni, sai?
    Non sarai un jonin o un chunin, ma il cervello lo hai anche da genin.
    Quello che dovevi dedurre dalle mie parole, casomai ti fosse sfuggito, è che si, la conoscenza da potere, ma al contempo è un peso che va gestito.
    Ora tu hai parecchia conoscenza sulle spalle, se ti sbilanci cosa pensi che possa succedere?


    Fece finta di schiacciare qualcosa tra due dita.

    Sprek.
    Questo succede.
    Ti casca tutto addosso e sei una poltiglia fumante prima che tu possa accorgertene.
    Io ho creduto in te accettando un rischio, non farmi sottolineare quanto io sia stato gentile nel farlo senza specificarti che essendo tu l’unica nel sapere queste cose saresti morta prima di realizzare il tuo errore se queste informazioni giungessero alle orecchie sbagliate.
    Non farmi essere cattivo, non fare richieste prive di senso, non dimenticare che ciò che sai è nel mio interesse che non venga divulgato, è d'obbligo che io ti protegga.
    Ma questo non giustifica la tua inadeguatezza.


    Il suo sguardo era severo, di pietra, accettava raramente consigli, ed ancor più raramente li accettava se non erano utili.

    E soprattutto, lasciamelo ripetere, queste informazioni non sono trasmissibili, e tantomeno puoi usarle a tuo favore.
    Non. Lo. Sono.


    In quelle tre parole la pressione del chakra del Colosso aumentò vertiginosamente, facendolo apparire se possibile ancora più imponente, ricordando ad Hebiko chi aveva davanti e quanto perentori fossero i suoi divieti, ma soprattutto quanto sbagliato potesse essere mettersi contro di lui.

    Intesi?

    L’ambiente sarebbe tornato vivibile soltanto quando l’otese avesse confermato.

    Chiunque potrebbe travestirsi da me con le giuste capacità, nessuno però potrà replicare un particolare che conosciamo solo io e te.
    E non parlo delle informazioni, bensì di questa.


    Mostro alla ragazza una sfera di plastica bianca, del diametro di 5 millimetri. Se richiesto avrebbe spiegato che era un materiale particolarmente biocompatibile, non degradabile che il corpo non aggrediva in alcun modo.

    Adesso verrai sedata per qualche istante e la inserirò in un punto del corpo di cui soltanto io sarò a conoscenza, non si vedrà ad occhio nudo, sarà possibile individuarla solamente mediante il tatto.
    Una volta ultimato tu dovrai fare la stessa cosa.
    Quando si ha un rapporto a due non c’è metodo migliore di riconoscimento.


    Appena la ragazza avesse dato il suo consenso un infermiera si sarebbe occupata del sedativo, sarebbe toccato prima a Raizen.

    Niente cicatrici mi raccomando, altrimenti non sarà servita a nulla questa trafila.

    Ordinò prima di addormentarsi.

    Avrò la curiosità per sempre adesso.

    Fu la prima cosa che disse al suo risveglio.

    Beh, direi che adesso è il tuo turno, e non fingere di non avermi visto nudo, per cui poche storie e sdraiati.

    Chiese con tono scherzoso.
    Addormentato il corpo della ragazza l’infermiera avrebbe lasciato spazio a Raizen che avrebbe chiesto di inserire la piccola sfera nel seno verificando successivamente se in grado di identificarla mediante il tocco.
    Era necessario assicurarsi che fosse occultata ma al contempo ben identificabile, e lo era.
    Tutto per il bene della missione.
    Si, tutto.
    Al suo risveglio Hebiko si sarebbe ritrovata nell’ufficio dell’Hokage

    Beh, a questo punto, vista la fretta che avevi, direi pure che puoi andare.

    Parlava con tono distratto mentre rovistava tra i vari fogli presenti nella scrivania, prendendone uno di quando in quando per leggerlo e apporvi un timbro.
    Nonostante la concessione da parte di Raizen però, la porta era chiusa a chiave.

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    XIII - Ritorno ad Oto... Forse?



    La Vipera sospirò, stringendosi a sé, ridacchiando nervosamente.

    Ha, ha. “Seconda possibilità”. Fortuna che mi ha creata testarda.

    Stava iniziando a chiedersi cosa sarebbe successo se avesse rifiutato il siero. Probabilmente non avrebbe mai saputo quella scomoda verità, o avrebbe ritardato l’evento a data da definirsi. Il suo errore era stato quello di entrare al casinò. Il suo piccolo vizio di rubare quando possibile, aveva creato un effetto farfalla che l’aveva portata in quella situazione.
    Scosse la testa. Non c’era mai stata occasione di vedere lo Yakushi combattere, tantomeno desiderava se ne creasse una; ma data la sua nuova missione, probabilmente avrebbe solamente dovuto attendere il momento giusto e a quel punto sperare di avere Febh dalla sua parte.
    Le varie richieste invece vennero trattate con superiorità. Non che ciò che Raizen le stesse promettendo fosse troppo lontano da ciò che aveva chiesto, ma forse era il concetto stesso di “pretendere” che lo aveva infastidito. Hebiko sperava solamente di avere in mano qualcosa che le avrebbe permesso di difendersi se il Colosso si fosse spinto troppo in là con le richieste, ma a quanto pare era tutto inutile. L’uomo reagì in maniera placidamente aggressiva, e alla kunoichi non restò altro se non farsi piccola, stretta in se stessa, col capo chino, restando in piedi a fatica, come se il solo sguardo dell’uomo la stesse schiacciando.

    Sì, Raizen.

    L’uomo parve placarsi, soddisfatto da quella risposta. Non poteva dirsi del tutto sconfitta, le aveva comunque garantito che l’avrebbe protetta, essendo ciò che poteva definirsi la sua arma segreta in quella battaglia. Chiamarlo doppiogioco poteva essere errato, lo faceva per eliminare il marcio del suo paese, e ciò faceva comodo anche all’Hokage. Forse era più una collaborazione, un po’ forzata, ma pur sempre collaborazione.
    C’era un’ultima cosa da sistemare prima di poter terminare l’accordo. Raizen voleva che i due avessero un dettaglio che avrebbe impedito a chiunque di spacciarsi per uno di loro e rovinare il piano. Hebiko fissò prima la pallina e poi l’uomo, con un’espressione incerta:

    Potrà essere geniale, ma a me sembri sempre di più un pazzoide paranoico.

    Si fece dare in mano la pallina, fissandolo indispettita e pretendendo di scambiarla con quella dell’uomo, nonostante eventuali insistenze sul fatto che fossero uguali. Solo una volta ottenuta la pallina che sarebbe stata destinata a Raizen si sentì soddisfatta, rispondendo all’eventuale domanda del motivo:

    Non si sa mai, magari nella mia ci volevi mettere qualche strano dispositivo per rintracciarmi. Ora te lo sogni.

    Non aveva pensato al fatto che, successivamente all’intervento dell’Hokage, sarebbe toccato a lei lasciarsi sedare, lasciandogli campo libero per combinare qualsiasi cosa volesse.
    L’infermiera addormentò il Colosso, chiedendo ad Hebiko dove aveva intenzione di mettere il piccolo oggetto. La Vipera ci pensò qualche secondo, indicando poi il collo, più precisamente la nuca, che perennemente coperta dai capelli sarebbe dovuta stare al sicuro. L’infermiera scosse la testa.

    Mi spiace signorina Dokujita, in quel punto risulterebbe troppo evidente. Serve una zona più morbida.

    La ragazza incrociò le braccia, fissando il corpo seminudo (si era rifiutata di farlo spogliare completamente, questione di pudore) di Raizen, insicura. Con la quantità di muscoli che possedeva erano rimaste poche le zone adatte alla sua idea. Dopo averlo fissato per qualche lungo secondo sussultò, ridendosela tra se e sussurrando qualcosa alle orecchie dell’infermiera. Quest’ultima rispose annuendo.

    Certo, è possibile. Terminato l’intervento dovrà controllare lei stessa di poter sentire la sfer-
    Controllare COSA?! No no no, se lo può scordare. Senti, ho cambiato idea. Uuuuhn… Che mi dici, qui?

    Indicò un punto sotto alla mascella, abbastanza morbido per lo scopo, lasciando che gli infermieri terminassero il loro lavoro. Una volta sveglio, accennò un sorrisetto beffardo alla sua affermazione, sibilando con la sua nuova lingua biforcuta.

    Se solo sapessi…

    Arrossì all’improvviso al suo successivo commento, portando le braccia lungo i fianchi stizzita:

    N-non è vero!! Ho un certo pudore io!! ...TU vedi di non spogliarmi del tutto!

    Tesa, non amando qualsiasi genere di intervento, obbedì all’ordine, stendendosi e lasciandosi sedare senza opporre resistenza.
    La Vipera era stata riempita di farmaci nel giro di poche ore. Svegliatasi, ancora ignara di trovarsi nell’ufficio dell’Hokage, alzò la testa di scatto, sentendola immediatamente girare: dopo aver gonfiato le guancie, vomitò una gran quantità di serpentelli che andarono a nascondersi in ogni angolo dell’ufficio. Rabbrividì, comprendendo come ormai il suo corpo fosse cambiato in maniera radicale. Si rese conto di non trovarsi nell’ospedale, alzandosi in piedi e fissando con un pizzico d’invidia il prestigioso ufficio: non poteva permettersi di pensare ad una cosa simile per quello di Febh, se lo sarebbe visto distrutto dopo poche ore. Rassegnata all’idea, fu pronta a riassaporare finalmente la tanto agognata libertà, col permesso di Raizen stesso. Spalancò gli occhi, incamminandosi verso la porta, prendendo in mano la maniglia. Senza girarla, si voltò prima verso il Colosso, salutandolo.

    Allora… Alla prossima, Hokage.

    Fu un attimo, Hebiko abbassò la maniglia, spingendo la porta e finendo con lo sbatterci il muso trovandola chiusa. Indietreggiò, coprendosi il naso con entrambe le mani, fulminando rabbiosa l’uomo dietro la scrivania che aveva appena rovinato la sua uscita di scena.

    Sadica testa di cazzo.

    Un sibilo, una parola sussurrata, prima di sfogarsi con l’unica cosa che ormai la teneva davvero imprigionata lì dentro: se si fosse trattata di una comune porta, sarebbe bastato un potente calcio[En Rossa, +3 For] per staccare l’intera serratura, lasciando un grosso buco al suo posto. Sarebbe quindi uscita senza altre scenate, sbuffando appena, pronta a tornare ad Oto il prima possibile, con la promessa di reincontrare quell’uomo il più tardi possibile.
     
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    L'ultima Prova







    Quando l’impatto avvenne la testa del Colosso guardava il soffitto come se ne ricevesse la divina illuminazione, che pareva fosse una cosa estremamente divertente visto la risata che faticò a trattenere.
    Il calcio che la vipera sferrò alla porta lo fece definitivamente esplodere.

    Ahahahahah!
    Tosta eh?


    Restò qualche buon minuto cercando di recuperare il fiato, asciugando qualche piccola lacrima.

    Se noti tutto l’arredamento è assai particolare, fin troppo vivo e fin troppo su misura, è opera di un particolare clan della foglia.
    Da questa stanza si può uscire, soprattutto tu puoi farlo, devi trovare il modo però.


    Indicò tutta la stanza con un ghigno soddisfatto e si accomodò sul suo scranno, osservando la scena incuriosito.

    Ah, ricorda che qui dentro qualsiasi cosa è di valore, chi rompe paga.

    Gli strizzò l’occhio e si puntellò con i gomiti sulla scrivania, silenzioso e attento ai movimenti della vipera.
     
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    XIV - La paura più grande



    Non appena Hebiko si accorse dell’insuccesso di quel calcio, ignorò la risata dell’uomo, proseguendo con un secondo calcio, prima di decidere di prendere a pugni la porta fino a farsi sanguinare le mani. Esasperata, si voltò ruggendo verso il suo carceriere:

    Cosa vuoi ancora da me! Ho accettato tutto, tutto!! Lasciami andare e basta!

    Col respiro affannoso, cercò istintivamente di farsi grossa come riusciva, mostrando i denti forse nella vana speranza di intimorirlo, presa dall’ansia di quel continuo sentirsi in trappola, sensazione che ormai durava da troppe ore.
    Non capiva il perché di quel gesto, se non sadismo. Sapeva che le voci che giravano su Oto erano piuttosto negative, ma non credeva ci fossero villaggi simili, soprattutto dato dal fatto che la maggior parte delle persone definiva Konoha uno dei villaggi più accoglienti. Forse queste persone non avevano conosciuto il lato oscuro del paese del Fuoco, o semplicemente quel gigante ce l’aveva con lei e si divertiva a metterla in difficoltà. Non sapeva se l’uomo avesse davvero intuito quali fossero le sue ansie e paure o solamente tirato ad indovinare, ma ci aveva azzeccato in pieno.
    Respirando affannosamente, non appena l’uomo le rivelò come porta e scrivania fossero impossibili da scalfire, istintivamente si portò verso la parete, cercando di distruggerla con violenti pugni, insistendo cocciuta, nonostante la cosa non sembrasse dare risultati. Saltò dalla parte opposta dell’ufficio, col cuore che sembrava scoppiarle nel petto, accanendosi sulla finestra, cercando prima di aprirla e, se fosse stata bloccata in qualche modo, colpendola con violenti calci, provocando solamente un rumore sordo.

    Mi hai fatto di tutto, ed ora anche questo! Altro pugno, che lasciò solamente una macchia di sangue sulla finestra: Ho accettato le tue condizioni! Perchè intrappolarmi a tutti i costi!

    Sbattè entrambi i pugni sulla finestra, poggiandovi il viso, mentre il respiro aumentava sempre di più, e la stanza le sembrava diventare sempre più piccola, quasi a volerla soffocare. La Vipera barcollò verso la porta, poggiandovisi di schiena e lasciandosi scivolare fino a terra, avvicinando le ginocchia e stringendosi. Probabilmente Raizen aveva già compreso il motivo di quel comportamento, qual’era la sua fobia, e stava giocando su ciò per stressarla il più possibile. Forse una prova per la sua futura missione, forse solo sadismo. Hebiko era fortemente convinta della seconda opzione.
    Rimase qualche minuto in quella posizione, cercando di riprendere la calma e regolare respiro e battito cardiaco. Sapeva di poter uscire da quel luogo, doveva solo capire come. Alzò la testa, studiando le finestre. L’Hokage non le avrebbe mai permesso di aprirle, nemmeno quel poco che bastava per tentare di sfruttare il suo corpo ormai molle passando da strette insenature.

    ...Hm.

    Si voltò, fissando la porta. Completamente chiusa, dal basso non passava nemmeno uno spiffero, e in alto non sembrava esserci la tipica vetrinetta apribile che solitamente possedevano gli uffici. C’era un solo, piccolo buco, che lasciava intravedere l’uscita, l’unica dalla quale poteva sperare di passare.
    Si alzò in piedi, portandosi di fronte alla serratura. Chinandosi appena, controllando quale delle sue dita era della misura adatta, la infilò nella serratura per cercare di scassinarla. Doveva solamente riuscire a far scattare il meccanismo, ma non potendo vederne l’interno andò a tentativi, iniziando ad agitarsi nuovamente per la fretta.

    Andiamo! E’ l’unico modo!!

    Resasi conto del suo livello d’ansia crescente, fece qualche respiro profondo, piegando l’ultima falange cercando di mimare il movimento di una chiave, ed insistendo nel tentare di ruotare il giusto ingranaggio che avrebbe aperto la serratura.
     
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