Al Tempio della Nebbia - La Settima Riunione di Kiri

Amministrativo

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  1. -Hidan
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    La Settima Riunione di Kiri

    VII


    Gli squali mancarono il bersaglio, così come il clone.
    Attesi fino all'ultimo istante e, proprio mentre Seinji rimetteva entrambi i piedi a terra, balzai verso di lui.
    Gli vidi comporre dei sigilli, il muro d'acqua innalzarsi, la mia lama infrangersi su esso, spazzandolo via, facendomi proseguire il mio movimento per giungere, infine, dietro di lui.
    Un altro errore commesso dal jonin, l'ennesimo. Forse non aveva capito che non stavo scherzando, non avevo mai scherzato, fin dall'inizio.
    Gli avevo intimato di lasciarmi passare, gli avevo detto che non mi sarei piegato, gli avevo detto che di lui non me ne fregava niente. Ma non aveva voluto capire. E questo era il risultato.
    Le lame, precise, tagliarono l'aria, quasi facendo fischiettare il vento al loro passaggio. Fino alla carne.
    Fino al sangue.
    L'acqua del jutsu stava ancora perdendo forma, disperdendosi sul suolo, quando la testa di Seinji Akuma volò alle mie spalle, e il suo sangue caldo mi accarezzò il viso. Le gambe del suo corpo cedettero, creando un'immagine grottesca per i presenti, quella di un corpo decapitato in ginocchio.
    C'ero riuscito. La follia di Seinji Akuma non avrebbe più danneggiato nessuno.
    Riposi velocemente le mie spade nei loro foderi, tirando al contempo un piccolo calcio frontale al corpo, ormai esanime, del fu - per pochi minuti - kage, facendolo stramazzare definitivamente al suolo. Ecco, sono io la tua... Provvidenza. Esclamai, gelido, mentre osservavo Keiji avvicinarsi, salvo poi ritirarsi velocemente all'indietro.
    z6ooNnk
    Uhm? Mi girai di scatto, vedendo solo in quel momento il motivo di tanta preoccupazione.
    Un'immensa palla di fuoco stava scendendo dal cielo, avvicinandoci minacciosamente verso di noi. Con un solo, rapido, balzo, superai il cadavere, mettendomi al sicuro dal muro di fuoco che si innalzò dopo lo schianto dell'immenso proiettile, creando un vero e proprio baratro di nulla che inghiottì anche ciò che avevo mozzato dal corpo dell'Akuma. [Slot Difesa I]
    Cosa diavolo era stato? Cosa stava succedendo ancora?
    Cosa avevo appena fatto?
    Cosa sta succedendo qui?! Gridai, nella speranza che qualcuno mi rispose, ma ovunque attorno a me c'era solo fuoco e disperazione.
    Lei... Dov'era Lei... Un unico, indelebile, pensiero... Lei.
    La mia mente fu portata nuovamente ad un livello di lucidità tale da permettermi di riprendere il controllo del mio corpo solo quando sentii l'allarme della torre di guardia, ed io che ero stato guardiano per molto tempo capii subito cosa significava. Poteva significare, d'altronde, soltanto una cosa: Kiri era sotto attacco! La torre... Le mura... Girai di scatto il capo verso le mura, dove, indistinto, arrivava alle orecchie di tutti un unico rumore: quello della guerra. Siamo sotto attacco. Digrignai i denti, mentre erano ben visibili navi dai vessilli rossi, ormai già dentro al porto.
    Quella storia non aveva senso.
    L'epidemia, la sparizione di Itai, la mia accusa di tradimento, la nomina a kage di un ex nukenin... Il crollo dell'ospedale... Ed ora questo.
    Potevano essere veramente soltanto, tutte, tristi coincidenze? Non poteva essere così.
    Non ci potevo credere.
    Qualcosa tramava contro Kiri da tempo, e oggi sarebbe stato il giorno della verità.

    Tutto il mio mondo stava andando in fiamme.

    Ma non sarebbe caduto.
    Non l'avrei permesso. Glielo avevo promesso. Avrei protetto tutti coloro che ne avevano bisogno.
    E se non ci fossi riuscito con le mie forze, le avrei ritrovate in Lei. Per Lei.
    Finché non avessi posto fine a quella battaglia, Lei non poteva essere al sicuro.

    Keiji... Ryu... Esclamai. Ci sarà il tempo per parlare di quel che è accaduto, ma non è questo. Non è finita. Era, in verità, appena iniziata.

    E, con l'inizio di una nuova guerra, anche un nuovo alleato fece la sua comparsa. Un membro del clan Terumi, un chunin. Più o meno... Feci quasi finta di nulla. Sono Akira Hozuki. Preparati, anche te. Non abbiamo molto tempo. Incominciai a camminare verso la scalinata d'ingresso alla piazza del Tempio, o di quel che ne rimaneva. Tra l'attacco folle di Seinji e i proiettili incendiari, ormai, il Tempio della Nebbia sembrava solo un vano ricordo.
    Quando mi sarei affacciato sulla piazza, tutti avrebbero capito l'esito dello scontro.
    Li guardai, per qualche istante, tutti gli uomini e le donne lì raccolti, in preda a tutte le paure che potevano stringere il cuore di un uomo. Il panico, il fuoco, la malattia, la disperazione, il dubbio su ciò che era appena successo. Io, però, non lo avrei permesso.
    Seinji Akuma è morto. Si, lo so bene a cosa state pensando, tutti voi, ma vi chiedo una cosa: la sentite? La state sentendo?! Incominciai il discorso con tono forte, deciso, in modo che tutti potessero sentirmi. Non potevo avere dubbi o incertezze, loro non avrebbero retto. L'Akira che parlava in quel momento era quello di Suna durante l'invasione dei Kijin, di Tsuya, di Genosha... Io potevo farmi carico dei dubbi e delle paure di tutti. E' LA GUERRA! Urlai. Sapete tutti chi sono io, cosa ho fatto per il Villaggio, cosa farò... Ma adesso è arrivata fino alle nostre porte. Ha distrutto i nostri cancelli! Ha dato fuoco alle nostre case! Sta uccidendo i nostri fratelli, i nostri amati! E io non posso più fermarla da solo! Indicai le fiamme dietro di me, ovunque attorno a me. Mentre noi eravamo qui a discutere con un uomo folle su cosa fosse giusto fare! Se fosse giusto attendere o meno! Con un uomo che ha cercato di ucciderci tutti, ma che alla fine è rimasto ucciso dai suoi stessi errori! Il Daimyo l'aveva nominato kage, dite... Lo stesso uomo, solo ieri, mi ha accusato di essere un traditore di Kiri! Lo stesso uomo conosceva la vera identità di Asmodai Akuma! Ed oggi, davanti al primo pericolo, è fuggito, lasciandoci soli a noi stessi. Abbandonandoci. Consegnando un titolo non si crea un simbolo! Seinji Akuma non era un simbolo, non era un kage... Era un folle! Slacciai la tasca del mio giubbotto con violenza, facendo cadere il vistoso rotolo che mi era stato consegnato dal Signore dell'Acqua nella mia mano destra, pronto a raccoglierlo al volo. Sapete cosa vi dico io?! Che nessun altro innocente dovrà morire oggi! Slacciai il rotolo, facendo distendere la sua pergamena con lunghi e complessi simboli di richiamo impressi sopra. E noi il nostro simbolo lo abbiamo... Perché... Poggiai il palmo destro sul kanji centrale, imprimendo nella pergamena una minima quantità di chakra, e subito apparve nella mia mano: la Samehada faceva ritorno pubblico a Kiri. Sollevai l'enorme spada leggendaria verso il sole. SIAMO NOI IL SIMBOLO DI KIRI! Le squame blu rifletterono il sole, illuminando la spada di una luce tutta nuova. COMBATTETE PER CHI NON PUO' FARLO! COMBATTETE PER CHI AMATE! COMBATTETE PER KIRI! ALLA GUERRA!
    Cercai di scacciare indietro tutte le paure dei loro cuori, per un nemico ignoto, per una malattia mortale, per un futuro che più nero di così non era mai stato per Kiri.

    z6ooNnk
    Keiji... Ryu... E anche te, Kodai. Venite qui. Parlai con voce rilassata, anche per riprendere fiato dopo il lungo discorso. Abbiamo poco tempo, le porte saranno già state prese. Non possiamo lasciarle in mano loro, e non possiamo lasciare che entrino in città. Qualsiasi cosa sia entrata a Kiri, dovrà uscirci di nuovo. O quantomeno non dovrà superarvi. Voi resterete qui con il grosso delle forse che abbiamo a disposizione. Dalle mura questa è l'unica strada che porta verso il centro della città, eccezion fatta per il quartiere Akuma... Lei... Gli Akuma si sanno difendere, il loro quartiere non cadrà facilmente, quindi voi dovrete sbarrargli la strada proprio qui, tra il Tempio e la zona commerciale. Non so quanto tempo avrete, ma cercate di preparare il terreno. Non possiamo farli entrare, diventerebbe un genocidio... Non possiamo permettercelo. Sentenziai. Ciò che mi preoccupa è ben altro... L'ospedale. Sarà opera degli stessi uomini che hanno preso le mura, questo significa che ci sono già delle forze ostili nel Villaggio. Mentre voi rimarrete qui, io andrò velocemente in Amministrazione; lì cercherò di recuperare quanti più uomini possibili, mandando dispacci anche ai vari clan, e organizzerò un'evacuazione per i civili. Li farò spostare verso la palude, al momento è il posto più lontano dalla battaglia. Presi un attimo fiato. A quel punto invierò rinforzi a voi e al quartiere Akuma, oltre ad organizzare una squadra interna che comanderò io in cerca di chi è già dentro le mura. Keiji. Guardai lo spadaccino negli occhi. Avrai te il comando qui. Non devono avanzare. Cercai uno sguardo di complicità con il ninja dell'Anguilla, prima dare indicazione a parte delle truppe di seguirmi., per poi continuare, rivolto ai miei compagni.
    Gettiamoli di nuovo in mare.

    Quindi sarei partito insieme al mio piccolo team, in direzione del palazzo dell'Amministrazione, per cercare eventuali ninja che, colti dal panico, si erano semplicemente raccolti verso il luogo comune più centrale e conosciuto. Una volta raggiunto quel luogo, passando dal quartiere Terumi, da cui avrei cercato subito di ottenere aiuto, se fosse stato possibile, avrei deciso come comportarmi.
    Per salvare non solo Lei, ma tutta Kiri.

    OT/ [Img]jpg

    Team Akira
    Akira
    10 Chunin (5 Esperti di Taijutsu / 5 Esperti di Ninjutsu)
    5 Genin (3 Esperti di Ninjutsu / 2 Esperti di Taijutsu)

    Ho indicato con una linea azzurra il percorso che faccio per dirigermi verso la piazza centrale/palazzo dell'Amministrazione.

    Se non si capisce del post, tutti quelli che trovo arruolabili li faccio convergere verso l'Amministrazione. Magari nel prossimo post, una volta lì, decido come dare disposizioni più precise in base a ciò che trovo. /OT
     
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82 replies since 29/11/2016, 22:38   3297 views
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