Al Tempio della Nebbia - La Settima Riunione di Kiri

Amministrativo

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  1. Yusnaan
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    La settima riunione di Kiri

    La forza motrice del villaggio


    Pochi attimi separarono l'adrenalina pura del combattimento dal tragico ritorno alla realtà. Pochi attimi ed il kage impazzito perse lo scontro.
    L'affluenza dell'oscuro chakra nel suo corpo venne improvvisamente a mancare, non per sua volontà, ma perchè per la prima volta aveva osato abusare di quel chakra che tanto aveva detestato. Una cosa certa, è che non gli piaceva per niente agire in quel modo, ma l'unico modo per commettere una tale infrazione del suo codice morale, era affidarsi alla rabbia scaturita da quel chakra.
    Una volta esauritasi quell'emozione indotta, il brusco risveglio non potè non sconvolgerlo. L'azione combinata dei due chunin era riuscita a spezzare le difese dell'Akuma, lasciando abbattere la potente spada di Akira sul suo collo.
    Era fatta, avevano vinto. Al prezzo della vita del neo Mizukage.
    Ryuu non riusciva a convincersi di aver commesso un tale crimine, tuttavia, la rivelazione di Akira che in realtà fosse un nukenin e l'atteggiamento che aveva avuto nei loro confronti, non gli lasciarono scelta, anche perchè non l'aveva fatto per se stesso, ma per difendere ed aiutare il suo amico, quindi non doveva avere rimpianti.

    Tuttavia, al momento non era quello il problema più grave di cui occuparsi, in quanto delle enormi palle di fuoco avevano iniziato a piovere sul villaggio, alcune delle quali vicino al tempio e proprio nel luogo dove si era concluso quello scontro. Dopo aver fatto un balzo indietro per la paura presa, il Mizukiyo si voltò immediatamente nella direzione da cui provenivano i proiettili infuocati per realizzare la situazione: qualcuno stava attaccando il suo amato villaggio.
    Non poteva credere alla realtà dei fatti, non essendosi mai ritrovato in una situazione del genere, ma a quanto pareva, Kiri era davvero sotto attacco, e la cosa lo sconvolse non poco. Dopo tutte quello che era successo in quei tempi, compresi gli ultimi 10 minuti, quell'ultimo avvenimento sembrava accadere come l'ennesima tragedia di una lunga serie, un'altra catastrofe mirata a disintegrare l'integrità del villaggio e la pace che si era venuta a creare. Era il caos.
    La sua attenzione fu subito richiamata da una voce che all'inizio non riconobbe, ma che dopo essersi voltato verso la fonte da cui proveniva, associò immediatamente al suo ex compagno di missione.
    Kodai!
    Purtroppo, le notizie che portava non erano molto buone.

    Il Mizukiyo rimase alquanto shockato da quell'annuncio, e non badò più di tanto al suo amico appena giunto sul posto, dato che la sua mente era sempre più affollata da domande e brutti pensieri. Chi stava attaccando Kiri? Una Nazione? Che cosa volevano? E se non ce l'avessero fatta a respingerli?
    La situazione era drastica come poche e tutto stava nelle mani dei ninja rimasti, o, per quanto ne sapeva, di quelli presenti. In quel momento, le vite di tutti i cittadini della Nebbia erano in pericolo, il tempio era distrutto ed il villaggio minacciava di fare la stessa fine, ma non sapeva proprio da dove cominciare, cosa poter mai fare per difendere il suo paese.
    Akira iniziò a dirigersi verso quel che restava del tempio, per poi mettersi a parlare affinché tutti potessero sentirlo. Ascoltò poco le parole del chunin, rivolte a loro e a tutti i ninja fuori dal tempio. Sapeva che quel discorso era solo un anticipo di quello che sarebbe stato il vero caos, la calma prima della tempesta, a cui il suo amico stava cercando di prepararli, quindi aveva davvero poca voglia di ascoltarlo, sospirando sull'incitamento finale a cui risposero gli altri presenti. Erano tutte cose di cui lui era già a conoscenza, ma stava succedendo tutto talmente in fretta, una cosa dopo l'altra, che il giovane genin aveva ben poco da essere attivo e scattanto, non sopportando più tutti quei cambi di programma iprovvisi e la situazione che peggiorava di volta in volta.
    Gli altri erano tutti un "ehi, il mizukage è cattivo, uccidiamolo", "ehi, la città è stata attaccata, andiamo in guerra", ma lui proprio non riusciva a concepire come potessero tanto in fretta cambiare pensiero ed agire di conseguenza. Sembrava ovvio che avesse ancora molta esperienza da fare, e l'aria preoccupata e la poca convinzione disegnate sul suo volto, mentre Akira dettava il piano di azione, sarebbero state evidenti.
    Dopo la partenza di quest'ultimo, ci pensò Keiji, rimasto al comando, a dare ulteriori disposizioni, studiando una strategia per contrattaccare alle truppe che probabilmente sarebbero arrivate lì a breve ed assegnando a Ryuu il compito di gestire un piccolo numero di ninja.

    Anche se, come da disposizioni, avrebbero dovuto soltanto nascondersi, per il momento, e tendere un agguato, il genin fu comunque impressionato da quell'ordine, non avendo mai gestito altri ninja per una battaglia. Non sapeva come avrebbe dovuto comportarsi, ed il timore di ciò che stava per accadere, lo attanagliava.
    Ci volle poco a concludere il breefing, a cui infine Ryuu rispose annuendo semplicemente, come fatto precedentemente con Akira, e rimasto solo con il resto dei genin, non seppe più come comportarsi difronte a quella che per lui era un'enorme responsabilità, giudare una squadra di genin all'assalto contro un esercito nemico.
    Il suo respiro iniziò lentamente ad aumentare, continuando a farsi domande su domande e facendosi pian piano prendere dalla paura e dal panico.
    Perchè stava accadendo tutto quello? E perchè proprio a lui? Non sapeva gestire dei ninja, quindi perchè assegnargli un tale compito? E se non fosse riuscito a coordinarli bene e fossero morti? Inoltre non riusciva a smettere di pensare alla sua nonna infetta dal virus, stava ancora al sicuro? Perché proprio a lui?
    Fu in quel momento, però, che il suo cervello decise improvvisamente di fermarsi e dare un taglio a quel delirio. Una sola frase venne involontariamente focalizzata nella sua mente, pronunciata da una voce molto familiare.

    Solo i bambini chiedono "perché proprio a me". Un vero uomo non si lascerebbe intimorire rimanendo a frignare sul suo destino


    Quella voce bastò a fargli trovare finalmente la tranquillità di cui aveva bisogno, e quelle poche parole misero finalmente un fermo al grande caos creatosi nel so cervello, facendo ordine tra i suoi pensieri.
    Il suo Mizukage aveva ragione. Il suo Mizukage aveva sempre ragione. Era proprio un bambino frignone.

    La consapevolezza di essere caduto di nuovo nel baratro di chi non voleva affrontare la realtà, lo fece tornare finalmente in sè, decidendosi a serrare le mascelle e prepararsi a ricevere quella nuova gigantesca onda che stava per abbattersi su di lui. Fece un lungo respiro per prendere coraggio e si voltò verso quelli che sarebbero dovuti essere i suoi sottoposti, che probabilmente erano lì a fissarlo.
    Aveva ancora un po' di timore nel prendere il comando di quella decina di persone e di essere responsabile della loro vita, e non sapeva se l'avessero voluto o no come capo, ma non c'era più tempo per porsi inutili domande, oramai era tempo di agire e basta.
    Bè? L'avete sentito, no? Dobbiamo nasconderci e tendere l'imboscata alle truppe nemiche.
    Non vi dirò di non aver paura, perchè anche io ho paura, è normale. Il nemico è vicino e dovremo presto scendere in campo.

    Il Mizukiyo squadrò bene ogni singolo ninja presente, per stamparsi in mente i loro volti. Quella situazione gli ricordò Tsuya, in qualche modo, ma lì era ben diverso, si combattè per il destino del mondo.
    Fu così che prese definitivamente coraggio e consapevolezza di dover fare ciò che andava fatto: a Tsuya ci fu un tremendo scontro contro uno scheletro succhiavita gigante, e lo si fece per la salvezza dell'intero mondo. Cosa mai poteva essere, quindi, combattere un piccolo esercito per la salvezza di un solo singolo villaggio?
    A quel pensiero, quasi gli venne da ridere, accennando solo ad un leggero sorriso al pensiero di quanto fosse stato stupido ed infantile.
    Il punto è dominare la paura. Solo gli stupidi non hanno paura, perchè bisogna essere consapevoli che chi ci sta difronte può ucciderci proprio come potremmo noi uccidere lui. Ma noi non moriremo. Noi siamo genin di Kiri. E non credete di avere una scusa valida, solo perchè siamo al gradino più basso della gerarchia ninja.
    Il vantaggio di essere all'ultimo gradino...è che da qui non possiamo far altro che salire. Tutti i grandi ninja sono stati studenti e genin, ed anche tutti i Mizukage. Quindi, chissà, fra di noi potrebbe esserci il futuro capo del villaggio. O il jonin che salverà Kiri da una catastrofe più grande di questa.
    Ecco perchè dobbiamo avere fiducia in noi stessi e non ripararci dietro alla scusa di essere studenti e genin.
    Siamo noi la forza motrice del villaggio. Facciamo vedere a questi sfrontati di che pasta sono fatti i genin della Nebbia. Tutti ai propri posti, avanti! Sparpagliatevi e nascondetevi bene, non devono sapere che siamo qui; chi sa usare il velo di nebbia, si metta in prima linea. Avanti, via, via, via, via, via!

    Non sapeva nemmeno lui da dove gli fossero uscite quelle parole, ma ormai l'adrenalina era in circolo come non mai nel suo corpo e non si sarebbe fermato. Dopo che i genin si furono disposti, nascondendosi dietro le macerie ed i muri non crollati, anche lui fece lo stesso, mettendosi in prima linea e nascondendosi dietro un grosso masso piatto che un tempo era parte della parete del tempio.
    Una volta che tutti ebbero preso le loro posizioni, non restava che attendere.

    Dal tempio all'imbuto che dovrebbe creare Kodai, tutti i ninjutsari sono disposti in linea retta, ognuno occultato per conto proprio, compreso Ryuu, che si trova all'estrema destra, al confine con l'imbuto.
    Subito dietro di loro ci sono i taijutsari e i genjutsari.
    Riassumendo, mi sono rimasti:
    - 7 Ninjutsari
    - 5 Taijutsari
    - 3 Genjutsari
     
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