Al Tempio della Nebbia - La Settima Riunione di KiriAmministrativo

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  1. -Meika
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    La Settima Riunione
    III



    Se avessi potuto, avrei cristallizzato il tempo, fermandolo nel momento in cui sentii le braccia di Akira stringermi. Mi sentii al sicuro. Non ero proprio una dama che apprezzava essere salvata. L'essere definita "debole" solo perché donna era qualcosa che mi aveva sempre dato immensamente fastidio... e questo Akira lo sapeva bene. Non avevo bisogno di protezione eppure in quel momento mi sentivo al sicuro. Era una sensazione difficile da spiegare, eppure, semplice da provare. Era la stessa differenza che c'era tra l'essere in una giungla selvaggia di notte o tra le mura di casa propria nel letto.
    Andare dove? Se ci stanno invadendo non c'è nessun posto realmente sicuro a Kiri Feci notare. E sto bene.
    Era solo mezza verità. Se mi fossi confusa tra i civili probabilmente sarei scampata alla fine riservata ai militari sempre se questi misteriosi invasori non volessero semplicemente fare piazza pulita di tutti quanti e non stavo bene. Riuscivo a camminare, probabilmente anche a combattere, ma mi sentivo più debole del solito [Affaticata].
    Non avevo fatto altro che riposare in quegli ultimi giorni, ma avevo bisogno di un pasto sano. Nella fretta non avevo avuto modo di notare i cambiamenti del mio corpo in quegli ultimi giorni di malattia: ero dimagrita ancora di più, sul torace era possibile contare le coste con estrema facilità e le gambe, già di per se mai state formose, erano ancora più rinsecchite.
    Ma stavo bene. E non lo avrei lasciato solo perché aveva paura che mi facessi male.
    Proteggere Kiri era anche mio dovere.
    Sto bene, davvero Ribadii prendendo la sua mano che mi stava accarezzando i capelli. Ora sono vigile, ho corso fino qui senza troppi patemi d'animo e sono armata. Rispetto a quando ero inerme nel letto è molto meglio.

    [...]

    Quando controllai con i miei occhi l'Amministrazione la scoperta che feci fu sconvolgente. Mi sentii atterrita al punta da indietreggiare di un passo suscitando la reazione allarmata di Akira.
    Cos'era quella mostruosità? E... perché mi stava guardando? Come aveva potuto notare il mio sguardo? Non riuscivo a farmi venire in mente un'idea probabile per spiegare quello strano fenomeno.



    C'è un uomo lì dentro. Si è accorto di me... ho visto alcune cose strane... una visione di un demone e poi questo uomo ha qualcosa in mano, una scatola, ma non sono riuscito a vederne il contenuto. Forse è del tutto piena, ma è strano... Non mi è mai successa una cosa del genere. Deglutii e vidi la figura spostare lo sguardo leggermente alla mia destra. Seguii quell'indicazione e mi voltai, vedendo... Koi. Il genin che poco fa mi aveva tirata in piedi, dandomi una scossa, accorreva con il Magan attivato.
    Forse era solo una sensazione oscura. Alzai una mano per cercare di fermare Koi, ma le lame volarono prima che potessi pronunciare una sola parola. Prima la gamba, poi il suo volto, esplosero sotto la forza di quell'immane offensiva. Rimasi a guardare i resti del ragazzo con il volto carico di stupore ed orrore. Chiusi la bocca e sospirai, piena di oscura rabbia, che non lasciava presagire nulla di buono.
    Invasione?
    Come osavano invadere il mio villaggio.
    Come osavano uccidere i miei fratelli.
    Non sentii chiaramente gli ordini che Akira diede agli altri, immobile sul posto a fissare la devastazione del volto di Koi. Lo vidi avvicinarsi alla fontana, sapevo cosa voleva fare e lo seguii, fermandomi davanti al bordo. Lo sentii parlare, chiedermi di andar via, ma quando ebbe finito di fare i soliti discorsi che non avrei mai ascoltato (e lo sapeva abbastanza bene) mossi un passo, entrando nell'acqua, fino ad arrivare davanti a lui.
    Non vado da nessuna parte.
    Quelle parole furono perentorie. Non ammettevano repliche. Probabilmente avrebbe avuto difficoltà persino a mormorare un "ma", anche se non gli diedi davvero tempo di dire qualcosa.
    Non vado da nessuna parte senza di te specificai inginocchiandomi davanti a lui. L'acqua bagnò i pantaloni e le mani, il freddo mi fece tremare o forse era la paura? Allungai le mani cercando le sue poggiate sulle sue ginocchia, stringendo le sue dita.
    Dico, dopo così tanto tempo dovresti saperlo come sono fatta. Posai la fronte contro la sua spalla sospirando. Non mi lascerai indietro. Abbiamo affrontato di tutto insieme, a confronto del Gashadokuro quel demone sembra persino carino e coccoloso E non avevo tutti i torti del resto.
    Affronteremo anche questo Mi spostai nell'acqua, mettendomi al suo fianco, fissando la porta. Come abbiamo sempre fatto.
    Forse la mia guarigione era un miracolo e forse i miracolo accadono per un motivo. Forse chi aveva orchestrato la mia guarigione mi voleva lì, in quel momento. Sapevo che uomo sarebbe potuto uscire da quella porta. Cosa avrebbe potuto fare, era per me ancora ignoto.


     
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82 replies since 29/11/2016, 22:38   3297 views
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