Al Tempio della Nebbia - La Settima Riunione di Kiri

Amministrativo

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  1. Yusnaan
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    ehm...da qualche parte

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    Parlato Ryuu


    La settima riunione di Kiri

    Risveglio drastico


    Il respiro normale, le palpebre chiuse. Il Mizukiyo riprendeva lentamente e serenamente coscienza, risvegliato da una leggera brezza marina che gli accarezzava il viso ed un abbagliante luce bianca che quasi raggiunse le sue pupille coperte. Intorno a lui un silenzio assoluto, interrotto soltanto dallo scrosciare dell'acqua.
    Nonappena schiuse gli occhi, venne accecato dal bagliore bianco che lo sovrastava, e gli ci vollero parecchi secondi per far abituare gli occhi a quella luminosità immensa.
    Una sensazione strana lo assalì, un misto di ansia, preoccupazione e serenità per l'accettazione della verità che in fondo sapeva di conoscere.
    Sono morto?!
    Aiutandosi appoggiando le mani sulla nuda pietra, alzò la schiena da terra, e potè vedere l'immenso oceano blu davanti a lui, mosso leggermente dal vento, che portava piccole onde a schiantarsi sul duro scoglio sul quale si trovava.
    Rimase in silenzio, con la mente annebbiata da troppi pensieri, non stupendosi poi molto del suo trapasso. In fondo aveva usato tutte le sue forze per difendere gli altri genin, non preoccupandosi più di tanto della sua vita, e solo allora gli ultimi ricordi e sensazioni vennero a galla: gli angosciosi istanti prima del grande consumo di chakra per alzare il muro acquatico, il lancinante dolore al fianco e l'assordante boato che lo avvolse prima di perdere i sensi.
    In quei momento pensò a tutto quello che intanto era successo al suo villaggio ed ai suoi compaesani...Kiri era stata distrutta? L'esercito era stato respinto? L'unica cosa che poteva fare era starsene a riflettere su quello scoglio ed attendere che succedesse qualcosa.

    Hai finito con le cazzate?


    Una tremenda, familiare voce lo investì. La conosceva fin troppo bene e non riuscì a capire nè da dove provenisse, nè perchè riuscisse a sentirla, andando completamente in confusione.
    E tu che ci fai qui?!

    Sono qui sotto, idiota...


    Stavolta la direzione dalla quale proveniva fu molto più chiara, e lo costrinse a voltarsi, cosicchè il genin potè accorgersi del resto degli scogli alle sue spalle, scogli che conosceva molto bene e che nascondevano al centro l'entrata all'immensa caverna in cui riposava il Sanbi. Solo allora gli fu tutto chiaro, sentendosi sollevato ma anche imbarazzato dall'essersi soltanto ritrovato nel suo mondo interiore.
    ...oh...
    Era strano non ritrovarsi, all'improvviso, più morti, ma questo significava solo che Kiri era là fuori e aveva bisogno di aiuto, quindi dopo qualche secondo di esitazione, non poté trattenersi oltre e tornò nel mondo reale.

    Ancora una volta si ritrovò ad aprire gli occhi, ma ad attenderlo non c'era più quell'atmosfera rilassante, bensì un'aria appestata da un fetore nauseabondo e tante voci e urla confuse tutte intorno a lui, il tutto avvolto dalla sottile nebbia caratteristica del luogo. Voltò lo sguardo a destra e a manca prima di alzare la schiena con un colpo di reni e rendersi conto di ciò che lo circondava.
    Lo spettacolo raccapricciante al quale assistette lo lasciò sconvolto; sangue ovunque, edifici semi distrutti e gente disperata e in lacrime dovunque potesse posare gli occhi. Attorno alla barella sulla quale giaceva, vi era una marea di gente messa in condizioni molto peggiori rispetto alle sue, ed a quel punto si rese conto di essere stato fortunato, anche se non si spiegava il motivo per il quale non fosse rimasto coinvolto dalla tremenda esplosione in cui ricordava di essere stato coinvolto. Il suo corpo non aveva ferite gravi, nè ustioni, come potè constatare tastandosi busto e gambe.
    Accanto a lui vi era un giovane ninja dal volto familiare, probabilmente uno con cui aveva combattuto in prima linea nella battaglia, e quest'ultimo si sarebbe potuto accorgere della grande confusione e stupore del Mizukiyo nel guardarsi intorno. Dell'esercito nemico non sembrava esserci traccia, nè di agitazione per degli scontri in corso, quindi da quella specie di campo di pronto soccorso improvvisato, ricavato apparentemente dalle ceneri dell'ospedale, intuì che la situazione doveva essersi ristabilizzata, ma di certo non tornata alla normalità. Senza proferire parola, balzò dalla sua posizione e con pochi altri rapidi salti si diresse fuori da quella zona di dolore. Aggirò quel luogo e gli edifici attorno in cerca di ciò che davvero gli interessava al momento: sua nonna si sarebbe dovuta trovare nei paraggi, quel giorno, ed il terrore che fosse rimasta vittima dell'attacco lo pervase e gli impediva di ragionare lucidamente, costringendolo a vagare forsennatamente e senza una meta precisa.

    In breve si ritrovò nei pressi del luogo dov'era avvenuto il suo scontro, nel quale si accorse di un gruppo di persone riunite a parlare probabilmente dell'accaduto. Ryuu si fermò a pochi metri di distanza, cercando di capire cosa stesse succedendo, e fu in quel momento che si rese conto con chi stesse interloquiendo il suo amico Kodai, qualcuno che conosceva fin troppo bene.
    La vista del suo mizukage finì di scombussolare la sua mente. Solo a vederlo provò un senso di tranquillità e felicità, ma allo stesso tempo i suoi pensieri erano offuscati anche da tutto quello che era successo dalla sua partenza, a cominciare dal brutto sfogo che ebbe con il Sanbi. Non riusciva a credere che fosse tornato, anche perchè in fondo era stato detto dal Daimyo che non era chiaro quando questo sarebbe potuto succedere, tanto da richiedere la nomina di un nuovo kage. Un mizukage che aveva contribuito ad uccidere e tutto perchè il suo sensei aveva preferito partire all'improvviso, senza dire nulla e senza lasciare altre spiegazioni o una data imprecisa del suo rientro.
    Dopo essere rimasto immobile, con lo sguardo furibondo ed i pugni ben stretti, si mosse il più velocemente possibile verso di lui, e dopo aver balzato per scavalcare eventuali altre persone di mezzo ed arrivare all'altezza del suo volto, avrebbe caricato tutta la rabbia repressa nel pugno destro ed avrebbe rilasciato tutta la sua potenza facendo scontrare le sue nocche con la guancia sinistra del mizukage. [Slot Azione I]Considero l'impasto anche per la breve corsa
    Il genin sarebbe giunto dal fianco sinistro, per il mizukage, e quest'ultimo avrebbe potuto notare la furia del suo aggressore che gli veniva riversata contro, in quanto se il colpo fosse stato bloccato (da lui o un altro ninja) o schivato, il Mizukiyo non avrebbe atteso oltre, per cercare di colpirlo al ventre con un calcio (qual'ora avesse avuto libera una delle due gambe). [Slot Azione II, III]
    Che i colpi fossero andati a segno o meno, il genin avrebbe sentito le sue forze venire a mancare per l'incredibile sforzo fatto, cadendo affannato sulle sue ginocchia e contorcendo il viso in una piccola smorfia di dolore per il contraccolpo dell'eccessivo uso di chakra. Solo allora avrebbe guardato dritto negli occhi quallo che aveva sempre considerato il suo unico mizukage, e queti avrebbe potuto vedere come sul volto del suo aggressore non vi fosse la minima traccia di odio nei suoi confronti, ma un'espressione quasi di rimprovero e due lacrime che mal nascondevano la gioia di aver ritrovato il suo sensei, prima che gli quasi gridasse contro.

    E SI VA VIA COSì, SENZA SALUTARE?

     
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82 replies since 29/11/2016, 22:38   3297 views
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