Al Tempio della Nebbia - La Settima Riunione di Kiri

Amministrativo

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  1. -Hidan
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    La Settima Riunione di Kiri

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    Lasciai Meika ai suoi affari, con un sorriso agrodolce e senza nessuna risposta.
    Non avevo avuto il coraggio di dirglielo. Non che pensassi che potesse rimanere un segreto, probabilmente qualcuno già gli aveva raccontato tutta la storia, ma non ne avevo avuto il cuore, non dopo tutto ciò che aveva passato. La conoscevo, e sapevo benissimo come si sarebbe finita per addossare la colpa di tutto. Dell'epidemia, della morte di tante persone. Tutto sarebbe andato a pesare sulle sue spalle, ed io, per la prima volta, non sapevo se avrebbe condiviso con me quel fardello. O se io fossi riuscito a condividerlo con lei.
    I pensieri turbinavano nella mia mente mentre attraversavo a passo lento le strade disastrate del mio villaggio. Attorno a me tutti gli abitanti di Kiri si erano messi in moto: chi aiutava i feriti, chi domava gli ultimi incendi, chi estraeva i cadaveri dalla macerie. La macchina del villaggio aveva ripreso a ruotare, ma io che ruolo avevo avuto in tutto questo? Quasi senza accorgermene arrivai fin al palazzo dell'amministrazione. Salii le scale, le stesse che avevo percorso centinaia di volte, ma mai in quel luogo avevo sentito quel surreale silenzio. Seguii le tracce di sangue e spade per arrivare fino a dove c'era lui. Quell'essenza di morte che avevo sentito solo poco tempo prima e che, come per miracolo, si era estinta. Oltre ai cadaveri, nient'altro di lui era rimasto. Con gli occhi quasi persi nel vuoto tornai indietro, fino alle scale, e da lì salii fin nell'ufficio del Mizukage. La porta era aperta, ed una persona era in piedi di fronte alla finestra.
    Sapevo che saresti venuto qui. Quale posto migliore per riflettere di un ufficio senza un padrone? Un uomo di mezza età che indossava un elegante kimono color blu. Sulle spalle l'effige del clan Hozuki, in argento. Ryu, mio zio. Capoclan Hozuki. Ah, quindi adesso addirittura di avere un nipote? Che c'è? Eri preoccupato? Mi andai a sedere su una poltrona nel lato destro della stanza, dove il giorno precedente si era seduto il defunto Daymio. Preoccupato? No, mi sono finito di preoccupare per te da molto tempo, lo sai. Volevo sapere come stavi. Mi stizzii. Sto bene. Vidi il suo capo, ancora rivolta verso il mare, dissentire. Non credo. Rimase un attimo in silenzio. Il clan vuole sapere cosa è successo. Fino ad ora avevamo avuto Mizukage, folli omicidi, traditori, ma, beh... Un kagecida ci mancava. Loro si che sono preoccupati. Tsk. Non sento di dovermi giustificare con te, figuriamoci con il clan. Non si tratta di fare ciò che tu ritieni giusto fare, a volte si deve rispondere a qualcosa di superiore. Che sia un clan, un villaggio, un kage... Andassero all'inferno, tutti quanti. Se mi vogliono abbandonare, facciano pure. Ho fatto la cosa giusta. Per me, e per il villaggio. Risponderò delle mie azioni, se dovrò farlo. Adesso sto pensando soltanto a non far affondare Kiri. Non vorrei che per non far affondare Kiri, tu possa perdere te stesso nell'abisso. Sei solo un ragazzino. Lo stesso ragazzino svogliato che passava il suo tempo su un'amaca nel giardino di casa di mio fratello. Potrai essere diventato un discreto ninja, aver ottenuto la fiducia di Itai Nara, essere diventato capo delle squadre speciali... Ma rimani un ragazzino. Fottiti Ryu! Gridai. Non venire qui a farmi prediche! Sono stanco delle tue stronzate, non sono più un ragazzino. Cercai di recuperare la calma. Non ho bisogno di te, non ho bisogno del clan. Non ho bisogno di nessuno... Tutti abbiamo bisogno di qualcuno. Mio fratello aveva tua madre. Io ho il clan. Tu, adesso, chi avrai? Seinji Akuma andava fermato. Era un folle, e chi era presente alla riunione lo potrà testimoniare. Se così non verrà giudicato, sono pronto a lasciare il villaggio... Ma voglia assicurarmi che ci sia qualcosa da abbandonare. Smettila di fare l'uomo. Kiri esiste da prima di te, e continuerà a prosperare anche senza Akira Hozuki. C'è qualcosa di più importante adesso. Più importante di te, di Seinji Akuma e anche della tua amichetta. I miei occhi si infiammarono. Non erano banditi da quattro soldi. Erano soldati preparati. Ed un attacco del genere non si improvvisa. C'è qualcuno che sta cospirando contro Kiri, da tempo. Ed è qualcuno che sa molte cose su questo villaggio. Quel qualcuno va fermato. E' proprio quello che intendo fare, mentre te e il clan vi divertite ad affibbiare colpe per rimanere puliti da questa storia. Mi alzai dalla sedia. Domani partirò per il palazzo del Daymio. Qualcuno dovrà darmi delle risposte. Ryu sghignazzò. Dopo quello che è successo, sarà un miracolo se arriverai vivo fino al portone di quel palazzo. Te lo sto ripetendo, Akira: se continui così, rimarrai solo. Chi è solo, fallisce. Tirai un pugno contro il muro, con tutte le mie forze, creando una poderosa crepa su di esso. Se non fossi stato un Hozuki, probabilmente mi sarei fratturato l'intera mano. E COSA DOVREI FARE ALLORA?! DIMMELO! FORZA! NON LO VEDI?! I miei occhi incominciarono ad inumidirsi. TUTTO IL MONDO VA A FUOCO! Lacrime incominciarono a scendere lungo le mie guance. IO CI STO PROVANDO! HO PROVATO A PROTEGGERE TUTTI! MA HO FALLITO! Tirai un ulteriore pugno al muro, questa volta quasi sfondandolo. Ho fallito... Restai con i pugno conficcato nella crepa del muro, ricominciando a respirare in modo affannato mentre le lacrime cadevano a terra. Non voglio più fallire. Io voglio... Diventare più forte, ma solo per proteggerli tutti. Non voglio che nessun innocente soffra ancora. Ma giuro che chiunque abbia permesso tutto questo... Morirà... La pagheranno, tutti. Strappai via le lacrime dalle guance con la mia mano. Non hai fallito... Ryu sorrise. Guarda... Kiri è ancora qui. Noi siamo ancora qui. E risorgeremo. Ma prima... Abbandonò il suo posto e si diresse verso di me, finché non poggiò la sua mano sulla mia spalla. Dovrai rimetterti in piedi, con le tue forze. Solo questo dovrai fare da solo. Dopo, non ti guardare indietro. Per tutto il resto, avrai bisogno di qualcuno. E' così che si cresce, ragazzino. Si diresse verso l'uscita. E ora? Dove stai andando? Ho sentito tutto quello che c'era bisogno di sentire, riferirò al consiglio. Ah... Mi guardò prima di varcare la soglia. Prima di andartene, anche te... Guarda dalla finestra. E sparì, inghiottito dalle scale.
    Mi avvicinai alla finestra, non capendo a cosa si riferisse. Un'ombra rossa nel cielo catturò la mia attenzione immediatamente. Fottuto bastardo... Voltai immediatamente le spalle a Yogan che planava verso il villaggio, mentre con un gran calcio spedivo la sedia di Itai Nara contro il muro, spaccandola.

    Uscito dal palazzo dell'amministrazione, la folla non rimase insensibile al ritorno di Itai Nara. La capra di Sanjuro sbucò dal flusso di persone, controcorrente. Che allo sciamano servisse la mia presenza? Akira-sama! E' Itai Nara! E' tornato! Vuole parlare subito con lei! La voce di uno dei genin che aveva combattuto per Kiri mi raggiunse dal clamore generale. Pff. Digli pure che se vuole parlarmi mi troverà alla palude. Facile venire a fare il turista adesso... E così, senza indugiare, incominciai a correre verso la casa dello sciamano di Kiri.
     
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