Integrazione Sunese[QdV]

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    Problemi di integrazione


    I



    CITAZIONE
    “LA RIBALTA DEI SOSHI”

    In pochi se lo sarebbero mai aspettato, compresi probabilmente i consiglieri più stretti del Kazekage. Eppure, la notizia che si è sparsa alla velocità della luce questa mattina è stata confermata dalle cariche amministrative più autorevoli all’interno del Palazzo di Sabbia: I Soshi saranno i nuovi Guardiani delle Reliquie. Un titolo che, sebbene non abbia alcun potere di fatto, è sinonimo di grande importanza nel villaggio. I Soshi andranno quindi ad affiancare il clan della famiglia Musashi, i Marionettisti che da decenni vegliano sul tempio sacro di Suna, nella difesa delle armi più importanti del villaggio, i demoni codati. Ma cosa vuol dire esattamente?

    Difficile dirlo, dato le informazioni sensibili di cui si sta parlando. Le prime indiscrezioni parlano di una possibile cerca del Monocoda, o della difesa di uno dei tempi nascosti in cui vengono conservate le reliquie dei Demoni. Quale? Solo le alte sfere del villaggio - ed il clan dei Soshi a questo punto - possono rispondere a questo quesito.

    La mossa del Kazekage, per quanto audace, si inquadra perfettamente nel piano di inclusione che aveva preannunciato all’inizio del suo mandato. I Soshi rappresentano il 6% della popolazione ninja Sunese, ma rimangono per lo più nel quartiere-getto del clan nella zona ovest del Villaggio. Gli esperti vedono la mossa del Kazekage come un tentativo di dare visibilità al clan, per favorire l’integrazione con gli altri clan combattenti del villaggio.

    Mentre alcuni evidenziano che il titolo di Guardiani delle Reliquie sia un titolo vuoto, alcuni analisti hanno evidenziato che la nomina sia un trampolino di lancio per portare alcuni membri del clan dei Soshi nel Consiglio - dove si fa la vera politica del villaggio.

    Ci si chiede quindi, come reagiranno gli altri clan. I marionettisti ora devono condividere un titolo che li rendeva unici. A poco servono le rassicurazioni del Kazekage che il clan delle costruttori di bambole continueranno a considerare il tempio di Suna casa loro. Cosa dire invece del clan dei Kurogane, il più forte del villaggio. Accetteranno di dividere la poltrona con i Soshi? E gli Shinkiro condivideranno il loro primato nell’amministrazione pubblica?

    Il trafiletto era comparso occupando un paio di colonne del giornale di quella mattina nella parte sinistra della prima pagina. Un evento eccezionale, non tanto per il contenuto, quanto per il soggetto di quell’articolo. Erano infatti anni che non si parlava dei Soshi con una tale importanza all’interno delle faccende del villaggio. Perchè? Perchè normalmente nessuno si curava di quel clan schivo di feroci combattenti.

    Il loro numero ridotto e le loro usanze così singolari, li avevano sempre relegati in una condizione di emarginati sociali. Molto era dovuto a come si vestivano ed al loro modo di combattere, che si basava sull’utilizzo del veleno. I Soshi, infatti, non mostravano quasi mai un lembo di pelle ad una persona al di fuori del clan. Dalla testa ai piedi erano normalmente avvolti da un tessuto inanellato, formato da piccolissime scaglie che rimandavano infiniti riflessi dorati sotto la luce dell’implacabile sole del deserto.

    Pochi avevano capito che era una gentilezza nei confronti di chi non era del clan: prevenire il contatto era un modo per prevenire il contagio del loro veleno. Tuttavia, questo aveva causato infinite dicerie sul clan. Voci che li dipingevano come mostri, dotati di chele e code, come gli scorpioni che erano il simbolo del loro clan. Guerrieri infidi, che usavano un’arma bastarda, per quanto efficace e comunemente accettata tra l’arsenale ninja, per portare a casa la testa dei loro nemici. Questo non aveva fatto altro che allontanare il clan dalla vita pubblica.

    Il Kazekage aveva però deciso di cambiare questo status quo. L’azione dei Soshi aveva già aiutato il villaggio in moltissimi modi, ma ora era necessario che si cimentassero in un ruolo ad alta visibilità, così che il loro operato fosse ben visibile ed acquisisse peso agli occhi dell’opinione pubblica. Sapeva che non sarebbe stato facile: il cambiamento non lo è mai.

    Non si sarebbe mai potuto aspettare, tuttavia, la serie di eventi nefasti che sarebbero succeduti ad una tale dichiarazione.

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    Quest di Villaggio aperta a tutti i Sunesi. Mi raccomando, andate a leggervi in ambientazione i topic relativi a Suna, ai marionettisti e agli Shinkiro!!
    Se ninja di altri villaggio, che hanno una buona motivazione per essere a Suna, vogliono partecipare mi scrivano in privato e valuterò caso per caso - comunque max chunin blu-viola. Chiaramente anche i nukenin sono ben accetti.


     
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    Integrazione Sunese


    La rappresentanza Kurogane - Post Primo



    Non mi piace essere convocato. Specialmente da Shin Kurogane, cugino di qualsivoglia grado e braccio destro di Aizen, il capoclan dei Kurogane.

    Ai tempi mi detestava perché ero l'allievo prediletto di Aizen, la sua speranza di rivedere un Kurogane sullo scranno più alto di Suna, da troppo tempo lasciato prima ai Chikuma ed ora "ad un mezzosangue di Kiri".

    Ora mi odia per via di Miyako, mia moglie, che aveva deciso di venire assieme a me. Non che lui volesse sposarla per amore, ma il prestigio di essere l'unica portatrice nota della tecnica del quarto Kazekage, la Sakin (sabbia dorata), oltre al potere economico derivato da essa lo avrebbe messo in posizione privilegiata per ereditare, se non la posizione di Kazekage perlomeno la leadership del clan.

    Invece si doveva accontentare di fare da galoppino ad Aizen, una posizione importante ma di secondo piano.

    Non che il mio matrimonio con Miyako fosse nato per ragioni più nobili. Ci volevamo bene ma avevamo scambiato un'attrazione reciproca per vero amore e lei preferì sposare me per guadagnare la libertà che nella casa paterna le era sempre stata negata.
    Mio suocero, Tatehiko, l'aveva costretta per tutta la sua vita a fingere di essere un'invalida oltre a produrre sabbia dorata per finanziare le sue rischiose imprese commerciali.
    Chissà che fine aveva fatto.

    Shin, seduto alla scrivania di Aizen (un privilegio puramente formale), incrocia le braccia e ridacchia.

    La sapete l'ultima che ha combinato il Doro Resura?

    Doro Resura. Il lottatore nel fango, un nomignolo diffusosi all'interno del clan per definire il Kazekage.

    Miyako piega la testa di lato e si porta un dito sulla guanciaNon saprei Shin-chan... ha deciso di aprire un museo dove esporre le sue opere?

    Tutti sanno che il Kazekage si ritiene un artista, io non ci capisco granché per cui mi fido dell'opinione di chi è più esperto in materia, per cui l'ipotesi avrebbe anche senso per quanto azzardata. Peccato che sia io che Shin abbiamo capito che lo sta solo prendendo per il culo.
    Le sfioro con la mano la schiena, poco più in alto del sedere, per segnalarle che ha esagerato un pochino.

    Shin ci illustra quindi, in anteprima rispetto al resto del villaggio, l'ultima mossa del Kazekage: la decisione di rendere il clan Soshi i nuovi guardiani delle reliquie.

    Mi affilo il mento. Una mossa audace, ma sensata. Avendo solo l'appoggio formale dei vecchi clan della sabbia sta cercando consenso tra gli esclusi e gli emarginati. Mi piace. Tu che ne pensi, tesoro?

    Miyako annuisce Potrebbe persino aiutare a integrare i Soshi all'interno del villaggio e magari a riqualificare il loro quartiere. Potremmo fare degli ottimi affari, oltre a migliorare le loro condizioni di vita.

    Shin sbatte le mani sul tavolo e gonfia gli occhi, è sempre stato molto tradizionalista. Che state dicendo? Questo è un totale affronto! Mi meraviglio soprattutto di te, Shinichi, visti gli stretti legami che hai con i marionettisti!

    Che abbiamo, Shin-san. Sono decenni, da quando la famiglia Musashi ha addestrato il leggendario Kankurou che l'alleanza tra le nostre due famiglie si è solidificata. Quindi la posizione ufficiale dei Kurogane è quella di appoggiare totalmente la famiglia Musashi e di essere contrari a questa "offesa nei confronti del lavoro e del sacrificio secolare della famiglia Musashi, la cui nobiltà ha radice nel secondo Kazekage"?

    Sospira e si lascia accasciare sulla sedia. Si, più o meno è così.

    E immagino Miyako mi guarda prima di proseguire, vuole essere sicura di parlare per tutti e due Che siccome noi due siamo fuori dalla vita politica dovremo noi farci rappresentanti di questa posizione. Siamo pedine sacrificabili, insomma.

    Shin alza le spalle. I tempi non sono maturi per una mossa nei confronti del Kazekage. Se questa azione si dimostrasse fallimentare, tuttavia, avremmo l'appoggio della famiglia Musashi. I Chikamatsu non si tirerebbero indietro, i marionettisti si spalleggiano di solito ma... alza il mento, indicandomi.

    Sospiro. Shu-san? Non gliene frega niente di queste cose. Da quel che so ha demandato la gestione della politica familiare a Kaori. Che da quel che so ha una mezza tresca con Takeshi Chikamatsu per cui...

    Miyako si stringe nelle spalle. Per cui anche i marionettisti sarebbero uniti nel condannare questa scelta. Gli Iga appoggeranno sicuramente il Kazekage, sono filogovernativi per indole. I Chikuma? Che anche loro vogliano fare una mossa per tentare la "scalata"?

    Scuoto la testa. Non credo che si muoverebbero in questo caso. I legami tra Kurogane e marionettisti sono troppo forti. Appoggiare questa posizione significherebbe seguire la nostra linea, e non penso che lo farebbero.

    Shin si alza in piedi, ci da le spalle e si dirige alla finestra. Ci ha tirato una bella patata bollente addosso. Dopo aver manovrato gli eventi per farmi tornare alla vita attiva da ninja, sicuramente sotto indicazione di Aizen, ora vuole farmi partecipare nuovamente alla vita politica del clan e del villaggio.

    I Chikuma potrebbero muoversi successivamente, se i Soshi chiedessero di entrare nel consiglio. Se gli Shinkiro si opponessero, cosa probabile, i Chikuma potrebbero appoggiarli e fare la figura di quelli che non prendono posizioni ideologiche, come potrebbe sembrare la nostra, ma sostanziali per difendere dei diritti acquisiti.

    Rido Una delle poche volte in cui potremmo essere d'accordo.

    Sono solo ipotesi, tuttavia. Miyako fa un paio di passi verso la scrivania. Ci stai chiedendo di assumerci un grosso rischio, Shin-san. E come ben sai...

    Shin abbassa il capo, continua a darci le spalle Vuoi un beneficio proporzionale al rischio. Aizen-sama è pronto a lasciarti carta bianca negli affari commerciali con i Soshi, ed il quartiere correlato. Un mercato vergine.

    Miyako prende una caramella al limone da una ciotola posizionata sul tavolo. Mi porge una caramella, faccio cenno di no con la mano destra. Lei se la scarta e inizia a succhiarla senza far rumore, mette la cartina in tasca.

    Non ci basta. Voglio l'autorizzazione ad agire per nome del clan anche a livello politico.

    Shin si volta, la guardiamo entrambi con gli occhi sgranati. Che cazzo stai...?

    Miyako alza l'indice sinistro. L'hai detto tu, no? I tempi non sono maturi per muoversi contro il Kazekage. Quindi vuoi che noi due ci facciamo carico di questa decisione e se le cose non vanno come speri scaricarci da qualche parte, giusto? Tanto siamo sacrificabili.

    Le stringo la mano. Ha senso, Miyako. Grazie a te... non avremo mai problemi, perlomeno a livello economico.

    Mi guarda, lo sguardo infuocato. Smettila di farti mettere i piedi in testa! Una volta avresti messo questo ufficio a ferro e fuoco se qualcuno si fosse permesso di dirti quello che devi fare, o pensare! Dov'è finito l'uomo che ho sposato?

    Le mollo la mano, arrossisco e abbasso lo sguardo. Ha ragione. Lo so che ha ragione.

    Anche se per un breve periodo Shinichi è stato amministratore di villaggio, la più alta carica ufficiale a cui un Kurogane abbia avuto accesso da quando abbiamo perso il titolo di Kazekage!

    Miyako, lascia stare...

    Mi spinge via, rossa in volto Sei la persona più indicata per rappresentare il clan! Dobbiamo prenderci la colpa, sta bene ma vogliamo anche le responsabilità connesse con il ruolo!

    Shin ridacchia. Va bene, Miyako. Per curiosità la concessione di rappresentanza devo farla a nome tuo o di questo guscio che chiami marito?

    Alzo lo sguardo. Non avrò più lo smalto di un tempo, ma... Non esagerare, Shin.

    Per un secondo mi sento come tornato a molti anni fa. Per un affronto del genere non avrei esitato ad uccidere. Non ero più quell'uomo, ma sarei potuto ridiventarlo. Forse.

    Shin si blocca, la bocca aperta. Miyako mi stringe la mano. Sorride, per la prima volta da mesi.

    D'accordo. Ecco qua, concessione per parlare a nome del clan Kurogane, esclusivamente in merito a questa faccenda. Si volta verso Miyako. E, come concordato prima, gli accordi commerciali per la riqualifica del quartiere Soshi e del commercio tra i nostri due clan.

    Faccio un passo avanti e prendo entrambi i fogli. Li controllo. Oltre alla firma di Shin c'è anche il timbro di Aizen: sono documenti ufficiali del clan. Ancora preso dalla furia per l'insulto ricevuto prendo Miyako per mano ed esco dall'ufficio.

    Cosa ti è venuto in mente di fare?

    Quello che avresti dovuto fare tu! Hai mollato la vita da ninja e quella politica per dedicarti alla nostra famiglia. Adesso devi riprendertele.

    Si ferma. Mi tiene la mano. Mi alza il mento e mi costringe a guardarla in volto. Mi afferra il viso con entrambe le mani. So bene che questo matrimonio, e la nostra vita di famiglia non è quello che vuoi, Shinichi. So che sei stato distrutto due volte, la prima quando hai perso la Satetsu e la seconda quando hai abbandonato la vita politica e quella da ninja. E' stato bello giocare alla famiglia e so che per un po' hai creduto di amarmi ma... lo vedo che questa cosa ti sta distruggendo. Non posso fare molto per alcune cose ma... almeno posso ridarti la tua vita.

    La bocca si storce in un ghigno ironico. Non posso riprendermi niente, Miyako. Sono un fallimento come ninja e come marito. Come padre. Come uomo. Ha ragione Shin, sono un guscio vuoto...

    Devio lo sguardo. Lei costringe a riguardarla, di nuovo. Sai qual è una delle tue qualità? Una di quelle che mi hanno fatto innamorare di te? Mi posa la testa sulla spalla, e mi sussurra all'orecchio. Che non importa quanto tu possa compatirti, o credere di essere un fallito... quanto sei nella merda ti rimbocchi le maniche e inizi a spalare. Meglio di chiunque altro.

    Prende il permesso firmato da Shin e me lo sbatte sul petto. Ti ho appena dato la più grossa quintalata di letame della tua vita... cosa pensi di fare?

    Mi sorride.

    Ricambio lo sguardo. Ho carta bianca?

    Annuisce.

    Mi seguirai, qualunque decisione io prenda?

    Mi afferra la mano. Ti ho sposato, no?

    Sospiro, e scuoto la testa. Aizen mi ucciderà per questo ma... andiamo a farci amico qualche Soshi.

    Miyako mi da un rapido bacio sulle labbra. Vuoi appoggiare il Kazekage e i Soshi? Una scelta coraggiosa, maritino mio.

    La abbraccio e iniziamo a camminare, fianco a fianco. E' la decisione giusta. Suna deve essere unita, poco importa che a farlo sia questo o quel Kazekage. I Soshi meritano una possibilità. Senza contare che grazie a questi due documenti aiutare i Soshi è anche la decisione più utile per noi. E in un certo senso per Aizen e Shin. Vogliono usarci come pedine sacrificabili, no? E allora sarà alle nostre condizioni.

    Mi appoggia la testa sulla spalla. Adesso inizio a riconoscerti, Shinichi.

    Le stringo la mano più forte. Miyako... scusa se qualche volta non ti apprezzo abbastanza o... o penso che la nostra vita assieme non sia la cosa migliore che mi sia mai capitata.

    Me la porto di fronte e la bacio in bocca, preso dal trasporto. Ti amo. E ti ringrazio per essere la mia roccia. Per volere che io sia la miglior versione di me stesso. Mi sono perso, è vero. Ma mai più. Aiutami ad essere il migliore.

    Miyako ride, il suono squillante della sua risata mi fa piangere dalla gioia. Stupido, non hai bisogno che io ti aiuti. Hai solo bisogno che ti ricordi di tanto in tanto chi era Shinichi Kurogane. E chi può tornare ad essere.


     
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    Falce dei Kaguya


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    Intrecci di Clan


    Intrecci di Famiglia



    Non vi siete mai chiesti molto sulla famiglia di Ryugi, vero? Avete sempre sentito le storie della nostra abile kunoichi balbuziente, senza il contesto famigliare che la circondava, se non qualche piccolo accenno.
    Ebbene, questa nuova storia necessita di una piccola integrazione ulteriore su questo tema, relativamente alla nostra genin del clan Nekki.

    Il padre di Ryugi, tale Ryuho Nekki, fratello del defunto Mako Nekki (di cui vi ho già parlato in un'altra avventura), era un chunin della Sabbia, nemmeno uno dei più brillanti, né uno dei più vicini al loro capoclan.
    Aveva compiuto molte missioni, ma niente di troppo speciale.
    La sua fortuna erano state la moglie e la figlia.
    Se Ryuho rientrava nella media, infatti, Ryugi la surclassava, accettata nelle forze speciali di Suna in giovane età, quand'era ancora una semplice genin; qualcosa che non avveniva dai tempi dell'attuale Kazekage, del Turbine Rosso e del loro compagno Hamano Iga (un nome che, forse, in pochi ricordavano alla Sabbia, ma meritevole di ogni rispetto, se chiedete a me).

    La madre di Ryugi era tutt'altra storia: Tsumegi Kuzo, discendeva da una famiglia di commercianti che, si diceva, aveva le proprie origini fra i beduini dell'Anarouch e, in quelle vaste lande, aveva appreso anche le arti ninja, seppur, nelle generazioni più recenti, non c'erano tracce di shinobi nella loro famiglia, escludendo solo Ryugi, appunto.
    Questa famiglia di commercianti aveva diversi accordi non solo per permettere ai mercanti esterni di attraversare il deserto e commerciare dentro Suna, ma anche per aiutare le traversate verso il resto del Paese del Vento da dentro i confini del villaggio.
    Avevano accordi anche con l'amministrazione del villaggio, fin dai tempi del Quinto Kazekage, per le scorte ninja da dare alle loro carovane, ovviamente.
    Fu però il nonno di Ryugi ad avere l'idea rivoluzionaria: le sue due figlie andarono in spose a membri di altrettanti clan ninja.
    La madre di Ryugi sposò, appunto, uno shinobi del clan Nekki, la zia, invece, un membro del clan Shinkiro.

    Questo piccolo prologo, cari lettori, per permettervi di capire alcuni dettagli di questa storia e di come la nostra kunoichi balbuziente preferite vi è entrata a far parte.

    Quella particolare mattina, Ryugi ebbe un breve colloquio con la madre, prima di dirigersi, come sempre, alla base delle Squadre Speciali, dove occupava il più del suo tempo nello studio ed in allenamenti.
    Infatti, ad essere particolarmente severi, era Tsumegi Kuzo a portare i pantaloni in casa: gestiva gli affari commerciali della propria famiglia ed organizzava gli accordi per la protezione delle carovane tanto con i Nekki quanto con i Shinkiro, che apprezzavano, essendo una struttura matriarcale, di avere a che fare con una donna.
    Più di questo, però, era lei a comandare a casa, e quella mattina, anche la giovane genin se lo sarebbe ricordato, come non succedeva da tanto.
    Ben trovata, piccola mia, dobbiamo parlare di una cosa importante., avrebbe esordito, durante la colazione, porgendole un giornale che portava un articolo di cui anche la kunoichi aveva sentito qualche accenno, la "Ribalta dei Soshi".
    Ne sapevi niente di questa scelta del Kazekage-sama?, avrebbe incalzato, mentre la figlia scuoteva la testa.
    No, io m... m... m...., un gesto della madre la zittì: stava infatti contando con le dita della mano, segno che Ryugi doveva eseguire i suoi esercizi contro la balbuzia.
    Così, la giovane Nekki iniziò ad ispirare ed espirare, mentre fra le proprie, di mani, si generava una piccola vampa che andava crescendo e riducendo ad ogni espirazione ed ispirazione, finché la fiamma non si restrinse e spense, a quel punto, la ragazza riprese la parola: No, madre. Io mmmm mi occupo soso solo di mmmm missioni, non di popopopo politica., concluse, chinando appena la testa.

    Il clan Nekki non è molto felice di questa notizia, lo sai? Siete fra le famiglie che hanno fondato la Sabbia, come i Marionettisti, i Kurogane, o gli Shikiro ed il Kazekage preferisce un clan di immigrati che è arrivato a Suna un paio di generazioni fa?
    Questo non fa bene nemmeno ai miei accordi commerciali, lo sai, e sai anche, piccola mia, che potresti avere una grande carriera davanti a te, però non devi solo proteggere il villaggio, ma anche gli interessi della tua famiglia.
    Se i Soshi ottengono più potere politico dei Nekki, o addirittura dei Shikiro, potrebbe essere problematico, se non staremo attente, se non starai attenta.
    , spiegò decisa la madre, fermando con un gesto l'obiezione che la figlia stava per balbettare.
    Non ti sto per chiedere niente che vada contro il bene del villaggio, ma di riflettere sui risvolti politici: se ci saranno disordini a svantaggio dei Soshi, aiutali e proteggili, come tuo dovere come kunoichi, fatteli amici e riferiscimi con chi avrai avuto a che fare in quel clan.
    Se ci sarà scontento fra le casate della Sabbia, trova come mediare, se ci sarà da difendere il villaggio, fai il meglio che puoi, come ai tempi dell'elezione del Kazekage, contro quel grosso verme e quei ninja, ricordi?
    Devi sempre trovare come risaltare tanto come Nekki, quanto come kunoichi, per la gloria del tuo clan e perché, un giorno, magari potrai smettere di essere una semplice genin ed assieme agli oneri, allora, arriveranno anche gli onori per la nostra famiglia.
    , concluse pizzicando affettuosamente le guance della figlia, segno che l'altra non doveva fare niente più che confermare di aver capito.
    Come vi dicevo: era Tsumegi a portare i pantaloni in casa. Lei dettava le regole.

    Questo fu il buongiorno per la nostra kunoichi balbuziente preferita, che aveva la piena consapevolezza che la scelta del Nanadaime-sama era stata quanto meno audace, dando fiducia ai Soshi.
    Così Ryugi si sarebbe diretta verso la sua parte in questa storia.
     
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    Integrazione Sunese


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    Nessun clan, nessuna famiglia; in fondo era solo un esule praticamente fuggito da un terribile e turbolento passato nella neve. Nemmeno sapeva cosa volesse dire esattamente la parola famiglia, la sua senza dubbio non poteva essere definita tale. Aveva cercato molte volte quella parola nel dizionario trefennec: [famìglia s. f. In senso ampio, comunità umana, diversamente caratterizzata nelle varie situazioni storiche e geografiche, ma in genere formata da persone legate fra loro da un rapporto di convivenza, di parentela, di affinità, che costituisce l’elemento fondamentale di ogni società, essendo essa finalizzata, nei suoi processi e nelle sue relazioni, alla perpetuazione della specie mediante la riproduzione (con sign. simile, il termine è spesso esteso anche al mondo animale: una f. di foche, di rondini, ecc.). Sotto l’aspetto antropologico e sociologico, la famiglia si definisce come gruppo sociale caratterizzato dalla residenza comune, dalla cooperazione economica, e dalla riproduzione] ma quel che nella realtà voleva dire gli sfuggiva completamente.

    Se non comprendeva famiglia poteva comprendere clan? Cercato pure questo nel solito vocabolario: [clan s. m. Fra i popoli del nord, il gruppo familiare composto dai discendenti in linea maschile da un comune progenitore, in base a un’organizzazione gentilizia le cui tracce si sono conservate . In etnologia, gruppo sociale intermedio tra la famiglia in senso ampio e la tribù, il cui carattere fondamentale è dato dall’esogamia, e l’appartenenza al quale si acquista, a seconda dei vari popoli, per discendenza paterna o materna; i membri del clan si considerano discendenti da un comune progenitore che ha per lo più carattere mitico, e di conseguenza seguono regole di comportamento sociale simili a quelle in uso fra consanguinei. O gruppo chiuso ed esclusivo di persone legate da comuni interessi e che per lo più tendono ad escludere gli estranei;] non aveva doppiamente senso.

    Di conseguenza tutto il clamore e l'esagitazione, che in quelle ore turbava tutto il villaggio della sabbia, non lo toccavano più di tanto almeno finché Yasuke non aprì la vecchia porta della cucina:

    Kuso...Kuso...Kuso!

    Esclamò tra se praticamente urlando mentre esternamente mostrava il solito, falso, sorriso stampato a caratteri mobili tipo bibbia di Gutenberg. Ritrovare l'Hijikata con il suo ghigno malefico fiuta affari, pessimi, significava guai in un modo o nell'altro; cosa fare? Ovvio cercare di ignorarlo e supplicare i kami. Certamente ignorare un vecchio dispotico con il lancio umano facile mentre sghignazza modello iena ridens era un impresa a dire poco titanica. Il diciannovenne prese una brioche ancora calda e fragrante di forno, stranamente il vecchio aveva fatto acquisti, da un sacchettino di carta bianca; poi dal freezer recuperò un contenitore di plastica trasparente, ovale e semi vuoto che conteneva un prodotto tipico della neve la granita questa volta al gusto limone. Posto il contenitore sul ripiano marmoreo della cucina il biondo tiro fuori il suo katar lo fece ruotare un paio di volte in mano e in un colpo solo tagliare il prodotto da forno in due metà, imbottendolo poi con 3-4 abbondanti cucciate di ghiaccio tritato preso dalla scatola in fine richiudere la brioche a mo di panino. Rimettendo il resto in frigo scostò una sedia sedendosi composto al tavolo difronte al mercante, cominciando il curioso pasto.

    Nel mentre il vecchio seduto lateralmente nella sedia con gambe incrociate, mano destra chiusa a pugno posto al mento gomito piantato nel tavolo rettangolare mano sinistra a reggere e sfogliare un giornale, il corriere dell'oasi, poggiato sulle cosce. Testa china in avanti con su occhiali residuo del tempo passato, lenti quadrate blu verdi e montatura metallica squadrata color bronzo oro. Si sofferma sull’approfondimento intitolato "Ribalta dei Soshi" legge lentamente e molto attentamente alcune volte poi sospira i improvvisamente ride, nuovamente una pura e potente risata, assurdo ma vero è realmente felice. Sbatte il pugno sul tavolo guardando il "principe delle nevi" nomignolo umoristico affibbiato al genin da lui stesso.

    Questo moccioso ho proprio le balle quadrate o forse è solo matto...Comunque mi piace...Immagino che Kuroga, marionettisti, shikiro, iga, nekki e chikuma avranno il pepe al culo...Tutto questo villaggio farà in subbuglio. Veramente diverte possibilmente ci sarà da menare le mani...

    Lo interruppe il diciannovenne che stava quasi per strozzarsi cercando di mandare giù in boccone troppo grosso e troppo in fretta evitando a fatica il peggio.

    Che? Prevedi rivolte? Ma perché? E' un atto giusto e corretto, punta a integrare i soghi. Esuli come me e te...

    L'uomo squadrò il biondo e digrignò i denti evidentemente seccato.

    Non paragonarmi a te figlio di geisha...Poi sei stupido per caso? Giusto o sbagliato non è questo il punto. Potere e soldi il punto sta qui...Personalmente non mi importa un fico secco di integrazione o come si spartiscono le poltrone. Se i soshi hanno soldi allora sono come tutti gli altri così è come pensa un mercante! Guadagno! Per questo sei qui non dimenticare il tuo debito...Non il kage, non il villaggio tu obbedisci a me! Chiaro principe?

    Yasuke guardando il mercante chinò per un attimo il capo rialzandolo immediatamente per sorridere in modo inquietante.

    Quella geisha quale? Quella che chiamavi padrona mentre ti camminava in faccia? O quella insoddisfatta da te veniva da me? Dunque vecchio CAPO-SAMA da che parte sarebbe il guadagno? Quale parte?

    Tutto si aspettava quel vecchio shinobi ormai settantenne, reduce da molte battaglie ma essere semplicemente annichilito e colpito direttamente all’orgoglio d'uomo in due frasi, distolse lo sguardo e deglutì ammettendo a se stesso che il moccioso era cresciuto ed era proprio il figlio di quel angelo demoniaco di nome Ryoko.

    B...bene il kazekage è piuttosto furbo. Se tutto va come vuole ci saranno abbastanza soldi, si sicuramente i soshi porteranno il guadagno. Tu comportati da bravo genin sostieni il kazekage e i soshi. Fatene amico qualcuno se riesci e quel moccioso Tama-kun è chikuma tienilo d'occhio.

    Disse alzandosi ed uscendo dalla stanza con il ragazzo che come nulla fosse accaduto mangiava tranquillamente ora però pronto ad agire ancora come genin fedele al kazekage e a Suna.




     
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    Intro del topic



    Narrato Parlato PensatoParlato nel linguaggio natio


    Tamashii era seduto sul davanzale della camera della locanda, dove risiedeva quando si recava a Suna. Lo sguardo perso in lontananza.
    Il nonno era in visita al villaggio in quei giorni per sbrigare degli affari. Dormiva nella stanza adiacente a quella del nipote.
    Qualcuno bussò alla porta riportando il ragazzino alla realtà.
    Si ritrovò davanti il nonno. Aveva un'espressione pensierosa dipinta sul volto.
    Figliolo. Lo salutò appendendo il copricapo su uno dei ganci vicini alla porta. Poi si sedette stancamente sulla poltroncina vicino il letto.
    Nonno, che succede? Chiese con un misto di curiosità e preoccupazione. Era raro vedere l'anziano parente esternare un tale sentimento. Sistemò uno dei grossi cuscini davanti a lui, sedendosi a gambe incrociate. Koryukaze si arrampicò sulla spalla destra.
    L'uomo chiuse per un istante gli occhi, massaggiandosi le palpebre coi polpastrelli. Sono troppo vecchio per mettermi in mezzo alle questioni politiche del villaggio. Sospirò, riaprendogli poco dopo.
    Questioni politiche? Non capisco, che intendi? Da quando la politica di Suna ci interessa? Non viviamo nel deserto per essere liberi come il vento? Obiettò il ragazzino, confuso dalle parole del vecchio.
    Sulle labbra del nomade affiorò un sorriso amaro.
    Non è così semplice Tamashii. Nel nostro sangue scorre il sangue dei Chikuma, non scordarlo. Abbiamo scelto di vivere in libertà lontano dal clan di origine, ma non dimentichiamo il nostro patto. Tu ne sei la prova vivente. Ogni figlio del vento fa ritorno. E' la legge. Solo chi non sente il respiro del vento è libero di seguire la sua strada. Sottolineò, guardando dritto negli occhi il nipote.
    Il vento. Il ragazzino era legato a quell'elemento per certi versi capriccioso. Rispettava la sua duplice natura: fedele alleato e temibile nemico. Sapeva quanto potesse essere insidioso in un ambiente ostile alla vita com'era il deserto dell'Anauroch. Il suo desiderio di essere libero derivava dal vento. Nella sua idealizzazione fanciullesca aveva sempre pensato che nessuno fosse in grado di incatenare quel maestoso elemento, quella magnificente forza della natura. Nel suo sangue scorreva l'eredità del suo clan ancestrale e questa consapevolezza l'aveva sempre riempito di orgoglio.
    Un giorno non ci saranno più legami. Il patto verrà sciolto con l'ultimo figlio del vento. E' la legge della natura. Sono sempre più rari i prescelti. Le unioni esterne al clan dell'Oasi di Fuoco stavano dando il colpo di grazia ad un dono raro sin dall'inizio negli appartenenti del clan nomade. Fin ad allora sarà nostro dovere supportare i Chikuma nelle loro decisioni. Spero che questo ti sia ben chiaro, figliolo. Osservò in tono grave.
    Tamashii era sempre più confuso, non capiva dove il nonno volesse arrivare con quel suo discorso.
    So che entrare nel clan significhi avere dei doveri, rispettare le loro regole. Non è solo un privilegio nascere nel segno del vento. Non capisco il motivo del tuo turbamento. La mano dell'uomo si poggiò sulla testa del ragazzino, scompigliandogli i capelli.
    Nonno?
    Il vento scorre potente nei giovani. Considerò, dirigendo lo sguardo verso la finestra spalancata. Ti dissi prima di partire di mantenere integra la tua natura, ma ci saranno dei momenti in cui dovrai scendere a compromessi. Quanto conosci dell'attuale politica del villaggio? Domandò, concentrandosi nuovamente sul giovane nomade.
    Non molto. I rotoli che ho studiato sono datati. I più recenti risalgono all'incirca ad una decina di anni fa. Ammise, arrossendo lievemente per l'imbarazzo.
    Era il periodo in cui avevo contatti con l'allora Kazekage, Gin Chikuma. Esordì.
    Davvero? E' uno dei capiclan se ricordo bene. Non mi avevi mai parlato della vostra conoscenza. Che tipo era? Chiese, cercando di non mettere troppa enfasi nelle sue parole. Nei rotoli che aveva consultato aveva trovato scarse informazioni al riguardo.
    Una persona straordinaria. Era il signore dei Tornadi. Uno spirito libero. E un gran bevitore di birra. Omise di aggiungere che non era solo per il gusto se beveva così tanto. C'erano segreti che non dovevano essere rivelati. Tamashii non era stato messo al corrente dell'esistenza di una “terza casata” reietta, né dei rotoli che erano custodi dai capiclan dell'Oasi di Fuoco con le informazioni molto più dettagliate sul loro clan ancestrale.
    Non avresti mai creduto, incontrandolo di persona, che fosse il Kazekage. Riprese a parlare.
    Continua, nonno... Tamashii adorava i racconti.
    A quel tempo l'avevo contattato per una richiesta che, ad essere onesti, andava contro lo spirito libero del nostro clan. Il deserto aveva mietuto troppe vittime tra il nostro popolo. I figli del vento non nascevano da un paio di generazioni. Come capoclan era mio dovere dare un futuro ai sopravvissuti. Decisi di arrogarmi il diritto di chiedere la nostra riammissione al clan.
    Cosa? Il ragazzino assunse un'aria incredula. Nonno stavi violando i più sacri principi del nostro credo. E la nostra libertà?
    La stavo barattando con la vostra salvezza. Spiegò l'uomo. Pensavo di fare la cosa giusta.
    E lui rifiutò? Se non erano imprigionati all'interno delle mura di Suna, qualcosa non doveva essere andato per il verso giusto. Per fortuna! Ma questa considerazione evitò di esternarla.
    No, non sarebbe stato facile, ma saremmo potuti tornare.
    E allora cosa successe? Incalzò Tamashii.
    Nascesti tu e non ebbi cuore di recidere il vento della libertà che scorreva in te. Osservò con una punta di tristezza nel tono della voce. Una scelta che era costata la vita ai genitori di Tamashii.
    Se non avessi anteposto al bene del popolo, quello del ragazzo, sarebbero ancora vivi. Reclusi all'interno del villaggio, ma vivi. Era un peccato con cui conviveva da anni. Una ferita sanguinante che non si sarebbe mai cicatrizzata.
    Suppongo di dovertene essere grato, nonno. Non hai più rivisto Gin Chikuma? Era un ragazzino estremamente curioso.
    No, dopo avergli comunicato della tua nascita, mi concentrai sul nostro clan. E sul crescere un nipote fin troppo ribelle.
    D'accordo nonno, mi hai parlato di uno dei Kazekage del passato che apparteneva al nostro clan di origine, ma cosa centra con il commento fatto in precedenza? Sai quello riguardante le questioni politiche. Tamashii stava cercando di riportare la conversazione sul giusto binario.
    L'uomo si concesse una risata.
    Dritto al punto, eh? D'accordo, ti metto a conoscenza di quello che è successo. E cominciò a raccontargli le notizie che si erano sparse a Suna.
    E allora? Non mi sembra una tragedia. E' positivo quello che vuole fare il Kazekage. Osservò il ragazzino dopo essere stato messo al corrente. Non è anche la nostra filosofia di vita quella di collaborare? Di non lasciare mai nessuno isolato?
    Tamashii, in una concezione utopica sarebbe una decisione onorevole, ma quando si mettono in mezzo altri fattori, le cose possono complicarsi. I giochi di potere, i precari equilibri, non era affatto scontato che non ci sarebbero state ripercussioni.
    L'anziano rifletté se fosse il caso di portare via il nipote prima che la situazione potesse degenerare.
    Non posso proteggerti per sempre Tamashii... Era difficile da accettarlo, ma il ragazzino era un adulto per la loro gente. Si cresceva in fretta nell'Anauroch. Il nipote sarebbe dovuto essere il suo successore, ma il vento aveva scelto diversamente.
    Si alzò dalla poltrona dirigendosi verso l'uscita.
    Io devo ritornare all'Oasi. Ho concluso gli affari che avevo qui al villaggio. Prese il copricapo e se lo mise sulla testa, fasciando il collo con i lembi inferiori. Tamashii, ricordati che sei un Chikuma. E agisci di conseguenza.
    E se le due casate dovessero andare in disaccordo? Ipotizzò il nipote.
    In quel caso segui il vento. O l'assenza di esso. L'ultima frase rimase un pensiero. I figli del vento tornavano alla casata principale, questa era la legge. Eppure c'era stata un'eccezione, era esistito un prescelto che aveva risvegliato le capacità della casata cadetta. E Tamashii, forse, poteva essere la seconda anomalia.
    Che il vento possa sempre spirare a tuo favore.Lo salutò.
    Che il vento possa sempre spirare a tuo favore, nonno.
    Richiuse la porta alle sue spalle, lasciando il ragazzino solo con i suoi pensieri.


     
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    Arma e Scudo di Suna


    Chapter I - Villaggio della Sabbia



    Da quanto tempo non tornavo a Suna? Si chiese, in piedi sulla sommità di uno dei palazzi che incorniciavano la maestosa piazza di Suna. Lassù, sotto il sole cocente della tarda mattinata, il vento bollente scompigliava la chioma e il lungo vestito con cui il chunin aveva trascorso i sempre più frequenti ritiri nelle zone remote dell'Anarouch.
    Sulla mano destra stringeva un foglio di giornale che gli era stato consegnato dai suoi vicini anziani.
    Una settimana forse. Lo Shokuto non era solo. Non lo era più da molto tempo. Dietro al collo, a mò di sciarpa, era sdraiato un suricato del deserto.
    Il suo manto marrone aveva bizzarre macchie nere e sopra i suoi occhi vispi, azzurri come l'acqua che sgorgava dalle loro oasi, spuntavano due orecchie minuscole, in grado di udire anche il più flebile rumore. [Koinu]

    Aveva letto l'articolo di giornale, aveva parlato con i suoi vicini e con alcuni ninja del villaggio. La decisione del Kazekage aveva sorpreso tutti, incluso Masayoshi, di cui aveva sentito parlare poco o niente dei Soshi.
    Nel corso della sua vita tra le file della Sabbia, lo Shokuto non aveva collaborato con nessuno di loro. Della loro esistenza ne era a conoscenza per il quartiere ghetto che era stato costruito ad Est, fuori dal centro nevralgico del villaggio, in cui pochi avevano il coraggio di avventurarsi.
    L'opinione più diffusa tra le strade di Suna era che il Kazekage avesse preso un granchio: affidare ad estranei la custodia dei demoni e delle reliquie era pericoloso sia per il tesoro che andava custodito da uomini fidati sia per l'equilibrio tra i clan. I Kurogane non erano famosi per essere amichevoli con chi osava sfidare il loro prestigio economico. Per non parlare dei marionettisti, orgogliosi fino all'osso, da sempre fedeli abitatori e protettori del Tempio di Suna. Sarebbero riusciti accettare i nuovi coinquilini?

    L'aria era tesa nel torrido villaggio di Suna.
    Dalla proclamazione della decisione del Kazekage, le alte sfere del villaggio non avevano rilasciato ulteriori dichiarazioni. I ninja dei clan più importanti si erano barricati in casa, in riunione con i loro leader, per discutere e organizzare una reazione idonea e in linea ai loro interessi. Ma Masayoshi non apparteneva a nessun clan. Lo Shokuto apparteneva al villaggio intero e come Arma e Scudo di Suna si sarebbe fatto trovare pronto per ogni evenienza.

    Teniamo d'occhio il Tempio di Suna.
     
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    Tempesta in arrivo


    II


    [Shinichi]

    Mayako era una donna d’oro…letteralmente. Eppure era stato grazie alle sue capacità diplomatiche, piuttosto che per le sue capacità innate, che aveva permesso a Shinichi di ottenere un riconoscimento formale che pochi potevano vantare all’interno del clan. Anche se l’influenza che quell’attestato aveva era forse nulla rispetto l’influenza che il chunin aveva avuto quando era Consigliere, senza dubbio rappresentava un ottimo punto per riprendere la scalata.

    Era forse proprio perchè stavano pensando alla vittoria appena conquistata che i due coniugi, uscendo dall’ufficio di Shin, avrebbero prestato poca attenzione all’uomo che, dopo di loro, sarebbe entrato nell’ufficio del numero due del clan. Lunghi abiti neri avvolgevano il suo corpo snello, arrampicandosi fino alla sua faccia, in una maschera che ne copriva la metà inferiore del viso. Una zazzera grigia spuntava sotto un cappuccio tirato sopra la testa, che non permetteva di cogliere molti dettagli. Un’ombra, in effetti, al quale la coppia avrebbe dato solo poco più di un’occhiata.

    Una volta usciti dall’edificio, la coppia avrebbe deciso che non bisognava perdere tempo su una questione del genere. Tutti i clan avrebbero fatto la loro mossa e se volevano stringere qualche accordo commerciale con i Soshi prima degli altri, avrebbero fatto bene a muoversi rapidamente.

    Era metà pomeriggio, quando la loro risoluzione fu presa. Un forte vento spirava all’interno del villaggio, portando polvere e sabbia in giro con una tale insistenza che la maggior parte delle persone si era coperto con veli la testa, il naso e la bocca. Grandi nuvole si erano innalzate nel cielo e, chiunque avesse avuto un minimo di feeling con il deserto, avrebbe riconosciuto i segni di una Tempesta di Sabbia in arrivo.

    Faremmo meglio a sbrigarci, di questo passo la tempesta arriverà prima di cena. Non vorrei farmi la strada del ritorno fino a casa nel bel mezzo della tempesta..spero che questa volta abbiano dispacciato più ninja dell’ultima volta… Disse Mayako avvolgendosi a sua volta un velo intorno alla testa prima di dirigersi verso Sud-Est imboccando una delle principali strade che, a raggiera, portavano al palazzo del Daimio e del Kazekage. Passando per il centro del villaggio, notarono che una certa concitazione era presente tra le persone che si trovavano per strada. I passanti si stavano affrettando a tornare alle loro case, ed anche i commercianti stavano chiudendo baracca, rinunciando ai profitti della parte finale della giornata, pur di non trovarsi tutta la mercanzia rovinata dallo sferzare della Sabbia.

    Infatti, lasciando le strade principali ed il centro del villaggio, avrebbero trovato sempre meno persone in giro, fin quando non arrivarono al quartiere ghetto dei Soshi. In effetti, il quartiere non aveva nessun elemento territoriale o costruttivo che lo dividesse dal resto del villaggio. Tuttavia, le case si erano abbassate e diradate per lasciar spazio ad un numero sempre maggiore di tende. Non stupide tende da campeggio, ma grosse strutture, tirati da cavi in acciaio che potevano arrivare anche a 10 metri di altezza. I Soshi avevano origini nelle popolazioni nomadi del deserto e, sebbene avessero lasciato quella vita per la stabilità di un villaggio, non si erano lasciati alle spalle le loro abitazioni.

    Approcciando il quartiere, videro che anche lì l’attività era quasi frenetica. Molte persone stavano mettendo in sicurezza le tende e raccogliendo dalle stradge tutto quello che poteva volar via. I ninja non avrebbero avuto problemi a riconoscere gli uomini, vestiti nella tipica tunica cangiante che li avvolgeva, e nel copricapo che ne nascondeva il volto. Anche le donne erano coperte, ma non più di quando non lo sarebbe stata una donna non-Soshi.

    Prima che si potessero addentrare nel villaggio, sarebbero però stati intercercettati. Non siamo interessati. La voce dell’uomo era un tuono che riusciva a sentirsi persino sopra il turbinio del vento. Voltandosi, Shinichi e consorte si sarebbero trovati davanti probabilmente il soshi più imponente che avessero mai visto. Era alto almeno 2 metri e 10 e la tunica inanellata con fitte scaglie color bronzo lo facevano apparire largo quanto un armadio. Ma non era solo un’impressione: nonostante il vestito, sotto il tessuto erano evidenti delle braccia spesse quanto tronchi d’albero.Pensavo di essere stato chiaro con quegli altri. Non siete i benvenuti. Abbiamo abbastanza lavoro da fare con la tempesta per dar retta a due Kurogane kurhak Aveva detto l’ultima parola nel dialetto della tribù…con ogni probabilità era un insulto. Che cosa li aveva traditi, tuttavia? Il modo di vestire o come parlavano tra di loro, probabilmente, o forse si aspettavano la loro visita?

    [Ryugi]

    Che quel giorno sarebbe stato intenso, Ryugi già lo sapeva. Oltre alle questioni politiche, l’arrivo di un’enorme tempesta di Sabbia significava un lavoro extra di non poco conto. Come membro delle squadre speciali era suo compito coordinare i lavori per mettere in sicurezza il villaggio. A metà mattianata, avevano già tirato su tre quarti delle Vele, le grandi barriere infrangivento che erano posizionate strategicamente nel villaggio per direzionare e disperdere la corrente che, dalla fessura che era l’entrata del villaggio, si convogliava verso le abitazioni. I lavori sarebbero terminati nel primo pomeriggio.

    In aggiunta, avrebbe supervisionato il dislocamento di una ventina di ninja, per tenere a bada l’ingresso della sabbia, e non solo del vento, nel villaggio. Se il villaggio avesse avuto ninja del calibro del Kazekage, Gaara, forse non sarebbero servite così tante risorse. Eppure, impedire alla sabbia di entrare nel villaggio, per le 5 o 6 ore che sarebbe durata la tempesta, forse sarebbe stato impossibile persino per una leggenda del suo calibro.

    Ad ogni modo, il suo servizio sarebbe stato interrotto: Buongiorno Ryugi Il nandaime Kazekage si sarebbe palesato davanti la ragazza. Non indossava i paramenti formali, bensì quelli di un qualsiasi jonin della Sabbia. Speravo di trovarti qui. Come procedono i lavori? Avrebbe ascoltato il suo rapporto, quindi avrebbe continuato: Bene, procederò io qui con quello che deve essere ancora fatto. Ho bisogno che tu porti questo rotolo a Sasu-kotei Soshi. E’ un messaggio molto importante, nonchè solo per i suoi occhi. Ci siamo intesi? La pergamena non aveva nulla di particolare, se non il simbolo del villaggio della Sabbia nel sigillo che la chiudeva. Cosa ne pensi del mio annuncio di stamattina? La domanda a bruciapelo avrebbe forse colto la ragazza in contro tempo. Era la prima volta che il Kazekage le faceva una domanda politica così diretta, ed il suo tono era neutro e schietto.

    Se la ragazza fosse riuscita a divincolarsi dalla domanda del momento, avrebbe potuto dirigersi direttamente verso il quartiere ghetto. Ora che ci pensava; quanti uomini coprivano quel quadrante? Forse non abbastanza, considerando che c’erano più tende che case in quella zona. Ad ogni modo, il tempo avrebbe retto ancora per quando fosse arrivata all’accampamento.

    Un uomo completamente coperto da un’ampia tunica, grosso come una casa, stava bloccando il passaggio ad un uomo di mezz’età e due ragazzi che gli facevano da scorta. Tutti e tre portavano delle lame pregiate alla cintura, abbellite dal simbolo dei Chikuma. Ad ogni modo, l’uomo non semvbrava prestarle troppo attenzione e quindi la ragazza avrebbe potuto tentare la sua fortuna e cercare di aggirarlo. Tuittavia, se ci avesse provato, sarebbe stata intercettata da un altro Soshi, completamente ammantato, che era più o meno della sua statura: Wow squadre speciali!! Una voce di ragazzo uscì dal complicato turbante che gli copriva il volto. E sei anche più piccola di me!! Disse con un’ esaltazione che lasciava intendere tutto il contrario. Cosa ci fai da queste parti? Io sono di guardia, sai? Non devo far passare nessuno, sai? Mio padre dice che oggi le persone che arrivano hanno cattive intenzioni. Tu che intenzioni hai?? Mostrandogli il sigillo del villaggio, il ragazzo avrebbe esclamato: Il sigillo del Kazekage!! Ma che fico! Sei una importante, allora! Sai anch’io sono abbastanza importante, sono il figlio del … HAYAI-SASU porta quella ragazza da Saso -kotei, ORA! Il ruggito dell’uomo montagna avrebbe fatto saltare in aria anche Ryugi! S..Sì signore!

    Il ragazzo avrebbe fatto cenni frenetici di seguirlo, ma non l’avrebbe mai toccata. Ryugi sarebbe stata condotta tra le immense tende a cupola dei Soshi. Strutture completamente bianche, intessute con fili di color senape, macchiato di rosso, molto simile al colore della sabbia di primo mattino. Su molti era disegnato lo stemma del clan: uno scorpione d’oro in un cerchio sottile del medesimo colore. Come forse si era studiata, avrebbe notato i maschi del clan completamente coperti, mentre le donne mostravano il volto e qualcuna anche le braccia - del resto il vento non si era ancora ingrossato abbastanza da essere fastidioso o pericoloso. Anche i bambini piccoli, se maschi, portavano veli che li coprivano interamente. L’unica eccezione che vide, fu sbirciando all’interno di una delle mastodontiche costruzioni di tessuto e cavi, in quella che poteva essere un sorta di precamera, dove due ragazzi si erano scoperti entrambi il braccio destro e stavano facendo un gioco di forza. E’ molto scortese guardare nelle tende se non si è invitati. Non ti hanno insegnato le buone maniere? Comunque non era nemmeno un grande spettacolo. Io sono molto più forte di loro nella Presa Avvelenata! Lo sanno tutti nel clan! Difficile però credergli. Del resto, Ryugi avrebbe notato che il ragazzo zoppicava in maniera abbastanza vistosa e non sembrava essere un gran lottatore.

    Sarebbero quindi arrivati a quella che, senza dubbio, era la tenda più grande nell’accampamento, se si escludeva una grande struttura centrale allo stesso, che sembrava essere l’equivalente di una piazza di villaggio.Eccoci, sana e salva. Da qui puoi andare da sola, sei stata invitata, quindi non sarai scortese se entri. Io..potrei rimanere nei paraggi, se ti servisse una mano o mi volessi raccontare cosa ti ha detto Saso-Kotei. Mi raccomando digli che ti ho portato io qui, eh! E anche che sono il più forte nella Presa Avvelenata, capito! OK, ciao! Si sarebbe tolto quindi rapidamente di mezzo, con la sua andatura claudicante.

    Prima che potesse aprire il tessuto che chiudeva l’ingresso alla tenda, questa si sarebbe aperta da sola. Ne sarebbe uscita una donna dalla pelle color marrone chiaro, che si vedeva dal viso, le braccia e scollatura. I suoi capelli neri erano avvolti in una treccia complessa che le arrivava fino al sedere, ed aveva occhi verdi penetrati. Poteva avere 28 anni e portava in grembo un bambino di almeno otto mesi. Che curioso messaggero…entra ragazza, si sta per sollevare il vento. Il suo tono era basso e penetrante: se fosse stato un uomo, Ryugi se ne sarebbe innamorata instantaneamente. La donna l’avrebbe condotta nella tenda. Era un luogo accogliente: i tappeti creavano uno strato continuo soffice sotto i suoi piedi (si andava con delle pantofole per gli ospiti) e diversi fuochi creavano un’atmosfera soffusa, permeate dal profumo di oli e profumi che Ryugi non avrebbe riconosciuto. C’erano diversi mobili di buona fattura ed era pieno di sedute, incluso un letto nella parte più lontana della stanza. Saso, è arrivato un messaggero per te. La donna quindi si eclissò, andandosi a sdraiare su un piccolo divanetto non troppo distante. La persona a cui si era rivolta non era difficile da individuare. Saso-kotei era poco meno imponente dell’uomo all’ingresso del ghetto, ma non meno formidabile. La sua tunica inanellata era di scaglie cangianti, che andavano dall’oro al nero. Il Kazekage chiaramente pone molta fiducia nei suoi giovani ninja. Non me lo sarei aspettato da una persona di villaggio. Accomodati, messaggero, il mio halak è un luogo sicuro per tutti coloro che vi sono ammessi. Qual è il tuo nome e quale messaggio mi porti?

    [Yasuke e Tamashii]

    Era una coincidenza che i due ninja si sarebbero trovati nei pressi della piazza principale di Suna quando il vento sarebbe stato abbastanza forte da creare qualche problema camminando. Probabilmente erano entrambi diretti verso il quartiere ghetto, uno per cercare opportunità di profitto, l’altro per capire come ottemperare alla sua missione. Di fatto, si ritrovarono entrambi in mezzo al caos generale, mentre tutti gli avventori del mercato di Suna iniziarono a sgombrare in fretta e furia. Ma l’agitazione provocò solo ulteriore caos e questo si vide subito. Alcune ceste di datteri e frutta si erano rovesciate a terra per colpa di una mano frettolosa ed alcuni parasole di due o tre bancarella si erano strappate perchè chiuse con eccessivo ritardo. Tutti erano indaffarati a togliersi dalla strada, inclusi i poveracci che avevano solo la strada come casa. Solo Daisuke il Disgraziato continuava a suonare il suo shamisen, monco di una corda, con quel braccio strano che si muoveva a scatti.

    Fu quindi nel fuggi fuggi generale che, improvvisamente, Yasuke sentì un tocco leggero dietro la schiena, doveva aveva la sacca porta armi. Se avesse controllato, avrebbe immediatamente notato che sia il fumogeno che le carte bomba gli erano stati sottratti!! Scandagliando la folla, non avrebbe avuto problemi ad individuare una macchia marrone, della taglia di un bambino, che schizzava rapidamente tra la folla e già lo aveva distanziato di parecchi metri. Il criminale era veloce, ed il suo vantaggio era nella statura, che gli permetteva di muoversi senza quasi essere ostacolato dalla folla. [Inseguimento]

    Tamashii era troppo lontano per accorgersi del furto. Eppure, quando il ladro passò vicino a lui, la corrente di vento che aveva generato lo fece voltare ed accorgersi di Yasuke. Avrebbe capito cosa era successo? Avrebbe colto i segni nel vento? Se così fosse stato avrebbe dovuto anche lui affrontare l’inseguimento, anche se la sua statura ridotta avrebbe annullato il vantaggio della sua preda. [Inseguimento]

    Se i due ninja fossero stati abili a seguire le sue tracce, avrebbero visto il ragazzino salire sopra una serie di ceste di cibo capovolte, fino a raggiungere il tettuccio di una bancarella, con abilità e agilità sorprendente. Da lì, si sarebbe lanciato verso il tetto basso e piatto di una casa, per continuare la sua corsa tra i tetti di Suna. Percorsi altri 100 metri, sarebbe entrato dentro la finestra di un edificio dismesso.

    All’interno, i due ninja si sarebbero trovati nella completa oscurità. I suoni erano quasi completamente cancellati dal sibilo del vento che batteva la struttura e si insinuava nelle sue fessure. Improvvisamente, un luce concentrata sarebbe esplosa nell’oscurità, gettandoli in un cono luminoso. Una voce molto giovane avrebbe scimmiottato quella di un adulto dicendo con enfasi: Voi due! Avete superato la PROVA!!!!! Un secondo riflettore si sarebbe acceso nella stanza, questa volta puntando sul bambino che aveva parlato. Poteva avere poco più di 10 anni ed era secco come un chiodo. Aveva dei vestiti che erano poco più che stracci, avvolti in maniera disordinata intorno al corpo, mentre la sua testa era un turbinio rosso di caos. Nessun ninja per bene sarebbe riuscito a seguirmi fin qui dentro! Quindi voi siete i candidati perfetti per diventare miei compari ed aiutarmi nel colpo del secolo. TU..come ti… La luce che puntava su di lui si sarebbe interrotta improvvisamente, togliendolo dalla scena. Lyshin, ma che cavolo fai! Mi stai rovinando la scena!! Scusa boss, mi si è seccato l’occhio!! Strizzando le pupille, i due ninja avrebbero notato che l’essere che aveva risposto al ragazzo era una specie di geko o camaleonte. A te si secca sempre l’occhio, ti avevo detto di mangiare più verdure…come sei de deboluccio ehehe La prima luce parò, rivelando di essere a sua volta un animale.Lyshar, non ti ci mettere anche tu! Dannazione! Avete rovinato tutto. Tieni, riprenditi la tua spazzatura. Avrebbe detto il ragazzo, gettando verso Yasuke quello che gli aveva rubato.

    Il ragazzo si sarebbe quindi seduto ad una finestra del casolare, con i piedi che pendevano fuori, offeso perchè il suo grande piano era andato in fumi.Scusa Yohao, ci dispiace…Sì, ci dispiace… I due animaletti, non più grandi di un palmo ognuno, si sarebbero avvicinato al ragazzino, ma solo il secondo avrebbe intimato ai due shinobi: Embhe non fate nulla? Non vedete che avete rattristato Yohao. Su forza, ditegli che farete parte della sua squadra! Su forza!Non ascoltatela…diventa super protettiva a volte…mi spiace se vi ho fatto correre..pensavo di aver trovato le persone giuste. E’ che…quel tipo mi ha detto che mi avrebbe dato 30.000 Ryo se gli avessi rubato quella cosa…ma io non ce la faccio da solo.. 30000 Ryo? Ma poteva mai essere vero? (i camaleonti avrebbero detto che era vero)

    Se i due si fossero mostrati interessati, per lo meno per capire chi potesse mai aver offerto una somma del genere a quel ragazzino di strada, il viso di lui si sarebbe un po’ sollevato: Volete sapere eh? Io ve lo dico solo se accettate di aiutarmi, sennò ciao ciao. Se i due ninja fossero stati convincenti abbastanza allora il ragazzino si sarebbe tirato su, sorriso a trentadue denti, e puntando il dito indice fuori dalla finestra avrebbe detto: DOBBIAMO RUBARE QUEL POMELLO!

    [Masayoshi]

    5 secondi. Era questo il tempo medio che, mediamente, i marionettisti incaricati della difesa del Rokubi impiegavano a mettere in sicurezza la forza portante, una volta che questa rientrava al villaggio. Nulla di eclatante chiaramente. Forse un ninja appostato su un tetto, o un gruppo di animali che, stranamente, si trovavano sempre nei suoi pressi. Per lo meno, così era stato quando Masayoshi era un genin. Ora che aveva conquistato il grado intermedio di chunin, il collare dei Guardiani si era allentato parecchio. Del resto, le sue capacità come ninja erano aumentate parecchio negli ultimi tempi, e non così tanti potevano ora stare al suo passo.

    Infatti, rientrando al villaggio questa volta, si sarebbe accorto che nessu Guardiano si era presentato ad accoglierlo. Evidentemente, la notizia della nomina di nuovi Guardiani doveva aver scioccato quelli vecchi. In realtà, il chunin sapeva che per lui non sarebbe cambiato nulla. I Soshi sarebbero stati spediti a far da guardiani ai Santuari dei Cercoteri nel deserto, ruolo praticamente inutile al momento, mentre i marionettisti avrebbero continuato a controllare il Tempio Sacro.

    Forse più tardi avrebbe dovuto fare un salto al tempio - almeno per un piccolo check-in, se voleva rispettare delle procedure meramente formali - ma la sua destinazione era sicuramente il palazzo del Kazekage. Se voleva essere l’arma e lo scudo di Suna in quel momento, quello era il luogo dove essere.

    Sfortunatamente per lui, la tempesta stava provocando agitazione nel villaggio e venne interrotto più volte nella sua avanzata per dare una mano qui e lì, aiutando la popolazione a mettersi al riparo. Come se non bastasse, avrebbe sentito una voce familiare alle sue spalle. Ma guarda un po’, Masayoshi, sei tornato a casa. Bene bene, al Tempio saranno felice di saperlo…in particolare modo il tuo nuovo Guardiano. Che cosa ti ha tenuto lontano da Suna? Shunsui era comparso dal nulla. Vestito sempre di nero, aveva anche lui intorno alla testa un turbante per evitare di essere accecato dalla sabbia. Il jonin era stato per qualche tempo il Guardiano del Rokubi, e comunque aveva affrontato una serie di missioni con Masayoshi, non ultima quella all’isola dell’Abete.

    Molte cose erano successe da allora, ed al marionettista ancora bruciava di non aver potuto mettere le mani su uno dei curiosi Sigilli del Vuoto. Non che adesso non avesse grattacapi più grandi per la testa. Aveva attraversato dimensioni intere per ottenere quel piccolo sigillo a forma di rombo nel palmo della sua mano. Un sigillo che, per qualche motivo, si rifiutava di funzionare. Immagino che tu abbia sentito dei cambiamenti in corso. Guardiani Soshi…potrebbe essere interessante. Che ne pensi? Come tutti i marionettisti del Tempio, Shunsui non avrebbe mai parlato direttamente o indirettamente di quello che stava succedendo all’interno di quelle mura. Immagino tu voglia andare a conferire con il Kazekage…però non penso che lo troverai a palazzo. So che sta coordinando le attività di messa in sicurezza da qualche parte in città. Siamo sotto di personale…ora che ci penso…ti va di venire con me? Devo riparare un Punto di Visione difettato. Anche questo era piccolo vantaggio che il jinchuuriki aveva acquisito spendendo così tanto tempo con i marionettisti: sapeva un paio di cose che le persone normali del villaggio - quelle che non avevano un demone nella pancia - non sapevano sulle arti dei marionettisti. Per esempio, sapeva Shunsui era un esecutore di Tecniche Bianche, mentre qui Punti di Visione erano Tecniche Nere, tipiche dell’arte della famiglia Musashi. Se quindi era stato mandato Shunsui, davvero erano sotto di personale.

    Se avesse acconsentito, il duo si sarebbe diretto a nord-ovest del villaggio, verso la cinta muraria interna, nel raffinato quartiere del clan Shinkiro. Un quartiere molto piccolo, invero, ma piuttosto benestante. Diverse squadre stavano proprio rientrando dopo aver messo in sicurezza la zona.

    Il jonin marionettista avrebbe quindi impiegato un paio di salti per raggiungere la sommità di una casa, approcciando una grondaia che scendeva dritta fino a terra.Eccoci, queste Kuro Higi sono difficili da scorgere anche se uno sa dove guardare, vedi? Il marionettista avrebbe indicato un punto della grondaia che non sembrava avere nulla di particolare. A Masayoshi sarebbe servito una vista di falco per scorgere le leggere imperfezioni che tradivano la presenza di qualcos’altro rispetto al metallo della grondaia. [Note] Anche se non avesse notato nulla, Shunsui avrebbe compiuto un elegante gesto della mano - probabilmente collegando i fili invisibili che solo i marionettisti sapevano controllare con tale maestrai - per liberare una marionetta dalle dimensioni contenute, che si era come fusa con la struttura.

    In realtà, la marionetta non aveva nulla di particolare: la sua parte principale era una struttura sferica, come un grande occhio.Abbiamo riparato questo Punto diverse volte negli ultimi giorni, ma si continua a rompere…forse abbiamo preso una partita difettosa di pezzi.. Si mise quindi al lavoro per effettuare la riparazione Era da un po’ che non ci incontravamo..direi dalla missione all’Abete…che cosa hai fatto da allora?


    Edited by - Hohenheim - - 15/10/2021, 19:17
     
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    Integrazione Sunese


    Popolino - Post I


    Buon per loro!
    Fu il mio primo pensiero mentre leggevo la dichiarazione del Kazekage, pur essendo entrato da poco a far parte del villaggio di Suna, avevo cercato di girare il più possibile per farmi un'idea sui suoi abitanti. Se devo essere sincero, le storie che avevo sentito durante i miei trent'anni a girare il deserto mi sembravano notevolmente ingigantite. Sapevo bene che gli shinobi erano pericolosi guerrieri addestrati nell'arte dell'omicidio e dell'inganno, ma tutto sommato non sembrava che i clan architettassero costantemente per farsi fuori l'uno con l'altro, cosa che molti shinobi di clan interni alla sabbia, che aveva conosciuto durante le sue spedizioni, gli avevano giurato.
    Sembrava esserci una coesione d'intenti verso il benessere del villaggio e dei suoi abitanti, la cosa cambiò quando, poco dopo aver sfogliato le ultime notizie, mi infilai in un piccolo chiosco al limitare della zona clan Kurogane.

    Il posto era solitamente tranquillo, per lo più frenquentato da anziani, che stavano a passare il tempo, o qualcuno che consumava un pasto veloce prima di andare a lavorare.
    Non sapevo che tanti esperti di politica estera, interna e folklore frequentassero quel posto. Normalmente gli avventori litigavano durante le partite a carte o di Shogi, tirandosi frecciatine. Oggi invece pareva che fosse in atto una discussione di alto livello sulla scelta del Kage di stravolgere gli equilibri tra i vari clan.
    Povera Suna, ancora una volta perdiamo di credibilità. Prima quel bambino è diventato kage, adesso questa... i nostri alleati cominceranno a voltarci le spalle
    Ma no, il kage vuole includere i Soshi per smantellare il ghetto e rivalutare quell'area del paese vendendolo a mercanti stranieri!
    Come se fossimo stati noi a costruire il quartiere ghetto, se si vogliono integrare, collaborino con gli altri ninja invece che stare sempre rinchiusi a non far niente. Avete mai visto un soshi pattugliare da queste parti?
    Vero, sono proprio degli sfaticati!
    Certo che non ne passavano lì, eravamo vicini alla zona clan dei Kurogane, era più efficiente che fossero loro a sorvegliare la zona, senza contare che avevo avuto la percezione che i Soshi non si occupassero molto di operazioni interne al villaggio. Avevo capito che conoscevano bene l'uso dei veleni e quindi producevano tossine ed antidoti per Suna.
    Per non parlare degi marionettisti, ora dovrebbero mescolarsi con quelli lì? Una delle nostre eccellenze ridotta a balia dei Soshi?
    Come faranno a sviluppare i loro strumenti dovendo far da balia a quegli strambi. Oto sarà subito pronta a prendere il loro posto di artigiani
    Solitamente non mi sarei mescolato, ma non solo quelle mi sembravano idee pericolose, ma mi pareva che non si rendessero nemmeno conto di quello che dicevano. Erano solo lamentele in ordine casuale. Provai ad intervenire nella discussione.
    Scusate, ma alla fine i Soshi sono sunesi... ne più ne meno di noi. Dovremmo gioire del fatto che i loro sforzi siano stati riconosciuti. Il villaggio è più forte e più sicuro anche grazie a loro e alle loro conoscenze sui veleni. Uno scambio tra marionettisti e Soshi potrebbe portare solo vantaggi, no?


    [...]



    Beh, non ero più il benvenuto nel mio chiosco preferito del villaggio, poco male, mi sarei sicuramente potuto trasformare per tornare senza dare nell'occhio, o magari trovare un nuovo posto, ma tutto questo mi aveva dato da pensare. Certo, quelle discussioni erano le farneticazioni di anziani che ormai erano fuori dal loro tempo, ma era vero che tutti si oppongono al cambiamento e che i clan hanno ognuno la propria individualità. Quello era uno stravolgimento degli equiibri non da poco e l'assestamento avrebbe avuto sicuramente delle conseguenze.
    Tanto vale andare al tempio, sicuramente ci sarà un bel tumulto anche lì. Vediamo cosa ne pensano i marionettisti.
    E da lì mi persi tra la folla, diretto verso il tempio

    Mi infilo così a gamba tesa, buona giocata a tutti!

     
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    Falce dei Kaguya


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    Nel Quartiere Soshi


    Messagera del Kazekage



    Dopo quella breve chiacchierata con la madre, la giornata di Ryugi non proseguì tranquillamente: era prevista una tempesta sul villaggio, quindi le fu detto di occuparsi della coordinazione delle difese dal rischio sabbia.
    Far parte delle Squadre Speciali implicava anche questo, specie per l'ultima arrivata, una giovane genin com'era lei.
    Così fra l'organizzazione delle "Vele" lungo i confini ed il dislocamento dei ninja a difesa dalle possibili ondate di sabbia, la mattinata passò.
    Unica fortuna: il dispiegamento dei ninja e l'organizzazione delle difese, in generale, avveniva per via scritta, non serviva una comunicazione diretta, forse per questo avevano dato quel tipo di attività a Ryugi.

    Ad ogni modo, mentre la nostra giovane amica era intenta a gestire le difese cittadine dalle intemperie climatiche, ecco che apparve il Kazekage!
    Ka...kakakakaka Kazekage-sama, balbettò la Nekki scattando in piedi, quando se lo trovò davanti.
    Il giovane genio di Suna non aveva il copricapo tipico dei Kage, o altre vesti che lo distinguessero da un normale jonin del loro villaggio, nel momento in cui pose una semplice domanda alla kunoichi.
    Semplice, se Ryugi non fosse stata balbuziente.
    Le Vvvvvvvvvv Veveveve Vele sosososo sono state aaaa aaaa..., piccola pausa in cui la giovane Nekki si concentrò, focalizzando una fiamma nella sua mente ed ispirando in coordinazione con questa, Le Vele sono state aa alzate qua qua quasi tutte., disse espirando poco dopo, prima di continuare: Ho fafafa fatto orrrr orrga... diviso ninja per cocococo controllare la Sasasasasasa sabbia su due veeee versssss versanti già., avrebbe aggiunto, indicando poi la mappa su cui aveva tracciato alcuni punti con delle X, che si espandevano sul fianco da cui sarebbe dovuta arrivare la Tempesta fino a quello subito dopo in senso orario.
    Mmmmm manca aaa ancora queeeesto lalalala lato., avrebbe aggiunto, un pò intimidita, verso il versante opposto. [Nota]Siccome non mi pare che sia specificato, diciamo che se arrivasse da Est, Sud-Est, i versanti est e sud sono già stati gestiti... quello vorrebbe essere il senso.
    Fu a quel punto che il Settimo la interruppe, spiegando che si sarebbe occupato lui del resto, mentre aveva un ben diverso compito per lei, cosa che sorprese la Nekki, subito pronta, sull'attenti, in attesa dell'incarico.

    Probabilmente Hoheneim avrebbe potuto leggere la sorpresa nel volto della kunoichi, quando le affidò un rotolo contenente una missiva da consegnare proprio a qualcuno del clan dei Soshi, tale "Sasu-Kotei", e proprio quel giorno.
    Certo il fatto che il nome implicasse un "Imperatore" nel mezzo, intimorì ulteriormente la nostra giovane Nekki.
    Sì, sisisisisisisi signore, sosososo solo Sasasasa Sasu-Kokokokokok Kotei., confermò con un misto di orgoglio e preoccupazione per l'onore e l'onere datole.
    E poi il Settimo pose una nuova domanda alla giovane, che, malgrado la gioia di vedere il suo superiore chiederle un parere, non poté fare a meno di vergognarsi per la propria balbuzia.
    E' statatatata una ssss scescesce sce scelta cocococococo...., piccola pausa, Coraggiosa! Ha dididi dimostrato che Suna integra i propropropro propri ninja, tutti! I Sososososo Soshi sono stati eeeeeee eeeee...., nuova pausa, esclusi a aaaaa lungo, tttt troppo., parole che non aveva detto alla madre, l'altra stava sempre a preoccuparsi più degli aspetti economici, per la famiglia e per il clan.
    Ryugi, come ben sapete, sognava di essere la prima donna Kage della Sabbia, sognava un giorno di far splendere il proprio villaggio ed avere il Settimo come esempio era, dal suo punto di vista, una fortuna: quel giovane genio aveva dimostrato che la Suna che stava crescendo sotto di lui non escludeva nessuno! Tutti i clan, anche quelli dalle abitudini più particolari, erano ben apprezzati!
    Sosososososo sono ooooo orgogogogo orgogliosa di Suna!, balbettò, timidamente, inchinandosi di nuovo, mentre sollevava davanti a se il rotolo consegnatole, per poi andare a compiere la propria missione.

    [...]

    Il viaggio fino al quartiere dei Soshi portò alla mente della kunoichi diverse domande, non ultima com'era protetta quella zona dal rischio della tempesta di sabbia? I ninja del "ghetto" (parola che odiava) sarebbero stati al sicuro? Sperava decisamente di sì.
    Di certo era una zona del villaggio che, malgrado tutti i suoi desideri di integrazione, Ryugi non visitava spesso, forse perché i Soshi erano molto chiusi, come anche i loro costumi sembravano comunicare.
    Costumi che un pò la intimorivano, come l'enorme energumeno, coperto da una sorta di tunica che ne celava ogni centimetro e che ora stava bloccando tre individui probabilmente del clan Chikuma del Vuoto, come ipotizzò Ryugi.
    Certo, la giovane Nekki, avendo studiato quanto più possibile le particolarità dei diversi clan della Sabbia, sapeva che era nella cultura dei Soshi il fatto che gli uomini avessero il corpo completamente celato da quei veli, mentre le donne potevano avere parte del viso o delle braccia scoperte: una cosa era, però, la conoscenza che derivava dai libri, un'altra era il contatto diretto con la realtà, in questo caso, un gigante coperto da veli, prima, ed un ragazzino che le si parò davanti poco dopo, quando cercò di superare quel trio di Chikuma ed il gigante stesso.

    Dalla voce, suddetto ragazzino, sembrava avere l'età di Ryugi, forse di poco più giovane, e parve riconoscerla subito come un membro delle squadre speciali, prima di annunciare che lui era di guardia poiché le persone quel giorno avevano cattive intenzioni, o almeno quella era l'idea diffusasi fra i Soshi.
    Quella frase lasciò un attimo stupita e perplessa la kunoichi, che subito chinò il capo, ispirando ed espirando, focalizzando nella propria mente la piccola fiamma, prima di prendere parola: Ppp piacere, io sono Ryugi Nekki., ispirò di nuovo e poi continuò, Il Kazekaaaage-sama mmmm mi manda qui., avrebbe mostrato il rotolo con il simbolo della Sabbia, ispirando di nuovo, Dedede devo coco consegnarla a Saso-Kotei., a quel punto forse sarebbe stata un pò paonazza in viso, ma cercò di porgere al suo interlocutore un sorriso cordiale, prima di chinare di nuovo il capo e continuare: Nonono non ho iiii intenzioni cattive., concluse.
    Il giovane guardiano sembrò esaltato dalla missione di Ryugi, forse più di lei, ma quando stava per dire di chi fosse figlio, la voce del gigante nascosto dai veli fece letteralmente saltare ambo i giovani, oltre a rivelare che quello era Hayai-Sasu e che l'avrebbe dovuta condurre da Saso-Kotei.

    Così i due avanzavano in mezzo alle innumerevoli tende dei Soshi, dai colori del deserto mattutino, ammantate con il simbolo dello Scorpione, tipico di quel clan.
    Sssss siete in momomo molti a vvv vivere qui?, chiese con un pò di fatica, aggiungendo dopo un profondo respiro, Hayai-Sasu-san, sperando di non aver sbagliato l'uso del suffisso data la particolarità del nome.
    Aaaaa avrei tatata tante dodo do do domande..., balbettò ancora, seguendo l'altro, che si muoveva frenetico,
    Nel loro camminare, poi, Ryugi avrebbe notato una tenda una mezza aperta, dove, sbirciando, avrebbe visto due giovani con un braccio privo di veli , intenti in una qualche prova di forza.
    Il tutto solo per essere redarguita dalla sua guida, con cui si scusò con un veloce inchino del capo, diventando persino leggermente rossa in viso dalla vergogna, Mi mi mi mi dididididi dispiace... non vovovo volevo., balbettò poi, continuando a seguire l'altro che, intanto, si vantava di essere il più forte nella "Presa Avvelenata".
    In cocococo cosa cococo... cos'è la Pppp presa avvvvv Avvelenata?, avrebbe chiesto, mentre ancora andava dietro a Hayai-Sasu.
    Aaaaa avete anche altri tipi di aaaa.... riti nel vovovo vostro clan?, chiese ancora con sincera curiosità, per poi offrire un metro di esempio: I Nekki uuu usano le ffff ffff fiaaaammme per quequeque .... cecece cerimonie., spiegò, sperando in quel modo di attirare un pò la curiosità del suo interlocutore.

    Alla fine il nostro inatteso duo raggiunse la tenda dell'uomo indicato dal Kazekage: Sasu-Kotei.
    Lì Hayai-Sasu salutò la nostra giovane kunoichi, che data anche la pessima figura fatta nello sbirciare in una delle tende, cercò di essere il più gentile possibile, in risposta alle parole della guida: Gragragra... grazie mille per aaaa avermi scoscosco scortata. Fofofo forse mi servirà aaaa aiuto pepepe per tototo tornare iii indietro, ma iii intanto gragra grazie., nuova ispirazione, Hayai-Sasu-san., concluse.

    Dentro la tenda, che si aprì prima ancora che Ryugi la sfiorasse, fu accolta da una donna in dolce attesa, dalla bellezza stupefacente.
    La gentile padrona di casa, se tale si poteva definire, guidò la kunoichi all'interno della "casa", offrendole delle pantofole e permettendole di osservare la semplicità, combinata ad un senso dell'estetica e dell'esotico che di rado la nostra giovane Nekki aveva mai percepito, seppur, per alcuni versi, ricordava certi racconti del nonno materno sulle tribù nomadi del deserto.
    Tutto ciò catturò l'attenzione di Ryugi finché non si trovò dinanzi all'immane Sasu-Kotei.
    Forse non era mastodontico in dimensioni quanto l'uomo ai confini del quartiere, ma era imponente con il suo particolare vestito, la sua tunica che spaziava dall'oro al nero.
    Ryugi, alle parole dell'uomo, si profuse nel migliore degli inchini, anche perché ipotizzava che quello fosse il capo del clan Soshi.
    Poi arrivò la parte difficile: parlare.
    Io sss sono Ryugi Nekki, genin di Suna., fece un profondo respiro la giovane kunoichi, prima di continuare.
    Cccch chiedo scusa per il mmm mio bababa... difetto., aggiunse, prima di ogni altra cosa, poi rispose alla seconda domanda dell'uomo: Il Nanadaime kakaka Kazekage mamamanda quequeque questo pepepepe per voi, Sasu-Kotei-sama., avrebbe concluso trattenendo un attimo il respiro su quelle parole, mostrando il rotolo con il simbolo della Sabbia.
    Se poi l'imponente Soshi gliene avesse dato la possibilità, Ryugi gli avrebbe porto il rotolo stesso, aspettando le sue risposte da offrire al Kazekage.
     
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    Il guardiano del Rokubi e il suo Jinchuuriki


    Chapter II - Villaggio della Sabbia



    Accovacciato sul bordo del palazzo su cui era atterrato, Masayoshi osservò ogni centimetro quadrato della piazza. Il silenzio che gravava sotto di lui era interrotto dall'ululato furioso del vento. La sabbia in sospensione lo costrinse a indossare la maschera che aveva commissionato come regalo per la promozione. [Equip]
    Koinu preferì riposare in una delle tasche interne che l'evocatore aveva cucito proprio per lui.
    Forse sarà meglio dare un occhiata altrove. Pensò, annoiato, voltandosi verso Nord e poi verso Ovest. Doveva recarsi al Palazzo del Kazekage. Sarebbe stato Hohenheim, il bambino prodigio, ad assegnargli un compito. O due compiti, se fosse stato d'accordo ad includere Koinu.
    Scese dall'edificio e proseguì a piedi, immergendosi nella via principale che aveva frequentato durante gli anni dell'adolescenza, quando ritagliarsi del tempo per svagarsi era ancora un impresa possibile.
    Aveva sottovalutato la tempesta. Incanalandosi tra i vicoli e gli edifici, il vento bollente e la relativa sabbia in sospensione flagellava chiunque fosse uscito senza protezioni. Persino la maschera del chunin non impediva ai granelli di sabbia di penetrare nei fori orbitali. Recuperò un turbante da alcuni panni stesi lungo la strada (povera casalinga distratta) e l'avvolse poco sopra le palpebre.
    Le ciocche di capelli che fuoriuscivano dalle due barriere avevano permesso ai cittadini di riconoscerlo.
    Nessuno nel Continente sfoggiava una chioma bicolore come quella dello Shokuto. Bianca come la neve. Rossa come il sole.
    Tra i comuni abitanti di Suna, nessuno era a conoscenza del suo fardello e del Potere del Vuoto; per loro Masayoshi doveva essere uno dei tanti neo-chunin al servizio del Kazekage, invece, grazie al suo sorriso facile e alla determinazione che aveva dimostrato nel corso della sua vita, egli aveva conquistato i loro cuori. Molti erano i nomignoli con cui era conosciuto: Eremita del Deserto, il Profugo dell'Anarouch e l'Amico dei Suricati, quest'ultimo particolarmente apprezzato perché lo Shokuto lo considerava un tributo a suo nonno, vecchio ninja di Suna.
    Per ringraziarli del loro affetto, Masayoshi non si tirava mai indietro quando qualcuno aveva bisogno di lui.
    Quel giorno ebbe modo di dimostrarlo. La popolazione era in difficoltà: molti avevano sottovalutato o erano stati colti alla sprovvista dalla tempesta mentre altri avevano fessure più o meno grandi da dover rattoppare.
    I commercianti erano quelli che supplicavano maggior aiuto: a causa della sabbia trasportata dal vento, le loro merci rischiavano di perdere il loro valore.
    Il Kazekage avrebbe dovuto attendere. Con il cuore in pace, e Koinu protetto dal suo abito, il chunin iniziò a sporcarsi le mani e a sudare, spostando merci, cassoni, carri e si trovò persino a svolgere lavori di carpenteria.

    CITAZIONE
    Ma guarda un po’, Masayoshi, sei tornato a casa. Bene bene, al Tempio saranno felice di saperlo…in particolare modo il tuo nuovo Guardiano. Che cosa ti ha tenuto lontano da Suna?

    Alterata dal vento e dal lungo turbante che ne cingeva il capo, la voce di Shunsui giunse alle orecchia dello Shokuto. Indossava un lungo abito più nero del nero. Da qualunque direzione fosse arrivato, il Jonin era stato silenzioso come un fantasma.
    Masayoshi si voltò verso di lui, con le labbra piegate in un sorriso divertito. Sebbene la maschera lo rendesse inespressivo, per un ninja del calibro di Shunsui non sarebbe stato complesso decifrare le increspature ai lati degli occhi dello Shokuto, appena visibili oltre il turbante.
    Non ci sono ancora passato, a dire il vero Lo aveva fatto di proposito, dopo essersi accorto che, nell'ultimo periodo, la loro supervisione era parecchio diminuita. Addestramento. Fu avido di descrizioni.
    Tu cosa mi racconti? Chiese dopo aver sistemato l'ultimo baule nella casa di un povero commerciante, pulendosi le mani sporche di sabbia mista a residui di olio. Aveva evitato di chiedergli cosa stesse facendo: Shunsui era stato il guardiano del Rokubi, come Jonin e suo superiore in grado, era sicuramente giunto come da protocollo.
    Shunsui era un amico, perciò la sua compagnia non lo mise né in soggezione né sottopressione.

    CITAZIONE
    Immagino che tu abbia sentito dei cambiamenti in corso. Guardiani Soshi…potrebbe essere interessante. Che ne pensi?

    Non ho mai avuto occasione di allenarmi con loro. Affermò. Forse il Kazekage ha voluto dare loro un buon compito per farli uscire dal loro ghetto. Non è un segreto che non interagiscono molto. Un compito mica da poco! Su quest'ultimo punto e sulle loro presunte capacità Masayoshi non si espresse. Come aveva confermato qualche istante prima, non aveva mai visto un Soshi in azione.

    CITAZIONE
    Immagino tu voglia andare a conferire con il Kazekage…però non penso che lo troverai a palazzo. So che sta coordinando le attività di messa in sicurezza da qualche parte in città. Siamo sotto di personale…ora che ci penso…ti va di venire con me? Devo riparare un Punto di Visione difettato.

    Certamente. Esclamò con gioia da dietro la maschera. Mi stavo dirigendo proprio dal Kazekage. Hohenheim non era un Kage da scrivania o da trono. In caso di emergenze scendeva in strada per coordinare le difese o gli aiuti. Il chunin apprezzava quel suo lato operativo, anche se, in un evento simile a quello che stavano vivendo, i ninja meno esperti impiegavano del tempo per trovarlo.
    I Musashi sono occupati, immagino Aggiunse a bassa voce.
    Prima di partire per l'Abete, negli anni in cui Masayoshi era solo un involucro a rischio "esplosione", da dover monitorare a ogni ora del giorno e della notte, egli aveva trascorso molto tempo con i marionettisti.
    Tra ingranaggi, ruote, pulegge e fili di chakra, oggetti che non lo entusiasmavano, il profugo aveva imparato parecchie nozioni: la differenza tra Tecniche Bianche e Tecniche Nere e cosa fossero i Punti di Visione, dislocati in zone strategiche del villaggio. Quello che necessitava della riparazione di Shunsui era situato a Nord Est, nel lussuoso quartiere dei Shinkiro, altra tribù che faceva parlare di sé per la loro scarsa integrazione. Non ai livelli di Soshi, ovviamente.

    La zona era stata messa in sicurezza poco prima del loro arrivo.
    Raggiunsero la sommità di un edificio con quattro semplici balzi. A una decina di metri d'altezza, flagellato dalle raffiche di vento e sabbia, Masayoshi spinse lo sguardo il più lontano possibile. Non sfuggirono ai suoi occhi le tre squadre che facevano ritorno verso il centro del villaggio. Li seguì per qualche secondo, poi l'attenzione si spostò sul punto della grondaia che Shunsui gli stava indicando, concentrato nel proprio lavoro. I Punti di Visione non erano specchi né cannocchiali, bensì marionette di piccole dimensioni in grado di mescolarsi, a livello visivo, e forse anche fisicamente con gli oggetti circostanti.
    Masayoshi lo vedeva. [Percezione 12]
    Con un gesto elegante del braccio, Shunsui estrasse Kuro Higi dalla grondaia. Ammirò curioso la sua forma sferica e il grande occhio incastonato nella zona centrale.

    CITAZIONE
    Abbiamo riparato questo Punto diverse volte negli ultimi giorni, ma si continua a rompere…forse abbiamo preso una partita difettosa di pezzi.
    Era da un po’ che non ci incontravamo..direi dalla missione all’Abete…che cosa hai fatto da allora?

    Cosa aveva fatto dalla missione all'Abete? Era già trascorso un anno, forse di più.
    Qualche missione di poco conto. Come ti dicevo, ora mi sto concentrando con gli allenamenti nel deserto... Si picchiettò lo sterno con il pollice destro. Un flebile lamento seguì quel gesto. Dopo qualche istante, tra le maschera e la base del turbante, fuoriuscì un piccolo suricato del deserto, palesemente assonnato e infastidito dal disturbo.
    Ah sì...ho stretto amicizia con i Suricati del Deserto Shunsui sapeva del potere del Vuoto, e come suo ex Guardiano, aveva il diritto di sapere qualcosa in più rispetto agli altri.
    Ma gli sforzi sono rivolti tutti a padroneggiare la declinazione del Vuoto. È un lavoro che deve essere svolto in solitaria. Ad oggi so attivare il sigillo, ma nulla di più. Ammise, grattandosi la pelle del collo, sensibile al manto del mammifero.
    Hai partecipato a qualche missione interessante Chiese, curioso di conoscere gli ultimi sviluppi di Shunsui.


     
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    Integrazione Sunese


    L'ultimo degli Akasuna - Post Primo



    La mia solita fortuna. Che giorno doveva scegliere il Kazekage per decretare l’inizio della sua nuova politica di “integrazione”?

    Quello in cui era Shu Akasuna a fare da piantone di fronte al tempio della sabbia.

    Già la mia era una visione insolita, per di più come sempre quando mi toccava quel turno di guardia sono stufo come poche cose al mondo.

    Non che il mio umore, a detta delle persone con cui ho a che fare, sia dei più rosei.

    La folla di curiosi di fronte all’entrata non fa altro che alimentare il mio malumore.

    Sono talmente stufo che a malapena mi accorgo del piccoletto che mi si avvicina
    Mi scusi, posso farle una domanda?

    Scuoto la testa e guardo il bambino. Pelle scura, capelli neri. Avrà 7 o 8 anni.
    Ma certo gli sorrido. Grave errore.

    Mi ritrovo quindi a spiegargli che mi chiamo Shu Akasuna, che sono un marionettista, che no, non sono della famiglia Musashi, che sono stato chiamato a sostituire un collega all’ultimo minuto, che sono felice che mi sia stato concesso l’onore di sorvegliare il tempio anche se non sono un marionettista della “giusta famiglia”, che sicuramente appoggio la decisione del Kazekage e che
    altrettanto fa il clan dei marionettisti e che no, non sono preoccupato di finire avvelenato, in un bozzolo di tela e mangiato da uno del clan Soshi.

    Quelli poi sono I ragni, non gli scorpioni. gli dico, concludendo quella mezz’ora di dialogo riassunta in poche righe.

    E, signor Shu, ma allora—

    Adesso basta! sbotto Circolare! Non c’è nulla da vedere

    Il bambino, assieme a una decina buona di passanti, decide di andarsene. Rimangono in poche,
    giusto tre o quattro persone.

    Con ogni probabilità sarebbe rimasto anche Genjo Sabita, che presumibilmente avrebbe assistito a tutta la scena [Nota: ho deciso di posizionare qui Shu sia per tenerlo distante da Shinichi che per consentire a Ryose di interagire con qualcun altro. Chiaramente l'ultima parola spetta al QM].
    Anzi, probabilmente presto sarebbe uscito anche un collega dei Musashi dalle profondità del tempio. Già non gli sarebbe andato giù dover condividere quel compito con un Akasuna, figurarsi con gente esterna al clan.

    Un Akasuna. Rido. Come se fossimo rimasti in chissà quanti. A parte me e mia sorella non c’è più nessuno della famiglia.
    E, visto qual è lo scopo dei marionettisti delle tecniche rosse (che comunque si sono diffuse nel clan ben oltre le mie aspettative), direi che è un bene.

    L’ultimo degli Akasuna. Si, forse è un bene che la genia bastarda di Sasori termini con me.




    OT Chiedo scusa del post semplice, ma ho cercato una presentazione sensata e basilare, che potesse semplificare le cose ad Hohe e a Ryose. Nei prossimi giorni arriva anche la parte di Shinichi /OT
     
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    Integrazione Sunese


    Secondo Post

    Yasuke come deciso in precedenza si stava tranquillamente dirigendo verso il quartiere ghetto dei Soshi, con l'intenzione di procurarsi qualche contatto commerciale per le future attività di Hajikata.

    Era ormai nei pressi della piazza centrale quando il già brutto clima, in pochi minuti, peggiorò e anche molto: una tempesta di sabbia incombeva. Il vento intensificò le sue raffiche rendendo perfino il semplice camminare difficoltoso, fu quello il segnale che spinse praticamente tutte le persone a cercare di ritirarsi al coperto negli edifici; I vari commercianti si affrettarono a ritirare le merci esposte e i passanti fuggirono a destra e a manca quasi come un gregge impazzito in pratica fu presto caus.

    Ceste rovesciate, tende strappate, bancarelle sottosopra, spintoni, imprecazioni, urla e qualche principio di risa. Eventi confusi e caotici che portarono il genin ad abbassare la guardia e distrarsi, cosa che proprio lui non avrebbe dovuto fare. Del resto doveva immaginare che quella era l'occasione ideale per un borseggio, anche lui in fondo aveva vissuto di piccoli furti seppure per un breve periodo. Ma se ne rese conto troppo tardi proprio quando sentì un tocco, molto leggero ed infatti controllò immediatamente notando la mancanza di fumogeno e cartabomba. Alzò lo sguardo osservando con attenzionePercezione 6+3=9; nella folla di gente. A molti metri da se, scorse appena una figura minuta scappare agile e veloce nella confusione.

    Chiunque si sarebbe infuriato o come minimo adirato e invece il Muramasa rise palesemente divertito

    Piccolo bastardo coraggio...Vuoi proprio giocare!?...

    così scattò tra le persone. Ovviamente un tizio alto 190 centimetri, anche se shinobi, non poteva assolutamente muoversi al meglio delle proprie capacità e avanzare in quel fiume umano in piena. Era piuttosto difficile, tanto che il genin, per non perdere lo scippatore e cercare anche di avvicinarsi fu costretto ad usare del chakra e perfino a sforzare il proprio fisico. [Note]Inizio

    Ladro +2 passi --- Yasuke 0 passi;

    Round 1:

    Yasuke: Ladro +3 passi --- Yasuke +1+1 passi;
    +1 Passo ogni 100 Velocità;
    Potenziamento: Riduce di 1 Basso il chakra e di 1 Leggera la vitalità, per un +1 passo.
    Chakra 20-1=19 Bassi; Vitalità 9.5-1=8.5 Leggere;
    Yasuke raggiunse Tama.


    Fu solo in quel momento che l'esule della neve guardando alla sua destra vide praticamente al fianco un ragazzino, biondo con un cappello. Che dire i casi della vita, il destino o l'opera contorta di qualche kami? fatto sta che era proprio quel giovane: Tamashii.

    Ehm Tama-kun sei tu!? Ma guarda che caso...ahahah...Cosa fai qua? Anche tu insegui quel ladro? Bhe prendiamolo!

    Adesso in squadra l'inseguimento andò ancora avanti senza perdere di vistaPercezione 6+3=9; il furfantello e aumentando nuovamente il proprio passo. [Note]Round 2:

    Ladro +3 passi --- Yasuke/Tama +2+1 passi
    +1 Passo ogni 100 Velocità;
    Potenziamento: Riduce di 1 Basso il chakra e di 1 Leggera la vitalità, per un +1 passo.
    Chakra 19-1=18 Bassi; Vitalità 8.5-1=7.5 Leggere;
    Fine.


    Il genin notò il criminale saltare su delle ceste, poi sul telone di una banchetto raggiungendo infine i tetti

    Che cactus è? Una scimmia a molla!?
    Tama-kun sui tetti.

    Disse per poi sfruttare un po di chakra per saltare su delle casse di legno, da li con slancio arrivò sopra un muretto di mattoni rossi, un altro balzo e si aggrappò ad un cornicione, con entrambe le mani, per tirarsi su piuttosto facilmente. In fine con un ultimo salto arrivò sul tetto, lo stesso del loro inseguito, ovviamente il diciannovenne se necessario avrebbe aiutato il Chikuma nella scalata. Continuando ancora l'inseguimento, correndo sui tetti delle case normalmente collegati; classico stile architettonico sunense, dopo un centinaio di metri il fuggitivo si infiltrò in una struttura. Yasuke indicò l'apertura con l'indice destro.

    La dentro. Attenzione potrebbe essere una trappola!

    Come il furfantello il principe entrò dalla finestra dentro il vecchio edificio abbandonato, chissà da quanto tempo?

    Un ambiente indefinito avvolto nella più totale oscurità con il possente ruggire del vento a sopraffare qualsiasi altro suono

    Brutto posto...

    pensò poi improvvisamente una luce quasi accecante e una voce, quella del ladro!?

    Prova!? Che? Questo è scemo...

    una seconda luce a svelare l'identità del furfante: ne più, ne meno un bambino con i capelli rossi senza dubbio qualcuno che viveva per strada. Poi tutto divenne, come dire, strano altre voci si aggiunsero e guardando meglio appartenevano ad animali per meglio dire due specie di piccole lucertole; i tre si persero ben presto in una discussione piuttosto assurda.

    Semplicemente uno spettacolo comico che riuscì a strappare una risata al biondo, nonostante l'impegno profuso nel resistere.

    Il moccioso imbronciato si ritirò in un angolo ma perché la colpa adesso era dei ninja? Yasuke si grattò la nuca con la mancina e sospirò, recuperò le sue cose e fece semplicemente per andarsene. Quando il discorso del monello si fece parecchio interessante il genin, fatto dietro front, avanzò di qualche metro; doveva sapere il più possibile. Anche se la cifra era solo una grossa balla; chi e soprattutto perché avrebbe commissionato un furto e di cosa?

    Non preoccuparti è stato abbastanza divertente. E non ti sei sbagliato siamo le persone giuste. Fratellino non rubo qualcosa da un pezzo ma sinceramente mi servirebbe qualche soldo, ho un debito con un brutto ceffo....Capo accetto l'incarico! Sessanta percento della ricompensa a te, a noi il resto...

    Avrebbe detto usando a pieno le sue capacità di interpretazione accompagnando le parole con tono di voce, espressioni del volto, gesti e atteggiamento mescolando verità e menzogna. Mentre con la mano sinistra avrebbe fatto cenno a Tamashii di assecondare il tutto. Se il ladro si fosse fidato.

    Pomello?! Che pomello? Mhn e il mandante? Sicuro possiamo fidarci? E il piano quale sarebbe?

    avrebbe chiesto...





     
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    SHINICHI KUROGANE


    Post Secondo - Una mano tesa





    Usciamo dall'ufficio di Shin e dalla magione del capoclan, senza incontrare nessuno.[Nota: dato il carattere dei pg preferisco che l'entrata dell'individuo sia successiva alla loro uscita dall'ufficio di Shin, altrimenti dovremmo andar dietro a questa cosa 6 post.]

    Passiamo dal centro città prima di dirigerci verso il quartiere Soshi. I mercanti stanno mettendo via le loro merci e le persone stanno tornando a casa.

    Miyako si chiude in un velo. Io invece preferisco tenere il viso scoperto, per essere riconoscibile. Sarà utile quando dovrò contrattare con gli scorpioni, credo.

    Se vivono ancora in tende come ho visto una volta sarà un momento molto difficile per loro. Ricordo bene com'era, quando ero piccolo.

    Ah si? Dimmi di più, come facevate?

    Non mi piace parlare della mia infanzia, Miyako lo sa e lo rispetta, ma questo non significa che quando mi lascio scappare qualche osservazione lei non ci si getti subito sopra, avida di sapere.

    Le racconto di come organizzavamo le tende e cercavamo un riparo, quando possibile, sfruttando delle formazioni di roccia, grotte o caverne. In un paio di casi abbiamo anche scavato un rifugio di fortuna.

    La volta più dura è stato quando è arrivata una tempesta di sabbia il giorno dopo aver perso un incontro importante. Per punizione sono stato lasciato fuori, in balia del vento, dentro una gabbia. Avevo solo una scatola come riserva d'aria. Ho creduto di morire.

    Quindi è ancora più importante dare una mano ai Soshi! Queste condizioni di vita sono inaccettabili, oggi!

    Sospiro. Quello del deserto è un popolo fiero, Miyako. Io ne ero parte, lo so. Non puoi semplicemente andar li e dire "prendete questo progresso!" lo vedrebbero come una grossa offesa.

    Ci avviciniamo sempre più al quartiere dei Soshi. Gli uomini si fanno coperti, le loro vesti cangianti li rendono riconoscibili anche da lontano. Sono loro.

    Un uomo si avvicina. La veste multicolore lo identifica come Soshi, direi. È un bestione alto due metri, almeno. Una macchia arcobaleno ricoperta di bronzo.

    Non siamo interessati.

    Ah però, le voci girano in fretta.

    Pensavo di essere stato chiaro con quegli altri. Non siete i benvenuti. Abbiamo abbastanza lavoro da fare con la tempesta per dar retta a due Kurogane kurhak

    Faccio un inchino, e mi rialzo.

    Siamo Shinichi e Miyako Kurogane, è vero.

    Faccio un sospiro. Devo provare a giocarmi il tutto per tutto. Ma anch'io ho sono un musafir alsahra'Viaggiatore del deserto in arabo.
    Nota di BG: Shinichi come da suo background ha vissuto i primi anni della sua vita come viaggiatore/prigioniero/schiavo nel deserto pertanto è fattibile che conosca alcuni dialetti del luogo. A te la decisione se questo particolare dialetto sia noto ai Soshi oppure no.
    . Anch'io ho vissuto il deserto e ho sentito il morso della sabbia e del vento sulla mia pelle. Lascia che ti aiutiamo e poi, quando avremo finito, sarai tu a decidere se ascoltarci o meno.


    Incrocio le braccia. Come se non bastasse... sono un Chunin della Sabbia. È mio dovere aiutare un mio fratello sunese in difficoltà.

    Faccio un cerchio con le dita, indicando le alte mura di roccia che circondano il villaggio. E finché queste mura saranno la tua casa, tu sei mio fratello. Che ne diresti, almeno, di farmi il dono del tuo nome? O preferisci essere chiamato il muharib maediniun?Guerriero di metallo, sempre in arabo.

    Sarei rimasto fermo, immobile. Se il muharib voleva perdere tempo prezioso per costringermi ad andarmene cavoli suoi. Hana aveva istruzioni precise in questi casi di tenere i ragazzi al sicuro dentro casa.

    E se fossimo stati accolti dalla tempesta avrei semplicemente chiesto aiuto a Shunchu. Una tempesta di sabbia è una bazzecola da sopportare per lo scorpione di rame.Nota: anche se alla fine il contratto non mi è mai stato approvato e devo riscriverlo ho sia il contratto che gli stemmi della creatura come tratti. La creatura l'ho pure giocata in più occasioni per cui non penso sia un problema sfruttarla per flavour. Magari potrei evocarlo anche dopo, dopotutto uno scorpione gigante di metallo sarebbe interessante da conoscere per i soshi, no? :ghu:

    Miyako sarebbe rimasta dietro di me. Si guardava attorno, nervosa, ma ha fiducia in me e nelle mie capacità.
    Siamo Kurogane, dare il giusto valore alle cose è il nostro motto. Prendiamo solo rischi calcolati.



    OT Chiedo scusa del ritardo, mi sono incasinato con altre giocate XD /OT
     
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    Integrazione Sunese


    Segui il Vento
    II



    Narrato Parlato Pensato>Parlato nel linguaggio natio


    Il giovane nomade era rimasto perplesso dalle parole pronunciate dal nonno.
    Essere un Chikuma significava scendere a dei compromessi? No, questo si rifiutava di crederlo.
    Seguire il vento? Sì, si sarebbe affidato a lui, a quella forza della natura che l'aveva sempre accompagnato.
    Uscii dalla locanda per fare due passi, cercando di schiarirsi le idee. Koryukaze stava riposando in camera, acciambellato sopra il cuscino del letto.
    Era indeciso su dove dirigersi, se provare ad ottenere informazioni dal clan Chikuma oppure indagare di persona. Fatto sta che, perso nei suoi pensieri, si era ritrovato nei paraggi della piazza principale di Suna.

    Si era alzato il vento.
    Tamashii conosceva bene le avvisaglie dell'arrivo di una tempesta di sabbia.
    Non era preoccupato per il nonno. Non era tipo da farsi sorprendere all'aperto; probabilmente aveva ritardato la partenza.
    Attorno al ragazzino le persone erano indaffarate ad ancorare i tendaggi, a mettere al riparo i loro beni, chi a rincorrere ceste e mercanzie che non erano state protette adeguatamente.
    Mi domando se queste mura possano proteggerci dai capricci atmosferici o mi tocchi sul serio trovare un luogo protetto. considerò osservando il cielo. Suppongo la seconda ipotesi. Mormorò tra sé, notando il fuggi fuggi generale.
    Si calò bene sulla testa il cappello, sistemando gli occhiali in modo da pesare sul tessuto. Non aveva intenzione di perderlo per un capriccio del vento. Certo se il clima fosse peggiorato avrebbe dovuto utilizzare i goggles per riparare la vista, ma al momento poteva rimediare coprendo naso e bocca con la sciarpa che portava al collo.
    La sua attenzione fu attratta da un anziano venditore in difficoltà. Si affrettò ad aiutarlo a raccogliere la frutta che era rotolata a terra, sistemandola nella cesta, provando, poi, a chiudere il tendaggio della bancarella. Operazione non facile con le raffiche che stavano aumentando di intensità.
    Fu proprio un repentino cambio di direzione del vento in quella confusione generale che fece voltare Tamashii. Incuriosito il ragazzino si ritrovò a fissare Yasuke Muramasa.
    Yasuke? Che sta succedendo? Chi ha provocato lo spostamento d'aria? Rivolse rapidamente lo sguardo in tempo per notare un'ombra che si stava dileguando tra la folla. Istintivamente cominciò a rincorrere lo sconosciuto. Suo nonno gli aveva detto di seguire il vento e per quanto fosse assurda la cosa, il giovane nomade l'aveva preso in parola. [Inseguimento]Inizio

    Ladro +1 passo --- Tamashii 0 passi.

    Round 1:

    Ladro: +2 passi--- Tamashii +1 passo;
    +1 Passo ogni 100 Velocità.

    Il Chikuma si fece strada tra i passanti. La sua bassa statura gli venne in aiuto per cercare si svicolare tra la gente.
    Ehm Tama-kun sei tu!? Ma guarda che caso...ahahah...Cosa fai qua? Anche tu insegui quel ladro? Bhe prendiamolo!
    Yasuke l'aveva raggiunto.
    Si sono io. Potrei dire la stessa cosa di te. Tagliò corto, per risparmiare il fiato. I saluti avrebbero dovuto attendere un momento più propizio. Ladro, aveva detto? Chissà cosa aveva sottratto al giovane.
    Se non ci fosse stata tutta quella gente, avrebbe lasciato il compito di apripista al genin, mentre lui si sarebbe posizionato nella sua scia, ma allo stato attuale delle cose lui era quello più avvantaggiato grazie alla sua bassa statura.
    L'unica possibilità per non perdere di vista il furfante era collaborare. Il nomade avrebbe guidato attraverso la gente, mentre Muramasa si sarebbe occupato di controllare eventuali vie di fuga oltre la folla. [Inseguimento]Round 2

    Ladro +3 passi --- Yasuke/Tama +2+1= 3 passi;
    +1 Passo ogni 100 Velocità.

    Potenziamento: Riduce di 1 Basso il chakra e di 1 Leggera la vitalità, per un +1 passo.

    Chakra 10-1=9 Bassi;
    Vitalità 8-1=7 Leggere.

    Fine.

    Tama-kun sui tetti.
    L'avviso del giovane raggiunse il Chikuma che sollevò lo sguardo notando il ragazzino sopra il tetto di una casa, non distante da loro.
    Yasuke era partito con una serie di prodezze acrobatiche che avevano momentaneamente lasciato a terra il giovane nomade.
    E secondo te come dovrei salire fin lassù? Osservò ironicamente, seguendo l'esempio del genin.
    Tamashii afferrò la destra del collega che si era sporto per aiutarlo. Fece leva con i piedi per darsi lo slancio e cercare di raggiungere la sommità il prima possibile. Nell'ultimo tratto si sentì sollevare di peso.
    Ne doveva una a Yasuke.
    La corsa riprese sui tetti delle abitazioni. Il moccioso era fin troppo sgusciante. Tamashii era concentrato sull'inseguimento, cercando di non pensare alla tempesta di sabbia imminente.
    Dopo circa un centinaio di metri il ladruncolo cercò di scomparire alla loro vista, intrufolandosi all'interno di un edificio dall'aria abbandonata.
    Azione che si rivelò fallimentare grazie all'occhio attento di Muramasa che indicò al Chikuma la finestra dove era sparito. Il genin entrò a sua volta non prima di aver messo in guardia il nomade.
    Il locale era immerso nell'oscurità. La struttura doveva aver visto giorni migliori considerando gli spifferi di vento che si insinuavano a forza, creando un'atmosfera lugubre.
    Difficile per Tamashii orientarsi. Se erano caduti in trappola lo avrebbero scoperto ben presto.
    Una cono di luce squarciò all'improvviso le tenebre. Tamashii dovette socchiudere gli occhi per non restare accecato.
    Una voce giovanile risuonò spiegando ai due giovani che avevano superato una prova.
    Ma non era finita.
    Il nomade strabuzzò gli occhi nel rendersi conto che lo sconosciuto li aveva paragonati a dei ladruncoli, perfetti compari per un suo qualche piano segreto.
    L'enfasi del momento fu però interrotta da un secondo fascio di luce che illuminò il piccolo furfante. Un ragazzino poco più piccolo di Tamashii, vestito di stracci, con una zazzera di capelli rossi.
    Le sorprese non erano finite. I due compagni al seguito del ladruncolo non erano umani. Quando il Chikuma si riabituò alla luce, socchiudendo le palpebre, notò che fossero due animali. Una sorta di camaleonti. Entrambi non erano più alti di un palmo.
    Tamashii osservò con un misto di incredulità la scena che stava assumendo sfumature sempre più paradossali.
    Yasuke aveva riottenuto il suo equipaggiamento rubato. Sempre che si potesse parlare di furto visto che si era trattato di un espediente per attirarli lì.
    Il figlio del vento stava cercando di comprendere come fossero passati dalla parte lesa a coloro che avevano rattristato il moccioso, che rispondeva al nome di Yohao.
    Muramasa sembrava volarsene andare via.
    Un sentimento non condiviso dal giovane nomade che sentiva il vento peggiorare di intensità.
    Yasuke, forse non è il caso uscire fuo... Non terminò la frase.

    A tutt'oggi se qualcuno avesse chiesto come si erano svolti i fatti, il Chikuma avrebbe fatto fatica a dare un filo logico alla storia.
    Erano stati incolpati da una coppia di geki parlanti di aver rattristato il moccioso. Il suddetto ladruncolo aveva parlato di una somma consistente di denaro che aveva acceso una strana luce negli occhi del genin. La parte della risata di Yasuke poteva essere collocata prima o dopo tale sviluppo.
    Muramasa aveva preso la parola dicendosi interessato al colpo. Loro due erano le persone che Yohao stava cercando e che si sarebbero accontentati del quaranta percento della cifra pattuita da chi aveva commissionato il furto.
    Tamashii dal canto suo si trovava nella spiacevole situazione di assecondare le manie poco legali del genin. Yasuke aveva un'aria così convincente.
    Fidati di noi. Non puoi trovare di meglio. Aveva esordito, spinto dall'enfasi del momento.

    Se Yohao si fosse fidato di loro, con un sorriso radioso avrebbe mostrato l'obbiettivo della loro missione.
    Un pomello?
    Quella singola parola avrebbe avuto il potere di risvegliare il ragazzino dallo stato stuporoso in cui era caduto.
    Sto per diventare un ladro. Sto per dire addio alla mia reputazione. Mi cacceranno dal clan Chikuma e tutto perché, nonno caro, ho seguito i tuoi consigli? Perché mi hai detto di seguire il vento!? Imprecò mentalmente, emettendo un profondo sospiro di rassegnazione.

    Chakra: 9/10
    Vitalità: 7/8
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 100
    Velocità:  100
    Resistenza: 100
    Riflessi: 100
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 100
    Agilità: 100
    Intuito: 100
    Precisione: 100
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Rivestimento Mimetico × 1
    • Tonico Coagulante Minimo × 1
    • Occhiali × 1
    • Tonico di Ripristino Minimo × 1
    • Shuriken × 6
    • Kunai × 2
    • Dadao × 1
    • Filo in Acciaio [10m] × 1
    • Specchietto in Metallo × 1
    • Respiratore × 1
    • Accendino × 1
    • Bottiglietta di Alcool × 1
    • Sonagli [x5] × 1

    Note
    ///


     
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    Integrazione Sunese


    Post primo - Pessima giornata




    Cazzocazzocazzocazzocazzo... Denji, di certo, non era tra le persone più fortunate, tuttavia non si poteva dire che non si impegnasse per cacciarsi in situazioni non proprio ideali.
    La sera prima, l'ammasso di ferraglia, aveva ancora una volta ceduto all'irrefrenabile desiderio di arricchirsi tramite il gioco d'azzardo; a poco era valsa la lezione che, circa duecento anni prima, gli era costata il corpo. Ma come perché cazzo ho chiamato con 19? Quali cazzo di problemi ho? Cazzo! Doveva essere una semplice visita alla casa del gioco di Suna, alla fine dopo tutti quegli anni nessuno avrebbe ricordato il suo ban a vita, in memoria dei vecchi tempi. Che poi, se vogliamo essere onesti, erano passate molte vite, quindi da un punto di vista filosofico entrare era persino un suo diritto! No?
    Beh, inutile perderci troppo tempo. Il nostro sfortunato amico si era comunque, ancora una volta, dedicato al gioco delle carte, puntando sul black jack e, ancora una volta, aveva finito per rimanere in mutande; in senso figurato, si intende.
    Dopo un'intensa notte di vincite seguite da perdite, seguite da vincite, seguite da perdite, seguite da perdite, seguite da perdite, seguite da perdite, si era trovato a dover pagare alla sala da gioco una somma improponibile ed era ricorso al più geniale delle sue strategie: lanciare tutto in ara e fuggire come se non esistesse un domani.
    Durante la forsennata corsa, con alle calcagna due energumeni di non poco conto, la testa di Denji, coperta dal cappuccio, scattò verso sinistra di novanta gradi, rivelando un ulteriore volto dall'espressione a dir poco adirata. MI HANNO INCASTRATO! E' EVIDENTE! Un ulteriore scatto per rivelare invece un volto sull'orlo del pianto. I... i miei.. sigh.. i miei soldiiiiiii. buahahahahahahh. Copiose lacrime , o qualunque fluido esso fosse, sgorgarono dal volto, poi un ulteriore scatto. Beh, alla fine l'importante è divertirsi, no? Un'espressione quasi beata, con un sorriso stampato sopra, possedeva adesso il volto di Denji. Ulteriore scatto, si torna alla normalità.
    La fuga condusse presto il nostro amato amico tra i vicoli del paese della sabbia, ma quei maledetti bestioni sembravano proprio non volersi scollare dal suo culo, doveva trovare un'altra via d'uscita; poi, d'improvviso, un colpo di fortuna (?): la piazza davanti al tempio delle reliquie era gremita di gente. Il motivo era probabilmente sulla bocca di tutti, ma di certo non interessava al nostro piccolo androide che vide in quel conglomerato di carne la sua salvezza.
    In un rapido scarto virò la sua direzione, infiltrandosi abile nella folla, tuttavia i due non volevano davvero lasciarlo andare; fu allora che, sulle scale del tempio, vide l'unica persona nota che aveva in quel tempo: Shu. Rapido si districò dalla folla per giungere infine ai piedi delle scale che salì tanto rapido da quasi scivolare. Shu, amico mio! Disse avvicinandosi all'Akasuna per poi poggiargli il braccio sulla spalla sinistra (probabilmente il suo nuovo corpo aveva un peso completamente differente da quello precedente e questo avrebbe potuto creare qualche fastidio al rosso, ma il biondo ancora doveva farci l'abitudine). Come va? Intanto con lo sguardo squadrava i duei inseguitori, che si erano fermati alla base dell'edificio; non potevano di certo seguirlo esponendosi in quel modo, per quanto avessero diritto nel rivendicare i soldi, si trattava comunque di gioco illegale. HAHAHAHAHA ALLA FACCIA VOSTRA! RICORDERETE QUESTO COME IL GIORNO IN CUI AVETE QUASI CATTURATO IL CAPITANO DENJI! Il giovane, sollevato, si rivolse quindi nuovamente al suo salvatore, mentre i suoi problemi sparivano tra la folla. Allora, cos'è questo casino? La sua giornata, da quel momento, non poteva far altro che migliorare.... o no?


    Chakra: 40/40
    Vitalità: 15.5/15.5
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 400
    Velocità:  400
    Resistenza: 475
    Riflessi: 400
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 400
    Agilità: 400
    Intuito: 400
    Precisione: 400
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Biglie Metallo × 1
    • Scimitarra × 1
    • Accendino × 1
    • Bottiglietta di Alcool × 1
    • Balestra Leggera × 1
    • Filo in Acciaio [10m] × 1
    • Corpetto in Cuoio × 1
    • Veleno Debilitante Inferiore x3 × 1
    • Rotolo da Richiamo × 1
    • Tonico di Recupero Inferiore × 1
    • Kusari Fundo × 1
    • Fumogeno × 1
    • Proiettili × 5
    • Tirapugni con Lama × 1

    Note
    ///
     
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55 replies since 4/10/2021, 20:34   1408 views
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