La Prima Riunione di Konoha

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    Nuova missione




    Sapevo che non era solo per complimentarsi con noi che Raizen aveva indetto la riunione, ma di certo non mi aspettavo che si trattasse di dover annunciare una guerra, benché meno di dover fronteggiare un Kappa gigante.
    La tensione era salita nella stanza in cui i ninja di Konoha si erano ritrovati, un brusio di fondo riempiva la sala mentre ognuno approfittava del suo turno per parlare.
    Non ero certo un tipo che parlava a sproposito quindi mi limitai ad attendere che la maggior parte dei ninja nella sala proponesse la propria idea per vedere in che direzione tirava la corrente.
    Un paio di persone con cui non avevo ancora collaborato attirarono il mio interesse, c'era che, come me, sembrava parlare con l'hokage quasi fronteggiandolo e chi sembrava rivolgerglisi con un tono assai reverenziale.
    Una sola era la cosa in comune a tutti, la confusione: chi proponeva di restare, chi di partire alla ricerca dei manufatti, chi di prendere in considerazione la presenza del Kappa.
    Parlavano come se non gli fosse noto che Raizen aveva già preso la decisione, certo, non era certo un Kage tiranno ma nemmeno quel tipo di persona a cui qualche parola avrebbe fatto cambiare idea; aveva indetto una riunione, non indetto un consiglio, ci avrebbe detto cosa fare, non chiesto un parere.
    Mi alzai dalla sedia e con un paio di colpi di tosse mi schiarii la voce.

    -Andiamo Raizen, non tenerci sulle spine, so benissimo che hai già deciso sia il da farsi che chi verrà con te, c'è davvero bisogno di parlarne ancora?-

    Mi rivolsi quindi verso gli altri ninja.

    -Eddai su, come se non lo conosceste...-


    Certo, avrei rispettato le decisioni di Raizen, ma ogni parte di me fremeva per partire con lui, un'informazione che volutamente non avevo condiviso con gli altri, non sarei passato da quello che vuole imporsi sui compagni. Tuttavia conoscevo abbastanza bene Raizen e lui me, quindi presumevo sapesse come la pensavo, o almeno così speravo.
     
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    ehm...da qualche parte

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    La prima riunione di Konoha

    Parole, parole, parole...


    La stanza si riempì rapidamente di ninja, ma l'unica cosa che interessava alla ragazza di Oto, era di finire in fretta quella pallosa assemblea e tornarsene a casa ad organizzare i lavori ed attendere pazientemente di smaltire l'ultima fase del ciclo mestruale.
    Per di più ci si mise a peggiorare la situazione anche lo stesso Hokage coi suoi modi assurdi di rivolgersi al pubblico.
    Non bastavano i suoi sbalzi d'umore dovuti alla sua condizione, ci mancava pure lo scatto di nervi per colpa di Raizen. Tanto gradasso e primadonna, e poi saluta il pubblico con un "we"..."WE"
    Quella singola parola cominciò a far ribollire il sangue della giovane donna, che ascoltando parola dopo parola, avrebbe voluto strappare il cuore a quel gigante totalmente incapace di stare su un palco, farlo in tanti pezzettini e ficcarglieli in bocca, prima di buttare il suo corpo nel fiume. Quello che la faceva imbestialire era il fatto di saperlo tanto popolare eppure tanto impedito, a differenza sua, che si poteva dire praticamente nata per stare davanti ad un pubblico, ma che non aveva ancora avuto molte possibilità di esibirsi.
    In preda all'isteria più totale, non potendo fare a meno, suo malgrado, di ascoltare le direttive dell'hokage, porse la sua mano sinistra alla sua segretaria, che avendo immediatamente intuito cosa desiderasse da lei, con uno sguardo a metà tra il rimproverante e il supplicante cercò di farla desistere. Tentativo smorzato all'istante dall'occhiata fulminante della sua padrona, che ottenne ciò che aveva richiesto, dopo che la giovane domestica aprì lentamente e amaramente la borsa e ne estrasse un piccolo kit per le unghie.

    Per non rischiare di vomitare in faccia all'assemblea tutto il suo disdegno per la pessima figura dell'Hokage o di farsi esplodere una vena in testa, si vide costretta a distrarsi limandosi le unghie e pensando alla sua manicure, fregandosene altamente dell'applauso ma comunque restando concentrata sul discorso del colosso, per assicurarsi di non ricevere sorprese in seguito.
    Una guerra in arrivo? Andiamo bene...
    Come se non bastasse, si mise in mezzo anche un ragazzino a mettere altra carne al fuoco con l'interminabile resoconto della sua ultima missione e di quello che aveva scoperto su delle armi leggendarie ed indistruttibili, cosa che venne alimentata anche da altre due kunoichi "fisicamente passabili ma del tutto grezze", che a quanto pareva non volevano proprio farsi i fatti propri. Tutto quello non stava facendo altro che prolungare la sofferenza dell'otese, la quale aveva già pregustato l'uscita da quella sala, al sentire le parole di Raizen "altre domande?", ma che purtroppo si vide costretta a sopportare quelle altre barbose baggianate.
    Santa Pace, ne avremo per tutto il giorno...
    Quanto odio i ninja.
     
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    Una Pulce tra i Giganti

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    La riunione iniziò in un modo decisamente meno formale di quanto ci si potesse aspettare dal luogo scelto e dall’impressione che aveva dato con la sua entrata. Cosa che, per quanto potesse dar fastidio ad alcuni, Youkai apprezzava: allentava la tensione, permettendogli di sentirsi un po’ più vicino a quel gruppo di shinobi dei quali sentiva di non far parte come avrebbe dovuto.
    Il primo discorso riguardò dei ringraziamenti riguardanti una missione compiuta con successo, che aveva eliminato un pericoloso gruppo mafioso. L’albino si unì in ritardo all’applauso, leggermente confuso, cercando di capire quali shinobi vi avevano partecipato e del perché lui non fosse nemmeno a conoscenza della cosa. Quel dettaglio non fece che alimentare la sua frustrazione, non solo lui non si riteneva all’altezza, ma anche l’Hokage e probabilmente gli altri shinobi la pensavano allo stesso modo. Ma i problemi dati dall’Edera avrebbero potuto ribaltare la sua situazione… almeno fino a che non passò alla questione “tempo”. Dovevano prepararsi in fretta, questo significava che non avrebbe avuto tempo di allenarsi uteriormente in maniera efficiente. Se voleva partecipare, doveva farlo con le sue attuali forze, migliorando quel poco che sapeva per rendersi utile. E non lo avrebbe fatto all’interno di Konoha.
    Yato fu il primo ad intervenire, mentre Youkai fremeva, aspettando più o meno pazientemente che il ragazzo terminasse il suo discorso. Non riuscì a resistere nel sentire il nome di Jeral, interrompendolo alzando la voce:

    Noi sappiamo qualcosa su Jeral!

    Sussultò per un momento, quasi fosse incredulo per l’essere riuscito a bloccare temporaneamente il discorso, schiarendosi la voce e correggendo le su parole:

    B-Beh, diciamo io, i miei compagni sono assenti. Abbiamo trovato il luogo della nascita del suo potere, e c’è un vecchio che abita da quelle parti che sembra conoscerlo piuttosto bene. Ma è un po’ andato di testa, non siamo riusciti ad interrogarlo a dovere, servirebbe qualcuno che potesse leggergli la mente. Non è pericoloso, ma… non merita un interrogatorio vero e proprio, ecco. ...M-ma è tutto scritto nel rapporto, l’Hokage dovrebbe già essere stato informato. Vai… Vai pure avanti tu.

    Se l’imminente guerra l’aveva fatto sentire piccolo ma determinato, gli eventi di cui parlava Yato smorzarono la sua determinazione. Come poteva prepararsi ad un evento simile? Forse per quello avrebbe avuto più tempo per prepararsi a modo, ma si parlava di cose al limite del surreale. Si fece pensieroso solamente quando l’altro parlò di un mezzo di trasporto per raggiungere le armi, sigillato in un tempio nell’isola del “Cerchio”. Youkai aveva passato un sacco di tempo ad osservare la mappa durante il suo anno all’ospedale, sognando di viaggiare in ogni angolo delle 5 Terre per esplorare tutto ciò che aveva dimenticato… E non ricordava nessuna “isola del Cerchio”. Quando parlò della metà inabissata, il suo sguardo sembrò illuminarsi, ricordando un’isoletta dalla peculiare forma di luna crescente… Ma non fece in tempo ad intervenire, che Kairi prese parola per prima. Con uno sbuffo, si lasciò cadere sulla sedia, ripensando semi distratto alla mappa, mentre altri prendevano parola.

    Eheh! Anche I paesi attorno all’Oceano di Kanashi formano un cerchio. Certo, per fare una cosa simile dovrebbe esserci qualcosa di ancora più grosso di un Kappa di duecento metri. ...Spero che quel cerchio sia dato da una banale deriva dei continenti.

    Non intervenì ulteriormente, se ne rimase buono in disparte, sapeva troppo poco per poter intervenire in modo efficace in quella discussione.
     
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  4. Raš
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    Riunione della foglia

    post I

    Ero in ritardo alla prima riunione del villaggio della foglia.
    Correvo lungo i tetti della città, saltando da una casa all'altra e precipitandomi verso l'amministrazione della foglia dove, ormai da almeno una ventina di minuti, era in atto la riunione indetta dall'Hokage in persona. Arrivare in ritardo ad una riunione del genere, probabilmente, avrebbe potuto mettere in imbarazzo chiunque, figuriamoci un neo-genin fresco d'accademia. Non ci volli pensare ed aumentai il passo quando intravidi il palazzo a poche centinaia di metri. Compii un ultimo balzo atterrando di fronte alla porta e, ignorando gli sguardi di qualche passante incuriosito, entrai nell'edificio. Mi bastò seguire le indicazioni forniteci nella lettera per raggiungere la stanza da cui si sentiva parlare Raizen. Rimasi fermo immobile, pensando a come e quando sarei potuto entrare senza attirare l'attenzione. Non volevo essere visto arrivare in ritardo, non volevo essere notato in generale! Grazie al mio sguardo potei seguire quello che stava succedendo all'interno. La forza del chakra dell'Hokage quasi mi abbagliava, il color rosso e così scuro della sua forza mostrava la sua grande fonte; nella platea vi erano numerosi ninja capaci, ognuno con il suo colore, le sue sfumature interiori, tra quelle luci riconobbi Kairi. L'Hokage stava mostrando delle diapositive, raffiguranti volti che, da quanto diceva, appartenevano ai principali capi dell'organizzazione criminale "l'Edera". Contro la quale venne attuato un decisivo attacco ed essa, Raizen lo stava giusto confermando, poté venire considerata debellata da Otafuku. Un'impresa incredibile che ebbe grande risonanza nel paese e fu accolta, dai più, con giorni di festa.
    Comunque sia era arrivato il momento di entrare, non potevo rimanere ancora lì fuori come uno stupido. Ovviamente l'idea di bussare ed entrare era esclusa e nemmeno facendo lo gnorri o tanto peggio portando una giustificazione, come se a qualcuno potesse importare realmente. No, no non ci stavo. Avrei solo aspettato il momento adatto e questo si presentò poco dopo. Ritardai lo stupore che mi prese quando venne annunciato lo stato di minaccia del villaggio e agii rapidamente. Improvvisamente scomparviTecnica dell'Occultamento - Kakureni no Jutsu
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Nessuna
    L'utilizzatore può occultare sé stesso, una persona o un oggetto riproducendo quasi perfettamente l'ambiente occupato, diventando invisibile. Se l’obiettivo compie una manovra offensiva o difensiva, la tecnica termina il proprio effetto. Se disattivata la tecnica entro 6 metri da una fonte di chakra, l'utilizzatore non può compiere altre azioni offensive: il round termina dopo l'eventuale fase difensiva.
    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Livello: 5 / Consumo:Basso - Mantenimento: Basso)
    , diventando invisibile. Attesi il punto più alto del climax oratorio dell'Hokage per spingere la maniglia verso il basso e intrufolarmi nella stanza, fortunatamente l'ambiente era dalla mia parte. Potei entrare da una delle tre porte laterali che dava verso il palco, una zona che godeva di poca luce come tutta la stanza d'altronde ad eccezione del palco da cui stava finendo di parlare Raizen. Sicuramente molti, se non tutti, di quei ninja si sarebbero accorti dei miei passi leggeri e silenziosi, se si fossero trovati in missione o durante uno scontro ma sarebbero riusciti a notarmi anche durante quel agguerrito monologo? Sperai che il discorso concitato dell'Hokage avesse potuto catturare la loro più completa attenzione, quindi seguii il muro della stanza e rimasi in attesa, iniziando - solo in quel momento - a realizzare le parole che avevo appena udito.
    Dopo una prima risposta della folla, Raizen chiese se ci fossero state domande. In quel momento diversi ninja si alzarono in piedi e chiesero delucidazioni, altri proponendo addirittura una strategia, un ragazzo in particolare, però, pose una nuova questione dai contorni apocalittici. Rimasi interdetto, ma che minchia sta succedendo? Ebbi la sensazione di vedere crollare ogni punto fisso, qualcosa stava scombinando il mondo e queste ne erano le dirette conseguenze: guerra e Kappa giganteschi. Minchia.
    Tentai di non cadere nel panico, andava fatta una cosa alla volta e concentrarci sull'immediato prima di proiettarci verso azioni troppo lontane; inoltre ero un semplice genin e queste decisioni non mi riguardavano e non sapevo minimamente come agire. Conscio del mio grado e del mio ruolo come pedina, però, sarei potuto essere utile al villaggio. Mi morsi le labbra più volte, ero timido e non volevo parlare di fronte a così tanti ninja, però - probabilmente - il mio Byakugan ci avrebbe permesso di individuarli o cercarli in un certo raggio e, se erano veramente poco abili all'utilizzo del chakra tanto meglio, il mio occhio non può essere fermato da barriere fisiche.
    Quindi avanzai di qualche passo e, sciogliendo la tecnica prima di entrare nel cono tremolante della luce sfuocata, parlai cercando di farmi forza e tenendo la voce ferma Hokage-sama, sono Hiashi Feci passare la lingua sull'incavo interno dei denti quando sentii scomparire l'agitazione. La parola "Hyuga" mi morì in gola, non volevo farmi rappresentante di un clan fondato sull'ingiustizia e così becero. Nel caso qualcuno avesse voltato lo sguardo verso di me avrebbe visto un ragazzino. La costituzione minuta e fragile era nascosta da un lungo mantello il cui cui coloreRivestimento Mimetico [Meccanismo]
    Tramite un rivestimento posto in qualsiasi protezione, l'utilizzatore potrà mimetizzarsi con l' ambiente circostante. L'utilizzatore può considerarsi sotto un occultamento parziale finché non compie azioni offensive.
    Tipo: Speciale-Supporto
    Dimensione: Minuscola
    Quantità: 1
    (Potenza: - | Durezza: - | Crediti: 2
    avrebbe dato l'impressione di mutare in base all'ambiente; il coprifronte era legato sulla fronte ma la benda, particolarmente larga, copriva completamente anche gli occhi rendendo impossibile vederli. Malgrado il volto fosse parzialmente coperto avrebbero potuto immaginare facilmente la mia giovane età, per via del viso sbarbato e dell'altezza (mia nonna diceva che fossi arrivato ad un metro e mezzo, non le ho mai creduto e facevo bene) Fresco genin di questo paese. Non ho domande da porre, tanto meno l'esperienza per imbastire un piano d'azione. Però vorrei dare la mia immediata disponibilità. Il mio sguardo si spinge oltre alle barriere fisiche e vede distante, posso essere utile per individuare il nemico, tanto più se è presente in ingenti quantità. E non giudicatemi per la mia inesperienza, posso essere un valido combattente. Posso esservi utile. Il mio viso rimase fermo in direzione dell'Hokage mentre, con lo sguardo, sondavo i volti dei ninja all'interno della stanza. Quindi avrei atteso risposta sedendomi in una sedia che trovai libera.
    Ero agitato e anche spaventato, non posso non ammetterlo, ma ben più forte era il calore che sentivo bruciare dentro di me, una gioia irrefrenabile. Un colpo di fortuna, la possibilità di entrare veramente in contatto con il vertice della gerarchia, da quel momento, iniziava la mia scalata e non mi sarei fatto trovare impreparato.






    Chakra: 38/40
     
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    Il Vero Nemico

    Raizen era un tipo irascibile, testardo, burbero, ma aveva anche dei difetti. Il perdersi in lunghi discorsi non era uno di quelli, il che era una fortuna per i suoi interlocutori che si trovavano tutti in "rispettoso", chi più chi meno, silenzio.
    Oda ascoltò il Kage mentre si complimentava con loro e partecipò all’applauso, avevano fatto un bel lavoro e almeno quello se lo erano meritati.

    Continuò a seguire le rivelazioni del Kage, con una mano sotto il mento. Sho gli aveva già fatto capire di comportarsi bene con un solo sguardo, di quelli cattivi per giunta.

    Come in tutte le storie dell’orrore che turbavano il sonno di Oda, il vero nemico era stato rivelato soltanto più avanti nella trama. L’edera era soltanto un diversivo, Cantha era il terribile nemico ed aveva dalla sua il potere dei mostri nel buio: il mistero.
    Oda conosceva bene tutto questo, più volte si era chiesto quanti denti, occhi, artigli e zampe avesse il mostro dentro il suo armadio, per inciso c'era solo un gatto randagio e Oda da piccolo aveva un’immaginazione particolarmente vivace.Si, era un bambino insopportabile.

    Comunque questa volta non c’era un gatto nell’armadio, ma un esercito alle porte e le domande di Oda erano lievemente diverse.
    Quanti uomini? Armati come? Da dove arrivano? Cosa vogliono da noi?

    Qualcuno interruppe quel flusso nel cervello di Oda. Un genin, stava parlando di creature mostruose, riportare in vita i morti, isole sprofondate nell’oceano, non si poteva parlare di quelle cose con Oda.
    COOOOOOSA? Stiamo qui a sbatterci per qualche cretino con una spadina smussata, quando voi mi dite che una creatura mostruosa in grado di riportare in vita i morti sta, tipo, nel paese dei fiumi? Dobbiamo trovarla e sigillarla per sempre. Voglio assolutamente vedere quell’affare… per il bene del villaggio, chiaramente!
    Meraviglioso, ad Oda sembrava tutto troppo bello, diciamo che poteva essere al terzo posto delle cose più belle che gli fossero mai successe. In prima posizione stava l’aver salvato Sho, scontato, e al secondo posto aver incontrato lo spirito dello scriba, che era un vero fantasma.

    Dopo la riunione avrebbe decisamente provato a parlare con quel ragazzo, ma capì che forse stava tirando un po’ la corda e si zittì prima che Sho o Raizen lo riprendessero davanti a tutti. Ascoltò gli altri, ma si vedeva che era ancora esaltato per quelle rivelazioni.
    Non li ascoltò e basta, li studiò come suo solito, sentì il loro chakra, notò qualche particolare in più.
    Quello ha gli occhi pieni di chakra, non è un sensitivo come me, ma non mi pare nemmeno un Uchiha…
    Sussurrai a mio fratello, utilizzava chiaramente un’arte oculare, ma non assomigliava per niente allo Sharingan di Shizuka.
    Quando tutti ebbero finito di parlare ero piuttosto conscio del fatto che mio fratello avesse ragione: non c’erano sfumature per Raizen, non c’era dubbio.
    Tristemente Oda sapeva di essere uno dei pochi sensitivi del villaggio, sapeva che uno Yamanaka offre molto in situazioni del genere. Anche Oda non aveva dubbi, solo il rimpianto di dover rimandare la sua partenza alla ricerca di nuovi spiriti paranormali.
    Quanto tempo abbiamo prima di partire?
     
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    Paure e Contromisure








    I ninja vennero scossi da quelle rivelazioni, il villaggio ne sarebbe stato scosso a breve.
    Ma pareva che persino lui non fosse esente dalle sorprese, a riunione iniziata infatti la porta si sarebbe aperta e l’unico anbu in divisa avrebbe fatto la sua comparsa, una divisa datata tra l’altro, un fatto curioso se unito al fatto che in quella sala gli anbu erano in borghese e vestiti come normali ninja.
    Un fatto che gli fece prestare attenzione all’individuo, era palese che non si nascondesse, camminò infatti fino alla prima fila senza mascherarsi in alcun modo, permettendo a Raizen, volontariamente o meno, di sentire il suo odore. Non era semplice tra quella folla e gli ci volle un po’ per distinguerlo, ma l’aria che aveva spostato muovendosi riuscì ad arrivare fino a Raizen distinguendosi tra le tante.
    Si lasciò sfuggire un mezzo sorriso, mentre dopo averlo guardato di sfuggita nei buchi dietro ai quali sarebbe dovuti esser gli occhi, battè qualche volta sul naso, suggerendo come fosse stato lui a rendergli possibile l’identificazione. Come quella riunione era tipica di Raizen, quell’ingresso era tipico di Jotaro.
    Tra le varie reazioni che potè osservare nella sala fu imperdibile quella di Yato, impegnato come sempre ad odiarlo solamente perché esisteva, lo colpì però quando si propose di salire sul palco per fare pubblico rapporto della terribile missione in cui aveva incontrato una delle armi di iwa.
    Indicò il palco tendendo un braccio.

    Prego, vieni pure.
    Sarebbe stato il prossimo passo in scaletta, ma immagino che le notizie di prima mano abbiano un sapore tutto loro.


    Riascoltò così l’intero discorso, rileggendo mentalmente il rapporto e constatando quanto grave fosse quel pericolo che seppur vicino non palpabile come quello di Chanta, quantomeno per ciò che pensava lui.

    Insomma, i problemi non vengono mai da soli.

    Concluse quanto Yato espose tutte le sue informazioni.

    Le armi sono un grande, gigantesco pericolo.
    Non ci vuole tanto a comprenderlo, dotate a volte di una sottospecie di intelligenza sono in grado di sottomettere una nazione senza problemi.


    Respirò gravemente.

    Non so cosa abbia avviato i loro processi di riattivazione, ma fino a quando nessuno ci interagisce restano dormienti, anche perché risvegliarle non è semplice. Occorre quello che definiscono un “aberrazione” qualcosa che non dovrebbe esistere. Qualcosa di inconfutabilmente errato che consumano cancellandolo dall’esistenza per… tornare ad esistere, praticamente.
    Le armi sono sette ed alcune sono già state trovate e distrutte, la prima fu quella in grado di manipolare il tempo, per mano mia.
    Sacrificai un membro di Hayate tornato in vita dopo che lo tagliai in due per il lungo e la statua per qualche istante mi appartenne.


    Lo sguardo si perse lievemente nel vuoto mentre riportava alla mente i ricordi.

    I demoni non possiedono un simile potere.
    Niente è in grado di fare ciò che fanno le armi.
    In quei pochi secondi usai l’arma per porre rimedio ad un inganno durato milenni, con un avanzo del suo potere originale fu in grado di riavvolgere il tempo in un raggio pari a quello di una vallata per migliaia di anni ma fortunatamente chiesi qualcosa di così incredibile che l’arma stessa ne venne consumata: realizzò il mio volere, ma si autodistrusse nel procedimento.
    La seconda fu il Gashadokuro, il gigantesco scheletro che qualche tempo fa venne abbattuto dagli sforzi congiunti degli accademici e… da un Hayate, curiosamente.
    In quel caso vennero trovati dei punti deboli che permisero di distruggerla, ma non so se fosse un particolare di quell’arma, se tutte abbiano dei precisi punti da colpire, o se ognuna abbia un metodo diverso di disattivazione.
    Potrebbe esserci un modo, ma solo esporci al pericolo potrà darci le risposte.
    Ed ora non sono quello più incombente.


    La breve pausa diede il tempo a Youkai di prendere parola con le sue informazioni riguardo Jeral.

    Altro punto della riunione, che pare non avrò mai l’onore di poter organizzare come più mi aggrada…

    Disse in tono falsamente scocciato con un mezzo sorriso.

    …È proprio Jeral.
    Youkai ha messo un pò di foga nel suo rapporto, ma durante la sua piccola missione ha comunque scoperto dettagli interessanti.
    Quello che per le informazioni ad oggi in nostro possesso pare essere il primo "evento Jeraldico" ed anche il più imponente, è avvenuto nei territori del fuoco, e ci ha spazzato via una collina per essere precisi.
    Per quanto ne sappiamoSpecifico che le notizie riferite in questo dialogo sono le stesse di cui è in possesso Youkai, Konoha e la taglia di Jeral in merito alla ruolata a cui Youkai ha partecipato e le ha generate, niente di più, niente di meno. E' quindi possibile fare ipotesi, coerenti con le informazioni possedute ON GAME, basandosi solo su queste parole. ad oggi è l'unico elemento in grado di... consumare la natura in quel modo facendola marcire ed allontanando qualsiasi forma di vita dalla zona, il che fa ricadere ogni sospetto su di lui, non si sa di preciso cosa sia successo, ma quella collina potrebbe essere un punto di partenza per eventuali indagini, se qualcuno vuole occuparsene me lo faccia sapere, ma per il momento non è importante.
    Qualsiasi cosa sia successa da quel giorno non si è fermata o è passata ad attacchi più frequenti e vistosi. Una bestia senza controllo dedita alla distruzione.
    Ci sono varie notizie sul suo conto, e tutte parlano di attacchi improvvisi, per la maggiore a individui indifesi. Che si concludono con la fuga prima che qualcuno possa giungere in soccorso.
    Grandi atti di malvagità.
    Ma non certo di coraggio od onore.


    Quello il suo parere su Jeral: uno smidollato che amava zappare il soffice terreno del suo orticello, gridando e sbraitando come se demolisse montagne col solo sguardo. Un povero mentecatto con manie di potere, ne più ne meno.

    E probabilmente pure affetto da disfunzione erettile, altrimenti non si spiega.

    Aggiunse borbottando tra se e se cercando di spiegarsi il comportamento dell’individuo.

    I problemi dell’accademia sono anche problemi di ogni singolo villaggio, Kairi.
    Non è facile dirlo, ma per quanto io ami il concetto d’unione dell’accademia non è difficile constatare che spesso è solamente un grazioso mucchietto di vuote parole, bolle di vetro pronte ad infrangersi.
    Se sarà necessario, se gli eventi precipiteranno dovremmo essere pronti, per questo dobbiamo prepararci organizzandoci come se fossimo da soli. Aggiungere degli aiuti non sarà difficile se arriveranno, sopperire ad eventuali mancanze invece sarà ben più complesso.
    Certo, questo non ci impedirà di avvisare gli altri villaggi, ma se questi si muoveranno sarà per loro iniziativa. Non sarà la nazione più forte del continente a chiedere aiuto.
    E dovresti comprendere quante sfaccettature questa affermazione possiede.


    Passò poi alle domande poste dalla Kunoichi.

    Potrebbe essere la Luna, come le isole che circondano l’oceano di Kanashi, anche io non posso che ipotizzare, ma considerando le dimensioni delle armi non so per quale ragione tendo ad esagerare.
    Ma penso che il villaggio della Luna sia più papabile.
    Zanna e Jeral sono semplicemente tornati al loro posto, Jeral sconfitto per quanto ho letto, e Zanna idem.
    Se ti stai domandando il motivo la zanna conta tra le proprie file ottimi shinobi che immagino Yato non fosse in grado di trattenere vista l’inesperienza di cui non gli si può fare una colpa.
    Ma bisogna tener conto che per quanto nemici hanno combattuto assieme e la cosa potrebbe aver creato delle situazioni particolari da poter sbrogliare.
    Mentre Jeral, beh, ho già detto che scappare è ciò che gli riesce meglio dopo approfittarsi dei deboli.
    Riguardo il complicare l’intervento non penso, le armi sono un pericolo per chiunque, paradossalmente potrebbero essere l’inizio di una tregua, anche se vorrei essere più ottimista. Ma non penso possa mai esserci la pace con la Zanna.


    Asami dal canto suo fu in grado di farlo accigliare, indurendone i tratti, poteva aspettarsi di tutto dalle reazioni dei presenti, ma non qualcosa di simile a quello, una sottospecie di resa aspettando che il nemico fosse alle porte.

    Asami.

    La sua voce tuonò a guisa di rimprovero.

    Sei giovane e decisamente inesperta.
    Presta orecchio perché queste parole non saranno mai ripetute.
    Sei un ninja. Ed esserlo comporta impugnare armi, ed utilizzare chakra per avere la meglio sul nemico.
    E quando lo fai il motivo è soltanto uno: vincere.
    Non puoi vincere lasciando le armi nel fodero e aspettando che qualcuno ti aiuti, se aspetti, se ti fermi: muori.
    Il primo e miglior passo da fare in questi casi è giocare d’anticipo: muoversi ed agire sfruttando il fatto che il nemico non sa che tu sai e trasformare il suo effetto sorpresa nel tuo.
    Sappiamo che sono diretti qui, e qui li aspetteremo, è lecito dubitare delle informazioni acquisite, ma solamente se si hanno altre informazioni che possano provarlo.
    Abbiamo due punti sensibili, il castello del Daimyo con i suoi abitanti ed il villaggio stesso, all’infuori di questo niente può interessare ad un invasore e ci stiamo organizzando per difenderli entrambi. Fare tabula rasa dei villaggi non ninja è soltanto uno spreco di energia.
    Stai confondendo la prudenza con la paura di agire basandoti su… fantasie.


    Lasciò all’ultima parola il tempo di fare presa sull’animo della giovane genin, forse era stato troppo duro, ma non era di certo una sorpresa che Raizen lo fosse.

    Non ti sto consigliando di essere imprudente, solamente di agire basandoti su ciò che sai, senza costruire ulteriormente. Se perdi tempo ad accumulare troppe informazioni che potrebbero rivelarsi inutili o ad aspettare il prossimo potrebbero coglierti impreparata.
    Spesso vince chi colpisce per primo, il tutto sta nello sferrare un buon attacco, o schierare una buona difesa contro lo stesso. Ma bisogna decidere in fretta se attaccare o difendere.
    Aspettare MAI.
    Già ho detto a Kairi quanto l’accademia sia utile in questi casi, e tieni di conto un dato importante.
    Un ninja vale almeno dieci uomini armati di picca.
    Konoha è un grande villaggio forse il più grande tra quelli ninja, non abbiamo un esercito, ma soltanto perché non lo chiamiamo così e non ci muoviamo in formazione, ma abbiamo tanti valorosi shinobi.
    Non dimenticarlo.


    Fu in quel momento, mentre parlava, che un sorcetto si intrufolò dentro la stanza, probabilmente convinto che una porta che si apriva e si richiudeva fosse invisibile si intrufolò nella stanza, del tutto occultato, facendo in un primo momento credere a Raizen che potesse essere uno scherzo del vento, soltanto più tardi si rivelò in mezzo al nulla meritandosi un occhiataccia, l’ultimo imbucato del villaggio che aveva avuto la faccia tosta di nascondersi come se niente fosse davanti a lui era stato costretto a mangiarsi il suo stesso braccio.

    Senti, fresco imbecillotto.

    Gli puntò un dito contro, probabilmente una stilettata prima al cuore se il ragazzo fosse stato attaccato ai ruoli del villaggio e poi all’orgoglio visto che dall’assenza di sorpresa mostrata alla sua apparizione parva che già l’avesse individuato.

    Puoi arrivare in ritardo quando cazzo ti pare, è affar tuo se ti perdi metà delle informazioni, ma la prossima volta che tenti di prendere per il culo, cercando di farmela sotto il naso per far sembrare che eri qui fin dall’inizio, entra nell’ordine di idee che l’unico utilizzo che potrai fare della tua lingua sarà quello di lucida chiappe.
    E credi a me che se per farlo passo dalla porta sul retro non è affatto piacevole.


    Un modo contorto di dire che l’avrebbe rivoltato come un guanto. Difficile dire se l’avrebbe fatto oppure no, più facile era sapere che ne sarebbe stato perfettamente in grado. Estremamente facile immaginare quanto sarebbe stato soddisfatto dall'espressione indignata che probabilmente Yato avrebbe assunto sentendolo pronunciare quelle parole durante una riunione così importante in cui un Vero Leader non poteva permettersi di bla bla bla... e bla bla bla...

    Detto questo.
    Mi fa piacere che tu ti sia proposto, come mi fa piacere che l’abbiano fatto tutti gli altri.
    E non rinnego alcun volontario.
    Ma prima c’è qualcuno che si è meritato il palco.


    Con l’indice invitò Jotaro a salire.

    Se mi dici che non sai nulla su Cantha non ci credo.
    Li hai un microfono, mostraci pure il significato di “conoscenza è potere”


    Se il suo maestro si fosse pronunciato avrebbe ascoltato, in caso contrario avrebbe ripreso la parola.

    No, falso allarme, pare che le bare riescano veramente a mettere fuori allenamento persino i più tenaci.

    Una frase che probabilmente li dentro nessuno avrebbe compreso.

    Hiashi, mi pare di aver inteso che sei uno Hyuuga datti uno sguardo attorno e dimmi se vedi ricetrasmittenti o concentrazioni di chakra anomale.
    Oda, stessa cosa.
    Come dicevo poco fa bisogna cercare di stare un passo avanti, e le riunioni di villaggio sono raduni abbastanza delicati e paradossalmente semplici in cui infiltrarsi.


    Non era un caso che si fosse rivolto allo Hyuuga, nonostante l'aspro rimbrotto stava dicendo a modo suo che accettava il suo aiuto. Se l’esito fosse stato negativoA jotty l'esito :zxc: avrebbe continuato a parlare.

    Allora.
    I volontari verranno con me.
    Ci vorrà qualche giorno, ma partiremo entro la settimana, gli uomini necessari verranno spostati verso il castello per dare man forte quando sarà necessario, nel mentre organizzerò le difese del villaggio, una volta terminato vi farò contattare e ci sposteremo insieme verso la destinazione.


    Semplice, conciso, diretto.
    Non si poteva richiedere di più, senza contare che spiegare un piano di guerra li dentro sarebbe stato inutile, gli ordini andavano compartimentati in modo da evitare la fuga di informazioni e questo sarebbe stato fatto.


    Edited by F e n i x - 12/3/2017, 16:33
     
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    Del lungo discorso di Raizen, il ninja ammantato sapeva poco o nulla. Nessuno dei nomi rivelati accesero lampadine nella mente del nukenin, sia riguardo queste particolari Armi, sia riguardo il ninja fuggitivo in questione. Certamente il suo modo di descrivere gli eventi non era cambiato; non riusciva a capire quanto di quello che esprimesse fosse veritiero, e quanto frutto della sua boria, almeno nei dettagli. Riguardo invece al suo comportamento formale, sembrava più uno scaricatore di Otafuku, che un capovillaggio; ma questo non era cambiato minimamente, Jotaro dubitava potesse cambiare adesso.
    Quanto all'imprevedibilità dell'Hokage, essere chiamato sul palco a parlare era l'ultima delle sue previsioni. Le possibilità erano due, o era stato riconosciuto, probabile, e davvero Raizen voleva delle informazioni su Cantha, oppure era cascato nel tranello con entrambi i piedi e aveva chiamato un anbu a caso per rivolgere informazioni alla platea. Ancora più probabile. Per evitare di farlo cadere in un ridicolo silenzio imbarazzante, decise di stare al gioco, qualunque gioco fosse, e si incamminò verso il palco, nascosto dalla tuta nera. Mentre Jotaro saliva i pochi scalini di legno che lo avrebbero portato sul palco, si trovò a pensare in che modo Raizen potesse sapere della sua conoscenza di Cantha.
    Egli vi aveva combattuto nella guerra civile quando Raizen non era ancora nemmeno nato, e non ne aveva mai parlato al ninja che sarebbe diventato Hokage. Anzi, non ne aveva parlato a nessuno e basta; gli unici che sapevano qualcosa a riguardo, erano i membri del circolo dei 10 di cui faceva parte, localizzati a nord-ovest del grande deserto di Suna; e lui dubitava fortemente che fossero in contatto con l'Hokage dall'altra parte del mondo, senza che egli lo sapesse. Quindi, giunto sul luogo preposto al discorso, il molto imbarazzo quarantenne, iniziò a raccontare una storia, fingendo di essere davvero un ninja della foglia, e cercando di trovare una spiegazione agli eventi accaduti mentre lui era morto, e dei quali non sapeva assolutamente nulla.
    Bello scherzetto Raizen, davvero.

    << Come ha precedentemente avviato l'Hokage poco fa, Cantha è un arcipelago a circa una settimana di navigazione a sud-est del paese dell'acqua. E' formato da tre isole principali, e molti altri agglomerati di isolette, troppo piccoli persino per ospitare villaggi. Fino a circa 30 anni fa, poco più, il potere sull'isola era diviso in 3 uguali parti tra i due clan maggiori, Ambra e Giada, e la famiglia reale situata nella zona nord dell'isola; fino a che, proprio l'uomo che divenne poi imperatore, decise che le continue lotte per il potere dovessero terminare, e ordinò la creazione di un grande esercito per assoggettare i due clan rivali, e fondare il suo impero in tutto l'arcipelago. Durante quella sanguinosa guerra parteciparono anche alcuni ninja accademici del continente, ovviamente sotto la bandiera della famiglia reale, che ne aveva richiesto i servigi. A quel tempo l'accademia era praticamente agli albori, e non si fece sfuggire la possibilità di accumulare una ingente quantità di risorse, offrendo un piccolo aiuto ad un signore della guerra i cui interessi erano troppo lontani dalle nostre terre per generare un vero e proprio problema. >>

    Il che, per quanto lui ne sapeva, era sempre rimasto così; quindi nemmeno quello che un tempo era considerato una grande spia, immaginava il motivo per il quale i Canthiani avessero intrapreso una settimana di navigazione per ficcare il naso e addirittura allestire organizzazioni segrete per minare il potere nel continente. Quelle persone erano legate alla loro terra e si sarebbero massacrate per essa; non certo per espandersi così lontano da casa.

    << Alcuni anni fa un piccolo gruppo di ninja fu inviato per sedare una ribellione che ancora infiammava tra i due clan, e in pochi giorni la cosa fu risolta. Per quanto concerne l'Accademia, non ci sono altri contatti diretti o indiretti con questo gruppo di persone. >>

    Lasciato quindi il microfono sul piccolo leggio dove l'aveva trovato, Jotaro lasciò il palco e si avviò nuovamente al suo posto; proprio mentre Raizen invitava alcuni ninja a scandagliare il chakra dei presenti per scoprire se ci fossero infiltrazioni o dettagli simili.
    Sarebbero subito saltato all'occhio dei sensitivi che qualunque fosse la capacità che possedevano, l'individuo che aveva appena parlato non emanava alcuna energia, e non stava usando alcuna capacità per sopprimerla.
    La cosa stava diventando ridicola, Raizen non era mai stato un gran sensitivo, sapeva anche che il suo vecchio maestro si trovava totalmente privo di chakra dopo il suo risveglio? Come aveva ottenuto quelle informazioni? Jotaro aveva lasciato la Villa di Oto da pochissimi giorni, e solo Diogenes e il tizio pelato con la grande falce erano presenti. Nemmeno il tempo di arrivare alla foglia e uno dei due lo aveva già svenduto? O i tempi erano cambiati, o Raizen era diventato più scaltro del previsto.

    [...]

    A quanto detto da Raizen, il palazzo del Daimyo sarebbe stato un bersaglio di Cantha. Per Jotaro questo non aveva alcun senso. Era l'unico in tutta quella sala ad essere mai stato a Cantha, ne era certo, l'unico ad aver combattuto nella loro grande guerra civile. Aveva conosciuto quelle persone, non avrebbero mai messo piede fuori dall'isola, se non per chiedere aiuto. Cosa era cambiato negli anni della sua assenza? Per spingere un imperatore che come primo obiettivo ha l'unificazione del suo regno per trovare la pace, a muovere guerra a un intero continente di ninja, doveva essere cambiato qualcosa, qualcosa di importante.


     
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    Dopo di lei e seguendo la scia di Yato furono in diversi a prendere la parola, anche se la kunoichi riconobbe appena la metà di loro: Zakira,che dimostro un timore per la situazione che l'Uchiha non riuscì proprio ad apprezzare, Youkai, che spiegò come avesse già incontrato Jeral, ed Hiashi, che arrivando in ritardo aveva cercato di intrufolarsi alla riunione senza essere visto, venendo però notato immediatamente da Raizen. L'Hokage rispose alle parole ed alle domande di tutti i presenti utilizzando un tono più o meno severo, scendendo in dettagli maggiori per quanto riguardava le bestie ed il fantomatico nukenin.

    Non riuscì tuttavia ad concordare con le affermazioni che fece l'uomo sull'accademia e la possibilità o meno di unirsi: era vero che ogni villaggio cercava di pensare principalmente a se stesso ed era allo stesso tempo vero che lei lottava per proteggere Konoha in primo luogo, ma allo stesso tempo davanti ad un pericolo comune così grosso riteneva stupido non allearsi. Era stato fatto durante la terza grande guerra dei ninja e si era rivelato fondamentale per la vittoria, perché non valutare la cosa anche in quel momento? Forse Raizen considerata la sua maggiore esperienza e possedendo conoscenze politiche che lei ancora non aveva riusciva ad osservare la situazione da un punto di vista diverso dal suo. Non la vedrei come una richiesta di aiuto affermò cauta, rispondendo ad una delle ultime affermazione a riguardo dell'Hokage Quanto una vera e propria alleanza, così come successe durante la terza grande guerra dei ninja. Mi è capitato più volte di collaborare con shinobi di altri villaggi e mai una volta mi sono sentita aiutata perché più debole o inferiore a loro. Sono però genin da meno di un'anno, quindi è possibile che la mia visione delle cose non sia ancora completa, tuttavia nutro la speranza che l'accademia serva proprio in situazioni di questo tipo e non si tratti di una semplice unione su carta. Non nego che Konoha possieda una forza militare invidiabile ai più dei villaggi, spero solo sia sufficiente per poter affrontare una simile bestia senza troppi danni. Non voglio più perdere nessuno... l'ultima frase uscì come un sussurro e la ragazza si pentì immediatamente di averla pronunciata: che diamine le passava per la testa, mostrare una simile debolezza davanti a tutti gli shinobi del villaggio, davanti all'Hokage in persona?? Si incassò nella sedia quasi volesse scomparire, senza il coraggio di guardare suo padre, Shin e nessuno degli altri presenti e chiudendosi nel silenzio più totale per evitare di fare altre figure simili a quelle di poco prima.

    Osservò poi l'uomo mascherato salire sul palco ascoltando con attenzione le parole riguardanti Cantha: oltre a qualche informazione a livello storico però non rivelò nulla che potesse essere loro particolarmente utile in quel momento. Avrebbe poi ascoltato eventuali altri interventi da parte di chi presente nella stanza e se Hiashi non avesse trovato alcuna spia quando Raizen spiegò come sarebbero stati contattati di lì a breve si sarebbe infine rivolta verso Shin di fianco a lei Questa volta non sarà per niente uno scherzo. Vediamo di far fruttare i nostri addestramenti e le nostre missioni assieme concluse, osservando l'amico con fare deciso. Era davvero ora di mettersi in gioco.



     
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    La prima riunione di Konoha

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    Shin rispose con un sorriso all'affermazione di Kairi. Di certo si sarebbero guardati le spalle a vicenda, come sempre. Le discussioni che seguirono furono delle vere e proprie rivelazioni, alcune delle quali collegate solo in modo incidentale o per nulla alla questione principale, ma comunque notizie sconvolgenti. Il giovane Kinryu non potè che ascoltare in silenzio l'esposizione sulle leggendarie, eppure reali, armi di Iwa, e l'apparizione del flagello, come era stato rinominato Jeral, nukenin straordinariamente dotato il cui solo nome bastava a terrorizzare i più. Il genin rimase pensieroso, mentre invece l'amica fu molto più partecipe, prendendo la parola. Di certo anche lui aveva molte idee che gli frullavano in testa, ma poca voglia di condividerle. Quella riunione non lo stava entusiasmando. Certo, Raizen era senza dubbio un grande ninja, e l'aura di potere che lo circondava era imponente, ma gli mancava qualcosa per essere anche un grande kage. Più lo sentiva parlare, più se ne convinceva dentro di sé. La sua visione d'insieme non gli appariva chiara, le sue frasi trasudavano arroganza e superiorità. Certo, Konoha era il primo contributore di uomini nell'alleanza chiamata Accademia, ma solo se ci si soffermava ai meri numeri. Ma non era solo quello a lasciare perplesso Shin. All'uomo di fronte a lui mancava soprattutto una dote: il carisma. Poteva trascinare gli uomini in battaglia con il suo spirito indomito, e non dubitava che sarebbe stato un ottimo comandante, anche se probabilmente avventato. Tuttavia per guidare un paese le doti richieste erano altre, che non erano fare la parte del gradasso facendo la voce grossa con chi non poteva replicare perché assente o inferiore. Una smorfia comparve sul viso del giovane shinobi, ma non lasciò trasparire tali pensieri all'esterno. Era comunque l'hokage, e gli doveva obbedienza in quanto rappresentante del Villaggio della Foglia, a cui aveva prestato giuramento quando era diventato un ninja.

    Non altrettanto impassibile rimase la kunoichi al suo fianco. Alle parole dell'uomo sul palco la giovane rispose esponendo la sua visione dell'Accademia, molto simile a quella del Kinryu. Forse dall'alto la prospettiva era diversa, ma tra i gradini più bassi la cooperazione tra i vari Villaggi era una realtà consolidata e spesso apprezzata, lui stesso aveva amici a Suna e Oto. Fu l'ultima frase pronunciata dalla ragazza a colpire di più Shin. Girò leggermente la testa verso di lei per osservarla e vide che teneva il viso abbassato, evitando il suo sguardo. Kairi non parlava spesso della sua famiglia, ma il genin si era fatto un'idea sulla sua situazione. Per un attimo fu tentato di allungare una mano per appoggiarla sul suo braccio, per placare la sua angoscia, ma si trattenne. Sarebbe stato sbagliato imporle la sua compassione, sebbene avesse le migliori intenzioni e l'affetto che provava per lei fosse genuino. Decise di rispettare la sua sofferenza lasciandole tempo e spazio. Era certo che Kairi sapesse di poter contare su di lui per ogni cosa. Strinse inconsciamente uno dei braccioli. Avrebbe fatto di tutto perché non perdesse nessun altro.

    Anche la relazione del misterioso anbu su Cantha fu interessante, e Shin si concentrò per assorbirne ogni informazione utile. Al termine però rimase perplesso. Il profilo tenuto dalla lontana potenza in quel frangente non sembrava per nulla coincidere con i suoi costumi. Doveva esserci qualcos'altro sotto di cui non erano a conoscenza. E la conoscenza era potere: combattere senza avere a disposizione tali informazioni li metteva inevitabilmente in posizione di svantaggio. Incrociò le braccia davanti al busto, quella riunione stava mettendo in luce una serie di debolezze strutturali del Villaggio che non avrebbe mai sospettato. Qui non si trattava della semplice difesa dei confini, l'intera rete di informatori e spie che avrebbe dovuto tenerli aggiornati su quello che succedeva in ogni angolo del continente, ed oltre, mettendoli un passo davanti ai loro avversari, stava dimostrando tutti i suoi limiti. Certo, affrontare i problemi di petto poteva portare molta gloria, ed era esattamente lo stile di Raizen, ma al contempo era la soluzione più rischiosa.

    La riunione si stava avviando alle sue fasi finali. L'Uchiha sembrava essersi ripresa dai cupi pensieri di poco prima e ora i suoi occhi rilucevano decisi. A Shin quasi parve strano che fosse così impaziente di mettersi alla prova, anche perché in quel caso i rischi erano decisamente più pericolosi del solito. A quanto pare non mi resta molta scelta. Se vai te, vado anche io. Scambiò con l'amica uno sguardo rassegnato, eppure più rilassato. Io faccio sempre del mio meglio, che discorsi fai! Un sorriso si aprì sul suo volto. Che fossero pronti o meno, la guerra chiamava, e non avrebbe guardato in faccia nessuno.




     
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    Narrato
    Parlato Asami
    Pensato Asami

    La mattinata era iniziata come tutte le altre. Seduta all’interno del giardino della villa in compagnia di alcuni libri. Ma dopo il consiglio di suo zio, decise di passare il resto della giornata tra gli abitati di Konoha. Scappando letteralmente dalla via principale, troppo affollata per i suoi gusti, si ritrovò davanti al palazzo amministrativo del villaggio, anch’esso affollato da diversi shinobi. Si apprestavano a raggiungere l’entrata del palazzo, cosa che fece anche Asami, forse guidata dalla curiosità ritrovandosi all’interno di un auditorium. Prese posto in terza fila, aspettando qualcosa o qualcuno. E qualcuno arrivò. Fu l’Hokage in persona che si presentò sul palco restando, per qualche attimo, in piedi davanti al leggio. E quando iniziò a parlare, per Asami, fu chiara subito la faccenda. Non si trattava di un grande evento, come aveva lei ipotizzato prima di entrare all’interno della sala, ma di una riunione. In quella sala c’erano tutti i ninja del villaggio della foglia, dai semplici genin o perfino studenti fino al grado più alto. Solo in quegli attimi aveva compreso la presenza di così tanti shinobi. E proprio quel giorno all’interno di quell'auditorium si stava trattando una questione piuttosto delicata. L’esercito di Cantha, che si trovava a sud del continente, era pronto a sferrare un attacco contro il paese del fuoco. E come aveva detto l’Hokage, due erano i punti da proteggere: la sede del Daimyo e il villaggio stesso. Ma il dubbio di Asami era un altro: perchè doveva occuparsene solo il paese del Fuoco? La minaccia non era rivolta anche a tutto il continente, quindi anche agli altri paesi? L’Accademia non era interessata a questa minaccia? Inoltre c’era anche un’arma abbastanza potente in circolazione: l’esercito stava puntando anche a quello?
    Tutte queste domande espose dalla giovane dai capelli rossi in un discorso più o meno sensato. Mise in dubbio la capacità dei ninja di Konoha, quindi automaticamente anche la sua visto che ormai ne faceva parte.

    In quel momento, senza rendersene conto, parlava come un esponente conservatore della famiglia Hoshiyama. L’odio verso tale mestiere, così lo definivano i vari componenti, era sconosciuto ma così evidente da non avere niente a che fare con loro. Per anni aveva ascoltato quei discorsi, tanto da disprezzare i loro valori e le loro inutili tradizioni. Proposte soprattutto da suo padre, tanto contrariato a quel mondo fatto di violenza. Quella fu una delle motivazioni che la spinsero a lasciare la sua casa natale. Lei non voleva niente a che fare con quegli stupidi discorsi. Per tutta l’adolescenza aveva cercato di nascondere i vari libri che trattavano del mondo ninja, comprendendo a poco a poco le varie nozioni. Comprendendo che gli shinobi, tramite alcune capacità, erano in grado anche di salvarle le vite. Comprendendo sempre di più la distanza tra lei e il pensiero della sua famiglia.
    Allora perchè li stava sottovalutando? Perchè stava sottovalutando anche se stessa?
    Senza rendersene conto aveva esposto non solo delle preoccupazioni ma anche diversi pensieri che in tutti quegli anni venivano esposti da suo padre. Lui stesso considerava i ninja, indipendentemente dalla loro provenienza, delle nullità capaci di rovinare l'equilibrio nel mondo. Oltre ai suoi affari commerciali, anche se non capiva come. Tutte quelle domande, unite alla preoccupazione, vennero chiarite dall’Hokage stesso. Quasi come un rimprovero. Ma la sua reazione poteva essere comprensibile, dato che la stessa Asami aveva appena sottovalutato le capacità di tutti presenti in quella sala. Forse anche dello stesso Hokage, che sentendosi attaccato, si difese usando la normale diplomazia. E non ad una gara di forza, come aveva sempre immaginato suo padre.

    Ciò che non capiva era il non coinvolgimento dell’Accademia. Come insegnamento, l’Hokage aveva detto alla ragazza che, per non trovarsi impreparati, bisognava attaccare per primi e senza raccogliere ulteriori informazioni sul nemico, che data la situazione potevano essere futili. Quest’ultimo poteva attaccare in qualunque momento e gli shinobi di Konoha non potevano trovarsi impreparati. Ma cosa gli costava al capo-villaggio avvisare l’Accademia del pericolo imminente? Non poteva intervenire a scontro già iniziato? L’Hokage era talmente sicuro di vincere questa battaglia?
    Si, lo era. A quanto pare, dalle parole del Kage, un ninja era abbastanza potente da sconfiggere dieci uomini di quell'esercito. Da dove le aveva estrapolato quelle informazioni? Aveva già già affrontato una minaccia simile?
    Molto probabilmente sì e, forse, quello era uno dei tanti motivi per aver ottenuto il titolo di Hokage. Forse doveva fidarsi dell’uomo. Forse aveva già una strategia. Per questo motivo era tanto sicuro di sè.
    Ma in caso contrario, l’Hokage stesso cosa avrebbe fatto? Avrebbe accettato un eventuale intervento dell’Accademia? Si sarebbe pentito della scelta di non coinvolgere nessuno dell’Accademia? Come lui stesso aveva detto detto l’Accademia era inutile e la nazione più forte e numerosa, cioè quella del Fuoco, non aveva bisogno dell’aiuto degli altri. Ma quel pensiero potevano pensarlo anche gli altri villaggi. Allora per quale motivo esisteva l’Accademia? Per creare una finta alleanza? Era stata creata per rappresentare un simbolo di unione e pace tranquillizzando gli abitanti dei vari paesi stanchi delle varie guerre? Senza l’Accademia intero continente sarebbe segnato da scontri tra i vari paesi ogni giorno? L’Accademia era solo una menzogna?
    Nonostante queste domande che gli frullavano per la mente il suo ruolo da ninja medico era di sicuro indispensabile sul campo di battaglia. Aveva intrapreso quel percorso ninja soprattutto per aiutare chi ne aveva bisogno e non per seminare caos e distruzione.
    Aveva dei dubbi sul sistema accademico ma sperava nell'efficienza dell’Hokage.
     
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    La prima riunione di Konoha

    Un'opportunità da cogliere al volo


    Bla bla bla...Chiacchiere, chiacchiere, chiacchiere.
    Per lo meno, le mie unghie sono sempre impeccabili.
    Finita la fase di limatura, la ragazza era passata a smaltarle di un caldo rosso pallido, mentre l'allegro teatrino dell'hokage e i suoi adepti proseguiva.
    L'entrata in scena degli ultimi due arrivati non le interessò più di quanto non le interessasse l'intera faccenda, solo uno spreco del suo prezioso tempo che avrebbe potuto sfruttare per qualcosa di meglio, come occuparsi dei preparativi della sua villa o odiare tutto il vicinato per sfogare la sua sindrome premestruale. Trovò interessante, però, la ramanzina che l'hokage fece ad una giovane kunoichi che si intromise nel discorso, la solita brava girlscout che fa il suo dovere e vuole salvare il mondo, a detta di Kiyomi.
    Certo, non che non trovasse divertente le intromissioni di altri ninja nei discorsi dell'hokage, ma era decisamente più divertente vederlo sgridare una kunoichi troppo entusiasta del suo lavoro.
    Ma quanto sono cattiva.
    Asami.
    Sei giovane e decisamente inesperta.
    Presta orecchio perché queste parole non saranno mai ripetute.
    Sei un ninja. Ed esserlo comporta impugnare armi, ed utilizzare chakra per avere la meglio sul nemico.
    E quando lo fai il motivo è soltanto uno: vincere.
    Non puoi vincere lasciando le armi nel fodero e aspettando che qualcuno ti aiuti, se aspetti, se ti fermi: muori.

    Pochi momenti di soddisfazione, fino a quando non si ricordò di essere anch'essa una kunoichi e che quindi quelle parole erano dirette anche a lei, anche se indirettamente.
    ...oh...
    Ma che palle.

    Disgraziatamente, la riunione sembrava non avere mai fine, e le conversazioni di quella che doveva essere solo una assegnazione di compiti si stava dilungando fin troppo. Tante chiacchiere per fare il punto della situazione a cui venivano aggiunti sempre nuovi dettagli che non facevano altro che allungare il supplizio, finchè finalmente il volto dell'otese si illuminò al sentire delle precise parole dell'hokage.
    Volontari. Dopo aver creduto disperatamente di dover partire per una lunga e tortuosa missione in giro per chissà dove, il gigante sul palco annunciò di volere soltanto volontari, mentre i restanti ninja si sarebbero occupati di badare al villaggio in caso di assalti.
    Siano ringraziati gli Dei, finalmente una buona notizia. Grazie nonna.
    Non poteva esserci prospettiva migliore che rimanere a casa a farsi i fatti propri, nel villaggio protetto da decine di altri ninja, in totale tranquillità, quindi da brava kunoichi, rimase zitta per non candidarsi come volontaria, decidendo di restare e "proteggere il suo villaggio".
    Nel frattempo, finita la manicure, ridiede alla sua fidata assistente il borsellino, preparandosi infine per andarsene, nella speranza che non ci fosse altro da aggiungere.
     
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    Riunione di Konoha
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    Tornai al mio posto, non senza un lieve moto di irritazione nel vedere la noncuranza con cui il Kage trattava la faccenda...o forse gli importava, ma lui non era stato davanti a una specie di calamaro alto più di cento metri, evidentemente. Mentre camminavo ci furono vari commenti al riguardo, oltre a una breve spiegazione dell'Hokage stesso che mi raggelò: aveva distrutto da solo una delle Armi? Possibile? Che razza di potere albergava per realizzare qualcosa che nemmeno il Flagello o il Sensei erano riusciti a fare? Non potei fare a meno di fissarlo con timore, e non tanto perché la sua morte era la mia Missione, quanto piuttosto perché quel racconto lo scaraventava di prepotenza in un mondo di mostri, e non di esseri umani. Deglutii a fatica, tornando a sedere tra i membri del mio clan.

    ccade70a07f7802abf7190440d34bc9e



    La spiegazione più approfondita mi fece comprendere che non aveva "distrutto" l'Arma ma la aveva piuttosto controllata e ne aveva provocato in qualche modo l'autodistruzione...ma cionondimeno restava un'impresa notevole, ben oltre le possibilità di uno shinobi comune. E questo allontanava ancora di più la Missione mi faceva sentire tutto il peso dell'inadeguatezza che pure ero convinto di starmi lentamente scrollando di dosso.

    Youkai, il rompiscatole, prese la parola parlando di Jeral con uno sproloquio che non aveva né capo né coda. Aveva trovato un posto distrutto da un fulmine, e sapevo per esperienza che il Flagello era capace di cose simili...ma nulla provava che fosse NATO in quel luogo. Certo, a parte i brividi che ancora mi correvano lungo la schiena al pensiero, il Flagello doveva pur aver cominciato da qualche parte ad accumulare tanto potere, ma dubitavo che qualcosa sarebbe mai emerso al riguardo. E tuttavia mi trovai di fronte a un dilemma: raccontare tutto quello che sapevo, facilitando la caduta del Flagello, per quanto possibile...o tenerlo per me e fare in modo che il Bersaglio lo sfidasse senza alcun vantaggio, per poi sfruttare la cosa? Ero combattuto, ma alla fine mi alzai nuovamente in piedi, chiedendo la parola. Sono stato catturato dal Flagello ma sono sopravvissuto, durante la missione. Ho approfittato di un attimo di distrazione e della natura stessa della Torre in cui eravamo, della Colonna Evanescente. Un profondo respiro. E lo ho visto combattere...posso raccontare qualcosa dei suoi poteri.

    Può raggiungere velocità che io a malapena riesco a immaginare, e sicuramente conosce la Tecnica del Teletrasporto o qualcosa del genere...siamo scappati solo grazie a quella. Può usare Raiton di estrema potenza...e forse ha un qualche modo per moltiplicarli o accumularli, ma non saprei proprio dire come. Inoltre deve avere una qualche forma di difesa naturale contro i Jutsu...ho visto un getto d'acqua estinguersi al solo sfiorarlo...e poi ha manifestato una specie di aura visibile intorno al corpo che lo proteggeva...forse era la stessa cosa di prima, ma incrementata di potenza.
    Fin qui era tutto ciò che sapevo. Inoltre c'è una specie di creatura che perseguita il Flagello. Non ho ben capito cosa sia o da dove arrivi, ma pare che non possa raggiungerlo sempre...e a conti fatti sembrava uno Hyuga. Probabilmente avrei anche saputo descriverlo, se necessario, ma non avevo incluso queste informazioni nel mio rapporto, limitandomi a un vago "ho assistito a ciò di cui è capace" senza specificare, così da poterle riferire oralmente, se interrogato. Con le mie capacità...non sono riuscito a riscontrare alcun punto debole, salvo forse il suo orgoglio. Se sfidato con una manifestazione di forza, quasi certamente reagirà per cercare di mostrarsi superiore...solo che ha le capacità per supportare il suo Ego, e provocarlo senza un buon piano sarebbe decisamente controproducente. Alla fine avevo optato per dire quasi tutto: il Flagello era abbastanza forte da indebolire in ogni caso il Bersaglio, se si fossero sfidati...comunque avevo nascosto sia i Kirin che evocava sia le sue capacità da Sensitivo, che aveva dimostrato trovandomi nella foresta.

    Il discorso tornò poi sull'esercito alle porte, con qualche rimbrotto dell'Hokage che ammonì molti dei presenti col suo solito modo di fare indisponente, non prima di poche parole riguardo alla Zanna che tuttavia mi fecero accigliare. C'era stata una tregua, quando gli intenti erano comuni, io stesso ne ero stato testimone e chissà che non potessero verificarsi nuove alleanze in futuro...magari con la testa di un Kage come merce di scambio. Alzai appena gli occhi al cielo mentre quello parlava con sfrontatezza di attaccare o difendere, sconfessando con poche parole quella che era la mia unica e principale risorsa: l'attesa. Quell'uomo era impaziente, sanguigno, e questo un giorno gli sarebbe stato fatale, o così speravo...mentre io sapevo bene quale fosse il valore della pazienza: se il nemico è oltre ogni tua aspettativa, non puoi fare altro che tenere un basso profilo, osservare e prepararti. E lui questo non lo sapeva...possibile che non avesse mai incontrato una vera sfida? O era solo la sua megalomania a parlare per lui? Quasi non badai alla sua riprovevole scenata di poco dopo in cui si mise a riprendere un povero idiota arrivato tardi...ad una riunione così importante ciò che contava era tenere il punto e ignorare gli imbecilli come quel tizio...ma l'Hokage lasciava sempre che fosse la pancia a guidarlo, anche se poi tentava disperatamente di avvolgere di una parvenza di ragionamento le sue pessime decisioni. E tuttavia dovevo attendere, e attendere.
    Anche se questo non mi impediva di guardarlo storto, ovviamente.

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    Riprese a parlare di Cantha, quando un Anbu dall'identità completamente celata fece il suo ingresso e salì sul palco, aggiungendo informazioni riguardo a quella faccenda, ma era un background storico che non aggiungeva molto alla faccenda. Se abbiamo inviato dei contingenti dovremmo avere notizie sulla loro nazione...mappe, informazioni...qualcosa. Mormorai a bassa voce, senza volermi esporre ulteriormente. Anche se dice che non abbiamo contatti sicuramente deve essere rimasta un'eco del loro passaggio. Sospirai, era inutile alzare la voce in quel momento, senza contare che mi ero proposto come ninja medico nelle retrovie. Ero più adatto al campo base e alla difesa che non a seguire il Bersaglio in missione...perché anche con la ritrovata forza mentale conquistata alla Colonna avrei potuto commettere qualche errore di troppo standogli vicino...era TROPPO irritante per mantenere sempre la calma, e non ero ancora pronto per questo.

    Notai Kairi che confabulava con un tizio accanto a lei, più avanti nella sala, e mi chiesi chi potesse essere. Avevo gettato le basi per fare della ragazza una pedina inconsapevole...valeva la pena avvicinarmi e presentarmi in seguito, per cercare di conquistare qualche altro punto in quella direzione? E chi era la svampita che sembrava interessata a tutto tranne che alla riunione, a pochi metri di distanza? Mi ritrovai a fissarla...realizzando che era la stessa che aveva aggredito il Kage poco prima del nostro confronto di qualche mese prima. Ricordo che in quel momento la avevo ammirata come poche cose in vita mia.
     
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    Quindi si parte?




    Notizie venivano sparate a destra e a manca, ognuno sembrava aver il bisogno di aggiungere notizie a quella riunione, certo è che molte di quelle erano importanti, ma evidentemente non pertinenti alla situazione. Non ci voleva un genio per capire cosa servisse in quel momento: Partire per recuperare gli oggetti che gli uomini di Cantha e l'edera si erano uniti per ottenere. Almeno questo era quello che voleva Raizen, che sembrava non saper come fare a mantenere la calma mentre rispondeva a tutti quegli interventi.
    Una delle notizie riferite però si rivelò interessante per i miei fini: parlavano di Jeral, per il patto che avevo precedentemente stipulato con Febh avrei dovuto riferirgli le informazioni che avevo appena ottenuto, non sapevo se ne disponesse già o meno, meglio esserne sicuri; ero intenzionato a rispettare la parola data, in primis perché questo era il modo in cui ero fatto, secondo di poi perché era evidente che con Febh non si scherzava e, ad essere sincero, quell'uomo mi metteva abbastanza tensione.
    Anche le parole di Yato furono preziose, Jeral era chiaramente un avversario temibile, da non prendere alla leggera, eppure il genin della foglia era riuscito a sottrarsi dalle sue grinfie. Come era possibile? Avrei dovuto parlare ancora con quel ragazzo, la vicenda non mi era chiara, tuttavia quello non era i momento per discuterne.
    Susseguirono delle chiacchiere assolutamente superflue, anche le informazioni date da questo nuovo soggetto, Jotaro , non aggiunsero molto a quello detto precedentemente dal Kage.

    "Non capisco, questa Cantha non sembra aver motivo alcuno per effettuare un attacco nei confronti del paese del fuoco, anche perché si rivelerebbe in un opporsi all'accademia intera. Che posseggano una forza tale da potersi permettere tanto? Se davvero è così non sarebbe meglio ottenere maggiori informazioni su questo nuovo nemico prima di dichiarargli guerra?"

    Troppi dubbi affliggevano la mia mente, ma non li avrei esposti a Raizen, non in quel momento almeno, per adesso volevo solo che quella riunione finisse, troppe bocche a parlare tutte assieme generavano una confusione che certo non mi faceva sentire a mio agio nel parlare, soprattutto dopo che il decimo aveva chiesto di cercare per eventuali cimici o alterazioni nel chakra dei presenti, tra l'altro dopo aver detto già le cose importanti.

    -Ovviamente mi offro volontario Raizen, ma prima vorrei parlarti in privato di un paio di cose, non appena hai un attimo ovviamente.-

    Mi limitai a quelle poche parole per il momento, il tempo per discutere col Kage sarebbe giunto presto.
     
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    Insicurezza

    III



    Il fatto che le armi descritte da Yato avessero un metodo di attivazione così particolare tranquillizzò un po’ l’albino, immaginava che fossero in pochi a conoscere tale metodo, anche se pensare che Jeral potesse essere uno di questi lo spaventava. Da quel poco che sapeva su di lui, era certo che se avesse potuto avrebbe sfruttato il potere di quelle… cose, persino più pericolose dei demoni.
    Un brivido gli percorse la schiena, quando Raizen disse la sua riguardo il ricercato: sembrava puntasse agli individui più deboli e fuori posizione, e Youkai sentiva di far parte di quel gruppo, soprattutto inesperto com’era, sia per quanto riguardavano le sue abilità combattive, che per generiche conoscenze che stava lentamente recuperando a causa della sua perdita di memoria. Senza dubbio era l’individuo più debole in mezzo, e la cosa lo scoraggiò non poco dal farsi avanti come volontario. Lo spettro che lo accompagnava fin dalla sua “rinascita” sbucò letteralmente fuori dalla sua testa, facendo capolino dalla bianca chioma. Il genin si agitò, non voleva apparire ancora più strano di quanto già non era, e di certo un compagno spettrale non era il massimo per non attirare l’attenzione. Fortuna che l’importanza della riunione sembrava mantenere tutti concentrati su Raizen, permettendogli di prendere il fantasmino nascondendolo tra le mani.

    Stupido idiota, quante volte ti ho detto di non farti vedere in pubblico? Porta pazienza ancora un po’, poi ce ne torniamo a casa.

    Al momento l’esserino non aveva alcuna utilità se non quella di tener compagnia al ragazzo al pari di un animaletto domestico. Sembrava però reagire diversamente a seconda delle emozioni mostrate da Youkai, ma nulla che lasciasse intuire quali fossero le sue vere potenzialità, sempre se ne aveva.
    L’Anbu mascherato venne invitato a parlare, rivelando ulteriori informazioni su loro attuali nemici, facendo pensare il ragazzo: perché una nazione che aveva già problemi interni doveva spingersi ad attaccarne un’altra come Konoha, così lontana dalle loro terre natali? Scosse la testa, non era un granchè nel comprendere come funzionasse il bisogno di espansione da parte delle varie nazioni, e non sarebbe tornato sull’argomento a meno che qualcuno non avesse messo in dubbio la cosa.
    Sembravano esserci sufficienti volontari dal convincerlo che non sarebbe stata una cattiva idea offrirsi di restarsene al villaggio come scorta, o a proteggere eventuali attacchi a sorpresa. Era convinto che sarebbe stato un peso nel partecipare alla battaglia, perciò per il momento preferì optare per quella decisione. Presto o tardi avrebbe dovuto far visita a Sanjuro: non era del tutto convinto dei suoi metodi sciamanici, ma era l’unico a conoscenza del suo compagno spettrale, ed allo stesso tempo anche l’unico che sembrava essere a suo agio nel trattare con il sovrannaturale. Inoltre era stato lui a salvargli la vita, era la persona alla quale doveva di più in assoluto per quello che poteva ricordare.
     
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  15. Raš
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    Riunione della foglia

    post II


    Come fosse stato possibile che l'hokage mi avesse visto entrare non mi era dato saperlo; certo, considerando che aveva dimostrato capacità che gli avevano permesso di raggiungere la massima carica del villaggio, la cosa non mi stupiva più di molto. Ed ecco quindi che avvenne la situazione più agoniata e imbarazzante che fin dal principio avevo voluto evitare. Mi riprese così, di fronte a tutti i ninja del villaggio e io non potei fare altro che rimanere in silenzio. Fortunatamente le bende che mi coprivano gli occhi erano abbastanza larghe da raggiungere le gote e nascondere, almeno in parte, il rossore che immediatamente le tinse; le labbra si strinsero mentre serravo la mascella e attendevo che finisse di parlare. Le sue minacce, malgrado sembrassero così assurde da risultare quasi comiche, un po' mi spaventavano considerando che, per quanto assurde, facilmente avrebbe potuto metterle in pratica, pensai in un piccolo tremito.
    Non mi aspettavo nemmeno che subito riconoscesse la mia semenza, non avevo utilizzato larghi giri di parole ma, anzi, utilizzato termini che avevano uno stretto legame con lo sguardo e i miei occhi però la cosa mi prese alla sprovvista assai e, ad un'occhiata, si sarebbe facilmente potuto notare la mia sorpresa dipinta sul volto. Malgrado questo non risposi nuovamente ma, attentamente, iniziai a scansionare la stanza; iniziai cercando piccole fonti di chakra e, se non le avessi trovate, avrei iniziato nuovamente a controllare la stanza cercando ricetrasmittenti prive di esso, Raizen c'aveva avvisati, infatti, che non erano pratici dell'uso del chakra e per questo avrebbero potuto utilizzare oggetti elettronici o simili. La ricerca non diede nessun risultato, un'unica stravaganza attirò la mia attenzione: l'anbu che era stato chiamato a parlare sul palco e che, con digressioni storiche, aveva presentato l'impero Cantha, non aveva una riserva di chakra.
    Signore, nella stanza non ho individuato ne ricetrasmittenti elettroniche ne alimentate con il chakra... Rimasi un attimo a mordermi il labbro, le mani si stringevano in pugni e subito si distendevano sotto il mantello, non sapevo se rispondere al rimprovero dell'hokage o meno, non volevo sottolineare ancora di più quella situazione imbarazzante ma nemmeno potevo ignorarlo, alla fine decisi di tagliarla breve Hokage-sama, ero fuori dal villaggio al momento della chiamata, sono arrivato in ritardo per questo; non volevo interromperla o disturbare la riunione, mi scusi. Per la prossima volta vedrò di non farmi beccare, allora, Hokage-sama Aggiunsi in un ultimo sussurro mentre mi risiedevo al mio posto, nelle mie ultime parole non vi era tono di sfida - va bene essere stupidi ma non così tanto - si trattava della tensione che lentamente stava abbandonando il mio corpo ma difficilmente qualcuno avrebbe potuto sentirle. Sulle mie labbra si dipinse un sorriso leggero, più rilassato, avevo ancora molto da imparare e avrei dovuto continuare i miei addestramenti nel muovermi silenziosamente, forse tra quei ninja avrei trovato un sensei disposto ad insegnarmi, ormai avevo raggiunto le capacità di mio nonno e lui stesso si era dichiarato inferiore nell'ultimo allenamento che avevamo fatto.
    Ma quello non era il momento più opportuno per pensarci: un esercito nemico si stava dirigendo verso Konoha ed io mi sarei fatto trovare pronto, avrei difeso il mio villaggio anche a costo della mia stessa vita.
     
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