Atto I
Pipistrelli e Pettiorsi. †

Lentamente arrivarono tutti i concorrenti nella grande arena preparata dall'ospitante suino. C'erano rane, gatti, galli, orsi, lupi ed infine pipistrelli. Tutti animali con un loro carattere, una loro peculiarità, una loro propensione alla - o repulsione verso - la caccia. Certo, non sembrava il grande evento preannunciato in precedenza quando una triste carnevalata di genin del primo anno ma se quanto promesso fosse stato vero allora partecipare non solo era necessario ma era soprattutto doveroso per uno come me.
Mentre riflettevo su questo, rimasi sorpreso nell'accorgermi che l'uomo-maiale che ci aveva accolto e che aveva apposto su di noi quei particolari fuuinjutsu - che non volli neanche tentare di analizzare, in un eccessiva fiducia verso il Rosso ed il D.E.S.E.R.T. - venne quasi investito dal sipario che cadde sopra di lui, chiudendosi e facendolo scomparire. Mi voltai prima a destra, poi a sinistra, per cercare di capire le reazioni dei presenti. Una voce metallica, come proveniente da un altoparlante, riprese il discorso del nostro ospitante, provando quasi a rassicurarci. Mi parve strano ciò che avevo visto ma lasciai correre, intenzionato a partecipare a quell'evento più che a voler capire, esattamente, come funzionasse. L'importante era sapere che dovevo vibrare fendenti di spada e parare quelli dei miei avversari: nulla più e nulla meno. Certro, l'idea di essere suddito non mi stuzzicava per niente.
Ascoltai in toto il discorso del nuovo fruitore dello spettacolo e compresi che le regole erano state cambiate in itinere. Prima del violento ed onorevole torneo tra spadaccini, a coppie, tra probabili futuri sfidanti, avremmo dovuto sostenere venti prove. Un numero cospicuo e che dava alcuni pensieri ma non certo preoccupante o proibitivo. Tuttavia non ne capivo il senso, tristemente. Ma tutto mi sarebbe stato più chiaro da lì a qualche momento.
Facendo scorrere chakra nell'ambiente, forse attraverso un altro sigillo, accanto al fuuinjutsu tracciato dal primo ospitante di quell'evento comparve prima il simbolo dell'animale che mi ero scelto e poi il simbolo dell'animale del mio compagno. Mi avvicinai per primo, pur senza parlare. Aveva una Wakizashi ed un Kaiken, diversamente dal sottoscritto che portavo una coppia di Katane ai due fianchi. Era piccolo ed esile, estremamente buffo con quella sua gigantesca testa rotondeggiante. Lo guardai, squadrandolo da testa a piedi da dietro la mia maschera munita di piccole e tozze orecchie da pipistrello.

Buona fortuna.

Avrei detto, mentre con un cenno della testa avrei aggiunto, indicando l'organizzatore dell'evento. La Uno.
Che il divertimento abbia inizio.

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