S.O.M.A. Parte IIQdv - Fenix, Kairi, Waket

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    Ritorno al S.O.M.A.



    A circa una settimana dalla fine della riunione, durante un tranquillo e soleggiato pomeriggio, come tanti che adornavano le giornate del villaggio della Foglia, un ospite inatteso, ma non troppo, avrebbe fatto la sua comparsa. Ormai era quasi l'ora per Raizen di abbandonare l'ufficio, quando un corvo si posò sulla sua finestra, iniziando a colpirla col becco. L'animale era strano, aveva gli occhi rosso sangue, e il suo profilo sembrava come sfaldarsi.
    Il corvo, col passare dei secondi avrebbe iniziato ad evaporare in un denso fumo nero, per poi solidificarsi nella forma di un rotolo nero con un sigillo giallo impresso su di esso. Il sigillo era un kanji che recava la parola Jaku. Se raccolto, e aperto, il rotolo presentava una lettera scritta di pugno all'indirizzo dell'Hokage. Essa recitava:


    CITAZIONE
    Come promesso ho trovato informazioni, non senza fatica, che potrebbero essere d'aiuto per capire quanto successo a Oto quando sono stato richiamato in presenza tua e di Aloysius. Il posto in questione sembra trovarsi a qualche decina di miglia a est dell'isola del Vortice, in mare aperto; non ho mai sentito di una piattaforma sul mare da quelle partì, nè penso di averla mai vista durante i miei viaggi; ma le fonti sembrano essere di un certo livello. Porta un minimo di rinforzi fidati, ho una pessima sensazione su questo posto. Tra 48 ore sulla costa, a queste coordinate.

    Seguita una da una serie di coordinate in codice, che l'Hokage non avrebbe avuto difficoltà a decifrare, indicanti un luogo preciso presso un piccolo molo sulla costa a est del villaggio. La lettera non dava altre informazioni sul posto in questione, ma Raizen avrebbe certamente ricordato di una missione avviata circa un anno prima, dalla quale ben due ninja del villaggio non avevano fatto ritorno, mentre il terzo, un rinforzo da Kiri, non aveva mai più mandato sue notizie. Che fosse una casualità che la lettera di Jotaro indicasse un luogo situato esattamente in quello stesso spicchio di mare? Che si trattasse di nuovo della stessa struttura rilevata da quei pescatori di profondità ormai oltre un anno fa? O era solo una coincidenza? Quello che era certo, nè Ryo Iwao, nè Torke, erano mai tornati a casa dopo quella visita, lasciando solo un altro mistero irrisolto.
    Due giorni da quella lettera, quando il gruppetto di ninja fosse giunto sulla riva di quella spiaggia, all'orario stabilito nascosto dalle coordinate (tra le 19 e le 20) avrebbe trovato una piccola imbarcazione ferma a una ventina di metri dalla costa, con un tizio seduto su di essa, in attesa.
    Il veicolo era una barca a vela con lo spazio per una ciurma di massimo 5 persone, con piccole cellette sottocoperta. I ninja della foglia sarebbero stati attirati sull'imbarcazione da una fonte di chakra indefinita che emetteva impulsi energetici a intervalli regolari, la cui fonte sembrava esattamente sul ponte della piccola barca. Avvicinandosi, sia Raizen che Kairi avrebbero riconosciuto il solito ninja in mantello scuro che già avevano visto alla riunione, e che l'Uchiha aveva salutato pochi giorni prima a seguito della loro spedizione. Jotaro non conosceva la terza ragazza presente nel gruppo.

    Quando fossero stati abbastanza vicini da salire sull'imbarcazione, avrebbero scoperto che gli impulsi che li avevano attirati non erano generati da Jotaro, ma da un particolare rotolo che lui possedeva, sobbalzandolo tra una mano e l'altra. Lui continuava a non emettere alcuna traccia energetica riconoscibile.
    Sopra alla barca a vela erano presenti alcuni kit da immersione, oltre che altro equipaggiamento da marinaio. Il ponte era oltretutto abbastanza sporco di sangue in maniera casuale, non sembrava a causa di una battuta di pesca.


    << Una piccola invenzione, sembra tornare utile. Salite, dobbiamo partire con l'oscurità. >>

    OT
    Buona giocata a tutti. Il S.O.M.A. è un postaccio, se non siete sicuri siete ancora in tempo per fare dietrofront.
     
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    Di lettere all’amministrazione di Konoha ne arrivavano, sia di buone che di cattive, ma quando riconosceva il tratto distintivo di Jotaro tutto acquisiva una nota più oscura.
    Vide il corvo sfaldarsi e sbuffò, incerto se darsi dei pensieri prima di andare a dormire. Ciondolò qualche minuto davanti alla finestra, purtroppo il corvo non era qualcosa di reale a quanto pareva e si dissolse in poco per cui non potè allontanarlo.

    Astuto.
    Molto astuto.


    Guardò di malocchio il rotolo e lo prese, ed ebbe conferma che apparteneva a Jotaro, l’unico Jaku ancora attaccato a quel nome, si chiese il perché mentre iniziava ad aprirlo, aveva sempre dedotto dalle sue parole che odiasse quella stirpe.

    Secondo me è solo pazzo.

    Rispose a se stesso.

    Già, lui, e non tu che parli da solo.

    Io non sono mai solo, come vedi.

    Si, certo, salvato per un pelo eh.
    Ma noi lo sappiamo che non parlavi con me.
    Immaginati se io fossi solo una tua illusione, dopotutto chi mai ti ha visto li sotto a sigillarmi?
    Nessuno.
    Magari sono un’ altra delle tue devianti allucinazioni, dopotutto sei un ninja potente e il tuo chakra non è poco, ed entrambi sappiamo che la tua stramba mente può realizzare cose di cui gli altri ninja non son capaci, tirare fuori un po’ di chakra e dargli la forma della tua pazzia non sarebbe difficile.


    La Montagna lanciò un occhiataccia alla volpe, ma questa pareva intenzionata a non fermarsi.

    Pensaci.
    Io sono un demone dopotutto, potresti davvero riuscire a sigillarmi con così poco?
    Lo sai chi sono io eh?
    Per generazioni dopo il primo Hokage si sono cacati sotto al solo sentire il mio nome, tu chi sei, mh?
    Un omuncoletto che per quanto forte non penso raggiunga il primo…


    A quel punto, scocciato, si sarebbe voltato, guardandola all’interno di quel mondo sconfinato che era il suo subconscio.

    Maddai.
    Sono stato curato la storia non regge.
    Se dicevi che il contatto con la tua forza mi aveva reso scemo ancora ancora era fattibile, ma così non attacca, ho troppa fiducia nei mezzi di Tekuro.
    E poi, a prescindere, non sei un male pericoloso, quindi ben venga.


    Potrei quasi ringraziarti.

    O non fa nulla, tra emarginati ci si capisce.

    Gli diede una pacca e tornò ai suoi affari, leggendo la missiva, le informazioni non erano mai una cattiva notizia, averle era comunque un passo avanti, non sapere verso cosa un po’ meno.
    Decise di prendersi la notte per riflettere da chi farsi accompagnare, fortunatamente aveva qualche giorno per la convocazione.
    Che la notte portasse consiglio tuttavia era una delle più grandi bugie che avesse mai sentito e l’indomani si risvegliò con i medesimi dubbi. Riuscì a dissolverli solamente con una grossa tazza di latte caldo davanti al naso, un secchio, più che una tazza.
    Il soma era un ambiente inospitale, ma prima di tutto era fragile, andare a muso duro, portandosi dietro Sho non era il massimo, il ragazzo tendeva ancora ad andare fuori controllo e in quel luogo non era la scelta migliore. C’era però l’Uchiha, la ragazza che aveva mandato alle mura.

    Mh.
    E perché no.
    Quegli occhi sono fastidiosi per tutti, non sarebbe male riuscire a sfruttarli.
    Le illusioni vanno veloci dopotutto.


    Ma in due erano ancora pochi e non sarebbe stato male trovare qualcuno che affiancasse la ragazza, e si, c’era qualcuno abbastanza capace che gli doveva un favore.
    Prese carta e penna e si sgranchì le dita con un sorriso.

    Ma dai, davvero?

    E perché no?
    Ogni tanto fa bene scherzare


    Si, ma la conosci appena.

    Eh vabbè, che sarà mai.

    Cara Hebiko,
    ricordi la serata di qualche settimana fa?
    Danno un film carino tra un paio di giorni, ma non ho nessuno con cui guardarlo, ti va di fare un salto qui?
    Se non ti porti quella bestiola puoi restare anche a dormire.


    Seeeee, non ci cascherà mai.

    Beh a me serve l’effetto sorpresa.

    Rilesse la lettera, non tanto per il commento della volpe quanto per il fatto che lo scherzone potesse risultare troppo pesante.
    Cestinò la lettera e ripartì da capo.

    Cara Hebiko,
    ricordi quel debituccio che avevamo?
    Ecco, mi serve che accompagni me e una mia kunoichi in una missione, in realtà non è tanto per il debito, ma mi sembri adatta.
    Magari dopo ti offro da mangiare, se ne usciamo vivi.
    Vieni equipaggiata a dovere.


    Non si firmò, non era necessario.
    Gli diede appuntamento nel suo ufficio nel medesimo giorno ed ora di Kairi, che avrebbe contattato con una missiva più formale, dopotutto lei era una kunoichi del villaggio e non doveva fare leva con nessun mezzuccio per convincerla.
    Quando si fossero presentate avrebbe salutato entrambe per poi presentarle.

    Kairi, Hebiko
    Hebiko, Kairi.


    Disse indicandole quando pronunciava i loro nomi.

    Come noti dal simbolino la rossa è un otese, una delle poche buone che ancora da un senso all’esistenza dell’accademia.
    Ma veniamo a cose importanti.
    Qualche tempo fa ho mandato un ninja fidato a cercare informazioni riguardo ad una pessima esperienza ad… Oto. Onestamente nemmeno io so di preciso che accadde quel giorno, ma non fu affatto incoraggiante.
    So solo che qualcosa si era risvegliato, o meglio, lo immagino.
    Le informazioni dobbiamo andare a cercarle in… beh, è complesso da immaginare, ma è un centro di ricerca sottomarino, un lordo Kiriano ci ha lasciato anche morire due dei nostri, e da ciò che mi ha detto non hanno fatto una bella fine… prima della morte più che la morte in se.


    Si alzò dalla sedia e si diresse alle vetrine dove teneva le sue armi più particolari, solitamente non erano in mostra, ma la Montagna si era preparata in anticipo per cui gli rimaneva solamente da pensare cosa portarsi dietro, scelse tutto, e scelse di metterlo dentro un rotolo, erano armi voluminose e non era sicuro nemmeno che le avrebbe usate.

    Bene, possiamo partire, ci aspetta una camminata fino alla costa.

    Il piccolo gruppetto si mosse, era una lunga corsa tra i rami dei boschi del fuoco, alberi secolari a non finire, sempre ben spaziati tra di loro offrivano raramente intrichi che intralciavano l’avanzare, una foresta ammaestrata ben diversa dal soffocante Bosco dei sussurri.

    Tutta un’ altra storia eh?
    A fare tutti sti chilometri dentro il bosco dei sussurri l’odore migliore che può passarti sotto al naso è quello dell’ascella di un vecchio misto al grasso rancido, un po’ come mettere un calzino a stagionare.


    Ridacchiò come suo solito, abituato ad essere l’unico a trovare divertente il suo umorismo.
    Trovarono Jotaro grazie ad un suo piccolo marchingegno, una specie di segnalatore a chakra, qualcosa che un sensitivo avrebbe percepito a chilometri di distanza visto che persino per Raizen era ben percepibile.

    Non hai paura di attirare troppa gente con quella roba?
    Di solito sei più accurato.
    L’avrai fatto apposta, ma ti assicuro che se lo sento io lo sente mezzo continente.
    Non so come mai ma i sensitivi ultimamente sono ovunque.


    Mise il primo piede sulla barca lievemente incerto.

    Questa roba ci regge vero?
    Non vorrei finire a mollo prima del tempo.
    Si, mi sto lamentando, aiuta a liberarmi dallo stress.


    Ignorò del tutto il sangue, ormai una costante della sua vita e si spostò a prua dell’imbarcazione, godendosi il vento.

    Jotaro, sei sicuro che il tuo piccolo contrattempo energetico non ti dia problemi?
    Sei morto fin troppe volte per sperare di cavartela sempre.
    Son più che certo che una soluzione ci sia.


    Lo guardò questa volta senza rabbia ne con l’intenzione di criticarlo, ma con un lieve filo di apprensione.
     
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    Pensato
    Parlato


    Fu suo padre a consegnarle la missiva mentre la kunoichi era nella sua stanza, stesa sul letto e totalmente immersa nei suoi pensieri come le capitava spesso da quando era tornata dalla missione con Jotaru. Non ne aveva ancora parlato con Izuna ma l'uomo aveva notato il repentino cambiamento che la ragazza aveva avuto nei suoi confronti appena tornata dalla missione, ma seppure avesse provato più volte ad indagare non aveva mai ricevuto una reale risposta: per quanto capisse le sue ragioni, per quanto si rendesse conto che il padre non aveva avuto altra scelta non riusciva a cancellare la sensazione totalmente la pessima sensazione di essere stata tradita da lui, che per 12 anni non gli aveva mai raccontato la verità su sua madre, neppure dopo il suo diciottesimo compleanno o dopo la sua promozione a genin.
    Così la ragazza aveva deciso di chiudersi in se stessa, aspettando il momento in cui sarebbe stata pronta ad affrontare il discorso con il genitore, il momento in cui gli avrebbe anche spiegato cosa era stata costretta a fare.

    L'uomo bussò leggero alla sua porta, entrando con timore appena la ragazza diede il suo consenso E' arrivata questa per te. Porta il sigillo dell'Hokage. Ultimamente sei diventata piuttosto ricercata, eh? esclamò l'uomo accennando un timido sorriso, sorriso che la ragazza non contraccambiò Così pare. Grazie. Ora puoi uscire esclamò, alzandosi e prendendo la lettera per poi voltarsi di spalle e cominciare ad aprirla. Izuna la guardò deluso e demoralizzato qualche istante prima di voltarsi a sua volta ed uscire dalla stanza senza dire nulla.
    Appuntamento domani mattina nell'ufficio dell'Hokage...mi aspetta una nuova sorpresa come la scorsa volta? sbuffò, pensando fra sé e sé Ma d'altronde nulla potrà mai essere peggio di quella missione appoggiò la lettera sulla scrivania ributtandosi sul letto e chiudendo gli occhi, cercando di cancellare il ricordo che ancora una volta si era presentato nella sua mente.


    .............................................................


    Arrivò il giorno dopo davanti all'ufficio di Raizen, in perfetto orario ed impeccabile anche nel vestiario: per l'occasione aveva lucidato ed affilato anche ogni sua arma, nell'ipotesi che potessero servire per qualche motivo. Non aveva idea del motivo per cui era stata contattata, ma contrariamente dalla prima volta in cui aveva visitato quell'ufficio non era minimamente nervosa o ansiosa all'idea. Bussò alla porta educatamente e quando ricevette risposta entrò salutando il suo superiore con un inchino, seguita dopo qualche minuto da una ragazza che aveva già visto qualche tempo prima sulle mura. Alla presentazione dell'hokage la kunoichi sorrise cordiale all'otese Abbiamo avuto modo di conoscerci alle mura. Sta bene il tuo piccolo amico pennuto? domandò incuriosita, riferendosi alla piccola ma simpatica chimera.

    Rimase in silenzio ascoltando poi la spiegazione dell'Hokage, sintetica e priva di dettagli come aveva capito era ormai solito fare l'uomo Un'altra arma? domandò semplicemente prima che uscissero dalla stanza: dopo il grido delle anime ad Iwa e le enormi bestie/arma di cui aveva parlato tempo prima Yato alla riunione la sua prima ipotesi era che si trattasse proprio di una cosa simile. Non sapeva per quale motivo Raizen avesse deciso di portare con sé una shinobi del suono e non un ninja del villaggio e lanciò un'occhiata interrogativa alla ragazza, ma decise di non indagare ulteriormente, non in quel momento. Se il suo kage si fidava di lei probabilmente aveva le sue ragioni e non aveva motivi di dubitarne, no?
    La preoccupava di più il fatto che due ninja di Konoha non fossero tornati indietro da quella missione...se si stava muovendo il kage in persona non poteva trattarsi di una prova facile, ma in qualche modo si sentiva onorata nell'essere stata chiamata: forse pian piano tutti i suoi sforzi in allenamenti ed in dedizione nei confronti del villaggio e dell'accademia stavano portando i loro frutti.

    .............................................................


    La camminata fu tranquilla ed i boschi tanto familiari aiutarono la ragazza a rilassarsi, mentre respirava a pieni polmoni l'aria primaverile. Adorava quei luoghi, adorava Konoha ed avrebbe fatto di tutto per salvare il suo piccolo mondo.
    Passò lo sguardo qualche istante fra Raizen ed Hebiko, prendendosi qualche secondo per riflettere prima di parlare, decisa a soddisfare almeno quella sua curiosità Vi conoscete da molto? domandò, semplicemente, ad entrambi: per quanto si fidasse della decisione dell'Hokage continuava a non capire per quale motivo fosse stata chiamata una kunoichi di Oto e non uno shinobi di Konoha per una missione di quel tipo, e quella era la domanda più indiscreta che le era venuta in mente per indagare senza esagerare. Forse avrebbe ottenuto più in quel modo che non con una domanda diretta, che riteneva essere piuttosto inappropriata. Davanti a lei vi era il più suo più alto superiore, non un'amico o un genin pari grado.

    Quando il gruppetto arrivò sulla barca la kunoichi sgranò gli occhi e si immobilizzò qualche istante nel riconoscere l'uomo seduto sopra di essa Jotaru... i due non si erano conosciuti nelle condizioni migliori ed il rivederlo, in una situazione molto simile a quella di soli 10 giorni prima, le fece quasi cedere le gambe mentre automaticamente il suo inconscio lo associava alla missione che avevano compiuto assieme.
    Si riprese nel giro di pochi istanti, decisa a non farsi vedere in un simile chaos mentale davanti al suo stesso kage, focalizzando sull'attenzione per distrarsi sulla strana fonte di chakra emessa dallo stesso uomo, che la ragazza sapeva essere stranamente privo di chakra. Non aveva mai sentito nulla di simile prima d'ora, ed istintivamente attivò lo sharingan nel tentativo di fare chiarezza e di capire qualcosa in più a riguardo.
    Seguì Raizen fino alla barca, lanciando un'occhiata veloce a Jotaru ma senza dire una parola. Sapeva che l'Hokage era stato informato del loro allontanarsi dal villaggio, ma quanto in realtà sapeva della missione che aveva affrontato?
    Ancora più curiose furono le seguenti affermazioni del gigante sull'uomo: la kunoichi lanciò uno sguardo interrogativo al pallido shinobi mentre una sola domanda uscì istintivamente dalle sue labbra Morto? In senso metaforico?
     
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    I



    Negli ultimi tempi Hebiko si sentiva terribilmente stressata. Vivere in un villaggio dove non vi era protezione garantita, sia contro le varie bande criminali ma soprattutto dai capricci dei pezzi grossi, la rendeva nervosa ed insicura: persino in amministrazione evitava la conversazione con tutti ad eccezione di Febh. Lui era l’unico che aveva ammesso di proteggerla, a suo modo. Si fidava di lei, perciò a rigor di logica l’avrebbe anche protetta in caso di necessità, dato che anche alla missione per il recupero dei sigilli aveva messo bene in chiaro a Shinken le conseguenze del farle del male. Certo, Febh non era il massimo della sicurezza, dato che una frase sbagliata rischiava di farlo esplodere come una bomba, quindi anche in sua presenza se ne stava sempre sull’attenti. Tuttavia l’unico modo per restarsene sani mentalmente era quello di convincersi che finché se ne stava sotto alla sua ala poteva considerarsi in una botte di ferro.
    Un ticchettio alla finestra la fece sussultare, avvicinandovisi con sospetto. Le finestre erano tutte chiuse, lasciavano solamente piccoli spiragli di luce dentro la casa, tenendola buia. La Vipera conosceva casa sua a memoria, per lei non sarebbe stato un problema orientarsi anche al buio in caso di intrusione. Si sarebbe avvicinata con cautela alla finestra, aprendola di colpo e facendola scattare verso la prima cosa che riuscì a vedere, trascinandosela in casa. Ben presto si accorse di aver semplicemente catturato un corvo.

    Uff, stupido uccello. Mi hai fatto prendere un colpo.

    Allentò la presa, raccogliendo la lettera portatale, per poi posare l'animale sulla finestra e lasciarlo volare via, un po’ spennacchiato. Richiuse tutto, accendendosi la luce nel salottino, se non altro con il suo stipendio la bolletta della luce non era un problema. Una rapida lettura le fece subito capire il mittente.

    Meno male che il debito non gli interessava! Meglio così, se non altro non sentirò più quel peso.

    Rilesse un paio di volte le ultime frasi. All’inizio non gli diede molto peso, immaginava che Raizen stesse sopravvalutando la situazione, ciò che agli occhi di un konohaniano era terribile per un otese poteva essere la norma. Poi ripensò meglio alla carica che l’uomo ricopriva, iniziando a prendere più sul serio la cosa.

    ...Possibile che sia così tremendo?

    Sospirò. Non sentiva di avere il potere di dire di no. Non voleva sottovalutare la cosa, ma tantomeno farcisi influenzare al punto da rinunciare e farsi un nemico in più.



    Sarebbe arrivata puntuale come al suo solito, lasciando detto ai suoi colleghi in amministrazione che si sarebbe assentata per una missione. Le sarebbe bastato omettere che la missione fosse per Konoha per lasciargli credere che riguardasse il suo villaggio come ci si sarebbe aspettati.
    Nell’ufficio avrebbe incontrato Kairi, alzando una mano in segno di saluto:

    Ciao guardiana.

    La domanda riguardante Darwin la prese alla sprovvista. Non era abituata a ricevere attenzioni di quel genere, esitò prima di rispondere, mostrandosi piuttosto timida ed impacciata.

    Ah, giu-giusto, Darwin! S-sì, sta bene, grazie. ...Come… Come stanno i tuoi pennuti?

    Visibilmente imbarazzata, ascoltò ciò che Raizen aveva da dire, e bastarono gli accenni riguardanti Oto per farle aggrottare la fronte, rendendola più nervosa.

    Qua… Quale pessima esperienza?? Non so nulla di… risvegliato che cosa!?

    Piuttosto tesa, stava mentalmente cercando informazioni senza successo. La irritava sapere che nonostante la sua posizione in Amministrazione, ancora si lasciava sfuggire preziose informazioni. Doveva scalare di grado, doveva raggiungere la conoscenza totale di ogni angolo di villaggio per sentirvisi davvero a suo agio. Conoscenza che il frammento di Orochimaru era sempre pronto a cedere, ma in cambio di un prezzo troppo alto.
    Finite le domande, sarebbero partiti tutti insieme. Durante il viaggio fu Raizen il primo a cercare un discorso, con un confronto tra le foreste konohaniane e quelle otesi. La Vipera reagì con una smorfia, rispondendo dopo averci riflettuto per qualche secondo.

    Forse sei stato troppo gentile. La puzza di cadaveri rende il tutto peggiore.

    Fu nuovamente Kairi a prenderla alla sprovvista, pur essendosi impegnata nel cercare di rendere la sua domanda meno invasiva possibile. Il primo istinto della rossa fu quello di voltarsi verso l’Hokage, cercando il suo aiuto. Non le andava di dire la verità ad una sconosciuta, inoltre la verità poteva risultare scomoda anche ad una kunoichi di Konoha.

    Beh… Come segretaria dell’Amministratore di Oto capita incontrare i pezzi grossi di altri villaggi.

    Non le venne in mente altro, ed avrebbe cercato di evitare il discorso se si fosse ripresentato. Raizen avrebbe potuto dire la sua, ma la Vipera avrebbe evitato di far trapelare altre informazioni.
    Degli impulsi avrebbero attirato il gruppetto a destinazione. Un uomo incappucciato li attendeva ad un molo, invitandoli a salire su una piccola barca sporca di di sangue. La cosa sembrò non turbare Hebiko, come otese vedeva di continuo cose del genere. Per quanto ne sapeva un incidente del genere poteva essere causato da un disguido tra colleghi così come era accaduto tra lei e Shinken.
    Non si sarebbe presentata di sua spontanea volontà, avrebbe atteso che fosse lo sconosciuto a parlare per primo, o se le fosse stato ordinato da Raizen. Solamente prima di imbarcarsi lo avrebbe trattenuto per un momento in disparte, tirandogli leggermente i vestiti per attirare la sua attenzione.

    Dato che si tratta di una cosa seria… preferisco mettere le cose in chiaro. Non avrò problemi ad ubbidire come fossi realmente un mio superiore, ma per favore… Se ho qualcosa da obiettare, ascoltami. Non ho intenzione di metterti i bastoni tra le ruote. Ciò che ti chiedo è solamente fiducia reciproca.

    Dal tono che aveva usato si poteva notare come non fosse una pretesa, ma una richiesta sincera. Raizen non poteva saperlo, la Vipera cercava solamente di evitare ulteriori incidenti. Non si sarebbe certamente mostrata arrogante, quella lezione l’aveva imparata, ma continuava a portare rancore non sentendosi davvero in colpa. Lei voleva aiutare i suoi alleati correggendo il loro team leader, la reazione che si era scatenata da ciò era stata fin troppo imprevista, perciò si sarebbe sicuramente sentita più a suo agio nell’avvertirlo per tempo.
     
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    Quando finalmente il gruppetto raggiunse la barca, chi prima chi poi, tutti salirono a bordo, ognuno con i suoi commenti e le sue rimostranze. Raizen aveva scelto la ragazza Uchiha che Jotaro aveva portato con sè pochi giorni prima, e di questo fu rallegrato, assieme ad una che non aveva mai visto; ma certamente l'Hokage doveva aver avuto le sue buone ragioni.

    << Non avere timore, ho calibrato questo sigillo in modo che tu solo e chi si trova vicino alla tua fonte energetica sia in grado di sentirlo. Per tutti gli altri non emette alcuna traccia. >>

    Non commentò oltre sulle altre parole di Raizen, limitandosi a restare voltato altrove, per prestare attenzione alle due Kunoichi. Quando Kairi, che non nascose una certa riluttanza a trovarsi di nuovo con il ninja, chiese quasi retoricamente riguardo al suo status di morto metaforico, Jotaro rispose a sguardo serio, scuotendo lentamente la testa a destra e a sinistra. L'ultima ragazza invece si preoccupò di creare un buon clima di lavoro, e Jotaro fu rallegrato di questo, anche se per un attimo ebbe il timore che lei fosse una genin appena uscita dall'accademia. Dubbio che venne fugato in un istante. Raizen non avrebbe certo portato una kunoichi inesperta con sè in una missione del genere. Non poteva essersi rincoglionito fino a quel punto con gli anni.

    << Ti assicuro kunoichi senza nome, che io non sono qui per dare ordini, affatto. Seguirai le direttive del tuo capovillaggio. Se la mia intuizione su questo luogo è corretta, farai bene a risparmiare il fiato per le obiezioni e usarlo per restare viva; se non fosse corretta, vi farò solo da guida turistica. Restate lucide e seguite le indicazioni di Raizen, e tornerete a casa sane e salve. Ovviamente spero proprio di aver preso un granchio! >>

    Se davvero il posto in questione fosse stato quello che Jotaro intuiva, la ragazza di Oto non avrebbe avuto nè il modo nè l'esperienza per porre obiezioni. Nulla di quello che avrebbero incontrato avrebbe avuto senso.
    La navigazione notturna procedette senza troppi problemi, il mare si rivelò calmo, e il vento restò sotto controllo, permettendo di raggiungere le coordinate rapidamente. Jotaro spiegò ai presenti, una volta giunti a metà strada tra la riva di Konoha e quella di Kiri, che il luogo in questione si trovava sotto di loro, a circa un centinaio di metri di profondità. Una distanza non leggera per una immersione, soprattutto per ninja non abituati a questo genere di impresa, quindi consegnò a tutti una bombola particolare, grande quanto una bottiglia d'acqua, con un respiratore. E una uguale da portare con loro, per la risalita.

    << Dunque, sebbene il chakra sia in grado probabilmente di farci arrivare al punto senza dover usare questi, sempre meglio risparmiarlo per le sfide all'interno. Teoricamente una bombola basta sia per scendere che per risalire, ma sempre meglio averne una di scorta. Ora vi dirò l'unica cosa che dovrete eseguire senza se e senza ma, se volete uscire vivi da questo posto. Se davvero cè una struttura qua sotto, che si estende fino al fondale; una volta dentro non dovete danneggiarla. Mi sono spiegato? Niente bombe, niente idiozie, niente tecniche esagerate che possano arrecare il minimo danno alla struttura. Danneggiare una paratia significa venire spappolati dalla pressione, e anche tentare la fuga a nuoto, significa nuotare con una pressione allucinante, in un'oscurità impossibile, forse per chilometri. Essere ninja e avere il chakra non ci salverebbe. Fissatevelo in testa, tutti e tre. Per il resto, non ho idea di cosa ci aspetti, occhi aperti. >>

    Non ammetteva discussioni. La loro forza e le loro capacità di superuomini non li avrebbe riportati in superficie, se avessero danneggiato il S.o.m.a. come a suo tempo, Torke e Keiji avevano scoperto sulla loro pelle.
    La discesa sarebbe stata rapida fino al container di ingresso. Una grossa scatola di metallo con una grossa maniglia che si sarebbe lasciata aprire senza problemi, essendo stata utilizzata appena un anno prima da altri ninja. Incrostata certo, ma non come la prima volta. All'interno era presente un meccanismo molto più semplice, un paio di leve che sigillavano la porta impedendo all'acqua di passare, e quando l'ultimo ninja sarebbe entrato, chiudendo la porta dietro di loro, una serie di sigilli si sarebbe attivata, pompando l'acqua fuori, e accendendo delle luci energetiche, esattamente come i ninja venuti prima di loro avevano constatato.

    Intorno a loro, il vuoto, nella stanza non erano presenti oggetti di alcun tipo, nè residui, nulla, come se fosse stata ripulita, o forse come se non vi fosse mai stato stipato nulla; lo spazio era poco, e quel container era certamente una zona di solo passaggio. L'unico oggetto presente era una targa in metallo, posta accanto alla porticina che avevano davanti, le cui parole mezze cancellate, recitavano queste parole.


    CITAZIONE

    Ingr#sso ###vatore
    Atte##ere svuo###ento i#gresso
    In caso d# bl#cco rivolge##i al p#rson#le
    N#n usare ###### libere


    Essendo l'ingresso privo di acqua, la porta davanti a loro, apribile con un pulsante ben visibile accanto ad essa, si sarebbe sbloccata lateralmente, entrando della parete, rivelando l'ultima parte del container, una sezione cilindrica, non visibile dall'esterno, dato che la forma della struttura era uniforme, ma comprensibile data la sua ubicazione, esattamente sopra alla sezione cilindrica che arrivava sul fondo dell'oceano. Doveva trattarsi dell'ascensore. La zona di discesa presentava due sedili, e permetteva il passaggio a due persone sedute, o 3 in piedi, prive di bagagli, essendo molto stretta. L'unico meccanismo era una coppia di leve, con disegnate due frecce, una indicante il basso, e una l'alto. Inoltre era presente un ulteriore pulsante con disegnato una sorta di megafono, stilizzato; un qualche tipo di interfono. Data la fisicità di Raizen, avrebbero raggiunto tutti e 4 il laboratorio in due viaggi, sempre ammesso che l'ascensore fosse funzionante, e non crollasse sotto il peso della pressione per la mancata manutenzione, e il tempo che era passato dal suo ultimo utilizzo.

    << Ottimo, possiamo lasciare qui le bombole, e proseguire, chi vuole essere la prima coppia a salire sulla giostra? >>

    Il tono era volutamente macabro.


    Nota:
    Se la struttura viene danneggiata e i ninja finiscono all'esterno, o restano in una paratia in fase di demolizione, verranno uccisi dalla pressione.

    Edited by Jotaro Jaku - 7/5/2017, 19:00
     
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    La lunga Discesa






    Dentro l’amministrazione Kairi tentò di trovare il motivo di quella chiamata, provocando una scrosciante risata da parte del Colosso.

    No, no Kairi!

    Abbozzò un sorriso comprensivo.

    Un arma sarebbe decisamente un rischio troppo grande da correre soltanto in tre, preferirei sacrificarmi da solo che coinvolgere altre persone in quel caso.
    Non si parla di armi, almeno credo, son certo che non siano armi di Iwa quantomeno.


    Durante il cammino la domanda dell’Uchiha mise in difficoltà Hebiko, anche se Raizen non ne sapeva il motivo dovette intervenire per dare una risposta più esaustiva, anche se si appuntò di indagare in maniera maliziosa sulla cosa.

    Durante una missione, c’era pure quel rigidone di Shin, avevano combinato un macello.
    Andai a mettere le cose apposto, anche se il danno era fatto, e ci vedemmo li.
    Un incontro da ninja praticamente.


    I geni di Orochimaru e il resto della storia tuttavia vennero omessi, quello era decisamente un altro paio di maniche, ed era sicuro che se in qualche modo fosse giunto alle orecchie di Febh ne avrebbe ottenuto delle belle gatte da pelare tra lui e la smania di proteggere i segreti di quella fogna gorgogliante che chiamano villaggio.
    Procedette tutto senza intoppi ed in un grande silenzio per la maggiore, fino a quando Hebiko non lo prese per la manica, facendolo voltare incuriosito.

    Beh?
    E ti sembra un problema?
    Se le critiche sono decenti ovvio che le ascolto, preferisco un suggerimento che sacrificare una fetta di culo alla prima difficoltà.
    E io sono un tuo superiore cocca, tienilo a mente.


    Il viaggio nel guscio di noce non durò troppo, concludendosi praticamente in mezzo al mare.

    Insomma, facile da trovare. Mi chiedo come siano arrivati a frugare qua sotto onestamente.
    Chi potrebbe sapere qualcosa di questo posto oltre te?


    Avrebbe ascoltato le direttive annuendo ad ogni nuova limitazione.

    Va bene, ci siamo intesi, basso profilo.

    Quando gli venne passata iniziò a indossare la muta, spessa e rigida avrebbe richiesto un po’ di peso per essere portato a fondo.

    Non mi sono immerso spesso, anzi, credo che in questo settore io sia proprio un novellino, ma mi piace leggere qualche rivista.

    Indossò la muta facendo una smorfia quando venne il momento dei capelli.

    Ufff.
    Devo decidermi a farci qualcosa con sti capelli… sembrerò uno scemo.
    Ehhh vabè, fai ciao ad un altro pezzetto della tua dignità Raizen, tanto, che vuoi che sia.


    Borbottava mentre indossava una cuffia per mettere i capelli apposto in modo da riuscire a indossare il neoprene, fastidioso materiale che faceva fin troppa presa con i capelli.
    Appena agganciata la bombola indossò le pinne e si buttò in acqua senza troppi complimenti, le mute gli stavano antipatiche, ma non aveva mai detto che l’acqua non gli piacesse.
    Dopo qualche piccola prova iniziò ad aumentare gradualmente il peso della cintura, fino a che l’effetto di galleggiamento non venne del tutto contrastato, mettere pesi oltre a quelli poteva essere un rischio.

    Pronto!

    Tirò un pollice fuori dall’acqua, lievemente preoccupato, un conto era un bagno ristoratore, un conto era una missione d’esplorazione in un laboratorio vecchio di chissà quanto sotto il mare, e chissà quanto sotto!
    Distinguere il container centro metri sotto all’acqua non fu semplice, le torce tornarono infatti utili per farsi un idea dell’ingresso alla struttura dall’esterno.
    Una volta che l’acqua iniziò ad arrivargli sotto la vita si disfò della tuta e delle bombole, svestendosi e notando la targa sulla porta.

    Ingresso elevatore attendere svuotamento ingresso in caso di blocco rivolgersi al personale non usare .......... libere
    E che sarà?
    Idee?
    Mi viene in mente solo fiamme, ma mi sembra un avviso un po’ troppo banale.


    Quando aprirono la porta era evidente che l’ascensore non poteva contenere tutti loro.

    Mh, direi che il primo giro sta al più grosso e alla più flessibile, andiamo Hebiko.
    Pazienta cara.


    Disse a Kairi, aveva notato che tra lei e Jotaro c’era della tensione, ma di più non poteva fare in quel frangente.
    Durante la discesa avrebbe guardato la kunoichi sorridendo con sempre maggior enfasi.

    E dimmi, che problemi c’erano a dire come ci siamo conosciuti, ti vergogni?

    Discesa lunga, in un gabbiotto con spazio a malapena sufficiente a contenere l’aria per entrambi, impossibile sfuggire alla domanda.
     
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    Hebiko rispose alla sua domanda senza scendere in troppi particolari e fu l'Hokage stesso a darle più dettagli. L'Uchiha si rivolse all'otese con un sorriso E' bello sapere che ci sono ancora shinobi che credono al patto accademico stretto anni fa rispose, sincera: credeva davvero che fra i vari villaggi potesse esservi un'alleanza ed era il motivo principale per cui aveva amici sparsi ormai per tutti e 4 i villaggi principali. Sapeva però bene che non tutti erano dello stesso pensiero, e si era scontrata con quella realtà più di una volta, ma la consolava il fatto che forse non tutto era perduto a riguardo.


    Quando Jotaro rispose alla sua domanda scuotendo la testa Kairi sentì la pelle d'oca formarsi sulle braccia. Aveva conosciuto poco l'uomo ma le era bastato per capire come non scherzasse praticamente mai, ed era certa che non le stesse mentendo: non aveva la più pallida idea di come fosse possibile, ma se era tornato in vita doveva ancora esistere qualcuno in grado di utilizzare la tecnica della resurrezione che sapeva esser stata utilizzata durante la terza grande guerra ninja ormai secoli orsono, anche se fin da piccola l'aveva sempre creduta una leggenda, un modo per spaventare i bambini e rendere più epica la storia, non sarebbe stata la prima volta. Allo scuotere la testa dell'uomo rimase qualche istante con gli occhi sgranati ad osservare, mentre una sola parola uscì dalla sua bocca Come...?
    Che Jotaro le rispondesse o meno sarebbe andata avanti nell'ascoltarlo, decisa ad indagare in futuro più a fondo su quella sua situazione. Durante il tragitto si trovò più di una volta ferma ad osservarlo, domandandosi come fosse possibile: per quello l'uomo non emanava una sola traccia di chakra?
    Si poteva considerare realmente...vivo?

    Le seguenti parole dell'uomo le fecero poi capire come la missione in cui si stavano inoltrando non fosse per nulla una passeggiata, anche se la cosa ultimamente non era più una novità per lei: era ormai un'anno che era una genin e da missioni semplici era passata ormai a situazione che richiedevano tutte le sue abilità, sia fisiche che mentali che psicologiche. Crescere come shinobi era più impegnativo di quanto non pensasse inizialmente.
    Rimase in silenzio per quasi tutto il viaggio per la nave, e sul suo sguardo comparve un'ombra di preoccupazione quando le venne riferito che la missione si sarebbe svolta centinaia di metri sott'acqua: la cosa le piaceva ben poco, essere sott'acqua significava non avere vie di fughe di nessun tipo se le cose si fossero messe davvero male, inoltre le sue katon si sarebbero rivelate totalmente inutili probabilmente in un ambiente simile. Senza contare che non si era mai in vita sua immersa ad una tale profondità. Cercò però di non far trasparire nulla all'esterno, non volendo fare una brutta figura davanti all'Hokage in persona...

    Cosa che però non le riuscì come sperava quando Jotaro andò avanti nelle spiegazioni, non aveva calcolato tutte quelle problematiche ma l'uomo aveva assolutamente ragione. In un ambiente sotto pressione come quello sarebbe bastato ben poco per il disastro totale, e questo rendeva la situazione ancora più complicata. Annuì alle sue parole rimanendo in silenzio, non avendo ulteriori domande da fare.
    Quando le fu passata la muta la indossò ed osservò i pesi incerta, guardando Raizen per capire come utilizzarli ed intuendo che servissero per regolare la velocità di discesa o il galleggiare e quando si buttò in acqua fu ben attenta nello stare il più vicina possibile al gruppo, non volendo rischiare di perdersi in mezzo all'acqua, che non era proprio il suo elemento. Si sentì meglio solo una volta entrata nella sala a compartimento stango, per quanto l'idea di scendere ancora più in basso non la esaltasse nemmeno un po'.
    Si avvicinò alla targa e quando Raizen la lesse annuì Credo che fiamme possa avere senso, stiamo per infilarci in un ambiente strettamente controllato e non escludo ci siano concentrazioni di ossigeno più alte del normale. E' possibile che anche solo un fiammifero possa farci esplodere tutti... disse, leggermente tetra in volto Per sicurezza non userò né katon né carta bomba certo sarebbe stato un handicapp per lei, ma preferiva non rischiare di esplodere a non sapeva quante centinaia di metri di profondità.
    Quando Jotaro disse loro che era il momento di andare sperò per qualche istante che Raizen non la costringesse a scendere proprio assieme all'uomo-rinato, tuttavia non fu così. Sospirò quando l'Hokage decise di scendere assieme ad Hebiko ma non protestò, e quando l'ascensore partì rimase a fissare la porta per qualche lungo istante, senza sapere esattamente cosa dire o cosa fare: non che l'uomo le avesse fatto nulla di male, ma l'aveva vista in uno stato psicologico talmente fragile che la kunoichi si sentiva ormai quasi nuda in sua presenza. Il silenzio, che spesso era stato suo alleato, fu però troppo difficile da sopportare in quella situazione e fu lei stessa a romperlo L'hokage sembra avere molta fiducia in te.. disse semplicemente, sperando che fosse l'uomo a rompere un po' quella situazione di stallo.
     
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    Fu Raizen a rispondere a modo alla domanda di Kairi, facendo brobottare un po’ la Vipera, che rispose con un semplice: Sì, insomma, quello che ha detto lui.
    Non aveva voglia di ampliare ulteriormente il discorso, non in quel momento almeno; tesa com’era temeva di lasciarsi scappare qualche parola di troppo, perciò preferiva starne distante. E anche la risposta del Kage avrebbe potuto alzare curiosità alle quali Hebiko non aveva voglia di rispondere. Nella sua testa era così semplice collegare gli indizi e arrivare a capire che ora lei era più o meno una spia per il Colosso. In realtà la cosa poteva essere un pochino più complessa da capire, soprattutto considerando il carattere schivo e riservato della kunoichi, ma Raizen poteva farsi sfuggire qualche parola di troppo.
    Jotaro fu il primo a rispondere alle richieste pacifiche della rossa, che lo interruppe solamente per pronunciare il suo nome, non le andava di assistere per la seconda volta alla scenata del senza nome:

    Il mio nome è Hebiko. ...Ehi, lui non è il mio capovillaggio…

    Borbottò la seconda frase sottovoce, mentre Raizen diceva la sua al riguardo. Si impettì, protestando nonostante entrambi sembravano essere del suo parere.

    Sì, l’ho capito, non ho intenzione di disubbidire perché ritengo la mia idea migliore! Solo… Discutiamone come una squadra. Certi shinobi otesi sono un po’ troppo suscettibili, non mi va di essere minacciata di insubordinazione per un’altra stronzata.

    Si irrigidì quando l’uomo le fece notare di essere un suo superiore. Per qualche istante si irrigidì sul posto, era più che certa che dopo le sue parole gli altri due si sarebbero voltato verso di lei, capendo che fosse una spia; oppure non avrebbero alzato obiezioni, il che l’avrebbe comunque convinta della teoria della spia, ma stavolta del fatto che gli altri due sarebbero semplicemente già stati informati in precedenza della cosa. Quel poco di buonsenso rimasto la convinse che sarebbe stato un vantaggio anche per lui mantenere la cosa segreta, e che forse stava un pochino esagerando. Non si sarebbe comunque risparmiata delle domande alla prima buona occasione.
    Il viaggio fino a destinazione fu tranquillo, Raizen era sicuramente il più chiacchierone della comitiva e spezzava un po’ il silenzio creatosi dalla tensione. Persino nel momento dell’immersione, mettendosi la tuta, trovò qualcosa da ridire, facendo sghignazzare la Vipera che tentò di non farsi notare mettendosi semplicemente di spalle, decidendo infine di voltarsi per dargli una mano:

    Voi Kage sarete pure in grado di spostare montagne, ma quando si tratta di cose semplici siete un disastro.

    Arrivati all’entrata del laboratorio, Hebiko una volta tolta la muta mostrò una certa tensione, della quale solo l’Hokage ricordava la reale causa: il suo problemuccio con i luoghi chiusi nella quale si sentiva intrappolata poteva metterla alla dura prova in un laboratorio sott’acqua. Al solo pensiero di lasciare indietro le bombole d’ossigeno, si impietrì, alzando la voce:

    HO UN OBIEZIONE! L-lasciare le bombole incustodite è una pessima idea! Le porto io!

    Prese una delle bombole tra le mani, passandola tra le mani controllandone la grandezza, ed infilandosela in bocca senza problemi grazie alla sua discutibilmente apprezzabile abilità, ingoiandola per intero, tenendola al sicuro dentro di sé. Dopo aver raccolto la seconda bottiglia si voltò verso il resto del gruppo, insicura:

    Uhm… Voglio dire… Ritengo che abbandonarle qui sia una pessima idea… Però, se voi la pensate diversamente, ascolterò gli ordini del caposquadra.

    Lasciò che gli altri studiassero le condizioni dell’ascensore, annuendo sentendoli ragionare sulla parola mancante. “Fiamme libere” era la cosa più sensata, ed il pensiero che ciò che prevedeva Kairi potesse avverarsi la fece rabbrividire. Si limitò ad un commento sulle sue abilità:

    Conosco un paio di tecniche elettriche… Che dite, meglio evitare?

    Raizen decise di portare con sé proprio lei per il primo giro in ascensore. Si fece sfuggire una risatina nervosa, seguendolo in quella minuscola scatola d’acciaio. La stazza dell’uomo la faceva sentire ancora più stretta e imprigionata di quanto già non fosse in un ascensore in rovina, ed il respiro affannoso avrebbe lasciato intuire anche all’Hokage che la sua fobia ancora non era scomparsa; nonostante tutto, trovò il modo per stuzzicarla, domandandole il perché della sua riservatezza con Kairi. Nervosa, sibilò aggressiva, mentre gli occhi saettavano a destra e a sinistra, a controllare ogni minimo cigolio sospetto.

    N-non mi sembra il momento migliore per parlarne! E poi non si tratta di vergogna, è solo… beh… non lo so, la gente potrebbe sospettare cose vedendo l’Hokage fidarsi così tanto di una qualsiasi kunoichi di Oto. Insomma… Non sono paranoica! Se prima o poi qualcuno scoprisse il nostro accordo? O che mi faccio dubbi sul fuggire o meno al mio villaggio natale!?

    Si morse la lingua, consapevole di essersi fatta sfuggire quell’ultima frase. Certo, non temeva il giudizio di Raizen a riguardo, era stato proprio lui a farle venire il dubbio, perciò non l’avrebbe additata come potenziale traditrice rinchiudendola chissà dove. Ma se quella frase le fosse scappata qualche secondo prima, gli altri due del team avrebbero potuto aver qualcosa da ridire riguardo la sua confessione involontaria.

    Senti, è… un momento difficile per me ad Oto. Sono in paranoia un po’ per qualsiasi cosa, non mi sento al sicuro. E questo stanzino minuscolo non aiuta a farmi rilassare.
     
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    Ricordi e rimasugli [III]



    Mentre Raizen rassicurava Hebiko, la ragazza di Oto; Jotaro si limitò ad annuire serio. Alla fine un buon clima di lavoro era la cosa migliore. Era da molto che non aveva a che fare con le nuove generazioni di Oto, e parevano essere molto diplomatiche; molto diverse da come le ricordava lui. MOLTO, diverse.

    << Perchè a Oto sanno cosa sia l'insubordinazione? Quando ci vivevo io si ammazzavano come cani e basta. L'ultimo ninja di Oto con cui ho avuto a che fare si è presentato squartandosi un cervo sopra la testa e facendo il bagno nel suo sangue. >>[Rengoku, primo torneo di oto]

    Riguardo alla rinnovata confusione di Kairi sullo status dello shinobi, lui lasciò cadere il discorso, come per dire che era una storia lunga e complessa, ma molto meno interessante del previsto.

    Quando il gruppo si fermò per prepararsi alla discesa, Jotaro, sempre intento a preparare l'equipaggiamento, rispose al vecchio allievo, riguardo il posto in cui si trovavano.


    << Ti assicuro che so poco e niente anche io, ma se fosse il posto giusto, e spero non lo sia, probabilmente non crederesti alle mie parole. Io stesso farei fatica. >> Il tono era scherzoso.

    La scena di Raizen che si infilava la tuta era la cosa più divertente che gli aveva mai visto fare da quando lo conosceva. Seconda solo, forse, a quando lo aveva visto contorcersi dal dolore per aver perso un braccio per finta durante il loro primo allenamento. Tutti scesero, e si introdussero nella struttura. Una volta dentro, sia Kairi che Hebiko compresero la pericolosità di utilizzare determinate arti all'interno del Soma, e Jotaro annuì a tutte le affermazioni. Era proprio quello il punto, potevano esserci bolle di ossigeno, sacche di aria, e la struttura stessa poteva essere malmessa; una scelta sbagliata e avrebbero marcito sul fondo dell'oceano ridotti a un budino.
    Vedere Hebiko che si conficcava una bombola nello stomaco gli dipinse una scena di disgusto sul volto. Per un momento si immaginò Orochimaru con i seni e i capelli rossicci. Non fu una bella immagine.


    << Non necessariamente evitare, ma fai attenzione. >> Rispose all'affermazione della ragazza sui raiton.

    Quando effettivamente l'elevatore non tradì il gruppo di ninja, i primi due a scendere furono proprio l'Hokage e la ragazza di Oto, come predisposto da Raizen stesso, e il collega non si oppose. Una volta che il primo viaggio ebbe inizio, Jotaro e Kairi avrebbero dovuto attendere circa 30 minuti per la discesa, e altri 30 per il ritorno dell'elevatore, oltre ad altri 30 per la loro discesa. Un tempo piuttosto lungo da passare in silenzio, dato che, oltretutto, era evidente il disagio che la ragazza aveva parcheggiato in volto, per essere costretta a restare da sola con lui; ma improvvisamente fu proprio lei a rompere le righe. Il momento era tranquillo, non potevano fare altro che aspettare, e una ninja preoccupata era controproducente, quindi il ronin decise di aprirsi un po' con la ragazza, magari stupendola, per farla tranquillizzare.

    << Non è di me che si fida, è dei miei metodi. >> Disse tranquillamente, dopo essersi seduto a terra in un angolo del container, per generare un'atmosfera di familiarità.

    << Ti metto a disagio Kairi? Non serve uno sharingan per capire che sei tesa. >> La buttò subito sull'emotività, così da sciogliere il nodo che la teneva legata a terra come una zavorra. Dopo una eventuale risposta aggiunse:
    << Posso sembrarti strano solo perchè appartengo ad un'epoca diversa, la mia apparenza tradisce i miei quasi 50 anni, io sono cresciuto in un periodo dove i ninja erano in guerra in ogni angolo, dove le madri erano abituate a non vedere tornare a casa i figli la sera, ma non per questo devi avere tensione verso di me. Sono qui solo per aiutare. >> E lo intendeva davvero, in realtà lui invidiava molto la generazione di Kairi ed Hebiko. Loro non avevano ancora conosciuto la guerra, e se anche avessero preso parte ad una, non avrebbero mai compreso, per fortuna, il nascere come arma e il crescere tenendo la testa bassa per le esplosioni.
    << Voglio svelarti una cosa, che rimanga tra noi, così magari potrai rilassarti un po' quando sei in missione con me. C'è un motivo se il tuo capovillaggio ascolta un tizio uscito dal nulla, e come dici tu, si "fida" di lui. Mio padre era l'ottavo Hokage, Ayato. E io sono un vecchio ninja che un tempo serviva la foglia. Ho servito il tuo villaggio per decenni fuori da esso, per mio padre, per Shika dopo di lui, e ora per Raizen. Fu proprio mio padre a vedere qualcosa in lui, e quando io conobbi, beh, era praticamente in fin di vita, debole e sconfitto da un nemico più forte di lui. Lo aiutai, lo addestrai, lo insultai, e lo umiliai, perchè non era pronto a essere nemmeno se stesso. Guarda ora cosa è diventato, è un faro per tutti voi giovani ninja, per questo si fida; perchè non importa quando è tortuosa la strada che prendo, alla fine porterà da qualche parte per il bene di tutti. Quindi ecco, rilassati, che tra poco avrai tutti i motivi per essere preoccupata, risparmiatene uno se puoi. >>

    Ovviamente doveva rovinare il finale mettendo l'ansia addosso alla ragazza. Altrimenti non sarebbe stato lui.
    Alla fine, l'ascensore sarebbe tornato.
    Quando tutti fossero stati assieme nella struttura principale, avrebbero subito notato come davanti a loro, fosse presente un'enorme parete composta da una strana energia azzurrina, come se il muro fosse fatto di acqua, o roba del genere. Jotaro la fissò per un istante preoccupato, quindi rilasciò un sospiro di sollievo.


    << Oh beh, poteva andare peggio. >> Completamente sicuro di cosa si ergesse davanti a lui, la attraversò senza aggiungere una parola, e una volta dall'altra parte, si voltò verso il gruppo, facendo cenno di proseguire. Il passaggio avrebbe privato di molto chakra tutti i ninja. [La riserva massima viene ridotta di 1/3 arrotondando per eccesso]

    << Quella è lì per bloccare l'uscita di qualcosa, non l'entrata, quindi meglio non spegnerla....anche se il sigillo che la alimenta non si trova qui vicino. * fuuinjutsamenti incomprensibili all'indirizzo degli altri* >>

    Una grossa targa si trovava posta sul soffitto, e la stessa scritta era stampata sul pavimento davanti a loro, in questa grossa sala di rivestimento bianco, come una grossa hall di un ospedale modernissimo.

    Benvenuti al S.O.M.A.



    << Oh...merda. >>

    Tutti, da quel momento, e per tutta la durata della permanenza, avrebbero iniziato a sentirsi in tensione; i loro sensi si sarebbero fatti più acuti, e ad intervalli irregolari avrebbero sentito suoni inesistenti provenire da direzioni diverse. Ognuno avrebbe percepito suoni generati da ricordi, o sensazioni personali, senza poter udire quelli degli altri. Oggetti rotti, voci di persone conosciute, passi, o altro. Più o meno ogni 5...10...o 20 minuti. Sempre molto bassi, in lontananza o molto vicini, senza uno schema. Questa sensazione non sarebbe stata una presenza chiara e riconducibile ad una illusione, ma una naturale percezione umana, che non li avrebbe indotti a pensare ad un attacco, quando più a un timore rivolto alla struttura stessa. Come se i loro nervi fossero più in tensione del solito; nulla comunque che fosse così presente da doverlo comunicare rispettivamente tra di loro.
    Una ventina di metri più avanti, c'era la sala principale. Adornata con tutto ciò che Keiji, Torke e Ryu avevano potuto godersi mesi prima.


    [La sala]
    Le luci a parete e sul soffitto che sfarfallavano, si udivano rumori elettronici e metallici in lontananza, come ci fossero parecchie cose rotte che cigolavano o che sbattevano, c'era un pessimo odore di cadavere, ed erano circondati di gente morta. Gente di tutti i tipi, da quelli in uniforme ninja, a quelli in camice bianco; alcuni erano perfino nudi. In gran parte i corpi apparivano seviziati, ad alcuni mancavano gli occhi, ad altri erano state strappate parti del corpo a caso, altri ancora sembrano essere stati sbranati, altri spellati vivi. C'erano kunai e shuriken conficcati praticamente ovunque, e il posto era inzuppato di sangue, anche se ormai totalmente secco. Avranno avuto attorno a loro, almeno fino a dove potevano vedere, una ventina di cadaveri, in un corridoio lungo all'incirca venti metri, che terminava con un paio di scalette, dando scena ad una grande sala leggermente rialzata; una sorta di centro di accoglienza, o di hub, o di reception. La situazione lì era ancora più surreale, il salone di forma ovale, era letteralmente tappezzato di altri cadaveri, ridotti ancora peggio dei precedenti. Agli angoli della stanza si snodavano 4 ulteriori corridoio leggermente illuminati, ma con molte lampadine fulminate.
    Ad una analisi rapida, sembrava che in quel salone si fosse combattuta una terribile battaglia, una sorta di ultima linea di difesa; erano infatti stati disposti oggetti di qualunque tipo a formare barricate; e non solo, gli stessi cadaveri erano stati ammassati per bloccare gli accessi ai corridoi laterali, ma i muri di carne erano stati abbattuti, e ora la via era accessibile. Morti ovunque.
    Il salone, al centro, aveva un ulteriore rialzamento, con una porta situata nella direzione esattamente opposta all'entrata utilizzata dai ninja, con una porta scorrevole cilindrica, che si apriva e chiudeva ruotando su se stessa. Sopra la porta, era affissa una targa che recitava " FONDALE "
    Accanto alla porta, e al centro della sala, numerosi terminali elettronici, danneggiati ben oltre possibili riparazioni, alcuni sfondati, altri fulminati, tranne uno.
    L'unico elemento che sembrava in buono stato, era una console situata a circa un metro dalla misteriosa porta, recava 4 incavi, in uno dei quali era inserita una chiave con una catenella, alla quale era attaccata una mano, alla quale, era attaccato il suo proprietario. Un uomo in uniforme da ninja recante il simbolo del villaggio della Nuvola, era morto con la mano ancora attaccato alla chiave inserita. I suoi occhi erano flagellati dalla paura, e il suo corpo era stato dilaniato dallo stomaco in giù. Ne mancava letteralmente metà, ed era uno di quelli messi meglio.
    Accanto alla suddetta chiave, ne era presente una seconda inserita, pulita, senza particolari dettagli degni di nota.

    Nella sala era presente un ulteriore oggetto, una mappa della struttura, o almeno della porzione in cui si trovavano i ninja, posta su una cartina in mezzo alla sala, coperta di schizzi di sangue e cervella.



    Il S.O.M.A era diviso in altre 4 parti oltre al salone in cui si trovavano i ninja: La mensa, il laboratorio, il dormitorio e la sala medica, e a giudicare dalla mappa, ognuno dei corridoi situati agli angoli, portava in una zona diversa del complesso. Ogni corridoio si snodava per parecchie decine di metri illuminate male, quindi dalla sala era impossibile determinare qualcosa dei singoli luoghi della struttura. Quello che era molto evidente, era che il corridoio che portava alla sala medica, era sbarrato da una grossa paratia verticale, sulla quale si stagliava una luce rossa fissa, e un segnale di allarme. Se avessero indagato scrutando attraverso le paratie, per quel poco che la luce del sole potesse illuminare a quella profondità, avrebbero notato che oltre la paratia...non c'era alcuna sala medica. La porta stagna conduceva nell'oceano. Tutta quella parte di struttura era scomparsa.

    Mentre esploravano la sala principale, avrebbero presto notato che Jotaro non li stava più seguendo. Il ninja aveva rallentato sempre di più, per poi fermarsi davanti al rialzamento coi terminali, e adesso si era appoggiato a terra in ginocchio, con i pugni piantati per terra davanti a sè, più che per la stanchezza, come se avesse un enorme peso sulla schiena che gli impedisse di alzarsi.

    << Primo consiglio della giornata, vedete quella grossa parete azzurra dietro di noi che abbiamo appena attraversato? Riattraversatela e datevela a gambe. >> Un'affermazione abbastanza emotiva e improvvisa, persino per lui. << Hai presente quando ti ho detto che non avresti creduto alle mie parole? Ecco, benvenuti a casa mia, io sono nato qui. E me ne sono reso conto solo adesso, purtroppo. >> Qualunque cosa stesse succedendo, era chiaro che aveva effetto solo su di lui. << Questo è il soma, o come lo conoscevano una cinquantina di anni fa, la struttura operativa per la manipolazione anatomica. Fanatici della biochimica di ogni genere venivano qui sotto a condurre i loro esperimenti e a creare cose, tra cui me; e ora che sono rientrato, la struttura mi ha riconosciuto come una delle cavie, quindi non penso proprio di riuscire a muovermi da qui, fino a che non saranno disabilitate le contromisure di contenimento. >> Potevano lasciarlo lì e tornarsene via, ma la fregatura non era solo quella, e lui ci sarebbe arrivato pochi istanti dopo. Forse anche Raizen lo avrebbe capito.

    << Temo che io non sia il solo a non poter uscire....>> Disse senza alzare la testa dato che era obbligato a tenerla reclinata per il peso. Se Raizen avesse provato ad attraversare nuovamente la porta energetica, si sarebbe sentito opporre una forza che non avrebbe potuto respingere. Eventuali teletrasporti lo avrebbero portato non oltre i muri della sala principale. Qualcosa lo teneva vincolato lì dentro. E lui sapeva bene perchè, aveva ricevuto qualcosa da Jotaro anni prima. Con il passare del tempo la cosa si era diradata, ma una traccia era ancora presente e gli impediva di esserne completamente libero. << Quando ti ho passato il mio sangue anni fa, penso che la cosa non ci sia di aiuto. Oltretutto questo posto contiene informazioni provvidenziali per qualunque minaccia potremo trovarci davanti, senza contare che distruggere tutto libererebbe qualcosa di molto brutto; quindi dovete trovare il modo di spegnere questi dannati sigilli senza demolire tutto il Soma. >>

    Forse una squadra diversa, con esperti sensitivi o esperti di sigilli sarebbe stata più adeguata, ma ormai la frittata era fatta e dovevano portare a casa le uova con il paniere che si erano scelti. Jotaro non avrebbe potuto accompagnarli, ma forse avrebbe potuto aiutare in altro modo. Invitò tutti i ninja ad avvicinarsi, e ad apporre una mano su di lui. In quel momento un tentacolo violaceo sarebbe fuoriuscito dal corpo del ninja, per ogni mano, e avrebbe avvolto le braccia degli altri 3 ninja, comparendo subito dopo, e lasciando al suo posto una sorta di sigillo. Un simbolo a forma di occhio.

    << Posso aiutarvi e attirare su di me alcuni degli effetti che saranno scaricati su di voi da questo luogo. Io ero un neonato, e sono andato via da qui quando avevo poco più di tre anni, non so cosa troverete, ma sono convinto ci siano trappole di ogni genere. Fate attenzione e raccogliete quante più informazioni possibili. Non fidatevi di nessuno e uccidete tutto quello che si muove. >>

    OffGame
    CITAZIONE
    Sala principale [in corso]
    Effetto: La percezione dei ninja aumenta di +3
    Effetto: I ninja tendono a percepire suoni inesistenti
    Effetto: I ninja sprecano 1 Basso senza rendersene conto ad ogni consumo di chakra

    Jotaro può attirare su di sè una delle illusioni del Soma ad ogni turno, da parte di un personaggio. Catalizzare il suo aiuto richiede 1 Slot tecnica e un costo di chakra pari a Basso.
    Lo stesso personaggio non può catalizzare per due turni di seguito.
     
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    In fondo al mar








    Quando Hebiko urlò la sua obiezione scoppiò a ridere, e non poco.

    Tu hai che cosa?!?
    Ahahahahah!
    Posso capire l’entusiasmo, ma non credo che ai pesci qui fuori interessi poi troppo!


    Ciò che Hebiko fece dopo lo lasciò senza parole, un misto tra lo shock di vedere per la prima volta un organo sessuale del sesso opposto, e lo stupore per le potenzialità che quell’azione per lei semplice poteva avere.

    …mio dio…

    Si coprì lievemente la bocca per mascherare il fatto che non riuscisse a chiuderla.

    Se ti preme così tanto conservale pure, ma ricorda, usarle a profondità superiori ai cento metri le trasforma in veleno, letteralmente.
    Ci sono parecchie reazioni chimiche che ad alte pressioni diventano del tutto… inusuali?
    E tra quelle c’è la semplice respirazione con tutti i meccanismi che si porta dietro.


    In caso l’avesse guardato dubbiosamente avrebbe aggiunto qualche parola.

    No, respirare non è un processo che si ferma ai polmoni.

    Successivamente entrarono nel piccolo loculo travestito da ascensore, al cui interno Raizen ebbe modo di divertirsi ulteriormente, non glielo avrebbe detto, ma le incertezze provate da Hebiko erano per lui un passatempo perfetto.

    Se nascondi tutto la gente si insospettisce ulteriormente, nascondi solo il necessario.
    Ho fatto missioni con chiunque, Febh, Itai, Diogene… e ho segreti più o meno importanti con tutti.
    Se passassi il tempo a sviare qualsiasi sospetto di legame con loro chiunque se ne incuriosirebbe.
    Guarda il tuo caso per esempio, hai tentato di dire che avevamo un legame praticamente inesistente quando ti chiamo per una missione di cui solo io sono al corrente… un po’ sospetto, non trovi?
    Quindi, rilassati, ci conosciamo perché ci siamo visti in più di una missione, semplice.


    Gli avrebbe battuto con la mano sulla testa prima di appoggiarsi sulla parete dell’ascensore a braccia conserte, chiudendo gli occhi di quando in quando se lei non avesse interagito in alcun modo.
    Arrivati al piano d’ingresso avrebbero rimandato l’ascensore al piano superiore, mentre Raizen avrebbe appallottolato il suo mantello per farne un cuscino.

    Devo aspettare qui quasi un ora, non ti aspetterai che lo faccia in piedi come un salame spero.

    Cosa che avrebbe ribadito anche a Jotaro o Kairi se gli avessero chiesto ragioni della posizione inusuale in cui l’avrebbero trovato.
    Giunto il resto del gruppo si mossero finalmente verso l’ingresso del centro di ricerca, prima del quale la Montagna tese le braccia per fermarli.

    Questa porta è fastidiosa, oltrepassarla intacca... varia, in qualche modo la riserva di chakra.
    Tu non dovresti avere problemi, no?


    Affidò una delle sue sfere a Jotaro prima che questo passasse dalla strana sostanza gelatinosa, ma quando questo arrivò dall’altra parte non riuscì a sentire la sfera, come se fosse isolata, soffocata. In poche parole non poteva teletrasportarsi su di essa.

    Ah.
    Bene.
    Non posso farlo.
    Avevo intenzione di teletrasportarmi senza lasciar fare a questa porta i suoi comodi ma pare non sia possibile, sembra che l’interno sia isolato.
    Quindi…


    Non gli restava che passare, zitto e muto, come un bambino capriccioso che veniva riportato all’ordine da una madre munita di mestolo. Non era la prima volta che il suo chakra veniva divorato in quel modo, ma non era mai piacevole quando veniva fatto.

    Benvenuti… manco fosse un parco divertimenti.

    Borbottava, come suo solito, amava condividere col prossimo i suoi pensieri, una di quelle azioni non richieste che faceva con leggerezza, senza preoccuparsi di essere tediante. Entrato nella grande hall, forse a causa dell’esclamazione di Jotaro, potè accorgersi di un piccolo quanto fastidioso cambio del suo animo, infinitesimale, ma percettibile, come dei sussurri, delle immagini sfuggenti, costantemente ai limiti del suo raggio visivo.
    Come se fosse circondato da ombre sinistre e al contempo scaltre: non volevano farsi percepire, volevano rosicargli l’animo poco a poco, indebolendo la crosta più tenace fino ad arrivare al cuore pulsante, quel piccolo nocciolo di certezze che gli permetteva di non scivolare nel baratro della follia.
    Si immobilizò.

    Ah!

    Attirò l’attenzione degli altri con una risata monca.

    Concentratevi.
    Cercate di spegnere il cervello ed mettete a tacere i vostri pensieri per qualche secondo.
    Vi accorgerete che c’è qualcosa che vi sussurra nel profondo: non ignoratelo mai!
    Nello stesso momento in cui non sarete in grado di distinguerlo dai vostri pensieri rapirà il vostro animo e se lo trascinerà in mare!
    Non so cosa lo attivi, ma immagino sia un meccanismo di difesa, o di attacco.
    Ma non sottovalutatelo.
    E occhio al chakra, se ne consuma una quantità superiore rispetto al solito qui sotto.


    Sapevano cosa dovevano temere, ma non sapevano quanto le visioni sarebbero state potenti.

    Ah!
    Ahahahah! Sotto scacco, laboratorio merdoso!


    Un’ empia dimostrazione di eccessiva fiducia, durante la quale avrebbe osservato con attenzione maniacale le espressioni di tutti e tre i suoi compagni di missione, cercando di imprimersene quelle sottili sfumature che ne definivano la mimica, una capacità d’osservazione dovuta all'esperienza di impersonare persone ed espressioni sconosciute o inventate, dettate dalla necessità.

    No, non sono pazzo.
    Ho solo dei metodi originali.


    Era come se non avesse visto il potpourri di cadaveri che li circondava, continuava a mantenersi ritto e statuario, incrollabile nonostante le condizioni in cui versava Jotaro, le cui parole, purtroppo, non gli avrebbero suggerito nulla di nuovo riguardo le sue condizioni. Si sarebbe accovacciato sull'amico, il quale ne avrebbe potuto sentire la destrorsa poggiarglisi sul colletto, pesante come solo la mano di Raizen poteva esserlo, per prenderlo e strattonarlo, di modo da metterlo in una posizione meno pietosa.

    Un po’ di spirito.
    Siamo qui per risolverla questa situazione!


    Si alzò, dandosi uno sguardo attorno con più attenzione, ben attento a tenersi per se qualsiasi preoccupazione, bastava Jotaro a fare il pessimista cosmico.

    Bene, se è di Fuuinjutsu che si parla direi che ho qui il miglior esperto.
    Quando troveremo la chiave di questa robaccia ti toccherà darci qualche dritta, a costo di prenderti per i piedi e spiaccicartici la faccia davanti.


    Un amichevole minaccia, in quanto inutile visto che era negli interessi del suo sensei restare vivo e vegeto.

    Direi che prima di tutto è necessario sapere cosa facevano qui dentro, andremmo ai laboratori, ma procederemo con cautela.
    Mi serve sapere se questo luogo ti reputa o meno un nemico o un estraneo, lasciarti indietro significherebbe probabilmente… mettere un bicchiere d’acqua in più sulla tua fossa, visto dove ci troviamo.
    Possiamo comunicare mediante questa roba?


    In caso di risposta negativa avrebbe fatto comparire un cloneKagebushin +
    Arte dei Cloni: Tempismo
    Arte: L'utilizzatore può creare dei Cloni corporei con una tecnica già attiva, ne andrà pagato il consumo e lo slot Tecnica necessari. Se presenti caricamenti o sigilli dovranno essere eseguiti dall'utilizzatore prima della creazione del clone.
    [Da Genin in su]
    + tecnica della trasformazione
    + tecnica economica e nin talentuose
    accanto a Ronin di cui era l'esatta copia, ma la sua previdenza non avrebbe dimenticato un piccolo particolare: il fatto che gli sarebbe stato rubato più chakra di quanto ne spendesse in realtà, per cui i cloni a comparire furono 2.

    Meglio confonderli un pò se possibile.
    Bene, signorine, con me nei laboratori.
    State attente, vi dovrò sfruttare come esche, non dimenticatevi mai perché siete qui e quale è il vostro compito, la fiducia nel prossimo è l’unica cosa che ci manterrà in vita.
    Io starò davanti, Kairi mi avviserai di eventuali accumuli di chakra, io mi occuperò di neutralizzarli, fino a che non sarete in grado di vedermi fate finta che io non esista.
    Prima di andare.


    Estrasse un kunai.

    Ci vuole un piccolo marchio.
    Chiuderò gli occhi e lo inciderò sul retro del vostro collo.
    Ma lo farò ad occhi chiusi, io non ne saprò quindi l’esatta posizione, dovrete guidare voi la mia mano in caso ve ne chiedessi la prova.


    Il taglietto effettuato sarebbe stato cosa da poco, una semplice linea verticale per Kairi, spezzata nel centro come se fosse una piccola saetta, e un cerchietto per Hebiko, una C in realtà visto che non lo chiuse.

    Stava per allontanarsi quando gli sorse un dubbio, si voltò accigliato verso Jotaro.

    C’è un piccolo problema.

    Questi cadaveri, e tutta l’ambientazione di questo posto sono esattamente come me li ha descritti il ninja giunto qui prima di noi, la cosa mi fa sorgere delle domande, già me le faceva sorgere al tempo in realtà.
    Questo luogo è abbandonato da qualche tempo, un cadavere nel giro di qualche mese subisce delle modifiche non da poco, soprattutto se i batteri hanno terreno fertile come in questo luogo, e la puzza suggerisce che i batteri stanno agendo… ma, perché nessuno di questi cadaveri è ridotto a melma o ad un mucchio d’ossa?


    Il suo dubbio era che in realtà quelli non fossero propriamente cadaveri. In caso fosse stato necessario e il suo dubbio avesse riportato l’attenzione dei quegli esseri immondi su di loro il clone vicino a Jotaro l’avrebbe subito spinto vicino al gruppo, di modo che non fosse difficile proteggerlo, per poi prepararsi al combattimento, seppure i corpi non avessero dato segni di risveglio il clone con le sembianze di Raizen si sarebbe assicurato di svitare ai cadaveri qualche testa per accertarsi del loro status.
    Se la situazione si fosse mantenuta calma e l'Uchiha non li avesse avvisati di eventuali genjutsu avrebbe ripreso il suo cammino e sia lui che il clone avrebbero attivato il Chakra nullo insieme al Passo perfetto, rendendosi impercepibili grazie anche alla furtivitàpari a + 9 naturalmente posseduta da Raizen.
    Il clone tuttavia sarebbe andato dalla parte opposta, dirigendosi verso i dormitori, sperando di trovarci qualche effetto personale degli occupanti di quel posto.






    Ferite //
    Vitalità 25 su 25
    Chakra 97 su 150 (i consumi di occultamento e passo perfetto li metterò nel post successivo in caso... ç_ç)

    Slot Tecnica Base
    Slot Tecnica Base
    Slot Tecnica Avanzatakagebushin


    Slot Difesa1 //
    Slot Difesa2 //
    Slot Difesa3 //
    Slot Difesa4 //
    Slot Azione1 //
    Slot Azione2 //
    Slot Azione3 //
    Slot Azione4 //


    Edited by F e n i x - 17/6/2017, 18:44
     
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    Un posticino allegro allegro...

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    Pensato
    Parlato


    Quando Hebiko infilò l'intero bombola in bocca come se fosse una caramella la ragazza strabuzzò gli occhi senza riuscire a contenere la sorpresa: era la prima volta in vita sua che vedeva una cosa simile e nemmeno sapeva esistesse qualcuno in grado di farlo! Doveva probabilmente trattarsi di un'abilità speciale degli abitanti del villaggio del suono, oppure unica della ragazza: una cosa era certa, in qualche modo risultava inquietante anche a lei, che di cose pur essendo genin ne aveva viste fin troppe. Non domandò però nulla, non volendo risultare maleducata, avrebbe forse indagato in futuro una volta presa più confidenza con la ragazza.

    Quando infine Kairi rimase da sola con Jotaro alla sua domanda si voltò, osservandolo per qualche istante senza parlare, nonostante il suo sguardo valesse più di una risposta affermativa alla domanda.Non per tue colpe. Ma mi hai visto in una condizione psicologica che non avrei mai voluto mostrare a nessuno... rispose sinceramente. Dovevano attendere oltre un'ora prima di riunirsi con gli altri e cercare di rompere la tensione che si era creata era sicuramente meglio che rimanere impalati senza dire nulla. Apprezzò il gesto dello shinobi di cercare in qualche modo di metterla a suo agio.
    Rimase ad ascoltare il seguente racconto del chunin con interesse e senza dire nulla, sgranando gli occhi quando le disse che era figlio di uno dei precedenti Hokage, Ayato: aveva solo molto sentito parlare dell'uomo ma non ne conosceva realmente le gesta Quindi si può dire tu sia il sensei di Raizen...considerato dove è arrivato, potrei quasi chiederti di fare di sensei anche a me ironizzò con un sorriso, cercando in qualche modo di smorzare anche lei la situazione e di fare capire all'uomo come avesse apprezzato il tentativo e la spiegazione Insomma facevi parte delle squadre speciali come...come Taka... si incupì: parlare di sua madre le faceva ancora terribilmente male, ed aveva deciso di chiamarla per nome perché si era ripromessa che mai e poi mai l'avrebbe definita ancora un suo genitore, dopo quello che aveva scoperto. Preferiva far finta di essere realmente orfana di madre da quando aveva 6 anni...

    .........................................


    Quando infine raggiunsero il piano di sotto con tutti gli altri si trovarono davanti ad una strana porta: sia Jotaro che Raizen sembravano sapere cosa facesse e l'idea di perdere così tanto chakra senza fare nulla non esaltò minimamente la ragazza, ancora meno il fatto che quella porta bloccasse alcune tecniche dell'Hokage e non solo...Cominciamo bene... sussurrò fra sé e sé, accingendosi ad attraversare la porta subito dopo i due uomini. Un senso di pesantezza la pervase mentre superava l'uscio accompagnato da un immediata stanchezza mentre il suo chakra veniva ridotto pesantemente [40/60 bassi]. Oltre a fare attenzione sul tipo di tecniche da usare avrebbe dovuto anche centellinare le sue energie dentro quella struttura...

    Non appena fu entrata però la situazione non migliorò, anzi: tutti i suoi sensi entrarono in allarme quasi ci fosse un pericolo imminente dietro la porta, una sensazione non differente da quella che provava grazie alla preveggenza dello sharingan non appena percepiva qualcosa prima che avvenisse effettivamente. Ma un conto era quel familiare secondo che ormai riconosceva più che bene, un conto era quella odiosa condizione..guardò gli altri cercando di capire se anche loro provassero la stessa cosa e le bastò un'occhiata alle varie espressione per intuire che no, non era l'unica.
    Un suono colse la sua attenzione, una voce del tutto simile a quella del padre che la chiamava: volse lo sguardo istintivamente verso quella direzione pur essendo consapevole di come fosse totalmente impossibile che Izuna fosse lì. Fu la voce di Raizen a farla tornare in lei, mentre voltava lo sguardo verso l'Hokage, questa volta chiaramente turbata...
    Quando l'uomo finì di spiegare si domandò perché diamine avesse deciso di accettare quella missione, quel posto era probabilmente il più pericoloso in cui era mai entrata in vita sua. Tuttavia l'uomo sembrava saperne ben più di quanto immaginasse E' già stato qui dentro, Hokage-sama? Qualsiasi informazioni può esserci vitale, se vuole condividerla con noi domandò, incuriosita dalla quantità di informazioni di cui era a conoscenza, informazioni che di sicuro li avrebbero aiutati in un modo o nell'altro, perlomeno ad essere più prudenti.

    Mentre si avvicinavano al salone il suo naso fu subito invaso dal tanto cadaverico di quello che la aspettava poco più avanti: non appena arrivano nella stanza sentì lo stomaco rivoltarsi all'interno del suo addome e dovette resistere alla sensazione crescente di nausea che quella visione e quell'odore le causavano: aveva visto più di una volta morti in vari stati, aveva già ucciso, ma lo spettacolo che si presentava davanti a lei in quel momento era qualcosa di totalmente diverso, quasi disumano. Chiunque l'avesse guardata in quel momento l'avrebbe vista chiaramente sbiancare, un po' per il vero e proprio malessere fisico che stava combattendo un po' per le sensazioni che le causava quella scena. Era un vero e proprio inferno di sangue e carni Che cosa diavolo ha causato tutto questo? esclamò, pallida Significa che non siamo soli, qui dentro... questo poteva spiegare la pessima sensazione di pericolo che la pervadeva sin da quando aveva messo piede all'interno.
    Prima di procedere si fermò ad osservare la sala, cercando di ignorare la marea di morti, notando la console con le due chiavi mancanti e la cartina con le varie diramazioni. Si voltò alla ricerca di Jotaro, vedendo che era rimasto indietro, e trovandolo sulle ginocchia in evidente difficoltà si avvicinò, affiancando l'hokage e rabbrividendo nel sentire il suo primo commento: per quanto lo conoscesse poco aveva capito di lui come fosse un'uomo estremamente cinico e che difficilmente si faceva abbattere, una simile frase detta da lui aveva ancora più effetto.
    Sentì poi la pelle d'oca su tutto il corpo quanto lo shinobi proseguì nel suo racconto...non pensava minimamente fosse possibile creare qualcuno e trovava disumano utilizzare esseri umani come cavie da laboratorio o peggio...a migliorare la situazione fu lo scoprire che né lui né l'Hokage potevano abbandonare il luogo senza prima aver bloccato i sigilli. Si poteva dire che in quel momento fossero intrappolati, sotto decine e decine di metri di acqua ed assieme a qualcosa o qualcuno che era stato in grado di creare ciò che avevano attorno. Sentì per qualche istante mancarle l'aria mentre si rendeva conto che, ancora una volta, da quella situazione sarebbe uscita vincitrice o non sarebbe mai uscita.
    Quando poi il tentacolo viola avvolse la sua mano dovette resistere alla tentazione di allontanare il braccio di netto: credeva però alle parole di Jotaro, sicuramente stava solo cercando aiutarli così non si mosse, seppure con espressione ben poco felice, ed osservò l'occhio che si era formato dopo pochi secondi.
    Non fidatevi di nessuno e uccidete tutto quello che si muove.
    Non serve specificarlo, ho tutte le intenzioni di farlo rispose cinicamente all'ultima affermazione dell'uomo.
    Fu una delle seguenti frasi da parte di Raizen a farle storcere non poco il naso
    ...vi dovrò sfruttare come esche...
    Sentirsi chiamare "esca dal proprio Hokage non era esattamente il massimo e la ragazza non riuscì a trattenere un'espressione ben poco convinta

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    nel sentirlo.
    Ehm...non è esattamente la cosa più consolante da sentir dire da parte di un Hokage ai suoi shinobi... affermò la ragazza prendendo coraggio: doveva trattarsi sicuramente di un'errore, non voleva credere che Raizen potesse davvero usarle come esche.
    Annuì poi alle sue seguenti parole, attivando lo sharinganSharingan: L'utilizzatore può vedere il chakra individuando sommariamente eventuali costrutti, strutture, accumuli di chakra. L'utilizzatore può acquisire l'impronta Inferno, che potenzia le Enton. che le avrebbe permesso, seppur non fosse preciso con il byakugan, di percepire eventuali ammassi o costrutti. Si rivolse ad Hebiko di fianco a lei Noi due non separiamoci per nessun motivo o cerchiamo di non farlo ok? Unite siamo più forti, e non vorrei mai trovarmi da sola in questo posto...tra l'altro, in cosa consistono le tue capacità ed i tuoi punti di forza? Prima ti ho visto...insomma...inghiottire quella bombola come se fosse un biscotto, non avevo mai visto prima una cosa simile domandò: quello era il momento giusto per quella domanda e conoscere le capacità della kunoichi poteva solo aiutare in una situazione simile Per quanto mi riguarda me la cavo con i genjutsu ed i ninjutsu perlopiù, anche se conoscendo solo katon da quel punto di vista sono inutile qui dentro. Ho dei riflessi che i più invidiano e possiedo un'ottima velocità, ma non un'eccessiva forza. Posso avvisarti dei colpi poco prima che avvengano però, potrebbe aiutare accennò un sorriso cercando di smorzare in qualche modo la tensione che invece provava in quel momento.
    Lasciò poi che Raizen incidesse il piccolo marchio dietro il suo collo, sperando che la cicatrice scomparisse e non lasciasse un segno permanente: fra quella ed il tatuaggio cominciava ad avere troppi segni addosso per i suoi gusti.
    Ascoltò tutto ciò che disse l'uomo per poi parlare a sua volta Cercherò di scovare al meglio possibile eventuali trappole, costrutti o illusioni allora. Sono appena una genin e le mie abilità non sono così affinate ma è il meglio che posso fare. Per caso qualcuno di voi è in grado di comunicare mentalmente con gli altri? domandò passando lo sguardo su entrambi Tempo fa ho conosciuto un uomo che era in grado di farlo, lei dovrebbe conoscerlo Hokage-sama, si tratta di Atasuke. Un'abilità simile potrebbe esserci molto utile in questa situazione mentre parlava e durante tutto il tragitto si sarebbe presa il tempo per osservare al meglio tutto l'ambiente circostante, sfruttando le abilità dei suoi occhi cremisi e le sue ottime capacità di notare anche i dettagli che i più non vedevano, alla ricerca anche di eventuali trappole. Se come le avevano detto il luogo era pieno voleva evitare il più possibile di cadervi. [Abilità Utilizzate]Percezione (Base) [1]
    Maestria: L'utilizzatore ottiene +3 alla Percezione.

    Percezione totale: 6+3+3= 12

    Occhio di Falco [1]
    Abile: L'utilizzatore è in grado di scovare facilmente le trappole: la sua Percezione è incrementata dal bonus ai Riflessi o ad una statistica secondaria scelta all'acquisizione. Inoltre, l'utilizzatore è in grado di notare dettagli minori, ottenendo un vantaggio a riconoscere porte occultate, camuffamenti, oggetti e persone nascoste. Non incrementa la Percezione per trovare obiettivi furtivi.

    Percezione totale per Occhio di Falco: 6+3+3+3 (bonus Rif)= 15

    Possiedo inoltre anche conoscenza trappole, che potrebbe aiutarmi nel capire qualche cosa in più sapendo già come funzionano i meccanismi. Io ci provo almeno XP

    E per quanto riguarda il marchio, forse è il caso che lo faccia anche lei?Nel caso in cui avesse ricevuto dall'uomo una risposta positiva avrebbe tirato a sua volta fuori un kunai, chiudendo gli occhi ed incidendo 3 piccoli baffi di volte sulla pelle. Prima di muoverci poi non potrebbe essere il caso di perquisire anche questi cadaveri? Magari uno di loro ha una delle due chiavi mancanti... la sola idea le faceva venire il voltastomaco ma non voleva lasciare nulla al caso. Se avesse ricevuto il consenso di entrambi avrebbe chiesto il loro aiuto per cercare, nei pezzi di corpo che presentavano abiti con tasche, le eventuali chiavi.
    Infine avrebbe seguito Raizen verso il laboratorio cercando a sua volta di fare il meno rumore possibile Furtività 3Furtività (Base) [1]
    Maestria: L'utilizzatore ottiene +3 alla Furtività.
    , occhi ed orecchie all'erta come se fosse una preda all'interno della tana del predatore: cosa che alla fine, non era poi così lontana dalla realtà.

     
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    III



    La Vipera si limitò a fare spallucce quando Jotaro disse la sua riguardo le regole otesi:

    Non che siano cambiate molte cose da allora. Sarò io che sono nata nel paese sbagliato.

    Dopo la discesa, subito prima di prendere l’ascensore, Raizen accennò a quello che sembrava un permesso, e la ragazza proseguì a ripetere l’operazione con le altre tre bombole, giustificando il suo gesto solo alla fine:

    Voglio solo essere sicura di ritrovarle quando ne avremo bisogno.

    Dentro l’ascensore invece si sentì più tesa del necessario, sobbalzando ad ogni scricchiolio sospetto, e la cosa influì sulla sua risposta, non del tutto in accordo con quella dell’Hokage:

    Ok, ma tu sei un Kage! Insomma… Accademicamente parlando ci si aspetta che collabori con gli altri capivillaggio! ...E Diogene, ma insomma, è piuttosto influente da far parte dei pezzi grossi. Cioè, capisci cosa intendo? Tra di voi è difficile fare sgarri, se nasce una discussione uno dei due ci muore! Mentre con me si capisce benissimo chi dei due avrebbe la meglio e senza rischi.

    Sospirò, cercando di ignorare l’ansia data da quello stretto ascensore e concentrandosi di più sul suo discorso.

    Non lo so. Insomma, so cosa hai fatto per me, e il tuo discorso su Diogene mi sembrava più un aiuto ad Oto che al tuo villaggio. Insomma, tutti sanno che Konoha è il villaggio più forte al momento, e se lui decidesse di attaccarti si ritroverebbe sicuramente con solamente metà degli otesi, dato che sono sicura che Febh non accetterebbe una guerra, perciò vinceresti con facilità. Per cui mi fido di te. Ma non è difficile pensare che qualcun altro possa credere che tu mi stia usando. Non voglio che questo qualcun altro sia Febh.

    Una volta usciti da quello stanzino Hebiko si mostrò più rilassata, nonostante la consapevolezza di trovarsi diversi metri sott’acqua fosse comunque fastidiosa. Non obiettò per la decisione di Raizen di stendersi e rilassarsi, facendo lo stesso ma poggiando la testa sulle gambe di lui, rispondendo prima che l’altro potesse obiettare:

    Non ho mica un cuscino io, non ce la poggio la testa per terra.

    Chiuse gli occhi, restando in uno stato di dormiveglia, probabilmente addormentandosi del tutto se l’altro non l’avesse disturbata in qualche modo. Sarebbe bastato il rumore dell’ascensore per farla risvegliare, stiracchiandosi dopo essersi rialzata.
    Si fermarono per un attimo, avvertite da Raizen che la porta avrebbe intaccato il loro chakra. L’Hokage sembrava avere in mente qualche soluzione che comprendeva una sfera; Hebiko non ne conosceva la funzione, e non ebbe modo di capirla dato il fallimento. Con un sospiro, passò per ultima, finendo col perdere fiato una volta attraversata la porta: non era decisamente abituata a spendere tutte quelle energie in una volta sola. Il cartello “Benvenuti” subito dopo quel passaggio le apparve come una chiara presa in giro.

    Che razza di accoglienza…

    Una volta all’interno, la Vipera iniziò a sentire delle voci. Non sembrò reagire subito, essendo più o meno abituata alle voci del frammento di Orochimaru che di tanto in tanto la disturbavano. Ma queste sembravano essere più frequenti, e appartenenti anche ad altre persone, piuttosto familiari. D’istinto, si sarebbe voltata più volte, senza però vedere nessuno, confusa così come i suoi compagni. Come se il trovarsi in una trappola sottomarina non fosse sufficiente, tutte quelle sensazioni l’avrebbero resa ancor più tesa di quanto già non fosse.
    L’ambiente poi aiutava ancora meno: per quanto la Vipera fosse un po’ più abituata rispetto a Kairi dato il villaggio di provenienza (soprattutto essendo cresciuta in una pessima periferia Otese), l’enorme numero di cadaveri e l’odore proveniente da essi le causarono più di uno sforzo di vomito, trattenuti a fatica. Solo più tardi Raizen avrebbe rivelato che tutto quel macello era stato causato dai precedenti ninja mandati in missione, lasciandole intuire che il posto fosse già stato ripulito, forse non del tutto, ma almeno della maggior parte. Un’ottima notizia, visto il precedente furto di chakra.
    L’Hokage disse la sua riguardo le voci e le strane sensazioni, avvertendo le ragazze di come fosse tutto un trucco del laboratorio stesso, in modo più o meno fantasioso. La rossa si inclinò verso l’Uchiha, sussurrando coprendosi la bocca con la mano:

    Credevo che fosse solo Febh un po’ particolare, ma a quanto pare fare il Kage rende tutti un po’ svalvolati.

    Fu Jotaro il primo a spiegare vagamente la situazione una volta all’interno, e tutto ciò che diceva non prometteva nulla di buono. Dal discorso lasciò intuire che molto probabilmente lui, così come la Vipera, era un esperimento, lasciando la ragazza piuttosto sorpresa nel sapere che non solo ad Oto ci fossero pazzoidi pronti a spingersi a tanto. Saperlo intrappolato lì dentro perché riconosciuto come cavia sembrò risvegliare una fiamma in lei: trovandosi nella stessa sua situazione, entrambi nati come strumenti per chissà quale scopo, lo sentiva come un suo “simile” per così dire, e rispose con un velo di rabbia al suo ordine:

    Sì, scordatelo. Non sarà un disgustoso laboratorio in disuso a tenerti qui dentro.

    Si scoprì poco dopo che anche Raizen non poteva uscire, cosa che avrebbe dovuto incentivare anche Kairi nel trovare una soluzione per tirare entrambi fuori da lì. Data la situazione, Jotaro invitò i tre ad avvicinarsi a lui e posarvi una mano sopra. La Vipera sembrò tranquilla durante il gesto, ma una volta visto il tentacolo ritrasse la mano disgustata.

    EW!! Cos’è quello!?

    Sibilò confusa, mostrando la sottile linguetta da rettile, lasciando intuire che lei era l’ultima tra di loro che poteva lamentarsi delle stranezze altrui (come se la scena delle bombole non fosse bastata). Facendosi coraggio dopo aver visto il risultato sugli altri shinobi, posò nuovamente la mano, lasciandosi avvolgere il braccio e facendo apparire il sigillo.
    Si voltò all’improvviso fissando uno dei corridoi, irrigidendosi, scuotendo la testa qualche attimo dopo. Se qualcuno avesse chiesto qualcosa avrebbe risposto agitando una mano:

    No, niente. Le voci. Questo meccanismo di difesa inizia ad essere piuttosto fastidioso.

    Reagendo in contemporanea a Kairi, anche la Vipera mostrò il suo disappunto riguardo l’essere usata come esca, replicando in modo più arrogante rispetto alla konohaniana:

    Ma certo, tranquillo! Mettici pure una corda al collo e legaci ad un paletto, sono sicura che non appena arriverà il... tirannosauro, sarai in grado di salvarci entrambe prima che ci divori entrambe con un morso!

    Gesticolò animatamente, notevolmente infastidita dalla cosa, incrociando le braccia una volta finito il suo commento, borbottando con meno enfasi:

    Vabbè. Sei tu il capo. Se fossi stata in missione con gli otesi a quest’ora mi avrebbero già minacciata di morte per insubordinazione. Di nuovo. Meglio il tirannosauro a questo punto.

    Kairi si rivolse a lei, ed Hebiko sembrò imbarazzarsi leggermente; la ragazza le aveva fatto una buona impressione dal loro primo incontro, trattandola meglio di chiunque altro avesse incontrato prima, e la cosa l’aveva spinta a non trattarla come una sconosciuta qualsiasi, tuttavia non essendo abituata a quel tipo di relazione puramente innocua e senza doppi fini, avrebbe risposto piuttosto impacciata e vagamente a disagio. Annuì con decisione alla proposta del restare unite, e le mostrò una delle sue tecniche alzando un braccio attivando per un momento le scaglie, parlando senza guardarla direttamente negli occhi per timidezza:

    Uhm… io so fare questo, e alcuni giochetti con l’elettricità. Oh, e un paio di tecniche abbastanza fastidiose da distrarre i nemici. Uhm, per la cosa della bombola… Diciamo che sono più serpente che umana. Posso allungare un po’ gli arti e non ho ossa da rompere. Quindi se c’è da prendere qualche colpo un po’ pesante vedrò di pararlo io, le mie scaglie resistono bene ai colpi. ...Quindi… Uhm… Hai gli occhi un po’ arrossati. E con qualche pupilla di troppo.

    Alzando lo sguardo per un momento si accorse dell’innata della ragazza, pur non comprendendolo a meno di spiegazioni dell’altra.
    La storia del marchio la fece scattare di nuovo, ricordando ancora la storia della pallina di mesi prima:

    Ma sei fissato con questa storia! Quali esperienze ti hanno portato a marchiare la gente che ti porti in missione?? Dai, fa quello che ti pare, basta che non sia troppo profondo.

    La sua resistenza al dolore le avrebbe permesso di non rendersene nemmeno conto, ma la infastidiva comunque sapere che c’era un segnaccio che rovinava la sua pelle. Cose da donna. Se non altro una volta a casa sarebbe guarito senza problemi. Doveva solo arrivarci.
    Hebiko si sarebbe resa disponibile sia per tagliare la testa ad ogni cadavere, sia per frugare nelle loro tasche, infastidita solo dall’odore più che dal gesto.
    Esplorando i vari corridoi che portavano ai diversi luoghi della struttura, segnati dalla mappa, tutto il gruppo si rese conto che una delle zone, la sala medica, era completamente andata.

    Beh. Meno uno.

    La Vipera portò la sua attenzione alla console, aprendo con delicatezza la mano del ninja per lasciarlo cadere a terra, senza estrarre o girare la chiave che teneva in mano. Lo sguardo e la “ferita” poco rassicurante le fecero intuire che era meglio non pigiare cose a caso, ma valutare la situazione insieme agli altri.

    Ehi, qua ci sono delle chiavi inserite. Non so a cosa servono, ma l’amico qui sotto sembra suggerire di non toccarle. Jotaro, ne sai qualcosa tu?

    Alzando lo sguardo, fu il cartello con scritto "Fondale" che la fece avvicinare verso quella che sembrava una sorta di porta tecnologica. Data la profondità alla quale si trovavano, immaginò che da lì si arrivasse direttamente sott'acqua.

    Da là si arriva fuori, credo. Siamo già sul fondo, no? Quell'ascensore è sceso per mezz'ora. Ma se le nostre bombole non funzionano credo sia inutile darci un'occhiata.

    Non era del tutto d’accordo nel lasciare l’uomo indietro. Attirò Raizen con una gomitata, sussurrando dubbiosa:

    Senti, non è che uno dei cloni lo puoi lasciare a fargli la guardia? Non sembra messo bene da quando siamo entrati.

    Avrebbe infine seguito entrambi verso i laboratori, armandosi di tirapugni per essere immediatamente pronta all’azione in caso di necessità. Evidentemente tesa, e con le voci che la bloccavano di continuo mettendola in posizione difensiva, cercava di continuo di trattenersi per evitare di ferire uno dei suoi compagni, nonostante la cosa avrebbe potuto nuocerle nel momento in cui avrebbe avvertito un vero nemico.
     
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    Il peso dei fallimenti passati [4]



    Jotaro rispose al dubbio tecnico di Raizen con una certa sicurezza.

    << Questo posto non mi considera un nemico, altrimenti sarei morto, non prigioniero. Sono certo che il sigillo che tiene in piedi la baracca mi abbia riconosciuto, quindi il suo scopo non è nuocermi, ma tenermi in ottimo stato, anche se fermo qua dentro. Il fatto che fosse tarato per quando ero un fanciullo, probabilmente ha causato una ricalibrazione smodata, per questo invece che "dentro" il S.O.M.A. il sigillo mi tiene dentro questo metro quadro. >>

    A volte Jotaro dimenticava come la teoria dietro ai fuuinjutsu fosse materia ostica anche per i ninja più esperti in altri campi, quindi se avesse notato, nonostante la fatica, una serie di punti interrogativi comparire sui volti dei presenti, avrebbe provato con la versione ridotta.

    << Non c'è pericolo per me, potete andare. >> Compiendo smorfie sbuffanti con il volto contrito dalla fatica. Quindi cercò una soluzione anche per il quesito posto da Hebiko. << Sinceramente non ho idea di come funzioni quell'affare. Da quello che ricordo, non molto, era lì che si recavano i capi e gli scienziati più importanti, servivano delle chiavi, e porta sul fondo. Questo tratto di oceano è formato come una scala. Siamo su un fondale al momento, ma non quello più in basso. Penso ci sia un livello ancora inferiore, ma non ho idea di dove siano le chiavi. >> E infatti, se avessero provato ad aprire o forzare la porta dell'ascensore, questa sarebbe rimasta serrata. Qualcosa la teneva chiusa oltre la semplice fisica.

    [Verso i Laboratori]

    La via per i laboratori era bloccata da una porta stagna piuttosto grande, come quella della sala medica, ma a differenza di quest'ultima, la via per le sale scientifiche sembrava superabile. Non appena uno dei presenti si fosse avvicinato ad essa infatti, si sarebbe spalancata, rivelando una visione agghiacciante. Il corridoio era invaso dall'acqua per circa un paio di centimetri, e le luci sul soffitto sfarfallavano con un suono metallico molto fastidioso; ma la cosa peggiore, era la presenza riversa nell'acqua in mezzo al corridoio.
    Una figura umanoide completamente nuda, completamente deformata in un cipiglio di pazzia. Il corpo dell'uomo era molto più robusto di un uomo normale, leggermente più grande di Raizen, ma decisamente sproporzionato in favore degli arti. I peli facciali erano molto più lunghi che nel resto del corpo, i genitali erano stati tagliati via di netto, così come parti degli arti superiori, oltre alla presenza di artigli e zanne. A giudicare dagli schizzi di sangue secco sulle pareti, e dal puzzo, erano passati un bel po' di mesi dalla morte di quella creatura.
    Se i presenti l'avessero analizzata a fondo, anche a livello anatomico, avrebbero trovato tratti di un alcolismo di un certo livello, oltre a dei connotati conosciuti, almeno per Raizen. Infatti l'Hokage avrebbe quasi immediatamente potuto scorgere la figura di Ryo Iwao nascosta tra le pieghe della mutazione. [Il vecchio pg di Casin] Un ninja della Foglia che Raizen stesso aveva inviato circa un anno prima a investigare la natura del S.O.M.A assieme a Torke, sparito anch'egli.
    Analizzando la scena, l'Hokage avrebbe potuto determinare che il racconto di Keiji della Nebbia era effettivamente veritiero. Lì aveva combattuto con quello che un tempo era Ryo della Foglia, che ora giaceva riverso nell'acqua marcia.
    Oltre il corridoio di circa 20 metri dove si trovavano, una porta stagna molto più piccola, a misura umana, si stagliava tra loro e la zona dei laboratori.
    Questa porta aveva una chiusura a leva, con un grosso cerchio metallico da girare in senso antiorario per l'apertura.
    Oltre, il gruppo avrebbe trovato una stanza molto grande, di circa 30 metri per lato, illuminata da luci soffuse provenienti dal pavimento. Sembrava una grossa camera mortuaria più che un laboratorio.
    La cosa che inquietava della stanza, era la presenza di decine e decine di lettini operatori, posti ognuno a un metro e mezzo dall'altro, come a formare una scacchiera. Ogni lettino aveva un tavolinetto operatorio e una serie di cavi e attrezzi che calavano dal soffitto sopra di esso; ma non era tutto. Su ogni letto era presente un corpo. Coperto da un lenzuolo bianco.

    Da alcune lenzuola fuoriuscivano degli arti, penzolanti dai lettini. Erano tutti, teoricamente umani. Alcuni di loro avevano la pelle straziata, altri bruciata, altri ancora mutata come la era stata quella di Ryo. La stanza era un'enorme sala di sperimentazione, come una grande sala per esaminare gli chef con le postazioni di cucina, ma al posto dei taglieri c'erano i letti coi cadaveri, e al posto dei mestoli, trapani e divaricatori che scendevano dal soffitto.
    I muri che cingevano la sala erano bianchi, marmorei, come il resto della sala. Era presente una sola porta, identica a quella che avevano appena superato, dalla parte opposta del laboratorio.
    Inoltre, sulle pareti, ogni 2 metri, era presente una vetrata di ulteriori due metri che permetteva di osservare l'oceano, che a quella profondità, era completamente buio. Nessuna luce umana o capacità oculare avrebbe permesso di vedere oltre un metro in quell'abisso nero.

    Sembrava non esserci traccia di alcuna illusione; ma dal momento in cui vi avevano messo piede, qualcosa li aveva appesantiti nell'anima. Una sensazione di terrore nelle ossa, come se con la coda dell'occhio notassero delle figure negli angoli, che li osservavano. Figure che scomparivano al momento di voltarsi. Oltre all'impressione di avere sempre qualcuno dietro le loro spalle che bisbigliava. Il senso di opprimenza si sarebbe rivalso sul loro sistema circolatorio del chakra, causando l'emissione di tecniche più deboli, senza che loro se ne rendessero conto. La sala sembrava al momento priva di forme di vita.




    [Dormitorio]

    Giunto davanti alla porta sigillata del dormitorio, quando il clone avesse cercato di aprirla, un suono metallico avrebbe annunciato il fallimento dell'apertura. Non era un problema tecnico, o un guasto. Era come se al clone non fosse consentito il passaggio per qualche motivo. Ognuna delle porte principali potevano essere aperte tramite pulsanti elettronici, o tramite volanti metallici come le camere iperbariche. Il primo meccanismo però, sbloccava il secondo, e forzare uno dei due, avrebbe significato danneggiare la porta, impedendole di sigillarsi in caso di emergenza, o di sfondamento delle paratie, eliminando la possibilità di bloccare l'acqua in arrivo in caso di pericolo.
    Più il clone avesse tentato di premere il bottone di apertura, più la porta avrebbe rinunciato ad aprirsi.


    CITAZIONE

    [Legenda: I quadrati azzurri sono le vetrate. Lo so che disegno male, ma sono tutte grandi uguali. I quadrati verdi sono le due porte, voi entrate da quella a sud. I quadrati vuoti nella sala, ospitano le postazioni con i letti. Una postazione per ogni quadratino. Ogni lato della stanza misura 20 metri]


    CITAZIONE
    Sala principale [in corso]
    Effetto: La percezione dei ninja aumenta di +3
    Effetto: I ninja tendono a percepire suoni inesistenti
    Effetto: I ninja sprecano 1 Basso senza rendersene conto ad ogni consumo di chakra

    CITAZIONE
    Laboratorio [In corso]
    Effetto: I ninja hanno a disposizione uno slot azione in meno ogni turno
    Effetto: I ninja tendono ad avere allucinazioni visive
    Effetto: Le ninjutsu dei ninja ricevono un -10 alla potenza. I ninja non ne sono consapevoli.


    Edited by Jotaro Jaku - 5/10/2017, 00:28
     
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    I Sussurri del S.O.M.A.


    IV





    La reazione delle due lo stupì, non poco.

    Beh, che sono quelle facce?

    Pensò poi che effettivamente aveva detto ben poco del perché avesse fatto quella scelta.

    Se ci pensate non è una scelta assurda, non per come la vedo io.
    Se mettete un vermino sull’amo abbocca un pesce, se mettete un pesce abbocca un pesce che riesce a mangiarselo, e via discorrendo fino all’apice della piramide.
    Se noi partiamo con la portata principale cosa pensate che possa succedere?


    Mimò con le mani un pesce che ne mangiava un secondo.

    Aggiungete che non siete in grado di essere silenziose quanto lo sono io, e poi, a prescindere, vi coprirò le spalle.
    A te Jotaro lascerò comunque un clone, finchè posso, se mi servirà del chakra vedrò.


    Convinte le due si sarebbero mossi verso il corridoio prescelto, mentre il clone si avviava ai dormitori, trovandoli sbarrati da una porta che pareva non gli fosse concesso. Non comunicò alcunchè, semplicemente sarebbe rimasto li a sorvegliare il punto, di modo che alla sala centrale avessero accesso diretto solamente eventuali creature provenienti dalla mensa.
    Nei laboratori intanto le porte si aprirono senza troppe difficoltà confermando a Raizen la veridicità dei racconti del kiriano ed esponendo il gruppo ad un nuovo quanto sgradevole odore cosa che lo agitò ulteriormente, facendogli sospettare che non fosse tanto il soma a produrre quegli effetti quanto un veleno. Avrebbe annusato l’aria più di una volta cercando di distinguereSegugio [1]
    Abile: L'utilizzatore può percepire il veleno tramite l'olfatto: il veleno sarà considerato come furtivo, parigrado l'utilizzatore del veleno. Inoltre, l'utilizzatore è in grado di percepisce in modo accurato l'odore di oggetti e persone, ottenendo un vantaggio a riconoscere camuffamenti, raggiri o la presenza di materiale tramite l'olfatto.
    [Da chunin in su]

    Percezione (Intermedia) [2]
    Maestria: L'utilizzatore ottiene +6 alla Percezione anziché +3.
    (Richiede Percezione (Base))
    [Da chunin in su]

    Olfatto Perfetto [2]
    Maestria: L'utilizzatore ottiene un bonus extra +9 alla Percezione entro 9 metri da sé; non cumulabile con altri sensi perfetti.
    [Da chunin in su]
    se ci fosse qualche particella dannosa al suo interno spingendosi eventualmente verso eventuali bocchettoni di areazione se presenti per verificare la sua teoria.
    Schivata la vecchia, puzzolente, minaccia il gruppetto proseguì, arrivando ai laboratori, una scacchiera di corpi… intonsi.
    Cosa che, nuovamente, aveva notato nel cadavere di cui ancora era riuscito a riconoscere i lineamenti.

    Hebiko, controlla se ha segni di qualche tipo di operazione, o comunque dell’ingestione di qualcosa.
    Sono certo che non avesse questo potere, qualcuno l’ha fatto diventare così in qualche modo.


    Lui intanto si sarebbe posizionato a ridosso della testa, pronto a calpestarla per fracassarla casomai si fosse per qualche ragione risvegliato.
    Entrati nel laboratorio la scena non cambiava troppo agli effetti, si moltiplicavano solamente i cadaveri.

    Mi domando chi diavolo tenga in funzione questo posto, capisco che potrebbero esserci dei generatori da qualche parte che funzionano con le correnti marine, ma invecchieranno penso, sono qui da una ventina d’anni almeno!

    L’apertura della nuova porta quasi istintivamente gli fece annusare l’aria, come poco prima, alla ricerca di nuovi odori che potessero giustificare quel nuovo stato d’ansia.

    Questo posto è orribile.
    Il soma sta continuando a bacarci la mente, attente.


    Fu l’unica affermazione che gli uscì di bocca dinnanzi ai tavoli.
    Sarebbe stato il clone il primo a tentare l’approccio, scoprendo uno dei corpi per poi staccare dal soffitto gli strumenti operatori posti sopra la salma, quell’ordine matematico poteva essere sinonimo di un processo automatizzato, e non voleva che qualcuno finisse nelle grinfie degli strumenti operatori.
    Attorno a loro il nulla, il silenzio più totale interrotto dagli inquietanti bisbigli del soma.

    Probabilmente da genin avrei trovato migliore l’idea di fare dietrofront più che starmene qui dentro ad ascoltare questi maledetti bisbigli.
    Ma che diavolo aveva no in mente mi domando.


    A parlare era il clone, come sempre, seppur occultato come Raizen era lui a proferir parola, di modo che sembrasse che ci fosse soltanto una figura occultata [nel precedente post ho sbagliato, ho scritto chekra nullo ma intendevo OCCULTAMENTO, anche perché non lo ho XD
    Attualmente ho quindi attivo Occultamento e Passo Perfetto]
    , cosa che gli fece ricordare di guardarsi attorno alla ricerca di videocamere da distruggere.
    Non gli restava che aspettare i responsi di Hebiko.


    Chakra: 92/150
    Vitalità: 25/25
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 700
    Velocità: 700
    Resistenza: 700
    Riflessi: 700
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 700
    Agilità: 700
    Intuito: 700
    Precisione: 700
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    4: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    4: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    3: ///
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    4° post



    Pensato
    Parlato


    La kunoichi ascoltò incuriosita le spiegazioni dell'otese sulle sue capacità, non aspettandosi di certo che esistesse qualcuno più serpente che umano. Era una sorta di chimera, dunque? Per non risultare scortese decise però di tenere quel pensiero per lei, studiando curiosa ed istintivamente il suo corpo
    Puoi ricoprirti di scaglie per proteggerti? Voi otesi possedete abilità...curiose. Conosco un ragazzo del tuo villaggio in grado di ricoprirsi il corpo completamente di elettricità per attaccare e difendersi, invece continuò ripensando a Kato, portando poi la mano sotto l'occhio ed esplodendo in una risata allegra quando Hebiko parlò di pupille extra No, no! Questa è la mia kekkai, la mia abilità innata, penso che sia come la tua che ti accomuna ai serpenti. Si chiama sharingan ed è la peculiarità del mio clan, gli Uchiha spiegò con semplicità.

    Non capì granché sulla spiegazione riguardante i sigilli che fece successivamente Jotaro, non intendendosene in alcun modo di sigilli di alcun tipo, ma non disse nulla per evitare di fare una pessima figura proprio davanti al suo Kage. Gli lanciò un'occhiata preoccupata quando il gruppo si allontanò per arrivare ai laboratori sperando che non gli succedesse nulla, ma la sicurezza del chunin a riguardo la rincuorò.
    Il trio si diresse quindi verso il laboratorio, aggrottando leggermente le sopracciglia nell'ascoltare poco convinta la spiegazione di Razien ma decidendo infine di fidarsi di lui, l'uomo per essere arrivato dov'era doveva possedere una notevole esperienza rispetto a lei. Quando le porte del corridoio si aprirono si portò immediatamente la mano alla bocca per cercare invano di coprirsi dall'odore che proveniva da quel luogo Di bene in meglio sussurrò più a se stessa che agli altri. Osservò l'intero corridoio ed il cadavere studiando attentamente la zona, alla ricerca di eventuali accumuli di chakra, di trappole nascoste o di qualsiasi indizio che potesse aiutarla a capire qualcosa di più [Abilità Utilizzate]Sangue Uchiha: L'utilizzatore può vedere il chakra individuando sommariamente eventuali costrutti, strutture, accumuli di chakra. L'utilizzatore può acquisire l'impronta Inferno, che potenzia le Enton. L'utilizzatore può non pagare il consumo di mantenimento della Tecnica Speciale rinunciando ad 1 di percezione alla vista. La riduzione della percezione dura 1 ora. Se azzerata l'utilizzatore non può utilizzare la tecnica speciale.

    Come ho chiesto in supporto tempo fa vedendo gli accumuli di chakra mi permette anche di vedere eventuali persone occultate, come ha fatto Obito contro i ninja della roccia.

    Più le stesse che ho segnalato anche sopra e che continuerò ad utilizzare di certo per tutta la fase di ricerca, evito quindi di specificarlo ogni volta


    Fu lieta che fosse stata incaricata Hebiko di controllare il corpo, non avendo particolarmente piacere di toccarlo e non avendo alcuna conoscenza medica neppure di base che potesse aiutarla. Non appena la ragazza ebbe concluso continuarono a muoversi fino al laboratorio, dove la situazione non migliorò però, al contrario. Vedendo la distesa di lettini con i vari corpi su di essi e notando le braccia più o meno torturate l'Uchiha sentì la pelle d'oca formarsi istintivamente su braccia e gambe al solo immaginare ciò che era stato fatto in quel luogo. Come fanno a non essersi decomposti? domandò, notando come Raizen stesse già annusando l'aria alla ricerca di qualche indizio che potesse aiutarli, avendo avuto il suo stesso pensiero.
    Dal canto suo la kunoichi si prese qualche secondo per osservare ogni singolo corpo, cercando anche una sola minima parte di chakra o qualche movimento in grado di farle capire se qualcuno fosse ancora in vita: dubitava potesse esservi qualcuno vivo lì dentro, ma una situazione simile sarebbe stata perfetta per qualsiasi nemico per nascondersi.
    Forse per il senso di oppressione che quel posto le infondeva forse per la strana aria ed atmosfera di quel posto Kairi incrociò le braccia sotto il petto quasi a volersi abbracciare da sola mentre un crescente senso di ansia e di essere osservata si impossessava sempre di più di lei. Più di una volta si girò verso un movimento che vide solo con la coda dell'occhio ma che si dimostrò essere sempre e solo la sua immaginazione e ad un certo punto fu quasi convinta di vedere sua madre che la fissava con le orbite vuote proprio vicino ad una delle vetrate Cerchiamo di muoverci, questo posto è persino peggiore del precedente. Io analizzerei ogni corpo, forse potremmo trovare qualche indizio o meglio, alcune delle chiavi

    Se Hebiko non avesse notato nulla di particolare, se Raizen non avesse notato nulla con il suo olfatto e le sue azioni di Raizen non avessero fatto scattare alcun tipo di trappola, se la zona fosse rimasta tranquilla e se avesse ricevuto il benestare dell'Hokage avrebbe quindi chiesto al clone dell'Hokage, di analizzare con estrema attenzione, la prima fila di lettini davanti a lei analizzando corpo e lettino e procedendo nello stesso modo in cui aveva fatto l'uomo poco prima di lei in maniera tale da non attivare qualche particolare meccanismo.

    Mantenimento Sharingan: 0.5 bassi





    Edited by Kairi Uchiha - 7/10/2017, 19:04
     
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26 replies since 16/4/2017, 00:08   624 views
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