Le Terme Goruzumi

Free Kiyomi Saito

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    Le terme più Lussuose






    A Konoha la primavera aveva tutto un altro sapore, era inconfutabilmente la sua stagione. Certo, a Kiri il mare iniziava a calmarsi spumeggiando placidamente nelle rocciose scogliere, ad Oto l’umidità veniva asciugata dal Sole, facendo alzare la nebbia per mostrare i vicoli sozzi e farne fermentare gli odori più sgradevoli, mentre a Suna la sabbia si alzava con meno violenza.
    Ma Konoha si trasformava in un esplosione di colori e profumi mentre le nuove foglie rendevano gli alberi brillanti di nuova vita, per quanto nessuno potesse mai immaginarlo a Raizen piaceva, e ancora meno persone avrebbero potuto immaginare che gli piaceva stare alla finestra del suo ufficio, in posizione elevata rispetto a tutto il villaggio, ed osservare la natura che si risvegliava dal torpore invernale.
    Sospirò, svogliato, guardando verso la scrivania. Era uno di quei giorni in cui aveva voglia di fare qualsiasi cosa, tranne che stare sulla scrivania, solo tornando a sedersi notò il suo salvatore.
    Un invito alle terme che Kiyomi gli aveva dato qualche giorno prima.

    Oh. Mio. Dio.

    Si inchiodò qualche secondo a guardarlo, aveva totalmente dimenticato l’evento, e pensare che ci si era pure preparato.
    Gli ci vollero due teletrasporti per arrivare al suo appartamento, prendere i bagagli e tornare in ufficio, aggranfiare il “salva giornata” e precipitarsi fuori dall’edificio amministrativo per non meglio identificati impegni improvvisi in cui era vitale avere delle infradito.
    L’appuntamento era alle terme per cui i due non avrebbero condiviso il viaggio che per Raizen sarebbe stato assai più veloce, permettendogli di arrivare in anticipo.
    Le terme erano inerpicate in quella che, a grandezza inferiore, poteva essere definita nicchia, una minuscola valle tra i crepacci della montagna da cui si alzava una tenue nebbiolina, sintomo dell’acqua termale portata all’aperto.

    Quanta potenza.

    La zona era sicuramente interessata da dell’attività vulcanica che facendo ribollire chissà quale sorgente rispediva l’acqua nei meandri della montagna dopo averla caricata di minerali e proprietà benefiche, qualcosa che solo la natura era in grado di fare.

    Beh, parla per te.
    Quando non ho un sacco di carne a imbrigliarmi so fare molto di più che rompere qualche casetta.


    Raizen guardò storto la volpe.


    Eh, mo esagera.
    Supponendo che l’acqua che arrivi qua su sia come quella che arriva all’estremità di una cannuccia rovesciata, non penso che riusciresti a soffiarla fino in cima alla montagna da chissà quale falda. Senza considerare pressione e temperatura

    Senza nulla togliere eh.

    Di contro la volpe rimase allibita.

    Ma mi hai preso per una caldaia?
    Cioè non è certo quella la mia funzione!


    Idea che illuminò Raizen.

    Ma sai, la cosa si potrebbe anche sfruttare, con tutto il chakra che porto all’esterno con qualche tecnica d’acqua potrei fare un bel botto.
    Ma non so se una bestia come te comprende cosa sia in grado di fare dell’acqua che bolle.


    Non ascoltò le proteste del demone mentre entrava alle terme, il potere di poter silenziare la sua voce, spegnendola come un interruttore era un vantaggio non da poco quando voleva provare la sensazione di essere normale.
    L’ingresso al bosco delle terme era segnato dal tipico cancello torii che marcava l’inizio di un luogo sacro, continuando nel bosco, lasciandosi alle spalle anche il più lontano suono di civiltà si sarebbe arrivati, dopo varie svolte e spicchi di luce al complesso termale. Difficile non restarne affascinati.
    Quello che gli spicchi di luce mostravano tra le fronde degli alberi era ben poco rispetto a quello che si poteva osservare, le basse mura dello stabilimento si interrompevano sulla strada per lasciare spazio ad un cancello dorato le cui sbarre erano così fini e complesse da sembrare dei rampicanti di metallo, anche se quella sottile luce che emanavano poteva far immaginare a qualche ninja esperto che la sua forza non stesse nella massa del materiale di cui era composto ma nei sottili intrecci così simili a parole.
    Avrebbe atteso li l’arrivo di Kiyomi, dopotutto non aveva senso entrare senza di lei, essendo stato invitato farlo sarebbe stata una scortesia troppo grande perfino per lui.
    Vennero accolti da una coppia di… non sapeva cosa fossero, e gli sembrava strano fossero sposati, sposarsi tra colleghi non era certo comune, e mostrarlo ancora meno, era generalmente segno di scarsa professionalità, ma a Raizen non importava poi troppo, dentro a quelle delicate mura di cinta due cose gli interessavano: acqua calda e cibo. Il resto era mero contorno.
    Nel breve tour del complesso potevano tuttavia notare come il posto fosse in grado di reggere il confronto con le più famose terme del paese omonimo: ogni singola vasca aveva qualcosa di originale, diversi tipi d’acqua, diverse temperature, ma soprattutto le disposizioni: ogni vasca poteva contare su una vista particolare, all’avventore non rimaneva che scegliere cosa preferiva, si poteva stare tra le rocce, immersi nel verde dei bamboo, guardare la vallata o la cima del monte così bianca e al contempo imponente.
    Per i più estremi era stata deviata anche dell’acqua verso una vasca a strapiombo sul nulla, ci voleva del fegato visto che la caduta non avrebbe salvato nemmeno un ninja, ma l’esperienza e la vastità della vista era in grado di far comprendere quando piccolo fosse l’uomo e quanto grande e gentile fosse la terra a non schiacciarlo con un qualsiasi evento naturale.
    Nessun suono, nessun movimento, solo un orizzonte verdeggiante a perdita d’occhio.
    Quando la donna avesse illustrato le opzioni Raizen si sarebbe mosso impercettibilmente indietro, lasciando spazio alla kunoichi.

    Beh, è il tuo premio, scegli pure cosa fare, io ti farò compagnia.
    Ma senza esporre la mercanzia a caso eh!


    Avvertì con un tono divertito.
    Mentre iniziava ad esplorare la suite si accorse che quella che sembrava la camera non era che l’ingresso, di quello che si poteva chiamare appartamento più che stanza, aveva ambienti appositi per qualsiasi attività immaginabile, terme escluse, anche se non mancava una grande vasca da bagno.

    Se vuoi un parere, prenderei il menù e me lo farei portare in stanza paro paro.
    E fanculo l’interazione col mondo.


    Parlava con un tono di voce abbastanza alto visto che era in una stanza diversa in quanto occupato con l’esplorazione.


    Edited by F e n i x - 12/7/2017, 23:28
     
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