Missione in mezzo al MareGiocata per 5

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  1. Yusnaan
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    Missione in mezzo al Mare


    L'impostore


    Navi fatte d'acqua? Gigantesco mostro marino? I sopravvissuti che dicevano di aver visto quelle cose dovevano essere stati sicuramente sotto shock, ma con la semplice premessa che i banditi marini potessero esseredei ninja, la cosa acquistava senso.
    Ma. Che. Figata. Voglio anche io un mostro marino.
    Mhh, si, diciamo che non è proprio una delle priorità, concentriamoci su cose più importanti.
    L'uomo dall'altra parte del tavolo era riuscito a distogliere l'attenzione di Ryuu dai brutti pensieri rivolti al presunto impostore kiriano, permettendogli di ascoltare attentamente ciò che aveva da dire. Certo, la compagnia aveva parecchi nemici, quindi una possibile soluzione sarebbe potuta essere catturarne alcuni, ma era presto per elaborare piani, al momento era importante registrare più informazioni possibili, come ad esempio i poteri dei ninja del villaggio della Luna, legati alle fasi lunari.
    Doppia figata!
    Questo significa anche che hanno lunghi periodi in cui sono delle pappe molli.
    Da quello che spiegò l'uomo, Ryuu potè intuire che nei giorni successivi si sarebbero intensificati gli attacchi, motivo per cui non c'era tempo da perdere.
    Non appena il rappresentante della compagnia uscì dalla stanza, Daishin attivò una tecnica di comunicazione, mettendosi in contatto con tutta la squadra e testando la sua funzionalità parlando nel pensiero di Ryuu (facendolo anche con gli altri, come suppose quest'ultimo).
    Forte e chiaro. Rispose al sunese. Non era la prima volta che qualcuno utilizzava su di lui una tecnica di comunicazione, ma certo era sempre una bella comodità da provare.
    Quando il compagno di squadra sunese si fece avanti, illustrando le sue mille specialità combattive (e non aspettandosi niente di meno neanche dall'altro), il piccolo kiriano non potè che trovarsi un po' a disagio e scoraggiato nel rispondere che gli unici campi in cui aveva molta praticità fossero i ninjutsu, in particolare dalla lunga distanza, restando poi a sentire cosa avesse da dire il secondo compagno.

    L'idea di essere in squadra con il possessore della presunta spada leggendaria della Nebbia, non gli andava molto a genio, ma almeno avrebbe potuto tenerlo d'occhio; magari si stava allarmando per niente, ma un successivo scambio di parole non fece altro che aumentare i sospetti del genin.
    Quando l'uomo mascherato gli si accostò parlandogli e ricordandogli ciò che aveva fatto durante la scorsa riunione di villaggio, Ryuu aggrottò la fronte,
    non riuscendo a capire che razza di discorso stesse facendo. Dal suo punto di vista, non era successo niente di buono quel tremendo giorno in cui Cantha attaccò il villaggio, e l'aver collaborato ad uccidere un kage, non era certo un ricordo piacevole, nè gli piaceva pensarci, figuriamoci parlarne ad altri che la trattavano come una faccenda divertente o epica. In più, tutti gli altri 4 ninja avrebbero potuto sentire bene cosa avesse appena detto, tanto che uno di essi si fece avanti a chiedere spiegazioni, mettendo ancor più profondamente a disagio il giovane Mizukiyo.
    Il cuore gli batteva forte in petto, non volendo ricordare certe cose e ancor meno dirle in giro, sentendosi in quel momento quasi sotto processo, e rispondendo così al nuovo intruso nella conversazione, a testa bassa e per niente contento.
    No. Parla del Mizukage eletto mentre Itai-sama era via.
    Troppa pressione, e troppe parole, alla fine non resse più quel confronto con chunin e jonin che lo fissavano.
    E-e comunque non sono affari vostri. Il genin abbandonò la stanza più agitato di prima, soffiando tanta aria da fargli gonfiare le guance, una volta fuori, e cercando da solo il vascello su cui sarebbe dovuto salire.

    Ore dopo, erano ormai già in viaggio, ed il genin se ne rimase chiuso quasi tutto il tempo nella sua cabina con un pensiero fisso: chi era il tipo mascherato? Una cosa era sicura, non gli piaceva per niente il suo modo di fare, né il voler essere così misterioso. Magari aveva ucciso il ninja della Riunione e gli aveva sottratto la spada; o magari si stava spacciando per qualcun altro; c'erano molte probabilità che fosse un nemico infiltrato per eliminarli dall'interno della squadra, e lui al momento era l'unico ad avere dei sospetti e che avrebbe potuto agire. Non poteva dirlo agli altri telepaticamente senza che lui lo sentisse, nè poteva avvertire il jonin e rischiare di essere scoperto, senza neanche avere delle prove. L'unica soluzione era occuparsi del problema personalmente.

    ...


    Aveva approfittato di un suo momento di riposo, ed era sgusciato nella sua cabina con tutte le precauzioni possibili, evitando di portare oggetti pesanti, togliendosi le scarpe e facendo meno rumore di quanto avesse mai provato a farne prima di allora. [Furtività] Aveva quasi trattenuto il fiato per evitare di emettere suoni ed ora lui era lì, difronte a lui.
    Lo odiava. Non lo conosceva ancora, eppure lo odiava. Odiava i sentimenti che gli stava trasmettendo, odiava il modo in cui gli parlò della Settima Riunione.
    "Il giovane ragazzo che ha aiutato i due kagecidi". Odiava quelle parole. Era diventato un kagecida? Lo si accusava proprio del crimine di cui la sua famiglia era stata marchiata? Come faceva a parlarne così placidamente?
    Quella spada non gli apparteneva. Poche cose il ragazzo ricordava, non prestando sempre molta attenzione ai dettagli; ma quella katana era ben impressa nella sua memoria e non apparteneva a lui. E mai uno Spadaccino kiriano avrebbe offerto la propria spada ad un tipo qualunque, o meglio, a nessuno, se non in punto di morte. E da quello che sapeva, la spada non era mai stata riassegnata.
    Chi era l'uomo mascherato? Più ci rifletteva, più le sue certezze crescevano, più le sue dita stringevano forte il manico del kunai che aveva in mano. La lama scintillante era l'unica cosa che brillava nella stanza grazie alla fioca luce di una lampada. Era così vicino da poter mettere fine alla sua vita in men che non si dica, eppure esitava. Sarebbe stato difficile da spiegare ed avrebbe potuto essere accusato di un omicidio ingiustificato di un compagno, ma in fondo sapeva che la verità sarebbe venuta a galla, una volta accertata la natura della spada. Non poteva fallire. Non doveva fallire. Ci sarebbe voluto un solo istante, poi avrebbe pensato alle spiegazioni.
    E infine lo fece.
    Con un gesto rapido e deciso, avrebbe affondato la punta affilata del kunai nel suo collo, [Slot Azione] lasciando che il sangue schizzasse fuori e si spargesse sul suo volto, per poi colare sui suoi vestiti, ma fu in quel momento che scosse la testa, tornando a fissare la porta di quella cabina che aveva difronte, mentre l'immagine di quell'azione svanisse dai suoi occhi e dalla sua mente.
    Era ancora dinanzi alla porta chiusa con il kunai in tasca, ma ancora non trovava il coraggio di fare una cosa tanto avventata.

    Andiamo, perché non ci provi? Sai che puoi farcela, hai già programmato tutto.


    ...Ci mancavi tu a completare il quadro. Dopo aver sbuffato, ignorando la voce del Sanbi, il genin si mosse lentamente alla sua destra, per poi prendere il passo verso il ponte superiore della nave dopo aver scacciato l'ultimo barlume di follia dalla mente.
    Forse mi sto immaginando tutto, devo solo calmarmi. Un po' di fresca brezza marina forse gli avrebbe fatto schiarire le idee, magari.

    Quasi giunti a destinazione, il Mizukiyo potè notare lo splendore di quelle strutture costruite nel bel mezzo dell'oceano, affacciandosi al parapetto, non avendo mai visto niente di simile.
    A quanto disse la ragazza della Luna, la base era dotata di molte misure di difesa, il che facilitava il compito, ma se fosse stata attaccata da ninja potenti, in 5 sarebbe stata un'impresa riuscire a respingere molti attacchi, soprattutto se due di loro non avevano grandi potenzialità dovute alla attuale fase lunare.
    C'era da dire, però, che tra loro c'erano anche un jonin ed un chunin, i quali avendo sicuramente molta esperienza, sarebbero potuti essere fondamentali,
    e ciò venne dimostrato anche dalla lucidità di pensiero e le lunghe domande e discorsi fatti dal sunese, il quale sembrava molto a suo agio con quel genere di chiacchierate.
    Gli sembrava incredibile che un ragazzo così giovane fosse un jonin, ma evidentemente doveva essere un bambino prodigio, o magari a Suna avevano metodi di addestramento molto diversi dai kiriani; in ogni caso, la sua presenza non potè che scoraggiare il Mizukiyo, che in quei momenti si sentiva inutile quanto una ciabatta rotta.
    Bè...e...separarsi mi sembra una buona idea. ...
    Poi se lei è in grado di creare sfere di cristallo per stare sott'acqua, potrebbe essere utile ispezionare anche di tanto in tanto...sott'acqua. Per sicurezza...
    Rispose Ryuu, alla domanda fatta dal jonin sulle loro opinioni sul da farsi.
    Stupido stupido stupido, quanto mi odio, potevo anche dire qualcosa in più. Uffa che palle.
    In quel frangente, al Mizukiyo sarebbe stato bene qualsiasi piano, affidandosi all'esperienza dei superiori e non volendo dire stupidaggini per evitare di sembrare ancora più inetto di quanto si sentisse.
     
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48 replies since 25/4/2017, 19:20   1047 views
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