Il Drago e L'OniQDV - Maschere di Konoha

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    Jotty2Hotty

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    Il Lungo Percorso delle Nuove Generazioni [8]



    Il giovane Yato fu il primo a rivolgersi ai due nuovi arrivati, richiedendo cure immediate per il "jonin" che aveva davanti a sè, adducendo al fatto che Raizen avesse abbandonato il suo ruolo. La donna dal volto mostruoso si chinò in ginocchio e poggiò le mani sullo stomaco del grande guerriero martoriato, e si rese conto di come "qualcosa" mancasse al suo interno. Oboro era l'unica, forse di tutto il villaggio, ad aver sviluppato un forte legame energetico con Raizen e la Volpe, tanto da rendersi conto della sua assenza. Fissò il kage, preoccupata, quasi nel panico, chiedendosi come potesse essere ancora vivo se lo avevano privato della bestia che portava con sè.
    Di tutto altro avviso Jotaro, che rispose a Yato poco prima che Kairi arrivasse.


    << Grazie delle informazioni, soccorsi sono già in arrivo. >>
    Il ronin fissò a lungo quello che un tempo era stato il suo allievo, senza dare segni di alcuna reazione; qualunque cosa gli vorticasse nella mente, era unicamente affar suo. In quel momento arrivò Kairi, la quale si rivolse nuovamente a Jotaro, e poco dopo fece la sua comparsa anche Oda.
    Lo Jaku non rispose, guardò un'ultima volta Raizen riverso a terra, intento a rivolgersi ai suoi ninja, spiegando cosa era successo e come aveva forzato il rituale. Voltò le spalle e se ne andò verso la foresta. Sparendo.


    [...]

    Quando Oda utilizzò le sue capacità, non rilevò alcuna presenza oltre a quelle presenti, e a quelle dei ninja che si avvicinavano al monte dei Kage. Quando, improvvisamente, qualcosa a circa 50 metri dal gruppo, cambiò. Nella radura, dalla parte opposta al villaggio, praticamente dove era atterrato Raizen, o poco più avanti, una sorta di parete invisibile sembrò sfaldarsi, come un foglio di carta che viene dato alle fiamme. Dietro di essa era presente una strana costruzione alta un paio di metri, una sorta di totem di legno con attaccati alcuni oggetti del tutto simili alle maschere che i loro avversari portavano sul volto. Assieme al totem, tutto il Serraglio era lì.
    Taka era lì.
    Shiro era lì.


    A 50 metri da loro



    L'Oni di Cantha si voltò incuriosito, verso il gruppetto; era sempre stato lì, nascosto da una barriera, forse in preparazione per una sorta di teletrasporto, ma qualcosa aveva interrotto la loro concentrazione. Shiro guardò i presenti, il suo sguardo passò in rassegna gli occhi di tutti i ninja presenti, l'occhio che ancora sanguinava per la nuova aggiunta ricevuta da Taka; quindi si alzò verso il cielo, e fissò la luna, che aveva preso a sanguinare copiosamente, inondando Konoha di una pioggia rosso sangue.

    [Contemporaneamente...]

    La furia cieca di Sho aveva investito il Cervo come un bisonte in carica potrebbe investire un cocomero, trasformando l'uomo in una vera e propria nuvola di sangue, rendendo impossibile distinguere tra le carni, le frattaglie e il vestiario. Nel momento stesso in cui il Cervo smise di essere integro, e la sua maschera si frantumò sul totem presente nelle fogne, qualcosa sarebbe cambiato per Sho, Shin, e Asami. Avrebbero sentito come una forza che li sollevava dal suolo, con il pavimento allontanarsi lentamente dalle suole delle loro scarpe.
    Sho e Shin, sempre nelle fogne [Le ipotetiche non sono necessarie] sarebbero stati sollevati fino a restare a contrasto con il soffitto più vicino, che fosse un agglomerato di tubi fognari, o un blocco di cemento; mentre Asami, se non avesse trovato un appiglio, avrebbe percepito semplicemente il suolo allontanarsi da lei.
    Non solo, non si trattava semplicemente di venire sollevati, stavano anche chiaramente cadendo, ma dato il cambiamento improvviso del terreno di battaglia, forse i loro sensi sarebbero stati ingannati. Stavano cadendo.
    Precipitavano. E con loro, tutto il maniero del Daimyo.
    Sho aveva interrotto il rituale appena in tempo, non erano finiti a Cantha, erano tornati a casa; e certamente l'aria di casa avrebbero respirato di lì a poco.

    Nel giro di pochi secondi, avrebbero probabilmente realizzato di essere in caduta libera, e che ogni appiglio entro parecchie decine di metri, stava cadendo assieme a loro. Se utilizzando il chakra adesivo o altre capacità od oggetti, avessero raggiunto un luogo dal quale era possibile vedere l'esterno ( cosa già chiara ad Asami) avrebbero calcolato un'altezza di circa 2mila metri rispetto al suolo effettivo. Dove pochi istanti prima era presente una gargantuesca luna rosso sangue, ora c'era solo il palazzo del Daimyo, con tutte le sue dependance, in caduta libera sul villaggio. Dritto sulla piazza centrale di Konoha.
    Con l'interruzione del rituale, il Cinghiale e il Lupo erano scomparsi, e con loro anche i simboli sui corpi dei ninja, ma essendo ormai tutti alla Foglia, non erano stati trasportati in alcun luogo. Stavano solo cadendo; e quando fossero atterrati, con tutti gli edifici che costituivano il palazzo, non sarebbe rimasto nulla di loro.


    [...]

    - Questo non e' uno spettacolo a cui si assiste molto spesso. Hanno finito per distruggersi il villaggio da soli. HA! -

    Ma il palazzo non impattò mai al suolo. Quando i civili, in fuga, o riuniti in preghiera, erano pronti a ad accettare il loro destino, gran parte delle macerie, del terreno, e delle infrastrutture, semplicemente scomparve. Certo, detriti caddero, e ci furono feriti, probabilmente qualche morto, sfortunato per essere rimasto sotto al poco che era sfuggito alla misteriosa sparizione, ma oltre il 99% di quello che doveva distruggere il centro del villaggio, semplicemente svanì. Quanto a Sho, Asami e Shin, si ritrovarono seduti a terra, al centro del luogo di impatto che non si verificò mai. Coperti di sangue, e con le ossa rotte, come se la quasi totalità dei danni che avrebbero dovuto subire fosse scomparsa; ma vivi. [ Tutti e 3 restate con 2 Leggere di Vitalità. Gli arti inferiori e superiori sono [Rotti] in più punti. Eventuali svenimenti sono a vostra scelta.]

    Stupito, dalla piega degli eventi, Shiro immaginò che i ninja della Foglia fossero stati in grado di risolvere il danno da loro stesso creato, quindi cambiò idea, e compose i sigilli della tecnica del richiamo, evidenti per chiunque lo stesse guardando. Quindi protese una mano aperta, col palmo rivolto verso il villaggio, e su questa comparve un ideogramma. "Oto"


    - Oh beh, pare proprio che per voler una cosa fatta bene, debba per forza farla in prima persona. -

    "Tap"

    dVrrAdN



    Un individuo, che fino a un istante prima non era minimamente sul radar di nessuno, poggiò la mano sulla spalla destra di Shiro, come se fosse apparso dal nulla. Oda non avrebbe percepito alcun chakra fluire da quel tipo, nè suoni, nè odori. Chiunque, o qualunque cosa fosse, non emetteva alcun segno degno di un uomo, nemmeno il suo cuore, per quanto la distanza fosse siderale per le capacità sensoriali del chunin, sembrava udibile.

    Shiro raggelò, terrorizzato



    ....basta.

    Una sola parola, pronunciata con voce piana, quasi dolce, come un sussurro nella notte, e l'Oni bloccò la sua tecnica di evocazione senza utilizzarla; il Serraglio compose alcuni sigilli, e tutti i presenti, tranne lo strano individuo, scomparvero in una nuvola di fumo, lasciandolo solo il totem al suo posto, con le misteriose maschere attaccate.


    kjLyEAm


    L'uomo aveva una fisicità particolare, il suo corpo era coperto da abiti originali, come non usavano da decenni, portava una sorta di cappuccio più simile ad un foulard, con cui copriva quasi totalmente il volto, aveva le braccia scoperte fin dalle spalle, e portava scarpe da passeggio, non da combattimento. Sembrava più un turista, che un guerriero, eppure era alto quanto Raizen, forse di più, ma più longilineo, meno muscoloso, sebbene le sue braccia e il suo tronco fossero di tutto rispetto anche per un combattente.
    Un istante dopo scomparve, riapparendo davanti a Sho, nella piazza del villaggio, circondato da chi era presente.

    ...non ti appartiene.

    Disse soltanto, dolcemente, prima di conficcare tutto il braccio, fino al gomito, nelle viscere del chunin, così rapidamente che il ragazzo avrebbe giurato di aver percepito il fatto solo dieci secondi dopo che si fosse verificato. Non era un colpo atto ad ucciderlo, non nell'immediato, era più una sorta di sigillo, molto simile a quello che aveva strappato la volpe a Raizen.
    Dal corpo di Sho, più precisamente dagli orifizi presenti sulla testa, e dagli occhi, sembrò uscire un orribile liquido nero, simile a pece, causando grande sofferenza al ragazzo. In quel momento, un gruppetto di ninja della Foglia si avventò sull'uomo, il quale continuò la sua opera sul chunin, senza nemmeno voltarsi verso gli assalitori, che, arrivati a due metri dall'uomo, presero ad ammazzarsi tra loro, in preda ad una follia omicida che non aveva sede nel villaggio; arrivando a tagliarsi via la faccia reciprocamente con i kunai.

    ...si è guastato...un peccato.

    L'uomo tirò fuori il braccio dal ventre di Sho, rivelandosi completamente nero e coperto del medesimo liquido nero; quindi, con la stessa mano, afferrò il chunin per il volto, stringendo così forte da contrarre i lineamenti facciali, e causando una eventuale reazione del chunin solo dopo una manciata di secondi. Prima di esplodere con lui in una nuvola del colore del fango di palude. Nel nulla.

    [...]

    Entro breve, Raizen sarebbe stato trasportato in ospedale, il suo volto in pietra ripulito, e i danni, minimi, al villaggio, ripristinati. Allo stesso modo i morti della piazza e della notte di follia, sarebbero stati tumulati e pianti, tutto, nel giro di una settimana sarebbe tornato alla normalità, come se nulla fosse successo. Un attacco molto diverso da quello di Kiri. Stavolta Cantha aveva distrutto qualcosa di diverso, qualcosa di più difficile riparazione di qualche muro o qualche vetrata, e durante il funerale del nobile Kazutoshi, questo sarebbe stato molto evidente. Molte personalità importanti sarebbero state assenti. Gli stessi presenti,
    seppur senza motivo, si sarebbero guardati attorno, alla ricerca di una qualche sicurezza. Shiro li aveva attaccati con la paura, dimostrando loro che chi li guidava non aveva la forza di farlo, e che in qualunque luogo in qualunque momento, non sarebbero stati al sicuro. Specialmente ora che la Volpe era a piede libero, chissà dove, nelle mani del nemico. Specialmente ora che il Kage non era più certo di essere un kage, rotto nel corpo e nello spirito; con il suo successore scomparso, forse rapito, assieme al cinque code. La potenza militare della Foglia non aveva forse mai subito un colpo simile dai tempi della grande guerra, senza nemmeno rimetterci un muro. Quanto a Raizen, se avesse davvero scelto di abbandonare il suo ruolo, gli sarebbe stato chiesto di nominare un amministratore in attesa delle elezioni di un nuovo Kage, altrimenti sarebbe stato nominato d'ufficio Oda Saitama, come amministratore.
    In compenso, nell'ufficio di Raizen, rimasto sigillato per quasi una settimana, un baule aspettava che qualcuno aprisse la porta, e dispensasse i suoi tesori a chi ne sarebbe stato degno. Un amico della Foglia aveva raccolto le maschere e le aveva lasciate ai suoi ninja, prima di lasciarsi il villaggio alle spalle, forse per sempre.



    OT
    CITAZIONE
    Vi ringrazio per la giocata; come avrete a questo punto intuito, siamo giunti alla fine appena in tempo, sebbene con discreti sacrifici. Complimenti a tutti i partecipanti, e a presto con le novità che questa trama ha permesso di rivelare. Vi invito ad un altro giro di post, quindi potete proseguire tra di voi come più vi aggrada. Assegnerò gli stemmi fino a questo punto, poi sarà una giocata aperta a chiunque lo desideri.
     
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    Addio





    Della mia preda non rimase nulla se non una poltiglia di carni e sangue che andava a mischiarsi con gli stracci del suo vestiario.
    Copioso il liquido cremisi scorreva lungo le code nere dipingendole di rosso, con la morte del Cervo la missione del demone era compiuta; nonostante il mio corpo mantenesse la stessa forma sentii chiaramente la follia e l'odio regredire, lasciando spazio alla mia possibilità di ragionamento: ce l'avevo fatta.
    Il rituale era concluso e, purtroppo, il risultato fu subito evidente, il mio corpo venne letteralmente sollevato da tera, ma non come se qualcuno lo alzasse, era piuttosto il pavimento che sembrava scendere.

    "Ma che cazzo?"

    Pensai mentre le cinque code si piantavano nel soffitto in modo da fornirmi l'appoggio necessario per ruotare su me stesso e posare su di esso le piante dei pieid sulle quali attivai il chakra adesivo.
    Sembrava impossibile eppure l'intero luogo dava l'impressione di stare precipitando.
    Non molto lontano da me notai Shin, le sue condizioni non erano certo ottimali, e fondamentalmente era colpa mia, rimpiansi la furia che me l'aveva fatto scaraventare via con tanta violenza, ma le scuse avrebbero potuto aspettare ancora un po'.
    Avanzai rapido verso il foro che dal soffitto conduceva all'esterno mentre la coda alla mia estrema sinistra scattava verso Shin e lo cingeva gentilmente in modo da poterlo portare con me.
    Non ci vollero che pochi istanti prima che mi trovassi fuori per rendermi conto della situazione critica in cui mi trovavo: avevo ragione, tutto stava precipitando, per giunta verso da Konoha, l'intero villaggio sarebbe stato distrutto!

    Cazzo!

    Esclamai mentre cercavo di analizzare quello che avevo attorno.
    Purtroppo io e Shin non eravamo soli, anche Asami stava condividendo il nostro destino; al massimo della mia velocità scattai verso di lei cingendo anch'essa con una delle code.

    Vi porto via di qui, non abbiate paura!

    Stavo componendo i sigilli per la tecnica del richiamo in modo da poter evocare Pegaso in modo che potesse portarci via di lì, ma non fu necessario.
    Un istante dopo, quando avremmo ancora dovuti essere ben lontani dal terreno, mi trovai riverso su di esso.
    Shin era alla mia destra ed Asami alla mia sinistra, non sembravano stare bene, ma erano vivi; provai muovermi ma fui colto da una profonda fitta generalizzata, tutti i miei arti erano rotti, al momento inutilizzabili.
    Come sciolto dalla pioggia lo spesso strato di chiakra che mi circondava e formava le code scomparse, lasciandomi riassumere il mio normale aspetto.

    -Coff... coff...-

    Tossii.

    -Ce... ce l'abbiamo fatta... sono fiero di voi... Shin..mi.. mi dispiace... Coff.. coff... Non ragionavo.-

    Finalmente era finita, e Konoha sembrava non essere stata distrutta dall'enorme complesso di edifici che precipitava dal cielo, il quale sembrava essersi volatilizzato, chissà di quale misteriosa tecnica faceva parte.
    Chiusi gli occhi, esausto, lasciando che la pioggia lenissi il dolore ed il torpore che avvolgeva il mio corpo estremamente provato.
    "Non ti appartiene", queste furono le parole che mi fecero capire che la mia avventura era ben lontana dall'essere conclusa; solo il tempo di aprire di nuovo gli occhi prima che un misterioso alto più o meno come Razien mi ficcasse il suo fottuto avambraccio nell'addome ad una velocità tale da no lasciarmi nemmeno il tempo di rendermene conto.
    Avrei voluto gridare, ma non ci riuscii, la mia voce era soffocata da un liquido che sembrava uscirmi dallo stomaco, ero sicuro fosse sangue me quando arrivò in bocca non sentii il classico sapore ferroso del liquido cremisi, invece si trattava di qualcosa di viscido e pastoso, lo stesso liquido nero che avevo incontrato assieme al cinque code sentii che copioso mi fuoriusciva dalla bocca e dagli occhi.
    Incapace di reagire, braccia e gambe rotte, ero alla mercé di quella misteriosa figura che non sembrò contenta del risultato che ottenne, che volesse togliermi il demone? Era quello ad essere difettoso? Il Gobi era davvero così legato a me?

    "Cosa sta succedendo.. Kokuo?"

    Provai a chiedere, inutilmente, al cinque code nel mio mondo interiore.
    Come fossi fatto di carta l'uomo misterioso mi sollevò tenendomi per il volto ed impedendomi di proferir parola; le mie braccia erano inerti, distese lungo i fianchi, sapevo che quella sarebbe stata la fine e , con le ultime forze, mandai un messaggio a mio fratello che speravo avrebbe ricevuto.
    Le dita di entrambe le mani, ben visibili sia da Shin che da Asami, composero dei piccoli movimenti, lenti, in modo che i due li potessero vedere bene e memorizzare. Per loro non avrebbero significato niente ma, se li avessero ripetuti ad OdaOda
    Abile: L'utilizzatore ed il fratello possiedono un linguaggio segreto di segni e gesti che permette loro di comunicare senza che gli altri comprendano. Ogni scambio di informazioni è considerato occultato.
    [Da Genin in su]
    , questo avrebbe potuto facilmente decifrarli: "Mi dispiace, sembra che alla fine mi sia davvero fatto ammazzare."
    Poi solo il buio.



    Ferite Fottuto
    Vitalità 3 su 18
    Chakra ? su 100

    Slot Tecnica Base
    Slot Tecnica Avanzata



    Slot Difesa1 //
    Slot Difesa2 //
    Slot Difesa3 //
    Slot Azione1 //
    Slot Azione2 //
    Slot Azione3 //
     
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    Dracarys

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    Il Drago e l'Oni


    8° post



    Pensato
    Parlato




    Non le sfuggì lo sguardo di sorpresa e l'affermazione che fece Yato non appena la vide, ma quando il genin cambiò discorso deviando sull'hokage non indagò oltre, anche se si appuntò mentalmente di chiedergli una volta che la situazione si fosse tranquillizzata a cosa si riferisse. Dopo aver evocato Tsume si avvicinò all'uomo steso a terra con lo sguardo pieno di apprensione mentre ascoltava le parole del Senju: per quanto non arrivasse ancora ai suoi livelli fisici si stava dimostrando un'ottimo ninja medico e probabilmente era solo grazie a lui se Raizen si era stabilizzato e non rischiava di morire da un momento all'altro. Più osservava il corpo dell'uomo più la kunoichi si domandava come potesse essere ancora vivo. Annuendo alle sue parole tirò fuori il suo filo di nylon, cominciando a valutare come poter legare la barella creata da Yato a Kiba che avrebbe evocato di lì a poco se necessario.
    Furono però le seguenti parole del ragazzo a farle gelare il sangue nelle vene ed il genin avrebbe potuto vederla chiaramente sbiancare per un istante In che senso mi assomigliava? sussuro, immobile con gli occhi sbarrati mentre lo sguardo scattò istintivamente su Jotaro alla ricerca di risposte che tuttavia non arrivarono: era impossibile si trattasse di sua madre, aveva visto e toccato il suo cadavere sgozzato, aveva guardato dentro i buchi vuoti e bruciati dove un tempo vi erano le sue iridi. Non poteva in nessun caso trattarsi di lei, eppure perché il dubbio si era insinuato sotto la sua pelle in quel modo?

    Fu la successiva riattivazione della comunicazione mentale con Oda a farla letteralmente saltare sul posto quasi fosse un felino colto alla sprovvista: allora era riuscito ad uscire anche lui, e forse con lui anche gli altri Siamo sulla montagna degli Hokage, Raizen è messo molto male, raggiungeteci il prima possibile non appena fosse arrivato rimase delusa nel notare però come in realtà il chunin fosse da solo Gli altri...? la sua domanda fu più retorica che altro, dovevano essere ancora rimasti imprigionati nella trappola se nessuno aveva risposto al suo appello, e quella era l'ipotesi migliore. Sentì un groppo crescere nel petto all'idea che, più di tutti, Shin potesse essere ancora intrappolato in quel posto, da solo a fronteggiare due avversari. Sperava solo che lui e tutti gli altri stessero ancora bene...

    Quando l'Hokage finalmente si rimise in piedi la prima affermazione che fece fu proprio sulla stessa donna che aveva visto Yato: assieme a Jotaro Raizen era una delle poche altre persone a Konoha a conoscere la sua storia e la vera identità di Taka. Rimase perplessa nel sentire come quella specifica fosse proprio la prima cosa che ritenne giusto dire...Immobile lo osservò senza dire una parola mentre i suoi sospetti invece di placarsi si facevano sempre più grandi, poteva sentire l'adrenalina, già alta per la tensione e gli sforzi fisici provati fino ad allora, scorrere ancora più velocemente nel suo corpo ed arrivare alle braccia, alle gambe in preparazione ad un possibile ed imminente pericolo.
    Continuava a ripetersi Taka non poteva essere viva ed anche Raizen questo lo sapeva bene, d'altronde perché l'Hokage stesso avrebbe dovuto mentirle su una cosa simile? No, si stava facendo prendere dal panico in maniera totalmente insensata e priva di logica, ma nonostante stesse però cercando di fare prevalere la sua parte razionale, quella emotiva spingeva per uscire fuori, quasi urlante.
    Susanoo... sussurrò più a se stessa che agli altri nell'ascoltare le parole del suo Kage; aveva più di una volta sentito parlare di quella tecnica da suo padre e dai membri più alti del clan ma non pensava ci fosse ancora qualcuno in grado di utilizzarlo: chiunque fosse, doveva possedere una forza mostruosa.
    Ascoltò in silenzio le parole di Raizen e non le servì molto per capire come oltre che nel corpo l'uomo fosse spezzato anche nell'animo come lui stesso ammise: doveva essergli successo qualcosa di terribile ma nonostante avesse mille domande sulla punta della lingua l'Uchiha decise di tacere, quello non era il momento giusto per indagare. Sul suo volto sarebbe stata però evidente a tutti la preoccupazione crescente nell'osservare l'Hokage, persona che lei stessa riteneva invincibile essendo al contempo il ninja più forte e la colonna portante di Konoha, ridotto ad essere l'ombra di se stesso. Se Cantha era riuscito a ridurre anche lui in quel modo come poteva sperare una semplice genin come lei di fare la differenza in quella situazione? Per un momento si sentì quasi senza appiglio, come se le mancasse il terreno sotto i piedi all'idea che, assieme al Kage, anche Konoha fosse mortalmente spezzata in quel momento. Non aveva la più pallida idea che per lei il peggio dovesse ancora arrivare.

    Senza alcun rumore e senza alcun preavviso qualcosa sembrò sfaldarsi ad una cinquantina di metri da loro, simile ad un velo che veniva sollevato mostrando ciò che celava. Un gruppo di persone si trovava ora davanti a loro, le stesse persone che avevano affrontato solo pochi minuti prima dentro l'illusione ma assieme a loro vi era un ulteriore persona: Taka, seppur priva di un'occhio, era in piedi di fianco a Shiro che li osservava, viva e vegeta No...non è possibile... la kunoichi diventò una statua di sale, immobile quasi avesse visto un fantasma, mentre osservava la madre davanti a lei.
    In maniera totalmente irrazionale decise di provare su se stessa il rilascio senza comporre alcun sigilloMente Allenata
    Talento: L’utilizzatore può effettuare il rilascio senza utilizzare i sigilli e senza malus in efficacia. Utilizzabile una volta ogni due round. Non è possibile utilizzare altre abilità 'Talento' in combinazione.
    [Da genin in su]
    non volendo credere ai suoi occhi ed in maniera totalmente vana: non poteva essere ancora in piedi davanti a lei, doveva trattarsi di un'illusione.
    Solo pochi istanti dopo dalla luna cominciò a scendere una innaturale pioggia di sangue ma la ragazza quasi non sembrò accorgersene, concentrata solo ed unicamente sulla donna quasi fosse un'animale selvatico che vede il fuoco per la prima volta. Le gocce di sangue sporcarono completamente i suoi vestiti, i suoi capelli, il suo viso, andandosi a mescolare con alcune lacrime che cominciarono, per rabbia, dolore, frustrazione e terrore, a scorrere senza controllo dai suoi occhi già umidi per l'accaduto.
    Senza spostare lo sguardo dalla madre rivolse a Jotaro una sola ed unica domanda Perché è ancora viva? le era stato ordinato di mantenere il segreto ma in quel momento era l'ultima cosa che le interessava, Yato doveva aver già intuito qualcosa e non si preoccupava minimamente del fatto che Oda fosse lì con loro in quel momento PERCHE' SEI ANCORA VIVA?!? urlò poi cominciando poi a fare qualche passo istintivamente verso la donna: aveva rischiato la sua stessa vita e peggio, i suoi stessi occhi per poterla intrappolare, per poter portare il suo cadavere a Konoha eppure non era servito. Poteva convivere, seppur con difficoltà, con l'idea di avere una madre traditrice del clan e del villaggio ormai morta, un problema terribile ma risolto ed appartenente al passato, ma non era sicura che sarebbe riuscita a farlo ora che aveva scoperto come la donna fosse in realtà ancora viva.

    Quasi non si accorse del palazzo del daymo che crollava inesorabile sul villaggio, non rendendosi minimamente conto che la sua caduta significasse anche l'inevitabile caduta di chi era dentro esso, Shin compreso, non essendo abbastanza lucida o razionale in quel momento per realizzarlo. Allo stesso modo quasi non fece caso all'uomo che comparve all'improvviso dietro le spalle di Shiro ed allo sguardo terrorizzato di quest'ultimo, avendo occhi solo per Taka in quel momento. La mano destra si serrò sulla wakizashi mentre lottava contro se stessa sul da farsi: gettarsi all'attacco di un simile gruppo solo per avere una minima speranza di colpire la donna sarebbe stata una pura follia, l'avrebbero fermata prima ancora che potesse arrivare anche ad un solo metro da loro. Allo stesso tempo non poteva neppure stare ferma a guardare, ma cosa poteva fare lei se persino l'Hokage non vi era riuscito? Fu mentre stringeva la wakizashi fino a quasi sentire dolore nella mano che Shiro, terrorizzato per qualcosa che la kunoichi non riuscì neppure ad immaginare, scomparve in una nuvola di fumo così come era comparso seguito pochi istanti dopo dallo stesso uomo che tanto sembrava spaventarlo.

    Solo allora, dopo lunghi ed infiniti secondi, Kairi si riprese dalla sua trance. Ricadendo sulle ginocchia a terra sollevò il pugno sinistro carico di chakra e sfogò tutta la rabbia che provava contro il povero ed inerte terreno con tutta la forza che aveva in corpo, finendo probabilmente con il rompersi anche qualche ossa della mano, mentre dalla sua gola uscì un urlo di pura rabbia e disperazioneAAAAARGH!!!
    Erano stati sconfitti su tutti i fronti...l'Hokage era stato spezzato, non aveva idea di dove fossero Shin e gli altri, nessuno dei loro nemici era anche solo minimamente ferito e sua madre era ancora viva E' un incubo...Ditemi che è un incubo!!! esclamò ancora una volta fissando il terreno a carponi ed ignorando completamente il pulsante dolore alla mano causato dall'impatto, mentre lacrime copiose scendevano dal suo viso.

    UtXV7qF



    La guerra era appena cominciata e loro avevano già perso la prima battaglia, mentre la ragazza aveva subito più colpi di quello che avrebbe mai potuto immaginare in passato nell'ultima settimana.



    Non ho messo i consumi del rilascio essendo un post totalmente descrittivo, ma se serve li aggiungo. La seconda parte del post la ruolerò nel topic apposito che verrà aperta da Fenix appena potrà


     
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    Sotto la Pioggia


    Intrecciando i salici





    Le cure di Yato e i tonici iniziavano a sortire qualche minimo effetto, il necessario per rendere la sua mente realmente lucida, cosa che gli permise di comprendere quanto inutile fosse stata la sua innocente bugia, già prima che i cantiani sbucassero da una curiosa barriera, tipologia di tecnica che pare fosse loro caratteristica peculiare.
    Un evento che Kairi non potè reggere ulteriormente, iniziava a cedere alla rabbia, ma per sua fortuna, e sfortuna di Raizen, era vicina a quest’ultimo. Il chakra che dovette sprecare per tenere i muscoli rigidi attorno alle ossa non fu poco, non le sentiva rotte, ma sapeva che lo erano, fare a meno di quello stratagemma avrebbe peggiorato la sua situazione.
    La traccia di sangue lasciata dal suo movimento ne era la prova, tuttavia, il braccio si allungò verso Kairi, verso l’unico punto vicino a Raizen: le caviglie, fini, delicate, femminili soprattutto rispetto alla mano del Colosso, che gli si strinse attorno così saldamente da fargli comprendere che stesse palesemente mettendo in gioco la sua salute per quel gesto.

    Guardami.
    Guarda.
    Me.
    Ti serve altro per capire?


    Bastava lui ridotto in quello stato pietoso, non era il caso che un’altra foglia si seccasse sull’albero, in quel momento lo sguardo di Raizen era fermo, inamovibile, incurante dello stato in cui versava. Parve ignorare persino la pioggia, nonostante restasse concentrato su Shiro e la sua banda.
    Stava per afferrare un sasso quando dal nulla apparve un nuovo commediante nella tragedia Konohaniana. Qualcuno di così potente da far raggelare Shiro e metterlo a catena.
    La presa di Raizen si allentò, scivolando via.

    È la realtà.

    Disse fissando il vuoto con uno sguardo assente. Osservare Raizen in quel momento sarebbe stato come osservare un bambino che impara ad usare le espressioni, qualcosa in lui lo spingeva senza tregua, a ritmo dei singhiozzi di Kairi, un sentimento vecchio, stanco, e i suoi lineamenti si muovevano assecondandolo.
    La bocca si contrasse, stringendo le labbra, poi nuovamente si distese, le sopracciglia si avvicinarono, abbassandosi, per poi rilassarsi nuovamente, mentre il naso si increspava per assecondare i movimenti del volto.

    Ma finchè saremmo uniti…
    Finchè saremo vivi…
    Saremmo in grado di sostenerci l’un l’altro, di perdurare, di conservare lo spirito sotto la cenere.


    Non riuscì a parlare di vendetta, non ancora, non in quel momento, lui stesso in quel momento si sarebbe dato uno schiaffo se l’avesse detto. Ora era il momento di restare in silenzio, di meditare, di leccarsi le ferite.
    Guardò gli shinobi, gli alleati, i Compagni che aveva attorno e decise che un segno avrebbe potuto darlo: fece un cenno a Kairi.

    Sii gentile, dammi una mano.

    Ed intendeva letteralmente, era possibile notare infatti che la mano che prima la stringeva ora era in posizione per un timido sigillo, tuttavia orfano della sua metà.
    Se la kunoichi avesse ascoltato avrebbe potuto vedere che la sequenza che i due realizzavano era quella per la tecnica dell’evocazione, tecnica che avrebbe fatto apparire davanti ai presenti Hibachi, il Rosso Re dei draghi dell’Ovest, mostrandogli che, nonostante tutto una via c’era sempre, anche se si somigliava più ad un cadavere di un metalmeccanico dopo un incidente sul lavoro che ad un essere umano.
    Stava evidentemente per parlare, forse per fare dell’umorismo, forse per scambiare la solita frecciata di benvenuto con Raizen, ma tacque, vedendo la situazione in un attimo il suo corpo sarebbe diventato fiamma pura mentre ogni singola spira del suo corpo si preparava a scattare, ma un solo dito di Raizen lo tranquillizzò.

    È tutto finito.
    Portaci a casa.


    Ei bello cos’è successo?

    Il drago, si calò sulla figura inerme, ora spento ma comunque piacevolmente caldo al contatto, dando una nuova definizione a quella prospettiva, la sua voce era un crepitio gentile.

    Andiamo.

    La nuova richiesta non giunse con ira, fastidio o simili, era una voce stanca a parlare, e nonostante Hibachi aggrottò le sopracciglia per quel comportamento così singolare ubbidì, calando di quota per permettere al gruppo di poggiare Raizen su di lui.

    Il Daimyo.

    Dopo il quale, saliti i tre sul drago, avrebbero fatto rotta verso il villaggio stranamente intatto, fatta eccezione per qualche calcinaccio. Il leggendario rettile avrebbe solcato i cieli per poco, perdendo subito quota quando gli venne chiesto di calare verso il luogo in cui avrebbe dovuto impattare il palazzo del daimyo. La prima cosa che avrebbe individuato Raizen fu il suo volto, trafitto dal sangue di dieci bambini, uno per ogni numero che veniva prima del suo titolo di kage.
    Non si potè tuttavia focalizzare sul proprio volto a causa delle notizie in arrivo: l’uomo che aveva fermato Shiro aveva preso Sho con se.

    …come?
    Del… nero?


    Avrebbe chiesto conferma quando gli avessero riportato l’accaduto, dando un senso a tutte le disgrazie avvenute quella notte: l’obiettivo dell’Oni erano i demoni, ma a quanto pareva l’interazione con Sho durante il confinamento del cinque code nel suo corpo gli aveva salvato la vita, qualcosa era andato storto, impedendo allo sconosciuto di privarlo del demone e con esso della vita, una nota positiva, in un requiem di dolore che lasciò il volto di Raizen immutato, le lacrime erano finite, tutte. Doveva iniziare a riempire il vuoto, e la sorte di Sho premeva, insieme alle lacrime di Kairi, di farlo con l'autocommiserazione
     
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    Magistra Vitae

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    This is war

    Post viii - Tutto finisce qui






    Qualsiasi cosa il demone della Foglia avesse combinato, sarebbe stato al di fuori del campo visivo di Shin, ma gli effetti sarebbero stati tanto improvvisi quanto sorprendenti. Il genin, come improvvisamente liberato dai vincoli della gravità, prese a fluttuare verso l'altro, finendo per arrestare la sua salita contro le tubature del soffitto con una piccola botta, che attraversò il suo corpo segnato simile ad una scossa elettrica, facendolo mugugnare di dolore contro la sua volontà. Cosa diamine sta succedendo ora? In risposta alla sua domanda, probabilmente stupida, la stessa coda di chakra che in precedenza l'aveva scaraventato contro la parete del condotto si allungò verso di lui, stringendolo questa volta con delicatezza e portandolo fuori dalle fogne attraverso il varco nella volta prodotto neanche un minuto prima da lui e dal cinghiale, del quale per inciso non c'era più nessuna traccia. Prima che Shin potesse fare aprire di nuovo bocca, rimase abbagliato dallo spettacolo che si mostrava ai suoi occhi. Un'intera fortezza stava precipitando, frantumandosi, da un'altezza spropositata su quello che con ogni evidenza era il Villaggio della Foglia. Un'apparizione terribile, ma al tempo stesso affascinante. Peccato che in mezzo ai detriti si trovasse anche lui, insieme a due alleati. Il Kinryu era giunto alla conclusione che il mostro altri non fosse che Sho, per un procedimento ad esclusione e dal tono di voce, ma il suo aspetto tenebroso incuteva ancora un ancestrale timore nel cuore del ragazzo. L'altro malcapitato compagno di sventura era la kunoichi Asami, con cui non aveva scambiato che alcune parole formali poche ore prima. E ora, stavano tutti cadendo, in una situazione che sfidava la ragione. Shin deglutì, teso, spaventato per l'immensità del vuoto sotto di sé, mentre senza accorgersene stringeva Yukichi trasformato in arma come se fosse il suo ultimo appiglio con la realtà. Sarebbe davvero finita così?

    aKFXzZu


    Riaprendo gli occhi, il giovane Kinryu realizzò di aver perso i sensi per un tempo indefinito. Ad un certo punto tutto si era fatto bianco, come pervaso da una luce sconosciuta, e un istante dopo si era ritrovato lì, ovunque fosse . Gli faceva male dappertutto, al punto che anche solo contrarre un muscolo nel tentativo di muovere un arto gli provocava fitte atroci, tuttavia avrebbe scommesso di non essersi schiantato, anche perché in quel caso probabilmente avrebbe smesso di fare ragionamenti del genere. Per sempre. Espirando piano, per non mettere alla prova le costole scassate, il ragazzo fu sorpreso da un accenno di risata, prontamente interrotto dalla sensazione di star ricevendo un migliaio di pugnalate per quel gesto sconsiderato. Non...non ti preoccupare...l'importante è avercela fatta... Il chunin non aveva bisogno di perdono, il suo agire, per quanto precipitoso, li aveva salvati tutti. Con la gola riarsa, come se non bevesse da secoli, il genin tacque, anche se avrebbe desiderato accertarsi delle condizioni della compagna e ringraziare Sho per averli tratti in salvo. Il rumore di passi lo ridestò, e si rese conto che era stato per un attimo sul punto di richiudere gli occhi. A quanto pareva i soccorsi non avrebbero tardato. Tuttavia, ancora una volta il destino aveva dei piani diversi per loro. Una figura comparsa dal nulla troneggiava infatti sul jinchuriki, pronunciando parole dal significato misterioso. Poi, lo sconosciuto trafisse lo shinobi agonizzante, che venne ricoperto da una sostanza nera simile alla pece. Sho! Per quanto il ragazzo avesse desiderato gridare, ciò che uscì dalla sua bocca fu poco più di un sussurro. Sforzandosi al massimo, Shin riuscì ad alzare un poco il busto puntellandosi sui gomiti, quel tanto che bastava per assistere alla scena raccapricciante che si stava svolgendo a pochi passi da lui. Una squadra di ninja di Konoha, dopo aver circondato l'uomo, prese a scannarsi tra sé, deturpandosi i visi in modo inumano. Maledetto... Nonostante la furia che gli pervadeva il corpo, il Kinryu non sarebbe riuscito a muoversi neppure di un centimetro per aiutare l'alleato e tutto ciò che poteva fare era imprecare contro il nemico. Con un filo di lacrime agli occhi, che neppure lui avrebbe saputo se provocate dal dolore o dalla tristezza, vide il chunin sollevato come se fosse una piuma. Aguzzò la vista per mettere a fuoco attraverso il velo umido, e nel farlo vide la mano priva di forza del giovane agitarsi come nel tentare di formare dei segni astratti, che per il genin non significavano nulla. Come era venuto, il terrore senza nome scomparve, portando con sé l'eroe della Foglia. Inutile, ancora una volta si era dimostrato inutile. Gli occhi gli si chiusero mentre quel pensiero ancora fluttuava nella sua mente e perse di nuovo i sensi, con un peso sul cuore simile alla morte.

    CITAZIONE
    Grazie Jotty per la giocata :riot:
     
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    Parlato Asami
    Pensato Asami
    Parlato altri


    La genin della foglia si allontanò il più veloce possibile dagli Alloggi e dalla presunta presenza del Lupo. Corse verso sud per poi avvicinarsi verso le Caserme. I suoi occhi non notarono la presenza di nessuno ma l’anomala spaccatura nel terreno attirò la sua attenzione, cercando quindi di raggiungerla. Si avvicinava sempre di più ad essa, quando improvvisamente il piede destro, a contatto con il solido terreno, aveva iniziato a staccarsi da esso mosso quasi da una forza soprannaturale. Lo stesso accadde anche al piede sinistro, ma la ragazza riuscì ad accumulare una piccola quantità di chakra in corrispondenza della pianta del piede, compiendo così un salto più lungo rispetto al normale verso la parete delle Caserme [Chakra Repulsivo].
    Accumulò un’altra quantità di chakra in corrispondenza delle mani, rendendo la stessa energia adesiva [Chakra Adesivo].
    Era riuscita ad aggrapparsi saldamente alla parete delle caserme mentre una forza invisibile cercava di sollevarla.

    §Forse il rituale è stato interrotto… Ma come?§

    Molto probabilmente il suo corpo era pronto per teletrasportarsi nuovamente a Konoha. Così staccò la mano dalla parete, sperando di raggiungere nuovamente il suo villaggio. Il suo corpo, rimase sospeso in aria per pochissimi secondi. Forse troppi per la giovane diciannovenne che cominciò a guardarsi intorno, aspettando di rivedere il suo amato villaggio. Ma in realtà il suo corpo non fu sospeso, poichè nuovamente la genin della foglia, venne attratta dalla forza di gravità, dritta verso il basso.

    §Oh no!§

    Dopo aver lasciato la presa dalla struttura, il suo corpo si era allontanato da esso e precipitando sempre più velocemente. L’aria le accarezzava il viso violentemente, tanto da proteggerlo con le mani. Improvvisamente una nuova forza l’attirava da tutt’altra parte, ma non fermò la sua caduta verso il basso. D’istinto spostò lo sguardo, notando la presenza dello stesso demone che vide in precedenza. La coda la stringeva mentre la figura dalle strane fattezze proferiva parole. Quella raccomandazione rivolta non solo a lei ma anche al ragazzo che prima della partenza aveva scambiato poche parole. Diede un ultimo sguardo a ciò che la circondò in quei momenti. Sopra le loro teste tutti gli edifici che componevano la residenza dal Daimyo, erano anch’esse in caduta libera come gli shinobi della foglia. E la loro destinazione non era altro che la città di Konoha che, secondo dopo secondo, si avvicinava sempre di più.
    Cosa stava succedendo? Perchè ad un tratto quello che fino a quel momento rappresentava per loro il campo di battaglia, stava per schiantarsi su Konoha? La fine del rituale comportava anche la fine del villaggio?

    -AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHH!-

    Il ninja aveva detto ad entrambi di non avere paura. La genin non ci riuscì. La città di Konoha era nuovamente in pericolo, così come le loro vite. Ma l'urlo che cacciò non fu solo un modo per esprimere una sua emozione. Forse lo aveva fatto per tranquillizzarsi a sua volta. Per il vento, particolarmente freddo, che colpiva il suo viso. Oppure per avvertire gli abitanti della città di Konoha del pericolo imminente. Quell'urlo che molto probabilmente non arrivò mai alle orecchie dei cittadini…

    [...]

    Pioggia scrosciante picchiettava il viso della giovane Hoshiyama. Era seduta, con la schiena appoggiata ad un muro e la testa leggermente declinata verso destra. Mentre il suo sguardo era ancora immerso nel buio.

    §Dove... so-no...?§

    Lentamente aprì le palpebre, rilevando ai suoi occhi un luogo completamente diverso da quello della magione.
    Una stanchezza improvvisa dominò su tutto il suo corpo. Cercò di muovere gambe e braccia per rialzarsi ma ciò che provò, fu solo un immenso dolore. Roteando leggermente gli occhi verso destra, notò la presenza dei due compagni di squadra, fortunatamente vivi. Non c'era nessuna traccia del palazzo ma l'importante per lei, erano le condizioni del villaggio e dei due shinobi. Si limitava solo a guardarli con aria stanca, senza nemmeno un sorriso o uno sguardo sereno, che il più delle volte caratterizzava il suo volto.

    -...non ti appartiene.-

    §!!!§

    Dal nulla, davanti a loro apparve un uomo piuttosto alto che a gran velocità, colpì Sho. Anche se il volto di Asami era completamente immobile, dentro di sè un turbine di emozioni cominciò a prendere il sopravvento all’interno del suo animo. Un misto di paura, rabbia e frustrazione. Cosa gli stava succedendo? Cos'era quel liquido nero che gli provocava dolore? Chi era quell'uomo e cosa gli stava provocando al giovane ninja?

    -No...-

    Riuscì a dire solo questo, ma la sua voce era talmente bassa che nemmeno le sue orecchie captarono quelle parole. Diversi ninja corsero in aiuto del povero malcapitato. Ma uno scatto di follia raggiunse le loro menti arrivando ad attaccarsi tra di loro, fino ad uccidersi. Anche se le palpebre della kunoichi non erano del tutte aperte, il suo sguardo aveva assistito a tutto quell'orrore che gli era stato servito proprio davanti a lei. Come quei strani segni che Sho aveva rivolto a lei e, molto probabilmente, anche all'altro shinobi. Forse simbolo di un imminente scatto di pazzia, raggiunto per colpa del dolore provocato dall'uomo misterioso, o semplicemente un messaggio che la ragazza purtroppo non sapeva come interpretare. Prima di sparire dietro una nuvola color fango, la diciannovenne cercò di alzarsi per raggiungere il giovane ragazzo. Ma le sue condizione fisiche non lo permisero, cadendo prona e con lo sguardo rivolto verso Shin, prima di perdere definitivamente i sensi. Il suo corpo, completamente immobile, fu inondato dalla pioggia rossa e i suoi lunghi capelli, per colpa di quello strano fenomeno, si tinsero dello stesso colore del sangue.
     
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    Epilogo


    Alla fine ero riuscito a trovare gli altri ninja che erano sfuggiti al rituale, giunto sul luogo avevo affidato quell’unico farmaco che possedevo a Yato, in modo che potesse fare lui, poi mi ero messo a scandagliare l’area intorno a noi utilizzando le abilità del mio clan e il Sesto Senso, purtroppo non sembrava esserci più traccia del serraglio o di Shiro.
    Se ne sono andati, sembrerebbe…
    Dissi senza troppa convinzione, proprio perché le abilità dei ninja come me si erano rivelate fondamentali in molti contesti, altri ninja avevano messo a punto tecniche per occultarsi alla percezione del chakra. Sapevo di non essere infallibile…
    Per questo motivo mi avvicinai al Daimyo con cautela, prendendo in braccio il cadavere con attenzione, quell’uomo aveva dato la vita per Konoha, sicuramente meritava degna sepoltura ed un dolce riposo nella sua vita oltre la morte, il suo spirito non avrebbe infestato quei luoghi.
    Speravo solo che anche gli altri potessero avere la fortuna di tornare a casa, per quanto malconci.
    C’è Sho con loro, sono in una botte di ferro
    Ripetei a me stesso cercando di rincuorarmi, era sempre difficile per me sapere di non essere insieme al mio fratellone, soprattutto in situazioni come quella, come avrei affrontato mia madre se Sho non fosse tornato?

    Scacciai quei brutti pensieri scuotendo la testa, seppellendoli sotto questioni più pressanti e meno incerte, ma anche se nascosti, la malinconia che li accompagnava rimaneva nella mia mente.
    Sho sta bene, sussurrai mentre mi avvicinavo al resto del gruppo.


    Improvvisamente percepii diverse fonti di chakra vicino a noi, due delle fonti assomigliavano molto alle maschere che avevamo combattuto, solo che le quantità di chakra non avevano paragone, ero triste a pensare di essermi beccato tutte quelle ferite da una brutta copia. Shiro era lì davanti a noi, ma sembrava ignorarci, godendosi uno spettacolo decisamente più inusuale. Stava piovendo, ma non solo semplice acqua, il palazzo del Daimyo stava cadendo dal cielo!
    Per quanto la situazione fosse disperata non potei farmi sfuggire un sorriso, quell’apparizione significava che il rituale era stato interrotto, Sho ce l’aveva fatta. Subito gli chiesi come stesse e in che condizioni si trovasse, ma non ricevetti risposta. Per fortuna attraverso il sigillo di Comunicazione potevo percepire il loro chakra, magari aveva perso i sensi dopo aver utilizzato il demone, ma il suo chakra non mentiva.
    “Gli altri sono tornati, riesco a percepire il loro chakra”
    Condivisi mentalmente con gli altri quel pensiero, preparandomi a vender cara la pelle, ma il destino sembrò sorriderci. Un uomo vestito all’antica apparve vicino a Shiro, fermando qualsiasi tecnica di Evocazione avesse avuto intenzione di utilizzare e intimandogli di tornare a casa, Shiro ubbidì agli ordini con la coda tra le gambe, chi diavolo era quell’uomo? Non solo non possedeva chakra, ma sembrava quasi un miraggio, potrei dire che era e non era lì, contemporaneamente…

    Tagliando corto, Shiro si ritirò e il palazzo del Daimyo scomparve chissà dove, evitando di distruggere Konoha, ma eravamo tutti tornati a casa, per fortuna.
    Kairi era furiosa, quella donna che le somigliava sembrava essere tornata in vita, che fosse un altro dei rituali di Cantha, difficile a dirsi.

    […]


    Giunti sulla piazza, trovammo Shin e Asami, entrambi feriti, ma vivi. Sho, invece, era scomparso e non percepivo più il suo chakra. Forse era partito all’inseguimento del Serraglio grazie a Pegaso? O stava aiutando gli altri in giro per il villaggio?
    Sta bene.
    Se c’era qualcuno che poteva sapere cos’era successo era Shin, a giudicare dalla sua vicinanza alla pozza nera, il fatto che non fosse cosciente non era rilevante.
    Cos’è successo a mio fratello?
    Dissi a Shin, poggiando una mano sul suo petto, ed insinuandomi prepotentemente nella sua mente, l’Interrogazione mentale non era mai piacevole per chi la subisse ma non avevo tempo da perdere. Purtroppo vidi ciò che non avrei voluto vedere.

    Sho era stato portato via, ancora una volta mio fratello era stato rapito. Che volessero rimuovere il demone? Che si volessero vendicare perché Sho aveva evitato la totale disfatta di Konoha in quel modo?
    Non era dato saperlo, l’unica cosa certa era che mio fratello non si trovava più sul mio stesso continente, probabilmente era già arrivato a Cantha. Quel pensiero che avevo tentato di scacciare era diventato realtà, e tutte le cose che avevo pensato erano diventate bugie.
    Vi ucciderei tutti…
    Dissi tra me e me, lì avrei uccisi tutti per riavere mio fratello. Non avrei esitato a sacrificare ciascuno dei miei compagni per poter riavere Sho lì accanto a me. Ancora una volta ero sopravvissuto, ma perché? Per pentirmi della mia vita ogni singolo giorno, davanti ad una tomba vuota?
    Cosa avevano perso gli altri? Un braccio? Un titolo? Un compagno? Un amico?
    Perché?
    Avevano visto il loro villaggio distrutto da un invasore straniero, il loro idolo venire spezzato, erano stati messi di fronte ai propri limiti e non li avevano superati. Avevano visto la fiducia che ogni cittadino aveva riposto in loro venire tradita.
    Loro erano tristi… per così poco.
    Improvvisamente tutti i presenti, che mi fossero stati abbastanza vicini avrebbero sentito una profonda tristezza dentro di loro. Il mondo sarebbe diventato un po’ più scuro di quanto non fosse già, il loro corpo sarebbe stato estremamente pesante.

    Tutti loro, anche se solo per un istante, avrebbero capito cosa voleva dire perdere un fratello. Avrebbero capito come tutti i ricordi più belli di una vita, potessero diventare in un secondo il veleno più terribile per la tua anima. Solo all’ora, io piansi. Senza singhiozzi. Senza muovermi. Guardavo il vuoto e lasciavo che la pioggia nascondesse la prova del mio dolore.
    No…
     
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    Maschere della Foglia


    Beh...la ho vista solo di sfuggita ma...il taglio del viso e i capelli erano... Venni interrotto dall'intervento di Raizen e poco dopo dalla comunicazione di Oda. Si sono liberati! Dissi a beneficio di chi non era collegato allo Yamanaka. E ora che cosa... Successe tutto in poco tempo. La luna che precipitava dal cielo, la scomparsa di gran parte dei detriti...dalla mia posizione non potevo fare quasi niente salvo guardare e chiedermi per quanto ancora avrei potuto mantenere attiva l'illusione sul jonin ferito...o se ci fosse stato un ospedale dove arrivare. Non devi muoverti! Lo rimproverai quando lui cercò la mano di Kairi con il braccio ancora buono, e francamente non diedi molto peso ai suoi discorsi successivi. La Missione era in attesa di un nuovo Kage, fino ad allora avrei combattuto per Konoha come un normale ninja, ma non avevo alcun bisogno della Volontà del Fuoco a cui accennava il ferito, anche perché uscendo dalla sua bocca aveva poco significato, visto il suo stato. Niente discorsi. La cosa principale è arrivare in sala operatoria. Il resto si vedrà dopo.

    Kairi stava avendo una sorta di crollo nervoso intanto, mentre la comparsa del maestoso Drago portava un briciolo di sicurezza. Se Raizen fosse stato ancora Hokage non avrei avuto possibilità contro un simile alleato...dovevo assolutamente prepararmi per contrastare le creature evocate, evitando di legarmi anche io ad esse o avrei avuto orecchie indiscrete a conoscenza della Missione (era un punto fermo che mi ero dato molto tempo prima). Ne approfittai per avvicinarmi alla Uchiha. Kairi...non so cosa sia successo...ma... Barcollavo un poco per la continua emorragia di chakra immesso nelle ferite del l'ex-Kage. Ricordati che puoi contare su di me... Non potevo permettermi nulla di più in quel frangente...troppe cose a cui pensare assieme. Non era stato il meglio che potessi fare per approfondire il legame con la ragazza, ma dedicarle troppe attenzioni era come perdere il jonin al 100% e non potevo permettermelo in quel momento.

    Inoltre non ero nemmeno sicuro che lei mi avesse sentito. Dopo essere arrivati in ospedale, con qualche tonico dovrei essere pronto a curare altri feriti. Muoviamoci! Anche se la situazione era drammatica (forse dei detriti erano caduti anche nel Quartiere Senju) dovevo sforzarmi di restare lucido, come da addestramento sia medico che per l'assassinio, o sarebbe andato tutto in malora. La Missione prevedeva che Konoha esistesse, e quell'attacco la aveva solo danneggiata per fortuna, quindi nel mio nucleo più intimo ero calmo.

    Dovevo solo stringere i denti e attendere.

    Attendere per la Missione.

    Tutto per la Missione.
     
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    Dracarys

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    Il Drago e l'Oni


    9° post



    Pensato
    Parlato



    Quando sentì qualcuno afferrarle la caviglia istintivamente fece per allontanarsi, girandosi poi solo per vedere Raizen, strisciato letteralmente vicino a lei solo per prenderla. Osservando il suo sguardo, ascoltando le sue parole ed osservando le sue condizioni si costrinse a calmarsi, chiudendo gli occhi ed inspirando ed espirando pesantemente: quando lì riaprì le lacrime si erano fermate ed il suo viso era nuovamente rilassato, anche se lo sguardo era un chiaro sintomo di come il suo spirito fosse ancora dilaniato. Non disse nulla all'Hokage, non le uscì una parola di bocca che sentiva secca, quasi prosciugata, ma annuì alla sua richiesta di aiuto mentre con lo sguardo indugiò diverse volte verso la zona in cui erano scomparsi Canthiani. Fu allora che vide qualcosa luccicare in lontananza, anche se da quella distanza le era impossibile capire di cosa si trattasse.
    Si fermò immobile, ignorando per un secondo l'uomo a terra Un attimo... esclamò facendo un passo verso quella direzione. Non aveva idea di che cosa potesse essere ma forse gli avversari avevano, presi dalla veloce fuga, lasciato per terra qualcosa che avrebbe potuto essere loro utile. O forse era stata proprio sua madre a perderlo Arrivo subito prima lentamente poi di corsa si sarebbe quindi avvicinata alla fonte del riflesso facendosi largo fra sterpaglie varie ed alberi, trovando infine per terra ciò che aveva attirato la sua attenzione: una zambato ed un grosso martello giacevano distesi a terra e le servì qualche istante per ricollegare dove le aveva viste solo poche ore prima.

    Afferrandole le caricò entrambe in spalla, avvicinandosi a Raizen ancora steso a terra e poggiandole di fianco a lui Queste credo vi appartengano aveva visto quelle armi poco prima della partenza legate al fianco dell'Hokage; durante la caduta dell'uomo dovevano essersi staccate, finendo a qualche decina di metri di distanza.
    Infine avrebbe aiutato l'uomo a finire il suo sigillo, e quando l'uomo evocò l'enorme drago rimase un istante a bocca aperta: mai prima di allora aveva visto una simile creatura dal vivo e la sua imponenza la lasciò senza fiato. Fu in quel momento che Yato si avvicinò a lei, offrendole il suo sostegno gentile come al solito. La kunoichi annuì alle sue parole cercando di accennare appena un sorriso, il massimo che era in grado di fare in quel momento Ti ringrazio, apprezzo molto...mi consola saper di poter contare anche su di te il Senju sin da quando l'aveva conosciuto era sempre stato estremamente disponibile con lei, e nonostante non potesse dirgli nulla di quella situazione la sola vicinanza dell'amico in parte la confortava.

    Quando tutto il gruppo salì sul drago si perse ad osservare Konoha dall'alto, fortunatamente non sembrava aver subito grossi danni anche se regnava ancora il panico. Atterrati si avvicinò immediatamente a Shin cercando di aiutarlo a riprendersi, scuotendolo lievemente ma con decisione per cercare di fargli riprendere i sensi, mentre sentì il cuore stringersi nel vederlo ridotto in quello stato. Shin...ti prego, svegliati... il ragazzo era vivo, almeno a giudicare dal petto che si muoveva al ritmo del respiro, ma in pessime condizioni: Cantha aveva spezzato anche lui...
    Mentre cercava di far riprendere i sensi al Kinryuu apprese la notizia del rapimento di Sho......anche lui... la missione era andata ben peggio di quello che si aspettava, un fallimento su tutti i fronti...Osservò Oda in pieno stato di shock passando poi lo sguardo su Raizen. Non conosceva bene il chunin, non l'aveva mai visto prima di quella missione ma se un membro della foglia era stato rapito, era loro preciso compito salvarlo.


    Ho ritrovato le armi con il permesso di Jotty, non mi sono inventata tutto XP


     
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