A Matter of Purposes

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    Difronte alla criticità della situazione, il Jonin di Suna reagì nella maniera più distruttiva che conosceva; avvolto nelle sostanze organiche prodotte dal corpo dell'enorme abominio riuscì comunque a creare con l'argilla il suo esplosivo, ovvero la famosa bambolina con su scritto "morte". Non trovando però il tempo per gettarla nelle viscere del Divoratore di Mondi, l'unica alternativa rimasta ad Hohenheim fu farsi coinvolgere esso stesso (o almeno in parte) dalla portentosa detonazione.

    CcwuroI

    A nulla sarebbero servite le protezioni interne dell'evocazione; la potenza del disperato jutsu nemico era semplicemente ingestibile. Un terzo dell'affusolato e truculento vermone venne completamente squartato provocando ferite insopportabili. Lui, Sekai, si contorse in pose di dolore spasmodiche e in urla strazianti per diverso tempo ma, poco prima della sua disdetta, trovò la forza e il tempo per pronunciare parole profetiche in direzione del giovane shinobi:


    " Dan..NATO uman..O...tI riTROV...erò e morirai. NON è fin...ita QUI!!!!"


    E svanì in una nuvola di fumo gigantesca ritornando, dopo più di cento anni passati nel deserto dell'Aunaroch, nel covo originario del wurm. Sarebbe riapparso, prima o poi, e di certo non avrebbe dimenticato il volto (o forse era meglio dire il sapore) del ninja che era riuscito a batterlo...lo avrebbe cercato in lungo e in largo non appena le pesanti ferite riportate si sarebbero risanate.

    Anche se aveva sconfitto il pericoloso rivale, il bomberman di Suna si era auto inflitto danni talmente ingenti da farlo svenire. Per la terza volta da quando era finito nel Tempio, il prodigio del Sand Scorpion era finito k.o. lasciando che il suo destino fosse deciso dallo svolgersi degli eventi...ma Torikeshi sarebbe stato in grado questa volta di mettere una pezza? E soprattutto, era un caso se quel posto fosse così pericoloso e pieno di anomalie? Domande a cui di Jonin non avrebbe potuto dare risposta ora che era privo di sensi. Disteso a terra, il suo corpo pian piano sarebbe stato preda di quegli strani tentacoli di chakra oscuri che vi si sarebbero appiccicati senza apparenti ripercussioni...ma nella mente del giovane qualcosa stava accadendo.
    Una carrellata di immagini avrebbero percorso la mente del membro delle squadre speciali riportando alla luce ricordi perduti o per meglio dire mai appartenuti al ninja Hohenheim Kakita che ora calcava il mondo dei vivi! L'esperimento con l'argilla esplosiva finito male, la sua morte, il volto di Eiatsu Nai, le sua mani pallide e fredde riprendersi a muovere...e poi ancora l'intromissione nell'obitorio di Suna, con il rapimento di Reveriee (scomparsa misteriosamente da tempo), ma anche l'attentato a Kiri. Si, c'era il suo nome sulla morte e il sangue versato in occasione di quel tragico evento e il bello era che lui sapeva di non aver provato proprio nulla per ciò che aveva fatto! Il suo volto riflesso nello specchio, cadaverico e inespressivo, era il riflesso che gli sarebbe rimasto impresso nella mente più di tutti; dunque era morto, era stato resuscitato e poi per qualche motivo svincolato da ciò che lo teneva incatenato in quel limbo tra vita e morte.
    Il ricordo di tutto ciò era ciò che avrebbe atteso il ragazzo al momento del suo risveglio e rivivere quelle esperienze sarebbe stato con tutta probabilità un colpo più duro di quello inflitto dalla sua c-doll...ormai era chiaro: in un certo modo, quei filamenti evanescenti interagivano con la mente delle persone con cui venivano a contatto!

    :::

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    Torikeshi intanto era nel pieno del suo viaggio tra menzogna e ricordo. La finestra alla quel l'essere malvagio, copia inverosimile di se, gli aveva dato accesso mostrò un nuovo punto di vista su tutta la faccenda. Ora era fuori da quel corpo minuto e acerbo e guardava dall'alto gli accadimenti tumultuosi di quel giorno lontano o forse mai esistito e da lì poteva osservare meglio anche ciò che stava accadendo tra il Maestro e il controllore della sabbia; tutt'altro scontro rispetto ciò che lo vedeva impegnato fino a poco prima personalmente nei pressi della reliquia. Poi il bimbo perse l'appoggio, perdendo la posizione sopraelevata di vantaggio, e ora si trovava a fronteggiare il suo nemico liberatosi dalle funi che lo imbrigliavano; schivò il Katon solo parzialmente, riuscendo a rifugiarsi dietro il baldacchino alle sua spalle, e rimanendo ferito a tutto il lato sinistro del corpo [Basso, Rif 175, MedioLeggera diffusa]. Ma anche se riuscì a salvarsi ormai il piccolo monaco non poteva fare nulla per fermare l'inevitabile; il monolite era lì, stupendo nella sua sacrale semplicità sebbene pieno zeppo di fuuinjutsu visibili e difficili da violare...dopotutto l'urna del Monocoda non poteva essere così facile da scoperchiare, no? Ebbene era proprio quello il succo di tutta faccenda: cos'era il Sigillo Quadrangolare? E perché quel bambino, se veramente era lui più di novant'anni prima, lo sapeva e ora lui no?

    Ad ogni modo, il piccolo Torikeshi sembrava pronto ad immolarsi pur di proteggere il prezioso custodito nel cuore del monastero. Il vecchio provò ad allungare la mano per salvarlo ma ogni suo tentativo fu vano: non poteva più interagire con la vicenda e doveva solo guardare ciò che ormai era scritto dovesse accadere. La lancia di sabbia trapassò assalitore e assalito, provocando per entrambi ferite difficilmente risanabili, e l'urlo straziante che seguì dissolse anche ogni traccia dell'intero ricordo...ma osa diavolo stava accadendo?
    Ora il monaco era nel suo corpo decrepito e attorno a lui vi era una copia del posto che aveva visto fino ad un momento prima ma più vecchio di un secolo e abbandonato. Affianco a lui vi era la reliquia sacra, spezzata...il cuore del Tempio qui, nel mondo reale, non c'era più. Istintivamente si toccò l'addome, sotto le vesti, alla ricerca di una ferita che era certo di non avere e che, infatti, non sembrava esserci mai stata: nessuna arte medica, se non chirurgica, poteva cancellare completamente le traccie di un danno del genere. Quindi non era lui il ragazzo del ricordo sebbene ricordava di essere stato, una volta, proprio quel giovane!
    Prese quindi la statua in mano, l'unica cosa che lo legava ancora alla vita...cosa significava tutto ciò? Che stesse ancora sognando? Si tirò due schiaffi ma nulla cambiò; sembrava era proprio vero, aveva passato anni a sorvegliare qualcosa che non era più nel Tempio sin dal principio (?!).

    " A QUESTO SIAMO ARRIVATI, EH?! "

    Urlo riferendosi chiaramente alla sua mente. Sentiva le forze mancargli e la mente annebbiarsi; la paura di aver vissuto invano, senza uno scopo nella vita, iniziava già ad insinuarsi nel suo cuore.

    " Ti prego...cosa è questo? "

    In mano aveva la parte superiore della statua in pietra.

    :::

    Quando Hohenheim rinvenne era esattamente nel punto dove aveva perso i sensi. Aveva ustioni su tutto il corpo e l'urto generato dal suo stesso esplosivo gli aveva incrinato tre costole e danneggiato non poco sistema digerente e respiratorio...Qualora fosse riuscito a curarsi, stabilizzarsi e rimettersi in piedi, oltre il baratro che separava le due stanze scavate nella roccia, avrebbe potuto vedere Torikeshi inginocchiato a terra; ci sarebbe rimasto per ore, come paralizzato in una condizione psichica a dir poco precaria. Qualora il giovane avesse trovato il modo per raggiungerlo, dopo aver risolto i suoi di problemi riguardo i ricordi ritrovati, l'unica cosa che il monaco avrebbe avuto la forza di dire sarebbe stata:

    " Cos'è il Sigillo Quadrangolare? "

     
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    Risveglio


    IX


    Hohenheim giaceva immobile sul pavimento polveroso di quella stanza sotterranea. Lo scontro con il Wurm lo aveva stremato, portandolo a perdere i sensi. Non avvertì i tentacoli neri cingerli gli arti, ma certamente ne percepì l'effetto. Fu come se una parte di ricordi a lui prima preclusi vennero a sbloccarsi immediatamente. Mentre le le vecchie memorie gli si accumulavano nella testa, i suoi occhi si riempirono di orrore per quello che vide e lo svegliarono improvvisamente.

    Ahhhh! le urla del bambino si riversarono nella sala, producendo un eco sinistro. Il petto di Hohenheim si alzava ed abbassava, affannato, come quando ci si risveglia da un incubo. ...ma cosa è stato...? Cercò di muoversi, ma il suo corpo duoleva tutto, rendendo il gesto quasi impossibile. Ad ogni modo, sotto i suoi occhi le sue ferite si stavano già rimarginando sotto l'effetto curativo[2 Tecniche][6 Leggere ripristinate]Fusione del Chakra
    Villaggio: Suna
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    Il Kiseki può curare l'utilizzatore, ripristinando la Vitalità ma non l'Energia Vitale. Ripristina di 2 Leggere la vitalità dell'utilizzatore o cura uno Status Medio. La tecnica si attiverà automaticamente se ferito l'utilizzatore o usata una tecnica difensiva tramite uno slot tecnica, anziché uno slot tecnica avanzato.Tipo: Ninjutsu - Hikariton
    (Consumo: Medioalto)
    [Da chunin in su]
    Impronta di Chakra Luce [2]
    Talento: L'utilizzatore ottiene l'impronta Luce. È possibile avere massimo 3 impronte di Chakra. L'impronta aumenta di +10 la potenza delle tecniche avanzate di tipo Hikariton o +1 Leggera di Vitalità nel caso di tecniche di cura. Non è possibile sfruttare le altre abilità "Talento" in combinazione.[Da chunin in su]
    del Kiseki. Il jonin si portò le mani alla faccia, coprendosi gli occhi. Non appena li chiuse, le immagini che aveva visto gli tornarono vivide alla mente. Nessun sogno poteva essere così reale. Hohenheim si rese conto di essere sotto shock. Se tutto quello che aveva visto era vero, se davvero aveva compiuto quelle cose...improvvisamente una furia cieca si impossessò della sua mente. Nonostante il dolore, il jonin riuscì ad alzarsi e fece due passi prima di sferrare un pugno con tutta la sua forza contro una delle colonne della grande sala. Mentre la roccia si sgretolava sotto le sue nocche, il bambino si lasciò andare in un urlo liberatorio, mentre una lacrima gli scese dall'occhio destro a rigargli la guancia. ...come hanno osato fare questo!!?? Disse a denti stretti, quasi tra sè e sè, e continuò a ripeterlo come una cantilena per qualche minuto. Provava un misto di sdegno, rabbia, frustrazione e senso di impotenza. Si sentiva sporco, come se la sua anima fosse stata lordata con il sangue di centinaia di innocenti, come se la sua stessa esistenza fosse impura, imperfetta e non naturale. E la verità era che le cose stavano esattamente così. Hohenheim si rese conto di tremare. La sua mente ed il suo corpo erano quasi paralizzati davanti a quella rivelazione, incapaci di elaborarla. Cosa avrebbe dovuto fare? La domanda si ripeteva come in un loop inceppato nella sua testa, ancora ed ancora, senza riuscire a trovare una riposta. Completamente svuotato, il jonin osservò il corpo e quindi la vita che gli erano stati dati una seconda volta, senza capirne il senso. Che cosa ci faceva lui ancora lì su quella terra? A quale scopo? La vastità ed il significato di quelle domande lo lasciavano completamente incapace di rispondere.

    Poi il suo sguardo vagò un po' più lontano, verso la piccola meraviglia. Nonostante la distanza, Hohenheim riuscì ad individuare Torikeshi. Il vecchio monaco era collassato a terra,immobile. Per un attimo, Hohenheim si riscoprì a non provare assolutamente nulla di fronte a quella visione. Non gli interessava se il vecchio fosse vivo o morto, così come non gli interessava più nulla a quel punto. Eppure, poco a poco, quella scintilla di bontà e naturale gentilezza che gli albergava nel cuore iniziò a tornare. Come una lanterna, lo guidò fuori da quel loop mentale in cui era finito. Aveva un compito semplice a cui poteva assolvere senza dover pensare troppo, cioè aiutare quel vecchio monaco. Un problema semplice. Tutto il resto sarebbe venuto dopo.

    [...]



    Gli ci volle un po' prima di potersi reggere in piedi propriamente, ma alla fine il Kiseki gli aveva come al solito salvato la vita. Volando sopra un costrutto di argilla, per Hohenheim sarebbe stato facile arrivare fino a Torikeshi, il quale era inginocchiato a terra, immobile. In mano reggeva la parte superiore di una lastra di pietra spezzata, su cui un numero notevole di sigilli era riportato. Guardandosi intorno, il jonin intuì l'importanza del luogo in cui si trovava, così come notò l'intensità della battaglia che vi era stata. Concentrarsi su quello che aveva intorno lo aiutava a tenere sotto controllo le immagini che continuavano a riproporsi nella sua mente. Con un filo di voce, il monaco chiese del significato di un particolare sigillo, il Sigillo Quadrangolare. Hohenheim lo guardò stupito, risvegliandosi dal suo torpore, e chiedendosi cosa ne potesse mai sapere quel monaco del Sigillo Quadrangolare, e come questo fosse connesso con quel luogo. Poi guardò la lastra che aveva in mano con più attenzione, prima di rimanere sgomento. ...era questo quindi che stavate proteggendo?...chi lo avrebbe mai detto...? Disse, senza ottenere alcuna particolare reazione dal monaco. Hohenheim si rese allora conto che davvero l'uomo non aveva idea della natura dell'oggetto che stava stringendo tra le mani. La sua mente gli doveva aver fatto credere di star proteggendo il Tasso, chissà per quale motivo, quando invece era un altro tesoro di Suna a cui stava facendo la guardia. ...il sigillo quadrangolare è una tecnica di protezione e confinamento. Era stata creata molti anni fa per nascondere e proteggere i Kiseki, le Pietre dell'Anima. Quattro sigilli sparsi in quattro angoli ignoti del Paese del Vento, con lo scopo di rendere irrintracciabile le Pietre. Nessuno sa esattamente perché fossero state nascoste, ma l'ultimo Kazekage, Gin Chikuma, è l'uomo che le ha rinvenute, oramai svariati anni fa. Durante la sua spedizione, egli aveva scoperto che il sigillo quadrangolare era stato intaccato,: probabilmente uno dei quattro Sigilli era stato distrutto...quello che hai in mano...per l'appunto disse indicando la lastra di Pietra spezzata. Chiunque abbia attaccato questo posto probabilmente era interessato alle Pietre. Chiaramente non deve essere riuscito a distruggere altri sigilli oltre a questo, visto che ora le Pietre sono al sicuro a Suna... Hohenheim aveva parlato senza remore, ma chissà come la mente di Torikeshi avrebbe elaborato quelle informazioni. Non c'era alcun Tasso lì, e la sua decennale veglia in quel luogo era stata completamente vana. Hohenheim sapeva di aver appena distrutto la finzione nella quale il vecchio aveva vissuto in tutti quegli altri. Provò empatia nei suoi confronti, perchè nessuno meglio di lui poteva capire come si sentisse. Alla fine aggiunse: ...mi spiace che le cose non sia quelle che tu credevi...io sto tornando a Suna...ci sono delle faccende di cui mi devo prendere cura...puoi venire con me, se vuoi...non c'è più nulla da difendere in questo luogo, ma forse a Suna troverai il tuo nuovo scopo... Parole che di consolatorio avevano poco, ma quello sarebbe dovuto bastare.

    La partenza fu rapida e senza tanti fronzoli. Hohenheim avrebbe dato il tempo al monaco di prendere i suoi effetti personali, se avesse deciso di venire con lui. La mente del bambino era sovraffollata di pensieri ed un misto di sentimenti lo rendevano inquieto. Sopra ogni cosa, era la rabbia ora a dominare il suo cuore. Aveva bisogno di risposte, e le avrebbe ottenute. A costo di radere al suo lo Oto.

     
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    Questa volta fu Hohenheim a salvare il vecchio dall'immobilità che lo aveva pervaso a seguito di quegli eventi. Torikeshi apprese quindi dell'esistenza di Pietra dell'Anima e del significato del sigillo, uno dei quattro sparsi nel Vento, ormai distrutto da tempo. Non c'era nessun Tasso Monocoda nelle viscere del monastero e avere la certezza di ciò suscitò nel vecchio una tristezza infinita che lo fece sprofondare ancor più nel dolore. Gli anni passati da solo nella convinzione di sacrificarsi per uno scopo più "alto" se fino ad ora non lo avevano mai fatto vacillare ora gli erano piombati sulle minute spalle, schiacciandolo a terra.

    " Sembri stanco ragazzo...si, devi andare a casa. Io..."

    Ora sapeva che non era una mera costruzione della sua mente il giovane che aveva di fronte e che doveva aver passato anche lui i suoi problemi stando così a contatto con un vecchio scellerato in preda a visioni e con il Tempio della "Pace", sebbene ora sembrasse tutto meno che un luogo di armonia e gioia. Si guardò intorno, spaesato: per la prima volta non si sentiva a casa tra quelle mura fredde e desolate. Si era immerso in quel mondo di preghiera e solitudine per uno scopo che non esisteva e, sebbene non ricordasse ancora il perché, questo era sufficiente a definire la sua intera esistenza insignificante. Guardò ancora una volta la statua rotta che aveva tra le mani; c'erano molte domande irrisolte e la prima era per l'appunto cosa significassero questi Kiseki per lui e chi fosse l'uomo della visione. Quesiti che però sfiguravano difronte alla semplice constatazione di non saper nemmeno riconoscersi da bambino! Chi fosse quel ragazzino che aveva dato la vita per cercare di proteggere la reliquia e perché sentiva un legame così profondo con lui era a questo punto un vero mistero.

    La verità era che ora Torikeshi non sapeva cosa fare, l'unico sentimento che aveva era quello di repulsione per quel posto che lo aveva ingannato per anni; così si rivolse ancora al ragazzo, il quale era stato anch'esso provato da quel tempio maledetto (?), e disse:

    " ...penso che verrò con te. "

    Si rialzò dunque in piedi, facendosi magari aiutare, e salì in groppa alla creatura del jonin il quale avrebbe avuto il via libera per ricondurli in cima al monastero e quindi tra le nubi, lasciandolo alle sue spalle in direzione di Suna.
    Vedendo il grosso piazzale costruito nella roccia Torikeshi si accorse davvero di aver vissuto in un sogno perenne: ora vedeva le erbacce cresciute al punto di frantumare la pietra, i tendaggi sporchi vecchi e logori, le statue spezzate e soprattutto accumuli di sabbia che ora sapeva associare bene ad un uomo in particolare. Chiuse gli occhi, trovando rifugio nell'oscurità piuttosto che vedere la realtà dei fatti, ma invece che trovare riposo un'immagine assalì i suoi pensieri occupandone l'intera attenzione e suscitando ancor più domande nella mente stanca e malconcia dell'uomo; uno di quei tentacoli di chakra era rimasto impigliato alla caviglia. Ora quello spazio vuoto era gremito di apprendisti, tutti a fissare l'uomo forte e carismatico che stava mostrando loro la vera arte del combattimento.

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    Era come se la sua mente stesse cercando di convincerlo a rimanere suscitando una forte sensazione di tornare indietro, al pari un bambino nei confronti del padre il primo giorno di scuola. Ma il monaco non mosse un muscolo, si limitò a riaprire le palpebre e tenere lo sguardo fisso in avanti: doveva lasciarsi tutto questo alle spalle.

    Ma per quanto avrebbe resistito sapendo che i suoi ricordi, compresi quelli che potevano rispondere a tutti i suoi quesiti, si trovavano in quel posto?



    CITAZIONE
    OT/ Grazie per la giocata! Le avventure di Torikeshi sono appena iniziate ;) Hohe anche credo avrà nuove motivazioni per affrontare il futuro! /OT
     
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