[Gioco] Il Ruolo dell'Accademia

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  1. Jotaro Jaku
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    Parole nel ghiaccio


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    L'uomo era diverso dal normale, sembrava più interessato ad avere una vera conversazione che a uccidere un nemico o accumulare potere; era molto molto simile a Jotaro, sotto molti aspetti. Le domande e le frasi del ronin trovarono terreno fertile per delle riflessioni che portarono Jotaro a vedere il suo ospite come una figura molto affine a se stessa; non solo nei modi, ma anche nei concetti e in come venivano espressi. Dapprima lo strano avversario ebbe da dire riguardo la condizione del Jaku, vedendola come qualcosa di particolare ma anche fastidioso, nonostante secondo lui, questa condizione era stata proprio ciò che aveva messo nel sacco il ronin; il quale invece, scegliendo di rischiare, in quel frangente, era ben conscio di ciò che gli sarebbe accaduto in caso avesse sottovalutato il nemico. Quindi rivelò in maniera chiara la presenza di un avversario al pari di Shiro, se non superiore, presente ad Ame, o dintorni. Un individuo conosciuto come il Dio della Pioggia, di cui Jotaro non aveva mai sentito nulla, quindi o questo nemico era davvero abile nel mantenere segrete le sue mosse, oppure si serviva di vari pseudonimi. In ogni caso, il piano di questo uomo del gelo, era di inviare la principessa come una sorta di spia, in modo che lei controllasse lui, e lui tenesse a bada lei; una scommessa molto rischiosa...

    << Se sei disposto a correre il rischio di lasciarla usare da questo nemico, devi avere grande rispetto per il pericolo che rappresenta... >>

    In quel momento Jotaro prese molto sul serio la figura che aveva davanti, se davvero aveva offerto la sua allieva per gestire in qualche modo questa situazione o l'individuo che la stava generando. Avrebbe prestato la testa ad un leggero inchino verso il suo carceriere, se il ghiaccio glielo avesse permesso. A quel punto, Jotaro iniziò a percepire una nuova intromissione mentale, cosa che gli generava un discreto, discreto fastidio, molto più che morire, ma stavolta sarebbe stato diverso, l'individuo gli stava passando dei dettagli, cose che il ronin, nonostante avesse messo in piedi reti di spie per anni, non aveva mai sentito nemmeno lontanamente; complice anche la sua assenza dal mondo per diversi anni. Un buon 95% di quelle informazioni gli erano del tutto ignote, e con esse a completare il suo punto di vista, gli fu chiaro che la situazione era ben peggiore nel continente, rispetto a quello che immaginava. Avrebbe dovuto mettere in moto i propri piani molto più in fretta del previsto. Quindi, pochi istanti dopo, l'uomo gli rivelò quanto il ronin fosse al sicuro in quel momento, cosa che fece capire completamente a Jotaro quanto il matrimonio previsto di lì a poco, sarebbe stata una festa del tiro a piccione, ma con quello che gli passava per la testa al momento, grazie alle rivelazioni dell'uomo del Gelo, il matrimonio era passato abbastanza in secondo piano. Concluse chiedendo se Jotaro avesse qualcosa da dire.

    << Nessuna domanda. Spero di poter discutere nuovamente con te, senza del ghiaccio a separarci. >>

    Forse solo con Diogene, prima di quel momento, Jotaro aveva conosciuto un individuo così affine al suo pensiero. Lasciarsi scappare un potenziale alleato come lui, sarebbe stato motivo di grave pentimento per il ronin. Un uomo con quei pensieri, andava coltivato, per potersi assicurare un futuro. Quindi, l'uomo salutò e semplicemente lasciò la sala, lasciando Jotaro da solo nel ghiaccio in compagnia unicamente del cadavere del vecchio. Per conservare le energie, il ronin si lasciò andare e perse i sensi. Solo dall'esterno poteva giungere un evento in grado di toglierlo da quella situazione.

    [...]

    Jotaro non seppe quanto tempo era passato da quando si trovava dentro al ghiaccio. Aveva perso i sensi più volte, e sinceramente aveva perso pure il conto di che ora fosse, sia a causa dell'illusione, sia a causa dello stress della situazione in cui si era trovato. Morire era un conto, resta bloccato nel ghiaccio senza vedere via d'uscita, era decisamente un altro. Fino a che, ad un certo punto, una sagoma simile a quella di un ragazzo apparve davanti al ghiaccio, e prese a bussarvi contro, sparando parole a caso che il ronin potè unicamente provare a indovinare, a causa dell'effetto ovattato generato dal ghiaccio stesso. Forse un valletto, forse un altro che come lui aveva scelto di aprire la porta sbagliata, Jotaro voleva solo avere le forse per mandarlo a quel paese, quando il tipetto, con una qualche tecnica di trasformazione, rivelò la presenza di due grosse spade. La giornata stava prendendo una piega assurda dopo l'altra.
    Vide il giovane assumere una strana posa, poi colpire il ghiaccio con una potenza tale da far tremare la stanza nella sua interessa. A quel punto, una crepa divenne due, due divennero quattro. Pochi secondi dopo, il blocco esplose come una bomba, sputando Jotaro dall'altra parte della sala.
    Non solo lo aveva liberato, il ragazzo lo stava anche aiutando ad alzarsi. I segni del tempo non erano stati gentili sul ronin, che ora veniva scambiato addirittura per un coetaneo del sovrano del gelo, e aiutato a mettersi in piedi. Quello che fu molto più curioso invece, era che il giovane, presentatosi come Akira Hozuki, sapeva benissimo con chi stava parlando, generando molta, molta sorpresa in Jotaro, come se la giornata non gliene avesse donata già a sufficienza.


    << E' corretto, sono io. >> Rispose subito il ninja, inchinandosi leggermente. Quindi assumendo il ghigno da sceriffo che a quanto pare era in dotazione col vocabolario forbito, Akira prese a tempestare il ronin di domande, il quale, con gentilezza, rispose. << Perchè l'accademia non informa alcun villaggio dell'intenzione di inviare dei suoi diretti dipendenti, sotto forma di diplomatici, se sospetta ci siano infiltrazioni in un evento molto importante. Specialmente se all'evento ci sono individui del calibro di un Daymio. >> Non era sarcastico nè ostile, era in realtà grato al ragazzo, e se il tipo era potente anche solo la metà di quello che sembrava, istruirlo era suo preciso dovere, per i tempi che sarebbero arrivati in un non troppo lontano futuro. A questo punto, il giovane passò dalle domande alla rivelazione delle sue supposizioni.
    Jotaro rispose nuovamente.

    << Ammetto di aver sottovalutato la principessa, la quale non è stata troppo contenta di ricevermi all'improvviso. Penso lo fosse ancora meno quando ho scoperto che la malattia del padre... >> Indicò il vecchio defunto <<...era opera di un suo fuuinjutsu, che una volta rimosso, purtroppo o per fortuna, ha causato la cessazione della vita nell'uomo. >> Jotaro quindi, scelse di omettere del tutto il suo incontro con il misterioso individuo, adducendo che le informazioni ricevute, fossero arrivare del tutto dalla principessa. << Akira-san. Prima di rispondere a questa domanda, vorrei chiedere se sei avvezzo con il mondo della criminalità relativa al villaggio della pioggia, altrimenti le mie parole sarebbero per te utili come una brezza su un salice. >> Come a dire " sai di cosa sto per parlarti...o sarebbe come parlare al vento, quindi ti faccio un riassuntino stile disegno stilizzato? In caso di risposta positiva, il ronin avrebbe concluso: << La principessa è purtroppo molto meno legata alla sua terra natia rispetto a quanto lo sia alla Pioggia, e stando a quanto lei stessa afferma, il fratello non è in grado di gestire un villaggio. Temo quindi che non sia il matrimonio a rischio, ma la vita stessa del principe ! >>

    Poco dopo, il ragazzo se ne uscì rivelando di essere la guardia del corpo del Daymio del Vento e di sua figlia. Un compito riservato solo a combattenti più che elitari. Questo spiegava come avesse potuto abbattere il blocco di ghiaccio come fosse una gelatina. Ovviamente a fine discussione, il ragazzo chiese al ronin...da che parte...stesse ?

    << La principessa è molto più pericolosa di quanto immagini, considerato che tutto il villaggio si trova sotto un'illusione generata da lei stessa che altera il senso dello spazio e del tempo. Io vorrei che tra due giorni il sole sorgesse sul villaggio del Gelo come fa da tanti anni, se mi passi la metafora, e temo che domani, ci saranno problemi. Non sono più un ninja in servizio attivo da molto tempo, posso aiutarti a scovare delle trappole e spiegarti come disattivare dei sigilli, ma non ho più alcun chakra, quindi dovrai fare tutto tu; ma dal momento che sono in debito, ti seguirò e aiuterò al meglio delle mie possibilità, fino alla risoluzione della missione. >>

    Quindi il ragazzo tirò fuori una chiave di chissà quale luogo particolare del palazzo del Gelo, offrendogli...di derubare i padroni di casa? Jotaro non stava più seguendo il ragazzo. Era una guardia di un Daimyo e voleva ripulire i Kondo? Beh. La rete di spie in qualche modo andava rifinanziata, e i ryo non crescevano sugli alberi.

    << Come ho detto, fai strada. >>



     
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