[News GDR] La Fonte della Vita EternaVillaggio dell'Abete

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  1. ~Cube
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    La Fonte della Vita Eterna


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    Hayate e Hana. Erano due nomi che difficilmente avrei mai scordato nella mia vita, come pure le vicende ad Iwa. Tre elementi che avevano profondamente scosso la mia esistenza come Ninja. Quella missione si rivelò un terribile ginepraio, e di fatto dovevo ancora capire quali sarebbero state le conseguenze nel mio futuro e in quello dei miei compagni che mi seguirono nel Paese della Roccia.

    Di conseguenza quando lessi la missiva spedita da Hayate, verosimilmente, e anche a tutti i Ninja Accademici e ai loro corrispettivi Villaggi per un attimo il mio respiro si bloccò. Hayate era un’organizzazione che avevo affrontato e dalla quale mi ero a malapena salvato. Hana, uno degli elementi di spicco, sì era stata sconfitta ma solo in parte. Lei era ancora viva, o meglio la sua anima era prigioniera di un corpo non più suo. E conoscendo la forza che caratterizzava quell’Hayate ero sicuro che prima o dopo la sua parte più ostile e vendicativa sarebbe di nuovo uscita portando distruzione e morte. Forse i Ninja di tempo passato di Iwa sarebbero stati in grado di trattenerla, ma per quanto? E con quali certezze?

    In ogni caso la richiesta spedita da Hayate si dichiarava in toni ben diversi. Questa volta erano loro, almeno all'apparenza, preoccupati per il destino del Continente. Non conoscevo, se non per sommi capi, le vicende citate da quel richiamo alle armi ma di sicuro realizzai una semplice verità: non ne potevo stare fuori. Né io, né Shin e nemmeno Shunsui. Noi, in parte, eravamo implicati con Hayate e come Chunin Accademici non potevamo escludere tale situazione. E fin troppi attori erano coinvolti in questa vicenda. Per queste ragioni dunque scrissi a Shin e a Shunsui. Dopo uno scambio di missive ci accordammo di ritrovarci al porto, laddove ci saremmo imbarcati per l’Isola. Da parte mia sarei giunto a destinazione accompagnato da due copie fisiche di me stesso, trasformate in due Ninja otesi alquanto anonimi. Ad entrambe le Kage avrei impresso un sigillo sulla loro mano destra, un sigillo esplosivo. Per questi due sigilli la condizione di attivazione sarebbe stato il medesimo: udire le seguenti parole, pronunciate da me stesso: - Un po’ di spettacolo, signori. – Avrei poi applicato altri due sigilli: ad un Charkam ed ad un Kunai. La condizione in quel caso sarebbe stata diversa: una volta lanciati appena si fossero fermati sarebbero esplosi. [Sigillo Esplosivo]Per ogni sigillo Potenza: 60.


    Sigillo Esplosivo
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Disegno (7)
    Tracciando un sigillo, l'utilizzatore può creare un esplosivo che si attiverà, danneggiando chiunque nel raggio di 1,5 metri, ad una condizione scelta all'attivazione. Il danno è pari a 10 ogni basso immesso nel simbolo. Una volta attivato, il simbolo scompare.Tipo: Fuuinjutsu - Ninpou
    (Consumo: Variabile)
    [Consumo: Mediobasso a grado]
    [Da chunin in su]


    Una volta imbarcati realizzai un gruppo più numeroso di quanto previsto, perché insieme a Shunsui si palesò anche un altro Chunin di Suna Daishin Iga, un abile guerriero senza dubbio, e una persona di fiducia sulla quale contare. Ma fece capolino anche un terzo Ninja, un genin a quanto sembrava: - Piacere di conoscerti, sono Kato Yotsuki. Chunin di Oto. Vecchio compagno di Team di Shunsui e Daishin, oltreché di Shin. Queste altri due Ninja che mi affiancano sono in realtà due Kage Bushin, potrebbero tornarci utili una volta arrivati a destinazione, attenzione che sono alquanto esplosive. Per quanto riguarda le armi di Iwa, a parte quanto reso pubblico, non ho alcun genere di informazione. Ma come ben sapete… - e guardai Shunsui – Hayate non agisce mai per caso. E sebbene non abbia dichiarato di essere ostile all’Accademia non mi sentirei molto a mio agio dargli le spalle. Il punto fondamentale è uno solo: fermare questa fantomatica Arma ma allo stesso impedire ad Hayate di raggiungere i suoi obbiettivi a nostro sfavore. Non dobbiamo diventare burattini di nessuno, signori. – omisi diversi parte davanti a Daishin e al Genin, informazioni che in realtà erano ben note ai miei due compagni. Tralasciando la Pergamena di Indra, distrutta da Shin, noi sapevamo che Hayate, Hana, agivano per uno Scopo. Almeno così l’avevano chiamato. Un obbiettivo che stavano cercando di raggiungere a tutti i costi. Hana aveva parlato di oggetti, o cose, molto pericolose e che Hayate era stata in grado di distruggerne alcune. Il vero punto della discussione dunque era se questo gioco, che avevano appena aperto, potesse tornare a loro favore e la loro richiesta di soccorso non potesse essere null’altro che uno specchio per le allodole – In ogni caso, dobbiamo muoverci. – fu la mia conclusione pronunciata ad alta voce.

    Giunti all’Isola mi limitai a seguire le indicazioni di Shunsui, in quel momento era lui a dettare le regole di ingaggio. Condivisi l’opinione di agire furtivamente e di realizzare eventuali minacce attorno a noi. Agire sconclusionatamente e senza sapere dove muoverci ci avrebbe portato in guai seri. In compenso mi sarei mosso furtivamente, così come le mie copie dietro di me. Se necessario mi sarei trasformato, insieme alle due Kage, con le stesse fattezze dei locali. Per il resto sarei rimasto nelle mani del Marionettista.



     
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