[News GDR] La Fonte della Vita EternaVillaggio dell'Abete

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  1. leopolis
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    Abete


    Post XXV


    Alla fine dei conti nessuno dei colpi che avevo lanciato addosso all'avversario andò a segno, anche a causa delle sue immense capacità difensive. Creando degli scudi e destreggiandosi in difesa, l'Hayate Jins Kaguya riuscì a subire solo una piccola ferita nonostante la velocità dei miei colpi. Sì, non sapevo proprio niente dei Kaguya. Non sapevo proprio niente di quel clan. E prima di quella missione strana e improvvisata non sapevo niente nemmeno di tutto il resto, come gli Hayate, Armi, Balene, gente immortale e così via. Era, per questo, una specie di un nuovo universo che si era aperta davanti a me su quell'isola. O, meglio, più che grazie a me, alla gente che mi aveva affidato il compito di fare il mio piccolo, ma doveroso, contributo.

    Quando mi chiese se non fossi diventato un codardo, digrignai i denti. - Sei un povero infame Jins. - Gli dissi. - Un povero infame. Buono a colpire i deboli alla schiena. Ma non appena hai a che fare con persone più forti, ecco che, letteralmente, diventi inutile passando sulla difensiva. - Era vero. Era più forte di me. Ma con i cambiamenti che erano avvenuti, dopotutto, non era la sola forza che faceva da padrona ai combattimenti in quella sala. C'erano anche molte altre cose a cui prestare attenzione; c'erano tanti altri fattori da considerare. Quel combattimento mi sarebbe servito, quello sì, per vedere come quel ragazzo riuscisse a combattere, a tirar fuori le ossa dal suo corpo, a difendersi e ad attaccare con la lancia. Non potevo sapere delle capacità dei Kaguya senza averle prima viste. Quando, invece, mi chiese se volevo vedere come infilzare un'arma, gli feci il cenno di farsi avanti: - Hai già provato a infilzarmi Jins Kaguya, e non una volta. Ma sei lento e goffo: solo un gatto sovrappeso che vuole battere un leone. - Ero abbastanza sicuro che Jins non avrebbe capito né il paragone, né la similitudine. Anche se era bravo con la sua lancia e a tirare fuori le ossa dal corpo, - un combattere da corpo a corpo, proprio come me, - prima o poi avrei trovato la chiave per aprire le sue difese. Trovavo sempre la chiave per aprire le difese. L'unica difficoltà era che avevo poco chakra e dopo tutta quell'avventura che, speravo, avesse portato del denaro nelle mie tasche, ero anche abbastanza provato e stanco.

    Probabilmente fu l'altro combattimento a farlo arretrare da me (e a dire la verità, concentrato com'ero sul nemico, non mi accorsi nemmeno di come stessero andando le cose più in là, non che m'importasse molto). In quel movimento, forse, avrei potuto provare a prenderlo in qualche modo; di contro, però, guardai come mettesse la lancia nell'incavo del suo gomito per comporre un sigillo inondando tutta l'area di nebbia. Capii subito cos'è che stesse per fare, anche perché girai la testa di lato guardando come un altro dei nemici fu ferito, a quel punto, ne ero sicuro, mortalmente. Subito dopo tutta l'area sarebbe stata letteralmente pervasa dalla nebbia. Ero sicuro che era nebbia finta, di chakra; quella nebbia che dopo un po' si sarebbe sicuramente dissipata. Ciononostante ero anche sicuro che Jins Kaguya mi avrebbe sentito. Perché la nebbia non poteva mica fermare il suono della mia voce. - Fuggi Jins Kaguya. Scappa rapido, come un coniglio da un lupo. Ma sappi che ti troverò prima o poi. E non importa quanto tempo dovrò cercarti, quanti soldi dovrò spendere nelle ricerche, quante energie consumare. Ti troverò e a quel punto taglierò quelle tue ossa e ti farò diventare polvere, costi quel che costi. Così come, - e questa è una promessa, - troverò tutti i membri della vostra cricca di criminali immortali. - Mi avrebbe sentito. Mi avrebbe sentito senza alcun dubbio. Avrebbe senz'altro sentito la mia voce in mezzo alla nebbia. L'avrebbe raggiunta quella mia voce poco prima che avesse tentato di sorpassare il condotto; poco prima che fossero esplose le bombe. - Diventerò più forte Jins Kaguya. E ti taglierò. Eccome che ti taglierò. - Non appena la nebbia si fosse diradata avrei testato l'ambiente alla ricerca di possibili trappole che il Kaguya avesse potuto lasciare nel campo e, ovviamente, avrei provato anche a capire sé se ne fosse andato per davvero oppure no: non mi fidavo di lui. Se tutto fosse proceduto come doveva, avrei poi raccolto il corpo della kunoichi svenuta, la Chiba. C'era da portarla fuori e, considerando che la mia tecnica avrebbe smesso di funzionare da lì a poco, farlo non sarebbe stato per niente facile: i corridoi di quel posto non erano chissà quanto larghi e camminare con un peso sulle spalle, da affaticato e stanco qual'ero, non era sicuramente la cosa che preferivo fare in quel momento. Tuttavia non ero un medico e certamente dovevo fare in modo che qualcuno dei "superiori" si potesse prendere cura della ragazza. Quanto avrei camminato prima di portare il corpo dove dovevo? Quante energie mi avrebbe portato via la cosa? Non lo sapevo nemmeno io, ma ciò che doveva essere fatto, andava fatto. Semplicemente. Ai miei compagni, invece, non avrei rivolto parola fissandomi per bene la kunoichi del clan Chiba alla schiena, fissando anche il sacchetto con la testolina tagliata e andandomene da lì usando il chakra adesivo nel migliore dei modi. Durante lo spostamento con il sacchetto legato alla mia schiena, avrei usato entrambe le braccia per sostenere il peso della kunoichi.

    [...]



    Fu solo successivamente che scoprii della Tavola Rotonda proposta da Hayate e accettata dai miei alleati. - "Questi scendono a patti con il Diavolo..." - pensai capendo che mai avrei accettato un qualsiasi dialogo con il Male del mondo. Tuttavia non ero nessuno, purtroppo; non ero nemmeno accademico, un ronin come mille altre e nemmeno il più bravo. Non che potessi oppormi chissà quanto alle decisioni prese dell'Alto: se i grandi capi della Tregua e persino Raizen volevano quel tipo di "dialogo", l'avrebbero avuto.

    Ci avrei trovato praticamente tutti gli Hayate, - forse, - tranne Jins. In effetti Jins non c'era e forse era meglio così anche per lui. Del resto, se era in qualche modo legato al leader forse aveva già preso una barca o qualcosa del genere e si era allontanato dal posto. Tuttavia, anche con il sacchetto legato alla schiena e con tanto di faccia stanca e corpo provato, non mi sarei di certo risparmiato. Come prima cosa ascoltai quello che aveva da dirmi Raizen, il che non sembrava felice del mio operato. - Se fossi stato il più bravo dei mercenari, non le avrei offerto la mia lealtà per 300 ryo. - Tagliai secco come per dire qualcosa di simile a: "La qualità del prodotto è relazionato al prezzo del prodotto". Non è che uno poteva aspettarsi chissà cosa da un altro che faceva tutto quello che aveva fatto per un paio di spiccioli. - I nemici incontrati erano ben più forti di me e anche i 1000 ryo da lei proposti mi sembrano pochi per quello che ho dovuto fare. Ma i patti sono patti. Ahimé, le prometto che mi impegnerò al massimo allenandomi giorno e notte per diventare più forte da tutti i punti di vista. Non per soldi. I soldi non mi interessano alla fine del viaggio. Ma per battere i miei nemici, che sono anche i suoi a quanto suppongo, la prossima volta che li reincontrerò. - Continuai mettendo il sacco con la testa sul pavimento. - In ogni caso credo di aver fatto il mio: qui ho la testa di un servitore degli Hayate. Ho massacrato la Speranza. Ho fatto arrabbiare a Magnanimità. E ho dato del filo da torcere a Jins provando a salvare i miei compagni. Non credo che la mia giornata sia stata proprio inutile. - Commentai stanco dicendo che, in effetti, c'erano delle persone molto più brave di me in quel posto e che, in effetti, non che si potessero aspettare molto da me. In quel discorso, però, Raizen avrebbe comunque sentito delle note strane. Quasi come se pronunciavo quelle parole con una frenetica voglia di tornare ad allenarmi il prima possibile: Jins e Magnanimità, ecco quali erano i miei giurati nemici alla fine di quel viaggio. E dovevo crescere. Dovevo crescere maledettamente. Velocemente. Follemente. Dovevo crescere tanto per riuscire a pulire il mondo dalla loro pestifera presenza.

    In quel posto trovai anche il ragazzo dai capelli blu che amava parlare da solo, oltre a Raizen e un paio di altre persone. Vi erano praticamente tutti gli accademici e anche altra gente che non conoscevo e non sapevo chi fossero. Ascoltai le parole di Raizen, il quale sembrava essere piuttosto predisposto verso il Dialogo con il Diavolo, per come la chiamavo io. Non era propriamente la posizione che mi aspettavo da un capo accademico, ma era la sua posizione. - "Mi pare che abbiano già leso gli innocenti..." - pensai non trovandomi per niente d'accordo con Raizen con quella sua posizione. Da quanto avevo imparato nel corso del tempo, il Male riusciva sempre a crescere se gli si dava la possibilità di crescere. Gli bastava spesso un alleggerimento, un forto; una sola possibilità e il fuoco nero infernale poteva divampare in tutto il mondo. Ma che ne potevo sapere io?
    Incrociai le braccia. - "Sono solo un piccolo uomo in un mondo troppo grande." - - pensai ascoltando gli altri interventi. Quello di Feng Gu mi parve decisamente più interessante e mirato, - oltre che meno diplomatico, il che per me era una cosa buona e giusta, - rispetto a quello di Raizen. Anzi, mi piacque così tanto che volli alzarmi per applaudire. Ma non lo feci. Non sapevo che tipo di Vendetta perseguitasse quel tizio; non sapevo cosa volesse, quali fossero i suoi obiettivi e non conoscevo i motivi per cui era così acceso, infuocato e... strano? L'unica cosa che mi preoccupava fu la possibile reazione di Raizen. Al tempo, difatti, non sapevo se Feng Gu fosse un suo amico o nemico considerando che non era un accademico.

    Venne, quindi, la volta del ragazzo dei capelli Blu, la cui posizione era più o meno simile a quella di Feng Gu e quindi alla mia. Che chiamò "Kaguya". - Troppi Kaguya in giro. - Pensai sconsolato nel sentire le parole del ragazzo dai capelli blu. Per come parlava sembrava comunque un ninja importante per la Nebbia, tanto da assicurare la mancanza di azioni ostili contro i ninja della Zanna e persino spingersi oltre, tanto da rimarcare l'inimicizia con gli Hayate e persino quasi nominò nukenin un proprio conterraneo. Non ebbi voglia di applaudire alle sue parole, anche perché forse non erano così "accese" come quelle di Feng Gu. Ciononostante, mi trovai d'accordo con le stesse per quanto riguardava la parte degli Hayate, anche se più di qualche preoccupazione nacque nel mio cuore. - "Speriamo che Raizen non abbia da ridire... E poi... beh... sarebbe anche l'ora di eliminare le differenze tra i vari villaggi accademici... Perché di 4 non farne solo uno?" - Un pensiero a dir poco assurdo, concordo. Ma davanti alle possibili differenze tra gli accademici; dinnanzi a un possibile pericolo di scissione nel momento di maggiore crisi mi sembrava un pensiero alquanto logico.

    A quel punto, però, in mancanza di altri ninja che dicevano la "loro", mi sarei alzato io. Forse la sola e unica comparsa nella scena di me avrebbe adirato tutti gli hayate. O forse no. Fatto sta che mi sarei tolto il sacchetto dalla schiena e avrei tirato fuori dallo stesso la testa dell'Hayate ucciso. Poi, con un calcio l'avrei spedita direttamente verso il tavolo degli Hayate, cercando di farla atterrare, con una cura pressoché maniacale, davanti alla Magnanimità in modo che potesse ammirarla in tutta la sua bellezza.



    - Io sono Tasaki Moyo, ronin di Kumo, e vi dichiaro, da ora in poi, miei giurati nemici. Questa è la mia posizione. - Dissi chiaramente e senza troppi giri di parole. Nessuna diplomazia; non ero mai stato diplomatico se non si fosse capito da quel gesto che avevo fatto poco prima. E non volevo nemmeno esserlo con quelle persone verso il quale provavo solo due sentimenti: odio e disprezzo più totale. - Jins Kaguya è scappato come un coniglio. Tipico stile Hayate, a quanto sembra; tipico stile del vostro piccolo e insulso Dio. A differenza dell'Hokage io non sono affatto incline a dialogare con il Male Assoluto; né a fare favori al Male Assoluto; l'unica cosa che si può fare con il Male è dargli fuoco e mandarlo all'inferno per farlo soffrire in eterno. Ed è quello che succederà. Così imparerete come mentire, attaccare alle spalle o prendervi gioco dei più deboli. Vi troverò, cani, ovunque voi andiate, e vi ucciderò così tante volte che vi stancherete di risorgere. Avete la mia promessa e non m'importa cosa dovrò spendere per mantenerla. -



    Il mio sguardo si sarebbe concentrato solo sulla Magnanimità; ma ovviamente provato ad analizzare Percezione del Chakra [0]
    Speciale: L'utilizzatore può vedere il colore del chakra di una persona osservata. L'utilizzatore può scoprire alcuni aspetti del chakra: impronte possedute; alterazioni da tonici, droghe, tecniche speciali, possessioni e simili; quantità approssimata della riserva. [Da chunin in su]
    il chakra di tutti i presenti nella sala: le informazioni mi servivano come non mai. Le mie parole erano rivolte a tutti, ma era chiaro che prima di qualsiasi altro Hayate parlavo soprattutto a lui. E sì, non importava cosa dovessi fare; non importava quanti soldi dovessi spendere: dovevo diventare ancora più forte. A qualsiasi costo. Solo così avrei potuto sradicare quella setta di malvagi dalla terra. - Io vi dichiaro Guerra Totale brutti infami. - Dissi infine con quel tono di voce che sembrava voler tagliare ogni singola speranza di diplomazia dell'hokage, risedendomi al mio posto subito dopo con le braccia incrociate davanti al petto.

    [...]



    Finito tutto in un modo o nell'altro avrei preso i soldi che mi spettavano e avrei provato a trovare una compagnia per il viaggio di ritorno. Ovviamente, una compagnia accademici, ma preferibilmente non con l'Hokage. Anche se non ero un accademico, quella sua "Piccola" apertura verso gli Hayate non solo non mi era piaciuta per niente, ma mi aveva persino adirato. E anche se eravamo dalla stessa parte della barricata, la posizione di Fengu Gu e quella del ragazzo dai capelli Blu che per un attimo avevo scambiato con il Mizukage data l'autorità mostrata, mi parve più sobria. Non avrei comunque imposto la mia compagnia a nessuno, ma non mi andava di viaggiare da solo e anche stanco. Per questo, se non fossi riuscito a trovare una compagnia di accademici con cui tornare al Continente e quindi andare ad Ame, avrei sfruttato del tempo per riposarmi ancora un po' sull'isola. E solo dopo, fresco e con le nuove energie, avrei intrapreso il viaggio di ritorno con tanto di 4000 ryo in tasca, la convinzione di dover subito ritornare agli allenamenti nella maniera più faticosa più possibile, con la conoscenza di nuovi ninja e anche con una matta voglia di sangue. Soprattutto di quello di JIns e della Magnanimità.

    In un modo o nell'altro.




    Chakra: 18,75/60
    Vitalità: 10/14
    En. Vitale: 14,5/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 675
    Velocità:  650
    Resistenza: 500
    Riflessi: 625
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 600
    Agilità: 675
    Intuito: 625
    Precisione: 600
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Tonico di Recupero Medio × 2
    • Shuriken Gigante × 1
    • Veleno Debilitante B1 (5 dosi) × 1
    • Tonico di Ripristino Medio × 2
    • Katana × 2

    Note
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