[News GDR] La Fonte della Vita EternaVillaggio dell'Abete

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  1. Ade Geist
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    ~ The Red Capes are coming!

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    Riunioni, Minacce e Promesse


    Epilogo


    Atto XXII
    Colpi di Testa †



    La taijutsu che avevo perfezionato nel corso degli anni sulla base dello studio della quinta Forma Kenkichi, la Suiryoku, riuscì nel suo intento principale, quello di lanciare lontani i bozzoli di carne rigettati dal cuore spianando la strada ai miei compagni. Anche la nube di gas tutt'altro che salubre si diradò per qualche tempo, complice anche la spazzata del ventaglio d'ossa generato sul momento dal Mercenario delle Fenici. Fu quella la prima volta in assoluto che mi resi conto che quell'uomo aveva origini kiriane. [Note]Nonostante le mille giocate con Shiltar, questa è la prima volta che il Risorto mostra apertamente la sua TS davanti a Kensei. Fino ad ora si era ben guardato dal farglielo notare. Ed ha ragione. :guru: Qual era la sua storia? Che quello fosse in parte il motivo per cui nascondeva il suo vero nome sotto svariati pseudonimi? Ma non era certo il momento di continuare ad interrogarsi riguardo ciò: il Cuore dell'Arma stava ancora davanti a me, mostruoso nella sua presenza anche se evidentemente indebolito.
    Lo scoperto Kaguya e la Muuga si esibirono poi in una combinazione di colpi abbastanza potente da spaccare il ghiaccio che l'anticorpo riversava sul cuore, proteggendolo - ma non abbastanza forte dal distruggere l'anticorpo stesso. L'attacco del Kage della Foglia sulla protuberanza che collegava il cuore al soffitto fu impressionante ma non si rivelò abbastanza, complice l'anticorpo di vento che si interpose alla potenza del colpo. Nonostante questo il Cuore gridò nuovamente di sofferenza e rabbia infinite. Un secondo ed un terzo teletrasporto dell'Hokage gli permisero di portarsi in salvo assieme alla sua kunoichi. Qualsiasi cosa avesse fatto quest'ultima, la pioggia che mi avevano detto alterare i ninjutsu adesso stava esaurendosi.
    Fu poi il turno della kunoichi della zanna che, sfruttando la ritrovata possibilità di utilizzare il chakra per le arti ninja, iniziò a far roteare la sua lancia cosicché generasse un'infinità di altre lance che subito direzionò verso il cuore, dilaniandolo in più punti nonostante gli anticorpi tentarono di esibirsi in una protezione maldestra e arrabattata. Fu questo in quel momento che tutti gli anticorpi furono distrutti ed io mi resi conto che dovevo agire. Correndo alzai la mia spada e, quando fui abbastanza vicino, saltai fino a raggiungere il mezzobusto del mostro. Abbassando la Yakusoku, rapido e mortale, vibrai il fendente che lo decapitò. Getti di sangue e materiale mefitico si riversarono sulle mie vesti tuttavia senza ferirmi se non donandomi una forte sensazione di nausea. Come c'era da aspettarsi, quell'essere non funzionava come funzionavano le normali persone. Decapitarlo, dunque, non fu troppo efficace - nonostante l'avesse sicuramente ferito molto.
    Il Coraggio, sia per il mio gesto che per la mia frase di evidente sfida, iniziò a ridere nel suo modo pacato ed esternò nuovamente il piacere che avesse nello stare in mia presenza. Non che la cosa fosse particolarmente positiva dato il numeri di accademici presenti. Ma ora guarda fin dove mi spingo IO. tuonò poi il ragazzino in monopattini, terribile nonostante l'aspetto tutt'altro che spaventoso. E accorciando le distanze proprio grazie a quegli strani oggetti che aveva ai piedi, il Coraggio si esibì in tre colpi mostruosi, evidentemente taijutsu: il Cuore fu strappato dal suo aggancio carneo al soffitto, fu colpito a mezz'aria e, proprio mentre il Coraggio si esibiva nel suo assalto finale, fu salvato dai suoi due anticorpi rimasti, i quali tuttavia non riuscirono a evitare che il sangue, generato dalle ferite subite in quel frangente, vennisse rispedito all'interno delle ferite del Cuore, gonfiandole in modo immondo e ferendolo abbastanza perché - finalmente - cedesse. Una serie di tecniche interessanti quelle del Coraggio, senza dubbio, ma troppo pirotecniche per i miei gusti. Non sono affatto contento, KENSEI HITO, FAI QUALCOSA! Gridò l'Hayate, come un bambino cui era stato sottratto un dolcetto. Eravamo compagni nel distruggere il Cuore, come detto, non mi mossi quindi ulteriormente vedendo quel che già stava succedendo: non ero il suo schiavo, i patti erano chiari su questo.
    Il Cuore, ora che era debilitato e stanco, ribolliva di chakra e si gonfiava pronto, come preannunciato dai Guerrieri del Vuoto, ad esplodere. Xu Shu e Lianshi non si persero dunque d'animo ed iniziarono il loro rituale combinato per contenere ed annullare l'esplosione dell'Arma, chiedendo di non essere interrotti. Eppure accadde comunque qualcosa, qualcosa che avevo preannunciato e che mi rese orgoglioso e tronfio: Akira apparve dal niente, annunciato dal breve rumore d'una cascata d'acqua scrosciante, cadendo a terra di faccia e riuscendosi solo in un secondo momento ad alzarsi. Sembrava secoli da quanto eravamo partiti insieme ad Itai, al Mercenario e Densen per l'Abete, sembravano anni. Mi voltai verso Youshi e Fudoh, come a cercare uno sguardo di stupore e vergogna nei due Genin. Rivoltandomi potei notare come il Cuore aveva iniziato un processo del tutto diverso da quello precedente: delle venature rosse erano comparse sopra di esso e anziché continuare a gonfiarsi, iniziò ad avvizzire, perdendo volume e, nel giro di qualche istante, tramutandosi in polvere. Sentii l'isola tremare mentre il cuore si spengeva: non era un tremito fisico quanto un sussulto della vita stessa. Una sensazione terribile, simile a quando si sogna di cadere. Ed infatti, poco dietro di me, Fudoh cadde a terra, forse troppo stanco per resistere a quel sussulto. Youshi si gettò subito in suo soccorso rendendo inutile un mio eventuale intervento.
    L'attenzione fu tutta per Akira, poi. I due guerrieri del vuoto e il mio compagno delle squadre speciali si avvicinarono parlando poi, una seconda volta, il canuto ragazzino di Konoha iniziò a parlare con una voce che non gli apparteneva: quella di Natsuhime. La donna di Pangu ci ringraziò ed iniziò il più classico dei discorsi sacrificali: e dopo il dovuto commiato, l'isola dell'Abete iniziò a modificarsi con l'acqua presente ovunque in quel luogo che iniziò a ritirarsi e fluire nelle viscere della terra. Poi, dopo l'apparizione di quelli che immaginai essere altri guerrieri del vuoto, dato il simbolo che portavano con sé, Natsuhime disse finalmente qualcosa che attirò le mia attenzione e che compresi fino in fondo. Ho percepito qualcosa su ciò che accadeva a CaoCao in queste ore...è terribile. Non pensavo potesse impazzire a quel modo. Ma...non è più tra i vivi. Ho percepito il suo sigillo spezzarsi prima della disattivazione dell'Arma. Sorrisi sotto l'Elmo. I suoi discorsi erano troppo frettolosi, campati per aria e inconcludenti perché non stesse tramando qualcosa. Se però le cose stavano in questo modo era probabile che il duo di neo-hayate lo avessero ucciso e che quindi fossero vivi. Un bene, da una parte, dato che potevo giurare vendetta contro quello stupido otese, un male, dall'altro, perché significava che il mio impegno verso il Coraggio doveva essere saldato. Iniziai a domandarmi se tutte le mie precauzioni che avevo adottato potessero essere abbastanza. Forse l'Hayate con la mazza se ne accorse poiché un istante dopo, mentre Xu Shu e Lianshi parlavano, mi interpellò, attirando nuovamente le attenzioni di tutti su di me. Tutto qui? MA CHE NOIA! Non sei daccordo, Kensei Hito? O tu, Hokage Inopportuno. Mi piace, ti chiamerò così! Disse, prima di scoppiare, al solito, nella sua sguaiata risata. Tacqui, senza degnarlo d'attenzione quando egli parlò di nuovo, suggerendo qualcosa di estremamente astuto: un modo probabilmente efficace per far tornare Natushime al mondo dei vivi. Che non fosse uno stolto l'avevo ormai capito benissimo.
    E fu così che Lianshi e Xu Shu concentrarono il jutsu che precedentemente stavano caricando contro il cuore verso l'anima della donna che ora era intrappolata nel corpo del foglioso. Pochi istanti dopo, proprio come era apparso Akira, anche l'antica kunoichi e la sua ancora furono in mezzo a noi. È un piacere conoscerla, Natsuhime-dono. Dissi, abbozzando un leggero inchino formale. Lasciando i principali convenevoli agli altri, notai il Mercenario avvicinarsi al sottoscritto. Ti devo un tonico, Inquisitore, se un giorno vorrai qualche altro pezzo d'armatura forgiato, visto che ancora usi elmo e corazza, avrai di certo uno sconto. Puoi cercarmi ad Ame, tanto quanto a Suna. E poi abbiamo ancora degli affari in sospeso, giusto? Sorrisi soddisfatto sotto l'elmo, al sentire quelle parole. Certamente l'uomo sapeva come prendermi. Non si rinuncia mai ad un po' di ferro, specialmente di ottima fattura come quello che sai costruire tu ... Kaguya. L'enfasi su quell'ultima parola era evidente e lasciava presagire ben poche cose buone. Le Grotte del Silenzio ci aspettano: non tarderemo molto il nostro incontro. Aggiunsi poi, con un leggero cenno del capo. Ma la storia della Hakushaku, dei Demoni Ombra, della perdita dell'orecchio del Kazekage e del ritrovamento da parte di Minarai del Lato Oscuro del Ciliegio sono vicende che non possono trovare sfogo in questa storia.
    Poco dopo il Coraggio ci comunicò le comunicazioni della Speranza di Hayate. Un incontro, un'ora dopo, in un luogo neutrale qualunque cosa quel termine volesse dire. Accettammo tutti di buon grado, zannosi e guerrieri del vuoto compresi. Non potevo esimermi in nessun caso. Il secondo ad approcciarsi al sottoscritto, prima di cercare di uscire da quel buco sotterraneo, fu Youshi, il Genin Tokugawa che aveva saggiato la mia ira al lago. Si stava già occupando di Fudoh. Ti devo chiedere scusa, Kensei-sama. Ho commesso un errore nel non avere fede in Akira-sama e nel dubitare delle sue parole. Lo scrutai un attimo attentamente, prima di rispondergli. Il fallimento è il miglior insegnante, dopotutto. Dissi, cambiando poi discorso. Assicurati che abbia le migliori cure. A quel punto restava a me fare la parte del galoppino. Composi rapidamente i sigilli necessari alla tecnica del richiamo pinzandomi, ritualmente, il palmo della mano destra con pollice ed indice del braccio metallico. Riapparve Kyofu, ancora una volta. Per favore, trasporta me e l'Hozuki in superficie. E così facendo volammo verso l'uscita di quella grotta.

    [...]


    Nell'ora che trascorse tra l'uscita dalla Sala del Cuore e l'incontro tra tutti i protagonisti di questa storia ebbi modo di stare da solo con Akira, anche se soltanto per degli istanti. Ciò che mi premurai di fare per prima cosa fu ragguagliarlo sull'accaduto. Ti chiederai dove sia stato tutto questo tempo, dato che siamo partiti insieme e il naufragio ci ha divisi. Diciamo che ho avuto una perdita di memoria momentanea. Ma, insomma, è una lunga storia, non per questo momento. Diciamo che dopo un lungo peregrinare ero riuscito a ritrovarti, anche grazie al qui presente Kyofu ... Il pipistrello albini, esattamente come noi, stava mangiando prelibatezze fornite dalla tregua per gli elementi come lui: insetti, frutta e una graziosa ciotola di sangue di vacca. ... ma quando ti ho raggiunto ti eri appena dissolto in Natsuhime, come mi ha riferito CaoCao. Ho confidato che tornassi, decidendo quindi di aspettarti e vietando a Youshi di seguire il Guerriero del Vuoto ed i suoi strani piani farneticanti, ma l'arrivo di un ninja della Zanna, Akira Gen, e l'attivazione degli Anticorpi della Bakekujira mi hanno costretto ad agire ed allontanarmi dalla zona del Lago. E poi, insomma, sapevo che te la saresti cavata da solo. Gli anticorpi erano delle entità sferiche elementali, forse simili a evocazioni, che controllavano un determinato elemento e che erano formate dall'elemento stesso. Sembravano eseguire ordini semplici e non possedere una coscienza propria. Il Cuore le controllava, quindi forse era lui la sua coscienza, e le plasmava a proprio piacimento. Devo dire che questa loro capacità ci ha dato più di qualche grattacapo durante la battaglia con lo stesso. Comunque, Fudoh e Youshi, seguendo delle tracce create non so bene come da Shunsui Abara - persona di cui ignoro assolutamente tutto - sono riuscite a trovare la sala del Cuore ed grazie al mio aiuto, siamo riusciti a giungere davanti al Cuore. Non ho ancora capito bene come, ma uno alla volta, tutti i ninja che erano arrivati su quest'isola furono trasportati là dove ci trovavamo finché l'Hyuga di Konoha e Daishin di Suna non sono arrivati col Coraggio, spaccando la parete là dove siamo usciti. Il resto ... bhè, credo tu lo sappia. Continuai a mangiare, cercando anche di distogliere lo sugardo e l'attenzione dalla poca posatezza dell'Hozuki. In un secondo momento, quando potei avere la certezza che nessuno ci stesse osservando, presi Akira in disparte, portando una mano all'interno della mia armatura, afferrando il filatterio che avevo creato, nascosto, sul dorso di Kyofu mentre entravo, aprendo le fila con Kato e Shin, nella zona sotteranea dell'Isola. Mentre lo facevo, tuttavia, un pensiero mi balenò in testa, rapido e tetro come la discesa della scure di un boia: e se, durante la cancellazione dei ricordi da parte degli Hayate, questi vedessero anche questo momento? Se questi vedessero il momento in cui cedevo il filatterio ad Akira, dandomi la possibilità di recuperare i miei ricordi in un secondo momento, cosa sarebbe accaduto? Sarei stato condannato a morte certa, ecco cosa sarebbe accaduto. Avrei voluto farlo, ma non potevo. Avrei voluti confidare al ... mio migliore amico ciò che avevo in mente, cosa ero riuscito ad architettare agendo come Mano Sinistra di Itai. E fu proprio quell'ultima parola a farmi realizzare una seconda cosa, in quel momento. Dov'è il Mizukage, Akira? Dov'è Itai!? Chiesi, levando rapidamente la mano dall'interno dell'armatura per poggiarle, entrambe, sulle spalle dello Spadaccino della Nebbia. Cosa potevamo fare senza il nostro Kage?

    [...]


    Infine scoccò l'ora e tutti ci ritrovammo nel luogo previsto per la riunione. Fu mentre giungevo sul posto che qualcosa scoppiò vicino al mio orecchio, così piccola che non riuscii a vederla, sussurrandomi ciò che stavo aspettando da molto tempo, ormai: il luogo di incontro per mantenere la mia parola con gli Hayate. La resa dei conti, l'ora del gran finale.
    Con un brutto tiro mancino, gli Hayate avevano scelto la casa che Densen aveva dato alle fiamme. Ed a proposito di Densen ... dov'era? Mentre, sparuto, mi guardavo intorno, Fudoh, a quanto pare rimessosi dal suo precedente mancamento, si avvicinò a me. Aveva ragione, Inquisitore-san, Akira Hozuki era vivo, anche se era scomparso nell'acqua con tutta quella strana storia del Vuoto. Guardai il giovane medico per qualche secondo. La fiducia che mi hai dimostrato è stata un'ottima arma contro il nemico, Fudoh. Dissi, marziale, per poi voltarmi ed andare a prendere posto, lasciando che il giovane sbrigasse le sue faccende con Akira. A quella sorta di rimpatriata c'era anche qualche faccia che non avevo mai visto oltre a quelle che più ardentemente desideravo rivedere: Kato e Shin. Quest'ultimo mi venne incontro, proprio per discutere di qualcosa che ci aveva riguardato.
    Ti avevo detto di non preoccuparti perché avrebbe trovato da solo un modo di uscirne, Kensei Hito, e da quello che vedo avevo ragione. Sorrisi sinistro sotto l'elmo. Anche io avevo ragione su CaoCao. Replicai. A giudicare dalle loro condizioni era evidente che il Guerriero del Vuoto gli avesse dato non poco filo da torcere. Il suo sguardo e modo di fare mi innervosiva ed irritava: avrei potuto ricominciare a combattere in qualsiasi momento dato che ero, a tutti gli effetti, molto fresco e tutt'altro che stanco - a differenza sua, come detto. Il mio corpo, inoltre, era capace di una stamina quasi infinita. Ma non era quello il momento di combattere, pur essendo certo che avrei potuto far valere la mia posizione e la mia forza. Fu comunque lui a congedarsi poco dopo.
    Attesi che tutti prendessero posto osservando il quadrato che si venne a delineare con le fazioni che prendevano la loro posizione: Hayate da una parte, l'accademia da un'altra, la Zanna da un'altra parte ancora e gli abitanti dell'Abete dirimpetto a questi ultimi. Una quinta fazione, quasi un satellite accademico, si venne a delineare con la peculiare posizione che decise di mostrare il Mercenario, da solo, tra l'Accademia e la Tregua. La prima a parlare, per aprire le danze, fu Natsuhime-dono, ringraziando tutti i presenti, seguita, come un'eco dalla Speranza di Hayate, la quale chiarì la posizione della sua organizzazione: infatti la Speranza, avente le sembianze di una bambina, disse che gli Hayate non erano nemici dell'accademia e che quindi non si sarebbero opposti in nessun modo salvo il caso in cui essi avessero interferito coi loro piani. Un punto di vista che comprendevo, sinceramente, e che per questo sapevo nascondere più di una insidia: la cooperazione era una mera maschera dello sfruttamento. L'Accademia doveva tornare utile in qualche modo agli Hayate e quindi, finché questa situazione si manteneva, questi ultimi non avevano interessi a smantellare la prima. La Muuga poi, la donna capace di utilizzare sapientemente la sua lancia, prese parola proponendo l'estensione della Tregua da Kiri a tutti i villaggi Accademici. Storsi ovviamente il naso ma l'assenza di Itai e il mio basso grado non mi permettevano di mettere bocca in quel tipo di questioni. La risposta alla proposta della Muuga, che escludeva gli Hayate, arrivò immediatamente dal Coraggio e, con essa, arrivò alle orecchie di tutti anche il mio nome. Akira si voltò immediatamente verso di me, squadrandomi con un odio e una rabbia che gli avevo visto in corpo soltanto in poche altre occasioni. Tacqui, ancora una volta. Rispondere, in un senso o in un altro, era assai pericoloso. Tuttavia, al sentire quelle parole, provai a farmi intendere dagli uomini che stavano dall'altra parte del tavolo delle contrattazione con un gesto semplice e apparentemente innocente. Dalla posizione che avevo preso, quella accanto ai Kiriani, lanciando una occhiata ad Akira che ancora tremava di rabbia, mi spostai, andando a posizionarmi tra l'Otese e il Foglioso che mi avevano accompagnato, nel bene e nel male in quella missione. Il gesto, era evidentemente chiaro.
    A questa tensione seguirono prima le parole dell'Hokage, del Mercenario e poi quelle del Capo delle Squadre Speciali di Kiri, Akira. Raizen propose una sorta di alleanza-pace tra l'Accademia e gli Hayate fintanto che questi non avessero ostacolato la prima e avessero aiutato a distruggere le Armi di Iwa. Mi voltai verso Akira, cercando il suo sguardo da lontano, solo per notare come fosse già pronto a rispondere all'Hokage con la stessa rabbia con cui mi aveva fissato precedentemente. Fu però il Kaguya delle Fenici a parlare rivolgendo parole nient'affatto edulcorate nei confronti di Hayate. Fece poco altro, oltre ciò, se non chiedere informazioni a Natsuhime ed i Guerrieri del Vuoto. La sua conoscenza del gruppo di Hayate - e di tutte le altre cose di cui parlò, tra cui la posizione delle altre armi, a dir la verità -, sembrava sconfinata e precisa. Non potei non domandarmi i suoi trascorsi con l'associazione. Ma quando anche il suo discorso fu terminato, allora sì che accadde l'impensabile. Dopo un primo discorso completamente condiviso sulla Trega e su Kiri, Akira non solo rigettò - a ragione - ogni proposta d'alleanza con gli Hayate avanzata dall'Hokage ma fece di più e lo fece investendosi il diritto di agire in virtù della mia persona. Non voglio sapere minimamente quale sia il tuo trascorso con Kensei, ma considera pure ogni questione con lui sollevata del tutto. Se si tratta di promesse, considerale spezzate. Se si tratta di debiti, o crediti, considerali saldati. Nulla ti sarà dovuto, nulla ti è richiesto. Ogni tuo rapporto con Kiri o ninja di Kiri si esaurisce oggi. Se Kensei non è d'accordo... I suoi occhi cercarono i miei, in una sfida di forza e testardaggine che l'Hozuki sapeva di non poter vincere. ... sarà considerato, da Kiri... Prego tutti i ninja accademici di ascoltare e, anzi, di riportare queste parole ai rispettivi Villaggi e all'Accademia stessa, che devono concordare in tal senso... Alla stregua di un nukenin, come un qualsiasi membro di Hayate. Il mio odio ed il mio risentimento si riversarono sull'Hozuki come aria gelida e pesante. Poteva sentire il peso di ogni mio singolo pensiero lambire le sue membra. Trattenermi dal combattere fu quasi impossibile ed infatti un ringhio anticipò le mie parole. Io rendo conto delle mie azioni soltanto al Mizukage di Kiri, Akira Hozuki. In qualità di Mano Sinistra era mio dovere agire nell'ombra, sporcarmi con le questioni meno piacevoli, fare ciò che gli altri non avevano il coraggio di fare, fare, cioè, ciò che andava fatto. Sempre. A qualsiasi costo. Per fas et nefas. Non avrei tollerato un'ingerenza di quel tipo da parte di Akira, per nessun motivo al mondo. E se avessi dovuto scegliere tra gli interessi di Kiri e le pretese di un ragazzino dai capelli blu, bhè, la scelta sarebbe stata indubbiamente facile. E lo sai bene. Mi voltai comunque verso il Coraggio. Aprendo le braccia avrei toccato le spalle sia dello Yotsuki che del Kinryu. Sulla spalla del primo applicai una pressione maggiore cosicché potesse sentire tutta la mia forza e la potenza del mio arto sinistro ancora una volta. Stavo cercando di comunicare col corpo ciò che non potevo dire con la bocca. Stavo cercando di far comprendere come le parole che da lì ad un attimo sarebbero seguite erano false. Dopotutto non era strettamente col Coraggio che avevo avuto accordi riguardo ciò che loro dovevano fare a me, quanto con la Magnanimità. Cercai dunque di pronunciare delle parole che potessero apparire come accondiscendenti sia per gli Hayate che per Akira. Nonostante questo i miei obblighi verso il Coraggio di Hayate cadono qui, adesso. Come detto, io nei suoi confronti non avevo obblighi. Lui li aveva nei miei ed io verso la Magnanimità. A quel punto tolsi le mani della spalle dei due aspiranti Hayate ma non cambiai posizione, rimanendo là dove ero stato fino a quel momento.
    Seguirono altri momenti peculiari, come la testa di un hayate lanciata in mezzo agli stessi da un ninja sconosciuto. Tuttavia ormai la mia attenzione ed i miei pensieri erano rivolti ad altro.
    L'unica cosa che riuscì a carpire per un istante i miei distanti pensieri fu nuovamente il foglioso votatosi ad Hayate che cercò una mia conferma riguardo le sue azioni e l'ottenimento della spada che gli aveva fornito il Coraggio. Posso confermare, Hokage. Quello del Coraggio è stato un dono disinteressato. A nessuno è utile uno spadaccino senza arma se c'è da fronteggiare un nemico comune. Ironico notare come il dono fosse davvero disinteressato. Ciò che era nell'interesse del ragazzino sui pattini era punire ed a giudicare dalle parole di Shin la spada c'era riuscita eccome, anche se non sapevo dire in che modo.
    Quando le discussioni terminarono andai verso la Muuga che già era stata più volte raggiunta da svariati ninja tra cui il Mercenario e l'Hokage e gli comunicai quanto avevo sentito nella zona del Lago previa un piccolo inchino. Mi sarei accertato, tuttavia, prima di parlare, di essere scortato in una zona dove né le mie parole né le mie azioni potessero venir sentite da orecchie indiscrete - in particolar modo dagli Hayate. Muuga, è un piacere fare la sua conoscenza adesso che la situazione è più calma. Sono qui per comunicarle una congiura ai suoi danni da parte di un ninja della Zanna, Akira Gen. Ho le prove e la testimonianza diretta di quanto sto dicendo. Le devo chiedere soltanto un po' di pazienza, però. Se infatti avesse accettato avrei rapidamente inciso la mia pelle con Unagi facendo sgorgare il sangue necessario per imprimere i ricordi sullo stesso e creare un Filatterio. Dopo di che, attraverso le mie capacità, avrei reso il filatterio in grado di comunicare il suo contenuto a chiunque bevesse anche soltanto una goccia di quel liquido cremisi. [Note]Conoscenze derivanti dalle due generiche Arte dei FIlatteri + Filatteri Bugiardi. Rimango a vostra disposizione, io come Kiri, per qualsiasi cosa. Avrei detto, prima di congedarmi.
    Mi restavano altre due questioni in sospeso: gli Hayate ed Akira. Alla seconda avrei pensato quando sarei ritornato a Kiri. Alla prima, però, dovevo pensare immediatamente. Saltai sul dorso di Kyofu, millantando un mio ritorno a Kiri. Quando fui abbastanza lontano dalle orecchie e dagli occhi di tutti avrei virato tornando indietro verso l'Isola e, saltando dal dorso di Kyofu, sarei atterrato nel boschetto ai piedi dell'Atollo che mi era stato indicato dagli Hayate per poi proseguire a piedi, furtivo tra le fronde degli alberi.
    Mi aspettavo di trovare il Coraggio e la Magnanimità su quell'Atollo ma non avrei escluso la presenza di altri.
    L'ora della resa dei conti aveva appena scoccato il suo primo minuto.



    Chakra:
    Vitalità:

    En. Vitale: 28/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 850
    Velocità: 700
    Resistenza: 700
    Riflessi: 700
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 700
    Agilità: 700
    Intuito: 700
    Precisione: 700
    Slot Difesa
    1:
    2:
    3:
    Slot Azione
    1:
    2:
    3:
    Slot Tecnica
    1:
    2:
    Equipaggiamento
    • Tonico Coagulante Medio × 3
    • Sistema di Ancoraggio dell'Arto Artificiale × 3
    • Elmo integrale dell'Inquisitore × 1
    • Cotta di Maglia Completa × 1
    • Arto Artificiale Kiriano Base × 2
    • Filo di Nylon [10m] × 1
    • Spiedi Potenziati × 2
    • Tonico di Recupero Medio × 1
    • Braccio Sinistro dell'Inquisitore × 1
    • Unagi × 1
    • Yakusoku Kenkichi × 1

    Note Combattere con Handicap disattivato.



    Parlato
    Citato
    Koutsu
    Pipistrelli
    Yakusoku



    Edited by Ade Geist - 24/6/2020, 14:58
     
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