[News GDR] La Fonte della Vita EternaVillaggio dell'Abete

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  1. -Hidan
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    La Fonte della Vita

    Eterna


    XXVIII


    Mentre la riunione continuava, tra alti e bassi, e tra qualche uscita decisamente fuori luogo, tra le quali svettava sicuramente la pessima figura che fece quel ronin strampalato che avevo trovato sulla mia strada nella giornata, essendomi separato da lui a tempo debito con una scusa ridicola; tirò fuori quella che un tempo era una testa - forse -, ma che adesso era poco più che una palla ammuffita, e la tirò verso gli Hayate. Non ci volle molta energia prima che questa gli venisse restituita contro, unitamente alle risa e allo scherno di rito.
    Ma questo tizio lo hai portato te? Dove caspita lo hai trovato? Avrei chiesto a Raizen lì accanto, ridacchiando tra me e me nel vedere quella scena imbarazzante.
    La questione venne riportata quindi sulle Armi di Iwa. Natsuhime e la Speranza di Hayate scambiarono le informazioni in loro possesso, sulle armi rimanenti. Avevo distrutto la Bakekujira e partecipato alla distruzione del Gashakoduro, ma la guerra era ancora lunga.
    Memorizzai quello che potevo sulle restanti armi, prima che la Speranza replicò all'intervento del Mercenario Kaguya. Venne svelato il suo segreto dell'immortalità, e la Virtù replicò in maniera sibillina. Nominarono un certo Kuchihige - un cacciatore di mostri -, che aveva svelato a quel che potevo intendere il segreto al Kaguya, e che, secondo la Speranza, aveva già pagato per le sue colpe, perdendo la sua unica nipote. Non sapevo che in futuro la mia strada e quella del cacciatore avrebbero finito, definitivamente, per incrociarsi.
    Anche la Muga replicò alle mie parole. Non sto ridiscutendo alcun termine, anzi, le mie parole erano tese proprio ad assicurarmi che questi non venissero alterati. Risposi, pacamente, ma con fermezza.
    Venne quindi la volta dell'Hokage, che riprese ancora parola dopo le mie dure parole. L'Abete andrà avanti come sempre ha fatto. E secondo il tuo ragionamento, anche l'Accademia è inutile. Mi limitai, spendendo poche parole sull'argomento. Sono assolutamente certo di quel che sto dicendo. Non si possono fare patti tra uomini e iene. Se Konoha vuole continuare con questo progetto folle, sei liberissimo di farlo, come tutti gli altri villaggi. E quel mercenario, come lo chiami te, ha molti più valori della maggior parte dei ninja accademici che conosco. Io parlo per Kiri perché Itai ha la massima fiducia in me. Non solo, sono certo che lui la penserebbe proprio come me. Ho collaborato con loro, dici? Devi essere a conoscenza di fatti e informazioni che rimangono sconosciuti perfino a me, per affermare una cosa del genere. E, se anche fosse, era prima di tutto questo. Forse non sai cosa hanno fatto gli Hayate agli abitanti di questa isola per anni? Se vuoi accordarti con questi cani, sei liberissimo di farlo. Ho già detto tutto quello che avevo da dire a riguardo.
    Venne poi la volta di Kensei, che cercò anche di accennare una risposta, carica del suo solito odio, prima di assecondare le mie richieste. Volendo potresti dire a me, e solo a me, all'orecchio, ciò che riguardava te e il Coraggio di Hayate. E magari in contemporanea potremmo sfruttare la gentilezza e disponibilità dell'Hokage, o del buon Feng, per ripetere la procedura con il Coraggio. Vediamo poi se le versione combaciano. Vediamo poi a chi dovrai rendere conto. Pronunciai, gelido, senza distogliere lo sguardo. O altrimenti fai silenzio, e torni a sederti. Liquidai con durezza.
    Ne seguirono ulteriori discorsi, come il probabile tradimento di Akira-gen verso la Muuga o più in generale verso la Zanna. Ripensai allo spadaccino biondo, certo che prima o poi avrei dovuto reincontrarlo.

    Proprio mentre la riunione stava terminando, il genin di Kiri che era svenuto durante le varie battaglie sull'isola giunse sul posto. Il ragazzo scapigliato si chiamava Fudoh, e sembrava essere lì per me. Eh? Cosa dici? Chiesi, confuso. Ero rimasto solo io lì, seduto, e adesso mi ritrovavo a dialogare con un ninja sbarbatello e decisamente poco chiaro nelle parole. Senti, ho appena assorbito il chakra di un essere leggendario e ho avuto in me un rituale in grado di distruggere anche delle armi indistruttibili... Sono stanco. Decisamente stanco. Quindi, vai piano... Dicevi. Sanjuro ti ha dato questo rotolo per me? Deglutii. La cosa mi spaventa. Gocciolina di sudore. Ed oggi di cose spaventose ne ho viste tante, per tua informazione... Ma cosa c'è dentro? Ad una risposta negativa avrei continuato. Vuoi... Aprirlo te? ... Ok, ok, adesso lo apro. Tenendo il rotolo ben lontano da me con entrambe le braccia, incominciai a srotolarlo lentamente.
    Con Fudoh sempre dietro alle mie spalle, il rotolo, non appena aperto, iniziò a illuminarsi.
    Una luce dorata, quasi mistica, forse divina.
    Non... Non... Mi mancavano le parole. Non so che dire... E'... Poca salivazione, solo meraviglia. Bellissimo.


    Con la faccia ancora totalmente assorta da quella visione, mi rivolsi a Fudoh. Allora, siamo soddisfatti? Io direi che siamo soddisfatti.

    Richiuso il rotolo, ancora frastornato da quell'evento, mi alzai dal tavolo, con ancora Fudoh al mio fianco. Allora, tutto ok? Mi sembri abbastanza stanco, eri svenuto fino a poco fa, d'altronde... Non ti preoccupare, nulla di cui vergognarti. Pensa che quando ho partecipato alla distruzione del Gashakoduro, a malapena genin, sono svenuto anche io. Ho dormito per un giorno intero! Ma anche quella volta avevo combattuto con un nuovo potere, il Vuoto che mi aveva donato ciò che restava dell'energia vitale di Pangu... In effetti anche oggi quel vecchietto mi ha aiutato, anche se indirettamente. Ho dovuto combattere con un certo essere che si definiva come un Dio Guerriero della Bakekujira; sconfiggendolo, sono riuscito a completare la distruzione dell'Arma insieme a Natsuhime. E... Anche adesso, sto per svenire. Tutto questo per dirti, se hai bisogno di riposo... Beh, non avere fretta, e vattene a dormire. Congedai il ragazzo, con una pacca sulla spalla.

    Il piccolo incontro con i due guerrieri del Vuoto si esaurì in fretta, ma evidentemente ero stato poco chiaro. Guardate che io rimango qui, eh. E' questa la vostra occasione... In qualunque caso, fate del vostro meglio... Sbadigliai, vistosamente. Ma qualsiasi cosa decidiate, ne parleremo dopo. Ora, vado a dormire. Il dolore per quella giornata non era però terminato.
    Ma dei fatti di Hayate e della sparizione degli abitanti dell'isola, lo avrei scoperto solo al mio risveglio.
    Quegli erano gli esseri a cui l'Hokage voleva proporre accordi, alleanze.
    Quelli erano gli uomini che avrei, al contrario di ciò che professavano, alla fine, ucciso.
     
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